Il prossimo
capitolo sarà pubblicato il 2 Novembre 2021!
Qui di
seguito, la pagina delle OST!
GOLDEN
BULLET - THE HUNTER WARRIOR
La Guerra
per il Trono del Dio Supremo
(Parte 2)
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di Conton City
AYUMI
[Soundtrack
7 – DRAGON BALL Z]
Un’immensa
esplosione divampò sopra il cielo, talmente
accecante da azzerare la mia vista e così assordante che fui
costretta a
tapparmi le orecchie con le mani. Itachi prese immediatamente possesso
del mio
corpo e mi costrinse, con la forza, a scappare via per non restare
coinvolta
nella deflagrazione prodotta da Cell.
Non
servì a nulla. L’immensa onda d’urto mi
spinse a
centinaia e centinaia di metri di distanza dall’epicentro del
botto, e fu solo
grazie alla mia forza sovrumana e alle mie intrinseche
capacità se non ci
lasciai le penne. Lo stesso non fu per le costruzioni e le palazzine di
Conton
City che vennero divelte e ridotte in macerie, come se fossero state
strappate
via da un uragano.
Di
quei momenti, però, io ricordo soltanto tanto dolore, il
sapore ferroso del mio sangue che si insinuava tra le mie labbra
causato da una
brutta ferita sulla fronte, e la polvere che mi rendeva impossibile
osservare
ciò che era realmente successo.
“Ce… Cell… la sua
aura…”
Ci
misi qualche secondo per accorgermi di non essere più in
grado di percepire l’energia vitale del mio nuovo amico. A
dire il vero, non
riuscivo a percepire nemmeno l’aura di ALFA Simon.
-
Ayumi… -
- No… dimmi che non è
vero…
-
-
Mi dispiace… Cell è
morto –
Il
mondo mi crollò addosso. La mia anima si rifiutava di
credere alle parole del mio ospite, ma le lacrime avevano
già cominciato a
solcarmi il viso, segno che il mio cuore avesse già compreso
quale fosse
l’amara verità.
Cell, il bio-androide
creato dal Dr. Gelo, aveva deciso di sacrificarsi per salvare la mia
vita e
quella di tutti i nostri amici, facendosi esplodere assieme al nostro
nemico.
Mi aveva salvato la vita.
Quel mostro aveva deciso di mettere a rischio
la sua vita per una bambina come me.
[Crushing
Defeat – DRAGON BALL SUPER]
Mi
sentivo male. Era come se qualcuno mi stesse trapassando
il petto da parte a parte, con una lama incandescente, esattamente come
era
successo a Kiyoko, la mia prima madre adottiva. Era questa la
sensazione che
lei aveva provato? Credo di sì, ma lei era stata leggermente
più fortunata,
pensai inizialmente.
Kiyoko, a un certo
punto, aveva smesso di soffrire. Le mie sofferenze, invece, aumentavano
ogni
secondo di più e non accennavano a diminuire.
Eppure
conoscevo Cell solo da pochissimi giorni. Lui era
sempre stato cattivo, fin dall’inizio, e non si era
certamente comportato
meglio con me. Aveva perfino cercato di uccidermi, nella Dimensione
DELTA.
Allora perché ci ero rimasta così male?
Perché non riuscivo ad accettare il
fatto che lui non sarebbe più tornato?
Perché mi sentivo così
per un mostro come Cell?
***
[Continuazione
– Crushing Defeat – DRAGON BALL SUPER]
Io avevo
sofferto tantissimo, quando avevo visto morire
tutti i miei compagni di classe, o quando venni a scoprire che Mitsuiko
e Genta
erano stati uccisi e torturati da quei due farabutti. Pensavo di non
poter
soffrire più di così, e invece qualcuno si
divertiva sempre a rovinarmi
ulteriormente la vita.
La prima
volta ci aveva pensato il mio primo papà, Junzo
Yoshida, quando con una semplice scusa mi aveva spinto a entrare dentro
la mia
cameretta. Quel giorno la mamma non era in casa, e lui aveva chiesto di
togliermi
i vestiti e di stendermi sul mio letto.
Fidati di tuo padre, mi
diceva. Non ti farà nulla di male.
Dovrai soltanto
restare ferma.
[Norman’s
Theme – THE PROMISED NEVERLAND]
Io,
inconsapevolmente, decisi di accettare. Fu orribile,
talmente disturbante che, quando lui lasciò la mia
stanzetta, io cominciai a
piangere a dirotto. Non ebbi il coraggio di raccontarlo a Kiyoko
perché sapevo
che, se l’avessi fatto, io non sarei più rimasta
né con lei né con papà.
All’epoca,
io avevo sei anni. Non potevo capire quanto
quella scelta mi avrebbe segnato, per sempre.
Più
i giorni passavano, però, più mi rendevo conto
che la
mia famiglia fosse tutto tranne che perfetta. Papà non
andava al lavoro da
troppo tempo, e ogni notte sentivo la mia mamma piangere e implorare
l’uomo che
amava. Gli supplicava di smettere di
farle del male o di giocare con lei.
Kiyoko aveva cominciato a vestirsi sempre con magliette a maniche
lunghe, e
portava lo stesso paio di pantaloni invece delle sue bellissime e
sgargianti
gonne.
Una volta,
però, io la beccai mentre cercava di coprirsi un
occhio con una borsa del ghiaccio. Dopo qualche secondo, avevo sentito
la porta
della nostra casa sbattere con veemenza, segno che papà
fosse uscito di casa
per passare il pomeriggio all’interno del bar sotto la nostra
casa. Kiyoko
piangeva, e io ero andata subito a consolarla, abbracciandola con tutte
le mie
forze. Inizialmente aveva anche provato a trovare una scusa alle sue
ferite, ma
io non ci avrei mai creduto.
Non più. Ormai sapevo che
papà stava facendo
del male alla mamma e che dovevo fermarlo, nonostante lei mi avesse
supplicato
di non farne parola con nessuno.
Una
mattina, quando lei uscì fuori a fare la spesa, io
raggiunsi il mio papà, già in soggiorno a
scolarsi qualche strana bevanda
dall’odore nauseabondo, e gli avevo supplicato di non fare
più del male alla
mia mamma. Gli avevo chiesto il perché l’avesse
colpita, perché la facesse
piangere ogni sera ma, soprattutto, se lui avesse osato farle le stesse
cose
che, quel giorno, lui fece con me.
Ero una bambina, e lo sono
tutt’ora. Ma un
anno fa io ero troppo ingenua nel capire che, in quel modo, io
l’avevo soltanto
messo in allarme.
Quella
seconda volta, purtroppo per me, fu migliaia di volte
peggiore della prima. Non voleva più semplicemente
divertirsi con me, non
intendeva più nascondere ciò che mi avesse
fatto…
… quel giorno, io ero
diventata ufficialmente
il suo sfogo di piacere personale. Non ebbe alcuna pietà
delle mie suppliche e
delle mie lacrime.
Fu allora,
che, però qualcosa cambiò.
Improvvisamente
papà si era fermato. Nonostante fossi
inerme, stesa per terra a pancia insù, incapace di
comprendere cosa avesse
appena fatto con me quell’orco, quello che tremava di paura
era lui.
Aveva
cominciato a indietreggiare, come se si trovasse
davanti a un mostro. Era fuggito da casa, correndo a prendere le chiavi
della
macchina e lasciandomi riversa per terra.
Quando la
mia mamma tornò, io mi trovavo ancora in quella
posizione, sotto shock e incapace di riprendermi. L’unica
prova di quanto fosse
avvenuto fosse l’immensa chiazza di sangue sotto il mio
corpo, ma le mie ferite
si erano già rimarginate come per magia.
Lei si era
gettata su di me, in lacrime, urlandomi che non
avrebbe più permesso a quel maiale di toccarmi di nuovo, che
mi avrebbe salvata
e che non l’avrei rivisto mai più.
Avrei voluto morire quel giorno, ma
dall’alto
avevano deciso di farmi soffrire ancora di più.
Quell’incubo non aveva ancora
raggiunto il suo climax.
Quella
stessa sera, la mamma mi aveva portato a casa di una
sua cara amica, promettendomi che si sarebbe occupata personalmente di
papà e
che sarebbe tornata molto presto.
