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Autore: jarmione    17/09/2021    2 recensioni
Crossover con [Alice in Wonderland] e [Frozen]
Dopo essere scampato da morte certa, Jareth decide che deve trovare il modo per proteggere Sarah ed il suo popolo.
Seguendo una leggenda, decide di partire alla ricerca di Ahtohallan.
Ma sarà in grado di affrontare le risposte che troverà?
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jareth, Nuovo personaggio, Sarah
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Signori...-1 alla fine...-2 considerato l’epilogo.

Spero di allietare i vostri animi con questo capitolo.

Buona lettura

 

 

L’incontro con gli Urskeks era previsto al labirinto di terra, quello di Jareth.

Era l’alba e lungo la collina tre gruppi di persone e creature avanzavano lentamente verso l’ingresso del labirinto.

Camminavano come se stessero andando al patibolo e, in un certo senso, era così.

Da un lato c’era Iracebeth, seguita dalla carte, che avanzava a piedi con passo deciso e sguardo spavaldo.

Dietro di lei la carrozza con le sbarre che trasportava Mirana, Mihal e tutti gli altri.

Dall’altro Sarah, Tarrant e i sovrani, avanzavano lentamente e tenevano ben vicine le loro spade, pronti per l’attacco.

Ovviamente, speravano che non si giungesse a quel punto, ma era meglio essere previdenti.

Infine, il gruppo di Jareth avanzava con fierezza.

Jareth sapeva che sarebbe andato incontro alla morte ma non voleva mostrare a nessuno la paura che gli attanagliava lo stomaco.

L’aveva scampata una volta, non era sicuro che potesse scamparla ancora.

Giunti davanti all’ingresso, rimasero tutti sbalorditi nel vedere gli altri.

Tutti si aspettavano di essere gli unici anche se, in fondo, un po’ di speranza di rivedere i propri cari l’avevano.

“Mihal!” la regina Elbereth si portò le mani al volto, vedendo il marito chiuso nella carrozza adibita a prigione.

“Elbe…” Mihal si aggrappò alle sbarre, come a volerle sgretolare e andare verso la sua amata.

“Tarrant!” Alice fu la prima a rompere le barriere, correndo incontro al cappellaio e stringendolo forte.

“Alice!” lui ricambiò la stretta “Mia dolce Alice” la scostò per guardarla ben dritta negli occhi “Sei tu tu?”

“Si, cappellaio” sorrise e lui la strinse ancora, posandole un dolce bacio sulle labbra.

Poi, entrambi, si voltarono verso Iracebeth e si accorsero dei prigionieri.

“Maestà!” Tarrant cercò di avvicinarsi, ma le carte lo bloccarono.

“State indietro!” esclamò Iracebeth “Oppure ordino alle guardie di giustiziarli seduta stante!”

Tarrant si infervorò ed i suoi occhi cambiarono persino colore dalla rabbia.

Alice dovette faticare parecchio per tenerlo fermo.

Sarah andò in suo aiuto.

“Che gli succede?” domandò in un sussurro Sarah rivolta ad Alice

“Si è arrabbiato parecchio” tagliò corto Alice, che conosceva bene le reazioni di Tarrant quando si infervorava.

Mirana fece loro un cenno col capo, segno di stare tranquilli.

Mentre aiutava Alice a riportare il cappellaio all’ordine, Sarah volse lo sguardo verso Jareth, sentendo il suo stomaco chiudersi e il respiro mancarle.

In quelle settimane erano cambiati tutti e si vedeva la sofferenza sui volti di ognuno, ma Jareth era quello che, a detta di Sarah, era messo peggio

Smagrito e con le occhiaie, la guardava con occhi stanchi e imploranti.

I capelli scompigliati avevano perso la loro lucentezza.

Sarah fremette, ma riuscì a rivolgergli un mezzo sorriso come per dirgli tranquillo, sono qui.

Jareth avanzò di un passo e sembrava volesse andare verso di lei, ma si bloccò subito volgendo lo sguardo altrove.

Sarah sentì che c’era qualcosa sotto.

