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Autore: Abby_da_Edoras    12/09/2021    7 recensioni
Questa storia è il sequel di My winter storm e riscrive in modo del tutto mio personale le vicende della parte conclusiva della sesta stagione di Vikings. Il legame tra Ivar e Aethelred si sta consolidando, ma i due dovranno affrontare ancora molti ostacoli a causa dei quali rischieranno di perdersi... tutto però finirà bene! Intanto a Kattegat anche Bjorn rischia la sua corona, per i tradimenti e gli intrighi di vecchi rivali e amici non del tutto leali. Entrano in scena nuovi personaggi (uno inventato da me) e ci sarà una nuova coppia molto... passionale e particolare (e non dico altro!).
Grazie a chi mi segue e continuerà a seguire le mie follie! XD
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, produttori e autori della serie TV "Vikings".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bjorn Ironside, Ivar, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non ha fine '
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Cap. 2: In a heartbeat

 

Once again, all I know is I'll be fighting alone
Count another day to waste without your call
Begging for you to return
Begging for you to return
Just to see how it feels to collide
I was close enough to miss a heartbeat
With no wings, it's not easy to fly
But to see you I'd leave in a heartbeat
Can't tell what's fake from what is real
Can't see that light ahead
(But) I feel you in the dark
Can't tell what's fake from what is real
I feel you in the dark!

(“In a heartbeat” – Volturian ft. Giada “Jade” Etro)

 

Bjorn e Gunnhild avevano organizzato un banchetto per accogliere nel modo migliore gli ospiti Rus’ e, quella sera, c’era festa nella Sala Grande. A dirla tutta, Bjorn non era poi così entusiasta all’idea di mostrarsi tanto ospitale con gente che, pochi mesi prima, aveva tentato di conquistare la Norvegia e poi continuava a diffidare di Ivar, che pareva tutto culo e camicia con la Principessa Katja e il giovane Principe Igor. Questa volta non aveva potuto contare sui saggi e preziosi consigli di Aethelred che, praticamente, era caduto in una sorta di stato catatonico dopo aver visto Katja, sconvolto all’idea che fosse giunta fin lì dalla lontanissima Kiev per riprendersi Ivar e, così, ne aveva parlato con Gunnhild e con Erik, uno degli Jarl che aveva combattuto al suo fianco proprio contro i Rus’ e che poi aveva deciso di rimanere a Kattegat come consigliere del Re. *

“So che non ti fidi di Ivar e delle sue parole, marito mio, ma credo veramente che il Principe e la Principessa dei Rus’ siano venuti in pace” disse la Regina. “Sono stati loro, in fondo, a tramare per uccidere Oleg che era il nostro vero nemico e, comunque, se avessero cattive intenzioni, non sarebbe stato astuto da parte loro giungere qui personalmente. Chi gli assicura che non potremmo prenderli come ostaggi? No, se davvero avessero voluto attaccarci sarebbero arrivati con un esercito e di sicuro loro non si sarebbero mostrati così disinvoltamente.”

“Gunnhild ha ragione” confermò Erik. “Anzi, ritengo che un’eventuale alleanza con i Rus’ potrebbe essere preziosa per Kattegat, visto che ancora non sappiamo un bel niente delle intenzioni di Re Harald.”

Così il banchetto era stato preparato e vi erano intervenuti tutti quelli che lo desideravano. Bjorn si rese presto conto che, o Katja e Igor erano i candidati perfetti per l’Oscar come miglior attrice e attore protagonista (posto che sapesse cosa fossero gli Oscar!), o Gunnhild e Erik avevano perfettamente ragione ed erano davvero venuti in pace, o meglio, per proporre un’alleanza tra i loro Paesi.