Non so cosa
mi spinse a credere il contrario. Forse la paura
di quanto papà mi avesse fatto. Forse la paura che lui aveva
provato per colpa
mia. Io, incurante delle promesse di Kiyoko, decisi di agire da sola,
istintivamente. Il mio corpo si muoveva da solo, saltando sopra i tetti
delle
case o camminando sopra le pareti dei grattacieli. La casa dove mi
aveva
nascosto la mamma si trovava a cinque chilometri di distanza dalla
nostra. Io
raggiunsi la mia destinazione in meno di cinque minuti, ma era
già troppo
tardi.
Kiyoko, la
mia prima mamma, era già riversa per terra, ed
era irriconoscibile. Junzo aveva tra le mani l’arma del
delitto, e il suo
sguardo era quello di un folle psicopatico.
“Perché… perché
nessuno mi crede mai?! PERCHE’?!”
[Emma’s
Theme – THE PROMISED NEVERLAND]
Questo
urlò, prima di rendersi conto della mia presenza.
Quello che avevo davanti non era più il mio papà.
Non lo era dal giorno in cui
si era divertito con me, dentro la mia cameretta. Non lo era dal giorno
in cui
aveva fatto male a Kiyoko.
Quello che avevo di fronte, era
l’uomo che
aveva ucciso la mia mamma, qualcuno su cui bramavo vendetta.
Di quei
momenti, io non ricordo nulla. Quando mi risvegliai,
mi trovavo dentro la mia cameretta, e a svegliarmi fu un uomo con un
paio di
occhiali da sole circolari, accompagnato dall’agente Sato e
da altri
poliziotti. Mentre mi portavano via in braccio, mi resi conto che tutti
i
mobili della nostra casa erano distrutti e che sulle pareti vi stavano
molte crepe.
C’era anche un piccolo disegno, fatto a tre anni che
raffigurava la mia
famiglia, che stava bruciando sul pavimento per colpa di una fiammella
nera
come le piume di un corvo. Quello schizzo lo avevo fatto nel giorno del
mio
compleanno, quando entrambi mi avevano regalato il vestitino che a me
piaceva
tanto.
Avevano
già recuperato il corpo di mia madre, ma mentre mi
accompagnavano all’interno di una macchina della polizia,
Junzo era già stato
condotto dentro un mezzo blindato. Peccato che quel verme fu in grado
di
intravedermi, e cominciò a insultarmi in tutte le lingue
possibili e
inimmaginabili.
“MOSTRO! TU SEI UN
MOSTRO! NON SEI UN ESSERE UMANO! UCCIDETELA! UCCIDETE QUEL DEMONIO,
PRIMA CHE
SIA…”
Non
udì altro provenire dalla sua bocca perché
qualcuno,
dentro l’abitacolo di Junzo, decise di zittirlo con le
maniere forti.
Era la
prima volta che qualcuno mi additava come mostro. Per
quanto odiassi quel viscido e schifoso assassino, non si era
allontanato dalla
verità.
Passai
diverso tempo in un orfanotrofio in compagnia di
quell’uomo con gli occhiali da sole, il cui nome completo era
Shino Aburame e
che, la stessa sera dell’omicidio di mia madre, decise
finalmente di rivelarmi
tutta la verità.
Quell’uomo
mi spiegò che quanto fatto a me da mio padre si
chiamasse stupro, e che fosse uno
dei crimini più orribili che un essere umano potesse
compiere, soprattutto se
compiuto su un bambino. Ancora più grave,
dichiarò, era il fatto che Junzo
l’avesse fatto con me, la sua ‘cara’
figlia di sei anni.
A poco a
poco, man mano che il suo monologo continuava, mi
rendevo sempre più di essere stata la vittima di un qualcosa
di orrendo,
umiliante, disgustoso e disturbante, senza che io me ne rendessi
effettivamente
conto.
L’uomo che avevo chiamato mio
padre aveva
ingannato la sua bambina, obbligandola a soddisfarlo nella maniera
più
disdicevole...
… attraverso il sesso.
Le prime
sensazioni che provai, su tutto il mio corpo, furono
repulsione e disgusto. Più i ricordi di quelle due
esperienze si insinuavano
nella mia mente, più mi sentivo sporca, come se mi avessero
gettato in una
vasca colma di vermi pronti a insinuarsi in ogni orifizio del mio corpo.
Io sarei
morta dopo il secondo rapporto, mi aveva Shino
Aburame, soprattutto dopo avermi deflorato sia da un lato che
dall’altro, ma
era successo qualcosa, dentro di me, che aveva terrorizzato e non poco
mio
padre, facendolo scappare per la paura. Fu a quel punto che il
direttore di
quell’orfanotrofio mi fece notare che, sul mio corpo, non ci
fossero segni di
ferite nonostante mia madre mi avesse ritrovato immersa nel mio stesso
sangue.
“Poco dopo averti
nascosto in casa della sua amica, la tua mamma ha chiamato la polizia e
ha
denunciato il tuo stupro. Durante il tragitto, ha raccontato ai
poliziotti di
aver chiamato anche un’ambulanza per portarti in ospedale.
Kiyoko aveva deciso
di tornare a casa, attendendo il ritorno di tuo padre per trattenerlo.
Peccato
che quell’uomo si trovasse già dentro la stanza
dove ti ha umiliato, cercando
di nascondere le prove di quanto avesse fatto…”
“… io… io avrei
dovuto fare qualcosa… è colpa mia…
sarei dovuta restare con lei, fin
dall’inizio”
“No, Ayumi. Non è
colpa tua. Tu sei soltanto la vittima, in questa storia, e lo stesso
vale per
tua madre. Il vero mostro, qui, è Junzo, che non ha avuto
pietà per i membri
della sua stessa famiglia. Ti ha costretto a subire un intero rapporto
sessuale
completo, e il tuo corpo non era affatto pronto a sostenere la sua
pazzia.
Qualunque madre ti avrebbe nascosto dalle sue grinfie… lei
non poteva sapere
chi tu fossi davvero”
Confusa,
avevo alzato il mio sguardo verso quell’uomo che,
amareggiato e distrutto, decise di raccontarmi la pura e sola
verità sul mio
passato.
Io non ero la figlia biologica di Junzo
e
Kiyoko. Io non avevo dei genitori biologici. Ero il frutto di un
esperimento
condotto da scienziati folli e senza ritegno appartenenti a una
dimensione
diversa da quella dove vivevamo, che avevano sfruttato centinaia e
centinaia di
bambini innocenti per crearmi. Ero un ammasso di organi e carne creati
assemblati in un unico essere, un essere artificiale creato con il solo
scopo
di vendicare un villaggio di guerrieri di cui, a me, ingenua e
inconsapevole
bambina, non poteva fregare nulla.
Come se non bastasse, quei folli
avevano
deciso di divertirsi ulteriormente con me, trasferendo dentro al mio
corpo le
capacità di dieci temutissimi assassini, responsabili di
aver provocato una
guerra sanguinolenta.
Ecco,
quindi perché non ero morta, durante lo stupro. Ecco
come avevo fatto a raggiungere così in fretta casa mia,
senza farmi scoprire
dall’amica della mia mamma…
…
e non solo.
[The
Devil – BEST OST IN THE WORLD]
“Cosa ho fatto a
Junzo? Perché ha avuto paura di me, quando mi ha visto
l’ultima volta?”
“Ayumi…
io…”
“La prego, signore…
ho paura di aver fatto qualcosa di davvero orribile, ancora
più brutta di
quella che lui ha fatto a me! Non mi dica bugie… mi racconti
tutta la verità!”
Fu a quel
punto che scoprii quello che era successo tra me e
Junzo, prima che giungesse la polizia. Quando lui terminò,
non sapevo più se
fossi davvero un essere umano.
Mostro.
Così mi aveva chiamato Junzo. Shino aveva
detto che in realtà il mostro fosse il mio padre
adottivo…
… ma se quella era la
verità, io ero il
demonio in persona.
“Non farti prendere
dal panico, Ayumi. Quelli che possiedi sono soltanto dei poteri, e se
si è
giunti a questo è per colpa mia. Era da anni che ti cercavo,
conoscendo il tuo
passato, perché sapevo che non saresti mai stata in grado di
controllare i tuoi
poteri se si fossero scatenati in maniera improvvisa ed emotiva. Quanto
è
avvenuto non sarebbe mai dovuto succedere, ma questo non fa di te un
mostro.
Vivrai sotto questo tetto per un po’ di tempo, e imparerai a
controllare le tue
capacità, prima di affidarti ad una nuova
famiglia…”
“… non voglio andare
in nessun’altra famiglia. Non voglio più avere
né una mamma né un papà…
non
voglio avere alcun amico… non voglio più far del
male a nessuno! VOGLIO STARE
DA SOLA! VOGLIO MORIRE!”
