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Autore: JoyStuck    24/09/2021    0 recensioni
Mid- Season 3: Daryl viene catturato a Woodbury durante una missione di salvataggio. Il Governatore ha una particolare intuizione su come torturarlo per ottenere informazioni sul nuovo gruppo nei dintorni.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daryl Dixon, Il Governatore, Merle Dixon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Merle si intrufolò sotto la serranda mezza aperta senza prendersi la briga di sollevarla prima di chiudersela alle spalle.
A colpo d’occhio valutò che Martinez aveva già fatto un discreto lavoro sul prigioniero. Non gli dispiaceva, si sarebbe risparmiato la noiosa parte in cui il disgraziato di turno opponeva resistenza e si ribellava.
E se arrivato a quel punto non aveva ancora parlato, probabilmente era un osso duro, avrebbe dato soddisfazione schiacciarlo.
Ignorò il mezzo tentativo che l’uomo fece di reggersi sui piedi al suono della serranda abbassata, e passò in rassegna gli attrezzi che Martinez aveva abbandonato sparsi sul pavimento.
In un mondo del genere non avere rispetto per le cose era da idioti, ma intanto gli aveva lasciato un’ampia scelta.
Sollevò appena lo sguardo quando sentì il tizio alle sue spalle mugugnare sotto il cappuccio.
-Non sono la fata madrina venuta a liberarti, se te lo stavi chiedendo- si piegò a prendere una pesante chiave inglese, poi cambiò idea ed estrasse dalla cintura una lama che fissò al moncone facendo scattare il meccanismo.
-Sono solo il peggiore degli stronzi del Governatore, ho fallito un lavoro del cazzo e ora mi spediscono qui a farti la festa mentre loro si divertono fuori.
Come puoi immaginare, la cosa mi fa veramente incazzare.- sottolineò l’ultima frase mollando un gancio dritto allo stomaco del prigioniero. Lo sentì tossire e sputare, ma attraverso la benda non dava abbastanza soddisfazione.
-Oh certo, per una volta non sono io a rischiare il culo per questo posto di merda, la cosa non mi dispiace, ma è il principio che mi rode.-
Tracciò il percorso di alcuni tagli aperti con la propria lama, non trattenendo un mezzo sorriso quando il prigioniero si contrasse con forza lasciandosi sfuggire un gemito.
-Vedi, la gratitudine non è un principio conosciuto, a questo mondo.- continuò.
-L’ultima volta che ho cercato di dare una mano a un branco di disperati, mi sono trovato a dovermela tagliare di netto-
Con un gesto secco, tracciò una nuova linea rosso lucente a incrociare la precedente, più profonda e sbeccata di quelle fatte da Martinez. La sua lama non era affilata come un coltello, ma per lo scopo faceva il suo sporco lavoro. Il ragazzo era il giocattolo perfetto su cui sfogare la propria frustrazione.
-Giusto per essere chiari, tu sei qui a farti ridurre uno straccio, mentre i tuoi amici stanno belli nascosti nella loro tana, credi che ti saranno grati per questo?- domandò con spregio –Non hai tra le gambe niente per cui valga la pena rischiare la pelle a venirti a riprendere, se sono un minimo furbi staranno già levando le tende.-
Tirò un calcio al prigioniero quando si rese conto di avere perso la sua attenzione, accontentandosi del debole movimento della testa sotto il cappuccio per valutare che non avesse perso di nuovo i sensi.
-Il Governatore qui non è meno ipocrita di altri disgraziati, con i suoi discorsi su cosa sia giusto per il suo popolo o come cazzo li chiama ogni volta che fa spettacolo.-
Forse Martinez ci aveva dato più pesante del previsto.
 
Se l’idiota moriva prima del loro ritorno sarebbe stato Merle a pagarne le conseguenze.
 
-Ma ha un buon spirito di organizzazione, questo glielo devo concedere. Anche voi non siete allo sbando, mi è sembrato di capire. Avete abbastanza proiettili da sprecare in una missione di salvataggio, magari i tuoi amici venderanno cara la pelle quando il Governatore li scoverà. Spero di esserci, quando succederà. Avete qualche negro, nel gruppo? Ho un certo conto in sospeso con un negro che mi ha perso una chiave, se prima mi facevano abbastanza schifo ora troverei molto divertente eliminare la categoria. Ne chiuderei diversi su un tetto ad ascoltarsi i vaganti che salgono le scale. Un vero spasso.-
 
Il prigioniero aveva ripreso a mugolare attraverso la benda.
Merle lo squadrò irritato. Ora non lo stava nemmeno toccando, e detestava essere interrotto. Sollevò il moncone per zittirlo con un colpo, ma si fermò quando gli arrivò un suono più articolato.
Mmrl?
Doveva avere passato troppe ore a sudare sui rottami, se ora gli sembrava che il bastardo lo chiamasse per nome.
Mmrl?!
Il metallo duro della protesi lo raggiunse alla tempia, la testa incappucciata si rovescio inerte sul petto e le gambe cedettero facendo crollare tutto il peso sulle braccia legate.
 
