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Autore: NicoRobin95    21/09/2021    0 recensioni
Un regno governato da un re dittatore, ma affascinante e a dir poco bellissimo. Un giorno per una serie di eventi e coincidenze la sua vita si incrocia con un'altra ragazza di stirpe nobile, ma che a differenza di lui non vorrebbe esserlo. Nonostante ha una nobiltá che lui non possiede:, quella del cuore.
Durante una forzata convivenza con lui scopre che in presenza di lei lui riesce a sfoderare dolcezza, delicatezza e generosità cose che non sembrano appartenergli.
In virtù di questo, giura a se stessa di scoprire perché e se è diventato così, oppure in principio anche lui era dolce e buono.
Combattendo con un popolo che la reputa una venduta a causa della vicinanza con lui e dei privilegi che gode; con donne a lui vicine che la odiano perché loro rivale in amore (a loro dire) e la paura di scoprire chi sia per davvero l'uomo che per destino sembra che debba avere accanto, Viola proverà a scoprire chi sia veramente il "signorino" Donquixote Doflamingo...
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Donquijote Family, Violet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Doflamingo s'incamminò verso la sala da pranzo. Fuori sull'uscio appoggiata allo stipite ad aspettarlo c'era Boa Hancock una delle ragazze più belle che avesse mai visto, se non la più bella. Indossava un bellissimo vestito rosso, stretto, scollato simil kimono completamente glitterato. Lo scollo generoso permetteva al suo seno sodo e maturo di essere intravisto, lo spacco vertiginoso sulla gonna lunga la rendeva ancora più sexy e slanciata. I lunghi capelli neri e lisci erano sciolti sulla schiena e seguivano la curva dei suoi glutei rotondi. Alle orecchie portava un paio di appariscenti orecchini a forma di serpente color oro e lo guardava con i suoi occhi neri e sensuali.

Doflamingo la vide e disse:

"Querida, amor mío riesci sempre a togliermi il fiato come la prima volta se non di più. La luna impallidisce di fronte a te. Onoratissimo di averti con me sta sera." 

"Il piacere è tutto mio cariño, sai che vivo per compiacerti e non mi faccio bella per nessun altro."

"Per stare accanto a me è necessario che tu sia sempre impeccabile. Ma del resto sono sicuro che potresti fare bella figura vestita anche solo di stracci."

"Mi sei mancato Doffy. È dalla riunione degli Schichibukai che non ti vedo. Sará piú di una settimana."

"Anche tu mi sei mancata cara. Sai che puoi venire a trovarmi quando vuoi, il mio palazzo è casa tua, ma in questi giorni sono stato piuttosto, in ansia e impegnato e non volevo certo che il mio bellissimo giglio dovesse essere trascurata o vedere scene sgradevoli. Adesso sono tuo per tutto il weekend. Ho fatto preparare tutto in modo da accoglierti come la regina che sei. Ho fatto rassettare anche la tua stanza nel caso tu la voglia usare."

"Quale stanza? Io voglio stare con te mio re, dormire tra le tue braccia, ogni minuto e secondo."

"Lo immaginavo querida e allo stesso tempo lo speravo. Recupereremo tutto il tempo perso, te lo prometto, sai che il fin de semana penso solo a te."

Le accarezzò i capelli per poi posare una mano sul suo fondoschiena, con un braccio le cinse la vita e si scambiarono un bacio "spagnolo" pieno di passione, lungo, intenso. Baciava divinamente, come faceva quell'uomo tanto spietato ad essere così bravo a fare l'amore e affascinare?

"Sei felice querida?"

"Come potrei non esserlo signorino. Sono accanto a te." Non usava mai il titolo onorifico, se non per provocarlo o per giocare con lui in intimità.

" Allora vogliamo iniziare a divertirci querida. Sta sera ti porto a ballare all'arena va bene? Il Colosseo é stato allestito a discoteca."

