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Autore: Guybrush Threepwood    07/09/2021    2 recensioni
Anni dopo la guerra contro Hades, nuove minacce incombono, ma il Grande Tempio rischia di essere facile terreno di conquista, ora che i cavalieri d'oro non ci sono più, e persino Saori e Seiya sono scomparsi senza lasciare traccia. A Shun, divenuto il nuovo Gran Sacerdote, non resta che affidarsi a una nuova generazione di cavalieri: il taciturno Nadir del Lupo, ex bambino-soldato il cui passato cela un terribile segreto; il ribelle Damon della Fenice, che sembra covare un profondo rancore verso il Gran Sacerdote; Cassandra di Cassiopea, un tempo formidabile guerriera, ora priva dei cinque sensi, ma dotata di poteri divinatori; Sakura della Volpe, divisa tra ideali di giustizia e il desiderio di una personale vendetta. Cavalieri vecchi e nuovi dovranno riunirsi e collaborare per far sí che il Santuario resti in piedi anche questa volta.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Andromeda Shun, Atena, Dragon Shiryu, Phoenix Ikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le prime luci del mattino illuminavano il Porto del Pireo, specchiandosi sul mare che cullava i pescherecci ormeggiati. Un ragazzo godeva di quella piacevole vista, seduto al tavolino di una caffetteria il cui cortiletto affacciava sul molo. Era un giovane sui sedici anni di età, dai tipici tratti mediorientali. Indossava comodi pantaloni in lino color sabbia, fermati in vita da una fusciacca verde, e una camicia dello stesso materiale e colore dei pantaloni, le cui maniche arrotolate rivelavano una fasciatura al braccio destro, dall'altezza del gomito fino al polso. Sorseggiva caffè americano da un grande bicchiere di cartone, mentre sfogliava distrattamente dei dépliant turistici.
'Prima volta ad Atene?' la cameriera gli rivolse un sorriso, mentre con uno straccio puliva il tavolo di fianco. Era una ragazza affabile, di qualche anno più grande di lui.
Il giovane si limitó a rispondere con un 'Sí' accompagnato da un lieve cenno del capo.
Non sembrava per nulla un interlocutore loquace, ma all'altra parve non importare. Si infilò lo strofinaccio sotto il braccio e gli si avvicinó.
'Beh, allora fossi in te visiterei subito l'Acropoli. Dovresti approfittarne ora, al mattino presto c'è poca gente' disse lei, puntando il dito su una foto del Partenone che campeggiava sulla prima pagina di uno dei volantini appoggiati sul tavolo. Lui sfiló un secondo depliant da sotto il mucchio. La copertina ritraeva un paesaggio montuoso, sovrastato da un incantevole cielo notturno.
'In realtà é qui che vorrei andare. Potresti dirmi come arrivarci?'
'Ah...É la riserva naturale, si trova fuori città. In effetti avrei dovuto intuire che fossi più un tipo da campeggio e passeggiate all'aperto' la ragazza fece un cenno con il capo al grosso zaino da escursionismo appoggiato a terra ai piedi del giovane.
'Oh...giusto' replicó lui, senza troppa convinzione.
La ragazza proseguí 'Dicono sia un posto bellissimo per vedere le stelle, ma gran parte dei sentieri sono chiusi ai turisti, e pare ci sia una zona completamente inaccessibile. Su internet circolano dicerie di ogni tipo. Qualcuno sostiene che ci sia una base militare segreta, altri giurano di aver visto gli alieni, altri ancora parlano d una comuità di adoratori degli dei pagani, che vive isolata dal resto del mondo...'
'Certa gente ha troppa immaginazione' commentó il giovane.
La cameriera sogghignó 'Puoi dirlo forte! Comunque dovrai cambiare un po' di autobus per arrivarci. Vado dentro a prenderti carta e penna, così posso segnarti le indicazioni, e magari ti porto altro caffè'
'Grazie' disse lui, osservando la ragazza rientrare nel locale in cerca di quanto promesso.
Mentre aspettava, l'attenzione del giovane fu catturata da un accavallarsi di voci concitate, seguite dal passaggio di un gruppo di uomini che indossavano protezioni simili alle antiche corazze degli opliti greci, armati con lance e scudi. Si stavano precipitando verso l'imbarco dei traghetti, mentre sempre più persone si riversavano in strada in preda al panico, fuggendo nella direzione opposta.
