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Autore: elyblu    12/09/2021    1 recensioni
Se nell'anime Saint Just fosse sopravvissuta all'incidente, come sarebbe stata la vita di Nanako, Kaoru e della stessa Saint Just? Storie di tre ragazze degli anni '90 e dei loro sogni...
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Kaoru Orihara, Nanako Misonoo, Rei Asaka
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lunedì 12 agosto 1991
Kaoru non vuole andare alla visita. Suo padre ha qualche giorno di ferie, mentre sua madre ha chiesto permesso al lavoro, vogliono entrambi giustamente, come loro dovere, essere presenti alla visita oncologica di controllo della figlia; i fratellini di Kaoru, Goro di 11 anni e Ninsei di 5, verranno accompagnati dai nonni, sono sempre stati tenuti all’oscuro della malattia di Kaoru per proteggerli.
“Andate voi io non ci vengo”.
“Principessa devi essere presente anche te, se il dottore vuole visitarti ancora o farti altre domande” le dice il padre; entrambi i genitori cercano di mostrarsi sereni, ma è difficile, specialmente sua madre non dorme da una settimana ed è visibilmente dimagrita rispetto all’anno prima.
“Io non lo voglio più vedere, tanto poi mi riferite voi” in realtà Kaoru sa già che andrà, ma vorrebbe sentirsi dire che non importa, per illudersi che la visita è di poco conto.
“Ma non vedi come stai bene, sei stata eccezionale sia a scuola sia a palla a canestro, è normale che dopo un intervento come il tuo ci si debba periodicamente controllare, ma il paziente deve essere sempre presente alle visite, non si possono fare le visite per procura, poi una ragazza coraggiosa come te, che è sempre così brava e premurosa con le amiche, cos’ha da temere? Sei o no una principessa forte e coraggiosa?”, le argomentazioni di suo padre sono indiscutibili. Sua madre si vede è in pena; è difficile nascondere certi stati d’animo.
Kaoru si alza ed esce coi genitori; i fratellini giubilano perché vanno dai nonni sempre molto più permissivi dei genitori, inconsapevoli di quello che ha passato e sta passando la sorella.
Kaoru vorrebbe non arrivare mai all’ospedale, e invece in poco tempo si ritrova davanti quell’edificio imponente tipo grattacielo rettangolare, ogni volta che lo vede le sale un misto di ansia e tristezza, le stanno salendo le lacrime agli occhi e la nausea, vorrebbe essere dalla sua amica Rei a sostenerla per i postumi dell’incidente, vorrebbe rivivere qualche partita di basket, le manca il suo fidanzato, teme di venire ricoverata in quel casermone bianco e questa volta di non uscirne più, i doloretti ai seni…le metastasi…cosa l’aspetta…le sue amiche hanno un’infinità di progetti, la scuola, lo sport, il tempo libero, forse sta nascendo un nuovo amore fra Rei e Nanako, e lei vivrà tutte queste cose? Ci sarà quando Rei finirà la fisioterapia? Ci sarà quando Rei e Nanako, come spera, si metteranno insieme? E Mariko, la sua fan numero 1?
Il dottore chiama dalla sua stanza di visita “Orihara”. È l’ora della verità….
“Che dire signori Orihara, le analisi di Vostra figlia sono assolutamente perfette”, queste parole sconcertano piacevolmente la famiglia Orihara, il medico sembra a sua volta sbigottito.
“Perfette?” si intromette Kaoru.
“Assolutamente sì, dalle analisi del sangue, ai valori richiesti per indagini tumorali, la tac, la risonanza magnetica, le ecografie, le mammografie, tutto più che perfetto.
“E i dolori al seno?” insiste la sig.ra Orihara.
“Si tratta di assestamenti post intervento, dopo un anno i tessuti si stanno riformando, rimodellando, si tratta anche di una zona che è stata bombardata dai raggi al cobalto e quindi sotto stress possono tornare dei dolori, tanto più che questa signorina fa sport a livello agonistico sforzando molto le braccia, ma è tutto assolutamente fisiologico…ad ogni modo vista l’invasività delle terapie e l’importanza della malattia dovrà fare un secondo controllo più approfondito da un mio collega ex compagno di università noto oncologo che lavora in equipe con un’oncologa di fama nazionale e oltre, specializzata proprio in tumori della mammella. Entrambi lavorano all’istituto oncologico nazionale, questo è l’indirizzo, vengono da tutto il Giappone a farsi curare da loro; il centro ha mezzi diagnostici ad alta risoluzione, biopsie inattaccabili. Ripeto le analisi sono più che perfette, anche troppo”.
“Che vuol dire troppo?” incalza la madre di Kaoru.
“Così, per dire” sembra quasi imbarazzato il medico “fissate un appuntamento, organizzatevi perché so avete altri figli e dovrete chiedere permessi al lavoro, magari ci va solo uno di voi”.
“Non si preoccupi, vuol dire salteremo anche quest’anno le vacanze e andiamo al centro oncologico, Goro e Ninsei vanno dai miei” prosegue la madre di Kaoru.
La famiglia esce sollevata dalla visita, ma fino a un certo punto; perché se va tutto bene va fatto un altro controllo in un centro nazionale? Forse il dottore ha tenuto nascosto qualcosa perché era presente la paziente? I genitori leggono i referti, tutto negativo, i valori del sangue sono nei range esatti…comunque un secondo parere non guasta mai.
Kaoru riceve puntualmente la telefonata di Nanako in serata, che esulta a sapere che la visita è andata benissimo, devono assolutamente festeggiare con Rei e l’avrebbero fatto presso il centro di fisioterapia dove Rei si sarebbe trasferita l’indomani. Kaoru non sa che le stanno tendendo un “tranello”.
Kaoru non si sente sicura, ha uno strano presentimento; perché quella visita al centro nazionale oncologico? Che bisogno c’è? Le stanno nascondendo qualcosa?
La sera di soppiatto origlia le conversazioni dei genitori ma sul più bello “Kaoru spiona Kaoru spiona!!!!”, è Ninsei.
“Zitto scemo!”
“Mamma quella spiona di Kaoru ha detto che sono scemo”.
“Che cos’è questo baccano?”
“Non è vero passavo di qui per caso”.
“Kaoru sei bugiarda ti ho vista con l’orecchio appoggiato alla porta” la canzona Ninsei.
Kaoru scappa a piangere in camera sua, ha il terrore di quella visita supplementare, se sta bene non ce n’è ragione, sta cominciando a pensare che lui sia tornato, magari si sta già diffondendo, ha paura, è terrorizzata e piange.
Arriva la madre “principessa perché piangi, hai sentito, è andato tutto bene”.
“Allora perché devo andare da quei due?”
“E’ normale chiedere un secondo parere, le analisi sono perfette, ma il dottore prima di dichiararti del tutto guarita anche per la sua responsabilità vuole avere una convalida, è la prassi”.
