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Autore: MayaPatch    05/09/2021    0 recensioni
Prima parte di una serie comprendente "Ark: Aberration", "Ark: Extinction" e "Ark: Genesis"
Aurora è una sopravvissuta che si troverà suo malgrado ad indagare tra i misteri dell'isola per scoprirne la storia nascosta e il suo scopo. Ma sta accadendo qualcosa. Quel posto sta cambiando.
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Questa volta, l'aggiornamento arriva prima del previsto :D chi non si è mai cimentato nella storia del gioco avrà l'occasione di scoprire qualcosa sull'Isola ^^ Buona lettura!

Ark-cap9 by MayaPatch

Lex non riusciva a credere di poter finalmente uscire. Nick gli aveva raccomandato di non fare sciocchezze, di non sforzarsi o fare immersione per andare dalle sue creature acquatiche. Infatti la pressione dell'acqua avrebbe potuto creargli problemi. La lettera, che Aurora gli aveva fatto consegnare, lo aveva informato che la ragazza si era occupata non solo di Jerry ma anche di Grif e, con l'aiuto di Giselle, degli elettrofori e i megalodonti. Aurora aveva addomesticato un Basilosauro, quindi approfittava delle immersioni per occuparsi anche degli altri animali acquatici; insomma, immergersi al momento non era nel suo interesse, era tranquillo. Avrebbe dovuto ringraziare la ragazza, piuttosto, non le aveva chiesto nulla eppure lei aveva pensato ai suoi animali. Avrebbe trovato un modo per sdebitarsi e, in un certo senso, sapeva quale.

Quando fu fuori dalla costruzione, quel pomeriggio, Lex si stiracchiò. Sapeva già cosa fare: andare a pesca. La prima cosa che voleva assolutamente riprendere era la cucina. La maggior parte delle attività gli erano precluse a causa dei postumi della megarabbia, cucinare o suonare era ciò che poteva fare. Aveva delle ricette da provare e gli serviva del salmone.

Si diresse in spiaggia con la canna da pesca in spalla e le esche al miele in un contenitore, nel suo inventario, invece, aveva riposto una sedia. Nulla avrebbe rovinato la sua prima giornata di libertà dopo oltre un mese e mezzo di isolamento. Il cielo era sereno e il sole era alto.

Arrivato in loco, Lex cercò il suo solito posto, si sedette sulla sedia e lanciò l'esca.
Non erano passati troppi minuti, quando una dolce risata femminile arrivò al suo orecchio. Il biondo si voltò, incuriosito, alla sua destra. Avrebbe riconosciuto ovunque quella chioma rossa. Aurora era apparsa nella sua visuale e camminava con atteggiamento divertito verso il promontorio, al lato opposto.

Lex alzò il braccio per salutarla, ma il suo sorriso scemò improvvisamente quando vide che Yannis le aveva preso la mano per accompagnarla. Il biondo abbassò il braccio, temendo di essere visto, e si voltò verso il mare fingendo di non aver notato i due. Provò un certo fastidio.
Sfortuna volle che Yannis guidasse Aurora proprio all'estremità più vicina del promontorio dove c'era un tronco caduto. Lex sbuffò e tentò di ignorare i due, che prendevano posto sul tronco e parlavano a distanza molto ravvicinata. O meglio, Yannis era terribilmente vicino al volto di Aurora e aveva il braccio avvolto attorno alle sue spalle.

Lex cercava di concentrarsi sull'esca, ma i suoi occhi erano come attirati verso i due come da una calamita. Ciò lo innervosiva e frustrava. Sospirò profondamente per ritrovare la concentrazione, non voleva davvero rovinarsi la giornata. Tuttavia, non poteva fare a meno di pensare che c'era qualcosa che lo infastidiva.

«Ehi, peschi la cena?» la voce di Giselle era una manna dal cielo.

Il biondo si voltò, grato di poter parlare con qualcuno ed evitare di assistere allo sgradevole spettacolo «Mi serve del salmone fresco.»

Giselle ghignò e incrociò le braccia al petto «Se vuoi, posso accompagnarti al fiume tra la Foresta di Sequoie e il vulcano. C'è quella pozza profonda dove potresti pescare salmoni davvero grandi. Ma, prima, dovresti andare da Nick, vorrebbe scambiare quattro chiacchiere con te.»

Lex guardò il galleggiante dell'esca e di nuovo i suoi occhi si posarono sulla coppietta. Il fastidio tornò, e si trasformò in stizza quando Yannis avvicinò ulteriormente il suo volto a quello di Aurora dopo averle spostato una ciocca di capelli dietro le orecchie.

