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Autore: SidV    04/10/2021    1 recensioni
Non sono capace di innamorarmi. Lo so bene.
Anche se, all'epoca, non riuscii a farne a meno.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kaede Rukawa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 10

Vedere Izumi Sakuragi rimuginare è già di per se una esperienza assurda, se poi vogliamo metterci anche il fatto lo faccia in modo ovviamente drammatico, con tanto di profondi sospiri, mani sotto il mento ed espressione tragica la situazione non fa che peggiorare. Se ne sta seduta accanto a me sulla panchetta durante gli allenamenti della squadra e, come al solito, non è assolutamente di alcuna utilità se non terrorizzare le matricole, distrarre Mitsui con le sue magliette esageratamente scollate, insultare il gemello solo per il gusto di farlo e fissare un punto apparentemente a caso se non fosse che, se lo si nota, nel suo capo visivo rientri costantemente la figura di Rukawa. Inoltre ogni singola volta che il suo sguardo cade su di lui, ovvero più o meno ogni trenta secondi, lei si esibisce in una smorfia impeccabile e in uno sbuffo da Oscar.  Sono settimane che va avanti così, anche se non posso credere che abbiano litigato o qualcosa di simile perché è al contempo vero che si, continuano a stuzzicarsi a vicenda ma sembrano anche sempre più vicini ed è ormai lampante che la loro relazione non sembri essere più solo una scommessa, ma quasi qualcosa di effettivamente reale. Mi chiedo solo se quei due imbecilli se ne siano resi conto… ma temo la risposta sia un deciso no e quindi me ne lavo le mani di farglielo io stessa presente. Meno mi immischio dei fatti loro meno rischio una emicrania terrificante e un attacco nervi.
- mi passi quella teca blu, Izumi? - le chiedo, continuando a riscrivere in bella copia degli appunti che avevo precedentemente preso per il signor Anzai che, al solito, se ne sta in un angolo con tutta la sua calma zen, come se non toccasse a lui allenare questa massa di imbecilli.
- ho da fare - mi risponde la rossa e mi trattengo a fatica dal buttarla a terra.
- e che cosa, di grazia? -
Alza le spalle - pondero -
Ora la prendo a sberle - che diavolo stai farneticando ora? -
Si sposta la lunga coda dietro le spalle in modo stizzito prima di indicarmi Rukawa con una unghia smaltata di nero - sto pensando ad almeno diecimila modi in cui quello scemo potrebbe farsi male al polso continuando a non darmi retta e ad allenarsi nonostante la fasciatura e l’obbligo di riposo. Si, lo so che sta palleggiando con la mano buona e cerca di non esagerare… ma in ogni caso non dovrebbe fare assolutamente nulla se non mettersi qui buono e seduto a osservare esattamente come facciamo noi -
Mi riscopro a darle ragione, stranamente - non posso ribattere - dico - effettivamente non dovrebbe fare nulla ma quello è testardo e non ci vuole dare retta, lo sai meglio di me. è da quando è capitato l’incidente che fa così, dobbiamo solo ringraziare che non si metta a fare quello che fanno gli altri o a prendere a pugni un muro -
- sarà anche così ma se peggiora anche solo un minimo qui non se ne esce più e oltre che tornare a giocare tra una settimana da adesso! Quello mi rimane invalido a vita e io dovrò fargli da assistente sociale per sempre! -
Inarco un sopracciglio - non ti pare di esagerare un po’? In ogni caso ti ricordo che sei stata tu a decidere di fargli da infermiera, non ti ci ha mica costretto nessuno… - trattengo un sorriso vedendo che l’averglielo fatto notare sembra averla fatta innervosire ancora di più - senza contare che, a dirla tutta, sembra che poi non ti dispiaccia affatto questa situazione -
- tu credi davvero che copiargli gli appunti delle lezioni, trascrivere i suoi compiti, nutrirlo adeguatamente, scortarlo a scuola in tempo ogni mattina, trattenerlo dall’allenarsi ogni attimo, subire i suoi nervosismi, lavarlo come un bebè e fargli da segretaria mi piaccia? -
Annuisco con convinzione - assolutamente si. Al cento per cento -
Digrigna i denti e io le scoppio a ridere in faccia - sei la peggiore amica io abbia mai avuto -
- se è per questo sono praticamente anche l’unica -
- così non mi sei affatto di aiuto, Ayako… -
Sorrido continuando a scrivere le mie note, lanciando un paio di occhiate a Miyagi che, impettito come un tacchino, fa sfoggio delle sue abilità davanti alle matricole.