***
[Continuazione
– The Devil – BEST OST IN THE WORLD]
Un
altro ricordo mi passò nella testa. Si trattava del
pomeriggio
passato assieme a Cell, nel quale mi allenai con lui nelle arti
marziali. Ci
eravamo presi un breve momento di pausa, e lui mi aveva chiesto di
raccontargli
parte della mia vita.
Incredibilmente,
fui in grado di parlargliene, senza alcun
problema.
***
[Continuazione
– The Devil – BEST OST IN THE WORLD]
“Quindi è questo il
motivo per il quale hai questi strani poteri…”
Non sapevo
cosa mi avesse spinto a raccontare tutto il mio
passato a Cell. Nessuno dei miei nuovi amici, nemmeno i miei maestri,
sapevano
cosa fossi davvero, e solo a Leonardino avevo accennato
qualcosa…
… perché rivelare
fatti così intimi e segreti
a una creatura così pericolosa e minacciosa?
Mi ero
spinta a difenderlo anche davanti a tutti quanti gli
altri.
A me era
stata data una seconda possibilità dalla vita,
nonostante fossi un essere disgustoso e repellente…
perché a lui non poteva
essere concessa la stessa opportunità?
“… vuoi sapere cosa penso
di te, mocciosa? Mi fai schifo…”
Come se non
mi facessi schifo già da sola.
Quel
giorno, io avevo letteralmente provato a strappare il
cuore a Junzo, per cercare di far tornare in vita la mia mamma.
Stavo per
compiere un crimine ancora peggiore del suo. Io
stavo per ucciderlo. Nonostante lui fosse stato un depravato pedofilo,
io avevo
cercato di spezzare la sua vita, esattamente come lui aveva fatto con
Kiyoko.
Io non ero diversa da Junzo. Io ero
come lui.
“… e sai il motivo?
Perché stai continuando a denigrarti senza alcun apparente
motivo!”
Quella sua
affermazione fu in grado di spiazzarmi
completamente. Cosa voleva dirmi, il bio-androide?
“Dici di essere un
mostro, ma continui ad atteggiarti da bambina innocente davanti a tutti
i tuoi
amici, come se fossi una santa o un angioletto del paradiso! Le
ipotesi
sono tre, marmocchia… o tu li stai
prendendo in giro, o stai ingannando te stessa… o sono vere
entrambe!”
“Non…
non è vero!
Io non sto…”
“Non
fare quella faccia, perché non ti crederebbe nessuno. Quell’uomo si è insinuato
dentro di te, ha
abusato del tuo corpo e della tua anima senza alcuna pietà,
e non ha provato
alcun rimorso nell’uccidere la donna che ha sposato! Non
importa se sei una
bambina o un adulto… chiunque, al posto tuo, si sarebbe
scagliato contro quella
carogna, facendogli patire le pene dell’inferno!
Non è vero che non l’hai
voluto, Ayumi…”
“No…
non volevo ucciderlo… io…
io…”
“ECCOME SE VOLEVI
MORTO QUEL PORCO PEDOFILO! NON PUOI RIMANGIARTI QUELLO CHE HAI PROVATO,
QUEL
GIORNO! JUNZO NON MERITAVA DI SOPRAVVIVERE! VOLEVI VENDICARE TUA MADRE,
VOLEVI
FARLO SOFFRIRE COME UN CANE… E NE AVEVI TUTTI I MOTIVI!”
No. Non era
vero.
La vendetta
non era la soluzione al mio problema. Uccidere
non mi avrebbe mai purificato. Io sarei…
“SEI DISGUSTOSA, AYUMI.
CREDEVO TU POSSEDESSI MOLTO PIU’ CARATTERE! TI DEVO RICORDARE
QUELLO CHE E’
SUCCESSO A ME, QUASI VENT’ANNI FA? AVEVO STERMINATO
CITTA’ INTERE… AVEVO
ASSORBITO MIGLIAIA DI INNOCENTI! COSA CREDI CHE ABBIANO FATTO I MIEI
NEMICI?
SONO RIMASTI A BRACCIA CONSERTE, OPPURE HANNO CERCATO DI VENDICARE
QUELLE
PERSONE? GOHAN, IL FIGLIO DEL TUO MAESTRO, MI HA UCCISO SENZA ALCUNA
PIETA’ E
SENZA PROVARE ALCUN RIMORSO PER LA MIA VITA! PROVA A CHIEDERGLI SE
RIFAREBBE LA
STESSA SCELTA, DOPO TUTTI QUESTI ANNI… ANCHE UNO COME LUI,
TI ASSICURO, SAREBBE
PRONTO A RIMACCHIARSI LE MANI DEL MIO SANGUE!”
Sgranai gli
occhi, incredula. Non volevo credere alle parole
di Cell, perché mi sembravano troppo surreali. Gohan era un
uomo straordinario.
Avevo conosciuto sia lui che sua moglie durante gli allenamenti sul
monte Paoz,
e mi era sembrata una persona troppo gentile e generosa per desiderare
la morte
di qualcuno…
…
o peggio, per aver già ucciso qualcuno.
“Non mi credi, è
così?” affermò
l’androide, puntando il dito verso se stesso e dichiarando,
senza alcuna vergogna “Eppure noi
due
siamo simili! Entrambi siamo stati creati dal nulla per uno scopo
deciso da
altri, ed entrambi abbiamo provato esperienze terribili, fidandoci di
qualcuno
che non meritava le nostre attenzioni. Sai, però, quale
sarà la differenza tra
me e te, ragazzina? Io non mi faccio abbattere da tutto questo! Non so
se, un
giorno, troverò qualcuno a cui voler bene come è
successo a Hinode o Lilith, ma
di certo io continuerò a combattere soprattutto per la
persona più importante
della mia vita… ME STESSO! IO NON HO PAURA DI ESSERE
CHIAMATO UN MOSTRO!
QUALUNQUE SCELTA IO ABBIA COMPIUTO, IO NON ME NE PENTIRO’ MAI
PERCHE’ E’ CIO’
CHE MI HA FATTO DIVENTARE QUELLO CHE SONO OGGI! SE VERAMENTE VUOI CHE
IO ABBIA
UNA SECONDA POSSIBILITA’… ALLORA DEVI ESSERE TU,
PER PRIMA, A GETTARE TUTTE LE
TUE MASCHERE! CHI SEI, AYUMI YOSHIDA… SEI QUELLA CHE HA
CERCATO DI UCCIDERE
JUNZO PER VENDICARSI… O SEI QUELLA CHE HA SAPUTO RIFARSI UNA
VITA, RIALZANDOSI
DOPO OGNI COLPO?”
Avrei
voluto ribattere a ogni sua parola, ma non ci
riuscivo. Non potevo.
Tutto
ciò che avevo creduto su di me era crollato ai miei
piedi. Tutte le maschere che avevo provato a costruirmi, si erano
frantumate in
mille pezzi.
Io…
io cosa ero?
Ero qualcosa?
Oppure non esistevo?
La
sensazione di essere l’unica, in questo mondo, a provare
sensazioni simili mi terrorizzava e non poco, perché
significava che non mi
aspettava altro che solitudine, nella mia vita.
Eppure,
Cell mi aveva appena detto che ero simile a lui… che
io avrei dovuto capirlo…
… ma come?
“Sono stato molto
secco con te, ma non mi hai lasciato altra scelta!”
mi disse l’androide,
alzandosi in piedi e schioccandosi il collo “Non
sei una stupida… molto presto capirai cosa sei davvero.
Dovrai
soltanto farti una promessa, mocciosa… non a me…
MA A TE STESSA! DOVRAI GIURARE
CHE, QUALUNQUE COSA TU FARAI, QUALUNQUE COSA TI DIRANNO IN FACCIA,
QUALUNQUE
COLPO DOVESSE ABBATTERTI… TU DOVRAI CAMMINARE A TESTA ALTA!”
“Io…
perché devo
prometterlo a me?” gli avevo chiesto,
più confusa che mai.
Cell, per
tutta risposta, si era voltato verso di me e si
era inginocchiato al mio cospetto, tirandomi un colpetto scherzoso
sulla
spalla.
“Perché prima di
essere un mostro, un essere artificiale o una bambina vera…
tu sei Ayumi
Yoshida! Se c’è qualcuno a cui devi
tutto… quella sei tu!”
***
[The
Sealed Kingdom – BEST OST IN THE WORLD]
Che
orribile scherzo del destino.