Spostò anche lei lo sguardo...lo spostò alla ricerca di Kal.

Purtroppo, le sue teorie erano vere e Kal non c’era.

Sentì le lacrime salire nuovamente e soffocò un singhiozzo con la mano.

Jareth se ne accorse, ma rimase immobile sopprimendo l’istinto di stringerla a se e scusarsi in ginocchio per tutto il dolore causato.

Era tutta colpa sua e anche la morte di Kal lo era.

L’unica cosa che gli dava un senso di speranza era vedere la sua amata Sarah circondata dagli altri regnanti dell’Underground.

Era per questo che Sarah non si trovava nel Sottomondo, era andata a cercare aiuto...a cercare aiuto per lui.

Ma perché?

Perché compiere un gesto simile dopo tutto quello che lui aveva fatto?

Perché lei lo amava davvero e lui avrebbe dovuto capirlo dopo quella notte passata insieme.

Si era concessa a lui e gli aveva permesso di profanarla...e lui l’aveva tradita, abbandonandola nuovamente con l’inganno.

Decise di avvicinarsi a lei, voleva parlarle e non poteva farlo così distante, ma non fece in tempo.

Un bagliore invase tutto il labirinto e quando scomparve, facendo abituare di nuovo la vista di tutti, al suo posto erano apparse cinque creature.

Sembravano dei tronchi d’albero, il cui volto era solcato da enormi occhi bianchi.

Le loro vesti li faceva assomigliare a dei sacerdoti.

Anche se il loro aspetto era imponente e incuteva timore, tutti quanti li osservavano nella speranza che fossero benevoli come dicevano le leggende.

Quelle creature rimasero in silenzio, osservando una ad una le persone presenti.

Nessuno osò proferire parola e preferirono attendere che fossero gli Urskeks a parlare per primi.

Peccato che per “nessuno” si poteva fare riferimento a tutti, leprotto compreso, ad esclusione della regina rossa.

Questa avanzò verso le creature, mettendosi davanti a loro e guardandoli come se fosse la loro padrona.

“Vi ho convocati qui per denunciare un grave affronto” disse ad alta voce, per far si che tutti potessero sentirla.

Si voltò e puntò il dito contro la carrozza prigione.

“Quelli sono traditori!” esclamò “Colei che avrebbe dovuto proteggere il regno del Sottomondo ha ospitato dei fuggitivi!” prima indicò Mihal e poi Jareth “Lui, è l’unico ad essere fuggito ed ora è tornato e…”

Gli Urskeks alzarono una mano per zittirla e Iracebth sgranò gli occhi offesa.

“Mi state zittendo?” mormorò “Mi stanno zittendo! Tagliateli la testaaaa!”

Le carte iniziarono ad avanzare con le lance puntate contro gli Urskeks che, sempre senza dire nulla, mossero le loro mani in un gesto circolare e tutte le carte vennero sbalzate in aria da un forte vento, che obbligò il resto dei presenti a ripararsi gli occhi per evitare di essere colpiti dai rametti e dai sassi che si levavano per aria.

Quando tutto si zittirono nuovamente e le carte furono scomparse lontano, gli Urskeks presero finalmente parola.

Iracebeth, talmente scandalizzata, restò anche lei in silenzio.

“Avvicinati” dissero rivolti a Jareth, con un tono che non sembrava un ordine ma una semplice richiesta.

Jareth avanzò lentamente e, appena fu davanti a loro, si inchinò rispettosamente.

“Devi dirci qualcosa, re di Goblin?” domandò uno degli Urskeks.

Jareth rimase di stucco nel sentirsi chiamare ancora re, in quanto convinto di non esserlo ormai più.

Fece un profondo respiro, si ricompose e si mise le mani dietro la schiena.

“Mi reputo colpevole di tradimento alla corona” confessò Jareth, facendo sbarrare gli occhi a tutti.

“Cosa!?” fu il coro che si levò dalle bocche di tutti.

Gli unici a non parlare furono Alice e il tenente Mattias che, per loro sfortuna, erano già al corrente del piano di Jareth.