"Uhhh, cattivello lo sai che io se mi offri un cocktail e mi porti a ballare perdo completamente le inibizioni."

"Pensi che io l'abbia organizzato per caso. Fufufu ingenua."

" Ma io volevo stare con te."

"Non preoccuparti, ti starò incollato e torneremo a casa a un orario ragionevole così poi continueremo la festa in privato."

"Mi piace. Va benissimo!"

"Allora vieni querida, la cena si fredda."

Boa Hancock era forse l'unica donna a cui Doflamingo riconosceva davvero un po' di onore e rispetto, era la persona che più si avvicinava a qualcosa di simile all'essere amata da lui. Da quasi due anni ormai, erano amanti e amici. Entrambi regnanti, capricciosi, snob, altezzosi e flottari.
L'ironia della sorta é che all'inizio tra loro le cose non erano certo iniziate nel migliore dei modi.

Lei lo odiava, lui non sapeva bene il perché, anche se non se ne curava più di tanto perché per lui era normale che le persone provassero odio nei suoi confronti. Lui invece, ne fu subito attratto forse proprio perché lei invece, non lo ricambiava.

Litigavano spesso, lui la provocava e punzecchiava nei ritrovi e le conversazioni. Fino al giorno in cui, una volta diventato re gli venne dedicata una festa al ritrovo della flotta dei sette e lei pur presentandosi perché vincolata dai suoi obblighi di flotta, se ne stava in disparte con il muso lungo.

Era stato proprio lui: il festeggiato a notarlo.

"Arrabbiata mia cara? Mi dispiace, dovresti divertirti, è una bella festa in fondo, nonostante sia in mio onore. Fufufu."

"Non mi abbasserò a festeggiarti solo perché il cibo è buono e il vino è raffinato, anzi mangiati anche il mio e spero che ti vada tutto di traverso."

"Fufufufufufu come siamo scontrose. Di solito non mi interessa essere rifiutato, ma non posso darmi per vinto se a farlo è una ragazza così bella e affascinante."

"Sei pregato di annoiare qualcun altro con le tue lusinghe. Non mi sei mai piaciuto, mai mi piacerai e anche se ho avuto la sfortuna di doverti vedere e lavorare con te perché hai il mio stesso ruolo, non saremo mai soci o amici."

"Wow. Che temperamento, come sei passionale! Mi piaci tanto mia cara. Sarebbe un peccato se andassi sprecata."

"Ahahah come? Sprecata io? Solo perché non sono ai tuoi piedi. Ti do una notizia Donquixote Doflamingo anche se sei un drago celeste non puoi obbligare le persone ad amarti e nemmeno puoi pensare che chi non accondiscende ai tuoi capricci è sprecato."

"Fufufufufu ecco cos'è allora! Invidi la mia stirpe nobile e non sopporti che io lo sia più di te, perché sono un drago celeste."

"Per questo e molte altre motivazioni, ma di sicuro non provo invidia per te. Stai attento, perché un giorno se non fossimo più uniti dalla flotta..."

"Cosa vorresti fare? Uccidermi? Torturarmi? Rapirmi? Fufufu mia cara non fantasticare. Io sono molto più forte di te." Disse prendendole entrambe le mani con la sua mano destra. Gliele alzò sopra la testa unite, la ragazza si dimenò:

"Lasciami brutto smargiasso. Non puoi fare tutto quello che vuoi! Sbruffone altezzoso!"

"Lo vedi che ti sto tenendo ferma con solo una mano senza troppo sforzo e senza usare i poteri. Non voglio usare la forza, sei uno splendore, tanta bellezza non va certo buttata via. So io come posso convincerti."

Così dicendo bació la ragazza sulle labbra che dopo pochi secondi smise di dimenarsi.

Con la mano sinistra spostò leggermente il collo alto del suo vestito, lei si dimenò.

"Lasciami stare. Non scoprirmi la schiena."