“Mamma perché proprio io?”, sua madre non sa che rispondere, sua figlia - una bambina perfetta, fin dalla prima elementare la prima in assoluto della classe, buona d’animo e generosa come assai poche, nella squadra nazionale di basket dalle elementari e che tra l’altro le assomiglia moltissimo d’aspetto - ha dovuto sopportare una croce troppo grande per la sua età e in fondo ha paura anche lei; sua madre non sa rispondere perché è una domanda che si pone anche lei.
 
Venerdì 16 Agosto 1991
Siamo a metà mattina del 16 agosto, il lunedì seguente (sempre di lunedì tanto per cominciare in allegria la settimana) Kaoru sarebbe partita coi genitori per il centro oncologico; Kaoru sta camminando con Nanako verso la clinica fisioterapica dove è ricoverata Rei, vogliono vedere come si è sistemata, come è la camera, farsi raccontare quali esercizi svolge, come va la respirazione ecc. soprattutto Kaoru è curiosa sul funzionamento del corpo umano, sulle patologie e relative guarigioni, da quando venne operata di tumore.
Takehiko è già appostato all’ingresso della clinica fisioterapica; Rei sa dell’appuntamento a sorpresa ed è curiosa, vorrebbe essere lì, tiene le dita incrociate e spera che la sua amica non faccia l’errore di escludere ancora una volta il fidanzato dalla sua vita; Fukiko è con Rei; Rei pensa a quale potrebbe essere la reazione della sorella se sapesse dell’incontro programmato a sorpresa per Kaoru con Takehiko; “chissà se le è passata …” si chiede.
Takashi è con Takehiko perché è curioso pure lui, ma sta più in là…
Nel frattempo Kaoru si sfoga con Nanako “Principe Kaoru vedrai che è solo un secondo parere, le analisi sono perfette”, Nanako spera che vada bene l’incontro con il suo caro fratello, deve poi affrontare l’argomento con suo padre su Takehiko; perché le hanno tenuto nascosta l’esistenza di suo fratello e perché suo fratello è stato abbandonato da suo padre? Deve capire e sapere, ma prima c’è Kaoru, la migliore amica del suo amore Saint Just nonché ex ragazza del suo caro fratello…
“Nanako se lui è tornato questa volta per me è finita, sentii per caso una conversazione fra il mio ex e il mio oncologo l’anno scorso, l’oncologo fu chiaro, una recidiva per me sarebbe letale”.
“Basta principe Kaoru mi fai paura” Nanako ha già le lacrime agli occhi.
“Nanako fammi una promessa”.
“Ma promesse di che principe Kaoru?”
“Promettimi che seguirai sempre Rei, non lasciarla sola, è una ragazza molto intelligente, estremamente sensibile, potrebbe farsi del male, lei ha avuto un’enorme fortuna a trovare te … io la conosco, secondo me ti sta corrispondendo, ma non se ne rende conto perché sta ancora male per l’incidente, poi fino a poco fa era ostaggio della sorella, ma tu stalle dietro, proteggila, ha sofferto molto, non è stata fortunata, ha bisogno di amore e dolcezza”.
“Io la amo moltissimo, ma credo che ora la situazione si sia stabilizzata, con Fukiko sembra andare d’accordo, Fukiko mi sembra cambiata”.
“Ma … non lo so” chiosa Kaoru.
“Perché dici così Kaoru? Fukiko è sempre così gentile”.
“Ma…sicuramente con la sorella è cambiata, alla fine dopo tutte le sue cattiverie e angherie si è resa conto dei suoi gravi errori con la sorella, ma ho paura che con le persone diverse dalla sorella sostanzialmente rimanga uguale; ricordati Nanako che alla nostra età ormai il carattere è quello, e da Fukiko ne ho viste combinate un po’ troppe e anche troppo brutte; Takashi è un bravissimo ragazzo, così come è buona e brava Rei, ma Fukiko non riesce a convincermi”.
“Tutti meritiamo una seconda possibilità”.
“Sarà ma dipende, stai attenta Nanako a Fukiko, non permettere a nessuno di violare il tuo amore per Rei…”.
A un certo punto si sente chiamare “Kaoru”, è il caro fratello…
Kaoru sbianca “E tu cosa vuoi dalla mia vita?”
“Kaoru voglio farne parte, non puoi escludermi, voglio stare con te, non amerò mai nessun’altra ragazza al mondo al di fuori di te. Perché non vuoi condividere la tua vita con me? Perché con le tue amiche sì e con me no?”
“Impiccioni che non siete altro” Kaoru si rivolge a Nanako e a Takashi che ha intravisto con la coda dell’occhio dietro un albero “perché non vi fate gli affari vostri?”
“Ma principe Kaoru perché vuoi escludere Takehiko dalla tua vita? Potrebbe darti molto sostegno morale in questo momento, ora che hai le analisi di controllo, dici a me di stare dietro a Rei e di lottare per il mio amore per Rei e poi tu abbandoni Takehiko”.
“E’ diverso” Kaoru parla con Nanako e si sente afferrare alle spalle da Takehiko.
“Kaoru non lasciarmi un’altra volta, noi ci amiamo”.
“Lasciami, trovati una ragazza non mutilata e sana, non voglio la tua pietà, se ti dico di stare fuori dalla mia vita stanne fuori”, Kaoru scappa piangendo.
Takehiko è sconvolto. Intervengono Nanako e Takashi “Take rincorrila, cosa stai fermo?”
“Non mi vuole, mi rifiuta”.
“Ma possibile che sei sempre il solito carciofo? Agisci” strilla Takashi.
Dopo questo strillo Takehiko corre dietro a Kaoru “Kaoru aspettami”.
“Vattene, fatti gli affari tuoi”, la gente per strada guarda stralunata Takehiko e Kaoru che corrono a perdifiato e strillano a squarciagola lei “Vattene” e lui “Ti amo, non mi lasciare, sei ingiusta con me”.
Alla fine lei si ferma “bene, hai fatto il tuo spettacolo, sarai contento! Se una persona ti chiede di lasciarla in pace rispettala, io voglio stare da sola, non ho i seni, probabilmente non posso neppure avere figli, forse lui è tornato, allora perché mi assilli e soprattutto perché sei così masochista?”
“Ma che me ne importa del seno? A me mi importa solo di te. Che mi importa poi dei figli che tra l’altro siamo giovanissimi e chi ci pensa alla nostra età? Magari quando saremo in età da averne può darsi non li vorremo neppure! Io voglio stare con te, voglio te, anche nella malattia, insieme siamo una forza, nulla ha più senso per me se tu non ci sei, nemmeno il progetto di studio semestrale in Germania”.
