Ispirazione da Momoko Kikuchi “Deja vu”
È iniziato agosto, siamo in piena estate e la pandemia sta regredendo. Anche se non si è tornati alla vita ante COVID le persone possono uscire un po’ di più ed essere un po’ più serene.
Kaoru ha un appuntamento importantissimo; si tratta di uno dei giorni più importanti della sua vita. In un altro momento sarebbero state presenti anche le persone a lei più care, ma ancora non è possibile e quindi i suoi genitori, fratelli, nonni, marito e amiche più care a cominciare da Nanako e Rei avrebbero visto l’evento on line.
Kaoru riceverà insieme ad altri colleghi il premio per essere stata annoverata fra i dieci migliori medici del Giappone dal 2000 ad oggi, in pratica degli ultimi 21 anni. E’ al settimo cielo, troppo contenta, perché non avrebbe mai immaginato di ottenere un simile premio. Ha sempre lavorato con massima abnegazione per il bene dei suoi pazienti, non si è mai arresa di fronte ai casi più disperati perché per lei finché c’è vita c’è sempre speranza e questa sua tenacia e ottimismo l’ha portata a studiare, aggiornarsi ed esercitarsi giorno e notte raggiungendo risultati strepitosi. È un punto di riferimento fondamentale per la chirurgia nazionale.
L’aula dove riceverà il premio è molto grande, in altri tempi sarebbe stata gremita, ma Kaoru non si sente sola perché virtualmente sa che i suoi cari stanno condividendo con lei questo momento. Takehiko, in particolare, e i suoi genitori, non si accontentano di vedere l’evento on line, ma decidono di assistere in diretta streaming, e sono forse più emozionati di lei.
La cerimonia è breve, ma solenne, ed è propedeutica a una serie di convegni on line che si terranno simultaneamente in aule distinte sulle varie branche della medicina.
Ogni medico nel ricevere la sua targa fa un breve discorso di ringraziamento e torna al suo posto.
Arriva Kaoru, bella, avvenente, come fa sempre per le occasioni importanti si è lisciata i capelli raccolti in uno chignon in cima alla testa, sulla fronte la frangetta sbarazzina, indossa un tailleur giacca e pantalone sobrio ma molto elegante. Kaoru non fa un breve discorso, è talmente entusiasta e felice che sente di dover soffermarsi di più, di non dover semplicemente ringraziare.
Takehiko mentre guarda dal pc del suo ufficio la cerimonia è commosso e per l’ennesima volta si sente l’uomo più fortunato del mondo.
Kaoru, che è sempre riservata sulla sua vita privata e non ha mai rivelato alla maggior parte dei suoi colleghi dell’incidente medico di cui fu vittima a 16 anni, questa volta spontaneamente decide di riassumere giusto in poche parole davanti ai colleghi quest’episodio molto doloroso della sua vita di cui si dispiace sempre a parlare.
“Eppure - non dovrei dirlo - però senza quest’errore medico, di cui fui vittima, oggi non sarei qui, anzi non sarei neanche divenuta un medico. La mia grande passione era la palla a canestro, già alle elementari ero nella squadra nazionale ed ero considerata una stella promettente perché da quanto mi piaceva riuscivo a dare il massimo. Mi piacevano tanto però anche la matematica e la fisica, materie che mi divertivo davvero a studiare. Perciò, al liceo pensavo che dopo il diploma mi sarei dedicata a livello agonistico alla palla a canestro, prendendo una laurea a tempo perso per soddisfazione personale, oppure mi sarei iscritta a una facoltà matematica/tecnologica, forse a Fisica. Sarei stata molto felice, perché avrei seguito le mie passioni o meglio : quelle che credevo essere le mie passioni assolute; probabilmente col mio adorato marito, con cui sto insieme da più di 30 anni e con cui sono cresciuta insieme, mi sarei costruita la famiglia che desideravo, volevo tanto 3 figli, una bella famiglia con bambini. Mi sarei ritenuta la donna più fortunata del mondo, che aveva avuto tutto veramente tutto dalla vita. Invece, per colpa di questo errore medico non ho potuto realizzare il mio desiderio di avere figli”.
Takehiko è sbalordito, la moglie ha rivelato la sua sterilità, di cui non fa mai parola con nessuno, chissà dove vuole arrivare.
Kaoru prosegue : “quell’errore medico, oltre ad avermi impedito di realizzare il mio desiderio di avere figli, mi ha portato a scelte professionali in tutt’altra direzione. In realtà è proprio il caso di dire che se non hai fatto certe cose e non hai vissuto certe esperienze , non puoi dire se quello che hai è veramente il massimo per te, lo puoi credere, ma non è la verità oggettiva, è solo la tua verità soggettiva.
A 17 anni una mattina decisi di guardare negli occhi il medico che mi aveva sottoposto all’operazione e a cure massacranti per nulla; vidi il pentimento nei suoi occhi. Mentre uscivo dall’ospedale mi guardai intorno ed ebbi all’improvviso come una chiamata, ebbi l’istinto e il desiderio irrefrenabile di rimanere lì in quell’ospedale, in un posto come quello, ad aiutare, a collaborare, ad essere artefice in prima linea del benessere delle persone; in quel momento quelle che credevo le mie passioni assolute, a partire dalla palla a canestro, erano divenuti interessi – anche importanti - , ma non erano più le mie passioni; io in quel momento ho conosciuto la vera passione, un desiderio intenso per la medicina, mi sono sentita chiamata alla missione di medico, per me era inconcepibile fare qualcosa di diverso, perché non fare il medico sarebbe stato come rinnegare me stessa, e credetemi : la mia passione e il mio amore per questi studi e soprattutto per questo lavoro sono qualcosa di indescrivibile che non avrei mai conosciuto se avessi fatto altre scelte, il mio lavoro mi emoziona e mi riempie di gioia ogni giorno di più.
Salvare le vite, entrare in sala operatoria è una sfida quotidiana che mi esalta, mi dà la massima carica e adrenalina; per me finché c’è vita c’è speranza, e io devo lottare fino alla fine per i miei pazienti. Questa gioia infinita non l’avrei mai provata e conosciuta senza quell’errore. È vero : fra i 16 e i 17 anni ho vissuto un trauma terribile che non auguro a nessuno, ho visto la morte in faccia, non ho avuto figli e mio marito sa meglio di chiunque altro quanto ne ho sofferto, però – potrò sembrare folle ad alcuni – nonostante tutto quello che ho passato, le sofferenze, le ferite fisiche e spirituali, le angosce per una fine imminente, però appunto – sembrerò folle - non cambierei mai la mia vita così com’è, e so per certo che non avrei mai potuto essere altrettanto felice con un percorso di vita diverso.
Con questo non dico di essere grata al collega che sbagliò la diagnosi, l’ho perdonato, ma non gli sono certo riconoscente, quello che fece è molto grave e ingiustificabile. Però alla fine io sono infinitamente felice così, dalla vita non si può mai avere tutto, ma io … davvero … più di quello che ho non posso e soprattutto non avrei mai potuto desiderare. Prima di iscrivermi a Medicina il mio allora ragazzo – oggi mio marito - mi disse che questi studi e questo lavoro avrebbero fatto emergere quella che ero veramente e mi avrebbero dato il massimo della felicità, una felicità che nessun’altra scelta mi avrebbe dato : oggi dopo 28 anni posso dire che aveva perfettamente ragione.
Nessun’altra situazione/combinazione mi avrebbe altrettanto valorizzata e resa felice. Io vivo per i miei pazienti, le mie operazioni. No, non cambierei mai la mia vita, la terrei ancora così come è stata, con tutti gli episodi anche drammatici che l’hanno connotata, perché sono stati indispensabili per farmi arrivare alla mia missione di medico e ai miei pazienti, perché la mia è una missione, io non svolgo una professione ma una missione, e se quell’errore medico è stato il prezzo da pagare per arrivare fin qui … sarò folle però… va bene anzi va benissimo così.
Alla fine considero la mia vita un viaggio magico, ha avuto i suoi incidenti di percorso, ma nessuna vita è mai perfetta, e forse certe cose non accadono per caso … che altro dire? Mi sono fin troppo dilungata, scusatemi se vi ho annoiati, grazie per aver apprezzato l’amore infinito per il mio lavoro”.
Si leva uno scroscio di applausi, alcuni colleghi si alzano in standing ovation. Kaoru se ne va leggiadra con la sua targa, col sorriso esuberante sul viso, lo stesso sorriso esuberante e contagioso che aveva al liceo.
Takehiko alla fine della diretta streaming piange, deve preparare una cena fantastica per questa sera, verranno anche sua sorella Nanako e la cognata Rei. Gli vengono in mente le giostre, dovrà portarla alle giostre, gliel’ha promesso, alle giostre come quando erano ragazzini.
