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Autore: Altair13Sirio    01/10/2021    4 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Aiko ripose i gigli gialli accanto ai vasi con le altre varietà dello stesso fiore e si guardò intorno posando lo sguardo sull'edera che si arrampicava sul sostegno apposito, finendo per creare una parete verde che divideva le file di vasi. Quel giorno Momo non era andata con lei in serra per rimanere a studiare assieme a Hoshi; sperava davvero che riuscissero a ripassare per bene in vista dell'esame, ma ad essere sincera nessuno dei due le era sembrato abbastanza determinato per poter passare quella prova. Probabilmente Momo e Hoshi erano troppo preoccupati dagli scarsi risultati ottenuti a bordo dell'Aros per riuscire a concentrarsi sullo studio, e lei non poteva biasimarli: c'era passata anche lei, anche se la sua fase era stata molto più breve.
Inizialmente, quando aveva conosciuto Kaoru gli era sembrato che fosse un tipo troppo espansivo e la sua estrema timidezza le aveva impedito di comportarsi con naturalezza in sua presenza; questo l'aveva portata a credere di non essere in grado di pilotare assieme a lui, ma poi una volta effettuata la connessione le era venuto tutto in modo naturale e dalla prima volta lei e il suo partner si erano migliorati ancora e ancora.
Le era piaciuto pilotare, a dirla tutta; era una strana sensazione, così diversa da tutto ciò che avesse mai provato, quella di sentirsi un tutt'uno con un'altra persona sia fisicamente che mentalmente. Pensava che fosse proprio grazie a quell'esperienza se lei era riuscita finalmente ad aprirsi con Kaoru… Ma sembrava che a Momo servisse qualcosa di diverso per poter ottenere la stessa fiducia con Hoshi.
Si affacciò sull'ingresso della serra e osservò il cielo; le nuvole minacciavano di portare la pioggia e si potevano già udire tuoni in lontananza. Avrebbe fatto bene a tornare alla tenuta prima che cominciasse a piovere.
<< Mi spiace, piantine. Oggi ci salutiamo un po' prima. >> Disse voltandosi a salutare una rastrelliera di bonsai, prima di raccogliere la propria mantellina e dirigersi verso l'uscita, affrettando il passo.
 
*
 
Il rumore di piatti sembrava quasi un metronomo mentre i ragazzi andavano avanti e indietro dalla cucina alla sala da pranzo, prelevando le stoviglie sporche per portarle a lavare. Era il turno della coppia del Gaia quella settimana, Suzuko lavava e strofinava con cura i piatti e le posate prima di passarli al secondo lavabo, dove il suo partner si occupava di risciacquarli e riporli nel loro scaffale dove riusciva ad arrivare meglio. Non parlavano molto anche perché il rumore dell'acqua che scendeva dal rubinetto copriva ogni cosa, e così erano anche isolati dai discorsi che si stavano facendo nella sala accanto.
Non che gli altri stessero dicendo niente di particolarmente interessante; c'era Kya che a pancia piena cercava di appisolarsi su una spalla di Ryo e poi i piloti dell'Anthurium si scambiavano opinioni su una delle ultime letture di Naho. Il resto della squadra era sparpagliato per la casa, Aki e Rin cercavano un film da vedere per passare la serata, Kaoru stava osservando la pioggia dalla finestra del primo piano e la sua partner era andata a fare un bagno. Solo i due piloti dell'Aros, che l'indomani sarebbero stati impegnati con un compito speciale, erano rintanati ognuno nelle rispettive camere a ripetere.
Momo, almeno; Hoshi si era messo a letto e fissava il soffitto. Era esausto dopo aver passato quasi tutto il pomeriggio a spiegare alla sua partner tutto quello che riusciva a ricordarsi per aiutarla a passare quell'esame; ma lui non era convinto che sarebbe bastato, e francamente pensava che se Momo avesse preso un altro votaccio sarebbe stato come farle un favore.
Che poi, tra le tante cose che aveva detto la ragazza, una in particolare era rimasta incastrata nei pensieri di Hoshi: se avessero preso un altro brutto voto Hachi e Nana avrebbero potuto mandarli via. Per quanto gli sembrasse ridicolo, lei era sembrata completamente convinta di quella cosa, e incredibilmente spaventata; era davvero così importante per lei restare lì? E se invece Hoshi avesse fallito di proposito per essere mandato via, a quel punto cosa avrebbe fatto lei, da sola?
Il timore di Momo era che, non raggiungendo gli obiettivi minimi sia nello studio che nella guida, sarebbe stata sostituita da qualcuno più adatto al ruolo che ricopriva. Ma in fondo, non sarebbe stato meglio così?
Hoshi avrebbe dato di tutto per essere finalmente riconosciuto come "non idoneo" dopo tutte le volte che aveva provato a spiegarlo agli altri; chiunque al posto suo avrebbe mostrato molto più potenziale e probabilmente avrebbe avuto molta voglia in più di lui, che si era ritrovato lì contro il proprio volere. Se fosse stato veramente possibile andarsene da lì, avrebbe tanto voluto provarci anche se dopo tutti quei mesi passati a Mistilteinn, aveva ormai capito che fosse impossibile.
Che ingenua. Pensò grattandosi un orecchio, sentendo la pioggia picchiare sulla finestra. Almeno lui poteva godersi quel silenzio in beata solitudine e non doveva pensare a ripetere; i suoi voti non avevano nessun problema, sarebbe riuscito a prendere un'insufficienza solo se si fosse impegnato a sbagliare tutte le domande.
Sospirò rumorosamente e non si accorse del bussare che arrivò dalla sua porta. Ci fu un momento di silenzio, poi un altro colpetto delicato e questa volta Hoshi lo avvertì chiaramente.
<< Sì? Chi è? >> Domandò alzando la voce, contorcendosi sul letto.
La voce che arrivò attutita da dietro la porta gli sembrò sollevata. << Sono Momo. Ti disturbo? >>
Il ragazzo ebbe un tuffo al cuore. Neanche nella sua stanza poteva starsene in santa pace? Era venuta a tormentarlo anche ora?
<< N-no, aspetta che vengo ad aprirti. >>
Il ragazzo scese dal letto con calma e si infilò le pantofole, poi si guardò il pigiama e imprecò in silenzio per il proprio aspetto. Lasciando perdere come fosse conciato, andò ad aprire la porta.
<< Scusami, stavi dormendo? >> La ragazza si presentò con un cerchietto sopra la fronte e una vestaglia bianca dalla gonna lunga indosso; aveva le braccia incrociate sul petto che stringevano un libro, tenendolo al sicuro nella loro morsa. Il suo sguardo costernato mostrava che non fosse entusiasta di essere lì, ma che ciò fosse necessario.
Hoshi per poco non le chiuse la porta in faccia dopo averla vista in pigiama. Si sforzò di non esaminare oltre il suo vestiario e fissò lo sguardo sugli occhi marroni della ragazza, ma si rese conto che anche quella cosa gli veniva molto difficile.
<< No, affatto! >> Disse con voce un po' troppo acuta, prima di chiederle come mai fosse lì.
Momo sembrò sollevata e tentò di fare un passo in avanti, ma alla fine rimase dov'era. << Mi spiace disturbarti, davvero, ma mentre ripetevo ho cominciato a… Dimenticare tutto quello che avevamo fatto oggi pomeriggio, e mi sono lasciata prendere dal panico e adesso non so cosa fare… >>
Hoshi tentò di calmarla. Ci mancava solo che avesse una crisi di nervi nella sua stanza.
