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Autore: eddiefrancesco    27/09/2021    0 recensioni
Costretta a cercare un impiego come dama di compagnia per mantenersi, Juliana è ormai rassegnata a vivere senza amore, quando le innocenti attenzioni di Nick, un caro amico di infanzia incontrato dopo molti anni ad un ballo, le fanno perdere il lavoro.
Per rimediare, il giovane gli offre un matrimonio di convenienza allorché al ricevimento di nozze uno degli invitati viene assassinato, deve aiutare il marito, principale sospettato, a risolvere il mistero.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Juliana aveva i nervi tesi quando la musica attaccò e Nicholas la guidò al centro del salone. Aveva ballato poche volte il valzer, dato che non c'erano stati debutti in società per lei e le accompagnatrici venivano raramente invitate a danzare. All'inizio era così concentrata sui passi per timore di commettere un errore che non prestò attenzione ad altro, ma gradualmente si lasciò andare al ritmo della musica e si trovò a volteggiare con scioltezza. Solo allora osò sollevare lo sguardo sul suo partner. Sembrava un sogno essere insieme a lui dopo tanti anni. Come se le avesse letto nel pensiero, Nicholas disse: «Sai, riuscire a trovarti è stata un'impresa.» «Mi dispiace. Non sapevo che mi stessi cercando. Sono passati tanti anni e in fondo io ero solo una bambina quando partisti.» «Tu eri la mia unica amica. Non è cosa che si dimentichi facilmente.» Era vero, naturalmente. Quando l'aveva incontrato, aveva pensato che fosse la persona più sola del mondo. A dodici anni aveva già fama di essere un ribelle e la sua espressione aveva una certa durezza che allontanava gli altri. Ma Juliana, che si sentiva smarrita dopo la morte dell'amato padre, aveva provato subito una forte affinità con quel ragazzo introverso e solitario e aveva intravisto nei suoi occhi neri come il giaietto una vulnerabilità che l'aveva colpita dritta al cuore. «Noi eravamo gli esclusi a Lychwood Hall» disse in tono leggero. «Te l'avevo detto che sarei tornato» le ricordò. «Sì.» E lei aveva vissuto per anni di quella promessa, finché non era diventata più adulta e più saggia. «Ma non ho mai avuto tue notizie.» «Scrivere non è mai stato il mio forte» ammise Nicholas. Juliana sorrise. «Questa, signore, è una ben misera scusa.» «Non volevo che loro sapessero dov'ero.» «Capisco.» Anche da bambina, sapeva che era così. «Non mi aspettavo che scrivessi» lo rassicuro'. «Credevo che ti avrei trovata ancora lì.» «A Lychwood Hall?» chiese Juliana, sorpresa. «È sciocco, me ne rendo conto. Era ovvio che anche tu non vedessi l'ora di andartene.» «Mia madre morì mentre ero lontana, a scuola, con Seraphina» gli disse. «Quel giorno, insieme a lei, venne a mancare l'unico motivo che avevo per rimanere lì.» «Ho chiesto informazioni su di te. Mio zio è morto, ma zia Lilith mi rispose. Disse che eri andata a vivere all'estero e che non conosceva il tuo recapito.» Juliana inarco' un sopracciglio. «Deve avere qualche problema di memoria, allora. Sono tornata in Inghilterra da diversi anni, ormai. E ogni Natale le mando un biglietto d'auguri.» «Sospettavo che la sua reticenza fosse intenzionale, così incaricai un uomo di cercarti. Naturalmente gli dissi che eri in Europa, per cui no c'è da stupirsi che non ti abbia trovata.» Le lanciò un'occhiata interrogativa. «Se eri a Londra, come mai non ti ho mai incontrata?» Juliana sorrise. «Le dame di compagnia non si fanno vedere molto in società.» «Dama di compagnia?» Nicholas si fece scuro in volto. «Tu? Juliana, no...» «Che cosa avrei dovuto fare?» replicò con un'improvvisa impennata d'orgoglio. «Dovevo trovare il mio posto nel mondo e non mi piaceva l'idea di fare la governante. Non sono abbastanza abile nel cucito per guadagnarmi da vivere come ricamatrice ed ero troppo orgogliosa per accettare un impiego come domestica.» «Non essere assurda. Nessuna di queste posizioni era adatta a te.» «Non potevo continuare a vivere della carità di Trenton Barre, tu dovresti capirlo meglio di chiunque altro. Così me ne andai come avevi fatto tu.» «Per una donna è diverso» osservò lui. «Oh, lo so bene. Ci sono pochi modi in cui una donna può mantenersi e ancor meno sono quelli considerati rispettabili» replicò con amarezza Juliana. «Credimi, avrei preferito