- toglimi però una curiosità… - dico, poco dopo - perché hai quel broncio guardando il tuo degno compare? -
Izumi praticamente si affloscia sulla panchetta dal lungo sospiro che emette - perché è ingiusto. Perché quell’idiota è davvero bello - e fin qua questo l’avevano già visto tutti - intendo bello davvero. è perfetto: è alto, la sua pelle è morbida e liscia senza però essere troppo femminile, non ha mezza imperfezione, l’acne giovanile l’ha schivato per inadeguatezza, i suoi capelli brillano al sole come se ci mettesse chissà quale prodotto costoso quando so che glieli spunta la domestica mezza cecata. è talmente un signorino di buona famiglia da avere la cuoca, la donna delle pulizie, volendo l’autista e quello se ne va in giro su una bici scassata tutti i giorni. Può mangiare letteralmente come un bidone la sua pancia rimane piatta. Ha muscoli fini e tonici… e, diavolo, ne ha dove una persona comune non dovrebbe avere nessun muscolo! E poi lui non puzza, Ayako… neanche dopo un allenamento! No, il principino profuma! Sempre! E lui non mette neanche il deodorante a volte! - si prende la testa tra le mani scuotendo il capo - e la sai la cosa peggiore? Le fossette! Quel maledetto ingrato a madre natura qualche settimana fa rideva e ai lati della bocca ha due fossette talmente perfette da essere inumane! Come cazzo è possibile essere così terribilmente impeccabili? Capisci? Le fossette! Io non le so gestire le fossette! -
Sto per dirle che ammirare in quel modo un altra persona per una che sembra appena uscita dal catalogo di Victoria Secret’s è ingiusto in egual modo nei confronti di noi comuni esseri umani ma vengo deconcentrata da un dettaglio.
- aspetta un attimo… Rukawa ha riso? -
- cosa non ti è chiaro delle fossette, Ayako tesoro? -
- no! Non hai capito! Lui non sorride mai… io ero convita non fosse dotato dei muscoli facciali giusti per permetterglielo -
Lei alza le spalle - mah… non saprei. Sicuro non è l’anima della festa ma qualche volta con me sorride. Certo, la maggior parte delle volte mi sta prendendo per i fondelli e la prima volta che l’ho visto farlo stavo solo preoccupandomi del pollo… -
- il pollo? -
- anche tu… si, il pollo -
- cosa cavolo significa che ti stavi preoccupando del pollo? - certo che la Sakuragi per essere una che adora il suono della sua voce è davvero pessima nelle spiegazioni.
Incrocia le braccia al petto e sbuffa come una bambina di cinque anni a cui la mamma non ha comprato il lecca-lecca - lui sostiene che ricordarmi di dover mettere a marinare il pollo mentre eravamo praticamente nudi nel suo letto sia una cosa a quanto pare terribilmente comica. Io personalmente non l’ho trovato così divertente visto che sono dovuta corre in cucina con le chiappe all’aria e i capelli che, dopo che lui ci ha passato le mani per minuti interi, fidati erano un vero casino. Senza contare che lì ho pure trovato la signora Morisawa appena era rientrata per occuparsi della cena e che aveva già risolto il problema. Ma tu immagina che figura da scema ci ho fatto. Che poi… io non ho neanche idea di come si faccia a marinare quel dannato volatile così lei si è messa a spiegarmi il tutto e credo di essermi fermata a chiacchierare un po’ troppo perché poi lui è sceso con il mio reggiseno in mano blaterano qualcosa del tipo “mio questo non è”, come se non fosse ovvio! La signora rideva, ma sono certa che chissà che razza di idea si sarà fatta di noi… -
Con uno scatto talmente agile che non avevo idea di essere capace di fare mi alzo in piedi, la afferro per le spalle e la scuoto, mentre lei persiste nel guardarmi con quei suoi enormi occhini color caramello come se fossi io, quella completamente squilibrata.
- cosa hai appena detto? - le sbraito contro - cosa ci facevi mezza nuda nel letto di Rukawa?  
Inarca un sopracciglio - tu che ci fai di solito in un letto di un ragazzo in quelle condizioni? -
Ora la spintono davvero - niente! Io non mi ci trovo in quelle situazioni, Izumi! -
- oh! - fa - beh, allora devi sapere che solitamente quando un ragazzo e una ragazza si piacciono…oddio, che poi possono essere anche due ragazze o due ragazzi, io non giudico affatto… anzi devo ammettere che trovo gli yaoi terribilmente intriganti… -
- ma per la misera! - esplodo - so esattamente cosa si fa in un letto in due, ma non è questo il punto! Ti sto chiedendo come ci siete finiti voi due così! -
Che poi in realtà non dovrei neanche essere così meravigliata dalla cosa considerando che io stessa li avevo già beccati a rotolarsi tutti avvinghiati sul pavimento del palazzetto sportivo, quindi magari su un materasso ci stavano pure più comodi. Certo, il fatto che fossero in qualche modo attratti uno dall’altra era evidente ma ingenuamente non avrei pensato che, essendo la loro ancora ufficialmente una relazione data da una scommessa, si spingessero così oltre.
