Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: Scarlet Jaeger    02/10/2021    3 recensioni
Dal capitolo: «Mancherai anche a me, maledizione!», sbottò di nuovo Hinata, cercando di tirare su col naso ed impedendosi di scoppiare a piangere definitivamente. Era sempre stato una schiappa a sopprimere i sentimenti…e Tobio troppo bravo a non farli notare.
La storia si basa sul Time Skip del manga
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: Questa storia prende come riferimento il manga, quindi è considerato spoiler per chiunque non lo avesse letto!



 
Capitolo unico

 
 
 
Finché ci sarò io, tu sarai invincibile
E così era stato, per tutto il tempo delle superiori, ma purtroppo era arrivato anche per Tobio e Shoyo il momento di salutarsi. Già sapevano da un pezzo che non avrebbero potuto continuare a giocare insieme, o a stare insieme, perché ognuno di loro doveva andare per la loro strada e nessuno dei due avrebbe voluto avere dei rimpianti per non essere riuscito a fare quello che si era prefissato di fare, e non potevano neanche avere la presunzione di chiedere all’altro di seguirlo. Sarebbe stato sbagliato.
Quei tre anni erano stati decisamente intensi, sia per quanto riguardava la pallavolo, che per lo strano rapporto che avevano instaurato. Erano partiti dal non sopportarsi il primo giorno di scuola, passando per la tolleranza reciproca ed arrivando alla fiducia ed all’avvicinamento improvviso, fino a che non si erano ritrovati a baciarsi nella stanza del club senza un motivo apparente, dopo un estenuante allenamento, e per loro quella era diventata la normalità. Non avevano mai parlato di ciò o del loro futuro però. Avevano continuato a farsi trasportare dalle emozioni, ma il tempo era passato senza che loro avessero potuto fermarlo.
E Shoyo avrebbe davvero voluto fermare il tempo, e continuare a schiacciare sulle alzate perfette del suo alzatore. Come avrebbe voluto farsi coccolare dalle sue braccia dopo la fine di ogni partita quando, oramai rimasti soli e con la faccia falsamente scocciata, Tobio lo abbracciava con fare impacciato e lo baciava con trasporto.
Per quello, il giorno della consegna dei diplomi, si era ritrovato nella palestra della scuola con quel foglio arrotolato tra le mani e l’aria malinconica, ad osservare quel campo dove aveva accumulato i ricordi più belli, consapevole che, una volta uscito da lì, non sarebbe stato più lo stesso.
Inoltre pochi giorni dopo sarebbe partito per il Brasile e ci sarebbe rimasto per ben due anni, per cui non avrebbe più potuto vedere fisicamente i suoi amici, ma solo seguirli da lontano.
Kageyama invece sarebbe andato a giocare in una squadra importante.
Non c’era posto per i sentimentalismi. Ognuno dei due avrebbe dovuto pensare al proprio futuro ed alla sua vita, sperando che il destino un giorno li avrebbe fatti rincontrare.
Tuttavia anche Tobio non era ancora pronto a lasciarsi tutto alle spalle in quel modo, così, con la solita freddezza che lo caratterizzava, perché insomma, non avrebbe potuto distruggere quel rapporto senza nome così su due piedi, approdò anch’egli in palestra, ancora con la divisa scolastica ed anche lui col suo diploma in mano, ma una volta entrato si accorse ben presto di non essere solo.
«Oi», pronunciò col suo solito tono burbero, in direzione di Hinata, che gli stava dando in qualche modo le spalle con aria assorta. Si voltò solo dopo aver sentito la voce della fonte dei suoi pensieri, e solo dopo essersi asciugato alla bene e meglio le lacrime che gli stavano silenziosamente scendendo lungo le guance.
«Oi…», annunciò in risposta, più per dire qualcosa che altro, mentre abbassava leggermente gli occhi, incapace in quel momento di mantenere saldo lo sguardo sul suo pseudo fidanzato, nonostante nessuno dei due avesse mai detto di esserlo.
«Stai piangendo?!», lo rimbeccò però Tobio, dopo essersi accorto dei suoi occhi ancora troppo lucidi e dei righi ancora umidi lungo le sue guance arrossate.
«No», si difese però Hinata, cercando di mantenere salda la voce, ma era chiaro che si stava sforzando non poco di sembrare “normale”, ed a Kageyama ovviamente non passò inosservato.
«Sì», sospirò infatti, «si vede lontano un miglio, idiota!»
«Non sono insensibile come te, che te ne stai lì tutto fiero e silenzioso!», sentenziò, e quella frase bastò per far storcere le labbra in un’espressione fin troppo risentita all’alzatore, che decise così di annullare la distanza tra loro e spingere Hinata con le spalle al muro.
«Guarda che dispiace anche a me, cosa credi!?», si difese il moro, alzando leggermente la voce, cosa assai molto strana per una persona pacata come lui, per quello Hinata si convinse che stava dicendo la verità. Ed inoltre le pupille del ragazzo si erano leggermente dilatate.
«Ok», riuscì però solo a dire il ragazzo dai capelli arancioni, con un piccolo sospiro divertito, seppure i suoi occhi continuavano a rimanere bassi. Non riusciva più a tenere lo sguardo fisso in quelle iridi blu senza riscoppiare a piangere di nuovo, e lui voleva almeno tenere alto l’orgoglio. Insomma, non era più un ragazzino, ma il suo compagno riusciva sempre a mandarlo in confusione come in quel momento.