“Ora dici così perché hai 23 anni e sei invasato dall’amore, poi voglio vedere in un secondo momento nel bel mezzo della malattia e dei problemi se sei ancora così poetico; io non ti voglio, lasciami, non voglio tu mi veda nella malattia, lasciamo solo bei ricordi, non infanghiamo il bello che c’è stato con il dramma della mia malattia che rovina tutto, lo capisci che è proprio perché ti amo e ti amerò per sempre che faccio questa scelta? Non voglio che tu ti rovini la vita in mezzo a ospedali, terapie, finiresti per odiarmi e sentirti costretto, sacrificato, e io non voglio, io sì ti amerei fino alla fine, ma tu no, vedresti alla fine la mia morte come una liberazione, non aspetteresti altro, perderesti l’amore per me, così invece mi amerai per sempre; è stato bello, bellissimo, ma finiamola qui” la voce è ferma, impassibile, gli occhi pieni di lacrime.
Takehiko è impalato “la mia vita è rovinata se tu non ci sei, io amo tutto di te, anche mentre sei malata; se lui dovesse tornare e io non ci fossi non me lo perdonerei mai, io sto male a non venire ai tuoi controlli, a non parlare coi dottori, a non partecipare alle tue terapie; come potrei odiarti? il mio amore è infinito”.
“Allora se è infinito, rispetta la mia volontà; se mi ami davvero come dici, rispetta la mia volontà; se mi ami davvero difendi e conserva il bello che c’è stato, e ora levati di torno”.
Takehiko non ha più forza, la vede allontanarsi e vorrebbe solo sprofondare….
 
Spuntano Takashi e Nanako da dietro una statua, lo vedono piangere, non sanno cosa dirgli, gli stanno vicino e questo serve anche se non risolve. Nanako comincia ad essere arrabbiata con Kaoru, deve dirgliene due….ora però deve andare da Saint Just e commentare con lei…purchè Fukiko/Lady Miya non sia ancora in stanza con la sorella, altrimenti non si può parlare liberamente…
 
“Nanako sei fantastica, sei arrivata da tuo fratello al momento giusto, arrivi sempre nel momento giusto, sei un angelo custode. Io non capisco perché Kaoru escluda così Takehiko dalla sua vita” commenta Saint Just, delusa da come è andato a finire l’incontro a sorpresa organizzato con tanto zelo dal fratello Takashi.
Nanako è triste per il fratello, si sfoga con la sua amata “non riesco a vederlo così”.
“E’ strano” dice Saint Just “Kaoru e tu mi avete insieme fatto capire che da soli non ce la possiamo fare, che quando si ha un grande problema, personale, familiare o di salute senza le persone che ci vogliono bene non lo si può affrontare, te e Kaoru siete state fondamentali, senza di voi non avrei mai raggiunto la serenità d’animo, mi chiedo sempre dove sarei e come avrei fatto senza di voi; Kaoru comportandosi così con tuo fratello si contraddice, magari le telefono”.
“Anche tu sai che Takehiko è davvero mio fratello? Le è scappato detto involontariamente a Kaoru che credeva lo sapessi” interviene Nanako.
“Povera ma jolie poupee l’hai saputo così per caso, i genitori sono reticenti sulla loro vita, anche mia madre mi raccontava poco e niente, si suicidò davanti a me, però il resto l’ho ricostruito mettendo insieme quelle pochissime cose che mi raccontava di tanto in tanto, quelle altre cose che involontariamente le sentivo dire alla nonna o a qualche vicina di casa mentre la intravedevo piangere; quando tornavo a casa gli ultimi tempi in cui era viva la vedevo distesa sul letto mentre piangeva; il resto l’ho intuito o dedotto, ma credi chissà quante cose non so. Comunque una cosa voglio dirtela : tuo padre non è una brutta persona, sono sicura vuole bene a Takehiko e tiene a lui, gli ha sempre versato puntualmente l’assegno di mantenimento fino al raggiungimento della maggiore età, Takashi una volta mi ha detto che c’è una storia assai complicata a monte, tuo padre fu piantato dalla madre di tuo fratello per un tipo bizzarro, altro non so, forse ho chiacchierato anche troppo…ma non posso vederti triste, ti voglio troppo bene e poi ora devi stare serena più che mai perché sono molto duri gli esercizi che mi fanno fare e mi servi energica, propositiva, senza di te non rendo come dovrei”.
Saint Just e Nanako prendono sempre più confidenza, si divertono molto in presenza di Tomoko, Mariko e delle altre compagne di classe di Saint Just, ma stanno bene anche quando sono loro due sole; fra di loro possono confidarsi e dirsi cose che non direbbero in presenza delle altre, cose sulle loro famiglie, il passato burrascoso di Saint Just, i loro sentimenti, stati d’animo, si sta creando un’intimità sempre maggiore.
Proprio Saint Just ha tranquillizzato Nanako su suo padre, le ha dato degli input sul fatto che suo padre è una brava persona, fu lui ad essere lasciato dalla madre di Takehiko, ha sempre versato il mantenimento fino al compimento dei 20 anni al figlio; sarà un caso che sia stata Saint Just a dirglielo?
“Saint Just grazie per queste cose che mi hai detto, sei sempre così buona con me”.
“Nanako non dimenticare mai cosa mi promettesti quella volta che marinammo la scuola; non cambiare mai” e come quella volta Saint Just le accarezza il viso. Nanako vorrebbe baciarla, ma non può, la ama, si perde nei suoi occhi viola, avvicina il suo viso a quello di Saint Just, vuole almeno guardarla fissa negli occhi.
“Saint Just era destino ci incontrassimo? Ho tanta confusione in testa in questo periodo”.
Saint Just in quella domanda sul destino intravede quasi un principio di una nuova dichiarazione d’amore; quella domanda la mette in confusione più che mai e oltrepassa quindi l’argomento “A chi lo dici Nanako, respiro ancora male, sono sconvolta dall’incidente che ho avuto, da quello che ho rischiato, sapessi come sono difficili gli esercizi, eppure erano movimenti che facevo senza accorgermene prima dell’incidente e ora per me sono così stancanti e dolorosi, temo di non tornare come prima, sono stata sconsiderata a sporgermi”.
“Ci sono io Saint Just, non escludermi, non farmi quello che Kaoru fa a Takehiko”.
“Io non ti escluderò mai, ma piuttosto per quei due facciamo qualcosa, io sono impedimentata ma tu stacci più dietro”.
Arriva Lady Miya, fine delle confidenze….
 
Frattanto Takehiko e Takashi stanno organizzando la prossima mossa per la missione Kaoru; Takehiko non vuole arrendersi. “Ho trovato – sbotta Takashi – sono un genio! Blitz all’istituto oncologico, fatti dire da Nanako dove è l’istituto e noi anzi tu compari all’ingresso della stanza della visita”.
“Ma Nanako non sa l’orario della visita”.
“Qual è il problema? Faccio una chiamata al centro oncologico fingendomi il padre di Kaoru, dico che ho perso il foglietto dove ho annotato l’orario e il nome del medico e me lo faccio ridire”. “Fantastico, complimenti” commenta Takehiko.
“Vedi, sono un genio! Cosa faresti senza di me?” sghignazza Takashi.
Partiranno anche loro lunedì sera in modo da svolgere il blitz la mattina seguente.