una vita più eccitante, o anche solo più interessante. Ma le donne non hanno molte possibilità di scelta.» Nicholas sorrise. «Avevo dimenticato quanto sei determinata nel perorare le tue cause. Ti prego, non offenderti per ciò che ho detto. La mia non voleva essere una critica. Ammiro molto la tua passione e la tua dedizione. In fondo, un tempo io stesso ero una delle tue cause.» Juliana si rilasso'. «No, sono io che dovrei scusarmi. Tu hai espresso solo la tua preoccupazione per me e io ho reagito chiudendomi a riccio. So bene che non posso cambiare il mondo e so anche che tu non hai alcuna colpa.» Replicò lei con un sorriso. «Vorrei averlo saputo. Avrei dovuto capirlo.» «E che cosa avresti potuto fare?» gli chiese in tono scherzoso. «Ti avrei aiutata. Io... » Si interruppe, stranamente a corto di parole. «Vedi? Non potevi farci nulla. Se mi avessi mandato del denaro, non sarebbe stato considerato appropriato e io avrei dovuto fingere di ignorare gli appellativi che vengono dati a una donna che si fa mantenere da un uomo.» «Nessuno penserebbe una cosa simile di te» ribatte' in tono deciso. Juliana sorrise. «Mi fa piacere che lo pensi. In ogni caso, non hai motivo di dispiacerti per me. Tutto sommato, la mia vita è abbastanza piacevole. Sono stata per anni la dama di compagnia di una donna molto intelligente e generosa, Mrs. Simmons. Sono rimasta con lei finché non è diventata troppo fragile per vivere da sola e si è trasferita presso la famiglia del figlio. Mi trattava più come una nipote o una pupilla che come un'impiegata. Cenavo con lei e avevo una bella stanza; in cambio non dovevo fare altro che passare qualche ora conversando piacevolmente con lei e aiutarla a evadere la corrispondenza. Abbiamo viaggiato in lungo e in largo per il continente e ti assicuro che è stato molto più piacevole di quando ho accompagnato in Europa Seraphina e zia Lilith dopo che nostra cugina aveva finito la scuola.» «Non ne dubito. Sarà stata una tortura piuttosto che un viaggio.» «Si, è il peggio era che zia Lilith non si stancava di ricordarmi quanto fossi fortunata ad avere l'opportunità di allargare i miei orizzonti.» «Non perdevano occasione per farci sentire in debito per ogni boccone di cibo e ogni capo di vestiario che ricevevamo» commento' Nicholas. «È così bello parlare con te!» esclamò Juliana. «Nessun altro potrebbe capire esattamente quale tortura fosse.» «Già, e ci consideravano degli ingrati perché non apprezzavamo la meravigliosa opportunità che ci offrivano permettendoci di frequentare il loro ambiente» aggiunse. «Proprio così.» Juliana gli sorrise. Era strano, pensò, trovarsi così a proprio agio con lui, come se tutti quegli anni non significassero niente. Era di nuovo Nicky, il suo paladino, il suo confidente e amico. Eppure, al tempo stesso, era consapevole di quanto tutto fosse diverso. Non erano più bambini. Lui era un uomo, adesso, alto, robusto e terribilmente virile. Volteggiare tra le sue braccia era molto diverso dallo starsene seduti l'uno accanto all'altro in riva a un torrente, facendo dondolare i piedi nell'acqua. Era eccitante sentirlo così vicino, avvertire la delicata pressione della sua mano intorno alla vita. Non poteva fare a meno di pensare che era praticamente un estraneo per lei e che gli ultimi quindici anni della sua vita erano un mistero. La musica finì e loro si separarono. Juliana lo guardò in viso. Aveva il respiro affrettato, e non solo per il ballo. Lui le offrì il braccio e la riportò da Mrs. Thrall, che li stava aspettando. Con una punta di irritazione, Juliana vide che Clementine era accanto alla madre, fresca e aggraziata nell'abito bianco da debuttante. Era il ritratto della perfetta bellezza inglese, con gli occhi azzurri, i capelli biondi, due fossette ai lati della bocca e una carnagione chiara, spruzzata di rosa sulle guance. Il suo aspetto da bambola di porcellana piaceva agli uomini, ma Clementine non aveva ancora attirato gli sguardi di un gentiluomo titolato e Juliana sospettava che lei e sua madre volessero rimediare alla cosa seduta stante. Mrs. Thrall era evidentemente felice di aver conosciuto Lord Barre e senza dubbio aveva costretto la figlia ad abbandonare le danze per incontrarlo quando avesse riaccompagnato Juliana al suo posto.
   
 
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