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Autore: crazy lion    30/09/2021    0 recensioni
La storia si concentra sui pensieri, le emozioni e le sensazioni di Aliena dopo lo stupro che ha subito da parte di William Hamleigh.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Ken Follett. La fanfiction non è a scopo di lucro.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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IL TERRORE DI ALIENA

 
Aliena rinvenne dopo lo svenimento causato dallo stupro che aveva subito da William Hamleigh. C'era sangue per terra, il suo sangue, lo sapeva, visto che era stata vergine. Aveva sempre immaginato, fin da bambina, di poter trovare un giorno un principe azzurro che l'avrebbe portata via sul suo cavallo bianco e che l'avrebbe amata incondizionatamente. Avrebbe fatto l'amore con lei con dolcezza, penetrandola pian piano. Ma William aveva distrutto quel sogno.
Richard era vicino a lei e la guardava.
"Come stai?" gli chiese.
Walter, lo stalliere di William, gli aveva tagliato il lobo dell'orecchio e poi l’aveva violentata a sua volta.
Maledetti! pensò Aliena. Che possiate bruciare fra le fiamme dell'inferno.
"Meglio, il sangue ha smesso di sgorgare. Mi sono disinfettato con l'aceto. Ha fatto male, ma non importa. Tu..."
Richard s'interruppe, probabilmente perché capì che era inutile chiederle come stesse dopo quanto accaduto. Aliena si alzò a fatica e chiese al fratello di portarle un catino d'acqua calda. Con una mano si coprì i seni, con l'altra la parte più critica e nascosta di sé. Provava vergogna per quanto successo. Se solo avesse resistito di più, se solo fosse riuscita a lottare con più forza, forse tutto ciò non sarebbe accaduto.
Richard le portò l'acqua.
"Lasciami sola, per favore" gli disse.
Lui si allontanò. Aliena si immerse e lavò via il sangue, che tinse il liquido di rosso. Toccare in quel punto faceva malissimo, ma strinse i denti e non gridò. Disse a Richard di gettare via l'acqua mentre lei si asciugava. Le faceva male tutto, ogni fibra del suo corpo era dolorante. Ma erano soprattutto il suo cuore e la propria anima a soffrire le pene dell’inferno.
Poi, mentre William e Walter mangiavano e bevevano come se non fosse successo niente, Richard e Aliena fuggirono sotto la pioggia, si rifugiarono nella cappella e si sedettero sul freddo pavimento. Lui tornò indietro a prendere il suo mantello e quello della sorella e poi si recò di nuovo da lei.
"Domani fuggiremo. Ne vuoi parlare?" le chiese il fratello con dolcezza.
"No" rispose lei, svuotata di qualsiasi emozione positiva. "Mi dispiace di averti tirato uno schiaffo, stamattina."
"Non ci pensare. Hai altro a cui badare, adesso. Possiamo andare dallo sceriffo e denunciare quel porco."
"Hai ragione su una cosa sola: è stato un porco. Ma William Hamleigh è un uomo potente, se la caverebbe senza nemmeno un giorno di prigione, e poi..." Rabbrividì come se avesse freddo, ma era terrore. "E poi non voglio raccontare a nessuno questa storia schifosa. Mi vergognerei troppo."
Richard provò a insistere usando parole gentili, ma Aliena fu irremovibile.
“È stato orribile, la cosa più brutta che mi sia mai capitata nella vita” gli disse. “Ma non voglio parlarne più. Mai più.”
Per tutta la notte sedette in un angolo della stanza a piangere. E se fosse rimasta incinta, dopo quel rapporto? Non voleva nemmeno pensarci. Continuava a sentire le mani di William su di sé, che le strizzavano i seni e i capezzoli, che la toccavano fra le gambe e lui che la penetrava con sempre maggior forza. Non avrebbe più lasciato che nessun uomo la toccasse, giurò a se stessa. Richard le rimase accanto tutto il tempo, cercando di confortarla.
"Non devi più temere, è finito!" esclamava, accarezzandole i lunghi capelli scuri.
"Ma per me no, per me è appena iniziato" rispondeva Aliena.