Nemmeno la regina Elbereth aveva esattamente idea di cosa volesse fare il figlio.

Lui non badò a nessuno e proseguì nel discorso.

“Ho costretto un’umana sposarmi per non perdere il mio posto nel regno, all’inizio era falso e non registrato ed è stato reso ufficiale in un secondo momento e, per concludere, poi l’ho costretta ad abdicare in mio favore...con l’inganno”

“Re Jareth, che state facendo?” domandò re Baelfire, venendo però zittito da Jareth stesso che proseguì.

“Io e re Mihal, delle terra di Elnar dell’Underground, siamo riusciti a sfuggire al nostro destino e sono pronto a prendermi ogni responsabilità delle mie azioni” precisò “Ma c’è una cosa...qualcosa che tutti voi dovete sapere” Jareth osservò uno per uno i presenti e poi si rivolse a sua madre.

La regina Elbereth si avvicinò, facendo un piccolo inchino in direzione degli Urskeks.

Si avvicinò al figlio, posò una mano sulla sua fronte e con l’altra fece apparire una sfera.

Con il permesso degli Urskeks, la regina scagliò la sfera per terra e da essa apparve la stessa scultura di ghiaccio che Jareth, Tarrant, Alice e Sarah avevano visto.

Anche se Elbereth era stata messa al corrente di quanto sarebbe apparso, non era del tutto preparata a rivivere quel ricordo.

Aveva cercato di dimenticare quegli eventi, ma era impossibile ed ora doveva affrontarli nuovamente.

Sarah trattenne il fiato così come Alice, quest’ultima venne stretta da Tarrant.

“Questa è la prova che re Mihal di Elnar è innocente” continuò Jareth “La regina Elbereth, dopo la morte di re Jasper si era risposata ed era reclamata da due regni. È stata costretta ad abdicare da uno di essi” deglutì “L’ho accusato ingiustamente e intendo pagare anche per questo”

“Jareth!” chiamò Mihal “Razza di un insensato, fermati”

“Queste prove le ho ottenute sulla pelle di Kal” precisò Jareth, in risposta a Mihal “Kal di goblin è morto ad Ahtohallan per questo” indicò la scultura, che poco dopo scomparve “Ma purtroppo non esiste nulla che possa scagionare me dalle mie crudeli gesta…” tornò a rivolgersi agli Urskeks “...perciò chiedo a voi di scagionare re Mihal di Elnar da ogni accusa e far liberare coloro che la regina rossa tiene prigionieri ingiustamente”

“Che cosa sta dicendo?” Iracebeth, che non sapeva quando era il caso di tacere, iniziò a tremare e sbattere il piede nervosamente a terra “Non gli darete mica ascolto vero? Loro hanno tradito la corona!”

Gli Urskeks, che ignorarono bellamente Iracebeth, schioccarono le dita e il lucchetto che chiudeva la carrozza prigione si sbloccò.

Il leprotto aprì subito le sbarre e si fiondò sul prato, baciando la terra e osservando un sassolino lì vicino

“Sasso…”

Una volta fuori, Alice e Tarrant si avvicinarono e ci fu un abbraccio di gruppo tra loro e gli amici del té.

Mihal, appena giù, mandò al diavolo la sua proverbiale compostezza e si avvicinò alla moglie, stringendola se.

“Pazza, perché sei venuta?”

“Non vi avrei mai lasciati” rispose la donna, accarezzando il volto del marito “Non potevo restare con le mani in mano”

Mihal sorrise “E’ per questo che ti ho sempre amata” e le diede un dolce bacio sulle labbra, facendo rabbrividire Jareth che, comunque, abbozzò un sorriso.

“Questo è un affronto!” Iracebeth si intromise e puntò di nuovo il dito contro Jareth con fare arrogante “E lui? Lo condannerete vero?”

Uno degli Urskeks, evidentemente stanco di sentire Iracebeth sproloquiare, schioccò le dita e la bocca della regina rossa si chiuse come se fosse incollata.

Ovviamente, la capocciona iniziò ad emettere delle specie di grida e sbattere i piedi a terra come una bambina capricciosa.