Si alzò di scatto e si rivolse a Giselle «Andiamo da Nick, allora.» sperava di suonare calmo anche se l'espressione della piratessa gli fece capire di no. Quest'ultima aveva chiaramente visto i due e poi era tornata a guardare lui.
«Okay. Ha delle cose da dirti e, beh, non crederai ai tuoi occhi quando vedrai cosa ha trovato Kilani!» disse Giselle, forse, con troppo entusiasmo.

Mini-HLNA Skin (Genesis Part 1) by MayaPatch

Lex si rese conto dei danni della megarabbia dopo aver salito la leggera discesa, che conduceva all'entrata del villaggio. Normalmente, non avrebbe accusato alcuna fatica, ma, in quel momento, aveva il fiato corto e sentiva i polmoni pesanti. Giselle si voltò e attese. Quando lui le fu vicino, lo prese sotto braccio con un sorriso disse «E comunque... non l'ha baciata. Si è spostata prima.»

Il biondo fu colto alla sprovvista e non seppe cosa rispondere se non con un «Chi? Cosa?» e ricevette in risposta una strana occhiata.

Il loro arrivo fu accolto da un paio di cuccioli di Giganotosauro, questa volta uno era giallo e l'altro totalmente nero. Entrambi dovevano essere nati da poco, viste le dimensioni. Lex poggiò entrambe e mani sul muso dei cuccioli e li accarezzò.

Dopo averli viziati un po', il biondo raggiunse Giselle, i piccoli Giganotosauri li seguirono zampettandogli attorno.
Nick li attendeva all'esterno della sua abitazione in metallo. Lex notò che era più grande, segno che il castano aveva fatto dei lavori, forse, per stare più comodo. E, in effetti, l'interno della struttura era più spazioso e meglio organizzato. Se prima letto e mobili erano più vicini, in quel momento, sembrava che ci fosse stata anche una divisione di ambienti. Le pareti erano in metallo, ma avevano dei punti luce alle estremità. Che fosse anche quello metallo speciale? Lo stesso metallo di cui erano costituite le torrette Tek?

«Sì, ho fatto una bella lavata di faccia.» commentò Nick «Le strutture che ho usato facevano parte della vecchia struttura che smantellai anni fa. Non butto mai nulla se può tornarmi utile. E posso dire che il risultato mi piace molto. È tutto così pulito.»

Lex non poteva non concordare. Era tutto in ordine, ma poteva scorgere un tocco “ alla Giselle” nella disposizione del mobilio. «Notevole.» commentò mentre si guardava attorno con un leggero sorriso. Nick aveva aggiunto anche un piano superiore, le scale che aveva utilizzato gli piacevano molto.

Con un battito delle mani, Nick attirò l’attenzione del biondo «Allora, andiamo nel mio studio. Giselle, non vieni anche tu?»

La piratessa scosse il capo e accarezzò il giganotosauro nero «Sto un po' con questi piccolini.»

Così, i due ragazzi salirono al piano superiore. Nick entrò nello studio, ma Lex indietreggiò, spaventato, da un oggetto tondeggiante che fluttuava a mezz'aria. Una luce bluastra passò sul corpo del giovane, sembrava uno scanner.

«Lex Gutenberg. Piacere! Io sono HLN-A! Sono lieta di assicurarti che ormai sei guarito dalla megarabbia. Ci vorrà un po' per riprenderti completamente, ma...»

Nick interruppe con un colpo di tosse «Ti prego, HLN-A, non spaventarlo più di quanto non lo sia. L'ho fatto chiamare per parlare di alcune questioni e non vorrei che gli venga un collasso.»

Intanto Kilani era seduto comodamente sul divano, gambe incrociate e braccia allargate e poggiate sullo schienale, sbadigliò vistosamente «Bentornato tra i vivi, Lex. Non aver paura di HLN-A, è solo una chiacchierona. Anche se ammetto che la tua reazione sia stata meno esagerata di quella Nick. Pensa che le ha puntato contro un fucile per distruggerla.»

«HLN-A?» mormorò Lex. Era il nome che Nick gli aveva riferito un paio di settimane prima. Dunque, era un coso fluttuante che parlava «Unh, ok...» la guardò con sospetto e si spostò cautamente. Prima di sedersi, volle togliersi la curiosità e con un dito toccò HLN-A, che ondeggiò all'indietro.

«Allora.» iniziò Nick, dopo aver poggiato un contenitore di legno sul tavolo «Penso che sia ora di parlare di cose serie.» disse incrociando le dita delle mani tra loro e guardò Lex.

Il biondo fece scorrere lo sguardo tra Nick e Kilani, che fece spallucce «Cose serie?»

Nick annuì «Vedi, come ti ho già detto, ho commesso degli errori, ma ce n'è uno enorme a cui devo rimediare. E ritengo giusto che anche Kilani sia presente, visto quello che è successo alla sua tribù.»

