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Autore: Made of Snow and Dreams    17/09/2021    0 recensioni
Margareth è un soggetto nevrotico e mentalmente instabile, intenta a scrivere il romanzo della sua vita, 'L'intruso ', un home-invasion a tinte gotiche e horror. Quello che non sa, però, è che l'assassino è pronto ad invadere la sua sanità mentale per uscire dal libro, costringendola a fare i conti con il passato e a superare i suoi limiti.
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Non-con
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Capitolo 4

 

 

 

('Una favola, ti dico. Semplicemente una favola. Un milione di copie in tutto il mondo, Margareth, e non abbiamo nemmeno cominciato a pubblicizzare il tuo secondo pargolo, il tuo bambino. '

'T-Ti prego di non chiamarlo così. E comunque nemmeno io... nemmeno io ho iniziato. '

'Hai considerato, almeno, l'offerta? '

'Quella della casa in montagna? '

'Sì. '

'Non ancora. Sono molto in-indecisa. Non so cosa pensare. Più ci rifletto su e più mi viene l'emicrania. Vado avanti a forza di Cronidol. '

'Mi dispiace molto, Maggy... posso chiamarti così? '

'Non mi dispiace. '

'Bene. Cerca di stare attenta a ciò che dico ora: è fondamentale che tu vada via da lì. Io non sono uno scrittore, ma conosco la vostra razza. La mia agenzia ne segue parecchi, di casi... nati con svantaggi vari, diciamo così, come te. '

'Delicato,molto delicato. '

'Ma è la verità, Maggy. Il primo passo per risolvere un problema è riconoscerlo. E tu devi riconoscere i tuoi. '

'Parli come l-l-lo strizzacervelli che mi segue. '

'Non voglio spingermi oltre il necessario. Tuttavia considera attentamente la proposta e prenditi pure qualche altro giorno. Manterrò io i contatti con l'acquirente. A proposito, mi hanno mandato la planimetria della casa. E' un bestione, più di duececento metri quadri! E in più c'è il giardino, molto curato per essere in mezzo ad un bosco. E' perfetta per ritrovare un po' di serenità. '

'Grazie Robert. Mi sei davvero d'aiuto. '

'Questo è niente, Maggy. Richiamami tra un paio di giorni, okay? Se non dovessi esserci, parla pure con Angela, la mia segretaria. '

'Sì. Lo farò. Buona giornata, Robert. '

'A te. '

Click.

'Che figlio di puttana. ')

 

 

 

'Tesoro! Vieni qui che ti devo dare un bel bacio di ringraziamento. '
Qualcuno si stava avvicinando con ampie e veloci falcate, il fruscio dell'erba odorosa ad aggiungersi a quello prodotto dal suo bastone da passeggio.
Nessun attimo di esitazione, com'era usuale quando un estraneo la incontrava per la prima volta. Invece, il profumo pungente di un maglione di lana lavato da poco, forse fin troppo pungente, -
Ammorbidente, è sicuramente l'ammorbidente....
- le invase il naso sensibile, ad anticipare l'abbraccio caldo e accogliente e affettuoso dell'amica.
'Benvenuta. Ti ho già ringraziata prima? Non ha importanza, lo farò di nuovo. '
Sicuramente si prospettava una bellissima giornata.

 