«Pensi che non ci abbia pensato?», riprese però parola Tobio, con un tono di voce incredibilmente risentito, «pensi che non mi mancherai quando sarai dall’altra parte del mondo? Pensi che questi tre anni non abbiano significato nulla per me?», ringhiò, facendo cadere malamente a terra il suo diploma, come se quello fosse stato l’inizio delle sue sofferenze, afferrando poi per il colletto della camicia il più basso, sbattendolo ancora più selvaggiamente con le spalle al muro.
Hinata però non rispose. Rimase con il volto abbassato, così che la frangia dei suoi capelli arancioni gli coprisse gli occhi chiusi per la frustrazione, nonostante fosse stata la prima volta che vedeva Tobio così agitato. Ne era lusingato, quello era ovvio, ma oramai a che sarebbe servito? Lui sarebbe partito uguale per il Brasile, e di certo l’alzatore non avrebbe rinunciato al suo sogno di giocare in squadre importanti.
Qualunque cosa fosse successa e qualunque cosa si fossero detti, non avrebbe cambiato la situazione.
Si sarebbero divisi comunque, e quello faceva male ad entrambi.
«Mancherai anche a me, maledizione!», sbottò di nuovo Hinata, cercando di tirare su col naso ed impedendosi di scoppiare a piangere definitivamente. Era sempre stato una schiappa a sopprimere i sentimenti…e Tobio troppo bravo a non farli notare.
Erano una coppia strana, come gli avevano sempre detto i loro compagni, gli unici a sapere di quella strana e stramba relazione che avevano creato, e solo perché li avevano beccati a sbaciucchiarsi in palestra…
«Però dobbiamo andare avanti», continuò, «farci la nostra vita, le nostre esperienze…».
«Lo so», sospirò infine Kageyama, mollando leggermente la presa dal colletto della camicia dell’altro, per farlo tranquillizzare un poco e per riprendere fiato anche lui.
«Alla fine non era destino…», ridacchiò leggermente il “mandarino”, seppur fosse stata una risata decisamente troppo nervosa, «peccato», concluse in modo piuttosto deluso, abbassando di nuovo lo sguardo a terra.
Poi calò il silenzio in palestra, mentre entrambi cercavano di guardare dalla parte opposta rispetto all’altro, almeno fino a che non fu Tobio a riprendere parola, riposando il suo sguardo blu sul centrale.
«Siamo noi a decidere il nostro destino», disse infatti, colpendo non poco l’altro, che sgranando gli occhi rialzò lo sguardo sull’altro per la prima volta da quando era entrato in quella palestra.
«O almeno così ho letto su un libro», fece poi spallucce Tobio, facendo apparire una smorfia falsamente indignata sulle labbra di Hinata.
«Mi sembrava strano che fosse stata opera tua», grugnì, ma non poté nascondere il piccolo sorrisetto che sopraggiunse poi sulle sue labbra, mentre Kageyama si limitò a fare spallucce con un sorriso.
«Per cui non ti impedirò di fare le tue esperienze, in qualsiasi ambito, ma se un giorno ci ritroveremo di nuovo faccia a faccia, capiremo se la lontananza abbia cambiato qualcosa oppure no», commentò in modo serio, avendo tutta l’attenzione del suo centrale, che lo stava fissando con le sopracciglia leggermente aggrottate, chiaro segno che non aveva del tutto capito il suo discorso, ma si limitò ad annuire. In ogni caso capì immediatamente che non stava parlando solo a riguardo della pallavolo, per quello strinse la mascella ed attese che disse qualcos’altro, ma Tobio rimase in silenzio e lui si limitò a sospirare.
Avevano fatto molte esperienze insieme, ed entrambi erano stati la prima volta dell’altro per un sacco di cose. Erano stati il loro primo bacio, per esempio, quando se l’erano strappato per colpa della disperazione dovuta alla partita persa contro l’Aoba Johsai al loro primo anno. Eppure quel contatto non era dispiaciuto a nessuno dei due, così che avevano cercato di farlo capitare sempre più spesso, e dal bacio erano andati anche leggermente oltre, ma mai fino a raggiungere il rapporto completo. Quel tabù era sempre rimasto in sospeso tra loro, forse troppo spaventati di quello che ne sarebbe conseguito, o forse avevano paura di creare un legame ancora più saldo, perché sarebbe stato più difficile da superare una volta separati.
E così erano passati tre anni.
«Però continueremo a sentirci, vero? Cioè, non sparirai definitivamente?», chiese poi Hinata, titubante per via di ciò che avrebbe potuto rispondere Tobio, ma il moro assottigliò lo sguardo in un’espressione indignata delle sue.
«Certo che no, idiota, quindi cerca di farti sentire anche tu!», lo ammonì con un dito puntato e l’espressione scandalizzata, che fece scoppiare a ridere il più basso, nella maniera che aveva sempre sciolto il cuore dell’alzatore come in quel momento, mentre osservava quel sorriso luminoso riuscire ad illuminare anche il suo.
«Meno male, e sappi che riderò tantissimo quando ti terranno in panchina!», ridacchiò poi, col cuore più leggero, soprattutto dopo che vide l’espressione colpita dell’altro.
«Io non starò in panchina, parla per te!», borbottò indignato Kageyama, ma quella sentenza non colpì minimamente il centrale, che senza preavviso si lanciò tra le sue braccia, facendo così finire entrambi a terra, a baciarsi ben consapevoli che sarebbe stata l’ultima volta.
Almeno per quella volta.
 