<< Non è che potresti aiutarmi un altro poco, giusto quanto basta per rinfrescarmi la memoria…? >> Mormorò lei alzando la testa, assumendo un'espressione sconsolata. Hoshi dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non arrossire, ma in questo modo non riuscì a concentrarsi abbastanza per rifiutarsi di aiutarla; voleva starsene per i fatti suoi, ma quando rispose si era già condannato a passare altro tempo assieme alla sua partner.
Lei lo ringraziò ammiccando in modo spontaneo e si intrufolò nella stanza senza che lui potesse correggersi in tempo, e così Hoshi si era ritrovato a lasciar entrare la sua partner nella propria stanza perdendo anche quel briciolo di privacy che gli era rimasto.
La ragazza esitò un attimo, poi indicò la scrivania di fronte alla finestra e chiese se potesse posizionarsi là. Hoshi non disse niente e mimò un gesto per lasciarla fare, quindi si posizionò sul bordo del letto più vicino per poterla assistere.
Dopo essersi voltata un poco per vedere sia la scrivania con sopra il libro che aveva portato e sia Hoshi alle sue spalle, Momo iniziò a ripetere le definizioni delle formule studiate quel pomeriggio. Il ragazzo dovette sopprimere uno sbadiglio enorme per non farle credere di essere annoiato, cosa che ovviamente era vera ma che non avrebbe mai voluto ammettere.
<< Questa te l'ho spiegata cento volte! >> Disse con un po' di frustrazione mentre la ragazza interrompeva la lettura per cambiare pagina. << Come fai a non averla ancora imparata? >>
Hoshi vide che Momo era arrossita. La ragazza cercò di nascondere il proprio volto e borbottò qualcosa di difficilmente comprensibile; dopo un po' sollevò la testa e si sforzò di sorridere.
<< Temo che la tensione mi abbia fatto dimenticare tutto. Mi dispiace Hoshi, tu ti sei impegnato tanto per farmi capire queste cose e io ho mandato tutto all'aria! >>
Il ragazzo alzò lo sguardo pensieroso e valutò quella situazione. Era una seccatura, ma se avesse cacciato Momo senza aiutarla avrebbe rischiato di avere ancora più grane in seguito, perché se la ragazza avesse fallito di nuovo il test si sarebbe dovuta affidare ancora di più a lei, e non era escluso che Hachi e Nana costringessero entrambi a seguire delle lezioni aggiuntive per sopperire a quelle lacune; non ci aveva pensato prima, in quel caso fallire il test sarebbe stato molto più controproducente di quanto avesse creduto.
<< Non fa niente. Adesso te le spiego, ma non ci soffermiamo troppo sul ripetere! >> La ammonì lui. << E' tardi e dovresti riposare anche tu, studiare in queste condizioni non servirebbe a niente. >>
Momo gli sorrise, contenta che fosse così comprensivo, e non disse più nulla mentre Hoshi le chiedeva di farsi passare il libro. Ovviamente lui pensava queste cose, ma glielo aveva detto anche per mettere un limite al tempo che avrebbe passato nella sua camera a studiare; non voleva ritrovarsi piegato sui libri a notte fonda con lei nella sua stanza.
<< Sai, sei davvero gentile con me, Hoshi. >> Disse a un certo punto, mentre il ragazzo le spiegava una delle formule più ostiche per lei.
Hoshi in un primo momento non carpì il suo messaggio, poi quando ebbe alzato lo sguardo ed ebbe visto la sua espressione si ritrovò ad arrossire vistosamente come prima. Momo era quasi sognante, come se avesse visto il principe azzurro di fronte a sé ma in quei suoi occhi così trasognati c'era un'ombra che lo inquietò e confermò l'idea che si era fatto di lei: in quegli occhi c'era il desiderio di controllarlo, la ragazza si stava rendendo conto di quanto fosse facile sfruttarlo e presto avrebbe abbattuto un altro muro che c'era tra loro.
<< Grazie per essere così paziente, anche se io sono così senza speranze… >> Continuò la ragazza distogliendo lo sguardo. Hoshi girò la testa dall'altra parte, muovendosi in modo speculare rispetto a Momo.
Alla fine il ragazzo le disse che non valeva la pena di ringraziarlo e preferì concentrarsi sullo studio, cercando di dimenticare in fretta quella conversazione. Momo dovette capire il suo desiderio di andare avanti perché non disse più niente dopo quello e si mise di impegno per seguire le sue spiegazioni senza interromperlo più.
I minuti passarono velocemente una volta che i due studenti si furono messi di impegno e quando Hoshi ebbe controllato l'orologio vide che erano le ventidue passate. Si stiracchiò un poco e Momo lo imitò; la postazione che aveva preso dallo spigolo del letto si era rivelata molto più scomoda di quanto si aspettasse, ma fu sorpreso di vedere che durante lo studio aveva cercato di avvicinarsi il più possibile a Momo, che a sua volta aveva spostato la sedia per seguire più da vicino le sue spiegazioni.
Si alzò di scatto, sentendosi troppo vicino a lei e cercò di mettere in ordine i pensieri. << Come ti senti ora? >>
Momo sorrise e rimase a guardarlo da seduta. << Meglio. Sei davvero bravo a spiegare queste cose… >>
<< Grazie. >>
La sua risposta suonò gelida e distaccata, Hoshi non aveva intenzione di avvicinarsi oltre alla sua partner sapendo quanto sarebbe stata pericolosa se le avesse lasciato spazio; le aveva già permesso di invadere la sua stanza e studiare quanto volesse, adesso era ora di mettere qualche paletto.
<< Comunque ora è meglio se vai a dormire. >> Suggerì facendo un cenno verso la porta. Richiuse il libro e glielo porse, sforzandosi ancora una volta di non sembrare scortese ma di mantenere un tono assertivo. << Domani devi essere fresca! >>
Momo sorrise e guardò il libro tra le mani del ragazzo. Lo accettò, ma subito lo posò sulla scrivania e si voltò di nuovo a guardare lui; si mosse in fretta prendendogli la mano e chiudendola tra le sue.
Hoshi sussultò e la sua prima reazione fu quella di tirare indietro il braccio, ma non riuscì a divincolarsi. Momo lo aveva intrappolato, continuava ad accarezzare gentilmente il dorso della sua mano con i polpastrelli e sorrideva come se stesse già dormendo.
<< Grazie ancora, Hoshi. >> Mormorò. << Sono davvero felice che stiamo passando così tanto tempo insieme. >>
Eccola che arriva! Pensò terrorizzato il ragazzo, che sentì di doversi tirare subito fuori da quella situazione per non finire in un guaio molto più grosso di quello che aveva dovuto sopportare fino ad ora. Non ci riuscì però, anche perché proprio mentre stava per rispondere a Momo la porta della stanza si aprì.
C'erano Yoshiki e Tetsuya lì davanti, assonnati che confabulavano tra loro. Si accorsero di Momo dopo un attimo che ebbero messo piede nella stanza e per qualche istante ci fu un silenzio imbarazzante in cui gli sguardi dei i due compagni di stanza di Hoshi andarono sulle loro mani unite.