Tarrant ed i suoi amici non riuscirono a trattenere le risate, che vennero subito smorzate da Mirana, che fece loro cenno di calmarsi.

Tarrant fece due colpi di tosse e si ricompose, avvicinando il suo volto a Sarah e sussurrando “Scommetto che Jareth verrà scagionato” disse “E se così sarà, farò la deliranza”

Sarah lo ascoltò confusa, ma non osò chiedere cosa fosse.

Il suo pensiero era fisso su Jareth e su quanto gli Urskeks avrebbero detto.

Quando tornò il silenzio, interrotto solo dalle grida isteriche e soffocate di Iracebeth, gli Urskeks presero parola e si rivolsero ai regnanti degli altri labirinti.

“Regina Blair, avvicinatevi” disse e la donna obbedì, inchinandosi e attendendo le richieste “Avete qualcosa da dire?”

“Sono al corrente di quanto accaduto, ero presente il giorno che i due sovrani si accusarono a vicenda” spiegò “Ma re Jareth ha agito cercando di fare il meglio per il suo popolo, ha agito come un vero sovrano ed ha persino protetto la propria regina”

Gli Urskeks annuirono “Siete, dunque, favorevole alla sua riammissione al trono?”

Jareth spalancò la bocca.

Volevano riammetterlo al trono?

Dopo tutto quello che aveva fatto?

“Sono favorevole a farlo tornare al trono” confermò la donna “Ma la mia parola non conta quanto la vostra e, per questo, mi rimetto alla vostra clemenza” si inchinò e si congedò.

Gli Urskeks fecero le stesse domande anche a re Baelfire e re Flush, che deposero a favore di Jareth.

“Proteggere la propria regina non è un crimine” disse re Baelfire “la regina Sarah non avrebbe affrontato un viaggio come quello fatto se il re di Goblin l’avesse ingannata o le avesse fatto del male”

“Confermo” si aggiunse re Flush “Chiedo che il re di Goblin venga rimesso a capo del labirinto di terra e spero nella vostra clemenza nei suoi confronti”

Dopo essersi inchinati, i due regnanti si fecero indietro con un inchino e lasciarono la parola agli Urskeks.

“Avvicinati, Sarah Williams” dissero gli Urskeks.

Sarah si avvicinò lentamente a Jareth che, appena lei fu vicina, allungo la mano e strinse quella di lei.

Il respiro le mancò e resistette all’impulso di stringere Jareth a se.

“Quello che ci è stato detto fino ad ora corrisponde a realtà?” domandò uno degli Urskeks “I sovrani del labirinto di acqua, fuoco e aria hanno detto il vero?”

Era ovvio che gli Urskeks sapevano già tutto, la regina Blair glielo aveva detto, ma Sarah non ribatté e annuì.

“Si, dicono il vero” rispose “Mio marito ha sempre cercato di proteggermi”

“Il labirinto di terra ti ha riconosciuta come sua legittima sovrana” disse l’Urskeks più vicino a lei “Noi riteniamo che tu sia ancora considerata tale e, per tanto, riteniamo opportuno rimetterti a capo del labirinto di terra”

Sarah sorrise ed anche Jareth fece lo stesso.

“I-io...grazie” Sarah fece un cenno col capo “Ho una richiesta, però” gli Urskeks le permisero di parlare “Vi chiedo di ridare a mio marito il suo posto e di ridargli i poteri che aveva in precedenza”

Uno degli Urskeks rise “Il tuo cuore è nobile e puro, Sarah Williams” disse “Ma devi sapere che non sono stati tolti tutti i poteri a re Jareth, solo quelli regali e...temporaneamente”

“Cosa?” si lasciò sfuggire Jareth “Significa che per tutto questo tempo io potevo utilizzare i poteri?”

“Il tuo animo ed il tuo cuore sono come quelli della tua regina” disse l’Urskeks “Non li avresti usati lo stesso, ma hai sempre avuto i tuoi poteri e, infatti, uno di loro è stato utilizzato”

Jareth sbiancò.