 
Kaoru poi si è calmata, ha capito che le sue amiche hanno architettato l’agguato di Takehiko a fin di bene, e non può non salutare la sua amicona Rei prima di partire per l’istituto oncologico. Nanako è già andata via dal centro di fisioterapia prima del suo arrivo; Kaoru la chiamerà in serata per finire il discorso interrotto dall’esibizione di Takehiko.
Rei ha il torace dolorante, fa esercizi per la respirazione, sta ricominciando a camminare, ma muscoli e ossa risentono ancora dell’incidente, può fare solo piccoli passi, avendo una gamba ingessata e una steccata; mangia poco.
“Non capisco il tuo comportamento, Kaoru, proprio tu che mi hai insegnato la forza e l’importanza dell’amore delle persone intorno a noi, che mi hai fatto capire che mi sarei rovinata se avessi continuato ad arrovellarmi nei miei problemi, senza aprirmi, senza confrontarmi, hai visto anche tu in quale abisso stavo cadendo, perché allora tu non fai quello che agli altri dici di fare? così facendo rinneghi te stessa”.
“E’ diverso Rei, tu sei sana, stai bene, io ho sopra di me una spada di Damocle, se lui ritorna sono spacciata, il medico fu molto chiaro, non avrei una seconda possibilità, perché devo far vivere un’esperienza traumatica alla persona che amo? Perché fargli vivere il calvario della mia malattia, farmi vedere mentre il mio organismo si atrofizza, degenera, magari divento anche cattiva per la malattia, alla fine Take ricorderebbe soltanto la malattia e tutti gli annessi e connessi, il nostro amore si volatizzerebbe in un vortice di dolore, in un incubo che terminerebbe con la mia morte aspettata a gloria, non voglio questo, devo proteggere questo grande amore e soprattutto Takehiko, ora più che mai, Rei. Sento che lui è tornato”.
“Se è vero amore la malattia non potrà scalfirlo; amore e amicizia rimangono proprio nei momenti difficili, vedi che continui a contraddirti, io sono stata pessima durante il mio periodo nero, volevo stare sola, prendevo pillole, a volte bevevo alcolici, fumavo regolarmente, anch’io stavo perdendo la salute, e senza te e Nanako non so dove sarei a quest’ora; non fare l’errore che stavo facendo io, l’amore e l’amicizia fanno miracoli, sublimano tutto, neanche un tumore maligno può annientare l’amore e l’amicizia, non c’è niente di più bello che aiutare le persone che ami, e poi non è detto che lui sia tornato, non essere disfattista”.
“Che poetessa sei diventata!” prova a scherzare Kaoru “io devo fare quello che mi sento di fare, amo troppo Takehiko per vederlo sconfitto dalla mia malattia, ma ho bisogno del tuo affetto Rei, senza di te non posso farcela”.
“Io ci sono sempre anche se ora sono ammaccata, e poi ricordi? C’è uno gnomo portafortuna che ci unisce, vedi lo porto sempre al collo”.
“Anch’io porterò il mio gnomo al centro oncologico, sarà come avere la mia migliore amica accanto”, si guardano complici “non farti sfuggire Nanako”.
“Come? Siamo già amiche”.
“Appunto siete amiche, ma instaura con lei il rapporto che meglio vi rappresenta”.
“Che dici?”
“Non fare finta di non capire, lo vedo che c’è del tenero”.
Rei è perplessa, sente qualcosa di particolare per Nanako, ma con i postumi dell’incidente e tanti pensieri sul suo futuro non ha tempo e modo di riflettere sui suoi sentimenti, non sa che pensare, davvero è amore? Kaoru intanto prosegue “Nanako quando viene a trovarti è sempre bella, truccata, elegante, venerdì poi era particolarmente sexy, di’ la verità!”
“Non lo so, sono così confusa, che significa sexy?”
Kaoru ride e se ne va, cercando di pensare ad altro, mentre Rei la guarda con malinconia e dolcezza, quella dolcezza di sguardo che solo Rei ha.
 
A proposito di Nanako, Kaoru dopo cena chiama Nanako perché non l’ha incontrata da Rei e ci tiene a finirle il discorso che le stava facendo prima dell’agguato di Takehiko.
“Kaoru mica ce l’hai ancora con me? Noi abbiamo agito a fin di bene, perché sei una brava ragazza, meriti di essere felice, tu e mio fratello vi amate e non è giusto non viviate la vostra storia”.
“Nanako non ce l’ho con voi, conosco le vostre buone intenzioni, ora non parliamo di me, parliamo di te e di Rei, sai quanto ci tengo a lei e quanto tengo anche a te, te lo ripeto stai dietro a lei e fai attenzione a Fukiko, proprio ora che Rei sta diventando consapevole e indipendente dalla sorella, che si sta aprendo alla vita e all’amicizia, va seguita; dalle il tuo amore, falle vedere che la ami, tu che ne hai l’opportunità. Hai però un difetto Nanako e te lo devi togliere in tutti i modi”.
“Dimmi…che ho fatto?”
“Appena vedi che una persona a te cara sta male cominci a piangere in sua presenza; è bello tu sia così empatica, ma in un momento di tristezza e sofferenza una persona ha bisogno di essere rassicurata, di ottimismo, se ti metti a piangere dai alla persona in difficoltà la conferma che la situazione è davvero brutta oppure le fai capire che ti fa pena il che è lo stesso. Impara a controllare le tue emozioni in questi casi, non farti vedere abbattuta, specialmente da Rei”.
“Hai ragione principe Kaoru, perdonami se ti ho fatta innervosire per questo, non era mia intenzione”.
“Non hai nulla da farti perdonare, sei una persona meravigliosa, sei come tuo fratello, sei solo molto sensibile, anche questa è una caratteristica che hai in comune con Rei, siete proprio fatte l’una per l’altra; è solo una raccomandazione che ti faccio a fin di bene, perché mi sei simpatica e ti considero un’amica”.
“Anche tu principe Kaoru sei un’amica preziosa per tutte noi”….
Nanako vorrebbe raccontarle di averla sognata insieme a suo fratello, ma ora non è veramente il momento.
 
Martedì 20 agosto 1991
L’istituto oncologico dove deve andare Kaoru è un gigantesco edificio a forma di disco volante, architettura avveniristica, non sembra neppure un ospedale, sembra più un ministero importante o la sede di un’organizzazione internazionale; quando entri dentro, però, senti un’atmosfera tetra, pesante, tutto è terribilmente bianco, un bianco allucinante, tipico degli ospedali, medici e infermieri molto seri.
Kaoru ha voglia di piangere, altri esami l’aspettano, stringe lo gnomo al collo, quello gnomo che sua madre le regalò l’anno prima, e che ora lei a sua volta ha regalato a Rei, le fa sentire vicina Rei, deve fare l’ingresso, poi verrà ricoverata in hospital day per analisi di routine e fra 3 giorni avrà gli esiti. Nella sala d’aspetto vede da lontano una figura familiare… “non sarà per caso ancora Takehiko? Ti prego no”, pensa.
