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Autore: heliodor    29/09/2021    0 recensioni
Nata con grandi poteri magici, Bryce è stata addestrata fin da bambina per diventare la strega suprema, la più forte della sua generazione. Lo scopo della sua stessa esistenza è guidare l’esercito dell’Alleanza nella guerra contro l’Orda.
Quando Malag il rinnegato esce allo scoperto e attacca Valonde, la vittoria sembra allontanarsi sempre di più e molti iniziano a dubitare delle sue capacità.
Per diventare la guida che tutti si aspettano che sia e vincere la guerra, Bryce dovrà rinunciare all’amore, all’amicizia e a tutto ciò che la vita potrebbe offrirle se smettesse di combattere.
Ma sarà davvero in grado di compiere un sacrificio così grande?
Da oggi con il 100% di Mappa in più!
La trovate in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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La decisione è già stata presa

 
Elvana si piazzò dietro di lei mentre Vyncent e Divash si guardavano interdetti.
“Qualunque cosa tu voglia fare” stava dicendo Vyncent. “O pensi che quei due ti abbiano fatto, sono sicuro che si possa trovare una soluzione diversa.”
“Tu dici?” gli chiese sollevando la mano. Non aveva idea di quando fosse apparso il dardo al centro del palmo, ma adesso che era lì, che lo sentiva, che avvertiva il potere che aveva concentrato in esso, voleva che vi restasse.
Almeno finché non avesse incontrato Amya o Ervik.
Se fossero stati insieme non sapeva chi avrebbe attaccato per primo.
La strega, si disse. Colpirò prima lei.
“Bryce” disse Vyncent muovendosi di lato con passi brevi. “Mi stai facendo paura. Non hai l’aspetto di una che sta scherzando.”
“Non scherzo affatto. Dico sul serio. Li voglio ammazzare.”
“È impazzita” disse Divash. “A volte capita. Battaglie, duelli, morti, vedi la gente ammazzata anche nei sogni, mentre mangi e la mente si perde.”
“Non è pazza” disse Elvana. “Vero, principessa? Perché se lo sei è davvero un grosso guaio per tutti.”
“Non sono pazza” disse Bryce.
Qualche soldato passò rivolgendo loro un’occhiata incuriosita. Uno fece per andare da loro.
“Che hai da guardare tu?” fece Elvana a muso duro. “È una faccenda privata. Tra amici.”
Il soldato esitò e cambiò direzione. Con la coda dell’occhio lo vide girare la testa e lanciare occhiate perplesse verso di loro, ma non rallentò né si fermò.
“Se non sei pazza” disse Vyncent. “Allora spiegaci che cosa vuoi fare.”
“Te l’ho detto. Uccidere Amya Shelef ed Ervik Daronda.”
Divash ghignò. “È pazza. Ovviamente dice di no, perché nessun pazzo crede davvero di esserlo. Probabilmente pensa che siamo noi i pazzi.”
Vyncent gli fece un cenno con la mano. “Puoi dirci perché lo vuoi fare?”
Bryce esitò.
“Non sto dicendo che non devi. Sono sicuro che hai un buon motivo per volerli morti, ma vorrei lo stesso che ce lo dicessi.”
“Perché dovrei?”
Vyncent scrollò le spalle. “Potremmo anche decidere di aiutarti.”
“Parla per te” disse Divash. “Minacciare dei mantelli di alto rango, che fanno addirittura da scorta al comandante supremo, è una cattiva idea.”
“Quanto cattiva?” chiese Elvana.
“Abbastanza da mandarti a Krikor.”
“Bryce?” fece Vyncent col solito tono calmo. “Puoi dircelo o no?”
“Divash lo sa, il motivo.”
“Non mi coinvolgere in questa follia” disse lo stregone.
“Lui ha capito quello che sta per accadere.”
“Lasciami in pace.” Divash fece per allontanarsi ma Vyncent gli bloccò il passo.
“Voglio capire anche io” disse con tono più deciso.
“Che vuoi capire tu?”
“Che cosa sta per succedere.”
Divash ghignò e scosse la testa.
“Non ce ne vuoi parlare?” gli chiese.
“Certe cose sarebbe meglio non dirle a voce alta.”
“Avanti, Div” fece Elvana. “Stiamo parlando tra amici. Sono soltanto parole.”
“Certe parole” disse lo stregone stringendo i denti. “Possono essere parecchio pericolose se dette a voce troppo alta. O davanti alle persone sbagliate.”
Vyncent tornò a rivolgersi a lei. “Che cosa sta per succedere? Che cosa sapete voi due che noi non sappiamo?”
“È meglio se vi fate da parte” disse Bryce respirando a fondo. “Tutti e tre. Posso sbrigarmela da sola.”
“Io non mi muovo di qui” disse Elvana.
“E io nemmeno” aggiunse Vyncent.
“Non dovete essere coinvolti anche voi” disse Bryce. “Sarebbe inutile.”
Tra le mani di Elvana apparve la corda magica. “Questa potrebbe essere utile, invece.”
“Mettila via” le disse con tono perentorio.
“Fammela mettere via tu” la sfidò lei.
Bryce stava per risponderle, quando Vyncent fece un passo avanti. Temette che stesse per affrontarla e si ritrasse di scatto per evitare lo scontro.
Non voglio fargli del male, si disse. Non voglio fare del male a nessuno di loro.
“Vogliamo solo capire che sta succedendo” disse Vyncent. “Per favore.”
Il cuore di Bryce aveva rallentato di qualche battito e i pensieri erano diventati più chiari. Quella che all’inizio le era sembrata una buona idea, l’unica cosa giusta da fare, ora non le sembrava affatto così.
Se attacco quei due, si disse, mi seguiranno e verranno coinvolti anche loro. A meno che non riesca a bloccarli qui, ma facendo loro del male. E io non voglio che questo accada.
Emise un profondo sospiro e abbassò le braccia. Nello stesso momento, lasciò che il potere accumulato nei muscoli, nelle ossa e nei dardi magici defluisse, disperdendosi nell’aria.
Scosse la testa affranta. “È tutto un grosso errore” disse.
“Finalmente” disse Elvana alle sue spalle. “Ho temuto davvero di doverti colpire.”
Vyncent si avvicinò di un altro passo. “Stai meglio? Sei più calma ora?”
Annuì, lo sguardo basso.
“Vuoi dirci che sta succedendo?”
“Li uccideranno tutti” disse con tono cupo.
“Chi verrà ucciso?”
“Gli arziti.”
 