Il leggero tippettare delle dita fragili di Lea sulla sua spalla le indussero il naturale ed istintivo bisogno di raddrizzare la schiena per rivolgerle un ampio e solare sorriso.
Lea sorrise a sua volta, come se avesse letto e manipolato il suo flusso celebrale sin dall'inizio.
'Non so come dirtelo... apprezzo davvero tanto il tuo impegno. Senza il tuo aiuto non sarei mai riuscita a ristrutturare questo rudere. Cioè, quello che prima era un rudere. Adesso è una bellissima casa, provvista di tutto. E' un peccato che tu non possa... no, non importa, la sentirai ugualmente bene con i tuoi sensi da gatta. Senti, mi dispiace, è solo che non sono molto abituata... '
'Interrompi quella diarrea verbale che ti ritrovi, ti prego. Parli sempre troppo, come tuo solito. E no, prima che tu possa scusarti, no, non mi sono offesa. ' concluse Lea, offrendole un leggero ghigno che esponeva alla luce due fila di denti perlacei e ben modellati.
'Hai fatto un salto dal dentista, eh? Hai un sorriso impeccabile. '
'Si vede, eh? Era da un po' che percepivo della placca sull'arcata inferiore, così ho prenotato un appuntamento. '
'Ti ha aiutata qualcuno? '
'No, nessuno. '
'Ha fatto proprio un bel lavoro. Vuoi che ti presenti la casa? '
Casa, ecco Lea. Lea, questa è casa. Non ha ancora un nome, non so nemmeno se ne voglia uno. E' molto orgogliosa, quindi attenta a come la tratti.
'Volentieri, sì. Sto immaginando l'ingresso con un colore chiaro, un color pesca. E il bagno con le mattonelle azzurre, magari lavorate a mano. Quanti bagni ha questa bella signora? '
'Due. Uno al piano superiore e l'altro nell'inferiore. C'è un letto nella stanza degli ospiti, mi sono assicurata personalmente che il materasso fosse morbido e le coperte calde a sufficienza. '
'Ma davvero? E come ti saresti 'assicurata'...? '
'Dormendoci sopra, ovviamente! '
Al suo sbuffare divertito seguì la risata soffocata di Lea, che esplorava gli ultimi centimetri di prato curato con il suo bastone, agitandolo come se fosse un'anguilla impazzita.
Ma che carine!
Oh, non rovinare il momento, tu! le rispose mentalmente lei, e per un attimo le parve che la casa avesse sorriso esclusivamente per canzonarla. Dalle finestre vetrate s'intravedevano le tende a danzare languidamente, in una serie di mosse ipnotiche. Distolse subito lo sguardo, come se una preda di un moto improvviso di disagio.
Sì, Lea, hai ragione. La casa non è solo una casa; è una signora, e come tale va trattata con rispetto. Spero solo che ti sia cordiale.
Giunsero al portico; il legno scricchiolò rumorosamente quando Lea caricò il suo peso sulla gamba che la sorreggeva.
'Sei sicura che la casa sia stata ristrutturata a dovere? ' le chiese l'amica con un'espressione indecifrabile sul volto baciato dal sole. 'E' normale che il legno faccia questo suono? '
L'altra si strinse nelle spalle, lanciando occhiate sospettose e guardinghe ai suoi piedi.
'Beh, ci sono due possibilità. La prima è che sia vuoto al suo interno, e ti confesso che non ho ancora controllato. La seconda è che forse dovremmo iniziare a fare una dieta come si deve. '
'Oh, siamo ancora troppo giovani per una dieta. Io scommetto sulla prima. Dopo controlleremo. '
'Ci sto. '
'A proposito, come si chiama l'ammorbidente che usi? E' davvero forte, anche all'aperto. '
'L'ammorbidente? Ah, intendi... '
Il profumo che ho versato direttamente sui miei vestiti e per terra. E' sicuramente quello. Se solo sapessi, Lea, se solo sapessi che battesimo ha avuto la signora proprio ieri, mentre dormivo... e che spavento prima, e che disgusto dopo!
'... il Coco Mademoiselle. L'ho comprato giusto qualche mese fa, quand'ero in città. Un'occasione, era in offerta e l'ho preso al volo. '
'E' buono. Dovrei farci un pensierino. '
'Il pensierino sarà per dopo. Ora entra. '
Le cinse le spalle con un braccio, i capelli bruni di Lea lasciati liberi sulle clavicole a solleticarle il collo fine. Una zaffata di odori diversi le accolse entrambe, odor di pulito, di incenso, di famiglia, di casa.
Lea restò in religioso silenzio per qualche secondo, assorbendo la sinfonia di profumi che invitavano ad annusarli, a giocarci. 'Credo proprio che il tuo ammorbidente non sia l'unica cosa che comprerò. Dovresti farmi una lista. E' ottimo, ' concluse, allargando appena le narici, 'davvero ottimo. '
'Esplora pure la casa, ma lascia che ti dia qualche dritta. Una volta entrati dall'ingresso principale – lo si può fare anche dal secondo, si trova nel piano superiore, insieme alla scala – c'è il salotto a sinistra e la cucina a destra. E' un unico ambiente, non ci sono muri divisori. Poi, sempre dritto, c'è una scala. Porta al piano superiore. Accanto vi è un primo bagno. Sopra c'è la camera da letto principale, quella per gli ospiti ed il secondo bagno. E adesso sciò! Devo preparare il pranzo. '
'Niente di elaborato, perfavore. Sono debole di stomaco. ' rispose Lea, agile e svelta come una ballerina, iniziando a sussurrare: ' Cinque passi a sinistra e sono al divano, tre a destra e c'è la cucina... no, mezzo passo in più e ci sbatto contro, meglio tornare indietro... '
Sorrideva mentre la osservava borbottare. Lanciò distrattamente un'occhiata alla finestra che si affacciava al giardino, e al pensiero di ciò che aveva trovato quella mattina...
Non pensare, non osare pensarci proprio adesso!

