VITE, Imperfette e
Bellissime!
Le nuove one-shots
del Futuro che ho immaginato
per Harry & Co.
Cominciamo con una giornata da ricordare, una giornata prima degli esami…
( i
nostri amici sono trentenni, i loro figli hanno più o meno dieci anni, ma con
esattezza lo scoprirete leggendo. )
Buona lettura!
Capitolo 1
AL LAVORO, SFATICATI !!
Erano le dieci di una calda mattina di metà giugno.
La macchina percorse lo stradello, fiancheggiando una staccionata tinteggiata alla babbana
in color carta da zucchero e fermandosi di fronte ad un porticato in stile rustico.
La prima a scendere dall’auto fu una bambina di circa sette anni, dai capelli castano-scuro e gli occhi
neri. Somigliava più la madre, che al padre…un rosso in tutto e per tutto.
Il rosso chiamava la sua piccola Principessa, perché
somigliava proprio ad una principessina indiana. Esile, dalla
pelle leggermente dorata…La somiglianza si fermava all’aspetto fisico, perché
molte volte Alyssa dava l’idea di un tornado, più che
di una compita principessa.
“ E’ bella BELLA! ” esclamò Alyssa, puntando lo sguardo sul casale di campagna in uno
dei suoi rari momenti di calma.
“ Ti piace, principessa? ” le chiese Ron, mentre aiutava Sam a
scendere dalla macchina insieme alle sue stampelle.
“ E’ fantastica! C’è davvero una camera
tutta per me? ” volle sapere da Padma, che stava
facendo levitare uno degli ultimi bauli.
“ Sì, ” borbottò il fratello azzoppato, “ così almeno non mi sveglierò sommerso dai tuoi peluche! ”
Ron si accigliò, esasperato da un avvicendarsi di battute
che i gemelli avevano inaugurato sin dall’inizio del viaggio. “ Smettila, Sam…possibile che oggi tu debba
commentare qualsiasi cosa? ”
“ Papà, sono stanco di dividere la stanza con lei, Spinky e Owl! Stamattina ho
sputato peli di peluche dalla camera al bagno! ”
“ Basta, Sam…prima che mi
arrabbi! ”
“ Ok, ok,
la smetto! ” Sam sbuffò sonoramente, cercando
l’appoggio migliore sulle stampelle. “ Che palle! ”
“ SAMUEL! ” esplose Padma,
dando l’ultimo giro di chiave alla porta ed entrando ufficialmente nel suo
regno, la cucina.
Alyssa la seguiva ancora estasiata. Era stata lei a
chiamarsi fuori dai sopralluoghi fatti dal resto della
famiglia nella loro futura casa, perché le piacevano un sacco le sorprese.
Samuel restava indietro di qualche passo, imprecando
contro le stampelle e chiedendosi quando Madama Chips
gli avrebbe concesso di buttarle. Non ne poteva più, al pensiero che la sua Firebolt giacesse ancora per molto
in un angolo della sua stanza. L’aveva ammirata e lustrata anche quella
mattina, prima che suo padre entrasse in camera per svegliare lui e Alyssa.
Papà capiva il suo desiderio di tornare al più presto
nel cielo, e non aveva mai sminuito la sua passione
per il Quidditch ( chissà perché…? ). Il fatto che
avesse accettato di insegnargli a giocare prima che lui e Alyssa
andassero ad Hogwarts aveva reso le giornate delle
due donne di casa un po’ più difficili da sopportare.
“ Sam, metti un po’ a riposo
quella gamba! ”
“ Mamma, posso restare fuori sul prato? ”
“ Se non è troppo bagnato sì,
ma non andare a disturbare Maddy, che sta studiando!
”
“ E il regalo, allora, quando glielo diamo?! ”
“ Non adesso, stasera…ok? ”
“ Va bene…” si rassegnò Samuel.