Le sue parole, ora,
avevano trovato un senso compiuto.
Cell
aveva ragione. Io e lui eravamo simili, in tutto e per
tutto. Lui, esattamente come me, era stato creato da qualcuno che non
lo amava
realmente, che voleva sfruttarlo solo come un oggetto. Lui, come me,
era stato
spinto a compiere scelte programmate da qualcun altro,
perché gli era stato
insegnato a vivere solo in quel modo. Come me, anche
quell’androide si era
visto crollare il mondo addosso.
Solo una cosa ci
differenziava.
Io ero fuggita dalle
mie paure e dalle mie insicurezze, cercando di mascherarle e non
celarle agli
occhi delle persone a cui volevo bene, perché temevo di
essere respinta da
tutti se avessi mostrato qualcosa di diverso dalla bambina gentile e
timida che
avevo sempre loro mostrato.
Cell era malvagio, e
aveva compiuto delle scelte sbagliate che l’avevano
condannato a morte. La
sconfitta gli aveva però permesso di capire le sue debolezze
e superarle, anche
se con fatica. Lui aveva avuto il coraggio di affrontare in faccia la
verità.
Lui era andato avanti per
davvero. Io no.
Se
veramente volevo bene a me stessa, non mi sarebbe dovuto
importare di cosa fossi davvero. Non un cyborg, non un essere umano,
non un
mostro…
… io dovevo volermi
bene a prescindere da ciò che fossi.
Dovevo
amare me stessa esattamente come mi amavano i miei
nuovi genitori adottivi, come i Detective Boys e il dr. Agasa, come i
miei maestri
e le mie compagne.
Ecco
la risposta alla domanda che Cell mi aveva rivolto,
ieri.
Io ero Ayumi Yoshida.
Punto.
Improvvisamente,
un’aura schizzò alle stelle, sopra il cielo
di Conton City. Non ci fu bisogno dell’esclamazione
sbigottita di Itachi per
capire di chi si trattasse.
Assurdo.
ALFA Simon era riuscito a sopravvivere anche
all’auto-distruzione di Cell, e non aveva nemmeno un graffio.
Si stava
semplicemente schioccando il collo, come se non avesse combattuto per
tutti
quei minuti.
- Ayumi… devi scappare! Noi non
possiamo sconfiggerlo! –
“Io non vado da
nessuna parte”
Mi
ero messa in posizione di combattimento, senza battere
ciglio. Itachi poteva dirmi tutto quello che voleva, ma io sarei
rimasta lì a
combattere.
Non sarei scappata da
me stessa una seconda volta. Avevo visto tantissime persone, a me care,
morire
senza che io potessi far nulla. Stavolta non volevo essere la bambina
dolce e
indifesa, che aveva bisogno di un eroe per essere salvata…
… volevo essere come
Cell…
… volevo
vendicare l’androide e uccidere il mio nemico con le mie
stesse mani!
“Che imbecille…
alla fine è scoppiato come un chicco di mais
abbrustolito in pentola! Che fine ingloriosa…”
Il
mio avversario era già atterrato ai miei piedi, a una
velocità incredibile. Questa volta, non so
perché, ero stata in grado di
seguire il suo movimento. Era perché lui me
l’aveva permesso, o perché ero
completamente focalizzata sulla sua figura?
“Resti solo tu, piccola
mocciosa da quattro soldi”
dichiarò ALFA
Simon, cominciando a camminare verso di me senza paura e
sbeffeggiandomi “Non
credere di potermi sconfiggere facilmente… in questo
momento, io sto usando il
25 % della mia potenza!”
Non
me ne fregava un emerito accidenti della sua forza
totale.
Io
volevo soltanto mettergli le mani addosso e fargli
provare le pene dell’inferno!
Mi
gettai immediatamente al suo attacco, con quel verme che
non fece nulla per difendersi.
“E’ così allora…
mostrami ciò che s…”
SLASH!
***
ALFA
SIMON
[Roundtable
Rival – BEST OST IN THE WORLD]
L’avevo
sottovalutata. Avevo supposto, scioccamente, che la
piccola Ayumi non avrebbe mai avuto la lucidità di
affrontarmi a viso aperto in
uno scontro alla pari, soprattutto dopo aver visto un suo compagno
cadere in
battaglia.
Invece,
con mio grandissimo stupore, era avvenuto l’esatto
contrario.
Prima
che io potessi mettermi in posizione di difesa, la
velocità del suo slancio variò in maniera anomala
e io venni colto alla
sprovvista dalle immense ali di carta che si erano formate sulla sua
schiena.
Allarmato, avevo evitato di farmi uccidere, ma quella stronza era
riuscita a
staccarmi un braccio senza alcuna difficoltà, incenerendolo
con Amaterasu prima
che potessi riattaccarmelo.
“QUESTA ME LA PAGHI,
PICCOLA PUT…”
Davanti
ai miei occhi, tuttavia, non c’era più
Ayumi…
… ma una marionetta a
me ben nota!
Cazzo!
“KUROHIGI – KIKI
IPPATSU!”
La
marionetta Kuroari fu in grado di intrappolarmi al suo
interno. Cercai di liberarmi subito, conoscendo alla perfezione la
tecnica con
la quale stava cercando di paralizzarmi, ma sette lame furono in grado
di
trapassare il mio corpo, riuscendo anche a colpirmi…
… mi vennero i
brividi, quando compresi cosa sarebbe potuto accadere da
quel momento in avanti!
Dovevo liberarmi alla
svelta di quelle lame imbrattate del mio sangue!
“ORA BASTA! HAKAI!”
Per
un pelo. La mia prigione venne immediatamente
polverizzata, ed anche le sette spade della marionetta Karasu, senza
che ne
restasse nemmeno una briciola.
“Cazzo…”
“Pensavi davvero che io non
mi rendessi conto del tuo sciocco piano,
mocciosa?!” gli urlai, visibilmente
inferocito “CONOSCO
ALLA PERFEZIONE TUTTE LE
CAPACITA’ DEI DIECI MEMBRI
DELL’AKATSUKI… PERCHE’ IL TUO MONDO
D’ORIGINE VENNE
CONDANNATO A MORTE DAL SOTTOSCRITTO! SONO STATO IO A SPINGERE GLACIAL A
STERMINARE TUTTI GLI SHINOBI DEL PIANETA KAGUYA! E non solo…
sapevamo anche di
te! Chi credi che ti abbia lasciato davanti alla casa di Junzo e
Kiyoko? Chi
credi che abbia ingannato tuo padre, facendolo licenziare dal suo posto
di
lavoro? CHI CREDI CHE ABBIA CONDOTTO LA TUA PRIMA FAMIGLIA
ALL’OBLIO’?!”
Inferocita,
la bambina evocò migliaia e migliaia di fili dal
suo corpo, attaccandoli alle centinaia di cadaveri attorno a noi. Tutti
i
pattugliatori temporali, o meglio, i loro gusci vuoti, si erano
prontamente
alzati per riaffrontarmi nuovamente.
Mi
alzai in volo, pronto ad affrontare nuovamente
quell’esercito di cadaveri ambulanti.
Pensavo
di liberarmi molto velocemente di quella marmaglia,
ma mi sbagliavo. Quella mocciosa era perfettamente in grado di
controllarli e
spingerli al massimo delle loro capacità. Inoltre, con il
suo sharingan lei era
in grado di aiutarli, anticipando i miei movimenti e respingendoli di
conseguenza.
Con
mio immenso stupore, mi resi conto di stare ad usare il
50 % della mia potenza. Era assurdo.
No. Non lo era.
Non erano loro a
essere diventati più forti…
… ero io che mi
stavo indebolendo!
Come era possibile?
“Mocciosa…
questa è colpa tua! NON E’ VERO?!”
le urlai,
inferocito, notando solo in quel momento un qualcosa che era spuntato
in mezzo
alla sua fronte…
… era un Rinnegan!
A quella stronza era
cresciuto un terzo occhio, oltre a quelli che già aveva, e
con esso stava
assorbendo tutte le mie energie trasferendole alle sue marionette!
“SHINRA TENSEI!”
Il
mio corpo venne schiacciato dalla pressione di tutte le
centinaia di marionette umane utilizzate da Ayumi, la quale aveva
già preparato
un nuovo assalto…
… in volo su un gufo
fatto di argilla, lei era armata di una nuova spada fatta di carta,
pronta a
colpirmi nuovamente…
… mio Dio…
… ma ci credeva sul
serio?
Stupida… si era
condannata da sola!