<< Oh. >> Fece Yoshiki sfoggiando un sorrisetto. << Non sapevo che foste già così intimi. >>
Momo e Hoshi ritirarono istantaneamente le mani provando un imbarazzo enorme per essere stati visti in quel modo dagli altri; si voltarono entrambi dall'altra parte come se si vergognassero l'uno della presenza dell'altra e iniziarono a balbettare incontrollabilmente. Ci volle un po' perché uno dei due riuscisse finalmente a mettere insieme le parole.
<< Non è come sembra! >> Sputò fuori Hoshi, finalmente ricompostosi. Yoshiki ghignò e ignorò con quanta veemenza stesse cercando di difendersi.
<< Certo, certo, ma la prossima volta vi conviene chiudere a chiave la porta… >>
Fu in quel momento che Hoshi non riuscì più a controllarsi. Le continue prese in giro del suo compagno di stanza avevano oltrepassato il limite; non gli importava che lo pungesse ogni giorno alludendo alla sua situazione nella squadra o che non perdesse occasione di litigare con lui su qualsiasi cosa, ma non si sarebbe lasciato deridere a quel modo per uno stupido malinteso!
Il piccoletto alzò un braccio puntando il dito contro Momo alle sue spalle e la sua voce divenne improvvisamente più profonda del solito. << Stavamo studiando per quello stupido esame, visto che qualcuno non riesce a ricordarsi niente nonostante abbiamo ripetuto cento volte! Figurati se mi metto a fare cose strane con una persona di cui non mi importa niente!
<< Non ho scelto io questa vita, non voglio fare amicizia né creare legami all'interno di questa stupida squadra! Non mi importa niente degli Stridiosauri, dell'I.P.U. e sicuramente non mi importa niente di quello che pensi tu! Io voglio tornarmene a casa e dimenticarmi di tutti voi idioti! >>
La voce di Hoshi rimbombò fuori dalla stanza e arrivò anche al piano di sotto; era impossibile che non lo avessero sentito anche gli altri, eppure proprio Hoshi non si sentì mentre parlava. Rimase alcuni secondi a riprendere fiato e mentre il cervello riprendeva a funzionare normalmente, si rese conto di ciò che aveva fatto e si girò verso Momo.
La ragazza era in lacrime. Hoshi aveva lasciato che lo stress degli ultimi giorni prendesse il sopravvento e aveva tolto ogni freno alla lingua; aveva persino il dito puntato contro di lei, quasi ad accusarla di qualcosa. Tentò di rimediare, dirle qualcosa perché lei non credesse che fosse un mostro o magari solo per salvare quel poco di credibilità che gli era rimasta, quella fragile personalità che aveva costruito per sopravvivere a Mistilteinn, circondato da estranei che non capivano il suo disagio e gli dicevano solamente di crescere un po', ma era troppo tardi. La fiducia che Momo riponeva in Hoshi era crollata come un castello di carte al primo soffio di vento.
La ragazza si scansò quando lui cercò di avvicinarsi e corse fuori dalla stanza togliendo di mezzo bruscamente i due ragazzi rimasti sulla porta; Tetsuya si spinse così indietro per non scontrarsi con lei che cadde a terra e Yoshiki dovette inginocchiarsi per aiutarlo a rialzarsi.
Momo scese di corsa le scale; non sentì la voce di Kya che la chiamò dall'altra stanza e la intercettò poco prima di raggiungere l'uscita. Le due amiche si guardarono per un istante dopo che la seconda si fu bruscamente scontrata con la prima, poi Momo fuggì al suo sguardo e riprese a correre aprendo di colpo la porta della tenuta e lanciandosi nel buio, sotto la pioggia battente.
Kya la seguì poco dopo, ancora sconvolta da ciò che aveva visto negli occhi della sua amica. Si fermò appena fuori dal portico della casa e con l'acqua che le sferzava il volto la chiamò a gran voce.
Sparita. Era bastato un istante e Momo si era persa nell'oscurità che circondava Mistilteinn. La pioggia scrosciante mascherava i suoni rendendo impossibile anche solo provare ad intercettare un segnale dalla ragazza, sempre che ce ne fossero.
<< Momo! >> Urlò di nuovo Kya mentre alle sue spalle la raggiungevano anche Ryo e Suzuko, seguiti poi dal resto della squadra. La piccoletta cercò di chiedere spiegazioni ma nessuno sapeva nulla ancora e l'unico scambio che ci fu in mezzo al gruppetto fu quello tra Ryo e Kya, che le porse una coperta per proteggersi dalla pioggia, ma la ragazza era completamente rivolta alla foresta.
<< Che è successo? >> Domandò nuovamente una voce in mezzo alla confusione quando furono sopraggiunti tutti gli altri; era stata Aiko, l'ultima arrivata, con ancora i capelli bagnati e avvolti in una asciugamano, a porre quella fatidica domanda. Questa volta ottenne risposta visto l'arrivo dei ragazzi che avevano assistito a quella scena.
<< E' scappata Momo! >> Rispose Yoshiki ansante, le guance solitamente pallide ora rosse per l'escursione termica dalla casa all'esterno. << Il motivo chiedilo a quell'idiota laggiù. >>
Quasi tutti i presenti affacciati sul portico si voltarono verso l'entrata della casa dove ancora all'asciutto se ne stava Hoshi, sbigottito, gli occhi sbarrati.
<< MOMO! >> Kya unì le mani attorno alla bocca nel tentativo di amplificare la propria voce, ma come poteva immaginare soltanto la pioggia rispose al suo richiamo.
<< Dobbiamo trovarla! Con questo tempo non può restarsene qui fuori da sola. >> Esclamò Aiko cercando supporto negli sguardi degli altri.
Un lampo illuminò il cielo per un istante e a seguirlo un rombo mai sentito prima che fece tremare tutti i ragazzi all'esterno della tenuta. Il tempo continuava a peggiorare e loro non potevano restare ad attendere; Yoshiki disse a Tetsuya e Kaoru di seguirlo e andarono di corsa a cercare qualcosa che potesse aiutarli nelle ricerche.
<< Se ha provato a ripararsi dalla pioggia sotto a un albero, potrebbe essere in pericolo! >> Commentò preoccupata la Sentakami, che strizzava le palpebre nel tentativo di vedere qualcosa nell'oscurità tutto intorno a Mistilteinn.
<< Momo non è stupida. >> La rassicurò Naho, accostandosi a lei. << Sono sicura che ha trovato un posto asciutto dove rimanere al sicuro. >>
<< Ma così rischia di perdersi! >> Intervenne Aki, sbucato dalle retrovie. << Se non vuole farsi trovare avrà sicuramente lasciato il sentiero e questo renderà ancora più difficile trovarla. >>
<< Dobbiamo dividerci e setacciare il bosco! >> Suggerì Rin improvvisamente assertiva; sembrava che quando la situazione si faceva critica fosse in grado di cambiare completamente personalità. << Dividiamoci in coppie e procediamo in direzioni diverse per coprire un'area maggiore! >>
Da dentro la casa tornarono i tre ragazzi che erano rientrati; Yoshiki e Tetsuya si misero a distribuire impermeabili a tutti quanti mentre Kaoru posava a terra due paia di torce elettriche che era riuscito a trovare rovistando in uno stanzino, ognuna di fattura e modello diverso.
