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Autore: Dia_is_cool    13/09/2021    0 recensioni
Conosciamo tutti "All The Young Dudes". Conosciamo tutti la saga originale di "Harry Potter".
Ora è tempo che la Next Generation abbia la sua di storia.
James Sirius Potter ha sempre fatto del suo meglio per apparire "perfetto". Per essere degno del nome di suo padre, Harry Potter, salvatore della Seconda Guerra dei Maghi. E del nome degli uomini da cui prende il suo, James Potter e Sirius Black, due eroi della Prima.
La nostra storia inizia con il suo primo anno a Hogwarts.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Fred Weasley Jr, James Sirius Potter, Lysander Scamandro, Nuovo personaggio, Teddy Lupin | Coppie: Teddy/Victorie
Note: De-Aging, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Estate 2014
Potter Manor


James Sirius Potter era cresciuto nel bellissimo cottage che apparteneva un tempo ai suoi nonni, Euphemia e Fleamont Potter. Si trovava nella campagna della bella cittadina di Chagford, nel sud-ovest dell'Inghilterra. Qui è cresciuto con suo padre Harry Potter, un Auror, sua madre Ginny Potter (nata Weasley), un'ex giocatrice professionista di Quidditch ora giornalista sportiva della Gazzetta del Profeta, e i suoi due fratelli minori, Albus Ignotus Potter e Lily Luna Potter. Più il suo fratello maggiore adottivo, Teddy Lupin. Era un mix di tutti quelli da cui prendeva il nome, chi più chi meno. Assomigliava esattamente a Harry, che assomigliava a sua volta esattamente a James, con gli occhi di Ginny. Ma oltre ad essere disordinati come apparentemente in ogni uomo Potter, i suoi capelli assomigliavano più a quelli del defunto padrino di suo padre. James Sirius ha sempre amato il suo nome, ma odiava anche il fatto che fosse troppo lungo ma che solo il nome di battesimo fosse lo stesso esatto nome del suo defunto nonno, l'eroe della Seconda Guerra Magica, quindi di solito si faceva chiamare Jay o JS. Quest'ultimo divenne poi JayS che ad un certo punto finì per diventare Jayson, ma solo le persone della cittina, dove frequentava la scuola elementare babbana, che volevano prendersi gioco di lui lo chiamavano così.
Oggi era il tredici agosto dell'anno 2014. Esattamente un mese prima del suo undicesimo compleanno. Si è alzato leggermente in anticipo rispetto al suo solito orario: 4:50 invece delle 5:00. La sua stanza era perfetta, secondo lui: le pareti di legno erano dipinte di bianco ed erano ricoperte di poster magici di Quidditch dei Chudley Cannons, la sua squadra preferita - soprattutto per la vicinanza a casa sua -, e poster babbani della sua squadra di calcio preferita: i Newton Abbot Spurs. I pavimenti di legno erano dipinti di arancione e il resto dei suoi mobili era di quercia scura. Come ad esempio il suo letto a baldacchino: tende dorate, lenzuola grigio scuro e federe bianche. O la sua scrivania: aveva un computer portatile incantato — così da funzionare con la magia invece che con l'elettricità — lasciato proprio al centro. Alla sua sinistra una buona quantità di libri di narrativa e quaderni pieni di testi e accordi musicali. Quest'ultimi erano per lo più non di sua creazione, ma c'erano un paio di tentativi in proposito qua e là Alla destra del portatile, invece, c'era la sua cera per legno. Ai lati della scrivania stessa, c'era la sua chitarra - una Maxwell Sipe Classical Guitar 2014 Spruce EIRW - sul suo stand a sinistra; mentre a destra, c'era un altro tipo di stand che teneva la sua Nimbus 3000. Un grande baule decorato con adesivi dei Cannons e altri con citazioni di letteratura si trovava ai piedi del suo letto.