Mi faccio seria in viso, inginocchiandomi davanti a lei e poggiandole le braccia sulle ginocchia - ma poi? Come siete rimasti? Fatto compiuto o no? -
Fa cenno di no - incompiuto. Da quella volta è capitato ancora di baciarci… a dirla tutta ci baciamo in continuazione e sinceramente faccio davvero fatica a farne a meno perché, naturalmente, quello lì sa pure baciare dannatamente bene. Però no, non ci siamo più spinti così in là… forse è mancata l’occasione… forse non ci sono più stati i presupposti giusti… inoltre è successo che siamo anche stati interrotti parecchie volte che sia statomdal campanello, dal cellulare, dalla domestica o dal fatto lui si addormentasse -
- si, ma a te tutto questo sta davvero bene, Izumi? Te lo chiedo da donna, da tua amica… non voglio fare l’uccellino della discordia ma ti rammento che voi non state davvero insieme e, per quel che mi riguarda, io non credo di riuscire a comportarmi in quel modo con un ragazzo che non amo e che probabilmente neppure lui mi ama -
Improvvisamene lo sguardo negli occhi di lei cambia e passa dal solito mezzo svampito a uno profondamente adulto. Uno sguardo che non credevo potesse appartenere a un anima leggera e frivola come la sua - capisco cosa intendi dire, dico davvero e ti ringrazino che ti preoccupi per me. Però abbiamo due visoni piuttosto diverse delle relazioni. Io non credo affatto di essere capace di amare un altra persona, di affidarle completamente me stessa nel modo totale che immagini tu. Sono troppo egoista, sono troppo concentrata su me stessa e forse sono in un certo senso troppo infantile per farlo. E non credere che io non ci abbia provato, anzi. Ma non sto parlando di Kaede ora. Avevo un ragazzo prima di tornare qui… davvero un bravo ragazzo. E mi amava in tutti i modi in cui si può amare una persona. Ma non sono mai riuscita a ricambiarlo totalmente. Così, prima di partire, gli ho dato tutto quello che potevo di me - sorride, accarezzandomi i capelli che mi escono dal cappellino come se ora fossi io la ragazzina confusa - si, gli ho dato la mia verginità. Ed è stato bello, sicuramente profondo e un po’ mi sono perfino sentita cambiare dopo quella notte. Però no, i miei sentimenti neanche così si sono voluti. Io credo fermamente che ci sia una enorme differenza tra sesso e amore. E non credo che per farlo bisogna necessariamente essere innamorati dell’altra persona. Ora, so bene che tu hai una visone estremamente romantica di quelle che sono le relazioni ma, mi spiace dirtelo, credo che sia anche un po’ irrealistica come cosa. Non credo che nessuno potrà mai arrivare alla totale perfezione che tu desideri - indica Miyagi con un piccolo cenno del capo - prendi lui. Quel ragazzo ti idolatra da sempre, ti riempie di attenzioni, è carino e divertente, sicuramente ti farebbe sempre sentire protetta e non ti farebbe mai mancare nulla. Però tu ancora lo respingi, nonostante anche tu provi dei sentimenti molto simili nei suoi confronti, e non provare a negarlo. è vero, lui è chiassoso, a volte infantile e un vero attaccabrighe. Ma ti ama in un modo che non riesco a immaginare potrebbe capitarti ancora nella vita. Ha messo letteralmente il suo orgoglio sotto terra per te. Io non ne sarei mai capace. Io non permetterei mai a nessuno di vedere le mie debolezze in quel modo, non sopporterei che qualche persona fosse più padrona del mio cuore che io stessa. -
- cosa stai cercando di dirmi? -
Sorride di nuovo e questa volta rivedo il suo sorriso vivace e sfrontato - innanzitutto che dovresti deciderti a metterti con lui - faccio una smorfia, ma lei mi ignora, glissando  - e poi non preoccuparti troppo per me. Sono grande e vaccinata e a quanto pare molto più preparata alla vita di te, mia cara sempai -
Torno a sedermi accanto a lei e Izumi subito mi poggia la testa sulla spalla, come una specie di cucciolo ammaestrato con la sua padroncina - però continuo a non capire il motivo di tutti i tuoi bronci, signorina. E non posso credere sia solo perché lui sia “bello bello in modo assurdo” -
Ridacchia e si esibisce in una linguaccia degna della prima elementare quando Rukawa, a cui forse fischiavano terribilmente le orecchie, si volta nella nostra direzione e ci fissa per un attimo - probabilmente è frustrazione sessuale - esordisce - avrei dovuto fare come mi ero ripromessa quando immaginavo potesse avere pure le fossette -
- ho paura di chiedere -
- saltargli addosso -
- appunto. Non lo volevo sapere -

Fisso questa poltiglia che Izumi mi ha messo nel piatto con l’espressione più disgustata che sia capace di fare ma questo non ferma affatto il suo spropositato entusiasmo per non parlare del suo orgoglio, perchè lei persiste nel stare seduta difronte a me, mani sotto il mento e negli occhi castani uno sguardo che più fiero di così non si può.