"Che cosa?"
"Quest'incubo."
La ragazza si sdraiò sul freddo pavimento per riposare, anche se sapeva che non avrebbe dormito.
"Cosa posso fare per aiutarti?" chiese Richard, preoccupato.
"Rimani sveglio al mio fianco, almeno per stanotte. Ma non toccarmi. Domani ce ne andremo da qui."
La sua voce uscì roca e stanca.
"D'accordo."
La ragazza si sentiva in colpa, come se avesse commesso lei stessa qualcosa di vergognoso e terribile, non William Hamleigh. Ma non riuscì a farne parola con il fratello. Aliena si addormentò, ma dopo un po' si svegliò di soprassalto a causa di un incubo. Si alzò in piedi di scatto, grondante sudore e in lacrime.
"Ho sognato lui che mi palpava, che si impossessava ancora di me! Oh, Dio, aiutami!" gemette, mentre Richard la abbracciava.
Si sentiva sicura fra le sue braccia. Era suo fratello e non le avrebbe mai fatto del male.
"Shhh, Aliena, è stato solo un incubo. William se n'è andato e non tornerà."
"Non puoi esserne sicuro. Lui ora è il padrone del castello. È ancora qui, ci scommetto. Ottiene tutto ciò che vuole, e lo fa con ogni mezzo possibile. Potrebbe volermi ancora, gliel'ho letto negli occhi."
"Io non lo permetterò" disse Richard, risoluto.
Aliena crollò. Si girò su un fianco, esausta e distrutta sia fisicamente che dentro. Non si sarebbe mai più ripresa da quel trauma, ne era convinta. Come si poteva sopravvivere a una cosa del genere? Per un momento pensò di farla finita lì, in quella stanza. Sarebbe bastato allontanare il fratello con una scusa e poi gettarsi di sotto, o prendere un coltello e piantarselo nel cuore, o tagliarsi le vene, o un'arteria. Aliena avrebbe voluto morire per il senso di vergogna e di schifo che provava nei suoi confronti e in quelli di William Hamleigh, ma si rese conto che non sarebbe mai stata in grado di uccidersi. Non considerava il suicidio un atto egoistico, ma non poteva lasciare solo Richard, soprattutto ora che il loro padre era in prigione. Avrebbe dovuto andare a trovarlo, si disse, ma non gli avrebbe raccontato nulla di quanto successo. Soffriva già abbastanza.
Quella notte scoppiò un violento temporale. Ogni tuono spaventava Aliena, aveva paura persino del vento che spirava.
"È solo il vento, è solo il vento" le ripeteva Richard, accarezzandola. "Nessuno vuole farti del male."
Ma Aliena continuava a tremare, a battere i denti, ad agitarsi. Non riusciva a trovare una posizione comoda – il giorno dopo avrebbe avuto male dappertutto, ci scommetteva –, né a non pensare a quanto era successo. Chissà per quanti mesi quei pensieri l'avrebbero assalita, si chiese.
Richard si alzò.
"Dove vai?"
"A prepararti una cosa."
Lei stava per dirgli di non fare stupidaggini, di non entrare nel castello, ma Richard si era già  chiuso la porta alle spalle. Le portò una tisana.
"Sono sgattaiolato nelle cucine e te l’ho preparata. È alla Melissa, ti calmerà un po' e ti farà rilassare" le disse.
Lei prese la tazza con mani tremanti e bevve un piccolo sorso. Scottava.
"Ci hai messo anche il miele."
"Sì, come piace a te."
"Grazie, Richard. Per tutto quello che hai fatto per me oggi, non solo per questo."
"Figurati! Sei mia sorella, farei di tutto per te."
Dopo aver bevuto la tisana, Aliena si concentrò sui suoni del temporale. I tuoni non le facevano più così paura e il picchiettare della pioggia sul tetto era rilassante. Riuscì a rilassarsi e, per qualche ora, dormì un sonno tranquillo e senza sogni. Ma poi cominciò a sussultare, a dimenarsi. Ecco, tutto ricominciava. E sarebbe durato chissà quanto.
   
 
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