Mi
bastò schioccare le dita una volta, e tutte le marionette
di Ayumi si dissolsero in polvere sotto il suo sguardo incredulo.
Avevo
sprecato metà della mia forza, vero, ma lei si era
dimenticata di un semplicissimo particolare.
Io non avevo ancora
usato la Fusione Anomala e la mia forma Risveglio!
Non
ebbi nemmeno bisogno di pronunciare le formule. Cinque
secondi dopo, Ayumi era stata schiacciata sotto il peso della mia forma
da Lupo
Mannaro.
“E con questo, la tua ora
è giunta!”
La
battaglia era già giunta al termine. Nella mia forma
completa, io ero in grado di usare poteri in grado di contrastare i
suoi, senza
alcuna fatica. Perfino la bambina se n’era resa conto,
perché il suo sguardo
era colmo di panico e orrore.
Ci
aveva messo tutte le sue forze nel provare a uccidermi,
ma non era riuscita nel suo intento.
Ora
sarei stato io a occuparmi di lei...
… letteralmente!
“Vuoi che ti sveli un
piccolo segreto, ragazzina? Tu non sei davvero immortale…
semplicemente, non
puoi morire fino a quando il tuo cuore o il tuo cervello restano
intatti!
Perciò… a me basterebbe usare l’Hakai
per porre fine alle tue sofferenze…”
“… bastardo…
questa…
questa me la…”
“… paghi? Avresti
dovuto seguire il consiglio del tuo amico androide e fuggire via. Di
certo non
ti sarebbe successo questo…”
[Archangel
– BEST OST IN THE WORLD]
Ayumi,
orripilata, cominciò a urlare per il dolore. Le sue
braccia stavano cominciando a cancellarsi, trasformandosi in migliaia e
migliaia di particelle. Senza le sue mani, lei non poteva
più usare le tecniche
shinobi. Oltre a quelle, tuttavia, avevo saggiamente deciso di
cancellarle
anche i suoi tre occhi, rendendola definitivamente cieca e impedendole
l’utilizzo dello Sharingan e del Rinnegan.
Era
inerme, dinnanzi al mio potere. Io ero anni luce più
potente di BETA Simon perché, oltre ad aver annichilito
l’anima di Zero dentro
al mio corpo, ero stato perfino in grado di imparare l’Hakai
grazie agli
insegnamenti del Sommo Sacerdote. Ero un Hakai-Shin, in tutto e per
tutto.
Ormai
certo di aver sottomesso la mia avversaria, decisi di
interrompere la cancellazione. Non erano rimasti pattugliatori
temporali in
quella città, e non poteva più recuperare alcun
pezzo mancante con le tecniche
di Kakuzu perché ogni corpo era stato polverizzato e
spazzato via dal
sottoscritto.
Era
il momento di fargliela pagare, per aver cercato di
uccidermi.
“Vivi in fondo i tuoi
ultimi istanti, Ayumi Yoshida… QUESTO E’ UN VERO
MOSTRO!!!”
Le
urla della bambina, se possibile, diventarono ancora più
agonizzanti e ciò fu musica per le mie orecchie.
D’altronde, come
poteva reagire una piccola bambina di sette anni che veniva mangiata
viva da un
carnivoro?
Stava perfino cercando
di azzannarmi la mano, quella sciocca bambina, ma non sarebbe mai
riuscita a
liberarsi di me.
L’avrei divorata viva,
pezzettino dopo pezzettino, impedendole di ricostruirsi o di tornare in
vita.
“Hakai…”
Un
brivido percorse tutta la mia schiena e mi allontanai
quel tanto che bastava per evitare la pericolosissima sfera lanciatami
dal mio
nuovo avversario. Questo permise alla bambina di sopravvivere, ma il
suo ventre
era stato squarciato dai miei aguzzi denti, dai quali penzolava
ciò che avevo
strappato dal suo tenero e dolcissimo corpicino.
Automaticamente,
i filamenti di Kakuzu si affrettarono a ricucire
lo squarcio, ma la bambina non avrebbe più potuto combattere
quella guerra.
Masticai deliziato il pezzo di carne strappatole, ingoiandolo e
fissando
attentamente il mio nuovo avversario.
“Ma guarda un
po’… chi l’avrebbe mai detto?”
esclamai, sorpreso
“Lord
Beerus è venuto qui per farsi uccidere! E vedo che non
è da solo!”
Con
lui, infatti, vi stavano anche una decina di persone, a
me ben note.
Quindi
erano riusciti tutti a raggiungere Conton City. Si trattava
di Vefuniel, Nori, BETA Sora e BETA Riku, Eraser Head con Shoto
Todoroki e Momo
Yaoyorozu, l’intera combriccola delle meraviglie appartenenti
alla Linea
Spazio-Temporale ALFA (Kairi, Junion, Flame, Clairy) con
l’aggiunta di BETA
Shiro, e infine Lilith, la quale si affrettò subito a
controllare le ferite
della piccola Ayumi, prendendola in braccio e allontanandosi dal luogo
dello
scontro.
Sarebbe stata una
faticaccia occuparmi di tutti quei farabutti in un colpo solo, con la
mia
stamina in riserva.
***
Dimensione
ALFA - Accademia di Los Angeles
Nel
mentre…
ALFA
DRAGON
[Continuazione
– Archangel – BEST OST IN THE WORLD]
La
situazione, purtroppo per noi, era precipitata molto
velocemente. Il Sommo Sacerdote si era reso conto di WALL-E e
l’aveva
distrutto, impedendoci di assistere alla discussione tra lui, BETA Chi
e Asia.
Per questo motivo, Merus aveva ordinato l’immediato assalto
al palazzo ma,
quando aprimmo l’immenso portone della dimora, fummo subito
assaliti da decine
e decine di frammenti demoniaci, appartenenti sicuramente a un Majin,
che ci inglobarono
al loro interno e ci impedirono di fuggire.
Miseria divina…
… non avevamo nemmeno
cominciato l’assalto, ed eravamo già stati tutti
separati!
Per
fortuna, ero stato abbastanza furbo da usare una
barriera di KI per proteggermi, e in questo modo fui in grado di
liberarmi da
quella prigione.
Sussultai
quando mi resi conto di non trovarmi più al
Palazzo del Dio Supremo, ma all’interno di una base militare
a me ben nota.
Ero
stato tele-trasportato nella città di Los Angeles,
più
precisamente all’interno dell’immenso cortile della
Fortezza dei Comandanti.
Quel posto era cambiato tantissimo, rispetto all’ultima volta
che l’avevo
visto. Tantissimi graffiti ricoprivano tutte le pareti, rendendo quel
luogo
meno orribile e spaventoso di quanto non lo fosse stato per quasi venti
anni.
Doveva trattarsi, immaginai, della tanto decantata Accademia istituita
da Gabor
Black per ordine del Grande Druido Gandalf e di mia moglie.
Chiunque mi avesse
attaccato, era stato in grado di trascinarmi nuovamente nella
Dimensione ALFA.
Cominciai
a cercare con lo sguardo una possibile traccia del
mio nemico. Li intravidi, a qualche metro di distanza da me, mentre mi
fissavano con aria annoiata.
[Boro
Suru Akui – BOKU NO HERO ACADEMIA]
Si
trattava di Diablo e Glacial. Il primo era nella sua
forma potenziata e possedeva una copia dello Scettro Magico di
Malefica, mentre
il secondo era trasformato in Demone del Freddo. Come era possibile,
pensai
inizialmente, prima di controllare attentamente le loro aure.
No. Non erano loro. Solo
il loro aspetto era identico…
… in quanto
alla loro potenza, mi resi conto con orrore, erano
centinaia di volte più potenti e possedevano il KI Demoniaco.
“Immagino che non mi
lascerete andar via così facilmente, non è vero?”
provai a parlare con
loro, cercando di distrarli…
… peccato che si
fossero già gettati al mio attacco, Glacial con un assalto e
Diablo con un
incantesimo!
“E ti pareva!”
esclamai, inferocito, trasformandomi in SS2 ed evocando il mio
Key-Blade,
pronto alla battaglia e a riceverli.
Speravo
di potermi liberare in fretta di entrambi,
conoscendo tutti i loro punti deboli. Prontamente, evitai il primo
colpo di
Glacial e mi fiondai contro Diablo, schivando anche la sua magia
oscura, pronto
a colpire lo stregone con un affondo del mio Key-Blade…
… qualcosa, però,
saettò vicino al mio orecchio e i miei sensi da drago mi
salvarono la vita evitando
di restare senza testa.