- che diavolo è? - chiedo.
- un burger di tufu - dice, come se la cosa non fosse ovvia.
- è giallo -
Sbuffa e mi spinge il piatto ancora più vicino in modo che l’odore nauseabondo che emette sto coso mi penetri per bene nel naso - ovvio che è di questo colore, non è di carne. Non puoi continuare a mangiare solo quella, per essere un giapponese ti nutri quasi esclusivamente di carni rosse, sei peggio di un americano sovrappeso. E posso anche capire che il tuo sogno sia giocare nell’NBA ma non credo partire fin da ora a copiargli l’alimentazione sia un buona idea -
- io non credo sia una buona idea mangiare sto schifo se non vuoi che ti vomiti addosso -
- pianta di lamentarti come se fossi un bambino di sei anni, Kaede. Sono solo proteine, vedrai che ti faranno solo che bene -
- dalle retta ragazzo mio, Izumi-chan ha sicuramente ragione. Senza contare che si è messa davvero di impegno nel preparati questo pasto. Sii educato e mangia con gratitudine -
Non degno neanche mio padre di uno sguardo, ignorandolo come faccio da sempre, cercando pure di evitare di insultarlo. Un paio di giorni dopo l’incidente, probabilmente avvertito dalla signora Morisawa, il vecchio è rientrato a casa dall’ennesimo viaggio di lavoro in fretta e furia, tutto trafelato e agiato come se fossi in punto di morte. Ovviamente ha pure deciso di piombarmi in camera senza avvisare nell’esatto istante in cui avevo infilato la mano sotto la maglia di Izumi e il coglione, dopo aver urlacchiato come una verginella ha deciso fosse l’ora di farmi il famoso discorsetto sul sesso. Naturalmente l’ho sbattuto fuori malamente ma quella cretina, mossa da un improvviso senso di civiltà, è partita con un monologo di come i domestici dovrebbero essere rispettati. Sono riuscito a farle capire che in realtà quell’uomo sarebbe mio padre, non il mio maggiordomo dopo circa dieci minuti e solo in quel momento lei si azzittita, diventando bianca e poi rossa e poi verde, come un curioso geco, prima di impazzire del tutto. Prima praticamente ci ha accusato di non assomigliarci per nulla, poi ha sproloquiato su un errore di genetica perchè effettivamente mio padre, Saotome Rukawa, è alto un metro niente, sfiora il quintale ed è quasi completamente calvo. Dopo di che mi ha urlato addosso di essere fonte di solo sventure, di persistere nel farle fare figure indecenti e poi lo ha rincorso in salone dove lui si era rifugiato a frignare come una donzella in difficoltà e da quel giorno lui e la rossa sembrano essere migliori amici, sicuramente in comunella per farmi uscire del tutto di testa.
- vedi caprone? Almeno qualcuno riconosce i miei spropositati sforzi! - blatera lei, rallegrandosi tutta per i complimenti ricevuti.
Provo a palpare quella cosa che lei chiama cena con con le bacchette ma, quando queste ci affondano dentro tanto questa cosa è pastosa, rinuncio definitivamente.
- dov’è la signora Morisawa? - chiedo, sperando in un pasto decente.
- le ho dato libero - fa Izumi, sciogliersi lentamente la lunga treccia che deve essersi fatta prima di mettersi ai fornelli.
- tu? Perché dai libero alla mia cuoca tu? -
Si esibisce in sorriso a trentaquattro denti - perché tanto ci sono io a prendermi cura di te, tesoro -
Sento un brivido freddo salirmi lungo la spina dorsale e so per certo che è il mio istinto di conservazione ad allertarmi dell’imminente pericolo.
Mio padre si alza dalla sedia in un trionfo di sorrisi compiaciuti e occhi lucidi - beata gioventù! Avessi avuto io alla tua età una così splendida creatura a occuparsi di me… invece solo studio e doveri. Come vi invidio! - Izumi gli dà una leggera carezza sulla spalla, come se capisse il suo sconforto, al quale lui risponde con una strizzata d’occhio che mi dà il voltastomaco - ora, come anticipato, mi vedo costretto a salutavi, miei cari ragazzi - ed era ora - il lavoro mi attente. Kaede, non farò rientro prima di un paio di settimane ma tanto ormai da domani togli la fasciatura e sono certo che la tua meravigliosa compagna non tarderà ad assicurasi della tua buona salute - non faccio in tempo a sottolineare che lei non è affatto davvero la mia ragazza che sotto il tavolo mi arrivi un precisissimo calcio negli stinchi - comportatevi bene in mia assenza e ricordate bene le mie parole prima di agire da sconsiderati! -
Come se si potessero dimenticare. “I neonati vomitano e non dormono. Siete certi di essere pronti ad accudirne uno?”.