Con la sua famiglia, Madeleine
Potter si era insediata già da due settimane
nell’altra ala del casale ristrutturato. Il trasloco per lei aveva coinciso con
il ripasso per l’esame del primo grado di scuola. Ora Maddy
aveva undici anni, compiuti tre giorni prima, l’11 di
Giugno. A Settembre sarebbe andata ad Hogwarts.
L’ultima volta che aveva parlato con lei via telefono
– o feletono, come gli avevano detto che aveva sempre sbagliato a dire nonno Weasley, pensò Sam ridendo tra sé
– Maddy era stata un fascio di nervi…una reazione
esagerata, secondo lui, perché non gli risultava che l’amica dovesse temere
nulla, dal suo primo anno al castello. Harry ed Hermione non erano certo i tipi da pressare i loro figli
con pretese scolastiche di qualche tipo.
Era Maddy, secondo lui, a
non conoscere mezze misure. Aveva persino rinunciato al brevissimo viaggio di
un weekend nella casa di Siviglia di Draco e Maresol, alcuni amici di
famiglia che anche lui conosceva bene.
Laggiù sarebbe stata ospitata dalla coppia, lontana
dal clima uggioso dell’Inghilterra, con la possibilità di studiare per due
giorni sotto il caldo sole della Spagna.
Avrebbe potuto giocare a fare la grande, aiutando Maresol ad accudire la piccola Blanca, che aveva appena un anno e mezzo…avrebbe potuto
farsi dare lezioni di volo da Draco. Samuel avrebbe
dato qualsiasi cosa, per un’occasione del genere! E
invece no, Maddy era rimasta a casa ed aveva persino
aiutato i suoi nel trasloco. Pazza, non c’erano altre spiegazioni!
Loro, invece, i Weasley,
erano appena tornati da una breve vacanza in Egitto, e subito erano andati alla
vecchia casa a organizzare il trasloco.
Quella nuova era davvero una
bellissima casa, anche se Sam non lo avrebbe mai
ammesso davanti ad Alyssa…giusto per farsi uomo di
mondo e prenderla un po’ in giro.
Ogni occasione era quella giusta, per battibeccare,
ma in realtà voleva ad Aly un mondo di bene.
Lui, Aly, Maddy e Chris erano
come fratelli. Da che ricordasse Samuel, avevano
sempre giocato insieme.
Maddy era la più grande, ma avevano solo un anno di
differenza e adesso tutti facevano i gradassi con Chris,
stuzzicandolo per i giochi che ancora non gli erano permessi.
I Potter, Harry ed Hermione, erano i
migliori amici di Ron dal primo anno ad Hogwarts.
A Hogwarts, più che nuovi
amici, Sam sapeva che avrebbe potuto trovare – anzi ritrovare – almeno la metà delle persone che
entravano ed uscivano dalla Tana e da casa loro. Anche perché avevano vissuto tutti insieme al castello per molto tempo, quando lui ed Alyssa erano ancora piccoli.
Gli sembrò di sentire il commento scherzoso di zio Fred: “ Ancora
piccoli? Perché, adesso sei già un uomo? ”
Sam storse il naso per il leggero dolore che avvertì alla
gamba ingessata, nell’atto di sdraiarsi sull’erba.
Si tolse il cappellino dei Cannoni di Chudley e lo usò per coprirsi il viso.
Che bello chiudere gli occhi in mezzo a quel venticello!
Era felicissimo che i suoi genitori e quelli di Maddy
avessero deciso di comprare insieme quella casa.
“ Padma…” sentì gridare da
suo padre.
“ Sì, Ron? ”
“ Possiamo fare una pausa, adesso…che dici? ”
“ A lavorare, sfaticato! Avrai la tua pausa stasera. ”
“ Schiavista! ”
* * *
“ Benissimo, Maddy. ” Harry distolse lo sguardo dalla griglia di verbi che la
figlia aveva appena finito di ripetergli. Le sorrise.