 



('Non ho mai fatto un lavoro del genere... e diamine se è difficile... ' ansimava distrattamente mentre piantava la pala sotto l'animale. Con orrore si rese conto che le carni della lepre, irrigidite dal freddo e dalla morte, mantenevano la loro posizione in un grottesco esempio di rigor mortis.

C'è sempre una prima volta, rispose la casa, dietro di lei. Hai voluto abbandonare la città e questa è una delle conseguenze. La vita in montagna non è tutta rosa e fiori, e io ne so qualcosa.

'E allora dimmi dove mettere questa... cosa... e come uccidere queste bestiacce, tu che sai tutto! ' le rispose rabbiosa, i denti scoperti come un segugio che addenta la propria preda e rivoli di sudore ad imperlarle la fronte, le guance. 'Non ho abbastanza tempo per pulirmi e lucidare il tuo maledetto pavimento. Mi ero prefissata di farlo stamane, ma a quanto pare è andata così, e io non posso farci nulla. '

Precisamente, le rispose la casa. Ma eccoti un consiglio: usa il profumo. Versalo dove vuoi, fattici il bagno, quello che vuoi, basta che lo usi. Una bella dose di acqua profumata e tutto passa.

'Come se non ci avessi già pensato... ' mormorò lei, sperando che la casa non la sentisse.)

 

 



Istintivamente afferrò un paio di guanti leggeri, stranamente piccoli per lei che aveva già le mani sottili e aggraziate, e sospirò mentre il ticchettare delle zeppe di Lea che saliva le scale scandivano il ritmo con cui lavorava.
Pasti salutari, pensava, pensava e rideva e sospirava, non vorremmo mai che Sua Signoria ingrassi. Il portico non deve gemere.
'Ti comunico che qualsiasi cosa tu stia preparando, emana un odore delizioso! ' annunciò Lea dal piano di sopra.
'Dici? ' le rispose, la voce molto più alta e acuta del normale. 'Sto preparando la salsa al curry, spero ti piaccia. E le verdure. '
'C'è bisogno di chiederlo?' rispose Lea, ridacchiando. 'Ti dispiacerebbe fare un salto qui sopra? Non trovo il sapone e sento di avere le mani sporche di terra. Sai, toccando il cancello... '
'Sì, arrivo subito. Credo di non aver chiuso a chiave la recinsione. ' disse, scoccando un'occhiata impaurita al giardino. Come ho potuto dimenticarmene?
Chiudi prima il portone, disse la casa. La sua voce si era fatta più seria, meno sorniona. 'Potrebbe arrivare qualcuno. '
E fu la prima cosa che fece.








Note dell'autrice:
Mi dispiace davvero tantissimo essere scomparsa per così tanto tempo, ma finalmente eccomi qui con un capitolo leggermente più lungo degli altri. Continua il processo creativo di Maggy la scrittrice (il testo in grassetto fa parte del romanzo che scrive e che noi seguiamo passo per passo) ma le vicende non saranno quiete ancora per molto, parola di Snow!
Ringrazio davvero tanto coloro che stanno ancora seguendo la storia - non preoccupatevi, sono tornata con molta voglia di scrivere - e beh, a presto con il prossimo aggiornamento!

Made of Snow and Dreams.

  
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