La sera Takehiko ha preparato una cena superlativa, ridono e brindano tutti e quattro insieme al futuro di Kaoru, dopo aver rivisto la registrazione della premiazione.
Purtroppo sono solo in 4 causa pandemia, ma quando tutto sarà passato faranno una bella cena con tanti amici e parenti, fra cui in prima fila Mariko e Takashi che intanto guarderanno la registrazione del video.
“Hai ragione Kaoru, quando si è realizzati a tutto tondo, la vita è davvero un viaggio magico” commenta Nanako.
“E’ un viaggio magico se ci sono l’amore, l’amicizia, l’affetto, senza questi sentimenti non ci si realizza neanche nel resto, perché l’amore – inteso anche come amicizia e affetto in generale – è il motore di tutto” puntualizza Rei.
“Allora alla fine si fa prima a dire che l’amore è un viaggio magico” conclude Takehiko.
I ragazzi ridono.
“Se siamo arrivati dove siamo arrivati è merito anche del nostro reciproco affetto; io non so che fine avrei fatto senza l’amicizia e l’amore di Kaoru e Nanako. Possiamo avere tante passioni, vocazioni, ma siamo anche esseri sociali; se non siamo amati e se non amiamo, alla fine ci blocchiamo, ci atrofizziamo e diventiamo un nulla”, dice seria Rei.
“L’amore e l’amicizia veri sono elementi indispensabili per vivere, sono come il cibo, dei farmaci salvavita, possono davvero allungare la vita” commenta Kaoru.
Questo momento di riflessione è interrotto dalle risate gioiose di Nanako “Allora ragazzi noi con tutto l’amore che ci scambiamo siamo solo all’inizio della nostra vita, faremo come lo squalo Highlander che vive almeno 400 anni”.
“Ai prossimi 360 anni” esclama Takehiko prima di iniziare un nuovo brindisi.
Eppure le considerazioni scambiate in quella serata fra uno scherzo e l’altro hanno indotto tutti a riflettere, a riconsiderare la loro vita, a essere maggiormente consapevoli.
Essendo agosto, Nanako e Rei decidono di andare via giusto per qualche giorno verso la montagna, sono stanche per i loro lavori molto intensi; l’incarico di Nanako come preside è assai impegnativo, ha appena terminato gli ultimi collegi di docenti e chiuso il convitto che riaprirà alla fine del mese, mentre Rei ha terminato dei corsi particolarmente complessi di letteratura contemporanea all’università, dove è capodipartimento di letteratura contemporanea, e sta per tenere prima della partenza un concerto col suo gruppo storico che si terrà quasi a porte chiuse (ovviamente anche in diretta streaming), con la partecipazione al massimo di tre persone per musicista; per lei verranno Nanako, Fukiko e Takashi, che ad agosto torna sempre in Giappone con Filimon.
Il concerto è molto bello, vengono suonati magistralmente spartiti di musica classica, opere composte dal gruppo della stessa Rei, altre melodie di andamento classicheggiante o anche leggero.
Sul finale un componente del gruppo annuncia “Per finire suoneremo una musica che la nostra amica collega storica Rei Asaka amava eseguire spesso al liceo e che a un certo punto decise di non suonare più. Stasera l’incantesimo ricomincia e la suoneremo tutti insieme”. Nanako ha un sussulto e pensa “Non sarà mica la musica che suonò il mio primo giorno di liceo?”…proprio quella…
La musica viene suonata, questa volta non solo dal pianoforte suonato da Rei, ma anche dai suoi colleghi che suonano chi il violino, chi il basso, chi la viola…dopo quel terribile incidente stradale Rei non aveva voluto più suonare quella musica che apparteneva a un periodo oscuro e da dimenticare del suo passato, se oggi si sente di suonarla significa che ha fatto pace definitivamente col suo passato, che si è riunita pacificamente a lui come ha fatto Kaoru col suo.
Kaoru alla fine ha elaborato nel migliore dei modi l’errore medico di cui è stata vittima … senza di esso non sarebbe mai arrivata dove è ora, non avrebbe mai conosciuto la felicità e la gioia assolute, l’apoteosi che una persona dall’animo puro e nobile come lei merita…nobiltà d’animo …principe Kaoru nome che per la sua modestia aveva a un certo punto rifiutato…dottor Kaoru…Kaoru dei miracoli…questa era stata l’evoluzione. E va bene così…se quell’errore era il prezzo da pagare per arrivare dove è arrivata – dice Kaoru – va bene così…la sua vita è comunque un viaggio magico…
Ed ecco che Rei – sempre in perfetta sintonia con la sua amica storica – dopo 30 anni si riconcilia a sua volta col passato, suonando quella musica che si era ripromessa di non suonare più, la sua musica preferita che però non voleva più suonare perché troppo legata a quel triennio drammatico vissuto fra i 14 e i 17 anni.
Nanako si emoziona, senza accorgersene piange, rivede in un attimo le emozioni del suo primo giorno di liceo, il primo incontro con quella che è divenuta sua moglie, le aspettative, i sogni a occhi aperti, il sentirsi grande dopo la scuola media quando ancora non sei grande e hai tanta strada davanti e il futuro prenderà una piega diversa da quella che pensavi…Saint Just il fiore…quella rosa rossa in bocca…la rosa portafortuna che tutte le liceali del Seiran correvano a prendere…e lei Nanako che poi al bar con Tomoko prima di tornare a casa sognava di raccogliere … innamorata fin dal primo giorno … anche la loro vita è stata un viaggio magico dove i momenti drammatici non sono mancati ma – come dice Kaoru – , se lei e Rei sono dove sono, è anche per quei momenti drammatici. In questo il passato è sublimato, si è compiuta la catarsi, il passato è sublimato e così si sublima il presente e si sublima il futuro. Quella musica è dolce e malinconica al tempo stesso, una macchina del tempo…un viaggio fra passato e presente verso il futuro…un viaggio magico.
Quando finisce l’esibizione c’è una grande standing ovation, Nanako piange, Fukiko se ne accorge e le mette dolcemente una mano sul braccio, il suo sguardo è buono, anche Fukiko ha avuto la sua catarsi.
Diversi dei presenti chiedono un encore, e Rei si esibisce nuovamente col suo gruppo in quella melodia bella, affascinante, piena di ricordi nostalgici, un tempo triste eppure - alla luce del contesto in cui è eseguita adesso - rasserenante. Ma è bella soprattutto per il suo sottofondo malinconico che non si toglierà mai.
Nuovo scroscio di applausi e nuove standing ovations.
Alla fine del concerto i musicisti si salutano e vanno verso i loro personali spettatori. Fukiko e Takashi si prodigano in complimenti verso la sorella, e allo stesso tempo chiamano il vecchio che ha visto da casa la diretta streaming e si complimenta a sua volta entusiasta con la figlia.
Nanako piange di gioia, e dopo i saluti ai cognati prende per mano la moglie per tornare a casa. Kaoru purtroppo è di turno in ospedale, ma sarebbe stata chiamata l’indomani e intanto le avrebbero inviato la registrazione del concerto fatta col tablet da Nanako.
Il giorno dopo è aspettato con esaltazione da tutte loro.
Kaoru la sera andrà alle giostre con Takehiko, come si erano da mesi promessi di fare. Finalmente, si può ricominciare a uscire, anche se con tutte le precauzioni.
Nanako e Rei devono finire i preparativi prima della partenza per la montagna e per la sera vogliono andare a cena fuori. Il giorno più bello ed entusiasmante di un viaggio è sempre la vigilia della partenza, quello carico di aspettative, di progetti, quando mentre finisci di sistemare la valigia ti vengono in mente tantissime cose da fare e vedere, quando hai in mente più itinerari e non sai quale scegliere. Hanno la stessa esuberanza delle prime vacanze insieme dei vent’anni.
In altre parole le tre ragazze, che vivono emozioni e sentimenti simili in sincronia, per motivi diversi sono emozionate perché stanno facendo un tuffo nel passato sentendosi ragazzine.
Kaoru e Takehiko la sera danno un’occhiata a delle gare olimpiche alla TV; Kaoru da sportiva segue nei ritagli di tempo con entusiasmo le Olimpiadi che quest’anno si sono tenute proprio a Tokyo.
Decidono di andare alla ruota panoramica di Yokohama, perché è la loro città d’origine dove si sono conosciuti e dove si divertivano ad andare sulle varie giostre, forse erano un po’ bambinoni – come malignò il genio del male avv. Fujiwara – ma erano una bellissima coppia proprio perché avevano mantenuto l’innocenza e lo stupore dell’infanzia. La ruota panoramica tra l’altro è una giostra per adulti, emozionante perché vedi dall’alto tutta la città : la città dove è nato il loro amore.
Proprio alle giostre Kaoru ebbe i primi sintomi di quel problema di salute che l’ha portata dove è ora…un altro collegamento riconciliante col passato….