“Oleg aveva mire espansionistiche, ma il Principe Dir e il Principe Igor vogliono soprattutto consolidare il potere dei Rus’ e difendersi dalle scorrerie delle tribù orientali che spesso attaccano i viaggiatori che si spostano da Kiev a Novgorod e viceversa” spiegava Katja. “Inoltre sappiamo che Kattegat vorrebbe farsi conoscere come città commerciale sulla Via della Seta, per cui potrebbe esservi utile la protezione dei nostri soldati per i vostri mercanti in viaggio.”

“Noi vogliamo la pace, altrimenti non saremmo diversi da Oleg” chiarì il giovane Principe che, seppure ancora ragazzino, sembrava avere una gran determinazione. “Se i nostri Paesi diventeranno amici e alleati, potremo soccorrerci a vicenda in caso di attacchi, da qualsiasi parte provengano.”

Ad Ivar brillavano gli occhi nell’ascoltare quelle parole. Era felice di vedere il suo giovanissimo amico Igor così fiero e già calato nel suo ruolo di sovrano, inoltre sperava proprio che i loro popoli potessero stringere un’alleanza, così entrambi sarebbero stati più forti e magari lui avrebbe potuto far visita a Igor, ogni tanto, e Igor viaggiare fino a Kattegat. Era compiaciuto anche perché pensava che, alla resa dei conti, il suo legame con i Rus’ non era stato un male per Kattegat e anzi, proprio grazie a lui Norvegia e Rus’ sarebbero diventate nazioni amiche.

Tanto entusiasmo, però, non era condiviso da Aethelred. Non che avesse qualcosa in contrario riguardo ad un’eventuale alleanza con i Rus’, ma non leggeva nella mente, non sapeva dunque cosa stesse pensando Ivar e, vedendolo così felice e soddisfatto accanto a Igor e Katja, si sentiva il cuore lacerato da mille spine. Era chiaro che Ivar era molto legato al Principe e alla Principessa dei Rus’ e loro a lui, si vedeva anche quanto i due Rus’ lo stimassero e lo amassero: Ivar per loro era un eroe, li aveva liberati dalla tirannia del crudele Oleg e, grazie a lui, i Rus’ avevano davanti un futuro ricco di promesse. A Kattegat Ivar non aveva veri amici, la gente continuava a considerarlo con sospetto e i suoi stessi fratelli parevano non nutrire fiducia in lui; quello stesso pomeriggio Ivar aveva rivelato a Aethelred di non trovarsi bene nella cittadina e di desiderare di partire… e se avesse deciso di seguire Igor e Katja a Kiev? Sicuramente Ivar avrebbe chiesto al giovane Sassone di partire con lui, ma poi come sarebbe stata la loro vita tra i Rus’? Ivar avrebbe continuato ad amarlo oppure si sarebbe avvicinato sempre di più a Katja, che era evidentemente molto attratta da lui?

Con profondo dolore e una gelosia che gli avvelenava il sangue, Aethelred dovette ammettere che Katja era davvero una donna speciale e che Ivar avrebbe avuto tutte le ragioni per innamorarsi di lei. Somigliava a Freydis, era vero, ma questo era solo un dettaglio che poteva spingere Ivar verso di lei superficialmente, mentre i veri pregi della Principessa dei Rus’ erano ben altri: Aethelred stesso la trovava bellissima, molto più di Freydis, il suo volto era più fiero, i suoi occhi più luminosi, in lei non c’era niente del modo di fare ambiguo e sottilmente subdolo della defunta moglie di Ivar. Parlava con disinvoltura e affrontava tranquillamente argomenti politici e sociali, dimostrando di essere una donna fuori dal comune, libera e forte proprio come Gunnhild o Lagertha.