Il giovane mago si svegliò. I suoi capelli erano disordinati come sempre, una caratteristica che aveva ereditato da suo padre e suo nonno. Jay saltò fuori dalla branda. Mise nello stereo la sua copia dell'album American Idiot dei Green Day e andò a fare la doccia nel suo bagno privato bianco e oro. Quando uscì si avvicinò al suo guardaroba, accanto al letto. Indossò una maglietta grigio chiaro e dei pantaloncini da basket. Si mise le scarpe da ginnastica e controllò l'ora: 5:10 del mattino. Tutti gli altri si sarebbero svegliati solo tre ore dopo. Molto silenziosamente scese al piano di sotto, in cucina. Dobby II, il loro elfo domestico, stava come sempre ancora dormendo sul divano del soggiorno. A James piaceva come tutto fosse diventato routine in quella casa negli ultimi tre anni. Da quando sua madre era diventata giornalista e Lily aveva iniziato la scuola, tutto era andato a posto. Ma per il figlio più grande, questo non significava assolutamente rilassarsi. Significava: fai meglio, fai sempre meglio. Dimostrare il proprio valore. Che è il motto con cui ha iniziato a vivere ogni singolo giorno. Si svegliava sempre presto. Proprio come oggi, dopo la doccia mattutina, scendeva al piano di sotto, mangiava una barretta energetica e beveva un bicchiere d'acqua poi andava a correre nei campi, tracciando la sua distanza e cercando di correre ogni giorno 500 metri più del giorno prima. E oggi non è stato diverso. È tornato a casa alle 6:00 dopo aver corso 10,5K. Quando è tornato in cucina per l'acqua, si aspettava come sempre di trovarla vuota. Invece oggi sua madre era proprio lì.
"Ciao mamma" disse. Andò al frigorifero e prese un bicchiere d'acqua bevendolo poi velocemente. "Devo andare, devo fare esercizio con la mia presa, e poi devo..." inizia a dire camminando verso la porta della cucina. Ma Ginny lo fermò: "Perché lo stai facendo, Jamie?" Era l'unica che lo chiamava così. Lui si fermò subito e la guardò. "Voglio" disse lui con fermezza. "Voglio superare sempre me stesso". Il ragazzo spiegò. La donna dai capelli rossi sospirò. Si avvicinò a suo figlio e lo guardò con il più caldo dei sorrisi: "È davvero così? O è che senti di doverlo fare? Io non..." James la fermò subito: "No, mamma. Nessuno mi costringe a farlo. Nessuno... niente mi sta spingendo. Sono solo io, ok? Voglio essere il meglio che posso. Questo è tutto". La madre annuisce, anche se non sembra sicura. E aveva ragione a non esserlo. Perché James stava parzialmente mentendo. Ci pensò per tutto il tragitto fino alla sua stanza. Era tutto lui. Ma perché era lui a mettere tutta quella pressione su di sé. Doveva essere all'altezza di tutti quelli prima di lui. Essere il primogenito del Prescelto era ciò che di peggio poteva capitargli.
Prese la sua pluffa e la scopa e tornò al piano di sotto. Erano ufficialmente le 6:30, il che significava che Teddy si sarebbe svegliato da un momento all'altro. Così James lo aspettò in salotto. Un paio di minuti dopo era lì: il suo divertente e sorridente fratellastro dai capelli blu. Si allenavano sempre insieme a Quidditch da quando erano bambini. Teddy stava per iniziare il suo sesto anno a Hogwarts ed era già nella squadra di Quidditch dei Tassorosso. Era anche un Prefetto. Esattamente quanto di più perfetto potesse esserci. James non era sicuro che ce l'avrebbe fatta. Ma aveva un piano preciso: sarebbe stato smistato a Grifondoro come tutta la sua famiglia, sarebbe diventato subito uno studente da media Eccellente, sarebbe entrato nel Lumaclub, al secondo anno sarebbe diventato il cacciatore di Grifondoro. Al sesto anno sarebbe diventato capitano della squadra e Prefetto. E Caposcuola durante il settimo. Il tutto diventando un fantastico combinaguai come suo nonno e i suoi amici. Dopo Hogwarts, sarebbe diventato un Auror o un giocatore professionista di Quidditch. Certo, il suo vero sogno era quello di continuare con la sua musica, ma quello non era importante. Era infantile. Presto avrebbe iniziato a seguire il suo destino. Non aveva tempo per stupidi sogni da bambino.
