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Autore: Minako    20/05/2005    3 recensioni
Premetto che una fic un po' Mary Sue... un po' tanto Mary Sue^^" Però avevo voglia di farla così =P!!
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Note: il nukir è un animale di mia invenzione *____*

Note: il nukir è un animale di mia invenzione *____*!! Astrid Mayfair è tutta mia!!! Deena (Dee) Olympus è della mia sorellina Dee (scusa il cognome banale, ma non mi veniva in mente niente ^^”), Cassandra Lay e Mia Zykla sono mieee >.

 

Astrid Mayfair era arrivata al suo sesto anno a Hogwarts tra gli Slytherin senza infamia e senza lode: nello studio non brillava, al contrario della Granger che non faceva che essere lodata a destra e a sinistra, e nemmeno le interessava. Altrettanto disinteressa manifestava per i vari battibecchi con Gryffindor, li definiva “un infantile e ripetitivo svago degli Slytherin dai tempi di Salazar”.

Salazar, lui si che l’affascinava! Poco importava che fosse vissuto più di mille anni prima; aveva una vera venerazione per quell’uomo e la trasferiva ben volentieri sull’uomo che più gli somigliava: Severus Snape, l’insegnante di Pozioni.

Si emozionava ogni volta che l’uomo solcava speditamente la porta d’ingresso dell’aula di Pozioni con quel vestito lungo che svolazzava come un paio d’ali di demone, un demone che le aveva stregato il cuore fin dal primo giorno in cui, pallida e tremante, aveva preso posto tra i suoi compagni Slytherin.

La ragazza rilesse per l’ennesima volta la pozione che dovevano preparare e radunò gli in gradienti con mosse veloci e sicure, poi alzò un sopracciglio squadrando il suo compagno di lavoro: Neville Paciock.

Il ragazzino sotto quello sguardo inquisitore si ritrovò ad arrossire e ad abbassare lo sguardo.

Lei sorrise, la divertiva mettere in imbarazzo Paciock, ma poi tornò seria.

-          Neville! Questa pozione non dobbiamo sbagliarla, chiaro? Per nessun motivo!

Il ragazzino annuì mentre entrambi si domandavano per quale oscuro motivo avevano finito col fare coppia l’uno con l’altra.

-          Dieci grammi di polvere di denti di drago- lesse ad alta voce e il ragazzo pesatola, fece per gettarla nel calderone, quando la mano di lei lo bloccò.

-          Neville, ti sei ricordato di sottrarre il peso del contenitore?

Lui arrossì e mosse la testa in segno di diniego, poi rimise la polvere nel barattolo, pulì il contenitore e lo pesò, in seguito riversò la polvere che risultò più abbondante .

Un fumo rosso carminio si alzò dal loro calderone e Neville spalancò gli occhi.

-          Ma… agli altri è uscito rosa chiaro!

-          Non ti preoccupare, abbiamo fatto giusto.- rispose Astrid sorridendo, poi passò a Neville l’ingrediente successivo.- Ora mescolare per venti minuti in senso antiorario.

-          Che cos’è il senso antiorario?

-          È il senso contrario rispetto a quello delle lancette dell’orologio.

-          E noi come facciamo a saperlo?

Neville Paciock era proprio un mago puro sangue, non come lei, che alla morte della madre aveva trascorso alcuni anni tra i babbani.

-          Tu gira da sinistra a destra per venti minuti da…- un fumo biancastro si levò sopra il calderone- ORA!

Nel frattempo la Slythierin pesò e ordinò gli ingredienti nell’ordine in cui andavano aggiunti.

Neville non era per nulla un cattivo mago, solo che era un po’ distratto.

Goyle le si avvicinò e, posatale una mano sulla spalla, le sussurrò

-          Mi dispiace che tu sia finita con questo imbranato. Se ci fossi stato io al suo posto…

-          Continua Goyle.. se ci fossi stato tu?

Nessuna risposta.

-          Cosa c’è? Hai perso il foglietto da cui leggevi?- domandò lei con un lampo di perfidia negli occhi e spostando con non curanza la mano del ragazzo.