Dopo aver straparlato per altri minuti di quanto tiene a noi, di quanto gli dispiaccia doversi assentare e aver riempito di complimenti Izumi, come se una come lei necessitasse davvero di un altro scemo che la elogi, finalmente prende la sua valigia e si leva di torno.
Mi alzo dal tavolo procedendo a passo spedito verso il divano in salone, rinunciando ufficialmente a riempire la mia pancia, deciso a farmi una bella dormita. Ovviamente non mi è possibile perché appena pochi secondi dopo Izumi si siede praticamente sule mie caviglie, costringendomi a cambiare posizione.
- potresti anche essere un po’ più gentile con lui, sai? è un buon padre e si vede che tiene molto a te -
Mi poggio un braccio sugli occhi, creando un buio fittizio - anche troppo -
- e allora perché sei così scontroso nei suoi riguardi? -
Prima o poi la soffoco con un cuscino - non lo tratto diversamente da nessuno, Izumi. Semplicemente non ho un rapporto con lui, non c’è mai e non c’è mai stato fin da quando sono piccolo. Ho più confidenza con la signora Morisawa che con lui… non so niente di quello che fa, so a malapena il suo lavoro, e non mi interessa neanche. Quei tre giorni che passa a casa gli piace giocare fare il padre dell’anno, ma io non so cosa farmene di lui. è appiccicoso, invadente e il modo che ha di fissarmi mi dà suoi nervi -
- e come ti guarderebbe, di grazia? -
La spio a mia volta da sotto il braccio. Sta seduta ai miei piedi con le gambe incrociate, incurante di indossare ancora la corta gonna della divisa, i capelli le scivolano sul viso e sta giocando distrattamente con la fodera di uno dei cuscini. A volte sembra molto più piccola della sua età, molto più infantile, mentre altre si comporta come una donna matura. In questo momento invece dimostra esattamente i suoi diciassette anni. E, cazzo… è bellissima anche così.
- come se potessi riportargli mia madre -
Satsuki Rukawa era una modella che a quanto pare ha rinunciato alla carriera per sposare l’uomo che amava e crescere suo figlio. Questo almeno finché non si è stufata del nuovo gioco e quindi ha raccolto i suoi preziosi abiti e se ne è andata senza voltarsi indietro, se non si contano le solite cartoline di buon anno prestampate e sicuramente scritte dal nuovo assistente di turno. Avevo sette anni quando mi ha dato l’ultima carezza e si è chiusa la porta alle spalle. Mio padre però non ne è mai uscito del tutto, anzi tiene ancora la fede addosso e la sua foto sul comodino e, quando l’ho mostrata a Izumi qualche settimana fa, lei ha sorriso e ha detto che la genetica aveva di nuovo il suo senso perché effettivamente siamo due gocce d’acqua.
- un po’ ti capisco, sai? - parlando continua a fissare un punto indefinito sul muro, come imbambolata, ma lentamente si distende affianco a me, poggiando la testa nell’incavo della mia spalla e io mi domando quando esattamente la sua mania di starmi sempre addosso ha smesso di darmi fastidio - i miei genitori, quando io e Hana avevamo undici anni anni, si sono separati e ci hanno chiesto con chi avremmo preferito stare. Hana ha scelto subito papà, lui e mamma non sono mai andati d’accordo nonostante fisicamente siano molto simili. Io ho scelto lei perché mi sembrava la cosa più giusta da fare, anche perché era stato papà a tradirla e l’ha praticamente costretta scegliere tra un palco di corna e il suo orgoglio personale. Mamma lavora nell’esercito, è un generale, non serve che ti dica cosa ha preferito. In ogni caso da quando ce ne siamo andate per me era ben chiaro che in realtà lei lo aveva dover amato davvero tantissimo perché, al contrario di mio fratello, io assomiglio più a lui e ho smesso di contare le volte in cui mamma mi guardava e si fermava a fissare il mio profilo come se vedesse il papà - ride, nascondendo appena il viso con una mano - sopratutto quando si litigava. Lì pareva proprio tirasse fuori tutto il rancore che serbava nei suoi confronti -     
Afferro una ciocca dei suoi capelli e comincio a giocarci distrattamente. Profumano - come mai sei tornata? -
- alla fine della terza media papà ha avuto un infarto ed è morto sul colpo - dice e io rimango immobile esattamente come lei, assorbendo il colpo e non sapendo bene cosa dire, le parole non sono mai state il mio forte. Izumi però quasi immediatamente prende la mia mano e fa combaciare le punte delle nostre dita, come fa spesso quando è rilassata e questo mi fa pensare che, tutto sommato, è serena adesso - Hana era rimasto solo con la nonna che è anziana ormai… e inoltre, giuro che ti uccido se glielo dici, in realtà un po’ mi mancava mio fratello. Così sono tornata qui -
Annuisco distrattamente - mi dispiace per tuo padre -
- a me per la tua -
- la mia non è morta -
- c’è poi molta differenza? -
Trattengo un sorriso - immagino di no -
Non so dire esattamente quando tempo sia passato mentre rimaniamo sdraiati in silenzio sul divano, ma a un certo punto Izumi alza appena la testa e fissa l’orologio sulla parete difronte a noi che segna le otto di sera passate. Si ributta su di me goffamente, sbuffando rumorosamente e gonfiando le guance come una bambina capricciosa.