<< Non ce ne sono abbastanza per tutti, ma è sempre meglio di niente. >> Disse mentre Suzuko gli si avvicinava per prendere una torcia dopo aver ricevuto anche l'impermeabile da Tetsuya. Anche Naho raccolse una torcia e provò ad accenderla, ottenendo in risposta uno sfarfallio della lampadina al suo interno.
<< Sbrighiamoci ad andare. >> Disse subito dopo cercando con lo sguardo il proprio partner, che però la fece attendere un altro momento. Yoshiki infatti tornò all'interno dell'edificio e dopo pochi secondi venne nuovamente fuori trascinando Hoshi per il colletto, costringendolo a unirsi a loro.
<< Tu vieni con noi. >> Gli disse; voleva tenerlo d'occhio da vicino. Il piccoletto non volle protestare e si accodò ai due compagni dopo aver indossato un impermeabile a sua volta, lasciando che Naho illuminasse la via.
Kya si attardò un attimo lottando con il proprio impermeabile per indossarlo correttamente; la tensione le aveva fatto perdere destrezza nelle mani, quando fu finalmente riuscita a sistemarselo erano rimasti solo lei e Ryo davanti alla tenuta. Alzò una mano verso di lui con sguardo angosciato e gli disse:<< Andiamo, Ryo! >>
Il ragazzo annuì comprendendo lo stato d'animo della propria partner e insieme si lanciarono nel bosco, lasciando la coperta portata da Ryo in mezzo alla radura.
Più avanti il gruppo composto da Naho, Hoshi e Yoshiki stava già affrontando una crisi. L'umore era pessimo; a parte la ragazza, che non aveva assolutamente idea di che cosa fosse successo al piano di sopra e voleva solamente sbrigarsi a trovare la sua amica, i due compagni di stanza erano sul punto di cominciare a litigare. Lo stesso Hoshi procedeva con fare svogliato, facendo più attenzione a dove mettesse i piedi che ai dintorni per cercare di scorgere Momo, rimanendo indietro durante la marcia.
<< Accidenti a te, Kondō! >> Esclamò Yoshiki scavalcando un tronco di legno che bloccava il passaggio. << Tu il cervello non lo usi proprio mai, vero? >>
<< Ehi, non è colpa mia se siamo in questa situazione! >> Tentò di difendersi il piccoletto, con poca convinzione. << Che ne sapevo che Momo sarebbe scappata in questo modo? >>
<< SI' INVECE! E' proprio colpa tua se siamo in questa situazione, non tieni mai a freno la lingua e finisci per dire stronzate! >> Tuonò l'altro voltandosi indietro per un momento. << Lei si fidava di te e tu non hai fatto che mentirle per tutto questo tempo. Le hai distrutto un mondo, come credi che avrebbe dovuto reagire una volta scoperto che l'unica persona da cui desiderava un po' di riconoscimento in realtà la odia? >>
Le parole di Yoshiki lo fecero sentire molto a disagio nonostante Hoshi dicesse di avere la coscienza pulita. Avrebbe voluto chiedere aiuto per ribattere, ma l'unica persona che avrebbe potuto aiutarlo – e non lo avrebbe fatto comunque – lo stava ignorando di proposito.
<< Bé, che cosa avrei dovuto fare? >> Sbottò alla fine con tono di sfida.
Yoshiki smise di avanzare e si girò a guardare il ragazzo, attendendo che il rombo dell'ultimo fulmine si quietasse; le loro voci si sentivano a malapena in quelle condizioni e non riuscivano nemmeno a vedersi in faccia visto che la torcia in mano a Naho era puntata verso la boscaglia, nel tentativo di scorgere un segno del passaggio di Momo.
<< Parlarle nel modo giusto, comunicare in modo sano e non affibbiarle la colpa per qualcosa che non c'entra niente con lei! >> Rispose alla fine il ragazzo, sempre più irritato. << Ti sei comportato come se la fonte di tutti i tuoi problemi fosse lei. Hai mai prestato ascolto durante una delle lezioni, tutti quei discorsi sull'entrare in empatia e creare un legame aperto fra partner? >>
<< Quindi avrei dovuto continuare a fingere? >> Rispose Hoshi alzando la voce, nel tentativo di suonare più minaccioso. << Fare finta che tutto andasse bene nonostante la nostra ovvia incompatibilità? >>
Hoshi cercò di fare riferimento agli scarsi risultati ottenuti a bordo dell'Aros, ma non era un segreto che non si fosse mai veramente impegnato in quello per trovare una connessione funzionale con la propria partner.
<< Che ne diresti con il cominciare ad assumerti le tue responsabilità? >> Sbottò Yoshiki, stufo di stare lì a litigare in quel modo e riprendendo a camminare nella direzione opposta. Era come se Hoshi cercasse di piegare tutto a seconda di come gli facesse più comodo, e non ne poteva più di quella sua ottusità.
Il ragazzino fece un gesto esasperato con le braccia e si guardò intorno, restando indietro. << E' inutile discutere… Tanto è sempre colpa mia! Sei contento, Ojizaki? Sono finalmente diventato il cattivo! >> Si ritrovò a urlare mentre la luce sorretta da Fukuda si allontanava.
<< Non hai capito un bel niente. >> Gli fece eco Yoshiki senza voltarsi. << Non ci sono buoni e cattivi, sei solo incapace di vedere quando passi dalla parte del torto! >>
<< E allora vai al diavolo! >> Si infuriò Hoshi, e iniziò ad allontanarsi dai due ragazzi. << Divertitevi a brancolare nel buio! Io sono stufo di questa storia. >>
Yoshiki non si scompose, neanche lo guardò per controllare se stesse scappando veramente; molto probabilmente Momo sarebbe stata al sicuro più di Hoshi in quella situazione, ma erano usciti per cercare lei e non per fare da balia a quel bambino.
Naho però, che fino ad ora aveva ignorato il loro compagno di ricerche, si voltò e illuminò nella direzione dove era sparito Hoshi. << Non sarà pericoloso farlo andare da solo? >>
<< Dubito che voglia compagnia. >> Rispose schietto il ragazzo continuando la marcia e facendosi strada nella vegetazione. Lei osservò solo un istante il buco lasciato tra le piante dal loro compagno di squadra, poi si mise a inseguire Yoshiki per non restare indietro.
Hoshi ne aveva abbastanza. Era veramente stufo di quella gente, in particolare di quell'antipatico di Ojizaki e della sua costante morale con cui ogni volta lo faceva sentire come la peggior feccia che potesse esserci. Non lo aveva chiesto lui di finire lì, non aveva voluto iscriversi a quel dannato programma e non avrebbe mai voluto pilotare dei giganteschi fossili assieme a quel maschiaccio di Momo; tutto quello che voleva lui era di potersene stare in santa pace, a casa sua!
E a fare cosa? Smise di correre nella pioggia, i polmoni avidi di ossigeno lo imploravano di restare lì, il cuore correva a mille e la mente andava ancora più veloce. Adesso perché si sentiva così?
Ammazzarsi di studio e morire dalla noia per la totale assenza dei suoi genitori? Era questa la sua vita, a casa. Un giorno sarebbe diventato un adulto responsabile e avrebbe cominciato a lavorare a contatto con le altre persone, scoprendo così che il mondo non era in bianco e nero come lo aveva sempre visto, che in realtà non era pronto a niente di tutto quello? E allora che senso aveva tutto quello che aveva fatto fino ad ora?
