Se scosti le foglie dagli occhi
Tra mente e cuore esistono cinque passi di distanza – percorrerli è la scelta più grande tra tutte.
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Un passo
Dicono che l’amore acuisca i sensi e rafforzi la memoria, ma non credi sia così – quanta importanza potrà mai avere non ricordare il vostro primo incontro, e il secondo e il terzo e il quarto, o non avvertire la differenza tra il suo profumo e quello di chiunque altro? Nessuna, non esiste altra risposta plausibile per te.
Albus ti piace.
Ne sei certa, perché ne cerchi la compagnia e la voce e lo sguardo – sei serena quando sei con lui, nessun ronzio a inquietarti l’animo.
Due passi
Non credevi che lo scorrere del tempo potesse rallentare sino a fermarsi, eppure temi sia accaduto, che il tuo quinto anno svegliatosi all’ombra di conosciute foglie verdi abbia immobilizzato i granelli di sabbia delle clessidre per costringerti a riflettere troppo su ogni dettaglio di quelle foglie, inducendoti a chiederti se le conoscessi davvero, se le avessi mai realmente guardate e non solo riprodotte nello spazio immenso della tua immaginazione.
Il tempo inganna.
Ne sei certa, perché incespichi nei troppi minuti e ore e giorni – sei agitata quando sei con te stessa, la compagnia ti quieta l’animo.
Tre passi
L’universo si compone delle più diverse sensazioni, ognuna delle quali si compone a sua volta di infinite sfumature, saperle distinguere è una qualità che sei convinta di possedere.
Tensione.
È tra le più subdoli e ingannevoli, eppure hai imparato in fretta a distinguere tra tensione irritata ed emozionata – e se quando c’è lui a imbrattarti è sempre un’emozione sporca di irritazione è solo perché non è solo, non lo siete mai voi due.
Albus hai chiesto un giorno, ti va di studiare insieme, io e te? Ti ha sorriso mite e vi siete appartati, il vuoto allora ti ha morso lo stomaco, l’hai giudicato figlio dell’imbarazzo carico di aspettativa.
Quattro passi
Dove vuoi andare ti ha chiesto, Facciamo una passeggiata l’hai interrogato a tua volta, d’improvviso troppo insicura anche solo per scegliere una locanda o un negozio in cui cercare riparo.
Avverti qualcosa di strano agitarsi dentro mentre gli cammini accanto, una pesantezza insolita che sembra suggerirti di aver imboccato il sentiero sbagliato – hai immaginato spesso questo momento e in nessuna delle tue fantasie aveva questo tanfo.
Errore.
Deve esserci stato, ma quale sia proprio non lo capisci. Tutto ciò che sai è di aver abbandonato la Testa di Porco con la nostalgia stretta nelle mani.
Cinque passi
La prima volta che hai incrociato davvero gli occhi di Albus è stato a seguito della goffa passeggiata: le sue labbra hanno pronunciato un nome e quel nome ha evocato in te altri sguardi, labbra, sorrisi – se la terra ha tremato, non l’ha fatto per foglie verdi.
No.
Giunge opprimente la consapevolezza di non saper distinguere le sensazioni che compongono l’universo né quelle che ti animano – la memoria piena di immagini che ignoravi di possedere.
*
“Non capisco perché io devo essere Zabini.”
Perché tu terremoti il mondo.
Note dell’autrice: immagino che nessuno si aspettasse un racconto dedicato interamente ad Allison e a ciò che ha creduto di provare per Albus, ma è da tempo che voglio dedicare qualche pagina in più alla mia AllyKatty e iniziare dai suoi sentimenti mi è parso un buon punto di partenza. Non so quanto sia riuscita a far emergere di lei e di ciò che prova, mi rendo conto che le flashfic di Granelli possano risultare “introverse” nella loro forte emotività, spero comunque sia piaciuta a chiunque l’abbia letta.
Il quarto e il quinto passo si riferiscono al pomeriggio che Allison, Rose e Roxanne trascorrono in compagnia di Albus, Basile e Scorpius – la stessa battuta di Basile “Non capisco perché io devo essere Zabini.” proviene dal Capitolo Nove (leggermente modificata).
Nel caso qualcuno possa trovare familiari questi cinque passi, specifico che provengono da una mia vecchia Fred/Hermione che si intitola proprio Cinque passi.
Un grazie enorme a chi mi sta accompagnando in questa piccola avventura.
Un abbraccio! ❤