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Autore: Lita_85    27/09/2021    2 recensioni
Dario fisioterapista casanova incallito. Anita pubblicitaria ironica e intraprendente. Due persone così diverse ma così simili. Le loro vite verranno stravolte dal loro primo incontro, che li porterà loro malgrado in situazioni divertenti e passionali. Sapranno resistersi l'un l'altro? Buona lettura! ❤️ Opera registrata su Patamu, qualsiasi riproduzione anche parziale dell'opera senza cconsenso sarà perseguibile per legge.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Con il sorriso di chi aveva vinto e stracciato il suo avversario, spinsi con orgoglio la porta di vetro che ci divideva dal resto dell'edificio. Ero sempre stato un asso a padel, ma quel giorno, grazie anche all'energia accumulata dalla sera prima, lo avevo silurato.
Camminavamo tranquilli sulla via degli spogliatoi quando dagli altoparlanti del corridoio uscì Crying at the discoteque degli Alcatraz. Già elettrizzato dalla vittoria schiacciante, mi gasai ulteriormente iniziando a ballare alla Tony manero prendendo in giro Saverio.Trasportato e divertito da quella musica che avevo ascoltato tante volte in discoteca, non diedi peso al suo sguardo annoiato mentre mi osservava senza dire una parola. 

« Ma la vuoi smettere?! Mi stai dando su i nervi!! »

« No! Cos'è non sai accettare una sconfitta? »

« Io? Era una partitella qualunque... », rispose Saverio alzando la maglia bianca Umbro con il colletto rosso verso il suo viso per asciugare il sudore che ancora cadeva dalle sue tempie.

« Ah sì?! »

« Si! »

« Allora dimostralo! », affermai sfidandolo alzando la mia maglia bianca Nike neanche fossi uno di quei teppisti di strada.

Lui, che non si era mai tirato indietro nella sua carriera da "uomo che non deve chiedere mai", iniziò a muoversi per il corridoio dando il meglio di sé. 
Saverio era l'unico di noi che quando si parlava di mettersi in mostra, lasciava la dignità a casa, io questo lo sapevo bene. Si girò facendo una giravolta e camminando all'indietro strinse le labbra chiudendo gli occhi portando la testa a destra e sinistra seguendo quella musica che ormai sembrava averlo rapito.

Continuai anch'io a ballare come un idiota senza badare molto a gli altri giocatori che attraversavano quel corridoio dalle vetrate trasparenti. Mi sentivo felice, e da lì a poco ne avrei combinata un'altra delle mie. Ma questa volta sapevo quello che facevo, dovevo farmi perdonare.

Avanzavo sicuro di me verso gli spogliatoi ancheggiando in modo sexy, quando dall'altra parte del corridoio si avvicinavano a passo veloce, due ragazze more davvero carine con il loro completini da padel.
Seguitai a ballare anche se sapevo che avrei attirato sicuramente la loro attenzione, mi piaceva farmi guardare, mi piaceva essere desiderato. Niente di impegnativo, l'importante era farsi guardare.

Le signorine in questione, dopo aver lanciato uno dei loro sguardi inequivocabili risero tra di loro. Saverio, vedendole superarci rispose con uno dei suoi sorrisi facendogli l'occhiolino. Il suo fascino era innegabile, tutte quelle che lui adocchiava cadevano ai suoi piedi.

« Siete davvero bravi a ballare... », ripose una delle due ragazze puntando Saverio.

« Siamo bravi anche in altre cose... », rispose lui senza alcun ritegno.

« Non avevo dubbi... », rispose la ragazza sorridendo maliziosa prima di sparire dietro la porta di vetro che portava ad uno dei campetti.

« Le vedi quelle gonnelline?! « domandò poggiando il suo braccio destro sopra le mie spalle «  Dovrebbero essere illegali! Ti mandano il cervello a puttane! »

« Già... », risposi guardando anche io verso di loro. Non potevo mentire a me stesso, mi piaceva ancora giocare al casanova teoricamente. Mi piaceva suscitare nelle donne quella voglia e quel desiderio nei miei confronti. Ero come un drogato che stava entrando in un clinica di riabilitazione. Dovevo disintossicarmi da quella roba, ormai ero fottutamente innamorato di Anita e non potevo continuare a fare il cretino. 

« Sai che ti dico?! Compro un completino simile a Ginevra... »

« Perché?! Le piace giocare a padel?»