A Lex vennero in mente solo i Teschi Rossi. Sapeva che Nick ne aveva fatto parte, ma non sapeva cosa avesse fatto con loro, eccezion fatta per lo sterminio dei Corsari. Capì che quella tribù non utilizzava regolarmente il Tek perché Nick non vi aveva fatto ricorso, fino a quel momento.

«Non ti chiederò di dirmi che cosa hai combinato per beccarti la megarabbia. Inizialmente, volevo proporti uno scambio di informazioni, ma credo che non sia necessario.» il castano poggiò una mano sul cofanetto «Pronto a sapere cosa è questo posto?»

Lex lo fissò, confuso. Rimase qualche secondo in silenzio «Cosa altro c'è da sapere, esattamente?» chiese. Ma ritenne opportuno essere più specifico «Cioè, so che siamo su stazioni spaziali gestite, probabilmente, da un'intelligenza artificiale. Dubito che Helena abbia mentito nei suoi diari su Terra Bruciata.»

Kilani si alzò improvvisamente «Stazione spaziale?»

Nick fece segno anche a lui di sedersi sulla sedia, di fronte la scrivania «Sì. Siamo in un ambiente artificiale.» disse mentre apriva il cofanetto. Il suo interno era pieno di fotografie «Queste le scattò tutte Bianca, la mia… compagna di tribù. Adorava la fotografia. Dopo esserci separati dai Teschi Rossi, volle tenere una specie di diario, proprio come i quattro di nostra conoscenza, solo che voleva farlo con le fotografie. Le sembravano più immediate.» prese delle foto dal cofanetto e le mostrò ai ragazzi «Qui stavamo costruendo la nostra nuova base. Qui stavo sistemando le creature che ci eravamo portati dietro. In realtà, erano le mie. Sapete com'è, non potevo lasciarle ai Teschi Rossi. Voi le avete viste a riposo insieme agli altri, ma vi assicuro che fanno molto male. Ci ho lavorato tanto.»

Kilani ascoltava in silenzio mentre guardava le foto che Lex sfogliava.

Nick ne mostrò altre, alcune ritraevano le grotte in cui anche il biondo era stato per recuperare i diari. Ricordava Bandicam 2021-10-06 10-33-55-107 by MayaPatchbene quando si era ritrovato davanti al suo primo Artefatto: un oggetto luminoso composto da un materiale che, a questo punto, sospettò essere anch'esso elemento. In una delle foto c'era un artefatto, quello del Branco, a forma di corona che brillava di luce verde «Quindi questi oggetti servono davvero ad interagire con gli Obelischi? Cioè, non che dubiti della veridicità dei diari, ma ho sempre avuto... timore.»

«Beh, hai fatto bene. Senza cavalcature potenti, saresti morto in poco. Sì, gli Obelischi non portano solo su altre Arche ma anche nelle arene.»

Lex rifletté «Quindi davvero si ottiene la testa di questi Guardiani. E a che cosa servono?»

Nick unì di nuovo le mani e vi poggiò il mento, sembrava che stesse pensando a cosa dire «A te mancano alcuni diari. Lì ci sono le informazioni che cerchi. O meglio, sai bene che il Vulcano era la destinazione finale di quelle persone. E lì c'è una grotta nascosta. Non so perché, ma, attualmente, quella grotta rimane sommersa dalla lava fino a quando tutti e tre i Guardiani non vengono uccisi. Le teste servono ad aprire quella grotta. Al suo interno ci sono i diari che ti mancano. Per questo, non li trovavi. Sì, so che avevi il sospetto che ci fosse qualche tassello mancante.»

«Hai letto le mie annotazioni.» era una constatazione.

Nick aprì la bocca per parlare, ma si concesse qualche secondo «Non volontariamente. Te l'ho detto che la corrente ha mosso i fogli. Ma, ad ogni modo, quei diari non raccontano molto, se non svelare l'identità dell'Intelligenza Artificiale e il luogo in cui la si affronta.»

Lex sbarrò gli occhi «Cosa!?»

Kilani non proferiva parola. Se ne stava seduto sulla poltrona ad ascoltare con espressione meravigliata.

Bandicam 2021-10-06 10-40-17-883 by MayaPatchNick mostrò altre foto «Questo corridoio porta al ponte di osservazione, che è collegato all'arena del Supervisore. Dal nome, immagino abbia quel ruolo.» disse e poi mostrò la foto con la creatura romboidale «Ed ecco il Supervisore. A giudicare dal modo i cui combatte, sembra essere costituito da piccoli pezzi che si assemblano tra loro. E, infatti, cambia forma.»