Lui e Teddy si esercitarono fino alle 7:45. Poi rientrarono e mentre il più grande andava a terminare gli ultimi compiti, James finì di leggere The Shock of the Fall di Nathan Filer. Alle otto e dieci del mattino tutti erano svegli. Fecero colazione tutti insieme in cucina e nessuno sembrava preoccupato dell'aspetto stanco di James. Ormai tutti ci avevano semplicemente fatto l'abitudine. Quando tutti ebbero finito, Harry si alzò: "Ora, per favore, vestitevi tutti e poi andate in salotto, miei cari. Oggi dobbiamo andare a Diagon Alley. Andremo con la Metropolvere." annunciò semplicemente. Tutti annuirono e tornarono nelle loro stanze. James lasciò i suoi vestiti sudati sulla sedia e si rifece brevemente la doccia. Si mise una polo giallo senape e un paio di jeans corti. Indossò le sue scarpe da ginnastica bianche e nere e prese il suo zaino rosso. Corse al piano di sotto e si sedette sul divano aspettando tutti. Il primo ad arrivare fu Albus. Aveva gli stessi occhi verdi del padre e della nonna. Aveva i capelli neri proprio come James, ma i suoi erano sempre perfettamente pettinati. Era due anni più giovane di James. Non era esattamente un tipo sorridente. E non capiva mai bene gli scherzi o il sarcasmo, dovevi sempre spiegarglieli. Aveva un modo tutto suo di esprimere le emozioni e il più delle volte non le capiva negli altri. Il consulente scolastico della scuola elementare di Chagford aveva affermato che si trattava di autismo. I loro genitori cercarono molto su questo argomento sul web babbano. Trovarono un sito chiamato Reddit dove parlarono con ragazzi e adulti autistici in modo da essere aiutati ad aiutare Albus a funzionare. Per Jay, era semplicemente divertente quando diceva qualcosa di estremamente impertinente a qualcuno e non se ne rendeva nemmeno conto.
Al non salutò il fratello maggiore quando entrò nella stanza. James non si aspettava che lo facesse. Il ragazzo dagli occhi verdi si limitò ad annuire timidamente e l'altro annuì a sua volta. La prossima ad entrare fu Ginny. Si sedette semplicemente accanto ad Albus, aspettando. Poi entrò Teddy, seguito da Lily. James ha sempre pensato che, anche se avesse solo otto anni, Lily fosse una delle persone più in gamba che conoscesse. Implorava sempre lui e Teddy di giocare a Quidditch con loro. Era a dir poco divertente. A differenza delle sue amiche di scuola non aveva paura di un po' di sporco. Diceva sempre che la sua principessa Disney preferita era Merida. E sicuramente nessuno ne dubitava. Era la copia esatta di sua madre. A parte gli occhi. Aveva gli stessi occhi di suo nonno paterno. Un bel misto nocciola di verde e marrone. Molto probabilmente, però, li aveva perché la madre aveva gli occhi marroni, e James ha preso quelli, il padre aveva gli occhi verdi, e Albus ha preso quelli, così lei ha finito per avere il mix.
Harry fu l'ultimo ad arrivare. Prese la Metropolvere e ne diede un po' a Teddy per primo. Entrò nel camino e disse fermamente "Paiolo Magico" mentre gettava la polvere per poi scomparire in un fuoco verde. Ginny lo seguì subito dopo. Poi Harry ne diede un po' a James con un sorriso: "Quest'anno tocca a te, figliolo". Lui annuì e prese la polvere. Entrò nel camino, proprio come Ted e sua madre. Buttò giù la polvere e disse: "Il Paiolo Magico". Venne immediatamente circondato da fiamme smeraldine. Cominciò a vedere scorci di salotti e pub dal punto di vista del camino. Finché non fu buttato fuori da uno di essi e si ritrovò nel Paiolo Magico: il magico pub con l'accesso al centro dello shopping magico della Gran Bretagna: Diagon Alley.