Bryce sedette davanti al focolare, lo sguardo fisso alle ceneri di ciò che restava del fuoco. Elvana scacciò i pochi soldati che si trovavano lì attorno.
“La mia amica sta male. Ha bisogno di aria pulita da respirare e voi la rendete pesante con la vostra puzza.”
I soldati la guardarono in malo modo e si allontanarono lanciandole maledizioni a bassa voce.
Elvana tornò soddisfatta. “Non ci disturberanno. Potete parlare di tutto ciò che volete.”
Divash sedette di fronte a lei e Vyncent si accomodò alla sinistra, l’espressione comprensiva sul viso.
“Tu lo sapevi già” disse Bryce rivolta a Divash con tono d’accusa.
Lo stregone ghignò. “Io non so niente, principessa. Ma riesco a immaginarmi le cose prima che succedano, a volte. Chiamala fantasia o accortezza, è la stessa cosa.”
Elvana sedette a un paio di passi di distanza. “La smettete di parlare in questo modo voi due? E mi spiegate perché la mia protetta ha appena cercato di farsi mandare a Krikor per niente?”
“Non era per niente” disse Bryce. “E non sono la tua protetta.”
“Qualcuno deve pure farlo, principessa.”
Bryce non aveva la forza di ribattere e si limitò a scuotere la testa sconsolata.
“Perché gli arziti saranno uccisi?” chiese Vyncent.
“Perché non vogliono fare parte dell’alleanza.”
“Non mi sembra un buon motivo” disse Elvana.
“Ha più senso di quanto credi” rispose Divash. Guardò Bryce. “Volevi salvare quelli lì dopo il modo in cui ti hanno trattata, principessa?”
“Dovrei lasciare che li uccidano?”
“Non è detto che accada.”
“Ho visto che cosa hanno fatto a Sharim,”
La mascella dello stregone si contrasse. “Quando eri prigioniera di Azaril?”
Annuì.
“Perché non ce l’hai detto?” le chiese Vyncent.
“Pensavo che mi avesse mentito. O che avesse cambiato qualcosa per convincermi che fosse tutto vero. C’era anche Darina.”
Vyncent si accigliò.
“Una bambina che dicevano fosse l’unica sopravvissuta dell’attacco.”
Divash trasse un profondo sospiro. “Non puoi sapere che cosa è accaduto davvero. E nessuno te lo dirà mai. Per quanto ne sappiamo, i posti che hanno distrutto erano pieni di pericolosi rinnegati o di loro amici.”
“Come Arzit?” chiese Bryce polemica.
Divash scrollò le spalle.
Si alzò di scatto. “Dici che non sappiamo niente e non ce lo diranno mai, ma posso comunque provare a chiederglielo.”
Vyncent ed Elvana si alzarono a loro volta.
Bryce mostrò le mani. “Voglio solo andare a parlare.”
“Non hai la faccia di una che vuole solo parlare” disse Elvana.
“Potete venire anche voi se volete” le concesse. “Così vedrete da soli che non ho brutte intenzioni.”
Vyncent scambiò una rapida occhiata con Elvana, poi guardò Bryce. “Sul tuo onore?”
Bryce si mise la mano sul petto. “Sul mio onore.”
 