Lex prese in mano la foto e la guardò con attenzione mentre Nick gli mostrò anche degli altri Guardiani: La Lysrix, un ragno gigante; il Megapiteco, un gorilla dal pelo bianco e delle cicatrici da bruciatura sul corpo; e un Drago. Tutti e tre erano giganteschi, a giudicare dalle foto dei loro corpi privi di vita.

«Riguardo i pilastri e quei messaggi anonimi...» continuò Nick «Io ne ho due, i primi due.»

Lex osservava ancora le foto e stentava a credere che Nick sapeva, effettivamente, più di quanto avesse immaginato. Comprese anche il motivo per cui aveva taciuto, anche se non condivideva l'averlo ostacolato e osteggiato per tutto quel tempo «Immagino che mi mostrerai anche quelli?»

Nick sollevò le spalle «Ormai ho deciso di dirti tutto. Almeno, eviterò che tu faccia sciocchezze senza sapere a cosa vai incontro.»

Lex pensò « Hai già capito che, difficilmente, mi cimenterei in cose pericolose. Ma, perdonami... quando avresti perso questi ragazzi?»

Nick guardò la foto del gruppo che aveva riposto sul tavolo, il suo volto si rattristò «La foto del Supervisore è l'ultima. Bianca me la consegnò proprio prima che quel coso prendesse vita e ci attaccasse. Confesso che avrei voluto bruciarla, ma ho preferito tenerla come monito.» sorrise amaramente «Una persona mi ha detto che sono... così ossessionato dal passato a tal punto da essermi dimenticato cosa conta davvero.»

Lex abbassò lo sguardo, si sentì a disagio «Avresti potuto parlarmene molto tempo fa. A me dispiace davvero cosa è successo, perdere così tanti amici... ed io che mi lamento di aver perso un Grifone...» poi all'improvviso, per quanto gli fosse possibile, prese fiato «Volevo prendere delle uova di Viverna. Dopo aver perso il Grifone, ho lasciato quel posto. Ho raggiunto la spiaggia limitrofa per andare via con il Faro, che era appena atterrato, ma una Megalania mi ha morso il polpaccio.» così aveva confessato tutto. Non riteneva giusto nascondere una sua iniziativa presa per contrastare i Teschi Rossi.

Nick lo fissava con un sopracciglio inarcato «Viverne? Uova? Oh...» sembrò essersi ricordato di qualcosa «Raia e, se non erro, il clan di Timur. Ricordo che aveva utilizzato delle Viverne per uccidere la Manticora.»

Lex annuì «Pensavo che la loro abilità potesse creare almeno qualche problema alle armature Tek. Se non quella di Veleno, almeno le altre due.»

Boss by MayaPatchNick chiuse gli occhi e scosse il capo lentamente «Se me ne avessi parlato, probabilmente avremmo trovato un modo meno rischioso. In fondo, non si parlava di diari, ma di aiutare la tribù.» si passò le mani tra i capelli «Ecco cosa succede a voler tacere. Abbiamo davvero sbagliato tutto.»

Kilani si intromise «Scusate, mi fa davvero piacere che vi siate chiariti, ma potremmo proseguire?»

«Giusto.» rispose il leader «Avremo tempo per discuterne. I due messaggi. Quelli che sto per mostrarvi li trovai già anni fa. Paradossalmente, il numero due fu il primo, era su Terra Bruciata, nell'arena del suo Guardiano; il numero uno era in quella del Supervisore.» detto ciò, attivò il suo Impianto, che proiettò il messaggio numero uno:

“Ciao!
Sono così lieta di poter parlare con te! Ho aspettato e aspettato, sempre aspettato per qualcosa, ma ora posso aspettare per una cosa in meno. Per dire, tu- tu sei la cosa.

Sì, intendo tu, tu nello specifico e non in senso generale. Questi pensieri non sono una supposizione, non li ho solo lasciati fluttuare all'esterno sperando che potessero trovare qualcuno. Sono calcolati. Esatti.

Non sei l'unico che li ascolterà, ma tutti quelli che sono destinati. Queste parole sono per te e tutta la tua specie, quelli che si sono svegliati su un'isola nel cielo. Che tu ne abbia bisogno o no, questo è più difficile da sapere.”

Nick fece scorrere il secondo ologramma:

Tutto è finito, se la tua visione è abbastanza lunga. Pianeti, specie, perfino questo universo che occupiamo. Tutto ciò ha un limite. Una fine. Stai per raggiungerne una a breve.