Tormentato da uno strazio che non riusciva a soffocare, Aethelred giunse alla conclusione che Katja sarebbe stata la moglie perfetta per Ivar e che, per lui, la vita tra i Rus’ sarebbe stata molto più piena e felice di quella che avrebbe potuto avere a Kattegat. Il pensiero lo sopraffece e il giovane Sassone si alzò da tavola, scusandosi con i vicini e accennando a un malessere passeggero. Non poteva resistere ancora a lungo in quel salone, gli mancava il respiro, doveva uscire…

Ivar, in quel momento, era impegnato in una discussione animata con Igor e non si accorse del disagio del suo compagno, cosa che ferì ancora di più Aethelred. Sentiva lacrime bollenti pungergli gli occhi e spade affilate trafiggergli il cuore mentre usciva dalla Sala Grande e si dirigeva fuori, all’aria aperta, sperando di riuscire a riprendere un minimo di controllo.

Devo pensare al bene di Ivar, solo al bene di Ivar. Se è questo che lui vuole… io lo amo tanto e voglio solo che lui sia felice, anche senza di me, anche se io… anche se io morirò senza di lui!

“Aethelred, stai bene?” una voce accanto a lui lo fece trasalire. Si trattava di Tiago, un ragazzo di diciotto anni che era stato liberato dalla schiavitù quando il Principe Sassone aveva proposto a Bjorn di concedere la libertà a tutti gli schiavi di Kattegat. Tiago era stato catturato cinque anni prima dai Vichinghi durante la spedizione che Bjorn aveva organizzato insieme a Hvitserk e Floki nella città di Algeciras, nella Spagna islamica **; allora era soltanto un ragazzino orfano che viveva di espedienti per strada e finire a servire nella casa di Bjorn non era stata poi la peggiore delle sorti che poteva toccargli. Era sempre stato trattato bene tanto che, anche dopo la liberazione, aveva scelto di restare nella dimora regale e rendersi utile in qualsiasi modo, Bjorn e i suoi fratelli gli erano molto affezionati e Aethelred lo aveva preso particolarmente a cuore, visto che erano entrambi giovani stranieri in un mondo molto diverso dal loro.

“Sì, sto bene, è solo che… la Sala Grande è troppo affollata e avevo bisogno di un po’ d’aria. Non preoccuparti, adesso rientro” rispose Aethelred, cercando di nascondere la sofferenza. Era pallidissimo e aveva gli occhi cerchiati, però, e Tiago non si lasciò ingannare. Fissandolo serio con i grandi occhi neri non si mosse da dove si trovava.

“Sei sicuro? Vuoi che vada a prenderti un po’ d’acqua? O magari dovrei avvertire Ivar che non ti senti bene…”

“No!” la foga con cui replicò lo tradì. “Davvero, Tiago, sto bene, resterò qui ancora un minuto e poi tornerò dentro. Tu raggiungi gli altri, io arriverò tra poco.”

“Come desideri” disse Tiago, ma si vedeva che era poco convinto.

Aethelred si rese conto di aver sbagliato a uscire così precipitosamente dal salone, avrebbe dovuto controllare meglio le proprie emozioni e il dolore lancinante che provava, forse anche altri si erano accorti della sua fuga, doveva rientrare… ma proprio non ce la faceva! Gli faceva troppo male vedere Ivar così felice e a suo agio accanto a Katja e a Igor, gli sembrava di non averlo mai visto tanto sereno e luminoso e continuava a pensare che, se davvero lo amava, avrebbe dovuto lasciarlo andare, erano loro la sua vera famiglia, erano loro le persone che amava e che lo amavano davvero… E di certo non sopportava di partecipare a un banchetto, aveva la nausea al solo pensiero di mangiare o bere qualcosa! Chissà, forse avrebbe fatto meglio a dire a Tiago che, in effetti, si sentiva poco bene e che si sarebbe ritirato nella sua stanza… già, ma in quel caso Ivar si sarebbe sentito costretto a raggiungerlo per vedere come stava e gli avrebbe rovinato la serata.