Lui la fece voltare tenendola ferma e una volta slacciato il suo Kimono le abbassò il colletto posteriore scoprendo la schiena.

"È proprio come pensavo allora."

"Maledetto. La pagherai, maledetto! Ti odio!" Urlava la ragazza in lacrime, mentre l'uomo guardava attentamente il simbolo stampato tra le sue scapole: un cerchio rosso con tre spunte in alto e una in basso. Era il simbolo degli schiavi, marchiato a fuoco, sulla sua pelle candida, morbida.

"È per questo che mi odi vero?"

"Odio tutto di te. Come ti sei permesso? Vattene, sparisci, spero che tu muoia, non voglio vederti mai più." disse la sovrana delle piratesse in lacrime, accasciandosi per terra dal dolore con in viso tra le mani.

Lui si inginocchiò vicino alla ragazza e le parlò in tono dolce:

"Ne avevo il sospetto dal primo giorno che ti ho conosciuta. Percepivo un odio intenso da parte tua, ma diverso da quello che ha la maggior parte delle persone verso di me. Più viscerale, antico, ancestrale, non ne avevo avuto la conferma, fino a sta sera, ma non è necessario che mi odi così tanto. Io sono un ex drago celeste, tu una ex schiava è il passato. Adesso siamo entrambi qui, tutti e due flottari, tutti e due regnanti. Questo dimostra che ciò che eravamo è morto per lasciare spazio ad altro, perché continui a tenerlo in vita?"

"Voi draghi celesti pensate che tutto vi sia dovuto, vi spetti di diritto, di poter possedere anche le persone, tu pensi che solo perché tu sia un drago celeste io debba cedere alle tue avance, ma non è così. Io non sono una schiava e tu non mi possiedi di diritto."

"Non ho mai detto questo! Nemmeno l'ho pensato. Io non sapevo fossi un ex schiava fino a questo momento, non ne ero sicuro, non potevo saperlo con certezza, eppure ho sempre cercato di conquistarti. Io ho un sacco di schiavi che lavorano incessantemente per me e schiave soprattutto, per soddisfare i miei capricci di qualunque natura essi siano. A loro non faccio avance, ordino e loro eseguono. Chiedo che siano preparate e poi, mi raggiungono in camera, se ho provato a corteggiarti è perché non ti reputo come tale. O sbaglio? Sei tu che mi hai odiato dal primo momento. Non io."

Il suo sguardo sembrava dolce, si poteva capire nonostante quelle spesse lenti viola, la sua bocca era rilassata non deformata dal suo solito sorriso malevolo. 

"Ho sofferto tanto per colpa di quelli come te. Perché tu dovresti essere diverso? Perché dovrei fidarmi?"

"Non sei costretta. Io ti sto solo chiedendo di dimostrarti che anche se sono un drago celeste posso farti sentire una regina. Ma la scelta é tua. Non ti costringerò, ne minaccerò e non perché io non possa farlo, piuttosto perché non voglio farlo e non ne ho intenzione."

Doflamingo si alzò, aiutò la ragazza ad alzarsi sollevandola da per terra mettendole le mani sulle spalle.

Con i suoi fili invisibili avvicinó a sé dei tovaglioli e una coppa di champagne dal tavolo dei rinfreschi. Porse alla ragazza la coppa di vino chiaro e frizzante e intanto le asciugò gli occhi con il tovagliolo.

"Questo segreto resterà tra noi. Nessuno lo saprà per quanto mi riguarda, anche se non so quanti ancora crederanno alla storia dell'occhio sulla tua schiena che pietrifica tutto. Ti lascerò in pace, così potrai stare tranquilla, anche andartene se vuoi. In fondo, la tua apparizione l'hai fatta per cui non hai più nessun obbligo come flottara. Ti chiedo solo una cosa." disse togliendosi il suo orologio d'oro e mettendoglielo al polso: "Se vuoi provare a conoscermi alla fine della festa mi riporterai l'orologio al mio palazzo, altrimenti me lo renderai quando ci vedremo alla prossima riunione."

