Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Hana S    02/10/2021    1 recensioni
Jigen nasconde da otto anni un segreto a Lupin e Goemon, ogni volta che un colpo viene messo a segno sparisce e torna sempre nella stessa città, dove nasconde e protegge il suo tesoro più prezioso. Ma per quanti sforzi fatti, il passato e le sue minacce possono sempre tornare.
Estratto dal primo capitolo:
Quei meravigliosi occhi smeraldo lo guardavano pieni di lacrime, si era portata le mani davanti alla bocca e tremava per l’emozione, lui si alzò e si avvicinò a lei che allungò una mano sfiorandogli il viso, Jigen afferrò delicatamente quella mano aggraziata e la tenne stretta contro la sua guancia. «Sei tornato …»
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riepilogo: Jigen è riuscito a salvare Kyoko ed ora si trovano nella villa dove la donna ha passato infanzia e giovinezza. Con loro i figli, Lupin e il resto della banda e gli uomini al servizio di un rivale in affari del padre di Kyoko. Zaza, l’ispettore Tsubasa e la polizia sono chiusi fuori dalle mura della villa attendendo il momento propizio per entrare.
 
Cap. 10 – Verità
 
Gli uomini di Sakashi lasciarono velocemente l’edificio uscendo dai sotterranei, il dottore si rivolse un’ultima volta al gruppo di suoi assistiti «Fra poco la polizia irromperà qui dentro, vi consiglio di allontanarvi al più presto» salutò e sparì dietro ai suoi compagni. Lupin e la banda stavano seguendo il suo consiglio, quando Kyoko fece una richiesta.


Era davanti a Morimura, immobilizzato ed incapace di farle del male.
«Papà … adesso sparirò dalla tua vita per sempre, goditi la tua fortuna e anche tu Rina …» si voltò a guardare la donna che distolse lo sguardo «Spero che tutti i soldi di mio padre possano darti la felicità che io non ho mai trovato in questa casa» fisso il padre con occhi vitrei e inespressivi «Questa notte ti ha dimostrato che non sono tua e i miei figli non ti appartengono, siamo liberi e sempre lo saremo. Non cercarmi mai più. Addio» si voltò decisa ad andarsene, ma sapeva che suo padre aveva sempre un’ultima parola.
«Tu non sei mai stata mia ed è questo che da sempre mi ha fatto provare rabbia! Sapere che in te c’era il sangue di quell’uomo mi faceva adirare ogni giorno» Kyoko si fermò, voltandosi vide il padre rosso in volto, era sconfitto e lo sapeva, quindi non gli rimaneva che sputare il rospo. «Cosa stai dicendo?» Kyoko lo guardava dritto in faccia.
«Quando obbligai tua madre a sposarmi, lei pensò bene di passare una notte con l’amore della sua vita pochi giorni prima del nostro matrimonio … era già incinta quando ci sposammo!» Morimura decise di confessare il suo più grande segreto, mentre tutti, anche i suoi uomini e la moglie lo guardavano sconcertati. «Ma … l’hai sempre saputo?» Kyoko era furibonda.
«No … quando avevi sei anni e passasti l’estate con tua madre e la sua famiglia, tornata a casa non facevi altro che parlare di quell’uomo che si era presentato senza annunciarsi e tu dicevi che gli volevi un gran bene … ero furioso e ti picchiai così forte da spedirti in ospedale» Kyoko ricordava bene quell’avvenimento, come i tanti dove suo padre era violento con lei. «Dovevi essere sottoposta ad un’operazione al braccio … ti avevo spaccato le ossa, ma avrei fatto meglio ad ammazzarti! Ti fecero delle analisi, tenevo monitorato tutto e da alcuni referti scoprii che il tuo gruppo sanguinino non poteva corrispondere al mio … così i miei sospetti crebbero e feci fare ricerche, costrinsi tua madre a confessare e quando seppe che non eri mia figlia era decisa a lasciare questa casa e divorziare da me, ma non potevo permetterlo … tuo zio e quell’americano bastardo mi avrebbero messo alle strette, erano abili negli affari e lo avevano dimostrato più volte … ma quando si gioca puliti non si dura a lungo» Morimura abbassò lo sguardo e sghignazzò «Non so come, ma tua madre riuscì a farglielo sapere e questo mi facilitò le cose … come costrinsi tua madre a sposarmi minacciandola di far del male alla sua famiglia e loro non mi intralciarono mai più nei miei affari, ora con te in mano mia potevo alzare la posta e gli ho quasi ridotti sul lastrico, non so come abbiano fatto a rimanere a galla. Ho obbligato tua madre al silenzio anche quando era in punto di morte. Sai io …».