E invece è lui, Takehiko Henmi che si alza appena la vede “Buongiorno” (ovviamente dietro la sala d’aspetto Takashi tiene la situazione sotto controllo).
 “Takehiko che bello vederti, che piacere” gli fanno festa i genitori di Kaoru, che hanno sempre disapprovato la decisione della figlia di lasciarlo, ma Kaoru, quando prende una decisione, è impossibile smuoverla.
“Chi ti ha detto che ero qui e perché sei venuto? Allora non capisci. Sarai anche laureando, sarai anche in partenza per un periodo di studi in Germania per studiare la letteratura europea, ma sei veramente testone in tutto il resto”.
“Kaoru” prova a intervenire la madre.
“Mamma lascia fare a me”.
“Io voglio esserci”.
“Chi credi di essere?”
“Il ragazzo che ti ama”.
“Hai violato la mia riservatezza e la mia volontà, questo per te è amore? Imporre te stesso a chi ami per te è amore?”
“Potrei dire la stessa cosa di te, che non capisci che amore è stare vicini in salute e in malattia”. “Ora reciti anche la formuletta del matrimonio, se mi ami come dici vai via”.
“Non puoi trattarmi così”.
“E’ vero” sbuca Takashi “fai tante belle chiacchiere con mia sorella Rei che non si deve stare soli e dobbiamo farci aiutare nelle difficoltà e tu fai molto peggio, almeno Rei ora che l'ha capito si lascia aiutare e si riavvicina alle persone, tu invece predichi bene e razzoli male”.
“Tu da dove sorti fuori e cosa vuoi? Non ti intromettere, sei sempre il solito intrigante pettegolo, il fedelissimo segugio del tuo amico, pronto a immischiarti in affari che non ti riguardano, cosa c’entri tu fra noi? Spione!”
Takehiko lancia un’occhiata a Takashi per fargli capire di stare al suo posto e prosegue “io non me ne vo, io entro con te dai dottori”.
“Vattene” scandisce Kaoru con voce alterata.
Intervengono degli infermieri che si rivolgono adirati a Takashi e soprattutto a Takehiko “Ragazzi come vi permettete di turbare una paziente, questo è un istituto oncologico, o forse non sapete cosa sono i tumori? Non siamo al mercato. O andate via o chiamiamo la sorveglianza”.
Takehiko esce demoralizzato e deluso ancora una volta e se la rifà con l’amico.
“Complimenti genio, col tuo piano hai peggiorato più che mai la situazione, ora sì che mi rifiuta e mi odia, e io che ti do anche retta”.
“Almeno io agisco, propongo delle idee, magari sbaglio ma mi do da fare come posso”.
“E infatti guarda che risultato, manca poco chiamano pure la sorveglianza”.
“Take abbiamo fallito perché quella è più testarda e piccosa di un mulo, Kaoru ha queste impennate di saccenza, devi riconoscerlo, ma bisogna continuare ad agire, inventiamo un’altra strategia, non possiamo abbandonare proprio ora la missione Kaoru, l’immobilismo che segui tu è sempre perdente, non puoi aspettare sempre che le cose ti piovano dal cielo. Forse lo so perché tu non hai mai avuto un rapporto con tuo padre dopo la separazione dei tuoi genitori”.
“Che c'entra ora mio padre?”
“Probabilmente tuo padre ha un carattere simile al tuo, arrendevole, che si abbatte subito, si rassegna e si dà per vinto prima di lottare o semplicemente provare; quando è stato lasciato da tua madre e si è visto escludere dalla vostra vita, deve aver dato per scontato che non sarebbe servito a nulla lottare per te, per mantenere almeno un rapporto con te, e si è rassegnato alla tua perdita....”.
Takehiko non ci aveva mai pensato…gli amici servono anche a questo, a farti da specchio e a farti vedere quello che tu non sei in grado di vedere…
“Poi non capisco” prosegue Takashi “mi hai detto che per poter essere ammesso a quel programma semestrale di studio e ricerca in Germania ti vuoi far fare una lettera di presentazione proprio da tuo padre, perché vuoi affrontarlo. Quando me lo hai detto, sono stato felicissimo. Ho pensato ‘finalmente Takehiko affronta le situazioni di petto, vuole chiarirsi, sta diventando aggressivo contro la sorte’”.
“E quindi? Voglio vedere la reazione di mio padre, voglio vedere se mi vuole bene, se sa spiegarmi perché è sparito così, io devo sapere o almeno rendermi conto”.
“E questo ti fa onore, perché un’altra persona al tuo posto avrebbe evitato per non ricevere un’altra grande delusione dal genitore sparito. Ma se sei diventato all’improvviso così risoluto proprio con tuo padre, perché con Kaoru hai delle remore? Dovresti temere più le reazioni di un genitore rispetto a quelle di una ex fidanzata che ti ha allontanato in fondo a fin di bene”.
“E’ diverso, perché io amo talmente tanto Kaoru che non potrei mai accettare un rifiuto definitivo da lei, anche adesso sono a pezzi, non sono in grado di guidare l’auto neanche per un chilometro, non so come fare a terminare le mie relazioni per l’ammissione al programma di studi europeo. Mio padre mi ha fatto molto soffrire, ma ormai sono tristemente abituato al suo abbandono, ho bisogno essenzialmente di sapere e capire, una sua eventuale indifferenza mi farebbe indubbiamente soffrire, ma visti i precedenti sono pronto a tutto, poi ho ritrovato mia sorella Nanako che mi vuol bene e che è una bellissima persona, per me che sono stato figlio unico è stata un grande arricchimento; ma Kaoru non potrei pensare di averla persa per sempre, preferisco rimanere col dubbio”.
“Ma quale dubbio e dubbio? Proprio perché la ami così tanto devi sapere tutto fino in fondo e devi lottare; i genitori non si scelgono, gli amici e i fidanzati sì e dobbiamo lottare per le nostre scelte, dobbiamo lottare per le persone e i progetti che amiamo. Take fai un grande passo avanti con tuo padre, perché io al tuo posto non credo avrei avuto il coraggio di affrontarlo, e un passo simile proprio da parte tua mi aveva fatto pensare a una tua crescita personale; poi però ritorni il solito proprio con Kaoru e mi cascano le braccia”.
“Ma io non posso andare avanti con la certezza che lei davvero mi esclude e non mi vuole”.
“E invece devi insistere e lottare fino allo stremo e sapere tutta la verità, perché comunque devi volere bene anche a te stesso, e se resti col dubbio – te l’ho già detto e devo sempre ripetertelo – non andrai mai avanti, non ti ricostruirai mai una vita, perché ti crogiolerai nel dubbio e nell’illusione di averla ancora, e aspetterai un segnale dal cielo che ti aiuti, un segnale che non arriverà mai perché come ti ho già detto siamo noi a dover agire. Levati ogni dubbio, magari avrai un enorme dispiacere se le cose non andranno come dici tu, ma dopo potrai finalmente girare capitolo, rinascere e percorrere la tua strada, non abbandonare proprio ora questa importante missione, e poi non c’è due senza tre!”
