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Autore: daffodil_damask    21/09/2021    0 recensioni
Persone diverse le avevano raccontato diverse volte come era stato il loro incontro con la divinità. Alcuni avevano pianto, altri avevano abbracciato l'ombra che si era manifestata davanti a loro, ma tutti erano concordi su una cosa: la consacrazione era stato il momento di pace più assoluto della loro vita.
Erano stati preparati a quel momento ed erano arrivati pronti per affrontare la verità.
Nessuno, che Aelinn ricordasse, aveva mai narrato di aver visto immagini di sangue.
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| Chiesa di Lathander | Iniziazione religiosa | Introspettivo | circa 1100 parole |
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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note iniziali

Aelinn è un'elfa dei boschi, figlia unica di genitori commercianti di Waterdeep. Questa storia è inserita come frammento di background per una campagna di Furto dei Dragoni/Dragon Heist.


 

 

 

«Vieni avanti, Aelinn.»

Le sue mani tremano mentre cammina lungo la navata che la porta davanti al suo mentore. Ha tutti gli occhi addosso: li sente perforare la pelle mentre studiano come è vestita, cercano un capello fuori posto, squadrano il modo in cui cammina attraverso la luce filtrata dalle vetrate istoriate che coprono le pareti.

La madre Xanaphia, vicino all'altare, le sorride. Si vede da come tiene sollevato il mento che è fiera. Lì vicino il padre, Tharuvol, rassicura Aelinn con lo sguardo.

Thyresias, il suo mentore, esegue un inchino che lei ricambia quasi nello stesso momento. Poi, con passi sincronizzati, percorrono entrambi un mezzo cerchio e si scambiano i posti. Aelinn si trova ora davanti all'altare: sa che sotto quel leggero telo bianco c'è un piedistallo su cui si erge un cerchio dorato, con il simbolo della Chiesa di Lathander al suo interno.

C'è un silenzio di tomba attorno. Aelinn teme che i presenti sentano quanto forte il cuore le martella nelle tempie. Le orecchie le fischiano debolmente mentre alza una mano per stringere tra le dita il telo sull'altare. Il mentore si rivolge alla platea con parole che Aelinn ha udito molte volte ma che ora non sente che lontanamente. Con la coda dell'occhio riesce a vedere che i presenti si sono coperti il viso con la manica della veste. È ora.

Il telo bianco viene sollevato e la sala si riempie di luce.

Aelinn, l'unica a non essersi coperta gli occhi, ne viene investita. È talmente improvviso e violento che le sembra di sentire la cornea bruciare.

 

Trascorrono lunghi secondi prima che da quel vuoto abbagliante si distingua qualcosa. È una figura umanoide, sembra avvicinarsi a passi tranquilli ma sicuri. Aelinn prova a coprirsi gli occhi con una mano, nel tentativo di mettere meglio a fuoco quella figura, ma non fa in tempo a compiere l'azione che attorno a lei la luce si diffonde: riesce ora a distinguere un manto di corta erba, il rumore di due ruscelli poco distanti e un debole ma dolce profumo, eppure tutto sbiadisce di fronte alla sensazione di pace che si è fatta strada nel suo petto.

«Ti ho aspettata a lungo, figlia mia. Benvenuta.»

L'uomo che torreggia su di lei è di una bellezza sovraumana, vestito di un lungo telo bianco che gli avvolge più volte il torso e i fianchi. Aelinn prova l'istinto di inchinare la testa, sta per mettersi in ginocchio quando l'uomo la ferma mettendole la mano sulla spalla. Le prende il viso tra le mani, delicatamente, e fa in modo di farsi guardare in volto.

Il suo tocco è effimero, ma caldo e accogliente. Nel guardare suo viso Aelinn finalmente non pensa a nulla, dimentica di tutto ciò che ha visto fino a un secondo prima, dimentica dei genitori e dei famigliari e dei compagni dell'Ordine e del maestro. È troppo persa nella sensazione di pace che quel tocco le trasmette. Le fa quasi venire voglia di piangere, tanto è piacevole e assoluta.