Non essere ridicolo! Quello sarebbe diverso… Si disse, e si asciugò la fronte mentre passava sotto a un ramo dove non cadeva acqua. Saresti preparato a tutto quello.
Ma gli altri non erano stati preparati a vivere in quel modo? Si stavano tutti preparando a qualcosa, ma ci si aspettava che tutti fossero in grado almeno di convivere civilmente e in fondo era così; Hoshi sapeva essere cordiale, poteva benissimo seguire le regole della casa e organizzarsi assieme agli altri senza alcun problema… Ma in qualcosa non erano allo stesso livello.
Perché dopo pochi mesi passati a Mistilteinn, tutti gli altri sembravano conoscersi da anni mentre lui era rimasto a in disparte? Si era comportato credendosi superore a tutti perché non voleva mischiarsi a quella gente, e questo lo aveva portato a chiudersi al mondo… Ma era veramente superiore?
Si sentiva superiore?
Un tuono lo fece spaventare, ricordandogli di riprendere la marcia. Anche il suo cervello riprese a muoversi e Hoshi tornò sulla difensiva. Era vero che avesse un caratteraccio, ma il suo problema finiva qua; non poteva cambiare ciò che era, gli altri avrebbero dovuto accettarlo così come lui accettava loro! Certo che se avesse cercato di andare un po' più d'accordo con loro…
Ma no! Lui non voleva uniformarsi alla squadra! Hoshi non c'entrava niente lì in mezzo, non era un pilota e diventare amico di quelle persone avrebbe reso solo le cose più complicate. Però se aveva questo genere di pensieri, forse significava che in fondo avrebbe voluto fare amicizia con loro e in realtà stava evitando di avvicinarsi; e se stava evitando che questo accadesse, che sarebbe successo se avesse smesso di tenere alta la guardia a quel modo?
Ma soprattutto, per quale motivo adesso continuava a correre sotto la pioggia, completamente al buio e incapace di vedere o sentire qualsiasi cosa, quando avrebbe potuto mollare tutto e tornare indietro verso la tenuta?
Era forse preoccupato per Momo? Si sentiva in colpa? Ma lui non aveva niente a che fare con lei, non aveva niente a che fare con nessuno in quella casa, glielo aveva anche detto in faccia: se se ne fosse andato da lì nessuno se la sarebbe potuta prendere perché lui era stato chiaro con loro fin dal principio…
Bé, quasi con tutti. Non con Momo, che adesso era scappata nella pioggia, delusa, sconvolta, distrutta. Ed era successo a causa sua, e Hoshi non riusciva a smettere di pensarci.
 
*
 
Momo chiuse gli occhi e rimase qualche istante ad ascoltare il rumore della pioggia che la inglobava. Le sembrava quasi di essere abbracciata da qualcuno all'interno di quel tronco cavo in cui si era riparata; di sicuro lì non sarebbe stata trovata dalle persone che sicuramente sarebbero arrivate a cercarla.
L'odore dell'erba bagnata le riempiva le narici ormai da diversi minuti; non sapeva da quanto fosse lì ferma, ma non aveva alcuna fretta di lasciare quel bugigattolo sicuro. Non voleva vedere nessuno, non voleva essere trovata. Voleva solo stare da sola.
Era delusa, triste, ma non ce l'aveva con Hoshi; era arrabbiata con sé stessa per aver voluto costringere il proprio partner a imboccare una strada che non voleva; era stata prepotente e presuntuosa a credere di poter controllare tutto da sola. Si meritava di stare là fuori.
Ebbe un brivido. Il vento veniva aspirato all'interno del tronco dove si era rifugiata e lei aveva indosso solo il suo pigiama; i suoi piedi, sporchi di fango e terra, erano molto freddi e lo stesso poteva essere detto per le mani che sentiva a malapena. Ormai era autunno inoltrato, ma Momo non pensava che avrebbe potuto fare così freddo durante la notte; non che si sarebbe aspettata di passare la sera nascosta nella foresta, nel bel mezzo di un temporale…
Incrociò le braccia e vi nascose in mezzo il mento abbassando la testa con aria sconsolata. Perché era là fuori? Si stava comportando in maniera infantile; avrebbe dovuto accettare le parole di Hoshi, invece che mettere su quella ridicola sceneggiata. Sarebbe stato sicuramente un comportamento più maturo di qualunque cosa stesse cercando di ottenere in quel modo… Probabilmente i suoi amici erano preoccupati e…
Un rumore di rami spezzati interruppe il flusso dei suoi pensieri e fece voltare Momo, che irrigidì il corpo intero e rimase con le orecchie tese per cogliere altri segnali; qualcuno si stava avvicinando a passo incerto, spostando il pietrisco a ogni passo, muovendo l'erba sul terreno, procedendo forse a zig-zag. La ragazza non si mosse e fece guizzare gli occhi da una parte all'altra della visuale limitata che le consentiva di avere il suo riparo, trattenendo il fiato per poter riuscire a cogliere anche il più tenue rumore. A un tratto vide delle ciabatte zuppe e rovinate affondare nella ghiaia attorno al tronco dove era nascosta, e le gambe sottili del loro proprietario che avanzavano sempre più all'interno della sua visuale; alla fine Momo riuscì a riconoscere il suo partner nonostante il buio della notte. Aveva gli occhiali ricoperti da tante goccioline d'acqua, inservibili in quello stato, e i capelli bagnati gli si incollavano alla fronte e al collo; indossava un impermeabile semitrasparente.
Hoshi sembrava irritato. Avanzava a passi pesanti guardando chissà dove nella vegetazione, e si fermò proprio al centro del campo visivo di Momo; si guardò intorno per un momento prima di sedersi a terra quasi in posizione fetale, poggiando la schiena su di un sasso incagliato nel terreno che usciva diagonalmente puntando con uno spigolo verso l'alto. Momo lo vide farsi ancora più piccolo e capì che avesse emesso un profondo sospiro, forse di esasperazione.
La ragazza si fece più piccola che poté e rimase ad osservare il ragazzo, riflettendo se fosse il caso o meno di dire qualcosa per rivelare la propria presenza; Hoshi sembrava turbato, forse non era il momento migliore per uscire allo scoperto considerato anche ciò che aveva detto di lei poco prima nella tenuta. Tuttavia Momo non voleva che il loro rapporto rimanesse così, con quel vuoto a dividerli per sempre.
Prima che la ragazza potesse decidere se uscire allo scoperto o no, l'umidità che aveva preso decise di darle una spinta e all'improvviso fu colta da uno starnuto che non riuscì a trattenere, facendo saltare la sua copertura.
Hoshi sobbalzò e sciolse di colpo le braccia attorno alle ginocchia. Poggiando le mani a terra per ritrovare l'equilibrio, si voltò verso la direzione dello starnuto e strabuzzò gli occhi per vedere meglio nel buio.
<< Momo? >> Sussurrò dopo un attimo di incertezza, guardando dritto verso di lei, ma vedendola appena.
Lei non rispose. Si vergognava ad aprire bocca con quel ragazzo, dopo essere scappata di fronte alle sue parole, nel tentativo di ignorare qualunque cosa avesse da dirle. Sperò che il silenzio potesse salvarla in extremis, complice del buio che nascondeva il suo volto all'interno di quel tronco marcio, ma Hoshi la chiamò di nuovo e lei non poté più far finta di niente.