Non pensarla come la sabbia che scorre verso il fondo di una clessidra, ma la clessidra che sta completamente scomparendo. Non può essere capovolta o ricostruita. È irreversibile. Permanente. Se vuoi fermarla, devi sbrigarti. Non è per sminuirti. Stai andando alla grande, davvero! Tutti voi. Buona parte di voi. Quelli che stanno morendo mangiati vivi potrebbero essere migliori, oggettivamente parlando. Il resto però? Alla grande! Avete progredito così tanto. Alcuni con la gentilezza, altri con la crudeltà, ma entrambi sono un aspetto dell'umanità. Entrambi sono necessari qui al limite, sotto l'ombra dell'estinzione.

Più che altro, avrete bisogno l'un l'altro. Avrete bisogno di aiuto.”

Lex lesse con estrema attenzione. Trattenne il fiato a lungo, salvo poi pentirsene poco dopo. Dopo aver recuperato la regolare capacità respiratoria, rifletté «Suppongo che ci siano altri messaggi in giro.»

Nick sollevò le spalle «Sì. Diciamo che, in questi giorni, sono andato a cercarne altri. Beh, li trovati. Basandomi su quelli che hai segnato tu, ti manca il sette.» così dicendo, riattivò l'Impianto e mostrò anche quel messaggio:

Questo può sembrare sospetto. La mia esistenza, intendo. Sei in una posizione di svantaggio, lo ammetto. Sto operando da una posizione di quasi perfetta informazione, mentre tu... no. Per metterla in mezzi termini. Non che tu non sia intelligente! Sei chiaramente sveglio, da trovare così tanti usi per la paglia.

Sto di nuovo divagando. Il punto è: non hai motivo per fidarti di me. La maggior parte di ciò che hai incontrato ha tentato di ucciderti, quindi, dal tuo punto di vista, ne consegue che io possa fare lo stesso. Voi umani amate la vostra routine.
Non posso forzarti a credere in me. Infatti, non posso obbligare nessuno a fare qualcosa. Anche se proviene dal sistema digitale, il mio controllo è limitato. Trasmetto semplicemente suggerimenti, non comandamenti.

Quindi, quello che posso chiederti è credere in me, come io credo in tutti voi.”

Lex si passava l'indice sulle labbra mentre Nick riprese a parlare «Immagino sia un messaggio per stabilire, diciamo, un rapporto di fiducia con, unh, noi. Il punto è che non ne ho trovati altri. Ho portato con me HLN-A per puro caso e ho scoperto che è capace di scannerizzare la zona e trovare questi messaggi. È così che li ho trovati. Ma, per quanto mi spostassi in giro per l'Isola, lo scanner non ha più dato segni.»

Kilani guardava HLN-A e il biondo continuò a riflettere mentre guardava la foto del Supervisore e del panorama che aveva alle spalle «Gli altri potrebbero essere anche su Terra Bruciata. Se ne hai trovata una lì, non ho dubbi che sia così.» poi gli tornò in mente qualcosa e, con stupore, domandò «Stai dicendo che ti sei messo a cercare i messaggi? Oh, non me lo sarei mai aspettato!»

Nick ghignò «L'ho fatto solo perché ho deciso di vuotare il sacco e volevo vederci meglio. Tutto qui.»

Bandicam 2021-10-06 15-51-43-260 by MayaPatch«C'è anche un'altra cosa strana.» continuò il biondo mentre studiava la foto «Queste qui sono chiaramente delle arche. Riconosco questa che assomiglia molto a Terra Bruciata...» si interruppe e corrugò la fronte per guardare meglio «Questa qui invece... è rotta. Guarda, il pilastro laterale è distrutto.»

Anche Nick e Kilani si sporsero per guardare la foto.

«Sembra quello in cui c'è quell'enorme rombo. Basta fare un paragone con le altre arche attorno.» commentò Kilani.

Nick mormorò «Penso sia proprio il ponte di comando. Quel posto potrebbe essere ormai inagibile. Chissà cosa è successo.»

«Potrebbe essere l'Arca a cui non posso accedere.» commentò Lex con semplicità «Quando sono riuscito ad accedere alla lista delle Arche presenti nel sistema, ho notato un nome strano. Era un ammasso di lettere e numeri e non potevo selezionarlo in alcun modo.»

Nick si strofinava il mento «Ammetto che non ho mai notato quell'Arca, ma forse perché non avevo nemmeno più voglia di pensare a quello che è successo. Oh beh, si scopre qualcosa di diverso ogni giorno.»

Lex tirò un lungo sospiro «Allora, credo che andrò a cercare quei messaggi.» voleva sapere cosa dicevano «Diciamocelo, uno di questi parla palesemente di un posto in cui ci sono dei prototipi di Obelischi. Magari, scopriamo qualcosa di più.»

Nick lo guardò, accigliato «Tu non vai da nessuna parte. Prima di tutto, devi riprenderti e, poi, dobbiamo discutere delle Viverne.»