Doveva avere sentito il Governatore e Martinez parlare di lui. Bella stronzata. Per quanto poco valesse il suo nome, non gli andava a genio sentirlo usare per implorare pietà.
In quel momento la serranda si sollevò con uno stridio e dall’esterno fece capolino il cranio rasato di Jerry, uno dei soldati di vedetta.
-Ho sentito che ti stai divertendo con uno dei bastardi dell’altra notte. Scoperto qualcosa?-
-Il Governatore gli vuole parlare di persona, sono qui solo per fargli passare la voglia di tirare calci.-
Jerry si avvicinò al prigioniero e con un gesto fulmineo gli puntò la pistola sulla fronte, assicurandosi di far sentire chiaramente il suono della carica mentre premeva al punto da sollevargli la testa di peso.
-Che cazzo fai?- Merle lo afferrò per la spalla, ma Jerry sollevò un dito a far segno di aspettare.
-Questo figlio di puttana ha ammazzato Marco di spalle, mentre era di guardia alle due ragazze. Come un codardo.-
-Beh, avrà modo di pentirsi, ma non prima di averci aiutati a trovare gli altri. – Merle usò la mano buona per scansare la pistola verso l’alto, e spinse il soldato verso l’uscita. -Magari se lo chiedi il Governatore ti farà far fuori il loro capo.-
-Nah, è lui che voglio.- ringhiò Jerry –è lui il codardo con le sue frecce del cazzo. Abbiamo preso la sua balestra quando lo abbiamo catturato.-
 
Con le ultime parole a Merle sembrò andasse qualcosa di traverso. Storse la bocca da una parte e lanciò una rapida occhiata al prigioniero appeso al centro dello stanzone.
Il soldato non parve notare la reazione, perché sferrò un calcio contro una delle pareti e si chinò per superare la serranda.
-Tornerò quando avrà parlato.- sentenziò prima di abbassarsela alle spalle, lasciando uno spiraglio aperto che Merle non si curò di richiudere.
 
Si portò davanti al prigioniero, la testa piegata di lato e gli occhi socchiusi mentre gli dava per la prima volta uno sguardo attento.
Ebbe appena un attimo di esitazione prima di strappargli con forza il cappuccio dalla testa, rivelando il volto pallido e insanguinato del fratello.
-Quel sadico figlio di puttana…- mormorò a mezza voce. Poi –Sveglia.- ordinò picchiettando le dita sulla guancia di Daryl, che non reagì.
Lo liberò dal bavaglio strattonandolo giù sul collo, poi gli tirò uno schiaffo più deciso –Sveglia, ti porto via di qui.-
Il ragazzo sollevò appena le palpebre senza mettere a fuoco, ma Merle se lo fece bastare e afferrò la corda sopra i polsi del fratello usando poi la lama della protesi per reciderla. Daryl crollò giù incastrandosi con le braccia legate al collo dell’uomo, e Merle ne approfittò per sorreggerlo al fianco con la mano sana.
-Non ho intenzione di portarti in braccio, principessa, quindi cammina.- Daryl obbedì d’istinto seguendo un passo alla volta il fratello che fece forza sulla serranda per passare allo spiazzo aperto fuori.
La fortuna cominciò dalla loro, Jerry era tornato a posto in fretta, e la zona sembrava deserta.
 
Barcollarono fin dietro alla fila di garage, e Merle poté sfruttare le proprie conoscenze come parte delle forze speciali del Governatore.
I vaganti venivano raccolti in grossi camion e trasportati all’interno di Woodbury senza passare dalla strada principale. Era l’ennesimo tentativo ipocrita di dare un’apparenza di normalità al posto-qualunque cosa significasse normalità di recente- evitando ai civili lo spettacolo dei cadaveri putrescenti che tendevano le mani dalle travi di legno. Poco importava se la sera stessa i vaganti venivano messi in piena mostra a donne e bambini nell’arena per il loro divertimento.
Dopotutto a Merle non fregava niente dei ragionamenti contorti del Governatore o della sua gente.
 
Arrancò verso una parete di lamiera ricoperta da rampicanti secchi, che scostò con la protesi prima di spingere con una certa fatica una lastra di metallo mobile,  liberando un passaggio sufficiente per attraversarlo. Lo stridere della lamiera sulle adiacenti fece irritare i vaganti rinchiusi nel magazzino, che con i loro gemiti si rivelarono funzionali a coprire il rumore della loro fuga.
Richiudere l’apertura dall’esterno si rivelò più difficile, ma Merle si diede il tempo di mimetizzare il tutto. Meglio non rendere troppo evidente da che parte erano scappati.
-Non cercare di renderti troppo utile, mi faresti commuovere.- raspò in tono sarcastico, a voce abbastanza alta da riscuotere Daryl che cominciava a pesargli troppo sulla spalla.
-Sei vivo…- biascicò ancora poco lucido.
-Perché, credevi che un mezzo sceriffo sciroccato e quattro vaganti potessero farmi le scarpe?-  Merle si allontanò dalla barriera con un verso, e prese a trascinare il fratello fino alla macchia di alberi che circondava Woodbury, ringraziando le lunghe giornate passate a bonificare i dintorni da qualunque cosa che camminasse su due gambe.
-Quanto è durato, quel Rick Grimes? Non so se mi divertirei di più a sapere che si è trasformato o che è finito a far da spuntino a un branco affamato-
-No…- mormorò il ragazzo scuotendo la testa per mettere a fuoco davanti a sé.
-No? È ancora vivo? Non starai ancora con quella banda di sbandati, mi auguro tu abbia proseguito con il nostro piano e te la sia filata con il camper appena ne hai avuto occasione.-
Daryl inciampò e Merle si ritrovò a tenerlo su di peso, ondeggiando violentemente per non perdere l’equilibrio.
-Levati i tacchi e continua a camminare, ragazzina.- abbaiò l’uomo bruscamente
-Fottiti, Merle- fu la risposta a voce appena udibile, poi i due proseguirono tra gli alberi.
   
 
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