Senza esitazione, il giovane si alzò dalla sedia e aprì il suo zaino, rivelando un grosso contenitore rettangolare, con un rilievo raffigurante una testa di lupo su uno dei lati. Dalle fauci dell'animale pendeva una catena con una maniglia, e il ragazzo la tirò con decisione, con l'effetto di far sollevare il coperchio: avvolta in un fascio di luce, emerse fluttuando nell'aria la miniatura di un lupo, realizzata in un metallo che risplendeva di bagliori di un colore a metà strada tra il verde e il grigio. L'oggetto si smontó dividendosi in diversi pezzi, che volarono verso il ragazzo attaccandosi al suo corpo come un'armatura: prima i gambali, poi le ginocchiere, seguite dalla cintura, dal pettorale, dagli spallacci e dai bracciali. Per ultimo, un diadema a cinque punte si posó delicatamente sul suo capo.
Proprio in quell'istante, si udí un rumore di vetri rotti.
La cameriera, che aveva evidentemente assistito alla vestizione, era rimasta impietrita sulla porta del locale, e per lo stupore aveva lasciato cadere a terra la brocca del caffè.
Lui si grattó la testa imbarazzato 'oh...hai visto tutto? Immagino che ti sarà sembrato...bizzarro. A dire il vero ora dovrei fare una posa da battaglia, ma forse é meglio lasciar perdere'
La ragazza continuò a fissarlo con la bocca aperta.
'Beh...allora grazie di tutto. Tieni il resto!' si congedó infine lui, lasciando cadere alcune monete sul tavolino prima di schizzare via in direzione del trambusto.

Quando il ragazzo con l'armatura del lupo giunse all'imbarco dei traghetti, vi trovó una scena surreale. Le auto in fila davanti al battello attraccato erano state tutte abbandonate dai loro proprietari, che si erano dati alla fuga in fretta e in furia. Gran parte degli uomini armati che il giovane aveva visto poco prima, ora giacevano a terra con le lance e gli scudi spezzati. I pochi ancora in piedi erano impegnati in un combattimento con un guerriero vestito in modo simile a loro, ma che non portava armi, e si difendeva con i soli pugni. Nonostante fosse accerchiato, il nemico stava evidentemente avendo la meglio. Defletteva con le mani ogni affondo di lancia a lui diretto, e contrattaccava con una forza erculea, tale da scagliare via a diversi metri di distanza chi veniva colpito.
'Cavaliere di Atena...' il giovane si sentí chiamare con un rantolo di voce. A pochi passi da lui giaceva un uomo piuttosto malconcio, seduto con la schiena appoggiata contro la fiancata di un'auto. Si stringeva il ventre con una mano, che lasciava intravedere la corazza rotta e sporca di sangue.
Il cavaliere si chinò su di lui 'Sono qui, soldato. Cosa sta succedendo?'
L'altro tossí 'Stavamo inseguendo quell'uomo...è un aspirante cavaliere, fuggito dal santuario dopo aver ucciso il suo compagno di addestramento. Stava cercando di imbarcarsi su un traghetto...Abbiamo provato a fermarlo...Ma è troppo forte per....' il viso si contorse in una smorfia di dolore. Era evidente quanto sforzo gli costasse ogni singola parola che pronunciava.
'Tranquillo. Riposati, ora' lo rassicuró il cavaliere Gli diede una leggera pacca sulla spalla, per poi volgere la sua attenzione al combattimento che stava ancora infuriando. Si gettó nella mischia appena in tempo per bloccare un pugno diretto ad un altro soldato. La mano del fuggitivo era grande quasi il suo avambraccio, eppure resistette all'impatto senza vacillare.
'Ci penso io. Occupatevi dei feriti.' disse rivolto agli uomini del santuario, invitandoli ad allontanarsi con un cenno della mano.
Il fuggitivo lo guardò con aria di sfida. Era un uomo alto e muscoloso, la cui mole appariva ancora più maestosa rispetto alla corporatura esile del cavaliere.
'E se invece ti facessi da parte anche tu? Tutto quello che voglio è salire sul prossimo battello e andarmene per sempre' disse in un tono che assomigliava più a una minaccia che a una richiesta.
'Non posso lasciartelo fare. Dovrai venire con me' replicò il ragazzo, avanzando di qualche passo verso l'avversario.