 
 
 
 
Si rincontrarono esattamente due anni dopo, nella palestra di Sendai, laddove si erano dati il primo bacio.
Strano il destino, vero?
O meglio, si incontrarono di fronte alla porta del bagno, l’uno di fronte all’altro, con le mani affondate nelle tasche delle rispettive felpe ed un sorriso soddisfatto stampato sulle labbra.
«Ce l’hai fatta a raggiungermi, idiota!», ridacchiò Tobio, sempre con quel suo tono altezzoso che oramai faceva solo che divertire Shoyo. «Mi ero stancato di aspettare», constatò, ma l’espressione soddisfatta sul volto abbronzato di Hinata, dato dalla permanenza in Brasile durata ben due anni, non cambiò di una virgola.
«Questo dovrei dirlo io», gli rispose ridacchiando, «e sono anche leggermente deluso di non vederti in panchina», continuò a ridacchiare, ed immaginò anche di vedere l’espressione di Tobio diventare adirata per quella constatazione, ma lui continuò a sorridere sotto i baffi come se quella sentenza non l’avesse minimamente toccato.
Era chiaro che quegli anni lo avevano cambiato, e non solo fisicamente, perché sembrava più alto e muscoloso del solito, cosa che fece montare una certa eccitazione nell’ex centrale, ma perché ai Tempi delle superiori l’alzatore gli avrebbe risposto in malo modo, inserendoci un colpo d’idiota nel mezzo, e perché era spesso così che si appellava a lui.
«Ed invece questo lo dovrei dire io. Ti fanno davvero giocare?», ridacchiò, cercando di colpire l’opposto dei Black Jackals, ma il sorriso di Hinata si fece ancora più ampio.
«Certo che sì» disse, battendosi un pugno sul petto con fare soddisfatto, «e questa volta riuscirò a sconfiggerti!», annunciò, mentre osservava le labbra di Tobio piegarsi ancora di più all’insù, in un sorriso ancora più soddisfatto di quelli che ricordava.
«Non vedo l’ora…»
Fu però l’intervento di Miya Atsumu a spezzare l’atmosfera, avvolgendo un braccio sulle spalle di Hinata ed appellandosi a lui come “suo” schiacciatore, e quel gesto irritò non poco l’alzatore degli Schweiden Adlers, che non si era mai sentito così geloso di Hinata come in quel momento. Alle superiori erano sempre stati insieme e non si era mai fermato a pensare al fatto che qualcuno avesse potuto portarglielo via, perché insomma, Shoyo non aveva mai fatto nulla per farlo arrivare a pensarlo, mentre in quei due anni si era così concentrato sulla pallavolo, soprattutto per non sentire la sua mancanza, che non aveva nemmeno pensato all’eventualità che Hinata avesse potuto diventare di qualcun altro, anche se, alla fine, era ciò che gli aveva intimato di fare il giorno del diploma, ed era sicuro che se l’eventualità fosse successa l’avrebbe accettata. In fondo era sicuro che Shoyo avesse avuto le sue esperienze, come le aveva avute lui con qualche ragazza, eppure non era mai riuscito a coinvolgersi sentimentalmente in una storia. Erano state solo avventure, chi per una notte, chi per qualche giorno in più, ma nulla di serio, perché in fondo già sapeva da un pezzo a chi apparteneva il suo cuore.
Ma la sua sicurezza aveva iniziato a vacillare nel momento in cui vide quel selfie insieme ad Oikawa, e nel momento esatto in cui il gemello Miya aveva abbracciato il “suo” vecchio compagno di squadra.
«Ci vediamo in campo», disse poi, cercando di mantenersi indifferente alla cosa, e così si salutarono per la seconda volta.
 