«Come?» Lex era basito, non voleva credere alle sue orecchie «Ma ho già detto quello che dovevo.»

«Certo. Ma credo che delle Viverne possano servirci, non si sa mai.» rispose il leader con semplicità «Prenditi il tuo tempo per riprenderti e poi ne discutiamo. Intanto, potresti raccontare a Kilani un po' di cose. Lo vedo confuso.»

Il volto del diretto interessato vagava da Nick a Lex «In effetti, mi piacerebbe sapere qualcosa di più. Ho solo capito che hai trovato roba importante grazie a HLN-A e che siamo su un posto artificiale e cose così. Se c'è altro da sapere, beh, sparate.»

Nick si strofinò gli occhi con pollice e indice «Bene, allora, credo che sia tutto. Se mi ricorderò di qualcos'altro, ve lo dirò.» si alzò e si rivolse a Kilani «Lex sarà sicuramente contento di spiegarti ogni cosa. Forse, anche meglio di me. Non c'è, in effetti, roba nuova. Però farti conoscere i quattro esploratori può essere utile. Anche la storia di Terra Bruciata è interessante, ma se ne parlerà un'altra volta. Ho il cervello in panne adesso.»

Lex, intanto, era in brodo di giuggiole. Non riusciva ancora a credere di aver parlato di quel posto con Nick e di aver ricevuto nuove informazioni. La possibilità di raccontare tutto anche a Kilani lo entusiasmava, poi gli tornò in mente qualcun altro «Ma, Aurora?»

«Visto che era così curiosa, perché no. Eviteremo che si metta nei guai.»

Il biondo fece per alzarsi ma si ricordò di una cosa «Posso chiederti del tuo impianto? È rosso.»

Il leader si guardò il polso «In tutta onestà, non so perché è diventato rosso. Sono sicuro che, prima dello scontro con il Supervisore, fosse normale. Fuori dalla grotta, quando mi risvegliai con tutti i miei Rex attorno, notai il cambio, ma davvero non ne conosco il motivo.»

Lex si sentì un po' deluso, si aspettava qualcosa di importante. Tuttavia, se Nick non aveva notato nulla di particolare, a parte il colore, non aveva motivo di nascondergli altro, vista ormai la sua apertura al dialogo.

Stacco by MayaPatch

Giselle aveva preferito rimanere all'esterno per non essere di troppo, sapeva quanto era difficile per Nick quel momento. Tuttavia, sapeva come tirarlo su e aveva già pianificato tutto.
Mentre coccolava il muso del Giganotosauro giallo, la porta dell'abitazione si aprì e uscirono Lex e Kilani. Quest'ultimo, in particolar modo, discuteva animatamente con il biondo, il suo entusiasmo era palpabile.

Giselle li salutò mentre Nick si presentava alla porta, appoggiato con le braccia agli stipiti e la testa che faceva capolino, il suo sguardo era stanco «Ricorda...» disse mentre guardava Lex.

Quest’ultimo annuì con un ghigno «Farò il bravo. Tranquillo.»

«Ehi.» si intromise la ragazza «Sei ancora interessato alla battuta di pesca?»

Il biondo sembrò pensarci su «Non oggi, grazie.» le rispose indicando Kilani con un cenno del capo «Devo scambiare quattro chiacchiere con lui.» ed espose un sorriso soddisfatto.

Giselle non era per nulla delusa per la risposta, le faceva piacere vedere Lex più rilassato. La stizza sembrava averlo abbandonato, probabilmente il discorso con Nick lo aveva davvero reso felice. Sorrise «Benissimo. Spero vi divertiate... per quanto divertente possa essere Kila.»

«Ehi!» Kilani incrociò le braccia al petto, fingendo palesemente di essersi offeso.

«Oh, andiamo! Non puoi sempre fare battute idiote! Se Nick avesse sentito quella sul Tirannosauro, ti avrebbe cacciato dalla tribù seduta stante.»

«Tirannosauro?» chiese Nick aggrottando le sopracciglia.

«Roba brutta. Bruttissima.» constatò con finta solennità la ragazza «Non so nemmeno perché, dopo quella, rimasi in tribù.»

Kilani ghignò «Sotto sotto, le mie battute ti piacciono. Non mentire, donna!»

Giselle inarcò un sopracciglio, spostò i capelli con un ampio movimento della mano, ostentando spavalderia «No.»

«OK, prima che questa manfrina si dilunghi più del dovuto, andiamo a prenderci una birra e a parlare di quello che conta davvero.» si intromise Lex.

Intanto HLN-A fluttuava silenziosa. Giselle lo trovò molto strano perché, solitamente, quell'aggeggio parlava tantissimo.