“Take la nostra ruota panoramica, quanto tempo era che non salivamo, da prima che ci trasferissimo a Sapporo, non ero ancora diplomata”.
“Eppure quante volte potevamo tornarci in questi 28 anni, quando tornavamo a trovare le nostre famiglie, ma anche da quando 16 anni fa siamo andati a stare a Tokyo, con l’auto in poco più di mezz’ora non sarebbe stato nulla venire qui. Come dice Rei, facciamo tutti lo sbaglio di rimandare cose che dovremmo fare subito”.
“Ma ora non rimanderemo più, dobbiamo tornare una volta l’anno, e a proposito di Rei, visto che l’hai rammentata mando subito a lei, a Nanako, a Mariko e a Tomoko la foto della ruota panoramica”. Kaoru prima di salire scatta delle foto alla ruota accompagnate da messaggi vocali, vuole rendere partecipi le sue più care amiche delle sue giornate migliori.
“Dottoressa Orihara ora saliamo, comincia il nostro turno”, recita Takehiko, che viene all’improvviso interrotto.
“Buonasera professoressa”.
Kaoru si volta di scatto, è un suo allievo del primo anno del tirocinio propedeutico all’abilitazione medica.
“Buonasera, anche voi qua?”
“Siamo un po’ in vacanza in questi giorni; questa è la mia ragazza, studia Medicina anche lei, è del quarto anno. Abbiamo voluto fare un giro alle giostre e ora vogliamo salire anche sulla ruota panoramica, dicono è molto bella”.
La ragazza abbassa gentilmente la testa in segno di saluto e ha un sorriso contagioso simile a quello di Kaoru.
“E’ spettacolare ragazzi” interviene Takehiko.
“Io e mio marito più o meno alla vostra età amavamo come voi le giostre, ma poi in parte perché siamo stati per tanti anni lontani, in parte perché quando sai che puoi fare una cosa la rimandi con calma a data da destinarsi, non siamo più venuti; l’ultima volta venimmo che voi non eravate ancora nati!”
Le coppie ridono e dopo i saluti di convenienza salgono nelle cabine della ruota.
Il panorama quando arrivano nella parte più alta è veramente molto bello, si vede tutta Yokohama, le strade e i monumenti principali, e di buio l’effetto è ancora più affascinante, tante luci colorate che provengono da ogni parte. Kaoru è divertita come una bambina “Oh Take veniamo più spesso”.
“Certo, l’abbiamo già detto, e poi non posso non esaudire i desideri dell’amore mio più grande del mondo”.
In quel momento suona il telefono. Sono Nanako e Rei.
“La prossima volta veniamo anche noi con voi!”, dicono insieme.
“Rei noi ci siamo promessi di venire tutti gli anni e siccome ci hai insegnato a non rimandare mai, ricordacelo se poi siamo un po’ in ritardo”.
“E voi che combinate?” dice Takehiko.
“Siamo state a cena fuori, abbiamo fatto due passi prima di tornare a casa, e ora ci accingiamo ad andare a letto presto perché domattina partiamo” risponde Nanako.
“Allora aspettiamo le prime foto dalla montagna” dice Kaoru.
La telefonata fra una battuta e l’altra termina.
Kaoru e Takehiko proseguono i giri sulla ruota, non scenderebbero mai, perché sono tornati ragazzini.
“Take stasera sono vispa e reattiva come quando ero al liceo, perché, una volta scesi da qua, non ci facciamo un giro anche su altre giostre? Che ci importa se siamo ultraquarantenni?”
“Va bene che ci dicono tutti che dimostriamo molto meno della nostra età, però che non siamo proprio adolescenti si vede”.
“Dai, ci sono anche diverse persone della nostra età, e poi che ci importa? Una notte di follia, sarà memorabile, sarà un aneddoto che farà parte del nostro viaggio magico”.
“Allora arricchiamo il nostro viaggio di una nuova meta”.
“C’è anche una sala ballo ho visto”.
“Ma tanto non ti piace ballare”.
“Stasera mi va, ti porto a ballare, sei contento?”
“Altro che aneddoto, questo è un evento straordinario che non devo assolutamente lasciarmi sfuggire!”
Mentre Kaoru e Takehiko super gasati passano la notte a ballare e provano delle giostre come non facevano da una vita, Nanako e Rei si sentono euforiche, vogliono dormire per partire ben riposate l’indomani mattina, ma entrambe hanno il sonno leggero e durante la notte si ritrovano spesso in un inspiegabile stato di dormiveglia.
Sono emozionate perché da due anni per colpa della pandemia non sono più andate da nessuna parte e questa è la loro prima vacanza post COVID; sono emozionate, perché gioiscono - come del resto tutti - della libertà di spostamento e di vita sociale che pur molto lentamente si sta tuttavia riconquistando; una vita sociale in fase di riconquista questa volta con la consapevolezza dell’infinito valore di ciò che prima si dava per scontato; sono emozionate perché dopo gli ultimi eventi hanno riconsiderato e rielaborato in maniera positiva e definitiva la loro vita, facendo pace una volta per tutte con se stesse e soprattutto con il loro passato, specialmente Rei.
Questo assestamento destinato a divenire permanente, questa visione della vita che hanno acquisito dopo tanti eventi e la catarsi compiutasi le ha logicamente per il momento un po’ destabilizzate tanto è grande la gioia e la serenità che hanno portato nei loro cuori.
Kaoru, parlando durante la sua premiazione di episodi drammatici della sua vita ai colleghi e a tutti quelli che hanno assistito alla sua premiazione, ha dimostrato di aver non solo superato le ingiustizie subite ma anche di averle trasformate in punti di forza e persino accettate serenamente come passaggi indispensabili verso la sua felicità e realizzazione completa; senza quelle ingiustizie non sarebbe mai stata altrettanto felice e realizzata e quindi alla fine la sua vita va bene – anzi – va nel migliore dei modi così. Del resto stanotte anche Kaoru è in fibrillazione e non vuole andare a dormire, scatenandosi fra giostre e balli come fosse un’adolescente. Lei che non ama ballare deve liberare la sua energia
Rei suonando magistralmente al concerto della sera prima quella melodia malinconica, messa da parte in seconda liceo dopo l’incidente, ha dimostrato a sua volta di essersi riconciliata con le sue tragedie giovanili, con le ingiustizie e gravi carenze affettive subite, e questo grazie anche alle visite fatte al suo amato rione e ai pentimenti sinceri della sorella Fukiko.
Nanako, pur non essendosi mai trovata in situazioni similmente tristi a quelle di Kaoru e Rei, aveva avuto comunque i suoi periodi orrendamente negativi, da cancellare, l’ultimo dei quali quando a 20 anni si era staccata due anni da Rei per i pregiudizi e le cattiverie della cognata solo di recente redenta. Anche lei però si rende conto che ormai sono tutti ricordi molto lontani e messi nel quadro della sua attuale felicità non stonano, perché alla fine sono stati un percorso obbligato verso la sua felicità assoluta meritatamente conseguita.
Alla fine Rei e Nanako si accorgono di essere in dormiveglia entrambe. Sono circa le quattro del mattino. Nanako abbraccia la sua Saint Just e la stringe al suo cuore, non si sazierà mai di quell’odore di vaniglia, dovrà tuffarcisi per sempre, perché ne sarà sempre in riserva.
“Sei in dormiveglia anche te Nanako?” chiede Rei.
“Sì. Non abbiamo fatto niente di particolare in questo periodo, ma siamo tutte sovreccitate, la libertà di spostamento e di vita sociale in fase di rinascita, l’aver fatto pace con eventi molto dolorosi del nostro passato, prenderne consapevolezza e sentirsi all’apice della felicità, sentirsi di aver avuto alla fine tutto dalla vita, aver avuto proprio tutto nonostante tutto, non può lasciarci indifferenti. Mi sono accorta che almeno io mi sento come Kaoru e sento che è così anche per te, l’ho capito ieri sera quando hai suonato quella musica dolce e malinconica, la stessa che suonavi spesso prima dell’incidente”.
“Capisci sempre tutto Nanako. Hai un intuito e una sensibilità più unici che rari”. Rei si siede sul letto e tira su con sé l’abbraccio di Nanako. “Pensavo ai discorsi di Kaoru. Solo io posso sapere quanto ho sofferto fra le medie e il liceo, e ho sofferto anche dopo per il comportamento di mia sorella, le sue scenate egoiste, per essere stata lontana da te per due anni a causa sua, per essere stata poi allontanata da mia sorella stessa a lungo, però nonostante tutto nemmeno io cambierei la mia vita perché tutto questo è servito per arrivare dove sono, faccio due lavori che amo profondamente e che mi arricchiscono sempre di più, ho delle amicizie che non potrebbero essere migliori, mi sono fatta amare dalla mia famiglia per quello che sono; siamo dovuti passare dallo scontro e dall’allontanamento, però ora c’è sincerità fra noi, il nostro amore e la nostra armonia sono assolutamente sinceri, senza quegli scontri così dolorosi e drammatici sarebbero rimaste delle maschere. E poi ho te, il mio organo vitale senza il quale non posso vivere, il mio sostegno”.