Ero rimasto impietrito
davanti a quella nuova novità. Come diavolo
faceva, quel Glacial, a usare i due Key-Blade?! Non li avevo distrutti
personalmente dieci anni prima, nel Mondo del Nulla?
Quell’attimo
di distrazione fu più che sufficiente per
Diablo che, a grandissima velocità, mi sbalzò
dall’altra parte della struttura.
Volai senza poter evitare l’impatto, divellendo le mura
dell’Accademia e
finendo all’interno di una delle tante aule.
Non
ebbi il tempo di mostrare il mio terrore nel comprendere
che entrambi i miei vecchi nemici fossero stati potenziati e resi
semplici e
mere macchine da guerra inarrestabili. Entrambi provarono nuovamente ad
attaccarmi, ma io riuscii a distrarli con un semplice Taioken,
accecando la
loro vista e permettendomi di azzerare la mia aura.
Quei
pochi secondi furono più che sufficienti per
nascondermi da un'altra parte, correndo all’interno di quei
corridoi
pericolanti.
Salendo
le scale dell’accademia, raggiunsi il piano più
alto
e sferrai un pugno al portone in quercia, spalancando
quell’ufficio con la
forza. Doveva trattarsi, molto probabilmente, della presidenza. In
preda al
panico, mi nascosi dietro la scrivania appartenuta a Gabor Black,
cercando di
rifiatare e di analizzare la situazione che si era creata.
[I’m
Seriously Going To Crush You – BOKU NO HERO ACADEMIA]
Diablo e Glacial erano
stati resi dei Majin. Tutte le loro debolezze, pertanto, erano state
automaticamente annullate, e i loro poteri erano aumentati
vistosamente. Non
potevo certamente affrontarli in coppia, e soprattutto non potevo
combatterli
da solo, o per me sarebbe stata la fine.
Volevo
evitare ampiamente di sfruttare i poteri di Alucard.
Se fosse andata a finire come l’ultima volta, ero certo che
non sarei riuscito
più a tornare come prima. Se davvero dovevo combattere e
togliere di mezzo
Majin Diablo e Majin Glacial senza aiuti esterni, allora dovevo
escogitare
qualcosa e non farmi uccidere nel mentre.
Di
certo, tra qualche secondo quel posto sarebbe saltato in
aria. I miei nemici sapevano perfettamente che non potevo essere
fuggito molto
lontano, e un colpo di entrambi alla loro massima potenza sarebbe
bastato per
scoprire la mia ubicazione.
Era
una lotta contro il tempo.
“Non distruggeranno
Los Angeles”
Incredulo,
mi voltai alle spalle cercando di capire chi
avesse parlato. Come diavolo avevo fatto a non rendermi conto di una
presenza
tanto vicina a me? Ero davvero terrorizzato fino al punto da non
accorgermi di
un estraneo dentro la stanza?
“Sta tranquillo,
mio caro giovanotto… non stai impazzendo. Semplicemente, non
hai mai visto dei
quadri prendere vita propria!”
Dei… dei quadri?
A
bocca aperta, mi resi finalmente conto di cosa stesse
succedendo attorno a me. L’intero ufficio del Preside,
infatti, era colmo di
quadri ritraenti tantissimi personaggi a me poco noti, di cui non avevo
mai
sentito parlare. La particolarità di quegli ornamenti,
tuttavia, era che le
loro immagini erano tutte in movimento, come se fossero decine e decine
di
televisori appesi al muro. Quello che mi aveva parlato,
però, ritraeva un uomo
a me molto noto, e tanto caro a Cargoth.
Erano
passati dieci anni dall’ultima volta che avevo visto
Gandalf il Grigio, e mi fece uno strano effetto rivederlo attraverso un
quadro
vivente.
“Per prima cosa,
Dragon Oronar, ti consiglio di sigillare la porta dalla quale sei
entrato… in
questo modo, i tuoi nemici non potranno scovarti velocemente. Punta il
tuo
Key-Blade verso la serratura e pronuncia la formula –
ALOHOMORA -”
Prontamente,
fidandomi di quell’uomo, decisi di ubbidirgli.
La serratura di quel portone scattò subito dopo aver
terminato di pronunciare
la formula, e la stanza rimase completamente bloccata. Una sottile
pellicola di
energia si sviluppò attorno alle pareti di quella stanza,
come un rivestimento.
“E’ una barriera
che si attiva al sigillo di questa porta. Quella in cui ti trovi
è una Stanza
delle Necessità, che può essere scoperta solo da
chi ne abbia bisogno e dove potrai
trovare tutto ciò di cui hai bisogno. Per farla apparire
bisognerebbe passarci
per tre volte davanti, pensando a una necessità con molta
intensità; peccato
che Gabor, molto saggiamente, si sia ‘dimenticato’
di sigillarla… e devo
ammettere che il suo lampo di genio, stavolta, è stato
provvidenziale per te”
“Perciò non
riusciranno più a trovarmi?”
“Esattamente, ma
non possiamo adagiarci sugli allori. Se loro non ti troveranno, allora
faranno
saltare questo pianeta e ti uccideranno”
mi redarguì Gandalf,
severamente “Dobbiamo
escogitare un
piano per salvarti la vita, preparandoti inoltre alla battaglia contro
il Sommo
Sacerdote…”
La
faceva facile lui. Era letteralmente un quadro!
“La prima cosa a
cui dovremo pensare, innanzitutto, è una via di fuga di
emergenza. Raggiungi
nuovamente la scrivania di Gabor e fruga tra i suoi cassetti. La prima
cosa che
dovrai cercare sono due guanti fatti in pelle con cucito, sul dorso, un
particolare simbolo circolare. Quando li avrai trovati, infilateli
senza fare
storie. Poi, sempre dentro quei cassetti, cerca un anello verde e uno
giallo.
Mettiteli in tasca, quando li trovi, ma mi raccomando… non
toccarli se prima
non ti sarai messo i guanti!”
Anche
stavolta ubbidii senza fare alcuna storia. Non
riuscivo a capire il motivo per il quale quegli oggetti fossero
così
importanti, anche perché mi sembravano davvero fin troppo
comuni…
… ma d’altronde stavo
ricevendo consigli dal più famoso Grande Druido mai esistito
sul pianeta Iovis!
Se lui mi diceva di fidarmi, non potevo che acconsentire alle sue
richieste.
“Ottimo, ragazzo.
Sappi che, una volta infilato l’anello Giallo, riuscirai a
raggiungere la
Foresta di Mezzo, una meta-dimensione nella quale potrai raggiungere
nuovamente
i tuoi amici. Ti basterà tuffarti nel laghetto giusto
scambiando i due anelli!
Ricordati! Il giallo ti allontana dal mondo dei vivi, il verde ti
riavvicina!”
“Giallo va via, Verde
ritorna… tutto chiaro!”
affermai, recependo al volo i suoi insegnamenti.
“Ottimo… per i
guanti, so solo che Gabor ci teneva tantissimo e che non li ha mai
mostrati a
nessuno. Glieli aveva regalati il suo vecchio maestro, Albus Grindelwald”
mi spiegò Gandalf, tristemente, rivelandomi “Gabor mi ha soltanto detto che il suo
maestro lo obbligava a
esercitarsi con la magia indossandoli, come se qualcosa di particolare
potesse
attivarsi… ma non ha mai scoperto cosa…”
“Un potere
nascosto…”
“… può darsi, ma io
te li ho fatti indossare per impedirti di toccare l’anello
giallo con la pelle
nuda, inavvertitamente. Il potere che voglio donarti si trova
all’interno della
cassaforte nascosta dietro il mio quadro. Io non conosco la
combinazione, ma tu
puoi subito sbloccare il meccanismo. Dico bene, Dragon Oronar?”
[Villain
– BOKU NO HERO ACADEMIA]
Senza
perdere tempo, afferrai il quadro e lo poggiai sul
muro, mentre portai il mio orecchio sul coperchio della cassaforte in
metallo,
facendo girare la rotellina con molta agilità. Con il mio
udito sviluppato, ero
in grado di percepire lo sblocco di quel codice come se stessi
ascoltando
musica dalle cuffie di un MP3. In meno di quindici secondi, io avevo
già aperto
la cassaforte.
Rimasi
sorpreso quando percepii uno strano e intenso potere
pervadere ogni centimetro del mio corpo. Scacciai immediatamente quelle
sensazioni sgradevoli, rendendomi conto provenissero da un piccolissimo
anello
in oro zecchino, su cui era incastonato un piccolo ma preziosissimo
rubino.