Una volta arrivati anche Albus, Lily e Harry, iniziarono a dirigersi verso il retro, dove si trova l'accesso alle strade. Ma prima che potessero fare un passo, quattro figure si avvicinarono a loro. Erano George e Angelina Weasley con i loro figli: Fred II e Roxanne. Il primo aveva la stessa età di James mentre Rox aveva un anno in meno. Fred era la copia di suo padre, con la leggera differenza del colore della pelle più scuro. Stesse lentiggini, stessi occhi marroni, stessi capelli lisci e rossi. Roxanne invece aveva i capelli più ricci e di un color rame. Anche i suoi occhi erano marroni e il colore della pelle era più scuro di quello del fratello.
Fred abbracciò immediatamente James, che ricambiò sorridendo. Vedere un volto familiare della sua età fu un tale sollievo. Per la prima volta si rese conto che non avrebbe affrontato tutto questo da solo. "Piacere di vederti, amico", disse il rosso. James si mise a ridere. "Ci siamo letteralmente visti due settimane fa. Dopo aver passato tutto il mese di luglio in vacanza di famiglia insieme" afferma. Ma Fred si limitò ad alzare le spalle e lo abbracciò di nuovo. Nel frattempo Roxanne stava già parlando con Albus. Ginny stava ancora parlando con Angelina di alcune cose sulle Harpies - la squadra di Quidditch tutta femminile in cui la rossa giocava e l'altra gioca ancora - mentre Harry stava parlando con George del suo negozio. "Sì, Ron mi sta aiutando ma senza... sai... Non è più la stessa cosa" dice. Harry annuisce. Ron era il fratello minore di George e il migliore amico di Harry. I suoi figli avevano una la stessa età di Albus, Rose, e l'altro la stessa di Lily, Hugo. Fred iniziò a tirare la camicia di suo padre:  "Possiamo andare ora, papà? Per favore! Non vedo l'ora!" sorrideva felice.A differenza di James, Fred non ha mai messo molta pressione su se stesso.  Non ha mai sentito di doverlo fare. Il che significa che non è cresciuto più velocemente del normale e a undici anni era ovviamente molto infantile.
"Andiamo allora!" disse George e tutti e nove si diressero verso il retro del pub. Harry tirò fuori la bacchetta e batté su tre mattoni diversi a un ritmo preciso e in un batter d'occhio la strada principale di Diagon Alley si aprì davanti a loro. Era piena di maghi e streghe di tutte le età. Gli anziani guardavano le vetrine dei negozi mentre i bambini chiedevano cose ai loro genitori e molti, moltissimi, urlavano perché non ottenevano quello che volevano. Tutte le urla, le chiacchiere e i rumori forti in generale stavano causando ad Albus un attacco di panico, che James notò subito. Si avvicinò al fratellino e gli diede le sue cuffie e il wPod - versione magica dell'iPod dei babbani, dove "w" sta per "Wizard's". Albus li prese e mise la musica al massimo volume con gli auricolari nelle orecchie. Fece un paio di respiri per mandare via la tachicardia. James si fermò indietro con lui mentre gli altri procedevano. Non appena Albus riuscì a calmarsi, James gli offrì la mano. Non prese direttamente la sua. Sapeva che in queste situazioni aveva bisogno di conforto fisico, ma non gli piaceva il tocco non richiesto. Aspettò un paio di secondi finché il fratellino non gli prese la mano e si incamminarono verso il resto della famiglia che apparentemente si era fermata dopo aver incontrato qualcun altro. Era un uomo alto con capelli biondo miele e occhi marroni. Era un po' paffuto, ma non troppo e indossava un cardigan a righe su una camicia beige. James lo riconobbe da come Teddy si riferì a lui: "Professor Longbottom, è un piacere incontrarla. Vorrei solo comunicarle che ho già completato tutti i miei compiti di Erbologia e sono più che pronto per iniziare