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Autore: heliodor    08/09/2021    0 recensioni
Nata con grandi poteri magici, Bryce è stata addestrata fin da bambina per diventare la strega suprema, la più forte della sua generazione. Lo scopo della sua stessa esistenza è guidare l’esercito dell’Alleanza nella guerra contro l’Orda.
Quando Malag il rinnegato esce allo scoperto e attacca Valonde, la vittoria sembra allontanarsi sempre di più e molti iniziano a dubitare delle sue capacità.
Per diventare la guida che tutti si aspettano che sia e vincere la guerra, Bryce dovrà rinunciare all’amore, all’amicizia e a tutto ciò che la vita potrebbe offrirle se smettesse di combattere.
Ma sarà davvero in grado di compiere un sacrificio così grande?
Da oggi con il 100% di Mappa in più!
La trovate in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Insieme

Chiusa nella sua stanza, distesa sul letto a baldacchino, fissò il soffitto dipinto di bianco fino a vederlo sparire.
Un altro fallimento, si disse. L’ennesimo. Erix si infurierà con me quando verrà a sapere che ho compromesso l’alleanza con Arzit e rovinato i suoi piani.
Nella testa sentiva ancora le parole sprezzanti di Metyna Meir e quelle divertite di Coralena Ofra.
“È da voi che dovremmo essere protetti” le aveva detto prima di condurla alla sua stanza. “Non da Malag. Lui non ci ha fatto niente.”
“Ma potrebbe.”
“Voi aggredite tutti quelli che potrebbero attaccarvi, Bryce di Valonde?”
“Non è quello che volevo dire.”
“Cosa, allora?”
“Malag e la sua orda sono pericolosi. Infestano questa regione come ratti. E noi siamo qui per scacciarli via.”
Coralena aveva sorriso. “Fatelo, allora. Che aspettate?”
“Lo faremo sicuramente, con o senza il vostro supporto.”
“Le tue parole hanno il sapore di una minaccia.”
Bryce aveva resistito a stento alla tentazione di dirle che sì, era un avvertimento e che se Arzit non si fosse unita a loro le cose sarebbero peggiorate quando Malag sarebbe giunto lì per prendere e saccheggiare la città.
Se lo facessi, si era detta, Coralena direbbe che le mie parole sono una minaccia per Arzit.
“Non lo sono” aveva detto con calma. “Erix si augura solo che voi decidiate per il meglio.”
“Il consiglio ha già deciso.”
“Kefarin non sembrava d’accordo.”
“Non è lui a decidere.”
Bryce aveva sussultato. “Non è il vostro principe?”
Coralena aveva annuito. “Non ho mai detto il contrario.”
“E non comanda? Non prende decisioni per tutti?”
“Non è quello il suo compito. È il consiglio che decide su queste importanti faccende. Kefarin è il portavoce del consiglio, così come tu sei solo la portavoce di Erix.”
Bryce avrebbe voluto ribattere, ma Coralena le indicò la porta della sua stanza. “Non è grande e sontuosa come quelle che avete a Valonde, ma temo dovrai accontentarti.”
La stanza era ampia e comoda, con una parete occupata da una grande finestra dalla quale filtrava la luce del sole attraverso tende color crema, due guardaroba colmi di vestiti, un letto a baldacchino e una scrivania dotata di sedia imbottita.
Rimasta sola aveva sospirato ed era andata a stendersi sul letto per riposare e pensare. Aveva anche provato a dormire, ma non si sentiva abbastanza assonnata e si era limitata a fissare il soffitto con sguardo intenso, persa nei suoi pensieri.
Qualcuno bussò alla porta due volte. Bryce si sollevò di scatto, i sensi all’erta.
Altri due tocchi decisi. “Sono io” disse una voce dall’esterno.
Vyncent, si disse scivolando giù dal letto.
Appena mise piede a terra si bloccò. “Puoi entrare” disse con voce calma.
La porta si aprì e lui scivolò all’interno. Indossava la camicia leggera con i pantaloni rossi che aveva messo quel giorno e il mantello verde che scendeva fino alle caviglie.
“Perdonami se ti disturbo” disse chiudendo la porta. “Se vuoi posso tornare più tardi.”
Scosse la testa con vigore. “Non è necessario” disse con un nodo alla gola. “Siedi pure. Quella sedia è libera.”