- è tardissimo… la nonna mi starà aspettando per la cena. Mi sa che mi sono appisolata -
- russavi -
- cretino. Io non russo affatto -
Sto per dirle che è più probabile lei riesca a sproloquiare anche nel sonno ma vengo interrotto da un fragoroso tuono che proviene da fuori, seguito immediatamente da uno scrosciare d’acqua che sembra abbiano appena aperto i rubinetti al massimo.     
- ah, ottimo - dice lei, sempre più scocciata - tornerò a casa a nuoto -
Si lamenta ancora un paio di secondi prima di fare leva sui gomiti cercando di alzarsi ma, nel farlo i suoi capelli mi scivolano sulla faccia e vengo letteralmente avvolto dal suo odore. Quasi non mi accorgo di stare trattenendola per un braccio finché le parole non mi escono dalla bocca.
- rimani qua -
- eh?! - fa lei, alzando di scatto la testa e cercando i miei occhi.
Io credo di non essere mai stato più serio di così - rimani a dormire con me, Izumi -
 
- non ti preoccupare Ayako, starò benissimo!-
- se fa qualcosa che non va bene sappi che lo eviro -
Rido, lascandomi cadere sul letto dietro di me - sarebbe un enorme peccato, ma ti ringrazio del pensiero -
Sento una voce in sottofondo dal telefono chiedere chi questa volta la mia amica abbia deciso di castrare e riconosco subito il timbro cadente del capitano.
- oh però! E lui cosa ci farebbe ancora a casa tua a queste ore? -
- non ci provare neanche a farmi la ramanzina, signorina! Stiamo semplicemente lavorando a un progetto per scuola! -
- certo… si chiama così adesso eh? -
- vai al diavolo, Izumi! E pensa piuttosto a comportarti bene stanotte o col cavolo che ti copro con tuo fratello un altra volta! -
- neanche mia madre parla in questo modo, sai? - mi si allarga in sorriso di nuovo ma, proprio in questo istante, Kaede esce dal bagno con indosso solo un paio di larghi pantaloncini che deve usare come pigiama e mi osserva con la sua solita espressione distaccata, anche se alza appena un sopracciglio.
- infatti guarda che bel casino che sei venuta su! -
- tu invece cerca di comportanti davvero davvero male, mia cara! - dico, mettendo giù il telefono.
Lui nel frattempo lo vedo cercare qualcosa dentro l’armadio e solo pochi secondi dopo mi lancia addosso la canotta che, ormai dopo la prima volta, è diventata la mia tenuta quando mi occupo di lavargli i capelli.
- devo considerarla una mia proprietà, ormai? -
Alza le spalle, camminando lentamente verso il letto per poi buttartisi sopra accanto a me, il volto a guardare il soffitto - fai un po’ come ti pare, usala per dormirci intanto -
Trattengo un sorriso vittorioso e mi concedo ancora pochi attimi per spiare il suo profilo serio prima di issarmi e cominciare a slacciare i bottoni della camicetta della divisa - a titolo informativo: io stasera non sono rimasta qui, ho dormito da Ayako -
- l’avevo immaginato - dice, ruotando il viso nella mia direzione e fissando il movimento delle mie mani che liberano le asole lentamente in modo incredibilmente intenso, per essere lui a farlo. Ma ormai ho imparato che si, lui sembra assente la maggior parte delle volte ma, quando invece si concentra ed è davvero interessato a qualcosa i suoi occhi diventano così profondi da rischiare di farti un buco dentro. Solitamente gli succede sempre quando gioca a basket ma, ultimamente, ha cambiato il modo che ha di rapportarsi con me e ho capito solo recentemente che non è perché io gli ricordi quel dannato pallone, ma perché sembra trovarmi ugualmente interessante.