Le ragazze si abbracciano più che mai e prende la parola Nanako “col nostro amore abbiamo sconfitto insieme il dolore, tutto il brutto delle nostre vite, abbiamo sublimato il passato, resa perfettamente bella la nostra vita anche con gli incidenti che ci sono stati, e abbiamo scoperto insieme che non esiste una fine, il nostro amore è per sempre. Quando avevo 16 anni capii che ti amavo da morire perché senza di te sarei morta. L’amore per te è così impegnativo e grande da rischiare di non essere sostenibile dal mio cuore, ma questo stesso amore sconfigge il dramma, la morte, la fine, ci rende eterne, io non mi staccherò mai da te nemmeno dopo la morte e non smetterò mai di amarti”.
“Nessuno esprime i concetti e i sentimenti meglio di te. Per me valgono le stesse cose nei tuoi confronti e se la mia vita è perfetta così come è stata è anche e soprattutto merito tuo. Anche la nostra vita è un viaggio magico, il nostro amore è un viaggio magico, perché tutto con te è magico, ma cherie la magicienne”.
E mentre Kaoru e Takehiko ballano e corrono a provare le giostre come due ragazzini scatenati, liberando il loro lato dionisiaco e fanciullesco, Nanako e Rei si abbandonano con un dolce e tenero abbraccio ai loro sogni beati dopo essersi scambiate delle carezze e aver parlato piacevolmente. Sono infinitamente e serenamente felici, appagate nello spirito, unite nell’anima, nel cuore e nel corpo.
Ed è l’alba, l’alba di un nuovo giorno.
“Sono stanchissimo, erano 20 anni che non facevamo l’alba a divertirci, era una vita che non ballavo”.
“Take un ultimo giro sulla ruota”.
“Sono stanco, tanto si è detto si torna”.
“Amoooreeee” dice a presa di giro Kaoru.
“Sì, ora fai la romantica, non ci casco, io ora torno a casa e vo a letto”.
“Io no” dice dispettosa Kaoru.
“Andiamo a casa”.
“Amooooreeee prendimi” e Kaoru scappa verso la ruota.
“Dottoressa Orihara vince sempre lei” Takehiko stanco morto la rincorre.
Alla fine dottor Kaoru vince e parte un nuovo giro sulla ruota panoramica.
“Take grazie della splendida serata, era tanto che non ci divertivamo così, siamo tornati ragazzini”.
“Io mia cara non mi sento i miei anni e comunque devo io ringraziarti per avermi portato a ballare”. Dopo le risate, Kaoru diventa più seria “sai quando ho visto quel mio allievo con la sua ragazza ho rivisto noi di tanti anni fa, e mi è venuta un po’ di malinconia. Poi penso a quanto siamo felici, a quanto abbiamo e dobbiamo ancora avere e fare”.
“Beh, amore mio più grande del mondo, dobbiamo vivere ancora almeno altri 360 anni, e quindi ci aspettano miriadi di esperienze!”
Kaoru ride “sono troppo fortunata : la mia vita è davvero un viaggio magico!”
“Già. Ricordati però che abbiamo concluso con Nanako e Rei che la vita è un viaggio magico grazie all’amore, quindi l’amore è un viaggio magico, e siccome noi due ci amiamo a questo punto il nostro amore stesso è un viaggio magico”.
“Bel sillogismo prof. Henmi!” esclama Kaoru “guarda : la città si sta risvegliando, il cielo rosa è così affascinante, la città da lontano, che magia…”.
Kaoru è ipnotizzata dal panorama e quando si gira verso il marito si accorge che si è addormentato. Lo guarda con tenerezza. Il loro amore è un viaggio magico, così come è magica quella ruota panoramica, rasenta la terra poi torna migliaia di metri su, ora giù ora su, come la vita la ruota panoramica alterna alti e bassi, momenti no e momenti di apoteosi. Kaoru pensa che ha ragione Takehiko : la vita è come una giostra coi suoi cambiamenti, i suoi ‘su’ e ‘giù’, che si rinnova ma resta ancorata al passato, che con la realizzazione di se stessi, l’amicizia e l’amore dona felicità e quindi rende tutto perfetto nella sua imperfezione, una giostra mossa dalle relazioni sociali e affettive, dall’amore in senso lato, diventando un emozionante viaggio magico, perché l’affetto cioè il suo motore è un viaggio magico, il viaggio più bello…
Kaoru contemplando l’alba rosa si sente tanto felice, pensa alla magia dell’amore.
Ma anche Nanako e Rei stanno contemplando estasiate l’alba. Alla fine hanno ceduto alla veglia, e sono nella loro bellissima terrazza fiorita a contemplare il sorgere del sole.
“Un altro giorno con te amore mio” dice Nanako “un’altra tappa del nostro viaggio magico”.
“E oggi viaggeremo anche nel vero senso della parola” aggiunge Rei.
“Allora facciamo questa nuova magia!”
“Partiamo!”
L’alba sta facendo piano piano spazio al giorno, il rosa sta diventando azzurro. Le ragazze allegramente caricano in auto i bagagli.
Accendono la radio perché a loro piace una leggera musica di sottofondo - si sente e non si sente -mentre guidano. L’emittente sta lanciando canzoni degli anni ‘80.
Mentre chiacchierano e scherzano in auto come da adolescenti a un certo punto riconoscono una canzone del 1986 che nel ritornello ripete “l’amore è un viaggio magico”.
“Non ci posso credere” esclama Nanako che ride, mentre è di turno lei alla guida.
“Ma è vero” risponde Rei.
Proprio in quel momento arrivano altre foto via whatsapp del panorama dalla ruota da parte di Kaoru con didascalia “siamo andati sulle giostre e abbiamo ballato tutta la notte, Take dorme e io contemplo questo panorama splendido che non mi stanca mai. Che viaggio magico è l’amore, che viaggio magico è l’amicizia…”.
“Noooo : telepatia. E io che non volevo chiamare dottor Kaoru per non svegliarla e invece se l’è spassata tutta la notte”, commenta Rei.
“Vedi siamo sempre sintonizzate l’una sull’altra chiamala, dille della canzone”.
Fra mille risate argentine Rei chiama Kaoru
“Dottor Kaoru telepatia : ci riguardavamo a chiamarti perché ti credevamo a letto, senti che canzone sta lanciando la radio”.
Rei alza il volume.
“Non ci credo : ‘l’amore è un viaggio magico’. Ne abbiamo parlato anche con Take prima che questo poltrone si addormentasse”.
“E noi ne abbiamo parlato stanotte e prima di partire” prosegue Rei.
“Questo poltrone di Take non sente nulla, da come dorme”.
Risate grasse ed euforiche, sono galvanizzate!
“La nostra amicizia, le nostre storie d’amore sono dei viaggi magici, che hanno reso le nostre vite dei viaggi magici, ragazze che emozione la nostra telepatia, e che emozione assistere all’alba di un nuovo giorno, dall’alto della città…” dice in un misto fra l’allegro e il malinconico Kaoru.
“Che emozione assistervi anche in auto verso una vacanza meritata” commenta Nanako.
“Un viaggio magico” esclamano Nanako e Rei.
Un viaggio magico…..
La ruota panoramica gira e Kaoru grata e perdutamente innamorata della vita dà una premurosa occhiata a Takehiko dormiente, e poi ricomincia a fissare il panorama dalla ruota.
La vita è una giostra…una giostra che gira centrifugando passato, presente e futuro, che con le passioni, l’amore e l’amicizia fa magie, che dalle passioni, dall’amore e dall’amicizia è trasformata in un viaggio magico, perché le passioni, l’amore e l’amicizia sono viaggi magici.
Nanako e Rei viaggiano verso la loro meta di vacanza.
La radio continua a lanciare canzoni degli anni ‘80. Le ragazze ripensano ai propri anni ‘80, quando erano bambine ingenue, esuberanti e giocose : una dolce e piacevole malinconia che si congiunge al loro presente meraviglioso e splendente e a un futuro che col loro amore non potrà che essere favoloso…una magia
“Il nostro amore è davvero un viaggio magico, ma cherie la poupee” commenta Rei.
E puntualizza Nanako “Il nostro amore è un eterno viaggio magico, la nostra magia per sempre”.
Kaoru gira nella ruota panoramica, nella giostra magica della vita e dell’amore; un nuovo giorno è arrivato.
Nanako e Rei proseguono il loro viaggio magico verso la loro vacanza; un nuovo giorno è arrivato.