Vyncent prese la sedia imbottita e sedette composto.
Bryce invece si accomodò sul bordo del letto.
“Non è andata come credevi” disse Vyncent serio.
Bryce si lasciò andare a un sospiro. “Credo di aver sbagliato tutto.”
“Non hai sbagliato proprio niente.”
“Le mie parole…”
“Divash pensa che ti abbiano attirata in una trappola.”
Bryce si accigliò.
“Non un agguato vero e proprio, ma per lui è chiaro che ti hanno portata di fronte al consiglio di proposito.”
“Perché?”
Vyncent scrollò le spalle. “Secondo Divash, volevano solo umiliarti. Sei la figlia del re di Valonde, era un’occasione unica per quelli del consiglio.”
“Che cosa speravano di dimostrare? Non sono nemmeno l’erede al trono.”
“Credo che per loro tu sia un simbolo.”
“Simbolo” disse Bryce a bassa voce. “Raz Ofra ha cercato di avvertirmi, penso. Mi ha parlato della storia di Arzit.”
Vyncent rimase in silenzio.
“Millenni fa, Valonde inviava in questa regione i rinnegati.”
“Come a Krikor?”
Bryce annuì con vigore. “Proprio così.”
“Ma questa non è Krikor” disse Vyncent. “Gli arziti hanno costruito una bella città e prosperano.”
“E non vogliono rinunciarci.”
“Tu lo faresti?”
Bryce sospirò. “Fare finta che Malag e la sua orda non esistano non li terrà al sicuro.”
Vyncent annuì. “Questo è un buon argomento. Avresti dovuto usarlo nella sala delle udienze per convincere i consiglieri.”
“Quelle persone non sembravano disposte ad ascoltarmi.”
Due colpi alla porta la fecero scattare in piedi.
Vyncent le fece un cenno con la mano. “Sarà un valletto che ci avverte che la cena è pronta” disse.
“Avanti” disse Bryce.
La porta si aprì e un ragazzo sui dodici anni fece capolino sulla soglia. “Io ti saluto” disse con aria intimorita. “Ho un messaggio da riferirti.”
“Da parte di chi?”
“Non mi hanno detto il nome. Il messaggero veniva da fuori il palazzo.”
“D’accordo” disse Bryce.
Il valletto lanciò un’occhiata fugace a Vyncent.
“Non ho segreti per il mio amico” disse Bryce. “Puoi riferirmi il messaggio.”
Il valletto sembrò rilassarsi un poco. “Vorrei che proseguissimo la chiacchierata di oggi. Devi finire di raccontarti quella storia di cui ti parlavo. Possiamo incontrarci dopo il tramonto vicino alla torre orientale.”
Bryce restò in attesa che proseguisse.
“È tutto” disse il valletto.
Lei annuì. “Ti ha per caso detto se vuole una risposta?”
Il ragazzo scosse la testa.
“Allora puoi andare e grazie.”
“Io ti saluto” disse il valletto prima di chiudere la porta.
Bryce tornò a sedersi sul letto.
“Di chi sarà il messaggio?” le domandò Vyncent.
“Tu di chi credi che sia?”
“Raz Ofra è l’unico nome che mi viene in mente.”
“Anche a me.”
“Ma?”
“E se fosse una trappola?”
Vyncent si accigliò. “Di chi? E perché dovrebbero tenderti una trappola, dopo quello che è accaduto stamani? Gli arziti non ci guadagnerebbero niente, a parte dare  Valonde un pretesto per attaccarli.”
Bryce scrollò le spalle. “Non ne ho idea. Non conosciamo nessuno ad Arzit. Nessuno di cui possiamo davvero fidarci, intendo.”
“Di noi puoi fidarti” disse Vyncent.
Bryce sentì il cuore accelerare i battiti. “Non dubito di te e Divash.”
“Avevo incluso anche Elvana.”
Bryce si accigliò. “Sei molto leale e onesto e lo apprezzo, ma non hai bisogno di mentire con me.”
Lui la guardò interdetto. “Non ti stavo mentendo.”
“Tu ti fidi di lei? Di una ningothriana?”
Vyncent scrollò le spalle. “Finora non ti ha mai tradita, anche quando poteva andarsene e mettersi in salvo ha preferito tornare indietro e aiutarti.”
“Sono i suoi ordini.”
“Allora li sta eseguendo al meglio delle sue capacità.”