Che potere aveva usato?

Non aveva fatto magie, ne fatto apparire sfere e l’unica magia vista era stata fatta da Kal per mandarlo via dalla baia.

Jareth e Sarah si scambiarono uno sguardo interrogatorio.

“Jareth non ha mai utilizzato i suoi poteri” intervenne Alice “Diglielo, Jareth”

“E’ vero, non li ho mai usati” confermò Jareth “Ero sicuro di non averne”

l’Urskeks si rivolse a Sarah “Diglielo, Sarah Williams, dì al tuo re il tuo stato”

Sarah sbiancò e non seppe cosa rispondere.

Ebbe un flash solo quando udì Tarrant dire “Oh, adesso ho capito! È vero!”

“M-ma…”

“Sarah” Jareth prese il volto di Sarah fra le mani e la guardò preoccupato “Mia preziosa, che succede?”

“Jareth…” deglutì e le lacrime iniziarono a scendere.

Per un attimo si era scordata del suo stato e avrebbe voluto non dire nulla a Jareth per paura di perderlo.

Non era nemmeno il momento ed il luogo più adatto per farlo, ma se serviva per scagionare ufficialmente Jareth o per evitare l’ira degli Urskeks, allora era meglio parlare”

“Jareth, sono incinta”

Jareth sgranò gli occhi e, purtroppo, non si capì se era per lo stupore o il terrore.

Probabilmente entrambi, ma Sarah non ci badò.

“Jareth, ti prego, perdonami” affondò il viso nel petto di lui, scoppiando in singhiozzi.

Jareth, dopo un attimo di smarrimento e dopo aver visto Tarrant, il leprotto e Mally fargli coraggio con i pollici in su, prese il volto di Sarah fra le mani e le diede il bacio più dolce che lei abbia mai avuto da lui.

Non servirono parole per far capire a Sarah cosa pensava Jareth e cosa provava in quel momento.

Sapeva solo che sarebbe stata lei a meritare la morte per aver anche solo pensato di volersi sbarazzare del bambino.

Jareth si staccò da lei, mantenendo le loro fronti vicine e accarezzandole il volto con uno strano sorriso sulle labbra.

“Il nostro lavoro è finito” sentenziarono gli Urskeks da oggi potrete tornare alle vostre vite ed ogni accusa verrà cancellata”

Jareth e Sarah si voltarono, annuendo.

“Ma prima di andarcene, è giusto dirvi che il vostro coraggio e le vostre gesta non sono state vane e per questo il desiderio di molti di voi verrà esaudito”

Tutti i presenti si guardarono negli occhi senza capire.

Gli Urskeks schioccarono le dita e scomparvero, ma al loro posto, però, apparve qualcos’altro anzi...qualcun altro.

I capelli neri e spettinati, la barba decisamente evidente e lo sguardo quasi allucinato bastò per far emettere un gridolino di gioia ad Alice che corse incontro alla figura e si fiondò fra le sue braccia.

“Kal!” gridò Sarah, facendo lo stesso.

Kal rimase talmente sbalordito che non proferì parola e non si fece nemmeno domande.

“Sarah, Alice…” mormorò, stupendosi del fatto che riusciva a parlare.

Strinse le due donne così forte da soffocarle, venendo poi accolto da tutti gli altri...compreso Jareth.

“Maestà…” probabilmente non si era nemmeno reso conto di quello che era accaduto e neanche del tempo passato.

O forse sì, ma non voleva darlo a vedere.

Si limitò ad arrossire e Jareth rise.

Sarah e Alice gli lasciarono lo spazio e tornarono verso gli altri.

“Dovremo fare un bel discorso io e te, ma...non oggi” abbracciò forte Kal “Ben tornato amico mio”

Solo poco dopo vennero interrotti da un grido da parte di Tarrant, che si avvicinò ai due con bocca spalancata e occhi che sprizzavano gioia da tutti pori.

“Diventerò padre!”

E per dimostrare la sua gioia, con l’aggiunta della regina Iracebeth ancora con le labbra incollate, si dedicò alla deliranza.

  
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