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Autore: Betz73    07/09/2021    6 recensioni
Una piccola modifica nell'antefatto perché fosse possibile tutto questo... Complici le stelle, forse?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il resto della giornata libera: questo era stato il “premio” che il generale Bouillé aveva pensato di concedere ad Oscar e ai suoi soldati della guardia per aver salvato il principe spagnolo Aldelos e la sua famiglia nel villaggio di Hallencourt, nonostante non fossero riusciti a catturare quegli attentatori che avevano lasciato dietro di sé una scia di sangue e distruzione. Insieme ai ringraziamenti personali del generale, Oscar aveva infatti ricevuto la comunicazione che sarebbe stata concessa loro una licenza fino all’indomani, il che non guastava affatto considerando che erano ancora tutti piuttosto frastornati dagli eventi della notte precedente. E vista la distanza che li separava da Parigi, alla notizia di questo insperato permesso si era deciso all’unanimità di rimanere al villaggio, approfittando della festa di campagna che si sarebbe tenuta quella sera per fare un po’ di baldoria ed esorcizzare tra musica ed alcool il pericolo appena scampato.
Era stata una giornata che definire movimentata sarebbe stato piuttosto riduttivo. Lo sapeva bene Oscar che nell’arco di poche ore e in due diverse occasioni aveva rischiato la vita. Le bastava sfiorarsi la gola per sentirne addosso ancora le conseguenze… Aveva creduto di poter avere la meglio su quel soldato traditore quando aveva schivato il colpo del suo fucile ed era riuscita a ferirlo ad un braccio, ma nella lotta che ne era seguita lui l’aveva bloccata a terra e l’avrebbe sicuramente strozzata se André ed Alain non avessero sparato dal camminamento della torre laterale, uccidendolo sul colpo. Le sembrava di sentire ancora quelle mani stringerle con forza il collo, e di vedere quegli occhi pieni d’odio che la fissavano esaltati, finché tutto era finito in un attimo, come se si fosse risvegliata da un terribile incubo. Certo con la sua morte le era ormai impossibile risalire al mandante dell’attacco, ma non poteva farne una colpa ai suoi salvatori vista la situazione difficile in cui si erano trovati ad intervenire. Anzi, in ultima analisi doveva di nuovo la vita ad André…
Poi c’erano state le bombe. Prima la carrozza reale, fortunatamente senza alcun passeggero al suo interno; un palese diversivo per concentrare l’attenzione dei soldati in un punto ben lontano dalla residenza del principe, dove di fatto Oscar aveva sorpreso l’assassino appena in tempo prima che potesse riuscire nel suo proposito omicida, per vederlo poi fuggire dalla finestra. E successivamente lungo le rive del fiume, mentre con André ed Alain cercava di raggiungere quei criminali, che per tutta risposta avevano scagliato delle frecce esplosive proprio davanti ai loro cavalli. Solo qualche metro in più ed avrebbero potuto perdere tutti la vita…. Invece si erano miracolosamente salvati, risvegliandosi all’alba un po’ malconci e storditi per lo sbalzo subìto a causa della deflagrazione, ma fortunatamente incolumi. E non era l’unica cosa che ricordasse…

Aveva già ripreso conoscenza alle prime luci del giorno, in tempo per sentire Alain pronunciare quella frase piuttosto sconveniente: “Il nostro André ha difeso la sua donna”. Le era stato impossibile rimanere ancora con gli occhi chiusi...e solo in quel momento si era resa conto del contatto sul suo braccio: la mano di André che la teneva stretta, nonostante fosse ancora privo di sensi. Poteva sentirne il calore attraverso la divisa, ne percepiva tutta la forza, il suo disperato bisogno di proteggerla, di tenerla vicino a sé. Ed aveva sorriso… senza che nessuno la potesse vedere, con il viso ancora rivolto verso il terreno, non aveva potuto trattenere quella reazione che le era nata dal cuore, lo sapeva. Poi si era accorta che anche lui si stava risvegliando e aveva finto di essere l’ultima a riaprire gli occhi, forse per evitare un momento imbarazzante davanti ad Alain, che sembrava già sapere fin troppe cose…. E pensare che solo qualche mese prima si era infuriata con André quando aveva scoperto che si era arruolato proprio tra i suoi soldati…. Che le stava succedendo? Perché improvvisamente si era sentita felice per quel gesto istintivo? Da quando sentiva il bisogno di essere difesa da lui? Forse le sue parole quel giorno non erano state solo un atto di sfida, forse davvero lui era l’unico in grado di proteggerla…
Assillata da queste domande senza risposta, Oscar aveva deciso di non partecipare ai festeggiamenti insieme ai suoi uomini, anche perché bere vino, birra o qualsiasi liquido alcolico le avrebbe amplificato il bruciore che sentiva in gola. Meglio limitarsi all’acqua fresca e cercare un luogo più tranquillo per riordinare le idee. Si era così diretta verso un boschetto dietro la chiesa del paese dove aveva raggiunto una piccola altura che le permetteva di godere di una bellissima vista sul fiume. Da lì le giungevano gli schiamazzi degli avventori della locanda e la musica delle prime danze con cui gli abitanti del villaggio avrebbero cercato di cancellare il trambusto di quelle ultime ore. Sopra di lei la Via Lattea decorava il cielo con un sentiero infinito di diamanti: nessun affresco di Versailles avrebbe potuto eguagliare tanta bellezza. Si appoggiò al tronco di un albero e rimase in silenzio a godersi quel capolavoro notturno.