“
Perché dici che non sei pronta? Andrai benone. ”
“ Ho paura, quando cerco di ricordare ho il vuoto. ”
“ E’ un classico, è l’ansia che te lo fa credere. Ma gli scritti sono andati bene, no? ”
“ Sì, il tema e quello di matematica sì…”
“ E allora...rilassati, e
quando sarai là domani, farai faville. ”
“ E se invece…? ”
Harry la chiamò sulle sue ginocchia. Quando
lei fu salita, le raccolse i capelli in una coda di boccoli come quelli di Hermione.
“
Se non saranno faville sarà comunque un bel risultato,
per noi. Abbiamo visto quanto hai studiato…”
“ Ma io vorrei essere brava brava come eravate tu e la mamma…”
Per un attimo Harry sentì di
dover lasciarglielo credere, ma poi le parole di Maddy
lo raggiunsero in pieno, e lui non poté più fare a meno di ridere.
Maddy lo guardò, accentuando il suo broncio. “ Stai ridendo
di me? ”
Quegli occhi verdi sapevano essere davvero molto
penetranti e severi.
“ Scusa, tesoro, ma…chi ti ha detto
che io ero bravo bravo, a scuola? ” riuscì a dire Harry dopo qualche attimo di obiettiva
difficoltà nel respirare. L’idea era troppo esilarante, soprattutto se pensava
a quello che avrebbe potuto testimoniare a proposito la sua insegnante di inglese delle elementari…o – ancor peggio - Piton, se fosse stato ancora in vita.
“ Non lo eri? Non eri bravo? ”
E adesso?
Sincerità…sincerità, innanzitutto. “ Diciamo che…restavo a
galla, ma certo non ero bravo come lo sei tu, o come mamma. ”
“ Nemmeno ad Hogwarts? ”
“ Beh, ad Hogwarts
le materie sono più…interessanti, ma anche lì non le amavo mica tutte. Non sono
mai stato uno studente perfetto. ” Le diede un bacino sulla guancia. “ Ti vado
bene lo stesso, come papà? ”
Maddy spalancò gli occhi e ricambiò il bacio. “ Mi vai
anche meglio, adesso! ”
“ Allora accetti un consiglio da me? ”
“ Sì! ”
“ Tieni botta fino a domani! Dopo l’esame avrai un’estate di relax, e alla fine andrai anche tu ad Hogwarts. ”
“ A studiare Trasfigurazione e Difesa contro le Arti
Oscure!!! ”
“ Esatto! ”
Con una punta di orgoglio, ma
anche di malinconia, Harry ricordò il giorno in cui Maddy – a tre anni - aveva mostrato per la prima volta una
traccia di potere magico. Non aveva scelto il modo più sereno per farlo,
considerando che si era messa a far levitare i pacchi
regalo dei neonati Samuel e Alyssa e farli vorticare
per la stanza, rischiando di decapitare lo zio Ron,
in una delle peggiori feste in famiglia, una giornata tempestata da una delle
poche liti accadute tra lui ed Hermione.
Grazie al manifestarsi dei poteri di Maddy era diventata una giornata…decisamente da ricordare, su questo non c’era dubbio.
“ Domani farò del mio meglio! ” gli disse ora Maddy, grattandosi il nasino all’insù come faceva sempre quando formulava un impegno ufficiale.
“ Questo lo so, ” rispose Harry,
“ grazie a Dio sei più simile a tua madre che a me, in
queste cose. Intanto…ti sei meritata una merenda speciale. ”
“ Che cosa è?! ” L’entusiasmo di Maddy
esplose a mille.
“ Un pezzo di torta di nonna Gwen.
Chiudi prima i libri, però…”
“ Sì…” Maddy tornò a formare
la pila di libri e prese i piattini dalla credenza. “ E
tu stai studiando, papà? ” chiese dopo qualche minuto.
Harry gettò un’occhiata alla dispensa di Incantesimi
che restava chiusa su una mensola del salotto…a prendere la polvere da un po’
troppi giorni. “ Ehm…come sai che devo studiare? ”
Dall’esterno, Harry
riconobbe distintamente le voci di Hermione e di Padma. I Weasley erano arrivati.