Delle risatine si levarono dai banchi vicini e il professore si avvicinò per far cessare il brusio.

-          Che cosa succede signorina Mayfair?

-          Niente…- esclamò abbassando lo sguardo.

-          Volete dedicarvi al vostro compito allora?

La ragazza annuì senza alzare il capo mentre le sue orecchie erano quasi ferite da quel tono di voce così calmo e sottile.

All’improvviso entrambi si girarono verso il calderone che emetteva un sibilo preoccupante.

-          Paciock! Come diavolo hai fatto?

-          Neville! Perché hai smesso di girare?

Il professore abbassò velocemente il fuoco, ma la pozione era ormai una poltiglia e sul fondo era pure bruciacchiata.

-          Mi… mi dispiace…- sussurrò Neville mentre il professore ripuliva il calderone.

Era così arrabbiata!

Tutta colpa di Neville!

Anzi.. di quell’idiota di Goyle!

Ma gliel’avrebbe fatta pagare cara!

Nessuno avrebbe dovuto rovinarle la pozione…

Un sorriso di pura crudeltà le si era dipinto sul viso mentre si avvicinava al tavolo di Goyle.

-          Sei venuta a vedere com’è fatto un vero mago?

-          Certo…

Il ragazzo non riusciva a staccare lo sguardo da lei.

-          Fermati Goyle!- urlò il compagno di banco, ma era troppo tardi, la pozione stava per esplodere.

Astrid sorrise.

-          È un peccato che il nostro vero mago abbia confuso la loturia selvatica con la serice.- sentenziò, poi si abbassò appena in tempo per evitare di essere colpita dalla pozione esplosa.

Si rialzò completamente pulita.

-          Nemmeno Neville avrebbe fatto quest’errore.- gli sussurrò all’orecchio per poi andare a divinazione.

 

Camminò a passo svelto per i corridoi cercando di smaltire la rabbia… e il ricordo di Goyle ricoperto da capo a piedi di una sostanza melmosa aiutava notevolmente!

-          Signorina Mayfair.. e i suoi compagni?

-          La maggior parte sta cercando di ripulirsi da una pozione andata male.

-          E lei?

-          Bè.. il mio occhio interiore mi ha avvertita prima.- rispose sorridendo ed andò a sedersi accanto ad una Hufflepuff  del suo stesso anno.

-          - Astrid… non avrai combinato qualcosa?

-          Non ce n’è stato bisogno Dee. Ha fatto tutto Goyle.

La giovane Hufflepuff  non disse niente e rimase a guardare la compagna di scuola.

Le due si scambiarono le tazze di tè per leggerne il contenuto, ma quella che aveva in mano Dee le cadde.

Astrid si voltò leggermente e sorrise.

-          Sei proprio cotta, eh?

-          Ma che dici! E di chi poi?- esclamò la ragazzina dalla divisa gialla e nera raccogliendo i cocci.

-          Di chi era la tazza che è caduta?

La Slytherin alzò il braccio a mezz’aria.

-          Presagio infausto! Povera cara! Una disgrazia si abbatterà su di te!

Le due studentesse si guardarono negli occhi basite mentre si sedevano gli ultimi Slytherin.

 

La Cooman continuò a predire sventure per la maggior parte dei ragazzi, soprattutto per il povero Potter, dopodiché si dedicò alla spiegazione delle Profezie.

-          Una Profezia è una visione nitida di uno stralcio del futuro… Spesso sono quasi incomprensibili per coloro che non hanno l’Occhio Interiore allenato! Al giorno d’oggi, pochi sono coloro che riescono a formulare Profezia e ancor meno sono coloro che riescono ad interpretarle in modo corretto.

I ragazzi prendevano appunti fingendo un grande interesse, ma in realtà la maggior parte di loro stava solo scarabocchiando.. oppure si stavano scambiando messaggi, come Astrid e Dee.

Era strano vedere uno Slytherin in combutta con un Hufflepuff, le due ragazze si erano conosciute sei anni prima sull’espresso per Hogwarts e poi, nonostante il Cappello Magico avesse diviso le loro strade, avevano continuato a frequentarsi.