Quando i due ragazzi si allontanarono ed HLN-A seguì Kilani, la piratessa non perse tempo ed esternò la sua preoccupazione a Nick. In risposta, ottenne una sollevata di spalle.

«Ma torniamo a te.» iniziò Giselle con un ghigno «Visto che mi sembri provato, ti propongo un brindisi per festeggiare il superamento di questo grande ostacolo!»

«Brindisi? Hai la mia totale attenzione.»

Giselle pensò all'orario ed ebbe un'altra idea «Visto che è quasi ora di cena, possiamo mangiare qualcosa da me. Alla fine, ci concediamo un bel bicchiere di quel vino. Sai che lo conservo con attenzione.»

Nick si strofinò il mento con pollice e indice «D'accordo. Dammi il tempo di darmi una rinfrescata e sono da te.»

La ragazza rispose con un ampio sorriso «Okay, così preparo la cena.» e, probabilmente, avrebbe fatto anche lei una doccia. Aveva giocato con quei cuccioli di Giganotosauro e sentiva il bisogno di darsi una pulita.

Mini-HLNA Skin (Genesis Part 1) by MayaPatch

La preparazione della cena non richiese molto. Forse, fu più difficile scegliere abiti adatti alla serata. Giselle, infatti, spese il tempo rimanente davanti al guardaroba fino a che Nick non chiamò dall'esterno, e fu obbligata ad indossare frettolosamente qualcosa: una camicetta bianca a maniche larghe che lasciava scoperte le spalle, e un paio di pantaloni neri dalla stoffa simile a quella del velluto. Si diede una rapida sistemata ai capelli e andò ad accogliere l'ospite.

A cena, Nick le raccontò com'era andato il discorso e Giselle fu ben lieta di sapere che era andato tutto per il meglio «Almeno, Lex avrà qualcosa da fare invece di pensare a quei due.»

«Come, scusa?»

«Oh! Giusto. A quanto pare, gli dà fastidio la faccenda di Yannis e Aurora. Oggi l'ho visto turbato, anzi, stizzito. Ho dovuto allontanarlo da lì anche se il caso ha voluto che tu volessi parlargli, è stato facile.» spiegò lei.

Nick annuì come se avesse capito «La battuta di pesca. Sai sempre trovare ottime scuse.»

«In tutta onestà, non so quanto dureranno quei due.» rifletté Giselle mentre prendeva una bottiglia di vino dalla dispensa «Insomma, capisco che Aurora voglia provare nuove esperienze ma, boh. Vedremo. Intanto, questa è la tua serata.» sorrise e versò del vino in entrambi i bicchieri e invitò Nick a sedersi sul divano della sala.

Il castano si mise comodo e accettò il bicchiere «A cosa brindiamo?»

Giselle pensò, in realtà non aveva alcuna idea, voleva solo alleggerire il peso della chiacchierata. Alzò il bicchiere «Ad una vita più rilassata.» azzardò fingendo sicurezza.

Nick rise e la imitò «Decisamente, ad una vita più rilassata, Buffoni Rossi permettendo.»

In realtà, Giselle non voleva riferirsi alla mancanza di seccature, ma a quella del peso della memoria, quella della sindrome del sopravvissuto. Era sicura che il senso di colpa era ciò che lo turbava. Non sapeva se averne parlato era stato positivo, ma almeno il rapporto tra lui e Lex si era appianato.

«Ad ogni modo...» iniziò Nick all'improvviso, mentre faceva roteare delicatamente il bicchiere e guardava il contenuto, che si muoveva in circolo «Devo ringraziarti.»

«Perché mai?» Giselle era sinceramente sorpresa. Le sembrò, tra l'altro, che avesse ridotto la distanza tra loro, o forse, si sbagliava.

Il castano spiegò, abbassando un po' lo sguardo sul bicchiere e un po' indugiando sul volto di lei «Da quando sei qui, sei sempre stata disponibile. Ammetto di non aver mai parlato così tanto con qualcuno. Ed è strano perché non sei qui da molto.»

Giselle corrugò la fronte, quel discorso le sembrava l'inizio di qualcosa. Decise di dargli corda, una parte di lei aveva una strana sensazione «Ci conosciamo da una decina di anni, però. Non è poco.»

Nick alzò un dito e aprì la bocca «In effetti. Ma quello che voglio dire è che non mi ero mai accorto della tua capacità di parlare con le persone. Insomma, hai capito qual era il mio problema. Certo, parlare non mi restituirà i ragazzi, ma non raccontare e lasciare tutto com'era avrebbe reso le cose più difficili. La sensazione di oppressione sarebbe peggiorata...»

«E saresti diventato molto più protettivo e chiuso.» continuò lei.