Takehiko non ha la forza di guidare tanto è demoralizzato, lascia che guidi Takashi, ma riflette attentamente sulle parole dell’amico, le cose ripetute più e più volte alla fine servono, non deve arrendersi, Kaoru merita ancora più di suo padre di essere cercata da lui, non deve aspettare sempre un segnale dal cielo come fatto finora, forse suo padre era così come lui? Ha ragione Takashi? Forse sta facendo gli stessi errori di suo padre? Se è così, lui non deve essere come suo padre, si è visto cosa succede a essere come suo padre…deve cambiare e seguire i consigli di Takashi…
“Hai ragione Taka, non mi arrenderò”.
“Ho sempre ragione!” risponde Takashi “cosa faresti senza di me?”
“Non lo so, ma meno male ci sei! Se non ci fossi bisognerebbe inventarti”; effettivamente dopo il disastro con Kaoru, ci vuole un amico accanto…
In quel momento Takehiko pensa la stessa cosa che ha detto Nanako a Rei “non puoi superare nessuna difficoltà senza i tuoi amici”, sono fratelli spirituali Nanako e Takehiko, e sono molto simili…..
 
I due oncologi sono molto austeri, esaminano le analisi di Kaoru e confermano che sono veramente ottime, hanno facce perplesse, come se per loro non fosse normale avere delle analisi così perfette a distanza di un anno da un tumore maligno che aveva richiesto una mastectomia e linfadenectomia ascellare bilaterali in paziente sedicenne.
Kaoru ricomincia il tour delle analisi, prelievi, ecografie, mammografie, tac, raggi, RM, e biopsia.... l’analisi che teme di più. Vede in fila alle analisi con lei persone tristi, preoccupate, sono tutti pazienti che hanno avuto a che fare con tumori, è un centro oncologico di fama nazionale, la maggior parte dei pazienti sono molto gravi, altrimenti non si sarebbero spostati fin lì.
Al momento delle analisi radiografiche, tac e RM le chiedono di togliersi la collana con lo gnomo protettivo.
“Ma è in vetroresina non dà noia per il contrasto”.
“Se ti dico di togliertelo, te lo devi togliere, te lo rimetti dopo” risponde il tecnico delle analisi senza troppi complimenti.
Nei tre giorni seguenti Kaoru rimane nella città coi suoi genitori che per cercare di distrarla la portano a musei, mostre, a vedere vetrine di negozi, visitare dintorni, anche se lei non riesce a pensare ad altro che a ‘lui’ e al fatto che per ‘lui’ ha dovuto lasciare Takehiko…..
 
Giovedì 22 Agosto 1991
L’oncologo del centro nazionale tumori ha esaminato e controesaminato tutte le analisi di Kaoru Orihara, si è confrontato a lungo con la collega specializzata in senologia, non c’è alcun dubbio. Le analisi sono perfette, non c’è un valore sballato o incerto. In particolare le biopsie di quest’anno e dell’anno scorso sono lampanti… hanno studiato e confrontato i referti, compresi quelli dell’anno prima inviati dal collega curante di Kaoru, hanno approfondito la letteratura medica, rivisto le analisi, sia quelle dell’anno prima che quelle di quest’anno…
“E’ stato imperdonabile, cos’hanno combinato i colleghi? Non vedi come si legge male la tac dell’anno scorso? È chiaro che la macchina non doveva essere funzionante quel giorno, avrebbero dovuto rifare la tac punto e daccapo, e poi quella biopsia esaminata così superficialmente”; la dottoressa è scandalizzata “ma che razza di medico è il tuo amico? Ha liquidato in fretta e furia un caso che andavo studiato approfonditamente; tra l’altro un caso noto in letteratura medica proprio perché un esame superficiale delle analisi in genere trae in inganno sulle conclusioni. Il classico falso positivo. È un collega, ma avrei voglia di denunciarlo, dovrà assumersi le sue responsabilità”.
Il dottore, amico dell’oncologo di fiducia di Kaoru, è deluso, amareggiato, la sera stessa dopo cena da casa telefona al suo amico, compagno di università, laureato brillantemente con lui, non capisce cosa sia potuto succedere.
“Pronto?”
“Cretino! Ma sei impazzito?”
“Oh, perché mi aggredisci così?”
“Ma cosa avete fatto a quella povera ragazzina che mi hai mandato? Ti rendi conto?”
“Che è successo? Le analisi erano buone, il percorso che abbiamo fatto è quell” non finisce di parlare.
“Sono sì buone le analisi, non ha mai avuto il cancro! Il nodulo al seno era di tipo benigno, ma come avete fatto a non accorgervene? La tac praticamente era illeggibile, come non averla fatta, ma non ve ne accorgete quando un macchinario va riparato o sostituito, perché non le hai rifatto la tac? La biopsia sembra tu non l’abbia neanche studiata, l’hai liquidata subito, quando aveva delle implicazioni molto complesse. Questo è un caso famoso in letteratura medica come falso positivo. Se studiavate meglio le analisi avreste visto che la paziente aveva un tipico nodulo benigno; una volta asportato, il discorso finiva lì”.
Il dottore di fiducia di Kaoru (fiducia molto mal riposta) sta per svenire, l’ha fatta grossa davvero.
“Le avete fatto patire le pene dell’inferno, operazione, cobaltoterapia, chemio, mastectomia bilaterale, linfadenectomia bilaterale ascellare, e meno male non le avete aggiunto la terapia ormonale di 5 anni, ha pure perso un anno di scuola, senza contare il trauma psichico. Ma ti rendi conto del macello che hai fatto? Ora dimmi perché? Perché hai tirato via? Con quella povera bambina avete giocato all’allegro chirurgo”.
“E’ colpa dei due specializzandi a cui delegai la paziente, non hanno capito nulla i dementi, li farò espellere dalla scuola di specializzazione, non avrei dovuto fidar”
“Demente tu, non certo loro! Sei pessimo! Dai la colpa agli specializzandi che hanno fatto solo quello che tu gli hai detto di fare, sei che tu devi vigilare, seguire, istruire gli specializzandi, gli specializzandi sono specializzandi, sono tuoi allievi che devi supervisionare, non sono colleghi a cui delegare i casi, se non avevi tempo, dovevi affidare la paziente a un altro collega, e te la rifai invece con gli specializzandi; loro hanno solo avuto la sfortuna di avere un mentore come te, sei tu da licenziare”.
“Hai ragione, ma avevo una marea di pazienti, non ce la facevo a star dietro a tutto, tra l’altro in quel periodo i miei genitori avevano entrambi problemi di salute, io sono figlio unico, poi sono separato con 3 figli di età diversa da seguire”.