Quando la lezione finì fu una gran liberazione per tutti e i gruppetti di studenti uscirono dall’aula dirigendosi verso la Sala Grande.

-          Mayfair! Ti devo parlare!

La ragazza si girò verso il suo compagno di casa e l’aspettò.

-          Che cosa vuoi?

-          Bè.. lo sai che Goyle ti viene dietro da un sacco… non è cattivo.. e poi ha una famiglia facoltosa e purosangue da generazioni…

-          Dove vuoi arrivare Malfoy?

-          Bè… potrebbe farti comodo l’appoggio di uno come lui.

-          Spero vivamente che tu stia scherzando. Neanche tu potresti propormi di mettermi con uno come Goyle! Nemmeno per il sangue!

-          Lo dico anche per te! Sono tempi strani e tu… insomma… cioè…

-          Troppo gentile a preoccuparti per me… ma vedi di non farlo mai più.

Detto questo la ragazzina si voltò e scese le scale a chiocciola senza voltarsi.

Insomma, lo aveva detto anche per lei! Una come lei… che non si sapeva che famiglia avesse alle spalle e per di più aveva vissuto con dei babbani!

Certo, essendo finita negli Slytherin era probabile che fosse una purosangue.. ma possibile che non s’interessasse minimamente al suo futuro?

Già una volta gli studenti mezzosangue erano stati vittime d’attacchi… possibile che quella cocciuta ragazza non se ne preoccupasse minimamente?

Sospirò e si diresse anch’egli in Sala Grande.

Dietro una colonna Dee lo guardava con aria sognante. Ancora non riusciva ad attribuire un nome al sentimento che cresceva dentro di lei, non aveva il coraggio di chiamarlo amore… ma era sicuramente una bella sbandata.

Anche lei scese le scale per andare a pranzo, persa nei suoi sogni sul bel Malfoy.

 

***

 

Non aveva più fame, parlare con Malfoy le aveva fatto passare l’appetito.

Si sedette sull’erba fresca di fronte al lago.

Le piaceva quel luogo, così silenzioso e tranquillo, lì nessuno l’avrebbe disturbata. O almeno era ciò che pensava.

-          Tutta sola Mayfair?

-          Speravo di sì, Goyle. Che cosa vuoi?

-          Parlare…

-          Sei capace di parlare di qualcosa di sensato? Se no puoi tornartene da dove sei venuto…

-          Bellissima…- mormoro il ragazzo bloccandola contro un albero

-          Lasciami andare, Goyle!

-          Perché?

-          Perché mi dai fastidio… lasciami!

-          E a me dà fastidio il tuo atteggiamento… dovresti essere felice del mio interesse.

-          E invece non lo sono! Lasciami! Non voglio dirtelo un’altra volta!

-          Possibile che tu non riesca a far altro che sputare veleno da quelle splendide labbra che ti ritrovi?

Aveva paura, aveva dannatamente paura!

Goyle stava esagerando… le stava facendo male!

-          Goyle! Basta!

-          Hai ragione.. basta!

Cos’era quello sguardo omicida che gli aveva visto?

Non fece in tempo a darsi una risposta che si ritrovò il volto immerso nelle acque gelide del lago.

Si dibatteva disperatamente per raggiungere l’aria o la sua bacchetta, ma non riusciva in nessuno dei suoi intenti.

Sarebbe morta così banalmente? Si domandò, mentre il canto delle sirene le riempiva le orecchie di dolci litanie.

All’improvviso smise di dibattersi.

-          Goyle! Che cavo… lasciala! Santo cielo! Mayfair! Astrid! Astrid! Rispondimi!

Il giovane Malfoy era andato a cercare il rampollo della casata Goyle, ma mai avrebbe immaginato di trovarlo mentre cercava di annegare la ragazza che amava!

Certo, doveva essere esasperato dai suoi continui e velenosi rifiuti, ma da qui a tentare di ucciderla ce ne correva.

-          Chiama Snape e Madame Pomfrey!

L’altro ragazzo lo guardava inebetito.

-          CORRI!- poi si rivolse alla ragazza- Avanti… respira… forza!

 

***

Dee aveva cercato l’amica con lo sguardo ma non l’aveva vista scendere in Sala Grande. Dove poteva essere finita?