 
“La verità verrà fuori prima o poi, amore mio”
 
Kyoko ricordò le parole della lettera lasciatale dalla madre, non ne aveva capito bene il significato fino a quel preciso momento, e ora ne aveva abbastanza «Sta zitto! Conosco bene il tuo modo di agire, ci sono cresciuta in questa casa!» la donna si guardò intorno, sentiva il cuore leggero, lei non apparteneva a tutto quello che vedeva. Poi guardò ancora l’uomo che per anni aveva definito suo padre «Addio per sempre Morimura …» si voltò e guardò tutte le persone che quella sera avevano contribuito al suo salvataggio e quello dei bambini.
Si udì un forte rumore, nel silenzio della notte: la grande porta d’ingresso era stata aperta. Misteriosamente come erano arrivati, gli aggressori si erano anche ritirati e poliziotti giunti da città vicine riuscirono ad raggiungere Zenigata e Tsubasa per consegnare un importante messaggio.
«Jigen!» Kaori prese in braccio Akemi, il pistolero prese Ryu e tenendo per mano Kyoko corse verso un’uscita secondaria.
«Credo che non ci rivedremo più Morimura!» Lupin guardava l’uomo con il suo solito sorrisetto sulle labbra «Non posso dire che sia stato un piacere, sei un vero bastardo! A proposito …» si abbassò per guardarlo dritto in volto «… il diamante è un falso» vide Morimura avvampare, ma Lupin se la diede a gambe sapendo che la polizia sarebbe arrivata da un momento all’altro. Infatti Tsubasa e Zenigata guidarono i loro uomini all’interno della villa, e nel cortile interno trovarono Morimura, la moglie e due dei suoi uomini legati, un cartello appeso al collo del padrone di casa diceva: ‘Un regalo per te, paparino!’ Zaza sapeva che era opera di Lupin e quindi poteva trovarsi ancore nella villa, capeggiò un manipolo di uomini ad ispezionare la villa e Tsubasa rimase da solo con quello squallido quartetto davanti «Vedo che le avete prese di santa ragione, sarà una bella storia da raccontare in tribunale» disse inginocchiandosi davanti a loro.
«Forse ragazzino, tu non sai con chi hai a che fare! Siete entrati in casa mia senza un …»
«Ecco il mandato!» disse trionfante il giovane detective «Sai, alla sede dell’Interpol a Tokyo sono arrivati dei file interessanti andavano da strani traffici di denaro, omicidi, percosse a danno di rivali in affari e quello che più di tutte mi ha fatto infuriare …» Tsubasa si alzò in piedi e diede un sonoro pugno all’uomo, da un ragazzo così mingherlino nessuno se lo sarebbe mai aspettato «… un filmato delle telecamere del tuo studio dove ti accanisci contro una povera donna indifesa e un altro dove terrorizzi i suoi bambini proprio in questo giardino e colpisci uno di loro senza pietà» il detective sorrise «Abbiamo abbastanza materiale per sbatterti in cella finché campi, chiama pure i tuoi avvocati, i tuoi conti sono congelati vediamo se saranno spinti a difenderti dalla pura pietà»
Intanto nella villa l’ispettore Zenigata correva in ogni direzione controllando ogni singola stanza o anfratto che fosse, gridando «Dove sei Lupin! Vieni fuori così posso arrestarti!»