Doveva
trattarsi di un oggetto magico molto potente, ma
anche molto pericoloso se fosse finito in mani sbagliate.
“Un tempo ho
combattuto per un anello simile a questo, ma nel tuo caso posso fidarmi
ciecamente, anche perché il tuo Key-Blade
manterrà puro l’oggetto che sto per
donarti. Si tratta di un Anello del Potere, forgiato da Celebrinbor
nella
seconda era, e il suo nome è Narya. L’ho portato
con me fino al giorno della
mia morte e avevo chiesto a Gabor di conservarlo, fino al giorno in cui
avrebbe
incontrato qualcuno degno di indossarlo… e tu, Dragon
Oronar, lo sei”
Ero
a dir poco senza parole. Non mi sembrava vero.
Gandalf
voleva donarmi un cimelio così prezioso senza farmi
alcuna domanda?
“Che poteri possiede?”
“Nessuno. Ora è un
comunissimo anello!”
Tutto
l’hype che avevo inizialmente svanì nel nulla.
Era un anello
qualunque? Ma che…
“Quell’anello era
in grado di instillare la speranza, coraggio e audacia in coloro che lo
circondavano, dando loro la forza per combattere la tirannia e la
disperazione.
In più proteggeva dal male chi lo indossava e ciò
che lo circondava. Questi
poteri sono spariti centinaia di anni fa, quando la minaccia
più grande per il
mio mondo di origine ha cessato di esistere. Tuttavia, ho come
l’impressione
che qualcosa sia accaduto quando l’hai intravisto…
non è così?”
Me
lo sarei dovuto immaginare che quel vecchio si rendesse
conto del mio precedente tremore.
Quindi,
ricapitolando quanto mi avesse detto Gandalf, Narya
si attivava solo quando vi stava una grandissima minaccia,
perciò i suoi poteri
erano tornati nel momento in cui il Sommo Sacerdote aveva iniziato la
sua
scalata al Trono di Dio Supremo.
“Ti avviso, però…
non so cosa potrebbe accadere quando lo indosserai.
C’è un’altissima
probabilità che la tua forza venga incrementata, ma potrebbe
anche donarti
altri poteri a me sconosciuti. Narya ha una propria volontà.
Sarà lui stesso a
farti capire se ti ha accettato oppure no!”
“Potrei perfino essere
rifiutato?”
“In tal caso…
verresti arso vivo dalle fiamme di Anor!”
Bella
prospettiva. Dovevo correre quel rischio oppure no?
C’era
poco da scegliere, in quel momento.
“O la va o la spacca!”
affermai, tirando un lungo sospiro e allungando la mano verso quel
prezioso
cimelio, pronto a rischiare tutto, per un’ultima volta,
contro i miei vecchi
nemici.
***
Dimensione
ALFA – Palazzo dei due Zeno
Nel
mentre…
BETA
CHI
[What
Can You See In Their Eyes – BLEACH]
Quando
ero entrata dentro quel palazzo, tutto mi aspettavo
tranne che di assistere a uno scontro così violento. Asia e
Sloth se le stavano
dando letteralmente di santa ragione, senza risparmiare nemmeno un
colpo.
Durante
il viaggio di ritorno verso Narnia, la giovane donna
aveva spiegato quale fosse il suo potere ai miei compagni, e loro me
l’avevano
spiegato l’altra notte. La ragazza di colore, quando era
giunta su Anomaly, non
era ancora morta ma si trovava in uno stato di coma permanente. Questo,
di
conseguenza, le aveva permesso di non ricevere limitazioni sulle sue
capacità
combattive. Quella, di conseguenza, era la sua Anomalia.
Non
importava contro chi si trovasse. La sua Anomalia
consisteva nell’essere sempre più forte
dell’avversario che le si parava
contro. Non sapevo, tuttavia, quale Dazio le fosse stato imposto per
mantenere
il suo potere anche nel mondo dei vivi.
Grazie
al cielo, riuscivo a stare loro dietro. Non potevo
uccidere un nemico come Sloth, ma potevo distrarlo per donare ad Asia
un’apertura.
Fu
proprio uno dei miei affondi, con il mio Key-Blade, a
distrarre il Deadly Sins quel tanto che bastava per consentire alla
ragazza di
colore di colpire il nostro nemico con una delle sue frecce, che
perforò da
parte a parte il cuore di Hitomi…
… fu a quel punto che,
però, il tempo venne rigirato.
Tutti
e tre eravamo tornati nelle posizioni di partenza, e
Sloth era ancora vivo.
“Che peccato… tutta
fatica sprecata” dichiarò il demone,
sogghignando soddisfatto “D’altronde…
tu, Asia, non puoi uccidere nessuno! Tu resterai più forte
del tuo avversario,
ma non puoi togliergli la vita. Anche se volessi, tu non puoi vendicare
la
donna che hai amato!”
Asia,
visibilmente inferocita, si gettò nuovamente
all’assalto del suo nemico. Nonostante quest’ultimo
avesse l’aspetto di Hitomi,
lei non si faceva ingannare così facilmente e, con
un’agilità a dir poco
impressionante, infilzò una delle sue frecce nella carotide
del demone,
affondando l’arma dall’alto verso il basso e
tranciandogli l’aorta.
Sarebbe
dovuto morire istantaneamente, ma non funzionò
nemmeno stavolta. Come prima, anche in quel caso tornammo al punto di
partenza,
come se nulla fosse successo, e Sloth stava magnificamente.
“Niente da fare,
baby… io sono ancora tutto intero!”
la prese in
giro lui, soddisfatto, puntando il pollice verso di se “Non puoi sconfiggermi, mettitelo bene in testa! Non
sto nemmeno usando
il massimo dei miei poteri! Come pensi di cavartela? Sei
finita in un loop infinito!”
Riuscivo
a leggere la frustrazione negli occhi della donna
di colore, che non sapeva più che pesci pigliare. Hitomi era
morta e l’Anomalia
di quest’ultima era passata a Sloth. Come se non bastasse,
lui non stava
minimamente utilizzando i suoi massimi poteri. Se era davvero in grado
di
rubare le Anomalie degli altri guerrieri, Asia rischiava seriamente di
farsi
ammazzare.
Al
Deadly Sins bastava rubare l’Anomalia di Asia, e a quel
punto…
… no…
… se l’avesse fatto,
lui non avrebbe potuto più ucciderci!
“ASIA! CONTINUA AD
ATTACCARLO!” le intimai, con decisione,
ridandole speranza “IO TI
RAGGIUNGERO’
QUANDO AVRO’ ESCOGITATO QUALCOSA PER FERMARLO!”
“Ti credevo molto più
intelligente, mocciosa” mi redarguì
Sloth, sogghignando deluso “Ti rendi
conto del guaio in cui si è
cacciata la tua alleata? Lei non può uccidermi!”
“Ma tu non puoi rubarmi
l’Anomalia!”
Sloth
venne totalmente colto alla sprovvista. Prima che lui
potesse rendersene conto, Asia si era portata alle sue spalle,
aggrappandosi al
suo collo con il braccio destro e allungando la mano del sinistro verso
la sua
tasca…
… dove la guerriera di
colore aveva nascosto l’Anello Giallo, anch’esso
datole da WALL-E!
“Cos… NO! FERM…”
Fu
più che sufficiente. Asia e Sloth sparirono dalla mia
vista, e io restai completamente da sola.
No… assieme a me vi
stava Ingrian, ancora immerso nel suo loop.
Incredibile
cosa fosse riuscito a fare Sloth al Sommo
Sacerdote. La creatura più potente di tutti i tempi era
stata colta in fallo
dal suo stesso alleato. Tuttavia sapevo di non poter ancora colpire
quell’essere, nemmeno se si trovava immerso nella sua
illusione. I miei colpi
non avrebbero fatto altro che risvegliarlo. Era più saggio
tornare dagli altri
e aiutarli a combattere…
… perché, ormai avevo
compreso, tutti quei pezzi di Majin erano andati all’assalto
dei miei amici!
***
Anomaly
– Caverna delle Meraviglie
Nel
mentre…
AI
[Benibara
- NARUTO]
“Fiù… per fortuna
Keiichi e Pecan stanno ancora bene”
Io
e Jiren eravamo entrati dentro la Caverna delle
Meraviglie, mentre Peanut era rimasta all’interno della
Quercia Sacra, con la
missione di proteggere Fatima e distrarre tutti i nemici che avrebbero
osato
staccare anche solo una foglia da quel luogo così importante
per Anomaly.