“Non hai giustificazioni, dovevi dirottare la paziente su un collega se non avevi tempo di seguirla, ora con quella ragazzina ti assumerai le tue responsabilità, non so ancora come dirlo alla famiglia”. Il medico di fiducia di Kaoru si mette le mani nei capelli…delega oggi, delega domani, alla fine è stato fatto un danno, e che danno…
 
Venerdì 23 agosto 1991
I tre giorni volano e siamo pronti per il verdetto finale. Kaoru vorrebbe stare in qualsiasi altra parte del mondo, ma non lì, le tremano le gambe, a stento cammina, si appoggia alla sua amata mamma. Non ha mangiato nulla a colazione, avrebbe rimesso tutto.
È arrivato il fatidico giorno della consegna degli esiti degli esami. Con sollievo di Kaoru, i dottori sono in ritardo di un’ora abbondante, e quindi per distrarsi decide di fare due passi da sola, chiede ai genitori di aspettarla, “Principessa mi raccomando sii puntuale”.
“Certo obbedisco sempre”, vuole andare al parco davanti all’istituto, ma poi le viene in mente un pensiero perverso, sono circa le 12:30, è l’ora del passo ospedaliero, ha una curiosità morbosa, vuole vedere un reparto specifico di oncologia, il reparto dei malati più gravi, quelli a termine. Martedì quando arrivò le cascò l’occhio sull’indicazione all’ingresso della struttura, vuole sapere cosa l’aspetta, è inutile tergiversare, vuole essere preparata, sente che ‘lui’ c’è, ‘lui’ è lì con lei, e non le darà scampo come ha previsto il suo oncologo, ha paura, ma sente come una calamita dentro di sé verso quel reparto, rientra in ospedale, sa che sta facendo una pazzia, non si devono sapere certe cose, è bene vivere nell’ignoranza fino alla fine, ma lei è coraggiosa, lei è principe Kaoru, ammirata dalle sue compagne di scuola, quella che ti costringe a guardare in faccia la realtà, che ti dice le cose nel viso, pane al pane, vino al vino, entra, le gambe vanno spedite, si sente un robot, è come se una forza esterna la spingesse verso quel reparto, e alla fine cammina cammina è lì davanti a lei “REPARTO CURE PALLIATIVE”.
Ancora la porta è chiusa, ci sono altre persone in attesa di entrare, tristi, abbattute, alcuni si asciugano il viso di continuo. Kaoru finge di stare pensando ad affari suoi, e invece ha l’orecchio tesissimo, cerca di carpire le chiacchiere che si scambiano quelle persone in attesa di entrare, non dovrebbe, ma non resiste “un giorno è svenuto all’improvviso, si pensava fosse un calo di zuccheri, stress per esami universitari, invece ……………, ormai siamo in fondo…..” “sembrava una normale sciatica visto il suo lavoro di infermiera sempre in movimento, poi si è progressivamente immobilizzata, ………………”, “ha smesso di digerire ………………… 4 mesi di vita”.
Kaoru cerca una sedia dove mettersi a sedere, perché le gambe non la sostengono, vuol tornare indietro, ma ormai vuole entrare, vuole vedere finchè non sente quello che non vuole sentire “tre anni fa mia sorella ha avuto un tumore al seno che sembrava guarito e poi si è ripresentato con metastasi, non sappiamo come dirlo alle bambine che la mamma non tornerà più a casa, ha solo 35 anni”. Kaoru vede già lei al suo posto. Almeno quella signora ha vissuto fino a 35 anni, lei ne ha meno della metà….
La porta si apre, entra e comincia a sbirciare nelle varie stanze, vede persone molto sofferenti, alterate d’aspetto, molto magre, sente piangere, sente familiari arrabbiati perché il personale è in ritardo con la somministrazione di morfina, sente lamenti, alla fine si sofferma sulla paziente del tumore al seno, perché con la coda dell’occhio ha seguito la sorella che stava andando a visitarla. La fissa impalata dalla porta socchiusa, trema, le fa una pena infinita, ma sa che è ciò che l’aspetta. Fra un anno anche lei sarà in un reparto malati terminali, sottoposta a morfina e altri farmaci che la stordiranno, non andrà più a scuola, non studierà più la fisica che le piace tanto, non vedrà più Rei, non la vedrà fidanzarsi con Nanako, non potrà più proteggere lei e Nanako così sensibili, dolci e generose, facili prede di persone approfittatrici e opportuniste, e i suoi fratellini pestiferi? ha fatto bene a mandare via Takehiko, l’avrebbe odiata e sarebbe stato traumatizzato a vita. Takehiko ha subito la morte prematura della madre, uccisa da un infarto quando lui aveva 16 anni, ha subito la separazione dei genitori, l’assenza del padre, no non merita anche questo, amore è proteggere la persona che ami da tutto ciò che può turbarla anche a costo di rinunciare a lei e di affrontare da solo le prove più difficoltose.
Si sente mancare, finchè non si sente sorreggere da delle braccia amiche “non trovi il parente che sei venuta a trovare? Che cos’hai? Ti senti male?”
“Mi sono persa” risponde a fatica Kaoru.
“Dove devi andare?” è una dottoressa dall’aria simpatica e amichevole.
“Avevo una visita alle 12:15, ma c’era un grande ritardo e ho deciso di fare due passi”, le lacrime le scendono dagli occhi.
“Vieni” le dice la dottoressa “andiamocene da questo posto, non è adatto a te, guarda dove sei finita, potevi andare al parco se proprio volevi fare due passi, gli ospedali non sono posti interessanti per passeggiare, guarda come sei ridotta, sei distrutta, sembri un fantasma, ti compro della cioccolata al bar così ti tira su, al latte o fondente?”
Kaoru piange e si appoggia a quella dottoressa amica, vuole andare via, ha fatto una pazzia a voler entrare in quel reparto, chissà cosa ha creduto di fare, ormai non è più nemmeno in grado di parlare…
La dottoressa la prende a braccetto e le compra una tavoletta da 100 grammi; non sapendo i suoi gusti l’ha comprata al latte perché in genere le ragazze preferiscono la cioccolata al latte infatti ha indovinato senza volerlo i gusti di Kaoru; sorride a quella ragazzina alta, snella, con un viso buono e gli occhi dolci, sa che c’è poco da dirle, poco da rincuorarla, se è lì per una visita vuol dire che ha già visto e soprattutto vissuto un’esperienza che un’adolescente non dovrebbe mai fare per nessun motivo al mondo; la dottoressa sa che un sorriso e un gesto d’affetto funzionano più di mille parole.
“Come mi sarebbe piaciuto aiutare così le persone” pensa all’improvviso Kaoru “chissà che lavoro avrei fatto da grande, mi sarebbe piaciuto continuare a essere un punto di riferimento per gli altri, anche facendo un lavoro simile a questo…aiutare gli altri nei momenti più difficili come ho sempre fatto…Rei…Nanako…Mariko…il basket…ora non potrò più fare nulla”, non riesce a mangiare la cioccolata, eppure è al latte, la sua preferita, ma ora rifiuta il cibo.