Bryce sbuffò. “Preferirei non dirle niente” disse dopo averci riflettuto qualche istante. “E nemmeno Divash deve saperlo.”
“In ogni caso, lui sta dormendo nella sua stanza e ha detto di non voler essere disturbato.”
“Elvana è nella sua” disse Bryce. “Quindi andrò da sola all’incontro.”
Il viso di Vyncent si contrasse.
“Ho detto qualcosa si sbagliato?” gli chiese.
“Non ti lascerò andare da sola, Bryce di Valonde.”
“Il messaggio è per me. Raz Ofra vuole incontrarmi alla torre orientale.”
“Non diceva niente sull’andarci in compagnia di qualcuno. E io ho voglia di fare una passeggiata prima di cenare.”
Bryce scosse la testa. “Ma se fosse davvero una trappola…”
“Un motivo in più per venire” rispose lui.
O un motivo in più per non farti correre un pericolo inutile, si disse. Se ti accadesse qualcosa per colpa mia riuscirei a perdonarmelo?
“D’accordo” disse annuendo. “Andiamo all’incontro. Insieme.”

La torre orientale era una sagoma scura di forma cilindrica che svettava sopra le mura per metà della sua lunghezza. Il resto, la parte più ampia, era addossata al muraglione che li divideva dalla valle all’esterno.
Uscire dal palazzo non era stato difficile e nessuno aveva posto loro domande o chiesto dove stessero andando. I soldati arziti di guardia all’entrata principale, un arco di pietra sormontato da un drappo arancione, si erano limitati a salutarli con educazione.
Bryce e Vyncent avevano discusso su una buona scusa prima di lasciare la stanza ed avevano convenuto che quella migliore era dire di voler dare un’occhiata alla città senza allontanarsi troppo.
Non c’era stato bisogno di usarla e Bryce ne era stata sollevata.
“Se vogliamo guadagnarci la fiducia di queste persone” aveva detto mentre si allontanavano dal palazzo. “Mentire loro è il modo peggiore per iniziare.”
“E stiamo anche andando a un incontro segreto” aveva aggiunto lui sottovoce. “Come nei romanzi d’avventura.”
“Vero” aveva risposto divertita e nervosa allo stesso tempo. “Come nei romanzi che piacciono a Joyce.”
A quel nome Vyncent aveva sorriso. “Le hai mai scritto da quando sei partita?”
“Una sola volta” aveva risposto sentendosi dispiaciuta. “Pensi che dovrei farlo più spesso?”
“Sei sua sorella. Sembrava molto preoccupata per la faccenda della guerra. Qualche informazione in più potrebbe servire a farla stare più serena.”
“Lo so, ma non saprei cosa scriverle. Qui non c’è molto da raccontare.”
“Parlale di me” aveva suggerito.
“Di te?”
“Uno stregone di Londolin piuttosto incapace ma molto valoroso. Esagera pure su valoroso, non mi offendo.”
Bryce aveva sorriso. “Tu non sei affatto un incapace.”
“E nemmeno valoroso.”
“Non è vero” aveva protestato. “Lo sei invece. E molto.”
Vyncent era arrossito. “Lo pensi davvero?”
“Sì” aveva detto convinta. “Non hai esitato un istante per venire a salvarmi. Se non fosse stato per te sarei stata uccisa da quei rinnegati.”
“Non ero da solo. Eravamo in trenta.”
“Non importa. Tu hai lanciato la prima sfera infuocata, quella che ha scompigliato i rinnegati.”
Lui aveva scrollato le spalle. “È stato un colpo fortunato.”
“A me non è sembrato così.”
“E se avessi fallito?”
“Ne avresti lanciata una seconda.”
Vyncent aveva sorriso imbarazzato. “Non è così semplice. Anche una sola mi stanca molto e mi serve del tempo per recuperare le forze. È il mio limite.”
Bryce aveva fatto per rispondergli che si fidava di lui quando si era accorta che erano arrivati alla torre orientale. Le era bastata la vista dell’edificio per capire quanto fosse imponente.
Usò la vista speciale per scrutare nel buio e notò sue figure in attesa ai piedi della torre. “Sono in due” disse.
Vyncent si accigliò. “Vuoi che vada avanti io?”
“No” rispose. “Vado io. Ma tieni pronta una sfera infuocata nel caso dovesse servire.”


 
  
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