L'uomo le sorride, sollevando il pollice della mano destra e posandolo sulla fronte della ragazza. Con esso disegna un cerchio, poi dentro esso una linea curva da cui partono tre segmenti a raggiera. Il simbolo brilla di luce dorata sulla pelle azzurra.

«Risvegliati

Nero. Rosso. Nero. Bianco. Rosso. Il ritmo di un tamburo. Un pugnale. Una testa mozzata. Nero. Il ritmo di un tamburo da guerra. Un'esplosione nera. Tum. Rosso. Thyresias a cui viene tagliata una mano. Bianco. Tharuvol con un cappio al collo e gli occhi chiusi. Rosso. Tum. Un lampo bianco. Xanaphia con le mani sporche di nero. Bianco. Tum. Rosso. Elfi che combattono uno contro l'altro. Rosso. Uno, dieci, cento persone che combattono sopra montagne di corpi mutilati. Nero. Tum.

Aelinn si ritrare precipitosamente, inciampando sulle sue stesse vesti. Cade sull'erba, batte la schiena, si accorge di stare piangendo. Vorrebbe urlare ma non sente le corde vocali, muove le labbra tremanti senza emettere suono. La gola è in fiamme, le membra tremano. Gli occhi sbarrati chiedono risposte all'uomo che ha davanti.

Egli ha aggrottato le sopracciglia. La confusione iniziale si tramuta in sconforto, poi in pietà. Aelinn si sente corrodere davanti a quell'espressione.

La ragazza scuote la testa, tendendo una mano avanti e cercando di rialzarsi, schiarendosi la gola per parlare e…

Tum tum tum tum.

Un suono sordo nel retro della testa.

Tum tum tum tum.

Di nuovo, a distanza di pochi attimi.

Tum tum tum tum.

Non sembra rallentare.

Tum tum tum tum.

"Che sta succedendo?"

Tum tum tum tum.

Lui è ancora lì, la guarda con pietà, sembra sapere cosa sta succedendo, eppure non dice nulla. Sembra… deluso.

Tum tum tum tum.

"Ti prego, fallo smettere."

Tum tum tum tum.

"Ti prego…"

Tum tum tum tum.

Aelinn cerca di alzarsi, ma attorno a loro il paesaggio si sta sgretolando. "No, no, no…!"

Tum tum tum tum.

«Ti prego…!»

Il mondo collassa su sé stesso. I fiumi inondano la terra, l'erba scompare, la figura umana perde i suoi contorni. Tum tum tum tum. I sensi di Aelinn si riempiono di nuovo di accecante luce bianca. Tum tum tum tum.

 

La ragazza riapre gli occhi nella stanza dell'altare, con in mano il telo bianco che ha sollevato. Il simbolo dorato della famiglia le brilla debolmente davanti al viso, etereo. Tum tum tum tum. Ha gli occhi lucidi mentre si guarda attorno, timorosa che qualcuno abbia visto qualcosa di ciò che è appena successo. Per sua fortuna, sono ancora tutti coperti dai loro drappi. Tum tum tum tum. Digrigna forte i denti, prende il telo con entrambe le mani, si asciuga le lacrime che minacciano di bagnarle il viso. Tum tum tum tum. Appoggia il telo dove era prima, secondo il rito, coprendo il debole bagliore dell'idolo. Tum tum tum tum.

«Per la morte e la rinascita», riesce infine a sussurrare, abbastanza per farsi sentire almeno da Thyresias. Questi si toglie il drappo dal viso, la guarda preoccupato per un attimo, poi indossa un sorriso solenne e ripete la frase a gran voce. Tutti i presenti si scoprono il viso e mostrano il loro apprezzamento ad Aelinn, che si sforza di sorridere per non scoppiare a piangere.

 

Per quanto cerchi di ignorarlo, è ancora lì. Di quel sogno meraviglioso, se di sogno si può parlare, è rimasto solo il suono dei tamburi di guerra.

Tum tum tum tum.

 

 

 

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