Guardò il cielo terso e pensò che probabilmente si era fermata da qualche parte a prendere il sole e a pensare, ma le sue riflessioni furono interrotte da un Gregory Goyle fradicio che entrò urlando che Snape doveva seguirlo e che era successa una cosa terribile.

Goyle che urlava e Astrid che era scomparsa.

L’ansia si fece strada nel cuore di Deena che si alzò di colpo e corse fuori, seguendo Snape e Goyle.

-          Che cos’è successo qui?

-          Non respira! Professore! Non respira!

-          Si calmi signor Malfoy!- poi si avvicinò alla ragazza svenuta e mormorò un paio di formule magiche e la ragazza aprì gli occhi di colpo e cominciò a tossire, liberando i polmoni dall’acqua.

-          Brava… respira…- mormorò, mentre la ragazza era convulsamente attaccata al suo mantello, poi si rivolse ai due ragazzi- Voi due nel mio ufficio, subito! Pretendo una spiegazione!

-          Astrid…- mormorò Dee tranquillizzandosi.

-          Cof cof.. sto bene… cof…

L’insegnante di Pozioni la prese in braccio senza difficoltà e la portò in infermeria.

-          Oh povera cara! Che ti è successo?

I capelli della ragazzina erano fradici e gocciolavano sulle spalle e sulla divisa formando un groviglio castano; lei non rispose, rossa in viso d’imbarazzo e di fatica. Non aveva mai pensato che respirare fosse così difficoltoso!

-          Un piccolo incidente al lago Poppy.- rispose per lei il professore- La lascio alla tue cure.

-          Ma certo! Povera cara! Ti devi essere spaventata moltissimo!

L’uomo lasciò le due ragazzine con l’infermiera e andò a passo svelto nel suo ufficio.

Com’era possibile che una delle sue alunne fosse finita con la testa sott’acqua?

Voleva una spiegazione e la voleva…

-          Subito!

-          Ma professore.. è stato un incidente!- mormorò Malfoy.

-          Lei era presente signor Malfoy?

-          Ehmm..

-          Era presento o no?

-          No.

-          E allora non dica cose che non sa! E per quanto riguarda lei, signor Goyle, vorrei che mi riassumesse i fatti.

-          Non.. non so…

-          Neanche lei era presente?

-          Io.. sì.. io c’ero.. e…

-          E, signor Goyle?

-          Ho perso la testa…

-          Ha tentato di affogare una sua compagna?- tutti e tre si voltarono verso la porta, dove Albus Dumbledore aveva fatto la sua comparsa.

 

***

 

-          Asty… mi hai fatto prendere un colpo…- mormorò l’altra ragazza.

-          Ora sto bene Dee, non ti devi preoccupare.

-          A quanto pare c’è qualcun altro che era preoccupato…- mormorò sorridendo la Hufflepuff, poi prese in braccio lo strano animale violaceo che somigliava vagamente ad un coniglio.

-          ‘Nigma!- l’animale saltellò allegramente sulle gambe della sua padroncina. – Buono ‘Nigma! Va tutto bene.

-          Che cos’è quel coso?- domandò una voce maschile.

-          Draco Malfoy lui è Enigma, il mio nukir, ‘Nigma lui è Draco Malfoy.

Lo strano animale annusò l’aria e le lunghe orecchie si drizzarono, poi se ne abbassò una sola.

-          Ti ha detto piacere.

-          Bè.. piacere mio… ma che diavolo è un nukir?

-          È un animale molto raro e molto scontroso. È strano che qualcuno lo possieda come animale domestico.

-          Infatti io non lo possiedo Preside, è lui che è così gentile da tenermi compagnia da quando ero piccola.- rispose la ragazza, carezzando il manto violaceo dell’animale.

-          Potrebbe essere pericoloso, lo sai? Nessuno ha mai potuto studiare i nukir e non si sa cosa siano in grado di fare.

Astrid rimase in silenzio accarezzando il morbido pelo del suo animaletto.

-          Astrid, vuoi dirmi cos’è successo al lago?

-          Sono scivolata.