Non sapeva proprio cosa fare e intanto il tempo passava…

Quando, finalmente, il giovane Sassone si decise a rientrare nel salone, la maggior parte degli invitati se ne stava andando, a parte qualche gruppetto che era rimasto per fare gli ultimi brindisi (ogni scusa era buona!). Vide che Bjorn e Gunnhild stavano parlando con Igor e con loro c’erano anche Hvitserk, Helgi e Erik. Probabilmente si stavano accordando sui termini dell’alleanza ma… ma Ivar e Katja non erano con loro e il sangue di Aethelred si gelò nelle sue vene. Quello che tanto temeva era vero, dunque, Katja non era a Kattegat per l’alleanza, o perlomeno non soltanto per quella: lei era venuta per riprendersi Ivar.

Aethelred non voleva spiare, non era mai stato una persona del genere, ma il terrore di perdere Ivar e la sofferenza gli avevano fatto smarrire momentaneamente la sua lucidità. Andò verso la stanza che divideva con il giovane vichingo, ma si bloccò sentendo delle voci che provenivano dalla porta socchiusa: erano proprio le voci di Ivar e Katja, Ivar aveva portato Katja nella loro camera da letto! Un altro si sarebbe infuriato, si sarebbe sentito oltraggiato pensando che il suo compagno avesse portato l’amante proprio nella loro stanza, ma non così Aethelred. Il Principe Sassone vide quell’episodio come un segno del fatto che Ivar aveva già compiuto la sua scelta e le poche parole che udì bastarono a spezzargli definitivamente il cuore.

“Ivar, so che questa è la tua patria e che qui c’è la tua famiglia, ma vorrei chiederti ancora una volta di tornare con me a Kiev” diceva Katja, in tono dolce e sommesso. La sua non era una richiesta perentoria, bensì una semplice proposta fatta con cuore sincero.

“Me l’avevi già chiesto prima che partissi per fare ritorno a Kattegat e allora mi dicesti anche che tu non saresti mai venuta con me, proprio perché la tua famiglia è in Rus’, quindi come puoi chiedermi ora di fare qualcosa che tu non faresti per me?” obiettò Ivar.

“Le cose sono un po’ cambiate adesso” ammise Katja. “Innanzitutto mi sono accorta del fatto che tu qui a Kattegat non sei molto amato e che neanche la tua famiglia sembra affezionata a te, mentre tra i Rus’ tu sei un eroe, il guerriero che ci ha liberati dal tiranno Oleg. Tutti ti amano e ti ammirano in Rus’. E poi… ecco, ho scoperto di aspettare tuo figlio…”

A quelle parole Aethelred si sentì dissolvere in mille pezzettini e svanire in una nube oscura dove c’erano solo dolore e sofferenza. Indietreggiò, colpì qualcosa ma non se ne accorse, voleva soltanto allontanarsi il più possibile da lì, non sapeva dove, forse voleva solo morire. Katja avrebbe dato un figlio a Ivar, Ivar avrebbe potuto avere una famiglia con lei in Rus’, tra gente che lo amava e lui… lui ora non aveva più niente da offrire. Con le lacrime che gli offuscavano la vista, il Principe cercò di andarsene, di uscire dalla dimora regale, di sparire, svanire nel nulla, sperando che così, almeno, anche la pena atroce che lo straziava sarebbe svanita…

Ivar, però, aveva udito il rumore fuori dalla stanza e aveva immaginato che potesse essere Aethelred, che aveva sentito proprio ciò che non avrebbe dovuto. Voleva raggiungerlo, ma prima aveva il dovere di spiegare le cose come stavano a Katja.

La giovane donna, però, aveva già capito e lo stava guardando con un sorriso dolce e triste insieme.

“Tu non tornerai mai a Kiev con me, non è così?” gli chiese.