La cosa più incredibile? Non è affatto imbarazzante né strano, anzi. Personalmente lo trovo terribilmente intrigante e anche per questo gli permetto di guardarmi spogliare e volutamente ho deciso di farlo davanti a lui, ho tutta l’intenzione di fargli capire prima o poi che sono molto più interessante di un articolo in cuoio a forma sferica. Inoltre, nell’esatto istante in cui mi ha domandato di rimanere a dormire con lui, il mio cervello ha deciso che no, noi non dormiremo affatto. Perché, e lo so da settimane, voglio andare a letto con lui. è una sensazione stranissima perché mai mi era capitato di provare una così forte attrazione sessuale per un ragazzo. Oddio, certo alcuni li trovavo carini e un paio di volte sono effettivamente stata piacevolmente in loro compagnia. Ma neppure con Akira mi era capitato di sentire lo spasmodico desiderio toccarlo in continuazione, di volerne condividere il calore, di lasciarmi stringere dalle sue braccia forti il più possibile.
Sfilo la camicia e la lascio cadere a terra, dove pochi secondi dopo la gonna della divisa finisce a farle compagnia. Sto per prendere la canotta abbandonata fra di noi ma Kaede mi prende il polso e lo tiene fermo tra le sue lunghe dita.
- non ancora - dice, il tono di voce estremamente roco.
Gli sorrido sfrontata, voltandomi appena nella sua direzione per permettergli di guardami meglio, per niente intimidita dal mio essere rimasta solo in intimo - e perché? C’è qualcosa che preferiresti rimanesse esposto? -
Mi ignora deliberatamente ma, prima che io possa mettermi a bisticciare come al solito, lui allunga una mano e comincia a sfiorarmi appena il collo, per poi scendere ad accarezzarmi la spalla, la curva del seno… scivola sul fianco e si ferma solo una volta arrivato a posarsi sul mio ventre. Incrocio i suoi occhi, che fino ad adesso erano intenti ad osservare movimenti della sua mano come ipnotizzati, come se non fosse un suo arto a compiere quei gesti, come se lui stesso non si capacitasse dell’essere capace di vezzeggiare una ragazza in quel modo.
- tu sai perché ti ho chiesto di rimanere a stare qui stanotte, Izumi? -
- perché temevi che affogassi rientrando a casa e non mi volevi sulla coscienza? Che poi… tu la hai davvero, una coscienza? -
Sbuffa, ma non mi lascio sfuggire un leggero tremito delle sue labbra, una cosa estremamente simile a un sorriso trattenuto - deficiente -
- in ogni caso… - mi sporgo ulteriormente su di lui, lasciando che i nostri petti combacino e i miei capelli cadano sopra i nostri visi, chiudendoci quasi in un a stanza solo nostra - immagino sia per lo stesso motivo per il quale io ho accettato di restare -
Sento il suo pollice infilarsi oltre il bordo delle mie mutandine e trattengo per un secondo il respiro - molto bene, allora - e si avventa sulle mie labbra.
Si, perché Kaede non è uno che bacia. Assomiglia più che altro ad un assetato e tu l’unica fonte di acqua fresca disponibile nel giro di chilometri. Lui ti divora, lui ti entra dento e scava senza porsi inutili freni, non si sofferma a capire il tuo ritmo, te lo impone lui. Ed è un vortice…ti trascina con se e tu non puoi fare a meno di lasciarti cadere con lui, permettergli di gestire il gioco tramortita da una passione che ti senti salire dal profondo.
Mi sento spingere indietro e mi ritrovo trattata sul letto, lui sopra di me intento a divorarmi letteralmente… mi bacia il collo, sento la sua lingua lambirmi la pelle ripetutamente e quando la sento lambire il mio seno mi lascio sfuggire un lungo gemito.
- tutto bene il polso? - gli chiedo, la voce decisamente troppo bassa.
Annuisce leggermene, senza staccare le labbra da me e, come per riprova, lo sento armeggiare con il gancetto del reggiseno fino a riuscire a slacciarlo piuttosto velocemente. Gli permetto di togliermelo immediatamente, come volendo liberarmi io stessa di un impiccio e infilo le mani tra i suoi lucidi capelli tirandomelo addosso il più possibile.
- il tuo odore… - lo sento appena sussurrare, forse distrattamente.