« A padel non lo so, però le piacciono i giochi di ruolo... »

« I giochi di ruolo?! No, adesso mi racconti! »

« Una volta ha fatto finta di essere una mia cliente scopandomi sulla scrivania di casa mia senza pietà... »

« Cazzo... Adesso capisco la " casualità" di cui parli! »

« Guarda che è davvero una casualità! Comunque, io adesso vado a fare la doccia a casa e mi precipito in tribunale, ci vediamo per pranzo? »

« Io in realtà ho altri programmi... »

« Vedo che il promemoria funziona! »

« Eccome se funziona... Voglio portarla in un posto... »

« Ok dottore, ci vediamo domani al bar con il nostro caro compare... »

« Ok, a domani Avvocato, e in bocca al lupo per l'udienza! »

« Crepi! », gridò salutandomi con la mano prima di scomparire dal mio campo visivo.

Girai i tacchi ed entrai dentro gli spogliatoi così da poter fare la doccia. A differenza di Saverio, io non dovevo indossare un vestito elegante dopo, quindi preferivo sempre fare la doccia direttamente sul posto. E poi la struttura era nei pressi della city dove lavorava Anita. Altra casualità.

                               ***

Con gli occhi sbarrati e con la mente vuota peggio di un copione bianco, osservai la figura maschile che parlava e sorrideva al nostro account manager, suo amico di vecchia data lanciandomi di tanto in tanto dei sorrisi e degli sguardi che mi lasciarono interdetta. Come poteva essere così tranquillo e gioviale dopo quello che era successo la sera prima?.

All'improvviso congedò il suo amico e toccandosi la testa come a volersi scusare in anticipo venne verso di me.

« Alessandro! Che... che sorpresa! »

« Posso parlarti un attimo in privato? »

« Oh! Certo, certo! Da questa parte! », risposi ancora sotto shock  indicandogli l'ingresso del mio ufficio.

Lanciai uno sguardo interrogativo verso Federica per poi guardare all'interno del mio ufficio. Non sapevo davvero cosa aspettarmi.

Lui entrò senza aggiungere altro sedendosi subito sulla poltrona davanti alla mia scrivania. 
Chiusi la porta alla velocità supersonica, e con la stessa velocità mi incamminai verso postazione la mia postazione ancora incredula per questa visita inaspettata. Decisi che la migliore difesa era l'attacco, quindi senza lasciargli il tempo di aprire bocca iniziai a parlare quasi senza pensare.

« Alessandro... Io non so veramente cosa dire... Mi sono comportata da vera maleducata ieri sera... E tu non ti meritavi questo trattamento... Io volevo chiamarti stamattina ma per forza di cose non sono riuscita... Volevo anche dirti che.. », le parole iniziarono ad uscire come un fiume in piena. Non riuscivo a farmarmi ero presa dalla foga di spiegare tutto e subito prima che lui dicesse qualcosa.

Quello che disse dopo dipinse sulla mia faccia incredulità e perplessità arrivando quella risata isterica che mi accompagnava dai tempi dell'asilo quando per sbaglio avevo visto "l'attrezzatura" di Giulio il bambino precoce della classe accanto.

« Sono andato a letto con Azzurra!! »

« Eh?!... »

« Dopo che ci avete lasciati come due idioti al pub, abbiamo parlato un po'...abbiamo bevuto un bel po' e siamo finiti a casa sua a fare sesso... »

« Ale...ssa...ndro... »

« Lo so! È pazzesco! Io, io, non faccio queste cose! »

« Benvenuto nel club! »

« E la cosa ancora più pazzesca è che io con lei non ci voglio avere a che fare! Quindi non voglio che questa storia salti fuori! »

« Capisco come ci si sente... », avevo nascosto da un mese la mia relazione con Dario al mondo intero,ma soprattutto a Claudia.

« Tu devi aiutarmi! »

« Eh? Devo aiutarti?! »

« Si! Claudia mi ha fatto un sacco di domande stamattina, sono riuscito con molta fatica a dirle che tu non sei il mio tipo... Ma credo che lei non ci sia cascata... Anche perché tu eri proprio il mio tipo... »

« Alessandro... »

« Scusami io non volevo metterti a disagio... E che è stato tutto così veloce... Posso contare sul tuo aiuto? Potresti avvalorare quello che io ho detto a lei? Adesso che tu e Dario state insieme, dovrebbe essere più facile per te... »

« Io e Dario non stiamo insieme... »

« Scusami... Io avevo creduto che... »

« No... È una storia complicata... »

« Beh... non ti merita... »

« Ma io mi merito lui... », affermai cercando ancora una volta di cacciare quelle lacrime che volevano scendere giù.