“ Sono arrivati Sam ed Alyssa! ” esclamò, scostando le tende della cucina per
farle vedere che non era uno scherzo. Forse
questo avrebbe distolto l’attenzione di Maddy
dall’esame che suo padre avrebbe dovuto dare.
“ Ma non devi dare un esame, per poter diventare
addestratore di Auror? ”
Come non
detto. “ Ehm, si…sì. ”
“ Oh, allora posso interrogarti io! Sei pronto? ”
“ Ehi, ragazzi? ” li salutò Hermione,
entrando dalla porta con Chris addormentato sul
passeggino.
Harry si lasciò sfuggire un
sospiro di sollievo, mentre lui e Maddy le andavano
incontro per scoccarle ciascuno un bacio.
“ E’ andato bene l’esame del sangue? ” chiese Harry, indicando il piccolo diavoletto che ronfava sotto di
loro. Maddy, imbronciata, cercava invano di
svegliarlo per giocare un po’ con lui.
“ Sì, è stato bravissimo! Quando
si sveglierà ti farà vedere la sua ferita di guerra. ”
“ Dev’essere stato
bravissimo il medico che gliel’ha fatto! ”
“ Anche! Come va qui? Avete studiato? ”
Maddy le offrì uno dei suoi migliori sorrisi. “ Io si. Papà
mi ha anche interrogata. ”
Hermione guardò il marito con le sopracciglia arcuate. “ Però lui non ha aperto libro ” osservò rivolta alla figlia,
“ dico bene? ”
“ Io non sono una spiona! ”
“ Grazie tante, Maddy! ”
sibilò Harry.
“ Quanto l’hai pagata? ”
Harry si finse
scandalizzato. “ Non ci ho nemmeno pensato! ” Quando vide che non funzionava,
passò alla modalità sconsolato: “ Sono troppo trasparente,
per te ” ammise, chiudendo il cassetto dal quale aveva appena tirato fuori le
forchette per la torta.
“ Allora…” con un sorriso che era tutto
un programma, Hermione gli strappò di mano l’agognata
torta alle amarene, “ avrai la tua fetta di torta quando
avrai studiato almeno due ore. ”
“ Hermione…”
“ A lavorare, sfaticato! ”
Maddy rise
fino piegarsi in due, svegliando anche Chris.
* * *
“ Non c’era modo migliore di inaugurare il salotto che
con una batosta colossale a scacchi! ” esclamò Ron,
mentre i pezzi della scacchiera si sdraiavano mesti nella scatola di legno
scuro.
“ Hai voglia di infierire?! ”
replicò Harry, visto che la batosta l’aveva presa lui
come al solito. “ Guarda che una di queste volte potrei anche stupirti…e stracciarti! ”
“ Ron dovrebbe avere la
febbre! ” scherzò Hermione, appena tornata dal loro appartamento, dove aveva vegliato per un po' il sonno di Chris e formulato l'incantesimo per udire a distanza eventuali segnali di allarme.
“ Ma tu sei mia moglie, o me
lo sono solo sognato? Dovresti difendermi, consolarmi! ”
Dalla cucina, Padma si
affacciò con la testa per controllare che Alyssa e
Samuel si fossero messi in pigiama. Lo fece con un
movimento fulmineo, senza dir loro nulla. I gemelli stavano parlando fitto fitto con Maddy che – a dirla tutta – accusava i primi colpi del
sonno.
“ Signorina, ” le disse Hermione,
“ che ne dici di andare sotto le coperte? Domani
pomeriggio hai l’esame. ”
Maddy rispose con un sonoro sbadiglio. Le palpebre non
riuscivano più a restare aperte. Quel corpo reclamava con urgenza un letto su
cui sdraiarsi.