l'anno!". Quello era Neville Frank Longbottom. L'insegnante di Erbologia di Hogwarts e amico d'infanzia di Harry. Questo significava che quella donna bionda bassa e sorridente accanto a lui doveva essere Luna Pandora Longbottom E i tre ragazzi con loro i loro figli. James avrebbe giurato di averli incontrati prima, ma non riusciva proprio a ricordare i loro nomi, solo che il ragazzo aveva la sua età. Era di media altezza e biondo, con i bellissimi occhi azzurri di sua madre. Fortunatamente, Fred aveva una memoria migliore con i nomi: "Frank!" urlò prima di abbracciarlo forte e poi di tirare dentro anche James. "Noi tre andremo a Hogwarts! Sarà magnifico!!!" Disse stringendoli felice. James annuì e ridacchiò. Non ne era convinto. Guardò suo padre per un momento. Sembrava molto coinvolto nella sua conversazione con Neville. Sospirò, sapendo che questo li avrebbe portati a qualche problema enorme, ma disse solo " Diamine, sì, Fred. Potremmo essere i nuovi Malandrini!" e Fred sorrise subito. Frank diede un pugno alle spalle di entrambi: "Voi ragazzi siete degli idioti". Disse ridendo. "Dai, sarà divertente, Frank!", insistette il rosso. James lo guardò supplicante e Frank, alla fine, annuì ridendo. Mentre iniziavano a parlare dell'ultima partita di Quidditch, una delle sorelle di Frank, la più piccola, venne a battere sulla spalla del fratello: "Papà dice che dobbiamo andare. Dobbiamo ancora andare al negozio di Ernie e poi al Serraglio Magico!" Frank sospirò e arruffò i capelli dei suoi amici: "Ci vediamo dopo, ragazzi" disse prima di andarsene con la sua famiglia.
Un paio d'ore dopo avevano tre borse piene di libri di testo, pergamene nuove, penne a sfera nuove. E solo due — quella di James e quella di Fred — con anche, ciascuna: un calderone (di peltro, misura standard 2), un set di fiale di vetro, un telescopio e un set di bilance di ottone. Teddy aveva anche, fin dall'inizio, un'uniforme di Tassorosso al suo interno. Il motivo era ora davanti a loro: Madama McLain. I tre studenti più Harry e Angelina entrarono, mentre gli altri dissero che sarebbero tornati al pub per un butterbear. Madama McLain, come al solito andò subito ad abbracciare Harry. James pensò che era naturale che la gente lo volesse fare. Era un eroe, chi non avrebbe voluto salutare in modo appropriato un eroe?
Fece mettere lui e Fred su degli sgabelli davanti a uno specchio e chiese a Teddy di andare nel camerino e di mettere la sua uniforme in modo che lei potesse sistemarla. Cominciò a mettere su di loro stoffa su stoffa, usando la sua bacchetta per farla assomigliare lentamente all'uniforme di Hogwarts. Ci volle mezz'ora per entrambi. Poi dovettero aspettare che Teddy avesse finito con il suo completo. Nell'anno 2001, la professoressa McGonagall, preside di Hogwarts, aveva annunciato - su influenza del capo della nuova sezione del Ministero della Magia, Relazioni Babbane, Arthur Weasley - che la tradizione del Torneo Tremaghi del Ballo del Ceppo sarebbe diventata, a Hogwarts, una tradizione annuale per gli anni dal quarto al settimo.
Il che, in questo preciso momento, significava che Teddy doveva rimanere più a lungo su quello sgabello mentre Madama MacLain gli aggiustava il vestito per il grande evento. "A chi chiederai di andare al ballo, ragazzone?" lo stuzzicò Fred. Teddy arrossì immediatamente: "Non lo so ancora". Fred e James scoppiarono a ridere. Per quanto potesse essere maturo, Jay aveva ancora undici anni. E trovava comunque queste situazioni divertenti.
Quando finalmente uscirono di lì Fred era il più esaltato che era stato in tutta la giornata: stavano andando da Olivander. Le loro bacchette. Era giunto il momento.