Sapevo che magari vista da fuori sembrava una storia senza senso. Una di quelle storie che non sarebbero andate al di là di una bella scopata, ma io lo amavo, e volevo lottare per lui, volevo lottare per quell'amore nato senza preavviso, e dalla casualità del momento.

Un silenzio inaspettato scese su di noi e sui nostri volti provati dalla questione Dario/Azzurra.

« Io, io, ho una lezione tra poco... quindi è meglio che vada adesso... »
 
« Si... Comunque puoi stare tranquillo... Non dirò che sei stato a letto con Azzurra... E dirò esattamente quello che mi hai detto, e che ho già accennato a Claudia... »

« Grazie... », ci avvicinammo tutti e due alla porta sorpresi da un insolito imbarazzo. 

Sorrisi nuovamente cercando di recuperare la faccia che era appena caduta prima di aprire la porta e farlo finalmente uscire,quando davanti a me, quegli occhi azzurri che mi tenevano sveglia la notte mi folgorarono all'istante.

Lui, più sorpreso di me nel vedere  Alessandro al mio fianco non mancò di salutarlo al suo solito modo.

« Alessandro... »

« Signor Mancini... »

I loro sguardi infuocati sembravano pronti a bruciare tutto quello che c'era intorno a loro me compresa.

« Non pensavo di trovarti qui... », asserì Dario mettendo le mani in tasca.

« Dovevo solo chiedere un favore ad Anita... »

« Ti hanno per caso rubato la stilografica?! »

«Non sono affari tuoi mio caro dottore... Comunque adesso vado che ho molto da fare... », rispose Alessandro passandogli davanti con nonchalance fregandosene di quello che aveva appena detto Dario.

« Mai quanto me... Addio! », esclamò chiudendo la porta con ancora Alessandro dietro di essa.

Lo guardai esterrefatta. Ero un misto tra  incredulità e paura. Non sapevo cosa sarebbe successo, ma soprattutto non sapevo come avrebbe reagito il Dario geloso alla vista del suo "rivale". 

« Mi dici che cazzo ci faceva lui qui?! Mi avevi detto che con lui era finita!! »

« Infatti lo è!! »

« Allora?! Cosa ci faceva qui?! Voglio la verità! »

« Dario vuoi smetterla?! Ti ho già detto tutto! »

« Allora forse mi sono perso qualcosa! »

« È andato a letto con Azzurra!! »

« Cosa?! »

« Ieri sera, dopo che li abbiamo lasciati al pub hanno bevuto molto e sono finiti a letto insieme... Voleva solo che confermassi davanti a Claudia che io e lui non siamo compatibili...  e che questa storia non esca fuori! »

« Hai capito Azzurra... Alla fine è stato lui il fortunato ad aprire il pacco regalo... »

« Cos'è forse lo volevi aprire tu?! Ti ho rovinato la serata?! »

« Che cosa?! No! »

« Perché sei ancora in tempo per scopartela! Puoi ancora aprire quel fantastico pacco regalo! Credo che lei non aspetti altro! »

Lui, che prima mi guardava con un velo di rabbia misto riluttanza, iniziò a sorridere stringendo il suo labbro inferiore come a voler metabolizzare qualcosa che gli stava capitando.

« Quindi sei gelosa... »

« Gelosa io?! Ti sbagli! »

« Mi piace... » lui, si avvicinò a me stringendo i miei fianchi facendo aderire il suo corpo al mio in una dolce morsa inchiodando i suoi occhi nei miei « Mi fai impazzire quando fai la gelosa... », disse accennando quel mezzo sorriso che amavo prima imprigionare le mie labbra tra sue accarezzando le mie guance con i pollici. 

Mi avvinghiai a lui stringendo le mie braccia intorno al suo collo scivolando  su suoi capelli corvini ricambiando quel bacio che volevo con tutte le mie forze. 

Sentivo le sue mani strisciare con forza lungo la mia schiena, passando come sempre anche dal sedere facendomi sussultare. 