“ Sto parlando con una zombie…Harry, andiamo? ”
“ Sì, sono stanchissimo anche io. Grazie, ragazzi. La
serata è stata bellissima. ”
“ Anche la cena! ” confermò Hermione, salutando i nuovi vicini. Maddy,
intanto, stava ricevendo gli In bocca al
lupo di Padma e dei gemelli.
Si fermarono sulla soglia posteriore
dell’appartamento, davanti al tavolo dove avevano cenato. L’aria notturna era
pungente e piacevole, con la luna crescente a
illuminare il prato.
“ Quando hai il colloquio con Glowen
e
“ Fra una settimana ” rispose il moro, guardando Maddy che si avviava sotto il porticato verso la porta di
casa Potter. “ Ma temo che
prima di quello mi ucciderà la severità di Hermione.
”
“ Se tu studiassi un po’ di
più…” commentò lei.
“ Ha riattaccato il nastro, senti?!
”
Il rosso gli diede una pacca comprensiva sulla spalla.
“ Hai tutta la mia solidarietà, Harry. ”
“ Smettila di fare il ruffiano, tu! Quando sarete
colleghi ad Hogwarts ti
dimenticherai delle mie pene e diventerai un suo alleato. Padma,
aiutiamoci, siamo circondati da cervelloni! ”
“ Cervelloni? Ehi!!!...” ribatté Ron. “ Piuttosto, Hermione…Maddy come vivrà il
fatto di averti con lei al castello? ”
“ E’ stato risolto tutto, ieri ne abbiamo
parlato con lei e con Lupin. Insegnerò
Difesa agli anni dal terzo in poi…in questo modo, vivendo nel dormitorio con i suoi
compagni di Casa, si abituerà gradualmente all’idea. Invece
tu…tu sarai davvero un suo insegnante. ”
“ Eh, sì…Una Indicibile nella
mia classe! ”
Risero tutti dell’appellativo che Moody
per primo aveva affibbiato a Maddy, quando avevano
vissuto per poco tempo al castello, durante il quinto
anno di Rebecca e gli altri.
Harry si guardò intorno con fare cospiratorio: “ Lo posso
dire perché è già entrata in casa…A volte sa essere anche un po’ rompiscatole!
”
Ricevette per questo un sonoro scappellotto da Hermione.
“ Stasera ne ha per tutti, sai? E’ arrabbiato perché
gli ho sequestrato la fetta di torta. ” commentò Hermione.
“ Non l’ha mangiata fino a che non ha tenute aperte le dispense di Incantesimi almeno per due ore! ”
“ Ah, ora si spiega tutto! ” rise Padma.
“ Buonanotte, ragazzi! ”
* * *
“ Non dormi ancora? ” chiese sottovoce Hermione alla figura avvicinatasi al letto, vedendola offuscata
per i suoi occhi parzialmente chiusi.
Maddy scosse la testa. “ Posso andare a farmi un latte
caldo? ”
“ Te lo preparo io…” si offrì lei, scoprendosi le
gambe e facendo per scendere dal letto.
“ No…Scusa, non volevo svegliarti. Domani devi
lavorare, e…”
“ Maddy, cosa dici? Ho preso
un giorno di ferie, per la mia bimba! ” le baciò la testolina di capelli
arruffati…proprio come erano sempre stati i suoi. “ Andiamo a parlare un po’ di là, così non svegliamo papà. ”
Arrivata in salotto, Hermione
lanciò un’occhiata ai libri rimasti sul divano. A tutta prima pensò fossero le
dispense di Harry, ma poi notò la calligrafia di Maddy. “ Maddy, chiudi quei
libri. Sei preparata, te lo garantisco io! ”
“ Solo un altro ripasso del sistema nervoso, poi
chiudo…”
“ Uhm…”
“ Lo giuro! ”
“ Mi voglio fidare. ” Hermione
accese il fornello alla maniera babbana e prese due
tazze e due cucchiaini. “ Vorrei tanto non averti
trasmesso questa mia ansia per lo studio ” confessò, guardandola lasciare a
malincuore i testi del ripasso. “ Quando ero a scuola
io non potevo farne a meno, ma mi faceva anche stare male, sai? ”
“ Ma io non sono troppo
ansiosa…è solo stasera. ”
“ E’ da qualche settimana, a dir
la verità. ”
“ Ok, lo ammetto. ”
“ Sicura di stare bene? ”
“ Sì, davvero. Sono solo un po’ triste, perché molti
compagni di scuola…”
“ Non vi dimenticherete gli uni degli altri, Maddy. Diane e Kathy sono vere
amiche…e anche Francois ti vuole bene. ”
“ Lo so, però…”
“ Andrà tutto bene, vedrai.