André l’aveva vista allontanarsi, come sempre il suo sguardo non l’aveva mai abbandonata un solo attimo. Non c’era stata occasione di parlarle dopo gli eventi concitati del giorno precedente, Oscar era troppo concentrata nella missione affidatale dal generale. E tutto si era svolto così in fretta da aver avuto solo il tempo di realizzare che era salva nonostante avesse rischiato di perderla… Fortunatamente lui ed Alain erano arrivati prima che potesse accadere il peggio. Aveva mirato e sparato nell’attimo esatto in cui gli era apparsa quella scena agghiacciante, Oscar che si dibatteva a terra e le luride mani di quel bastardo intorno al suo collo… Sicuramente le aveva lasciato qualche segno, ma con tutto quello che era seguito non era riuscito ad appurarlo. E poi c’erano state le bombe… Qualche angelo custode doveva essere intervenuto perché erano scoppiate proprio di fronte a loro. Il tempo di afferrarla per un braccio e poi tutto era stato inghiottito dal buio… Si erano risvegliati con le prime luci del giorno sulla riva del fiume, miracolosamente senza alcun graffio, e si era reso conto di trattenerla ancora nonostante fossero stati sbalzati dai loro cavalli. Gli piaceva pensare che in qualche modo l’avesse protetta, che non fosse venuto meno alla promessa fatta neanche questa volta… Oscar era ancora priva di sensi, probabilmente non se n’era neppure accorta, ma a lui bastava sapere di aver vegliato su di lei.
Si era unito di malavoglia alla compagnia per il primo giro di birre: condivideva la necessità di un po’ di svago ma il suo pensiero era sempre rivolto alla sua unica ragione di vita. Aveva recuperato dalla sua sacca un unguento a base di calendula che la nonna gli aveva portato qualche giorno prima e che era un portento per gli arrossamenti della pelle, perché pensava potesse servirle. Cercava solo il coraggio di raggiungerla e soprattutto una scusa plausibile per allontanarsi dagli altri senza dare troppo nell’occhio. Presi dall’euforia dei festeggiamenti i suoi compagni non si erano di certo accorti del suo scarso entusiasmo nel partecipare alla baldoria…solo ad Alain non era sfuggito il modo furtivo con cui continuava ad osservare la porta della locanda. Alla fine ebbe pietà di lui e gli si avvicinò.
- Vai da lei, figlio di un falegname! Visto che non vuoi ascoltare il mio consiglio, non perdere tempo qui con noi e raggiungi il comandante. Il tuo cuore e la tua testa sono già là…portaci anche tutto il resto! Ah ah ah!
Un po’ gli dava noia essere come un libro aperto per Alain, ma colse al volo il suo suggerimento per lasciare il gruppo e dirigersi finalmente verso in boschetto in cui Oscar si era inoltrata. Aveva bisogno di vederla, di starle vicino, di assicurarsi che stesse davvero bene, anche a rischio di essere scacciato per la troppa invadenza.

La trovò appoggiata ad un albero, con il viso alzato verso le stelle. Per un attimo pensò di non chiamarla e di restare lì a godersi quell’immagine bellissima: il suo profilo perfetto appena illuminato dalla luna, i lunghi capelli mossi dalla brezza notturna, una presenza quasi eterea che sembrava appartenere a quel bosco che la circondava. Poi si rammentò che poteva avere qualche malessere, e si fece avanti.