Fred entrò per primo. Visto che era alla sinistra del fabbricante di bacchette, James decise di guardare la finestra del serraglio. Notò un piccolo crup che lo guardava e cominciava a correre e a riguardare James, come se volesse giocare con lui. James ridacchiò. Sapeva che a Hogwarts sono ammessi solo gufi, gatti e rospi. Ma, anche se tecnicamente era un animagus, lo zio Ron aveva un topo nei suoi primi tre anni. E l'insegnante di cura delle creature magiche aveva un'acromantula come studente. E come guardiano aveva un drago in piena regola! Un cane un po' insolito non poteva essere così male, no?
Lily, che li aveva raggiunti un paio di minuti prima, sembrava aver notato l'interazione tra James e il crup. "Papà, Jay sta giocando con il cagnolino!" fece notare. James si voltò a guardare gli altri. "Non stavo..." non cerca di mentire o di liquidare la faccenda, le bugie non portano da nessuna parte: "Il crup stava giocando, io non stavo facendo niente...". Prima che il padre potesse replicare qualcosa, esce Hannah Abbott, la proprietaria del negozio. "Scusate il disturbo... Ma ho visto che stavi andando abbastanza d'accordo con Knuckle. L'abbiamo avuto qualche mese fa. Qualcuno l'ha trovato abbandonato per strada... Nessuno sembra volerlo a causa del suo piccolo problema...". James lo notò subito, Knuckle aveva una cicatrice sulla schiena e una sulla zampa anteriore sinistra. Una delle sue due code era tagliata sulla punta. "È adorabile". Jay commenta prima di iniziare ad accarezzarlo. Harry sembra nervoso ma alla fine dice "Beh, è bello rivederti, Hannah. Insomma... un gufo sarebbe comunque più..." ma Teddy lo interrompe: "James può usare il mio gufo. Mila sarebbe disponibile a spedire anche le sue lettere". Harry dà un'altra occhiata a suo figlio, che gioca felicemente con il crup randagio e annuisce, alla fine.
Entra e pochi minuti dopo nella borsa c'è tutto ciò di cui avranno bisogno per occuparsi di Knuckle. Che li segue nel negozio di bacchette. James si avvicina al mercante, che lo ferma appena fa il primo passo verso il bancone: "James Sirius Potter, primogenito di Harry James Potter e Ginevra Molly Weasley. Una era di agrifoglio, piuma di fenice, 11 pollici. L'altro tasso, corda di cuore di drago, 13 pollici. Ho detto corretto?" chiede. James non reagisce sorpreso dalla perfetta memoria di Garrick Olivander. "Sì, è corretto".
L'artigiano iniziò a prendere le misure a James e una volta finito andò tra i suoi scaffali e tornò velocemente con una bacchetta. Tentano per quel che sembrano ore ma nessuna sembra funzionare. Dopo la quarta bacchetta sbagliata James pensò di arrendersi. Ma poi il fabbricante di bacchette arrivò con la quinta: " Provi questa. Legno di faggio, spina dorsale del mostro di fiume bianco, 12 pollici, solida". Il giovane prese la bacchetta e sentì subito un senso di calore che lo attraversava. La agitò leggermente e una piccola luce apparve sulla sua sommità. Fece il movimento all'indietro e si spense. "Bene, credo che l'abbiamo trovata. Sono cinque galeoni, per favore". Il signor Potter pagò e tornarono tutti al Paiolo Magico, dove Albus impazzì per il curp, facendo happy stimming per tutta la stanza.
Una volta arrivati a casa, James iniziò subito a mettere le sue cose nel furgone, eccetto la bacchetta e un paio di libri che voleva iniziare a leggere prima dell'inizio della scuola.
Oltre che per la sua routine mattutina di allenamento non avrebbe lasciato la sua stanza se non per il cibo nei prossimi diciotto giorni. Stava leggendo tutto Storia della Magia prima della scuola. Suonava la sua chitarra e giocava con Knuckle. Vivendo la sua infanzia il più a lungo possibile. Perché da come la vedeva lui, sarebbe finita nel momento in cui sarebbe saltato su quel treno il primo di settembre.
   
 
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