<< Che ci fai lì? Sono tutti preoccupatissimi! >> Disse il ragazzo quando ebbe sentito la sua voce. Momo abbassò lo sguardo dubbiosa.
<< Non ci credo. >> Mormorò. << Nessuno può essere preoccupato per me: non ho fatto niente per guadagnarmi questa apprensione. >>
<< Mi prendi in giro? >> Sbottò Hoshi trattenendo una risata sarcastica. << Si sono messi tutti a cercarti nonostante questo tempo. Kya è preoccupatissima! >>
A Momo tornò in mentre lo sguardo della sua amica nel momento in cui questa l'aveva intercettata, pochi istanti prima che lei si lanciasse fuori di casa e sparisse nel bosco. Aveva visto l'ansia nei suoi occhi, ma non pensava che lei e gli altri della squadra l'avrebbero inseguita in quelle condizioni. << Mi dispiace… >> Mormorò, non sapendo che altro dire. Improvvisamente la voce le si strozzò in gola e le cominciarono a salire le lacrime agli occhi, di nuovo.
<< Sembra che io riesca a combinare solo casini. >>
Ecco, adesso si sarebbe messa a piangere e avrebbe completato quella terribile figuraccia proprio di fronte al partner che l'aveva respinta. Hoshi doveva veramente pensare che fosse una bambina.
<< Ma che dici? >> La voce di Hoshi le fece ricacciare indietro le lacrime. Momo alzò nuovamente lo sguardo e cercò il volto del ragazzino; era difficile da avvistare con l'oscurità dilagante e gli occhiali ricoperti d'acqua a coprirgli il viso come una maschera.
<< Tutti quanti si affidano a te perché sai aiutare le persone, sai farle stare bene. Non importa che tu non abbia la risposta a un problema, ti prendi cura di tutti e riesci a portare il sorriso a chiunque entri in contatto con te! Non hai idea di quanto tu sia importante per gli altri, Momo! >>
La ragazza inspirò con fatica e dalle sue narici si levò un suono strozzato. << Però non è lo stesso con te… Quelle cose che hai detto tu non le provi… >>
Hoshi si morse un labbro. Si guardò intorno per alcuni secondi e poi rispose:<< Sì, ho detto delle cose brutte… Le penso ancora, ad essere sincero. Ma non avrei dovuto essere così cattivo; non avrei dovuto umiliarti di fronte agli altri. >>
Il ragazzo fece una pausa e respirò a fondo, cercando le parole giuste con cui continuare quel discorso. << Penso ancora che noi due non siamo fatti per stare assieme… Che sei invadente, che parli troppo spesso al posto mio e che prendi decisioni di testa tua… >>
Un gemito in arrivo dal tronco gli segnalò che Momo non stesse gradendo per niente quelle parole e il ragazzo capì che fosse ora di chiudere il becco.
<< Però… >> Riprese frettoloso alzando una mano, cercando di fermare Momo prima che iniziasse a piangere. << Questo non significa che pensi che tu non sia una brava persona. >>
Momo tirò in su col naso un'altra volta asciugandosi le lacrime che le erano quasi uscite dagli occhi e si concesse un leggero sorriso. << Ho provato a forzarti a seguire un programma che non volevi… E non mi sono fermata a pensare cosa volessi veramente tu. >> Disse con tono rassegnato e in quel momento si rese conto che non stava parlando solo dello studio: le loro difficoltà nello stabilire una connessione stabile erano date dalle sue attenzioni soffocanti al proprio partner, che aveva finito per odiarla ancora di più. A quel pensiero le lacrime iniziarono a farsi sentire di nuovo, ma lei chiuse gli occhi e soffocò i propri singhiozzi con una mano finché non ebbe ripreso il controllo di sé. Quando ci fu riuscita, si strofinò gli occhi con il dorso di una mano, insistendo con forza quasi come se volesse prendersi a pugni per aver solo pensato di mettersi a piangere.
<< Credi che siamo ancora in tempo per fare le cose assieme? >> Chiese sforzandosi di mandare un sorriso a Hoshi, per quanto non potesse vederla.
Il ragazzo esitò per un momento fissando il terreno, come se la risposta a quella domanda fosse scritta nella ghiaia, poi piegò gli angoli della bocca in un sorriso fiducioso e mormorò:<< Forse. >>
 
*
 
Ad attendere appena fuori della tenuta di Mistilteinn, coperti da pesanti giacche sopra alle vestaglie da notte, c'erano Nana e Hachi in compagnia di Aiko e Kaoru che non sapendo cosa fare erano andati ad avvisare gli adulti della scomparsa di Momo. Il problema era che neanche loro sapevano cosa fare adesso, a parte attendere l'eventuale ritorno dei ragazzi.
Se una situazione del genere si fosse presentata ai tempi della Squadra 13 probabilmente sarebbe stato possibile rintracciare i fuggitivi grazie alla numerose telecamere installate in tutto il parco e nella casa, ma loro avevano abolito quel tipo di sorveglianza in favore di una crescita più serena dei loro ragazzi; potevano solamente attendere, fornendo alle coppie che si erano avventurate nel bosco un appoggio sicuro in caso dovessero decidere di tornare sui propri passi, in attesa che venissero dispiegate le ricerche con un personale adeguato.
Aiko aveva appena finito di spiegare come si erano svolti i fatti e il motivo per cui, secondo lei, Momo ed Hoshi avessero litigato, quando dal sentiero sbucarono Aki e Rin, fradici e sporchi di fango. I fratelli avevano i vestiti completamente inzaccherati dopo essere caduti all'interno di uno stagno; l'oscurità e la pioggia avevano impedito loro di vedere la strada e si erano impantanati.
Allarmati, i due adulti gli dissero di andare a darsi una ripulita e cambiarsi di abiti prima che si prendessero qualche malattia, quindi gli chiesero se avessero visto Momo o gli altri.
<< Non siamo andati molto lontano. >> Spiegò il ragazzo con sguardo stanco. << Urlavamo per attirare l'attenzione di chiunque fosse nei paraggi, ma non abbiamo mai ricevuto risposta. E' stato così che siamo finiti in acqua, perché non guardavamo per terra… >>
La ragazza si asciugò il volto con una manica e inspirò col naso. << Fa freddo lì fuori, specialmente se ci si bagna come è successo a noi… Spero che Momo abbia trovato un posto all'asciutto… >>
<< Adesso pensate a darvi una sciacquata, tra non molto arriverà la squadra di ricerche e potremo coordinarci meglio. >> Gli disse Nana accarezzandole la testa, quasi a volerla far sentire meglio dopo la sua caduta imbarazzante.
<< E' una fortuna che non vi siate fatti male cadendo. >> Aggiunse Hachi. << Adesso rimanete in attesa. >>
<< Che fine ha fatto la torcia che vi avevo dato? >> Domandò Kaoru, ricordando di aver consegnato una delle torce recuperate dalla casa proprio al suo compagno di stanza. Aki sembrò in imbarazzo quando dovette rispondere a quella domanda ed esitò un momento.
<< Quando è caduta in acqua ha smesso di funzionare… E a quel punto l'abbiamo persa. >>
Kaoru era sbigottito; non gli dava fastidio che Aki avesse perso la torcia che lui aveva trovato, era solo confuso da quanto potesse essere maldestro il suo amico per ritrovarsi in una situazione come quella.