Malfoy e Goyle la guardarono interdetti, non aveva avuto un istante d’esitazione.

-          Ne sei sicura?

-          In realtà non ricordo molto bene… ma è l’unica spiegazione logica, no?- il sorriso innocente che sfoderava faceva impressione viste le menzogne che uscivano dalla sua bocca.

-          Tu non hai proprio nulla da dire allora?

-          Nient’altro Preside.

-          E se ti dicessi che Goyle mi ha raccontato tutto?

-          Bè… è una frana nei salvataggi!

Dee la guardava senza capire… era forse impazzita?

-          Severus… a quanto pare è stato un incidente.

-          A quanto pare.

Astrid abbassò lo sguardo, odiava essere squadrata in quel modo da quell’uomo.. la faceva sentire così insicura.

-          ‘Nigma!

L’animale era saltato giù dal letto e stava saltellando allegramente fuori dalla stanza.

-          ‘Nigma!- lo chiamarono insieme Dee e Astrid e senza pensarci entrambe si misero all’inseguimento dello strano animale.

-          Strana creatura…- mormorò un uomo alto e biondo con un bastone da passeggio.

-          ‘Nigma! Non puoi dare fastidio a tutti!

-          È dunque tuo?

-          Si, mi scusi signore.

L’uomo consegnò l’animale alla ragazza e la osservò incuriosito.

-          Strana creatura anche tu ragazza mia…

Quegli occhi di ghiaccio… sembrava potessero scavarti nell’anima.

Dee tirò leggermente il braccio di Astrid per attirare la sua attenzione.

-          Dovresti tornare in infermeria…

La ragazza annuì allontanandosi da quell’uomo.

-          Papà!

-          Draco.

Lucius Malfoy! Quell’uomo era Lucius Malfoy!

Dee chinò lo sguardo sconfortata, quell’uomo le gelava il sangue.

 

***

La sera stessa Astrid fu dimessa dall’infermeria e si diresse in Sala Grande per la cena, Malfoy le fece segno di sedersi accanto a lui, tra lui e… Goyle…

Si fece coraggio e prese posto tra i due.

-          Perché mi hai coperto?

-          Siamo compagni di casa. Chissà quanti punti ci avrebbero tolto.- replicò atona.

-          Solo per quello?

-          No. Non solo.- prese un respiro profondo- Non voglio rovinarti la vita. Sono lusingata da ciò che provi per me, ma non posso ricambiarti, mi dispiace. Non voglio che la mia vita condizioni la tua. E soprattutto non voglio crearti casini. Neanche il tuo paparino avrebbe potuto tirarti fuori dal pasticcio in cui ti sei cacciato. Ora, per favore, rivolgi la tua attenzione su altre ragazze.

Lo Slytherin chinò il capo intristito ma annuì.

-          Sei stata grande Mayfair! Non hai perso la calma neanche per un secondo. Davvero grande.

Lei annuì distrattamente e si servì un po’ di patate, in realtà aveva ancora un nodo allo stomaco, ma fece finta di niente.

Finita la cena si ritirò nella sua stanza.

Il suo nome era sulla bocca di tutti.

Tutti sapevano cos’era accaduto, e molte ragazze invaghite di Malfoy avevano cominciato a sparlarle dietro… come se lei avesse cercato di farsi uccidere apposta per essere salvata da Malfoy!

Si buttò a peso morto sul tuo letto e chiuse gli occhi.

Non voleva pensare a niente.

-          Niuk… niuk..

-          ‘Nigma… per fortuna che ci sei tu…- mormorò allo strano animale che le leccava dolcemente le piccole lacrime che le si erano formate agli angoli degli occhi.

 

***

Deena aveva guardato la sua amica uscire dalla Sala Comune con una calma innaturale.

Dov’era finita la sua amica? Quella che rideva e scherzava con tutti? Quella che lanciava frecciatine precise e pungenti? Possibile che Goyle l’avesse davvero uccisa?

Lei non conosceva quella ragazza gelida e spietata che si era allontanata poco prima, e questo le faceva paura.

Si alzò stancamente anche lei e si diresse in biblioteca, doveva finire un tema per la Mc Gonagall.

  
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