 
Quella volta però, con sua estrema meraviglia, e per la prima volta in vita sua, Shoyo era riuscito a battere Kageyama sul campo.
Era dalle scuole medie che cercava di riuscirci, almeno in ambito sportivo, perché aveva rinunciato a rivaleggiare con Tobio fuori dallo sport già da tempo, e ad accettare passivamente ogni cosa lui gli facesse, perché non era mai riuscito a sottrarsi ai suoi baci ed ai suoi tocchi. E così era sempre stato fino a quel momento, ne era assolutamente certo, per quello si avvicinò alla rete, stringendola con un pugno ed avvicinando il volto fino a parlare attraverso di essa con il cuore che batteva all’impazzata.
«Kageyama!» lo richiamò con fermezza, fino a che gli occhi chiari del suo vecchio alzatore non raggiunsero i suoi.
Si squadrarono per degli interminabili secondi, ed a nessuno dei due stava importando del fatto che milioni di persone avrebbero potuto vederli, perché in fondo avevano aspettato quel momento per ben due anni, ma fu Hinata a riprendere parola.
«Non è cambiato niente!», annunciò con fermezza, e seppur quelle semplici parole potevano sembrare senza senso per chiunque fosse stato in quella palestra, non lo erano per Kageyama, che nell’udirle sentì il cuore schizzargli in gola, seppur cercasse di mantenere un certo contegno.
«Mi hai capito?», insistette poi, vedendo che il moro non sembrava intenzionato a rispondere. «Per me non è cambiato nulla!»
«Ho capito idiota», gli rispose poi Tobio, abbassando gli occhi fino a ridacchiare soddisfatto sotti i baffi, portando a ridacchiare anche l’altro.
«Anche per me non è cambiato nulla», sentenziò poi, alzando di nuovo i suoi meravigliosi occhi blu fino a penetrarlo con uno sguardo che trasportava tutte le parole non dette, prima di voltargli le spalle per mettersi in riga con il resto della sua squadra, e per tutto il tempo Hinata non spostò gli occhi dalla sua schiena nemmeno per un secondo, ed osservò i caratteri del suo cognome incisi sulla maglia con fare estasiato.
Kageyama
20
Era di nuovo un numero avanti a lui.
Buffo il destino, vero?
E la loro strada si stava per dividere per la seconda volta, eppure quella volta quella consapevolezza non stava facendo così male, perché oramai entrambi sapevano che, per quanto la vita gli avrebbe divisi, il destino li avrebbe fatti rincontrare.
Come quella notte, in cui fecero l’amore per la prima volta.
Fine
 
 
 
°°°°°°°°°°°°°°°°°
 
 
Colei che scrive:
Ma salve a tutti e ben trovati in questa mia nuova one shot. U.U nulla, sono troppo innamorata di questi due insieme, così come lo sono di Iwaizumi ed Oikawa, e prima o poi scriverò una one shot anche su di loro U.U Complice è stato il fatto che io abbia finito di leggere il manga (inserire lacrime qui), e siccome nella mia testa questi due sono una coppia canon, beh, è uscito questo xD
All’inizio questa storia doveva essere rossa, ma poi sarebbe stata troppo lunga, per cui se qualcuno volesse, posso scrivere una one shot descrivendo la loro notte eheheh
Mi spiace se ne è uscita fuori una cosa troppo fluff >.< o se non sono stati propriamente IC >.< inoltre mi scuso per gli eventuali errori!
Spero che a qualcuno sia piaciuta :D
Alla prossima!
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Scarlet Jaeger