Un eterno viaggio magico …. Carissime ragazze…
È iniziato agosto, siamo in piena estate e la pandemia sta regredendo. Anche se non si è tornati alla vita ante COVID le persone possono uscire un po’ di più ed essere un po’ più serene.
Kaoru ha un appuntamento importantissimo; si tratta di uno dei giorni più importanti della sua vita. In un altro momento sarebbero state presenti anche le persone a lei più care, ma ancora non è possibile e quindi i suoi genitori, fratelli, nonni, marito e amiche più care a cominciare da Nanako e Rei avrebbero visto l’evento on line.
Kaoru riceverà insieme ad altri colleghi il premio per essere stata annoverata fra i dieci migliori medici del Giappone dal 2000 ad oggi, in pratica degli ultimi 21 anni. E’ al settimo cielo, troppo contenta, perché non avrebbe mai immaginato di ottenere un simile premio. Ha sempre lavorato con massima abnegazione per il bene dei suoi pazienti, non si è mai arresa di fronte ai casi più disperati perché per lei finché c’è vita c’è sempre speranza e questa sua tenacia e ottimismo l’ha portata a studiare, aggiornarsi ed esercitarsi giorno e notte raggiungendo risultati strepitosi. È un punto di riferimento fondamentale per la chirurgia nazionale.
L’aula dove riceverà il premio è molto grande, in altri tempi sarebbe stata gremita, ma Kaoru non si sente sola perché virtualmente sa che i suoi cari stanno condividendo con lei questo momento. Takehiko, in particolare, e i suoi genitori, non si accontentano di vedere l’evento on line, ma decidono di assistere in diretta streaming, e sono forse più emozionati di lei.
La cerimonia è breve, ma solenne, ed è propedeutica a una serie di convegni on line che si terranno simultaneamente in aule distinte sulle varie branche della medicina.
Ogni medico nel ricevere la sua targa fa un breve discorso di ringraziamento e torna al suo posto.
Arriva Kaoru, bella, avvenente, come fa sempre per le occasioni importanti si è lisciata i capelli raccolti in uno chignon in cima alla testa, sulla fronte la frangetta sbarazzina, indossa un tailleur giacca e pantalone sobrio ma molto elegante. Kaoru non fa un breve discorso, è talmente entusiasta e felice che sente di dover soffermarsi di più, di non dover semplicemente ringraziare.
Takehiko mentre guarda dal pc del suo ufficio la cerimonia è commosso e per l’ennesima volta si sente l’uomo più fortunato del mondo.
Kaoru, che è sempre riservata sulla sua vita privata e non ha mai rivelato alla maggior parte dei suoi colleghi dell’incidente medico di cui fu vittima a 16 anni, questa volta spontaneamente decide di riassumere giusto in poche parole davanti ai colleghi quest’episodio molto doloroso della sua vita di cui si dispiace sempre a parlare.
“Eppure - non dovrei dirlo - però senza quest’errore medico, di cui fui vittima, oggi non sarei qui, anzi non sarei neanche divenuta un medico. La mia grande passione era la palla a canestro, già alle elementari ero nella squadra nazionale ed ero considerata una stella promettente perché da quanto mi piaceva riuscivo a dare il massimo. Mi piacevano tanto però anche la matematica e la fisica, materie che mi divertivo davvero a studiare. Perciò, al liceo pensavo che dopo il diploma mi sarei dedicata a livello agonistico alla palla a canestro, prendendo una laurea a tempo perso per soddisfazione personale, oppure mi sarei iscritta a una facoltà matematica/tecnologica, forse a Fisica. Sarei stata molto felice, perché avrei seguito le mie passioni o meglio : quelle che credevo essere le mie passioni assolute; probabilmente col mio adorato marito, con cui sto insieme da più di 30 anni e con cui sono cresciuta insieme, mi sarei costruita la famiglia che desideravo, volevo tanto 3 figli, una bella famiglia con bambini. Mi sarei ritenuta la donna più fortunata del mondo, che aveva avuto tutto veramente tutto dalla vita. Invece, per colpa di questo errore medico non ho potuto realizzare il mio desiderio di avere figli”.
Takehiko è sbalordito, la moglie ha rivelato la sua sterilità, di cui non fa mai parola con nessuno, chissà dove vuole arrivare.
Kaoru prosegue : “quell’errore medico, oltre ad avermi impedito di realizzare il mio desiderio di avere figli, mi ha portato a scelte professionali in tutt’altra direzione. In realtà è proprio il caso di dire che se non hai fatto certe cose e non hai vissuto certe esperienze , non puoi dire se quello che hai è veramente il massimo per te, lo puoi credere, ma non è la verità oggettiva, è solo la tua verità soggettiva.
A 17 anni una mattina decisi di guardare negli occhi il medico che mi aveva sottoposto all’operazione e a cure massacranti per nulla; vidi il pentimento nei suoi occhi. Mentre uscivo dall’ospedale mi guardai intorno ed ebbi all’improvviso come una chiamata, ebbi l’istinto e il desiderio irrefrenabile di rimanere lì in quell’ospedale, in un posto come quello, ad aiutare, a collaborare, ad essere artefice in prima linea del benessere delle persone; in quel momento quelle che credevo le mie passioni assolute, a partire dalla palla a canestro, erano divenuti interessi – anche importanti - , ma non erano più le mie passioni; io in quel momento ho conosciuto la vera passione, un desiderio intenso per la medicina, mi sono sentita chiamata alla missione di medico, per me era inconcepibile fare qualcosa di diverso, perché non fare il medico sarebbe stato come rinnegare me stessa, e credetemi : la mia passione e il mio amore per questi studi e soprattutto per questo lavoro sono qualcosa di indescrivibile che non avrei mai conosciuto se avessi fatto altre scelte, il mio lavoro mi emoziona e mi riempie di gioia ogni giorno di più.
Salvare le vite, entrare in sala operatoria è una sfida quotidiana che mi esalta, mi dà la massima carica e adrenalina; per me finché c’è vita c’è speranza, e io devo lottare fino alla fine per i miei pazienti. Questa gioia infinita non l’avrei mai provata e conosciuta senza quell’errore. È vero : fra i 16 e i 17 anni ho vissuto un trauma terribile che non auguro a nessuno, ho visto la morte in faccia, non ho avuto figli e mio marito sa meglio di chiunque altro quanto ne ho sofferto, però – potrò sembrare folle ad alcuni – nonostante tutto quello che ho passato, le sofferenze, le ferite fisiche e spirituali, le angosce per una fine imminente, però appunto – sembrerò folle - non cambierei mai la mia vita così com’è, e so per certo che non avrei mai potuto essere altrettanto felice con un percorso di vita diverso.
Con questo non dico di essere grata al collega che sbagliò la diagnosi, l’ho perdonato, ma non gli sono certo riconoscente, quello che fece è molto grave e ingiustificabile. Però alla fine io sono infinitamente felice così, dalla vita non si può mai avere tutto, ma io … davvero … più di quello che ho non posso e soprattutto non avrei mai potuto desiderare. Prima di iscrivermi a Medicina il mio allora ragazzo – oggi mio marito - mi disse che questi studi e questo lavoro avrebbero fatto emergere quella che ero veramente e mi avrebbero dato il massimo della felicità, una felicità che nessun’altra scelta mi avrebbe dato : oggi dopo 28 anni posso dire che aveva perfettamente ragione.
Nessun’altra situazione/combinazione mi avrebbe altrettanto valorizzata e resa felice. Io vivo per i miei pazienti, le mie operazioni. No, non cambierei mai la mia vita, la terrei ancora così come è stata, con tutti gli episodi anche drammatici che l’hanno connotata, perché sono stati indispensabili per farmi arrivare alla mia missione di medico e ai miei pazienti, perché la mia è una missione, io non svolgo una professione ma una missione, e se quell’errore medico è stato il prezzo da pagare per arrivare fin qui … sarò folle però… va bene anzi va benissimo così.
Alla fine considero la mia vita un viaggio magico, ha avuto i suoi incidenti di percorso, ma nessuna vita è mai perfetta, e forse certe cose non accadono per caso … che altro dire? Mi sono fin troppo dilungata, scusatemi se vi ho annoiati, grazie per aver apprezzato l’amore infinito per il mio lavoro”.
Si leva uno scroscio di applausi, alcuni colleghi si alzano in standing ovation. Kaoru se ne va leggiadra con la sua targa, col sorriso esuberante sul viso, lo stesso sorriso esuberante e contagioso che aveva al liceo.
Takehiko alla fine della diretta streaming piange, deve preparare una cena fantastica per questa sera, verranno anche sua sorella Nanako e la cognata Rei. Gli vengono in mente le giostre, dovrà portarla alle giostre, gliel’ha promesso, alle giostre come quando erano ragazzini.