Hachi tagliò corto mandando Aki e Rin a lavarsi dicendo che una torcia non era importante in quel momento, quindi i due adulti rimasero nuovamente con Aiko e Kaoru.
I due ragazzini erano bagnati fradici, nonostante gli impermeabili; purtroppo la corsa fino all'edificio dei coordinatori era stata abbastanza per fargli prendere molta acqua. I capelli di Aiko, che la ragazza era riuscita ad asciugare poco prima di uscire, adesso erano nuovamente zuppi e sbucavano dai lati del suo cappuccio in un vortice di riccioli bagnati, resi a una massa irriconoscibile dall'acqua. Entrambi avevano le caviglie sporche di fango, ma se Kaoru non aveva avuto modo di evitare di sporcare i pantaloni del pigiama, Aiko era almeno riuscita a salvare la gonna della vestaglia.
Faceva freddo, ma l'apprensione per i loro amici era maggiore di qualsiasi sensazione che la notte potesse donargli in quella situazione.
La ragazza si strinse tra le braccia e rabbrividì prima di inspirare a fondo. Kaoru la notò e cercò di dire qualcosa, ma si ritrovò con le parole bloccate in gola. Prima che riuscisse a trovare il coraggio per fare qualcosa però, lei si piegò lentamente verso di lui fino a poggiare la spalla alla sua.
Aiko si ritirò istintivamente, come se si fosse accorta solo in quel momento del suo movimento, e chiese scusa al suo compagno ma Kaoru la tranquillizzò.
<< Hai freddo? >> Domandò vedendo la ragazza rilassarsi di nuovo.
Lei annuì. << Un po'. >>
Kaoru guardò le sue mani, screpolate per il freddo e l'acqua, poi alzò lo sguardo verso il viso di Aiko le cui guance erano diventate più rosse del solito, e questa volta di certo non per l'emozione.
Senza dire niente alzò un poco il braccio come per farsi da parte e lasciò che la ragazza si stringesse a lui per avere un po' di calore; le girò il braccio dietro alla schiena e posò la mano sulla spalla della ragazza tirandola delicatamente a sé. Non ci fu nemmeno l'imbarazzo che di solito si alzava quando i due si sentivano così vicini, fu un gesto spontaneo per allentare un po' la tensione in quel momento così delicato.
Passarono alcuni minuti pieni di apprensione. Gli adulti non parlavano, Aiko e Kaoru restavano in attesa abbracciati e guardavano speranzosi verso gli alberi che circondavano la tenuta. Non c'era traccia di Momo o degli altri finché non si cominciarono a muovere delle ombre in fondo alla vegetazione e dopo qualche istante vennero fuori due coppie di loro compagni.
Suzuko fu la prima a venire allo scoperto: teneva la mano di Tetsuya e lo guidava fuori dal sentiero reggendo nell'altra la torcia elettrica. Poco distante da loro Yoshiki e Naho procedevano di pari passo, uno affianco all'altra.
<< Ragazzi! >> Suzuko lasciò andare la mano di Tetsuya e raggiunse Aiko e Kaoru di corsa. I due si divisero mentre arrivava la compagna di stanza della ragazza.
<< Suzuko, avete trovato niente? >> Domandò Aiko unendo le mani, speranzosa. La sua amica però scosse la testa.
<< Ci siamo imbattuti in Ojizaki e Fukuda poco fa e abbiamo deciso di tornare indietro per fare il punto della situazione. >>
Dopo aver sentito quella cosa Kaoru si sporse guardando il gruppetto di Parasite che si avvicinava e si rese conto dell'assenza di uno dei loro compagni.
<< Dove è finito Kondō? >> Chiese inarcando un sopracciglio, principalmente rivolto a Yoshiki visto che era con lui che il ragazzo era andato.
La coppia rimasta poco in disparte sembrò esitare. Entrambi, Yoshiki e Naho, guardarono in direzioni diverse come a voler ignorare la presenza l'uno dell'altra, oltre che dell'intera squadra lì fuori; sembrò avere luogo una rapida discussione silenziosa e alla fine Fukuda diede una gomitata al proprio partner prima di voltarsi definitivamente dall'altro lato con le braccia incrociate.
Al colpo di Naho, Yoshiki fece una smorfia e si decise a parlare. Aveva il tono di chi non era particolarmente turbato.
<< Sarà da qualche parte a stemperare! Non aveva intenzione di aiutarci, quindi ho pensato che fosse meglio lasciare che si perdesse a sua volta. Magari inciamperà e si prenderà una storta, così imparerà cosa si prova a… >>
<< Yoshiki! >> Lo fulminò la ragazza voltandosi di nuovo verso di lui. << Non è bello dire queste cose. >>
Lui si scusò, ma non sembrò veramente dispiaciuto.
<< In ogni caso, avreste dovuto restare insieme. >> Intervenne Hachi severo. << Adesso abbiamo un'altra persona da cercare. >>
<< E' stato lui ad andarsene, quel defi… >>
<< Yoshiki, basta così! >> Sbottò la Fukuda lanciando un'occhiataccia al ragazzo, che per tutta risposta sospirò con stanchezza. << Sei troppo nervoso, è meglio se ti vai a dare una calmata! >>
Il consiglio di Naho suonò più come un ordine, se non addirittura come una minaccia. Negli occhi del suo partner si poté vedere chiaramente il fastidio che quel tono aveva causato e sembrò voler rispondere in qualche modo, ma alla fine Yoshiki rimase zitto e cominciò a camminare verso l'ingresso di Mistilteinn. Gli altri non avevano mai visto Naho alzare la voce così, specialmente con Ojizaki, con cui di solito sembravano avere una sintonia perfetta; qualunque cosa fosse successa nella foresta, doveva aver fatto infuriare la ragazza.
Le persone rimaste si voltarono verso Naho sperando che gli desse qualche spiegazione, ma lei sembrò a disagio e preferì tenere per sé i propri pensieri, tornando a concentrarsi sugli alberi che circondavano la tenuta.
<< Mancano ancora Nakamura e Sato. >> Disse pensieroso Hachi. Sperava che non si fossero persi anche loro, altrimenti le ricerche si sarebbero complicate ancora di più.
Fortunatamente per lui, Kya e Ryo uscirono dal bosco pochi minuti più tardi. Mano nella mano, i due ragazzi si guardarono intorno come persi, poi esitarono ad avvicinarsi agli altri.
<< Lo sapevo. >> Mormorò Kya ansiosa. << Momo non è rientrata. Dobbiamo tornare indietro e… >>
<< Aspetta, Kya! >> Ryo la tenne stretta dal polso e la costrinse a restare nelle vicinanze della tenuta. << Non abbiamo idea di dove possa essere ora, è passato troppo tempo. Momo potrebbe essersi spostata, e noi rischieremmo perderci a cercarla… >>
<< E allora dovrei lasciarla là fuori da sola? >> Gridò l'altra riversando tutta la sua tensione sull'amico, che non reagì capendo quanto fosse stremata.
<< Non servirà a niente se ti perdi anche tu. >> Rispose Ryo mantenendo la calma mentre Kya mollava di colpo la sua mano e si allontanava a passi rapidi.