Il ragazzo accennò un sorriso, forse uno dei più dolci che Giselle gli avesse mai visto e ammise che, se fosse stata in piedi, le sue gambe non avrebbero retto «Ti ringrazio. Mi hai dato dei suggerimenti utili e mi sei stata di conforto quando era necessario.»

«Mi fa molto piacere. Col tempo, andrà sempre meglio. Non dimenticare i tuoi compagni, ricordali per tutto quanto, per il loro entusiasmo e l'affetto. Io ho fatto lo stesso con la ciurma e mio padre. Porto con me i suoi insegnamenti.» rispose Giselle.

«Mi spiace per quello che successe con i Teschi. Se avessi saputo quali erano i loro piani...» iniziò a dire Nick che fu interrotto.

«So che hai sempre cercato di evitare uccisioni. Ed è quello che hai fatto anche quel giorno. Tra l'altro... se i Teschi si fossero fermati, la ciurma non lo avrebbe fatto. Per i ragazzi, la Black Willow era intoccabile.» Nick si era sempre scusato per quell'episodio e Giselle lo aveva sempre lasciato fare. Quella sera, le sembrò molto più risentito. La distruzione dei Corsari aveva segnato il suo abbandono dei Teschi Rossi perché ormai lui aveva capito che, con le giuste armi e una guida, quei buffoni potevano creare seri problemi. «Ne abbiamo già discusso. Non c'è bisogno di approfondire la cosa. Sì, mio padre mi manca, ma ho mia madre dalle Valchirie. Va bene così.». Giselle aveva il sentore che Nick volesse effettivamente parlare anche con lei, forse per chiudere la questione. Magari, era un altro peso che si portava sulle spalle. Era goffo e sembrava volerlo dissimulare. Ad ogni modo, era sicura che non fosse il vino, sapeva che il ragazzo lo reggeva molto bene.

«Posso dire di aver fatto un'ottima scelta, allora. Oggi non avrei avuto una spalla come la tua.» disse lui posando il bicchiere sul tavolino vicino. Fece lo stesso anche col bicchiere di Giselle e le prese le mani tra le sue. Sorrise di nuovo, questa volta con evidente imbarazzo «Sono il più grande tergiversatore dell'isola, mi sa. E temporeggiatore. Ma, a questo punto, non credo di poter tornare indietro.»

Giselle era in evidente confusione. Ma non era quella confusione che non faceva capire nulla. Aveva sospettato qualcosa, ma non avrebbe mai immaginato un comportamento simile. Quando Nick le aveva preso le mani con gentilezza, il suo cuore aveva accelerato i battiti come se volesse esplodere. Sulle prime, era stata tentata nel ritrarle, ma aveva desiderato quel momento da così tanto tempo da non aver avuto il coraggio di farlo. Tutto il suo corpo le diceva di rimanere lì e aspettare, mentre quel secondo sembrava durare un'eternità.

Nick sembrava stentare a trovare le parole giuste e guardava le mani «Il tempo che ho trascorso con te mi ha fatto capire che chiedere aiuto non è sbagliato, soprattutto alle persone giuste.» alzò lo sguardo con più risoluzione e prese un profondo respiro «Mi sono reso conto che sei la persona che voglio al mio fianco. Hai sempre la soluzione giusta, la risposta più adatta. Sei...» indugiò un po' e sorrise con più imbarazzo «Sei dolce e gentile. Capisci le persone. Ed io... io sto bene quando ci sei e parlo con te. Sembra che ogni problema sparisca e che sia tutto possibile. E... e hai degli occhi meravigliosi.»

Giselle ascoltò e la sua faccia divenne più calda che mai. Era lusingata, felice e imbarazzata. Lo sforzo che Nick stava facendo per raccogliere le frasi era palpabile e lei non poteva fare a meno di sorridergli con dolcezza. Non sapeva cosa dire. Nick, forse, si aspettava una risposta o una reazione, ma non riusciva a pensare ad una frase sensata. Così fece ciò che le sembrò più naturale: lo abbracciò cercando di trasmettergli tutto quello che provava. Gli avvolse le braccia attorno al collo e lo strinse a sé.

Quel contatto le fece percepire la tensione che abbandonava il corpo di lui. I muscoli si erano rilassati, le braccia la avvolsero in una calda e dolce stretta e un sospiro, forse di sollievo, raggiunse il suo orecchio.
Rimasero così per qualche secondo e, dopo essersi allontanati di qualche centimetro, si baciarono.

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Yesss, vi lascio così! Tranquilli, arriverà anche il turno di Terra Bruciata. Spero di aggiornare quanto prima per il prossimo capitolo! Si va un po' avanti con la trama.

  
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