La sera Takehiko ha preparato una cena superlativa, ridono e brindano tutti e quattro insieme al futuro di Kaoru, dopo aver rivisto la registrazione della premiazione.
Purtroppo sono solo in 4 causa pandemia, ma quando tutto sarà passato faranno una bella cena con tanti amici e parenti, fra cui in prima fila Mariko e Takashi che intanto guarderanno la registrazione del video.
“Hai ragione Kaoru, quando si è realizzati a tutto tondo, la vita è davvero un viaggio magico” commenta Nanako.
“E’ un viaggio magico se ci sono l’amore, l’amicizia, l’affetto, senza questi sentimenti non ci si realizza neanche nel resto, perché l’amore – inteso anche come amicizia e affetto in generale – è il motore di tutto” puntualizza Rei.
“Allora alla fine si fa prima a dire che l’amore è un viaggio magico” conclude Takehiko.
I ragazzi ridono.
“Se siamo arrivati dove siamo arrivati è merito anche del nostro reciproco affetto; io non so che fine avrei fatto senza l’amicizia e l’amore di Kaoru e Nanako. Possiamo avere tante passioni, vocazioni, ma siamo anche esseri sociali; se non siamo amati e se non amiamo, alla fine ci blocchiamo, ci atrofizziamo e diventiamo un nulla”, dice seria Rei.
“L’amore e l’amicizia veri sono elementi indispensabili per vivere, sono come il cibo, dei farmaci salvavita, possono davvero allungare la vita” commenta Kaoru.
Questo momento di riflessione è interrotto dalle risate gioiose di Nanako “Allora ragazzi noi con tutto l’amore che ci scambiamo siamo solo all’inizio della nostra vita, faremo come lo squalo Highlander che vive almeno 400 anni”.
“Ai prossimi 360 anni” esclama Takehiko prima di iniziare un nuovo brindisi.
Eppure le considerazioni scambiate in quella serata fra uno scherzo e l’altro hanno indotto tutti a riflettere, a riconsiderare la loro vita, a essere maggiormente consapevoli.
Essendo agosto, Nanako e Rei decidono di andare via giusto per qualche giorno verso la montagna, sono stanche per i loro lavori molto intensi; l’incarico di Nanako come preside è assai impegnativo, ha appena terminato gli ultimi collegi di docenti e chiuso il convitto che riaprirà alla fine del mese, mentre Rei ha terminato dei corsi particolarmente complessi di letteratura contemporanea all’università, dove è capodipartimento di letteratura contemporanea, e sta per tenere prima della partenza un concerto col suo gruppo storico che si terrà quasi a porte chiuse (ovviamente anche in diretta streaming), con la partecipazione al massimo di tre persone per musicista; per lei verranno Nanako, Fukiko e Takashi, che ad agosto torna sempre in Giappone con Filimon.
Il concerto è molto bello, vengono suonati magistralmente spartiti di musica classica, opere composte dal gruppo della stessa Rei, altre melodie di andamento classicheggiante o anche leggero.
Sul finale un componente del gruppo annuncia “Per finire suoneremo una musica che la nostra amica collega storica Rei Asaka amava eseguire spesso al liceo e che a un certo punto decise di non suonare più. Stasera l’incantesimo ricomincia e la suoneremo tutti insieme”. Nanako ha un sussulto e pensa “Non sarà mica la musica che suonò il mio primo giorno di liceo?”…proprio quella…
La musica viene suonata, questa volta non solo dal pianoforte suonato da Rei, ma anche dai suoi colleghi che suonano chi il violino, chi il basso, chi la viola…dopo quel terribile incidente stradale Rei non aveva voluto più suonare quella musica che apparteneva a un periodo oscuro e da dimenticare del suo passato, se oggi si sente di suonarla significa che ha fatto pace definitivamente col suo passato, che si è riunita pacificamente a lui come ha fatto Kaoru col suo.
Kaoru alla fine ha elaborato nel migliore dei modi l’errore medico di cui è stata vittima … senza di esso non sarebbe mai arrivata dove è ora, non avrebbe mai conosciuto la felicità e la gioia assolute, l’apoteosi che una persona dall’animo puro e nobile come lei merita…nobiltà d’animo …principe Kaoru nome che per la sua modestia aveva a un certo punto rifiutato…dottor Kaoru…Kaoru dei miracoli…questa era stata l’evoluzione. E va bene così…se quell’errore era il prezzo da pagare per arrivare dove è arrivata – dice Kaoru – va bene così…la sua vita è comunque un viaggio magico…
Ed ecco che Rei – sempre in perfetta sintonia con la sua amica storica – dopo 30 anni si riconcilia a sua volta col passato, suonando quella musica che si era ripromessa di non suonare più, la sua musica preferita che però non voleva più suonare perché troppo legata a quel triennio drammatico vissuto fra i 14 e i 17 anni.
Nanako si emoziona, senza accorgersene piange, rivede in un attimo le emozioni del suo primo giorno di liceo, il primo incontro con quella che è divenuta sua moglie, le aspettative, i sogni a occhi aperti, il sentirsi grande dopo la scuola media quando ancora non sei grande e hai tanta strada davanti e il futuro prenderà una piega diversa da quella che pensavi…Saint Just il fiore…quella rosa rossa in bocca…la rosa portafortuna che tutte le liceali del Seiran correvano a prendere…e lei Nanako che poi al bar con Tomoko prima di tornare a casa sognava di raccogliere … innamorata fin dal primo giorno … anche la loro vita è stata un viaggio magico dove i momenti drammatici non sono mancati ma – come dice Kaoru – , se lei e Rei sono dove sono, è anche per quei momenti drammatici. In questo il passato è sublimato, si è compiuta la catarsi, il passato è sublimato e così si sublima il presente e si sublima il futuro. Quella musica è dolce e malinconica al tempo stesso, una macchina del tempo…un viaggio fra passato e presente verso il futuro…un viaggio magico.
Quando finisce l’esibizione c’è una grande standing ovation, Nanako piange, Fukiko se ne accorge e le mette dolcemente una mano sul braccio, il suo sguardo è buono, anche Fukiko ha avuto la sua catarsi.
Diversi dei presenti chiedono un encore, e Rei si esibisce nuovamente col suo gruppo in quella melodia bella, affascinante, piena di ricordi nostalgici, un tempo triste eppure - alla luce del contesto in cui è eseguita adesso - rasserenante. Ma è bella soprattutto per il suo sottofondo malinconico che non si toglierà mai.
Nuovo scroscio di applausi e nuove standing ovations.
Alla fine del concerto i musicisti si salutano e vanno verso i loro personali spettatori. Fukiko e Takashi si prodigano in complimenti verso la sorella, e allo stesso tempo chiamano il vecchio che ha visto da casa la diretta streaming e si complimenta a sua volta entusiasta con la figlia.
Nanako piange di gioia, e dopo i saluti ai cognati prende per mano la moglie per tornare a casa. Kaoru purtroppo è di turno in ospedale, ma sarebbe stata chiamata l’indomani e intanto le avrebbero inviato la registrazione del concerto fatta col tablet da Nanako.
Il giorno dopo è aspettato con esaltazione da tutte loro.
Kaoru la sera andrà alle giostre con Takehiko, come si erano da mesi promessi di fare. Finalmente, si può ricominciare a uscire, anche se con tutte le precauzioni.
Nanako e Rei devono finire i preparativi prima della partenza per la montagna e per la sera vogliono andare a cena fuori. Il giorno più bello ed entusiasmante di un viaggio è sempre la vigilia della partenza, quello carico di aspettative, di progetti, quando mentre finisci di sistemare la valigia ti vengono in mente tantissime cose da fare e vedere, quando hai in mente più itinerari e non sai quale scegliere. Hanno la stessa esuberanza delle prime vacanze insieme dei vent’anni.
In altre parole le tre ragazze, che vivono emozioni e sentimenti simili in sincronia, per motivi diversi sono emozionate perché stanno facendo un tuffo nel passato sentendosi ragazzine.
Kaoru e Takehiko la sera danno un’occhiata a delle gare olimpiche alla TV; Kaoru da sportiva segue nei ritagli di tempo con entusiasmo le Olimpiadi che quest’anno si sono tenute proprio a Tokyo.
Decidono di andare alla ruota panoramica di Yokohama, perché è la loro città d’origine dove si sono conosciuti e dove si divertivano ad andare sulle varie giostre, forse erano un po’ bambinoni – come malignò il genio del male avv. Fujiwara – ma erano una bellissima coppia proprio perché avevano mantenuto l’innocenza e lo stupore dell’infanzia. La ruota panoramica tra l’altro è una giostra per adulti, emozionante perché vedi dall’alto tutta la città : la città dove è nato il loro amore.
Proprio alle giostre Kaoru ebbe i primi sintomi di quel problema di salute che l’ha portata dove è ora…un altro collegamento riconciliante col passato….