Lo guardò con occhi languidi, ora che si soffermava a notarlo era un bellissimo ragazzo e molto affascinante, non poté smettere di pensare alle sue labbra soffici sulle sue, alla sua mano calda e grande con la quale la teneva ferma pochi attimi prima senza grande sforzo; alla sua voce sensuale e caliente, al suo accento latino appena accennato, al suo profumo dolce e piccante. Lo guardò allontanarsi, lo fermó con passo svelto:

"Doflamingo!"

"Si mia cara?"

"Ti prego!"

"Ti prego cosa?"

"Baciami ancora!" disse mentre si avvinghiava a lui.

"Fufufufu non credevo che decidessi così in fretta. Ma del resto ho sempre saputo che fossi una donna che sa quello che vuole e che fa."

"Ti prego perdonami. Voglio darti una chance, anzi ti chiedo di darmela. Posso avere l'onore di averti come ospite nel mio palazzo sta sera?"

"Fufufu accetterei volentieri cara, ma non posso assentarmi da palazzo per nessun motivo in questo periodo. Se desideri vorrei avere io l'onore di ospitarti."

" Sarebbe un enorme piacere per me."

"Chiamo subito Trebol e ordino che venga preparata la stanza reale accanto alla mia, é la più bella che possiedo e non la uso da tantissimo perché la preparo solo per ospiti più che illustri, ma tu mia cara non sei certo da meno."

"Ti prego, portami con te Doflamingo non lasciarmi sola da questa notte."

"Vedo che siamo belle coinvolte tesoro. Allora accompagnami. Facciamo questa telefonata e poi ci divertiamo per il resto della festa ti va bene?"

"Mi va benissimo cariño a patto che non duri troppo perché mi piacerebbe poter parlare con te. Vorrei raccontarti un po' di me, della mia storia."

"Avremmo tempo piccolo giglio, la notte é giovane sono solo le 11, divertiamoci un po'."

"Come tu vuoi. Ma aspetto ancora quel bacio."

"Prima il dovere e poi il piacere, fammi chiamare Trebol per ordinare di sistemare la tua stanza e poi posso anche baciarti tutta la notte."

"Mi piace la prospettiva, credo che valga la pena aspettare."

"Non te ne pentirai querida."

Da quella notte la loro relazione era stata sempre più passionale, intima e confidenziale. Lui sapevo molto di lei e lei conosceva alcune cose di lui, anche se sapeva bene che probabilmente moltissime cose gliele teneva nascoste. Nonostante tutto, il rapporto era solido e ben avviato e potevano definirsi quadi fidanzati anche se Doflamingo non voleva nemmeno sentirla pronunciare quella parola perché le dava idea di legame e impegno e lui, che si definiva uno spirito libero e un’anima selvaggia non poteva pensare a un legame così serio. Lei sapeva che durante la sua assenza lui dormiva con altre donne, schiave per giunta la maggior parte delle volte, ma come lui le aveva detto. 

"Tu sei l'unica con cui ci metto il cuore."

Nonostante, le desse sui nervi quella situazione la accettava come un male inevitabile, qualcosa a cui lui era assoggettato, come se facesse parte del suo lavoro.

"Buonasera famiglia. Salutate la mia splendida donna."

Tutti salutarono Boa Hancock e tutti, a parte Jolla e Baby 5 erano realmente felici di vederla.

"Come ben sapete Hancock é la mia amica e amante, quando viene a trovarmi dovete trattarla come se fosse la vostra regina. Ogni suo ordine é subordinato solo al mio chiaro? In questi giorni che trascorrerà qui dovrete trattarla con il riguardo che merita, deve essere servita e riverita al meglio, anche di più. Chi mancherá ne risponderà a me personalmente."

"Si signorino!" 

"Bene ora sediamoci a tavola. Un brindisi alla mia dama."
   
 
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