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Autore: ClostridiumDiff2020    14/09/2021    0 recensioni
Una notte fredda, in un vicolo oscuro Jennefer si incontra e si scontra con William e così...
Lei è anaffettiva e insensibile a qualsiasi stimolo, dotata di poteri telecinetici e soprattutto vede spettri. Nuovi ma soprattutto quelli antichi senza volto e molto pericolosi.
Lui è un groviglio di emozioni, incapace di controllare la rabbia ma soprattutto ferito e agonizzante.
Due universi in collisione.
(Prendere Billy Russo e lanciarlo in una nuova avventura)
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billy Russo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Scontro
 


 
William rovinò a terra e il colpo gli mozzò il fiato. Si raggomitolò tossicchiando e quando si pulì la manica vide il sangue. Lo aveva gettato in un cassonetto come un sacco di spazzatura. Quasi certamente lo aveva dato per morto. Si sospinse in piedi finendo per urtare il bidone restando stordito.
Ogni cosa era andata in pezzi. Stava per voltarsi quando un sacchetto volò sopra la sua testa andando a sbattere contro la parete e finendo nel cassonetto.
“Oh cavolo”
 
William sollevò lo sguardo seguendo la voce. Una ragazza con una cuffia viola e una divisa sporca d’ospedale lo osservava. Ma la cosa che non riusciva a non notare erano dei sacchi d’immondizia che ruotavano sopra la sua testa.
“Cosa… diamine…” farfugliò William
I sacchetti seguirono il primo schiantandosi contro la parete opposta.
La ragazza sollevò una mano puntandogli un dito contro.
“Tu non hai visto niente…”
 
A William scappò un mezzo sorriso prima di oscillare verso terra.
“Sei sempre così pallido?” chiese improvvisamente lei osservandolo
“Sto… sanguinando…” farfugliò lui mentre il mondo si sfocava.
Stava scivolando a terra quando una forza invisibile lo afferrò.
William sorrise chiudendo gli occhi, era come se delle gigantesche mani lo cullassero.
 

 
Il teschio ondeggiava davanti a lui, ma era sempre più sbiadito.
Era la prima volta dopo tanto che tornava da lui, forse voleva solo dirgli addio.
Non gli era davvero rimasto altro?
Poi lentamente riaprì gli occhi, si ritrovò sdraiato su un tavolo di metallo e l’odore del disinfettante gli pungeva le narici.
C’era una flebo che usciva dal suo braccio, una linea rossa che saliva verso l’alto.
 
“Sei più pallido dei miei cadaveri…”
La ragazza del vicolo emerse dalla penombra.
Aveva un volto rotondo incorniciati da lisci capelli neri. William si focalizzò sul cartellino appuntato sulla maglia di lei.
 
Jennefer B.
 
“Che cosa stai facendo?” farfugliò lui.
“Credevo fosse ovvio scemo! Una trasfusione… prima che tu passi da sembrare un cadavere a… esserlo…”
William stava per rispondere quando in lontananza qualcosa si mosse.
Jennefer lo osservò interdetta poi gli posò rapida una mano sulle labbra e gli fece cenno di tacere.
Fu un attimo, lo straniero lo osservava con i suoi grandi occhi scuri. La sua espressione passò da furiosa a incredula e poi tutto il terrore emerse.
Fa il morto per qualche momento…
La voce di Jennefer esplose nella sua testa prima che lei lo coprisse con un telo.
 
La stanza si era fatta improvvisamente gelida, William percepiva il calore della mano di Jennefer premuta sulla sua bocca.
Qualcosa nel profondo gli suggeriva di restare immobile.
Poi un soffio ghiacciato lo raggiunse qualcosa di freddo gli sfiorò il collo. Lo pervase una spiacevole sensazione di disagio, la gola gli si chiudeva ingabbiando ogni respiro.
Poi una porta sbattè con forza e quando Jennefer sollevò il lenzuolo la luce quasi gli ferì gli occhi.
 
“Ehi zombie stai bene?”
William si soprese ad ansimare sulla mano di lei, la voce bloccata in gola.
“Aspetta ti aiuto ad alzarti…” farfugliò Jennefer liberandogli la bocca e prendendolo per le spalle.
William la guardò, sentiva ancora quel tocco gelido e la sgradevole sensazione che gli penetrava sin nelle viscere.
“Scusa… Di solito non vengono quando non sono sola e… Se fosse stato un semplice spettro non sarebbe stato un problema. Ma quello era un Antico e… Alle volte possono essere davvero sgradevoli con i vivi, soprattutto se feriti. Deve aver sentito tutto quel sangue o… Hai forse più ferite di quelle che riesco a vedere? Perché … E questo sembrava davvero attratto da te… Incredibile… Quando ha cercato di afferrarti per un attimo ho pensato che potesse… Beh…”
William la interruppe con un movimento brusco.
“Se certi sguardi potessero uccidere… Ho una brutta notizia per te… Sono geneticamente immune dalla paura… come da qualsiasi altra emozione…”
William aprì la bocca per parlare, ma non riuscì ad emettere un solo suono.
Che cos’era? Che cosa mi succede? Sillabò, muovendo le labbra mute.
 
Jennefer lo ignorò chinandosi sulla gola di William, apparentemente non c’era nulla, neanche un segno.
 “Non riesco a crederci… Non è così visibile ma… Deve averti segnato in qualche modo… Prima parlavi e adesso…”
William la bloccò le prese i polsi e la obbligò a guardarla negli occhi
Che mi sta succedendo?
Il panico nei suoi occhi aumentava di minuto in minuto e per un attimo Jennefer ne fu come sopraffatta.
Ne aveva sempre sentito parlato ma a conti fatti, non le aveva mai davvero provate, le emozioni. Ma a lei non importava. Quella dolce insensibilità la proteggeva. Dalla pura che avrebbe potuta coglierla quando aveva visto il suo primo spettro. O quando aveva usato i suoi poteri per la prima volta. La sua apatia era sempre stata una confortevole protezione e stava svanendo. Osservava quegli occhi scuri in cui poteva intravedere un groviglio di emozioni che le riversavano addosso.
 
Che fosse stato l’antico? Uno spettro che aleggiava sulla terra da così tanto tempo da scordare persino il proprio volto. Che avesse impresso in lei le sensazioni dei vivi come a William aveva tolto la voce? Eppure sentiva che il fulcro di tutto era proprio quell’uomo tutt’occhi che la stava scrutando furente, così gli prese la testa e lo osservò. Come poteva sentire la sua paura e farla propria.
“Cosa succede e a te? Cosa stai facendo tu a me?” annaspò lei.  
   
 
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