Nel frattempo i genitori entrano alla visita da soli perché Kaoru non è arrivata, sono preoccupati “non avremmo dovuto mandarla da sola, magari è scappata….” “non dire sciocchezze Kaoru è razionale e sensata, ora ritorna” “speriamo, ho paura sia andata chissà dove” risponde la madre.
Si siedono davanti ai dottori con l’aria imbarazzata. I genitori di Kaoru si preoccupano, non sanno cosa pensare a vedere quelle facce appese. I medici cominciano a parlare senza la paziente. Provano a indorare la pillola spiegando subito che Kaoru gode di ottima salute e non deve temere nulla per il suo futuro. I genitori di Kaoru sono entusiasti e si crucciano che la figlia non sia lì con loro a sentire quella notizia stupenda, Kaoru ha le stesse possibilità di vivere in ottima salute di una persona che non ha mai avuto un tumore maligno, e qui viene la cattiva notizia…il neo in una notizia così fantastica…Kaoru ha le stesse possibilità di vivere in ottima salute di una persona che non ha mai avuto un tumore maligno perché non ha mai avuto un tumore maligno.
“Come??? Che significa non ha mai avuto il cancro?” dicono all’unisono i genitori della paziente. Gli oncologi cercano di non criticare più di tanto il collega, provano a dire “è un caso molto difficile, le analisi erano a doppio senso, è facile sbagliare in questi casi, il collega ha pensato di essere scrupoloso…”
Il padre di Kaoru si infuria “scrupoloso? Ma voi lo sapete cosa abbiamo passato tutti in quest’anno, soprattutto nostra figlia? Come si può con tanta leggerezza dire a una persona che ha un cancro, sottoporla a cure massacranti, fare vivere una famiglia col patema d’animo, per nulla, perché poi è stato solo uno sbaglio? Ma vi rendete conto?”
“Povera principessa” piange la madre di Kaoru “ha perso un anno di scuola, ha lasciato il suo ragazzo, è sempre preoccupata, per nulla…”
“Oncologo da strapazzo, ma io lo rovino, peggio di averla portata da un veterinario”.
“Calmati pensa che quest’incubo è finito, l’unica cosa che conta è che la piccola sta bene, se avesse avuto davvero il cancro sarebbe stato peggio”.
Kaoru arriva con la dottoressa davanti alla porta d’ingresso, i suoi genitori non ci sono e capisce sono già dentro, ha messo nella tasca della giacca la tavoletta di cioccolato al latte perché ora non le va, indugia davanti alla porta, la dottoressa le dice “se vuoi ti accompagno dentro”, per l’appunto in quel momento si sentono delle frasi provenire dalla stanza dei medici che possono essere fraintese. Riconosce la voce di suo padre molto adirata “e ora come glielo diciamo? La nostra principessa non meritava un simile trattamento, proprio lei”; “non lo so, però calmati così non si risolve nulla, dobbiamo proteggerla” quest’ultima è la voce di sua madre che piange.
Con quelle frasi a doppio senso e il pianto della madre anche la dottoressa assume una faccia perplessa e triste.
Kaoru non vuole sentire altro, ha già fatto le sue deduzioni, ‘lui’ è tornato, ‘lui’ la sta mangiando e nel giro di due anni, forse prima, sarà in un reparto di cure palliative anche lei, lei così razionale, composta, precisa, per la prima volta in vita sua ha uno scatto d’ira, comincia a strillare a squarciagola “NOOOOOOOOOO, vado via, non voglio morire, mondo orrendo” e scappa verso l’uscita del centro molto velocemente; lei che è una cestista è abituata a correre come un razzo, la dottoressa cerca di riacchiapparla ma non ha abbastanza fiato, tutti la guardano sconvolti; i genitori di Kaoru riconoscono le urla della figlia, escono insieme agli oncologi dalla stanza di ricevimento. Corrono nella direzione delle sue urla.
Kaoru continua a strillare “SCAPPO. PERCHE’? PERCHE’? IO VOGLIO STARE QUA, IO NON VOGLIO MORIRE, VOGLIO STARE QUA” alla fine una guardia all’ingresso la blocca.
“Mi lasci, non voglio morire, non voglio, voglio stare qua, voglio vivere, mi lasci”.
“Si calmi”.
“Lasciami brutto ceffo, lasciami”.
“Principessa” le dice la madre che nel frattempo è riuscita a raggiungerla.
“Mamma non voglio morire, non voglio essere come quelle pazienti del reparto malati terminali, voglio vivere, lasciatemi vivere, non voglio soffrire”.
 “Principessa facci parlare”.
“Non voglio morire”; Kaoru parla sopra la madre, tenuta ferma dalla guardia e dalla madre “Lasciami andare piuttosto che fare la fine di quelle pazienti mi ammazzo ora, lasciami”.
“Se ti calmi”.
“No lasciami” strilla, non c’è verso di calmarla.
Interviene la senologa con voce decisa “Kaoru tu vivrai, non hai nessun tumore”.
“Non è vero, vi ho sentiti, lo so che ‘lui’ è tornato”.
“Lui non c’è, non so che hai capito”.
“Siete arrabbiati e piangete” dice ai genitori “è per via di ‘lui’”.
“No, Kaoru” parla la senologa, l’unica sopra la cui voce Kaoru non parla “i tuoi genitori sono giustamente arrabbiati perché tu sei stata vittima di una diagnosi sbagliata”.
Kaoru è confusa, non capisce.
La senologa prosegue “Tu non sei mai stata malata di cancro, stai benissimo, ecco perché le tue analisi sono perfette”.
“I dolori?”
“Sono i muscoli e i tessuti che si stanno riadattando dopo un intervento molto invasivo avuto in giovanissima età, poi sei una sportiva, anche per questo motivo avverti di più i dolori”.
“Allora io vivrò?”
“Certo”.
“Ma se non ho mai avuto il cancro…io non capisco niente…che vuol dire diagnosi sbagliata?”
Si avvicina la dottoressa che le ha comprato la cioccolata, le è venuta dietro anche lei, è giovane avrà poco più di 30 anni, le mette le braccia intorno alle spalle, ha già capito, ora parla lei “vuol dire che tu l’anno scorso hai avuto un nodulo benigno, è stato scambiato per nodulo maligno ovvero per un cancro e sei stata curata per una malattia che non avevi, e ora l’abbiamo scoperto, quindi tu stai bene, lui non c’è mai stato”.
“Ma perché tutte quelle cure, non ho più i seni, non ho più linfonodi alle ascelle, perché se sto bene?”
Prosegue la dottoressa giovane “gli adulti a volte sbagliano e siccome sono grandi d’età fanno errori grandi”.
Kaoru è confusa, non capisce, è viva, sta bene, dovrebbe essere al settimo cielo, sente dentro di sé una grande felicità, ma nello stesso tempo è turbata, si appoggia di nuovo alla dottoressa che ormai considera la sua protettrice, non capisce……
Sabato 7 Luglio 1990 i primi sintomi del nodulo alle giostre. Inizio dell’incubo
Venerdì 23 Agosto 1991 diagnosi sbagliata. Fine dell’incubo
 
  
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