“Io… Katja, mi dispiace e... sono felice che tu aspetti il mio bambino, ma io… io non potrei mai vivere là, quello non è il mio posto, non voglio ferirti ma…”

“La verità è che non mi hai mai amata, io lo sapevo, ma prima di arrendermi del tutto ne volevo la conferma” replicò tranquilla Katja, dando l’idea di essere già preparata da tempo alla risposta di Ivar. “Sapevo che non mi amavi anche quando sei venuto a letto con me, lo hai fatto solo perché pensavi che fossi Freydis, ma io non sono lei, non lo sono mai stata. Le somiglio, non so per quale motivo, ma non sono lei e ho sempre saputo che, anche se fossi rimasto con me, prima o poi lo avresti capito e mi avresti comunque lasciata.”

Ivar era commosso dalla generosità e dalla serenità con cui la giovane gli parlava. Aveva ragione, lui si era lasciato sedurre da Katja soltanto perché nel suo cuore era convinto che fosse la reincarnazione di Freydis, non era mai stata Katja quella che voleva e lei ora dimostrava di averlo sempre saputo.

“Non sono in collera con te, anzi, ti sarò per sempre grata sia perché mi hai liberato da quel folle di Oleg sia perché mi hai donato un figlio. Lo crescerò raccontandogli che suo padre è un valoroso e potente guerriero vichingo, che suo padre è un vero Re, e lui ti amerà e ti ammirerà sempre. Chissà, magari un giorno vorrà venire a conoscerti…” Katja si interruppe, vedendo che Ivar si guardava intorno con aria preoccupata. “Ivar, cosa c’è? Te l’ho detto, non sono né arrabbiata né delusa per il tuo rifiuto, anzi credo che sia meglio così. Ma chi stai cercando?”

“Io devo… ecco, credo che ci sia una persona con cui devo parlare” fece Ivar. “Perdonami, Katja, tu sei molto migliore di me e io so che crescerai nostro figlio nel modo migliore, adesso però io…”

Ancora una volta la giovane donna sorrise con un misto di mestizia e tenerezza: anche quello era un chiaro segno che Ivar non l’amava né l’aveva mai amata. Era comunque curiosa e volle seguire il vichingo quando uscì dalla stanza.

Aethelred era già lontano, ma Ivar trovò Tiago e chiese se avesse visto passare il Principe.

“Sì, certo, è uscito poco fa, mi sembrava che fosse diretto verso la spiaggia e che… beh, che stesse piangendo. È tutta la sera che non sta bene” rivelò.

Ivar si avviò verso la spiaggia con tutta la velocità che le sue gambe ingabbiate e la stampella gli permettevano, poi sentì che Katja lo prendeva sottobraccio per aiutarlo a camminare meglio.

“Credo che la persona che devi incontrare sia molto importante per te” disse con dolcezza. “È meglio che ti aiuti ad arrivare alla spiaggia prima di quanto faresti da solo.”

Ivar e Katja si diressero insieme verso la spiaggia, mentre il giovane vichingo temeva che Aethelred avesse potuto commettere una sciocchezza. Il suo cuore era gonfio di oscuri presagi.

Fine capitolo secondo

 

 

 

* Giusto due precisazioni sul personaggio di Erik. Nella serie TV non è uno Jarl di Norvegia bensì un fuorilegge che salva la vita a Bjorn e che dopo diventa un suo amico fidato, combattendo sempre al suo fianco. Inizialmente io lo avevo considerato un personaggio minore che sarebbe sparito in poche puntate e quindi non ne avevo quasi parlato nella mia storia, era semplicemente uno degli alleati di Bjorn nella guerra contro i Rus’. Siccome, però, questo personaggio avrà un’importanza sempre maggiore nel corso della serie TV e non posso ignorarlo, anche perché si presta benissimo per arricchire la storia, lo rimetto in scena qui mantenendogli il suo ruolo di amico e consigliere di Bjorn.

** Il personaggio di Tiago è di mia invenzione e più avanti avrà una grande importanza nella storia, il prestavolto che ho usato per lui è l’attore Lorenzo James Henrie. La razzia nella città di Algeciras e la cattura di molti schiavi è invece accaduta veramente nella serie TV, nella puntata 04x16.

   
 
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