Il gruppo fuggito dalla villa era intanto arrivato al nascondiglio della statua dorata; Lupin, Goemon e Fujiko sarebbero andati via con la refurtiva, per nasconderla in un luogo sicuro e Jigen avrebbe riportato la sua famiglia a casa. Dietro i cespugli la Fiat 500 gialla li aspettava «Forza bambini, salite» ma Jigen non fece in tempo a finire la frase che un’altra macchina arrivò di gran carriera fermandosi davanti a loro dopo un testacoda, era un maggiolone Wolfswaken blu notte, Kaori scese e a grandi passi si avvicinò a loro «Kyoko e i bambini vengono con me, Jigen! La vostra auto e troppo riconoscibile, se la polizia vi inseguisse e a lei o ai bambini succedesse qualcosa …» si avvicinò al fratello fino ad essere ad un palmo dalla sua faccia, fissandolo con quei suoi grandi occhi neri «… stavolta non potrei perdonarti» prese Akemi addormentata dalle sue braccia e disse a Ryugi e Kyoko di seguirla.
«Un momento Kaori …» Jigen era molto alterato, ma Kyoko si mise davanti a lui «Ora no, ti prego, facciamo come dice Kaori» diede un bacio al marito «Ci vediamo a casa» Jigen non obbiettò più nulla e salì in macchina da solo, guardando l’altra auto andare via con la sua famiglia.


Passarono alcune settimane, Kyoko seguiva spesso i telegiornali e comprò tutti i giorni lo Yomiuri Shinbun(1) e altri quotidiani; tutti coloro che conoscevano Morimura furono sorpresi dal crollo repentino del suo impero, si sapeva che era un uomo meschino e crudele, ma le prove delle sue malefatte non erano mai state trovate fino ad ora. Era mattino presto, Kyoko sedeva in cucina, appoggiata con i gomiti al tavolo si reggeva la testa guardando quei fogli pieni di scritte appena comprati senza però prestarci attenzione; Jigen la abbracciò appoggiando il mento sul capo della moglie «Ehi …» lei prese con una mano quelle di lui «Ehi …»
«Ti sei alzata presto solo per comprare quei giornali?» le diede un bacio sui capelli.
«Non sono riuscita a dormire molto, oggi c’è il processo … stando a quello che dicono i giornali la polizia ha cercato più volte di contattarmi, hanno fatto anche appelli in televisione …»
«Cosa vuoi fare?» Jigen la strinse di più sentendola tremare.
«Sarebbe troppo per me, metterei a rischio anche te, Lupin e tutti gli altri … poi i giornalisti vorrebbero intervistarmi e io voglio solo stare in pace» si alzò mettendosi difronte a Jigen e lo abbracciò appoggiando la testa al suo petto e lui rispose stringendola ancora di più a sé, quando i loro volti si incrociarono di nuovo, si avvicinarono sfiorando le labbra l’uno dell’altra per poi lasciarsi andare ad un appassionato bacio. Jigen la spinse sul tavolo e lei avvampò «J-jigen ci sono i bambini, se si svegliano? Se ci sentono!?» chiese Kyoko preoccupata guardando nella direzione della cameretta, mentre il marito le sollevava la maglietta «Allora saremo silenziosi e veloci …» le disse ridendo e sbottonandole i pantaloni.
La porta del balcone si aprì e Lupin fece capolino, ma non si accorse subito di loro, stava parlando con Goemon dietro di lui «Te lo dico io Goemon, lo yaki soba di quella bancarella è fantastico, dovresti provar… perché quel volto così rosso?» Lupin si voltò. Kyoko che si era alzata di scatto non appena li aveva visti, era girata di spalle e si sistemava i vestiti; Jigen era appoggiato al tavolo con tutte e due le mani e guardava in basso, c’erano fogli di giornale sparsi ovunque e il volto rosso di Kyoko non lasciò dubbi al ladro gentiluomo.
«Chiedo perdono, avrei aspettato ad entrare se lo avessi saputo, però Jigen …» disse Lupin attirando l’attenzione dell’amico e spostandosi verso la porta d’ingresso aprendola «… queste cose con i bambini in casa? Che razza di modi, sporcaccione!» e se la diede a gambe, seguito a grandi passi da Jigen che inveiva contro di lui. Kyoko sistemò velocemente la cucina e preparò la colazione per i bambini, voltandosi vide Goemon seduto sul divano ancora rosso in volto e con gli occhi chiusi, Kyoko gli preparò del the e porgendoglielo chiese di perdonare lei e Jigen.
«Non preoccuparti Kyoko, dopotutto siamo io e Lupin gli intrusi» sorseggiò poi quel buon tè che tanto amava gustare in quella casa.
 
Note di Hana:
Ciao! Dopo tanta assenza rieccomi con un altro capitolo, le cose si sono risolte per il meglio e la verità sul passato di Kyoko è venuta a galla, nonostante i tentativi per nascondere ogni cosa.
(1)Quotidiano giapponese

Alla prossima.
  
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