- Oscar… sono io, André.
Nonostante fosse assorta nei suoi pensieri non si spaventò per quella voce che aveva rotto il silenzio della notte. Forse il suo corpo in qualche modo aveva già avvertito la sua presenza. Forse il fatto che stesse pensando proprio a lui… Si sentì stranamente riscaldata quando si voltò e lo vide a pochi passi. Gli si avvicinò.
- André… Hai visto che splendido cielo stanotte? Ti ricordi quante storie facevi sempre con il nostro precettore ogni volta che pretendeva che gli elencassi a memoria tutte le costellazioni? Sbuffavi e roteavi gli occhi, e ci voleva tutta la sua pazienza per riuscire a strapparti quei nomi uno alla volta! Ero convinta che detestassi l’astronomia, ma poi non c’era una sola notte d’estate in cui non sgattaiolassimo entrambi fuori dalle nostre stanze per guardare insieme le stelle! Non ho mai capito se ti piacessero davvero…
Sentirla riportare alla mente un ricordo così bello lo colpì dritto al cuore. Se solo avesse saputo…
- La verità è che approfittavo di quelle notti per starti vicino e guardare di nascosto te, invece delle stelle.
Oddio, lo aveva detto sul serio?? Non lo aveva soltanto pensato? Si rese conto troppo tardi di aver dato voce ad una confessione piuttosto intima e di non essere preparato ad alcuna reazione… Eppure Oscar non aveva abbandonato il suo splendido sorriso. Forse aveva preferito ignorare tanta sfrontatezza ed era rimasta di fronte a lui. Si fece coraggio e avanzò verso di lei.
Oscar aveva sentito perfettamente le sue parole ma era riuscita a non tradire l’agitazione che avevano fatto nascere in lei. C’era stato un tempo in cui qualsiasi manifestazione d’affetto da parte di André l’avrebbe infastidita... non di affetto fraterno, che per anni si era illusa fosse l’unico sentimento a tenerli uniti, ma di quell’amore che lui le aveva rivelato con violenza la notte in cui tutto era cambiato. Aveva cercato in tutti i modi di negarlo, di costruire delle barriere invisibili con cui proteggersi, nella speranza di recuperare col tempo un certo equilibrio tra loro, seppur precario, e invece adesso si sentiva stranamente lusingata da quella frase che sembrava gli fosse quasi sfuggita di bocca. Il cuore aveva reagito a quelle parole, lo sentiva battere più velocemente… un’emozione del tutto nuova che la faceva sentire bene, anche se stentava a capirne la ragione…
Non seppe cosa rispondere, a dire il vero le riusciva difficile formulare qualsiasi frase di fronte allo sguardo di André, così profondo e caldo... Per un attimo ebbe la sensazione che il tempo si fosse fermato. Fu lui a spezzare il silenzio che li aveva avvolti.
- Oscar, come stai? Intendo la tua gola… Da come quel bastardo la stava stringendo credo ti siano rimasti dei segni sulla pelle… Posso dare un’occhiata? Ho qui una pomata della nonna che potrebbe esserti d’aiuto…
Aveva ragione, la pelle le bruciava, per non parlare dell’interno quando beveva anche un semplice sorso d’acqua. Forse almeno esternamente si poteva fare qualcosa.
- Sei molto caro André. In effetti credo mi farebbe bene…

Non c’era abbastanza luce nel punto in cui si trovavano, così tornò ad appoggiarsi allo stesso albero di prima, dove il chiarore della luna l’avrebbe illuminata. Si sbottonò parte della giubba esponendo il collo all’aria fresca. André si sentì ribollire il sangue quando vide i segni lasciati da quell’infame sulla sua pelle candida. I lividi erano già ben visibili e due strisce rossastre completavano il quadro a testimonianza di quale dolore dovesse aver provato in quel momento. Avrebbe voluto baciare quella pelle violata con tutto l’amore di cui era capace, ma sapeva di non poter osare tanto… Aprì la scatoletta dell’unguento concentrandosi invece su come poterne accelerare la guarigione.