Domani sera sarete tutti qui, a festeggiare con un bel pigiama party. ”
“ Posso mandare un gufo a Becky?
Dici che verrebbe? ”
“ Verrà di sicuro, e con
piacere. Ma è meglio mandare Hedwige
più tardi. Potrebbero spaventarsi, a casa Weasley. ”
Anche se l’ultima aggressione di una creatura antica risaliva
ormai a due mesi prima, lo stato di allerta non si era mai sopito, nel Mondo
Magico ma anche in quello babbano che lottava per
colmare la separazione. Quella sottile linea di paura era diventata un compagno
di vita a volte invisibile…ma sempre pronto a farsi sentire.
“ D’accordo. ” Maddy si
portò la tazza alle labbra, pensierosa.
“ Gioia…”
“ Eh? ”
“ Cosa stai per bere? ”
scherzò Hermione, “ non l’abbiamo ancora riempita. ”
“ Oh, sì…giusto. ”
In quella comparve in cucina il terzo “inquilino”, sbadigliando.
“ Vuoi unirti all’Ordine degli Insonni? ”
“ No, stavo per andare a studiare! ” rispose Harry alla moglie, stringendo l’occhio a Maddy.
“ Tutta scena, non lo hai fatto nemmeno per i M.A.G.O! ”
“ Come no?! Scherzi, eccome
se l’ho fatto. Mentre tu ronfavi della grossa! ”
“ E così ti ha sistemata,
mamma! ” sentenziò Maddy.
“ Eh, sì! Sedetevi, secchioni,
il latte è pronto. ”
Nella quiete della notte, Maddy
cercò di non pensare troppo all’orale che di lì a poche ore avrebbe concluso i suoi primi cinque anni di scuola. Non sapeva dire
cosa la spaventasse di più: l’idea che non avrebbe avuto in banco con sé Francois e gli altri – che non erano maghi, e perciò
sarebbero andati alle scuole medie babbane - o l’incertezza
del futuro ad Hogwarts, dove
molte delle persone che conosceva avrebbero dovuto trattarla con imparzialità,
e tutto sarebbe stato molto diverso.
Papà e mamma stavano parlando tra loro di qualcosa che
centrava con gli Auror. Facevano il possibile per non
preoccuparla, o doveva crederci quando le dicevano che
ora le cose erano davvero migliorate? Incupita da quella domanda che le era balenata in mente, Maddy
guardò la porta finestra che dava sul giardino.
“ Ci mettiamo un po’ sotto il portico? ” propose Maddy, sperando che non le bocciassero subito l’idea.
“ Sì, dai ” accettò papà. “ Ma
prendiamoci dietro delle coperte. ”
Dopo una breve preparazione, i tre Potter
uscirono, inspirando a pieni polmoni l’aria fresca di metà giugno.
C’era un piccolo boschetto, a distanza di qualche
centinaio di metri dalla staccionata. Hedwige doveva
essere a caccia tra quegli alberi, in questo momento. Non aveva problemi di esami da dare l’indomani, lei! - pensò Maddy con un piccolo broncio.
“ Ehi…” la scosse dolcemente mamma. “ Tutto bene? ”
“ Sì, ” disse lei mentre si
sedeva sul gradino del portico, tra lei e papà, “ adesso sì. ”