“Take la nostra ruota panoramica, quanto tempo era che non salivamo, da prima che ci trasferissimo a Sapporo, non ero ancora diplomata”.
“Eppure quante volte potevamo tornarci in questi 28 anni, quando tornavamo a trovare le nostre famiglie, ma anche da quando 16 anni fa siamo andati a stare a Tokyo, con l’auto in poco più di mezz’ora non sarebbe stato nulla venire qui. Come dice Rei, facciamo tutti lo sbaglio di rimandare cose che dovremmo fare subito”.
“Ma ora non rimanderemo più, dobbiamo tornare una volta l’anno, e a proposito di Rei, visto che l’hai rammentata mando subito a lei, a Nanako, a Mariko e a Tomoko la foto della ruota panoramica”. Kaoru prima di salire scatta delle foto alla ruota accompagnate da messaggi vocali, vuole rendere partecipi le sue più care amiche delle sue giornate migliori.
“Dottoressa Orihara ora saliamo, comincia il nostro turno”, recita Takehiko, che viene all’improvviso interrotto.
“Buonasera professoressa”.
Kaoru si volta di scatto, è un suo allievo del primo anno del tirocinio propedeutico all’abilitazione medica.
“Buonasera, anche voi qua?”
“Siamo un po’ in vacanza in questi giorni; questa è la mia ragazza, studia Medicina anche lei, è del quarto anno. Abbiamo voluto fare un giro alle giostre e ora vogliamo salire anche sulla ruota panoramica, dicono è molto bella”.
La ragazza abbassa gentilmente la testa in segno di saluto e ha un sorriso contagioso simile a quello di Kaoru.
“E’ spettacolare ragazzi” interviene Takehiko.
“Io e mio marito più o meno alla vostra età amavamo come voi le giostre, ma poi in parte perché siamo stati per tanti anni lontani, in parte perché quando sai che puoi fare una cosa la rimandi con calma a data da destinarsi, non siamo più venuti; l’ultima volta venimmo che voi non eravate ancora nati!”
Le coppie ridono e dopo i saluti di convenienza salgono nelle cabine della ruota.
Il panorama quando arrivano nella parte più alta è veramente molto bello, si vede tutta Yokohama, le strade e i monumenti principali, e di buio l’effetto è ancora più affascinante, tante luci colorate che provengono da ogni parte. Kaoru è divertita come una bambina “Oh Take veniamo più spesso”.
“Certo, l’abbiamo già detto, e poi non posso non esaudire i desideri dell’amore mio più grande del mondo”.
In quel momento suona il telefono. Sono Nanako e Rei.
“La prossima volta veniamo anche noi con voi!”, dicono insieme.
“Rei noi ci siamo promessi di venire tutti gli anni e siccome ci hai insegnato a non rimandare mai, ricordacelo se poi siamo un po’ in ritardo”.
“E voi che combinate?” dice Takehiko.
“Siamo state a cena fuori, abbiamo fatto due passi prima di tornare a casa, e ora ci accingiamo ad andare a letto presto perché domattina partiamo” risponde Nanako.
“Allora aspettiamo le prime foto dalla montagna” dice Kaoru.
La telefonata fra una battuta e l’altra termina.
Kaoru e Takehiko proseguono i giri sulla ruota, non scenderebbero mai, perché sono tornati ragazzini.
“Take stasera sono vispa e reattiva come quando ero al liceo, perché, una volta scesi da qua, non ci facciamo un giro anche su altre giostre? Che ci importa se siamo ultraquarantenni?”
“Va bene che ci dicono tutti che dimostriamo molto meno della nostra età, però che non siamo proprio adolescenti si vede”.
“Dai, ci sono anche diverse persone della nostra età, e poi che ci importa? Una notte di follia, sarà memorabile, sarà un aneddoto che farà parte del nostro viaggio magico”.
“Allora arricchiamo il nostro viaggio di una nuova meta”.
“C’è anche una sala ballo ho visto”.
“Ma tanto non ti piace ballare”.
“Stasera mi va, ti porto a ballare, sei contento?”
“Altro che aneddoto, questo è un evento straordinario che non devo assolutamente lasciarmi sfuggire!”
Mentre Kaoru e Takehiko super gasati passano la notte a ballare e provano delle giostre come non facevano da una vita, Nanako e Rei si sentono euforiche, vogliono dormire per partire ben riposate l’indomani mattina, ma entrambe hanno il sonno leggero e durante la notte si ritrovano spesso in un inspiegabile stato di dormiveglia.
Sono emozionate perché da due anni per colpa della pandemia non sono più andate da nessuna parte e questa è la loro prima vacanza post COVID; sono emozionate, perché gioiscono - come del resto tutti - della libertà di spostamento e di vita sociale che pur molto lentamente si sta tuttavia riconquistando; una vita sociale in fase di riconquista questa volta con la consapevolezza dell’infinito valore di ciò che prima si dava per scontato; sono emozionate perché dopo gli ultimi eventi hanno riconsiderato e rielaborato in maniera positiva e definitiva la loro vita, facendo pace una volta per tutte con se stesse e soprattutto con il loro passato, specialmente Rei.
Questo assestamento destinato a divenire permanente, questa visione della vita che hanno acquisito dopo tanti eventi e la catarsi compiutasi le ha logicamente per il momento un po’ destabilizzate tanto è grande la gioia e la serenità che hanno portato nei loro cuori.
Kaoru, parlando durante la sua premiazione di episodi drammatici della sua vita ai colleghi e a tutti quelli che hanno assistito alla sua premiazione, ha dimostrato di aver non solo superato le ingiustizie subite ma anche di averle trasformate in punti di forza e persino accettate serenamente come passaggi indispensabili verso la sua felicità e realizzazione completa; senza quelle ingiustizie non sarebbe mai stata altrettanto felice e realizzata e quindi alla fine la sua vita va bene – anzi – va nel migliore dei modi così. Del resto stanotte anche Kaoru è in fibrillazione e non vuole andare a dormire, scatenandosi fra giostre e balli come fosse un’adolescente. Lei che non ama ballare deve liberare la sua energia
Rei suonando magistralmente al concerto della sera prima quella melodia malinconica, messa da parte in seconda liceo dopo l’incidente, ha dimostrato a sua volta di essersi riconciliata con le sue tragedie giovanili, con le ingiustizie e gravi carenze affettive subite, e questo grazie anche alle visite fatte al suo amato rione e ai pentimenti sinceri della sorella Fukiko.
Nanako, pur non essendosi mai trovata in situazioni similmente tristi a quelle di Kaoru e Rei, aveva avuto comunque i suoi periodi orrendamente negativi, da cancellare, l’ultimo dei quali quando a 20 anni si era staccata due anni da Rei per i pregiudizi e le cattiverie della cognata solo di recente redenta. Anche lei però si rende conto che ormai sono tutti ricordi molto lontani e messi nel quadro della sua attuale felicità non stonano, perché alla fine sono stati un percorso obbligato verso la sua felicità assoluta meritatamente conseguita.
Alla fine Rei e Nanako si accorgono di essere in dormiveglia entrambe. Sono circa le quattro del mattino. Nanako abbraccia la sua Saint Just e la stringe al suo cuore, non si sazierà mai di quell’odore di vaniglia, dovrà tuffarcisi per sempre, perché ne sarà sempre in riserva.
“Sei in dormiveglia anche te Nanako?” chiede Rei.
“Sì. Non abbiamo fatto niente di particolare in questo periodo, ma siamo tutte sovreccitate, la libertà di spostamento e di vita sociale in fase di rinascita, l’aver fatto pace con eventi molto dolorosi del nostro passato, prenderne consapevolezza e sentirsi all’apice della felicità, sentirsi di aver avuto alla fine tutto dalla vita, aver avuto proprio tutto nonostante tutto, non può lasciarci indifferenti. Mi sono accorta che almeno io mi sento come Kaoru e sento che è così anche per te, l’ho capito ieri sera quando hai suonato quella musica dolce e malinconica, la stessa che suonavi spesso prima dell’incidente”.
“Capisci sempre tutto Nanako. Hai un intuito e una sensibilità più unici che rari”. Rei si siede sul letto e tira su con sé l’abbraccio di Nanako. “Pensavo ai discorsi di Kaoru. Solo io posso sapere quanto ho sofferto fra le medie e il liceo, e ho sofferto anche dopo per il comportamento di mia sorella, le sue scenate egoiste, per essere stata lontana da te per due anni a causa sua, per essere stata poi allontanata da mia sorella stessa a lungo, però nonostante tutto nemmeno io cambierei la mia vita perché tutto questo è servito per arrivare dove sono, faccio due lavori che amo profondamente e che mi arricchiscono sempre di più, ho delle amicizie che non potrebbero essere migliori, mi sono fatta amare dalla mia famiglia per quello che sono; siamo dovuti passare dallo scontro e dall’allontanamento, però ora c’è sincerità fra noi, il nostro amore e la nostra armonia sono assolutamente sinceri, senza quegli scontri così dolorosi e drammatici sarebbero rimaste delle maschere. E poi ho te, il mio organo vitale senza il quale non posso vivere, il mio sostegno”.