Oscar aveva riconosciuto il turbamento nello sguardo di André. Di sicuro non gli stava offrendo un bello spettacolo. La rabbia nei suoi occhi aveva presto lasciato spazio alla compassione... e qualcosa in lei l’aveva quasi spinta ad allungare una mano verso il suo viso, per cancellare quell’espressione così dispiaciuta. Ma si era trattenuta all’ultimo, forse impaurita dalla possibilità di un contatto tanto diretto, anche se la vicinanza tra loro era ormai così ridotta che poteva sentire il suo respiro raggiungerle il petto, protetto solo dalle fasce, attraverso la scollatura della giubba. Rimanere ferma si stava rivelando un’impresa incredibilmente ardua…
André intinse le dita di una mano nella crema e iniziò a spalmarla sui segni più evidenti, con tutta la dolcezza di cui era capace. Sentì Oscar emettere un piccolo gemito. Detestava l’idea di poterle fare del male anche se involontariamente, ma era difficile applicare la pomata senza un minimo di pressione.
- Mi dispiace… spero non sia troppo doloroso. Sto cercando di essere il più delicato possibile…
In realtà Oscar non sentiva alcun fastidio. I primi brividi erano stati causati dal contatto con quella sostanza fredda, ma ora il suo corpo fremeva per tutt’altra ragione… La prossimità di André, che sembrava emanare un calore che le stordiva quasi i sensi, ma soprattutto il tocco delle sue dita, che le davano sollievo ma allo stesso tempo seminavano scintille ovunque si posassero… Il respiro le si spezzava ogni volta che le percepiva su di sé. Era in balia di sensazioni mai provate prima, ma soprattutto non voleva che smettesse…
- Non ti preoccupare, non mi fai male... Anzi, comincio a capire come mai César sia sempre così tranquillo quando sei tu ad occuparti di lui… Le tue mani non sono che il riflesso del tuo animo gentile…
André si sentì profondamente lusingato da quelle parole, ma cercò di concentrarsi su quanto stesse facendo, poiché lui per primo non riusciva ad essere indifferente a quell’improvvisa intimità che si era creata tra loro. Cominciava a dubitare della bontà della sua stessa idea ora che li aveva portati così vicini l’uno all’altra da poter sentire il cuore di lei battere più forte del proprio. Ne percepiva il ritmo veloce nel punto in cui il sangue scorreva quasi in superficie su quel collo da cigno che solo nei suoi sogni più proibiti aveva potuto accarezzare… La tentazione di posarvi le labbra stava minando da dentro tutto il suo autocontrollo.
Spostare lo sguardo non gli sarebbe stato d’aiuto… Bastava abbassarlo di poco per accorgersi di come il respiro accelerato di Oscar le sollevasse il petto, sottolineando la dolce curva dei seni che sembravano poter sfuggire alle fasce ogni volta che l’aria le riempiva i polmoni… Se non avesse smesso di pensare a quel corpo statuario, presto non avrebbe più potuto nascondere la propria eccitazione, nemmeno con la complicità dell’ombra di quel boschetto…
Tornò ad osservare il suo viso ma non fece che amplificare il proprio desiderio. Quello che vide fece cadere anche l’ultimo baluardo di razionalità… Oscar aveva chiuso gli occhi, conquistata dalla sensazione lenitiva che l’unguento pareva donarle, e la sua bocca leggermente dischiusa era come il canto di una sirena a cui sapeva di non poter più resistere. Alzò l’altra mano quasi involontariamente e le sue dita raggiunsero quelle labbra di rosa che solo una volta era riuscito ad assaporare… Non aveva mai dimenticato quel momento nonostante fosse stato respinto.

Oscar aprì gli occhi non appena percepì quel tocco lieve, ma non si ritrasse né si spaventò. Rimase come in attesa, vulnerabile ma non impaurita. Lo stava guardando con una tale intensità… possibile che fosse passione quel fuoco blu che sembrava salirle dall’anima?