'Pensi di potermi dare ordini solo perché possiedi una sacra armatura?' con un ghigno beffardo, l'uomo si avvicinó ad un'auto incustodita, conficcó le dita di entrambe le mani nella carrozzeria, e sollevó il veicolo da terra, brandendolo come una gigantesca clava.
'Ti credi migliore di me, ma come vedi la mia forza è pari a quella di un cavaliere. Se il Sommo Sacerdote non fosse uno smidollato, mi avrebbe giá concesso da tempo di reclamarne il titolo'
Mulinó più volte la sua arma improvvisata con l'intenzione di colpire l'avversario. Il giovane schivó un paio di colpi scartando di lato con l'agilità di un gatto, per poi sottrarsi definitivamente alla portata dell'altro con un acrobatico balzo all'indietro.
'Davvero pensi questo?' chiese, una volta atterrato a qualche metro di distanza.
'É cosí! Il Sacerdote continuava a ripetermi che non ero pronto! Che la mia forza era solo superficiale! E intanto concedeva a ramolliti come lui di sottoporsi alle prove per aggiudicarsi le armature! Per questo ho dovuto dargli una dimostrazione...' l'uomo sollevò l'auto sopra la testa, come se stesse per lanciarla.
'Hai ucciso il tuo compagno solo per provare la tua forza?' una scintilla di rabbia sfavilló negli occhi castani del giovane cavaliere.
'E uccideró te ora, così dimostrerò una volta per tutte di meritare armatura e titolo!' ringhió l'uomo, mentre lanciava l'automobile verso il nemico con tutta la sua forza.
Con le dita della mano destra aperte a guisa di artiglio, il cavaliere sferró un fendente dall'alto al basso, dando origine ad una violenta sferzata di vento che intercettó il veicolo ancora a mezz'aria, affettandolo in quattro parti.
Due sezioni dell'auto si schiantarono al suolo alla sua sinistra, e altre due alla sua destra.
'Questa tecnica si chiama Ululato Mortale, mi é stata tramandata dal mio maestro. Ho voluto mostrartela, affinché comprendessi le capacità di un vero cavaliere. Avresti dovuto ascoltare il Sommo Sacerdote, la tua forza è solo superficiale'
'Come osi?' ferito nell'orgoglio, e ormai in preda alla collera, il fuggitivo stava per lanciarsi all'attacco, ma si arrestò bruscamente quando si accorse dell'aura che ora avvolgeva il cavaliere. Sprigionava un bagliore del colore della sabbia, e forti raffiche di vento turbinavano intorno al suo corpo.
'Questo é il cosmo' disse il ragazzo, 'Sono certo che te ne avranno parlato nel corso del tuo addestramento, eppure tu, stolto, hai pensato solamente ad accrescere la tua forza fisica. Lo hai mai percepito? Hai mai sentito l'universo espandersi nel tuo cuore, inarrestabile come la furia di una belva feroce?'
'No! E non mi importa! Il tuo cosmo e la tua armatura non mi impediranno di spezzarti il collo!' il fuggitivo urlò tutta la sua rabbia, mentre caricava verso l'avversario.
'E sia! Prima di lasciare questo mondo, apprenderai cosa sia la vera forza! Colpite, Zanne del Deserto!'
Il cavaliere scaglió un pugno dall'alto in basso, scaricando al suolo tutta la sua forza insieme al suo cosmo. Diversi vortici di sabbia si sollevarono da terra, e confluendo l'uno nell'altro, presero la forma di una grande testa di lupo con le fauci spalancate. L'ultima cosa che il fuggitivo vide prima di esssere spazzato via, furono le zanne che si chiudevano su di lui. Quando la sabbia si diradó, dell'uomo non era rimasto nulla.
Il cavaliere emise un sospiro, scrollandosi la polvere dalle spalle.
'Davvero un ottimo lavoro' sentenzió una voce dietro di lui.
Si voltó di scatto, e alla sua vista si palesó una donna, vestita di un'armatura di colore viola, con il volto protetto da una maschera. Era seduta sul tetto di un furgone, con le braccia incrociate e le gambe elegantemente accavallate.
'Sono Shaina dell'Ofiuco, Capitano delle guardie del Grande Tempio. I miei uomini ti devono la vita. Vorranno sapere il nome del loro salvatore'
'Nadir' rispose il ragazzo 'Nadir, della costellazione del Lupo'

   
 
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