Le ragazze si abbracciano più che mai e prende la parola Nanako “col nostro amore abbiamo sconfitto insieme il dolore, tutto il brutto delle nostre vite, abbiamo sublimato il passato, resa perfettamente bella la nostra vita anche con gli incidenti che ci sono stati, e abbiamo scoperto insieme che non esiste una fine, il nostro amore è per sempre. Quando avevo 16 anni capii che ti amavo da morire perché senza di te sarei morta. L’amore per te è così impegnativo e grande da rischiare di non essere sostenibile dal mio cuore, ma questo stesso amore sconfigge il dramma, la morte, la fine, ci rende eterne, io non mi staccherò mai da te nemmeno dopo la morte e non smetterò mai di amarti”.
“Nessuno esprime i concetti e i sentimenti meglio di te. Per me valgono le stesse cose nei tuoi confronti e se la mia vita è perfetta così come è stata è anche e soprattutto merito tuo. Anche la nostra vita è un viaggio magico, il nostro amore è un viaggio magico, perché tutto con te è magico, ma cherie la magicienne”.
E mentre Kaoru e Takehiko ballano e corrono a provare le giostre come due ragazzini scatenati, liberando il loro lato dionisiaco e fanciullesco, Nanako e Rei si abbandonano con un dolce e tenero abbraccio ai loro sogni beati dopo essersi scambiate delle carezze e aver parlato piacevolmente. Sono infinitamente e serenamente felici, appagate nello spirito, unite nell’anima, nel cuore e nel corpo.
Ed è l’alba, l’alba di un nuovo giorno.
“Sono stanchissimo, erano 20 anni che non facevamo l’alba a divertirci, era una vita che non ballavo”.
“Take un ultimo giro sulla ruota”.
“Sono stanco, tanto si è detto si torna”.
“Amoooreeee” dice a presa di giro Kaoru.
“Sì, ora fai la romantica, non ci casco, io ora torno a casa e vo a letto”.
“Io no” dice dispettosa Kaoru.
“Andiamo a casa”.
“Amooooreeee prendimi” e Kaoru scappa verso la ruota.
“Dottoressa Orihara vince sempre lei” Takehiko stanco morto la rincorre.
Alla fine dottor Kaoru vince e parte un nuovo giro sulla ruota panoramica.
“Take grazie della splendida serata, era tanto che non ci divertivamo così, siamo tornati ragazzini”.
“Io mia cara non mi sento i miei anni e comunque devo io ringraziarti per avermi portato a ballare”. Dopo le risate, Kaoru diventa più seria “sai quando ho visto quel mio allievo con la sua ragazza ho rivisto noi di tanti anni fa, e mi è venuta un po’ di malinconia. Poi penso a quanto siamo felici, a quanto abbiamo e dobbiamo ancora avere e fare”.
“Beh, amore mio più grande del mondo, dobbiamo vivere ancora almeno altri 360 anni, e quindi ci aspettano miriadi di esperienze!”
Kaoru ride “sono troppo fortunata : la mia vita è davvero un viaggio magico!”
“Già. Ricordati però che abbiamo concluso con Nanako e Rei che la vita è un viaggio magico grazie all’amore, quindi l’amore è un viaggio magico, e siccome noi due ci amiamo a questo punto il nostro amore stesso è un viaggio magico”.
“Bel sillogismo prof. Henmi!” esclama Kaoru “guarda : la città si sta risvegliando, il cielo rosa è così affascinante, la città da lontano, che magia…”.
Kaoru è ipnotizzata dal panorama e quando si gira verso il marito si accorge che si è addormentato. Lo guarda con tenerezza. Il loro amore è un viaggio magico, così come è magica quella ruota panoramica, rasenta la terra poi torna migliaia di metri su, ora giù ora su, come la vita la ruota panoramica alterna alti e bassi, momenti no e momenti di apoteosi. Kaoru pensa che ha ragione Takehiko : la vita è come una giostra coi suoi cambiamenti, i suoi ‘su’ e ‘giù’, che si rinnova ma resta ancorata al passato, che con la realizzazione di se stessi, l’amicizia e l’amore dona felicità e quindi rende tutto perfetto nella sua imperfezione, una giostra mossa dalle relazioni sociali e affettive, dall’amore in senso lato, diventando un emozionante viaggio magico, perché l’affetto cioè il suo motore è un viaggio magico, il viaggio più bello…
Kaoru contemplando l’alba rosa si sente tanto felice, pensa alla magia dell’amore.
Ma anche Nanako e Rei stanno contemplando estasiate l’alba. Alla fine hanno ceduto alla veglia, e sono nella loro bellissima terrazza fiorita a contemplare il sorgere del sole.
“Un altro giorno con te amore mio” dice Nanako “un’altra tappa del nostro viaggio magico”.
“E oggi viaggeremo anche nel vero senso della parola” aggiunge Rei.
“Allora facciamo questa nuova magia!”
“Partiamo!”
L’alba sta facendo piano piano spazio al giorno, il rosa sta diventando azzurro. Le ragazze allegramente caricano in auto i bagagli.
Accendono la radio perché a loro piace una leggera musica di sottofondo - si sente e non si sente -mentre guidano. L’emittente sta lanciando canzoni degli anni ‘80.
Mentre chiacchierano e scherzano in auto come da adolescenti a un certo punto riconoscono una canzone del 1986 che nel ritornello ripete “l’amore è un viaggio magico”.
“Non ci posso credere” esclama Nanako che ride, mentre è di turno lei alla guida.
“Ma è vero” risponde Rei.
Proprio in quel momento arrivano altre foto via whatsapp del panorama dalla ruota da parte di Kaoru con didascalia “siamo andati sulle giostre e abbiamo ballato tutta la notte, Take dorme e io contemplo questo panorama splendido che non mi stanca mai. Che viaggio magico è l’amore, che viaggio magico è l’amicizia…”.
“Noooo : telepatia. E io che non volevo chiamare dottor Kaoru per non svegliarla e invece se l’è spassata tutta la notte”, commenta Rei.
“Vedi siamo sempre sintonizzate l’una sull’altra chiamala, dille della canzone”.
Fra mille risate argentine Rei chiama Kaoru
“Dottor Kaoru telepatia : ci riguardavamo a chiamarti perché ti credevamo a letto, senti che canzone sta lanciando la radio”.
Rei alza il volume.
“Non ci credo : ‘l’amore è un viaggio magico’. Ne abbiamo parlato anche con Take prima che questo poltrone si addormentasse”.
“E noi ne abbiamo parlato stanotte e prima di partire” prosegue Rei.
“Questo poltrone di Take non sente nulla, da come dorme”.
Risate grasse ed euforiche, sono galvanizzate!
“La nostra amicizia, le nostre storie d’amore sono dei viaggi magici, che hanno reso le nostre vite dei viaggi magici, ragazze che emozione la nostra telepatia, e che emozione assistere all’alba di un nuovo giorno, dall’alto della città…” dice in un misto fra l’allegro e il malinconico Kaoru.
“Che emozione assistervi anche in auto verso una vacanza meritata” commenta Nanako.
“Un viaggio magico” esclamano Nanako e Rei.
Un viaggio magico…..
La ruota panoramica gira e Kaoru grata e perdutamente innamorata della vita dà una premurosa occhiata a Takehiko dormiente, e poi ricomincia a fissare il panorama dalla ruota.
La vita è una giostra…una giostra che gira centrifugando passato, presente e futuro, che con le passioni, l’amore e l’amicizia fa magie, che dalle passioni, dall’amore e dall’amicizia è trasformata in un viaggio magico, perché le passioni, l’amore e l’amicizia sono viaggi magici.
Nanako e Rei viaggiano verso la loro meta di vacanza.
La radio continua a lanciare canzoni degli anni ‘80. Le ragazze ripensano ai propri anni ‘80, quando erano bambine ingenue, esuberanti e giocose : una dolce e piacevole malinconia che si congiunge al loro presente meraviglioso e splendente e a un futuro che col loro amore non potrà che essere favoloso…una magia
“Il nostro amore è davvero un viaggio magico, ma cherie la poupee” commenta Rei.
E puntualizza Nanako “Il nostro amore è un eterno viaggio magico, la nostra magia per sempre”.
Kaoru gira nella ruota panoramica, nella giostra magica della vita e dell’amore; un nuovo giorno è arrivato.
Nanako e Rei proseguono il loro viaggio magico verso la loro vacanza; un nuovo giorno è arrivato.
Un eterno viaggio magico …. Carissime ragazze…