- cosa? -
- è buono -
E vorrei dirgli che cavolo, lo spero bene! Che ci manca che puzzassi… per poi aggiungere un grazie, che è una bella cosa da sentirsi dire. E che il suo, di odore, è per me ormai come un palliativo. Che se sono particolarmente nervosa, se ho avuto una brutta giornata, se litigo con qualcuno, se mi manca la mia vecchia casa o mia madre… mi è sufficiente aspirare il suo aroma che subito mi sento meglio. Rilassata, nel posto giusto… esattamene come nel mio campo di girasoli preferito. Ma non riesco perché, quando sto per aprire bocca, Kaede si abbassa  velocemente sul mio corpo, afferra l’orlo dei miei slip e li fa scendere sulle gambe con una mossa agile, come se lo facesse da sempre. Sto anche per chiedergli dove diavolo ma sopratutto con chi ha fatto tutta questa pratica, ma quello che esce dalle mie labbra è solo un urlo di puro piacere, quando la sua bocca finisce tra le mie cosce e lui decide di mangiarmi.
Sbatto gli occhi più volte, come a cercare di capacitarmi di come io ci sia finta in questa situazione… fino a pochi mesi fa lo odiavo… ho cercato di approfittarmi di lui, di manipolarlo, di sottometterlo. Ho cercato di fargli male per punirlo del suo essere un terribile cafone arrogate. Allo stesso tempo lui mi ha fuggito, mi ha evitato, non ha mai smesso dal lamentarsi della mia presenza, ha ribadito ho perso il conto delle volte quanto io gli dessi profondamente sui nervi. Eppure eccoci qui…lui con la testa tra le mie cosce e io intenta a tirargli i capelli per avvicinarmelo sempre di più, i denti serrati sul labbro per non urlare e i fianchi che non smettono di andare incontro ai movimenti della sua lingua.
Quand’è stato esattamente il momento in cui ho deciso che Kaede Rukawa mi piacesse?
Abbasso appena lo sguardo quando lo sento fermarsi e lo trovo ancora appena chinato verso il mio sesso, ma con lo sguardo ben puntato nel mio e temo di essere arrossita perché il cretino, dopo essersi leccato le labbra, ha subito sorriso. E no, non ha fatto nulla per nascondere la sua ovviamente fuori luogo ilarità, ben evidente dietro una punta di soddisfazione tutta maschile. Che stronzo!
- sei ancora sicura? - mi domanda, rimanendo immobile.
Io alzo il naso il più possibile, innalzando il mio orgoglio probabilmente verso i confini dell’universo e artigliando l’elastico dei suoi pantaloncini e spingendoli verso il basso -  mettimi alla prova -
Lo osservo finire di spogliarsi velocemente e mi trattengo dal aggrottare le sopracciglia quando fisso la sua nudità. è diverso da mio fratello, è diverso pure da Akira. Mi domando per un attimo se anche io sono diversa sotto rispetto alle sue recedenti ragazze, e faccio davvero fatica dal non chiedermi anche quante effettivamente fossero. Scaccio però subito questi pensieri stupidi perché, cavolo, non avevo mai pesato che un ragazzo potesse essere così bello anche nudo. Ho sempre trovato la intimità maschile non esattamente graziosa, ma lui… oh, ovviamente signorino è perfetto anche lì. E mai, lo giuro, avevo desiderato assaggiare qualcuno come ora vorrei fare con lui.
Sto immaginando di strozzarlo quando sento le sue mani farsi strada tra le mie cosce e comincio a sentirlo premermi addosso. Stringo i denti, ricordando come la prima volta mi avesse fatto un pò male, nonostante tutte le attenzioni e le preoccupazioni di Akira. Ma niente, nessun dolore… ma solo una meravigliosa sensazione di pienezza. Lo sento salire sempre più a fondo dentro di me, riempiendomi tutta e trattengo il respiro solo per un attimo prima di lasciarmi andare in un lungo gemito quando lo sento arrivare in fondo. è davvero così bello, il sesso?
- stai bene? -
Strofino la guancia contro la sua, prima di abbassare le mani e afferrarlo per le natiche sode, tirandomelo addosso - mai stata meglio -
Si muove prima lentamente e, nonostante i miei gemiti e il mio attirarlo, il non cede ad accelerare e sembra invece godersi il mio momento di frustrazione.
- sei davvero cattivo, lo sai? -
Come al solito ignoro la mia uscita, ma lo sento puntellarsi bene con un polso sul materasso e con l’altra mano prendermi una coscia poggiarsela al fianco.
- hai fretta? -
- ho solo voglia di sentirti. Il più possibile -
- … Izumi? -
- si? - biascico, mentre sento il piacere salirmi letteralmente su per il ventre, mentre lui finalmente decide di assecondare i miei bisogni e aumenta il ritmo, regalandomi delle sensazioni impagabili.
- sei assurdamente bella -
Ed è esattamente in questo momento, quando torna a baciarmi ferocemente e comincia a spingere con foga dentro di me che mi faccio un altra domanda. E ne sono fottutamente terrorizzata.
Quando è stato effettivamente il momento in cui mi sono innamorata di Kaede Rukawa?
 
  
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