Non ebbe tempo di trovare una risposta. La ragione pretendeva che si allontanasse subito da lei, che la mettesse al sicuro da quella sete che chiedeva solo di essere placata, ma il suo cuore era ormai sordo a qualsiasi richiamo… Ogni fibra del suo corpo anelava a quel contatto…
Lentamente abbassò il viso senza mai abbandonare il suo sguardo. Voleva lasciarle il tempo di ritrarsi, di scappare prima di superare un confine che sapeva essere proibito. Ma Oscar non si muoveva… Dimenticò la crema, il massaggio…e tutto il resto del mondo quando raggiunse finalmente la sua bocca. In principio la sfiorò appena, forse inconsciamente convinto che potesse svanire, ma la sensazione di quella morbidezza non poteva appartenere ad un’illusione. Cercò di frenare il proprio desiderio e di trattenersi dal toglierle il respiro, tanta era la fame che aveva di lei. Non voleva spaventarla ma solo darle piacere e amore in egual misura. La strinse tra le braccia per sentirla ancora più vicina al proprio cuore.
Per Oscar era tutto così nuovo ma allo stesso tempo inebriante. Com’era diversa la bocca di André rispetto a quella maledetta sera… così dolce e premurosa, la invitava ad un rito sconosciuto che sembrava risvegliare tutto il suo corpo. Il bacio si fece via via più profondo... André le mordicchiò un labbro finché lei cedette a quel tenero assalto ed aprì la bocca per lui. Sentì il suo corpo aderire al proprio mentre la sua lingua la invadeva. Impossibile formulare qualsiasi pensiero coerente quando tutta la pelle sembrava avesse preso fuoco per quel contatto inatteso. Sentì l’eccitazione di lui premere contro il suo bacino. Un gemito di puro piacere le sfuggì dalla gola…
André si stava perdendo in quel paradiso… Il sapore di lei superava qualsiasi sogno ad occhi aperti. Oscar era così dolce, calda, arrendevole… Lo seguiva con fiducia, le sue mani appoggiate al petto sembravano bruciare attraverso la divisa. Avrebbe trascorso il resto dei suoi giorni a baciarla, ma il suo corpo non si sarebbe accontentato. Già l’aveva spinta contro quel tronco senza neppure rendersene conto… Sapeva di doversi fermare… L’aveva seguita con la certezza di trovarla sola ed ora alla prima occasione le era già saltato addosso, avvantaggiato quasi della sua inesperienza, ben sapendo che tutte quelle sensazioni nuove le avrebbero offuscato la mente. Non doveva approfittarsi di lei, non se lo meritava… Se l’avesse presa lì, contro quell’albero, non sarebbe stato meglio di un animale. Non voleva che fosse così tra loro, una cosa soltanto fisica per appagare la sua voglia ormai incontenibile…

Non si sarebbe preso il suo corpo senza prima aver conquistato il suo cuore.

Si staccò da lei a fatica ma conscio di agire per il meglio. Il grande amore che nutriva per lei gli dava la forza di proteggere la sua ingenuità soprattutto da se stesso, prima che fosse troppo tardi. Lo sguardo di Oscar sembrava smarrito ora che si era creato di nuovo dello spazio tra di loro. La sua espressione confusa tradiva una certa delusione…
- Perdonami Oscar, mi sono preso troppe libertà… Il terrore di perderti ha prevaricato sul rispetto che nutro per te. Sai che ti amo e che darei qualsiasi cosa per stringerti tra le mie braccia, per farti mia… Ma voglio che tu venga a me spinta dall’amore, non dalla passione di un momento fugace. Non è questo che desidero per noi. Se mi approfittassi di te non sarei degno di essere chiamato uomo.
La guardò intensamente un’ultima volta prima di voltarsi per raggiungere il resto della compagnia. Rimasta sola, Oscar di colpo si sentì privata di tutto quel calore che fino a pochi istanti prima le aveva riempito corpo e anima. Non poteva biasimare André, si era lasciata andare come se non desiderasse altro che concedersi a lui. Ma era davvero così sbagliato? E da quando provava qualcosa per lui al punto da sentirsi quasi abbandonata nel vederlo allontanarsi da lei? Le bastava chiudere gli occhi per sentire il tocco delle sue dita e la carezza di quelle labbra… e per desiderarle ancora su di sé, inutile mentire con se stessa. Avrebbe trascorso tutta la notte a pensare a lui, ne era certa. E sarebbe stata una notte davvero lunga… ma era giunto il momento per lei di guardare a fondo dentro il suo cuore e accettare che poco alla volta, senza rendersene conto, una crepa si era formata in quel muro che aveva eretto intorno a sé. Doveva soltanto permettere che la luce forzasse sempre più quella spaccatura: solo allora avrebbe visto che al di là di quell’inutile barriera André l’attendeva da tutta la vita.
   
 
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