<< Kya, per favore non fare niente di avventato! >> La raggiunse la voce di Nana, che si fece avanti per cercare di fermare l'impeto della ragazza, ma la ragazza si voltò e le mandò uno sguardo furioso.
Alzando un braccio in direzione degli alberi, Kya rimase immobile e parlò ad alta voce. << Momo è là fuori, da sola. Voi non avete visto il suo sguardo mentre correva verso il bosco, non avete sentito quanto fosse veramente ferita! Non ho intenzione di lasciare una mia amica a soffrire da sola, continuerò a cercare anche tutta la notte se sarà necessario. >>
<< Non ce ne sarà bisogno. >> Una voce dall'ombra fece voltare la ragazza e tutti gli altri che attendevano di fronte all'entrata della tenuta di Mistilteinn. Dal piccolo sentiero in terra battuta che si apriva in mezzo agli alberi vennero fuori le sagome di Momo Sakei e Hoshi Kondō, entrambi dall'aria stanca e con i vestiti bagnati. Momo indossava un impermeabile un po' troppo piccolo per la sua taglia, probabilmente lasciatole dal partner che procedeva facendo del suo meglio per ignorare la pioggia.
<< Momo! >> Urlò Kya, che si lanciò su di lei seguita dalle altre ragazze circondandola in un attimo.
<< L'ho trovata nascosta in un tronco cavo. Sarebbe ancora là se non mi fossi separato da Ojizaki e Fukuda… >> Disse Hoshi rispondendo solo a una delle tante domande che le compagne rivolsero alla sua partner. Poi si mise le mani ai fianchi con soddisfazione e si girò a cercare proprio Yoshiki in mezzo agli altri, forse per mandargli uno sguardo di sfida.
Hoshi forse si aspettava qualche ringraziamento oppure degli elogi, ma invece quando si voltò di nuovo verso il gruppetto di ragazze accanto a lui si vide arrivare un pugno dritto in mezzo agli occhi.
Il piccoletto finì per terra bagnandosi ulteriormente i vestiti sul terreno fradicio e chiuse gli occhi per il bruciore. Gli venne da imprecare ma si ritrovò a bloccare le parole tra i denti mentre un lungo lamento acuto gli svuotava i polmoni, quindi si rotolò un po' per terra e finalmente riuscì a riaprire gli occhi, giusto in tempo per vedere Kya in piedi di fronte a sé che cercava di aggredirlo, trattenuta dalle altre ragazze.
Arrivarono in fretta anche i ragazzi a reggere con più fermezza la loro compagna mentre questa continuava a sputare veleno sul giovane per terra, completamente fuori di sé per il modo in cui aveva trattato la sua amica.
<< Kya, ora basta! >> Le disse Ryo mentre lui e Tetsuya la tenevano saldamente dalle braccia. Avevano avuto qualche difficoltà ad afferrarla vista la furia che l'aveva posseduta, ma ora la loro forza combinata era abbastanza per tenerla a bada.
<< Questo verme ha trattato male Momo, Ryo! >> Rispose lei dimenandosi. << Le ha mentito in faccia per mesi e adesso le ha anche spezzato il cuore! >>
<< Non è una giustificazione per riempirlo di botte! >>
<< Kya, ti prego, fermati! >>
A interrompere la furia della ragazza fu proprio la voce di Momo, la stessa persona che avrebbe potuto voler vedere il suo compagno punito per ciò che aveva fatto. Era rimasta in disparte per tutto il tempo mentre Nana si assicurava che non fosse ferita e ora guardava nella loro direzione con aria apprensiva.
<< Ti prego. >> Ripeté tenendo le mani giunte al petto. << E' anche colpa mia se è successo tutto questo. >>
Kya non smise di tentare di liberarsi dalla stretta dei suoi due compagni, ma adesso la sua attenzione era interamente rivolta verso di lei. Sconvolta, domandò:<< Che stai dicendo? E' esattamente ciò di cui avevamo parlato, questo pezzo di merda non ha mai provato nemmeno una volta ad essere sincero con te! >>
<< Però è stato anche a causa del mio comportamento! >> Ribatté Momo, stressata da quella situazione. Non le piaceva creare problemi, eppure ecco che era proprio al centro del più grosso problema che la squadra avesse mai affrontato finora.
Ci fu un attimo di silenzio. Hoshi si rialzò da terra nel frattempo e si portò un po' più a distanza di sicurezza da Kya; forse avrebbe voluto dire qualcosa, ma aveva paura di peggiorare la situazione.
Sul viso di Momo cominciarono a scorrere ancora una volta le lacrime, questa volta mascherate dalla pioggia che colpiva il suo viso in continuazione.
<< Per favore… Possiamo solo… >> La ragazza alzò lo sguardo, esausta. << Lasciar perdere tutto quanto? >>
Vedere Momo in quelle condizioni tolse a Kya ogni forza per tentare di lottare ancora. La ragazza si liberò dalla stretta dei due compagni, che la lasciarono andare, e corse ad abbracciare la sua amica, che poté così sfogare il proprio pianto sulla sua spalla.
Fu un pianto liberatorio, un pianto che le permise di riposare i sensi e fare pace con sé stessa e con quegli amici che aveva costretto ad andare sotto la pioggia per cercarla. Momo si strinse forte a Kya e un attimo dopo anche le altre ragazze la abbracciarono per trasmetterle tutto il loro affetto. Alcune di loro ancora non capivano cosa passasse nella mente della giovane, quanto stress si fosse accumulato affinché la sfuriata di Hoshi bastasse a farle avere una simile reazione, ma tutte quante concordarono che ci sarebbe stato un momento più adatto per fare quel genere di domande e che Momo avrebbe deciso di parlarne quando se la sarebbe sentita.
Ci volle qualche altro minuto perché gli adulti lasciassero i ragazzi. Prima Nana e Hachi vollero assicurarsi che fosse tutto a posto, non volevano rischiare che qualcuno di loro si fosse infortunato e non ricevesse adeguate cure; poi avvisarono la squadra di ricerca che si era preparata a setacciare il bosco e annullarono l'operazione. Dopo che gli adulti ebbero augurato la buonanotte ai loro studenti, le ragazze andarono nel bagno grande per lavarsi e cambiarsi i vestiti con qualcosa di asciutto, mentre i ragazzi andarono nei bagni al piano di sopra a fare lo stesso.
Kya adesso era rilassata, sembrava aver dimenticato completamente l'arrabbiatura mentre lavava i capelli a Momo, massaggiandole con delicatezza la testa. Questa invece era ancora silenziosa, triste nonostante avesse finalmente lasciato andare la delusione provata quella sera e tutti i cattivi pensieri che ne erano scaturiti.
<< Credo… >> Mormorò a un certo punto, senza voltarsi a guardare la sua amica. << Che accetterò la proposta di quello psicologo… >>
Senza capire in un primo momento a cosa si riferisse, le altre ragazze la fissarono confuse. Poi Kya ricordò quello che le aveva raccontato Momo dopo la chiacchierata avuta con Hachi, Nana e Hoshi e annuì comprensiva, sollevata dal fatto che la sua amica avesse deciso di chiedere aiuto.
<< Grazie a tutti voi… >> Continuò poi allungando una mano per cercare quella di Kya. Lei gliela strinse e la forza che impiegò Momo la prese alla sprovvista. << Per avermi mostrato il vostro affetto. >>
   
 
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