La tenda di Erix era sorvegliata ma i mantelli di guardia si limitarono a lanciarle occhiate di sfida mentre entrava senza farsi annunciare.
Diede una rapida occhiata a Vyncent ed Elvana che si erano fermati prima della soglia e fece loro un rapido gesto, quindi scostò il velo ed entrò nella tenda.
L’interno era occupato da due sole figure. Una, quella di Erix, fissava l’altra con espressione preoccupata. Quando si accorse di Bryce le rivolse un’occhiata stupita. “Tu che vuoi? Che ci fai qui?”
Bryce guardò l’altra figura. Era quella di Persym.
L’arcistregone indossava una tunica bianca sotto il mantello azzurro con ricami in platino. L’espressione era severa e non nascose il suo disappunto quando si accorse che era entrata nella tenda.
“Irruenta come al solito” disse. “Erix mi stava appunto aggiornando su di te e le tue ultime imprese.”
Bryce gli rivolse un rapido cenno con la testa. “Io ti saluto” disse con tono poco cortese. “E mi scuso per essermi presentata senza farmi annunciare, ma avevo bisogno di conferire in fretta con la mia guida e comandante.”
“Ora sei qui” disse Persym. “Non potevi attendere? Stavamo quasi per finire.”
“Ti ho detto che non potevo aspettare.”
“Cosa c’è di così importante da essere più importante di due mantelli di alto rango conferiscano tra di loro sulla guerra in corso?”
“Perdonami se insisto” disse Bryce stanca di quella schermaglia. “Ma ci sono delle vite che sto cercando di salvare.”
Persym si accigliò.
“Non avendo potuto fare niente per quelle di Sharim, sto provando a preservare almeno quelle di Arzit.”
Stavolta Erix sgranò gli occhi. “Di che cosa stai parlando?” le chiese.
“Divash mi ha detto chi sono quei due. Shelef e Daronda.”
“Due ottimi comandanti” si affrettò a dire Persym.
“Lo vedremo” rispose Bryce.
Lo stregone si accigliò. “Metti in dubbio la loro fedeltà o la loro abilità?”
“Nessuna delle due” ribatté.
Persym la guardò contrariato. “Aspetterò fuori che finiate” disse voltandosi di scatto.
“Ti chiedo perdono” si affrettò a dire Erix.
“Tieni a bada i tuoi sottoposti” le disse l’arcistregone mentre usciva. “O dovrò riconsiderare il tuo comando.”
Guardò Erix. “Dimmi che non è come penso. Dimmi che non farete niente contro gli arziti.”
Erix serrò la mascella.
“È tutto vero, quindi” disse Bryce incredula. “Div aveva ragione.” Scosse la testa. “Non lo fate.”
“La decisione è stata già presa” disse Erix.
“No.”
“Distruggeremo Arzit.”

 
  
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