« Dario... potrebbe entrare Federica... »

« Ho chiesto gentilmente alla signorina Balli di non entrare questa volta... »

« Ma tu sei un pazzo... »

« Vorrebbe dirmi signorina Velletri, che avrebbe voluto essere interrotta dalla sua cara assistente? ... »

« No... »

« Allora cosa vuoi?... », chiese sorridendo accentuando quella fossetta che mi mandava in estasi.

« Voglio che mi baci senza fiatare... », risposi guardandolo dritto negli occhi. Ero sopraffatta dal suo sapore, dal suo profumo, e da quegli occhi che brillavano al contatto con i miei.

Lui, tornò a sorridere avvicinandosi a me a rallentatore. Sfiorò le mie labbra inferiori con le sue giocando e stuzzicando il mio essere. Quando finalmente si posò sulle mie labbra ci lasciò tanti piccoli baci prendendo e lasciando quella bocca che lo bramava come acqua nel deserto. Quel bacio passionale tanto agognato arrivò subito dopo rispondendo finalmente alle mie silenziose suppliche. Un bacio, dolce, lento e voluto. Voluto ardentemente. Volevo essere sua, in ogni modo possibile. 

« Anita... Io se non mi fermo... Non so dove posso arrivare... »

« E perché mai dovresti fermarti?... », sibilai con i freni inibitori all'altro mondo.

« Perché sono venuto per un motivo, non solo per baciarti... Cosa che non ho disegnato... Che sia chiaro... »

« Ah sì? Allora, mi dica signor Mancini perché è venuto? », domandai stringendo i suoi avambracci che mi tenevano ancora ben salda.

« Ti dirò tutto arrivati a destinazione... »

« A destinazione?! »

« Già... Parla con la signorina Balli, e dille che ti prendi la giornata libera... Per il resto ci penso io... »

« Ok... »

« Ti aspetto giù... » , concluse lasciando la presa avviandosi verso l'uscita lanciandomi uno dei suoi sorrisi più belli.

Prima che potessi capire cosa stesse succedendo e muovere finalmente un muscolo, vidi entrare Federica in fretta e furia dentro il mio ufficio.

« Allora?! Com'è andata?! »

« Bene direi... », risposi ancora con gli occhi sognanti per poi spostarmi sulla scrivania afferrando la borsa e tutto l'occorrente « Fede, cancella tutti i miei appuntamenti, non ci sarò per tutto il giorno... »

« Io direi allora, che è andata più che bene... », affermò prendendo tra le mani i fascicoli che erano sparsi sulla mia scrivania allontanandosi con un sorriso a trentadue denti.

« Sembra proprio così... » le dissi sorridendo prima di prendere il cappotto e precipitarmi senza fiato davanti alla porta dell'ascensore.

Arrivata giù, iniziai a camminare a passo veloce, scorgendo la sua figura da dietro la porta scorrevole. La oltrepassai come se non l'avessi mai fatto, come se dall'altra parte ci fosse El Dorado. 

Lui mi aspettava appoggiato alla sua auto stringendo la sigaretta tra le sue labbra. Il mio cuore, ancora in subbuglio smise di battere, per poi ripartire sentendolo parlare.

«  Allora, sei pronta a tutto?... », chiese facendo scivolare quel fumo che aveva appena aspirato. Aprii la portiera lanciando la cicca lontano per poi appoggiandosi su di essa aspettandomi con in suoi stupendi occhi azzurri.

Non sapevo se fosse stata una casualità o uno scherzo del destino, ma quando i miei occhi si incontravano con i suoi avevo solo una certezza: Io mi meritavo lui, mi meritavo il suo amore.


Note: Capitolo Trentacinque. Buonasera a tutti, ed eccoci in questo aggiornamento serale! Il fantomatico uomo era Alessandro, e spero di non aver deluso le vostre aspettative 😅 scopriamo anche che lui ha aperto il pacco regalo di Azzurra e che adesso vuole insabbiare tutto grazie anche all'aiuto di Anita. Che ne sarà adesso del nostro caro Alessandro? Tempo al tempo 🤣🤣🤣 Dario, che da prima sembra tornato sulla strada della gelosia, riesce a ribaltare la situazione facendo ingelosire a sua volta Anita, la quale non perde tempo e lo bacia. Eeeeeeeeh chi non lo avrebbe fatto. Adesso, Dario ha architetto qualcosa per farsi perdonare... Ma dove la porterà mai? Grazie Sempre a tutti quelli che mi seguono ❤️ e alla prossima ♥️
   
 
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