Ero
certa che la folletta, con il supporto degli altri
nocciolini, sarebbe stata in grado di tenere a bada i nostri avversari,
come Goku
si sarebbe occupato dei guerrieri attorno all’immensa
struttura arbustiva.
Dovevamo
soltanto avere fiducia in Keiichi e Pecan, i quali
si erano fusi in un’unica entità. Assomigliava
tantissimo a Keiichi, ma le sue
orecchie erano allungate come quelle del suo amico folletto, e il suo
viso era
molto più asciutto e spigoloso, come quello di un adulto.
In
quel momento, la Fusione Anomala tra i due stava seduta
davanti allo scrigno di Malrion, poggiandoci sopra una mano con
delicatezza.
Sembrava stesse dormendo.
“Si riprenderanno?”
domandai a Jiren, il quale mi fece segno di sì con la testa.
“Certo! Se fossero stati
rifiutati dallo Scrigno, di loro non sarebbe
rimasta alcuna traccia”
Annuii,
più tranquilla. Il nostro destino, purtroppo, era
nelle mani di quel giovane ragazzino.
Improvvisamente,
il grigio si voltò verso l’entrata della
caverna, con aria minacciosa. Io feci altrettanto, capendo subito quale
fosse
la situazione.
Come
aveva previsto Peanut, i nemici più pericolosi erano
giunti dal sottosuolo, fuoriuscendo da esso come se fossero fantasmi.
Si
trattava di tre losche figure, accompagnate ciascuno da un proprio
custode.
Ne
riconobbi due all’istante. Uno di questi, purtroppo per
me, era il Dr. Gelo in persona. A differenza del suo aspetto mortale,
aveva un
braccio robotico al posto di quello destro e il suo custode era un
piccolo
robottino molto simile a WALL-E. Il secondo era Bear, il partecipante
al torneo
dell’undicesimo universo, il cui custode era letteralmente un
orso alto dieci
metri, il quale aveva molte ferite lungo il suo corpo, probabilmente
causati da
uno scontro ravvicinato contro Peanut e i Nocciolini.
Il
terzo, invece, assomigliava tantissimo a Jiren. Di
carnagione rossastra, era molto più magro rispetto al mio
compagno e portava
una lunga barba incolta. I suoi occhi, a differenza di quelli del
grigio,
trasmettevano malvagità dalle sue pupille. Il suo custode,
mi resi conto, era
simile agli angeli descritti dalla religione cristiana, ma non
trasmetteva per
nulla bontà d’animo.
Jiren,
purtroppo, lo conosceva perfettamente.
“… ancora tu…”
“Ci rincontriamo, giovane
Jiren…” affermò
costui, per niente
sorpreso di rivedere il grigio “… sono passati cinque anni da quel
giorno…
vedo che le mie maledizioni hanno avuto effetto”
“Jiren… chi è quel
tizio?” domandai al mio compagno, il quale ammise
con grandissimo
disprezzo.
“E’ colui che ha
ucciso i miei genitori… il suo nome è Lusfer ed
è uno
dei guerrieri più potenti che io abbia mai
affrontato… anche più del tuo
sen-sei Goku! Per sconfiggerlo, i Pride Troopers si sono alleati con le
Palle
di Fuoco Kamikaze… e in quella battaglia, purtroppo per noi,
ha fatto sparire
metà dei nostri universi con un semplice incantesimo!”
O
misericordia…
… dovevamo vedercela
contro un mostro del genere?
“Hai del fegato a metterti
contro di me, Jiren…”
continuò
Lusfer, per niente intimorito dallo sguardo omicida del grigio
“… speri veramente di
potermi sconfiggere?”
“Perché non ci provi?”
lo sfidò l’alieno, pronto al combattimento
“Sono passati cinque anni da
allora… posso toglierti di mezzo anche ora,
se lo desidero!”
“Se ci trovassimo nel mondo
reale, sarebbe così”
puntualizzò il
Dr. Gelo, spiazzando il mio amico “Tuttavia,
Lusfer è stato qui, su Anomaly, per quasi
cinquant’anni e non li ha passati
senza far nulla! Voi, invece, siete morti recentemente e avete perso
tutti i
vostri iniziali poteri! Non sperate di
cavarvela contro abitanti di Anomaly al pieno delle loro
capacità!”
Su
quel punto, purtroppo per me, lo scienziato aveva
pienamente ragione. Non conoscevamo quali fossero le Anomalie dei tre
guerrieri
che, a differenza nostra, avevano avuto molto più tempo per
allenarsi. Inoltre,
nessuno di loro era in modalità Fusione Anomala…
… ergo, potevano
diventare centinaia di migliaia più forti di noi.
Quello
sì che era un guaio. Era come se fossimo finiti
all’interno di un video-gioco. Non esistevano solo le regole
dettate da
Anomaly, ma ve n’era una alla quale avremmo dovuto prestare
attenzione se
volevamo sopravvivere. Ogni abitante di quel mondo, come il personaggio
dei
videogames, possedeva un livello e poteva aumentarlo se lo desiderava.
Davanti
a me e Jiren, che eravamo paragonabili a un livello
1, purtroppo c’erano tre guerrieri con un livello molto
vicino al 100.
Non c’era partita.
Dovevamo
far perdere loro tempo, cercando di guadagnare
secondi preziosi ai nostri compagni e ai due che stavamo proteggendo
alle
nostre spalle.
“Perché siete
venuti qui? Cosa puntate a fare nella Caverna delle
Meraviglie?” chiesi a Bear, il quale
sembrava molto più minaccioso
rispetto alla prima volta che l’avevo conosciuto.
“Immaginavamo che voi
non ne sapeste nulla” dichiarò proprio
quest’ultimo, cominciando a
camminare vicino alle pareti della caverna e rivelandoci “Perciò non vi è stato detto
nulla sulle Gemme Peccaminose!”
Sia
io che Jiren eravamo leggermente confusi. In effetti non
avevo mai sentito parlare da quando avevo messo piede su Anomaly, e il
grigio
sembrava altrettanto spaesato.
“Dovete sapere che, fino
a duecento anni fa, esistevano sette pietre chiamate Gemme Peccaminose,
grazie
alle quali si poteva incrementare enormemente la propria potenza, oltre
ad
annullare il proprio dazio se si entrava in possesso di una di queste”
cominciò a spiegarci Bear, osservando estasiato
l’interno della grotta in cui
ci trovavamo “Purtroppo,
dopo la sconfitta di un tale Judas, tutte e sette queste
pietre sono state distrutte per impedire che qualcuno potesse abusare
di quei
poteri…”
“… e tiro a
indovinare… voi volete ricrearle!?”
compresi al volo io, allarmata “Avete
la minima idea di quello che sta
avvenendo, nel mondo dei vivi?! L’intera Dimensione
Immaginaria rischia di
sparire! A cosa possono servirvi queste pietre?!”
“Ma che domande? A
ritornare in vita!” esclamò il Dr. Gelo,
con nonchalance, rivelandoci
inoltre “C’è
una regola, di Anomaly, che
nessuno vi ha ancora detto… l’anima
di
chi ritorna in vita va a finire non nella dimensione di provenienza, ma
in
quella opposta! Ergo…”
Se
io fossi tornata in vita, sarei finita nella Dimensione
Reale e non in quella Immaginaria, e lo stesso valeva per quei tre.
Ottenere il
vantaggio di queste fantomatiche gemme a un mese circa
dall’apertura del
Colosseo della Rinascita equivaleva a giocare sporco contro coloro che
volevano
ottenere quel premio correttamente.
“… che branco di
idioti… quella regola non è mai esistita!”
[Gouchini
Tatsu - NARUTO]
Quella
era la voce di Keiichi? Quando si era svegliato?
Prontamente,
il giovane ragazzino si era portato davanti a
noi. Non aveva ancora disattivato la sua Fusione Anomala, e questo lo
rendeva
più minaccioso che mai.
“Siete venuti dentro
questa Caverna perché credevate, erroneamente, che le Gemme
Peccaminose
provenissero dalle pietre preziose incastonate tra queste pareti”
continuò
il fratellino di Asia, quasi divertito dalla reazione sbigottita di
tutti e tre
i nostri avversari “Quello
che cercate non può essere riprodotto perché si
tratta di
gioielli appartenenti al mondo reale, incantati da Bellinherta Harke,
la Dea
Suprema precedente a Zarama e Zeno. Solo un Dio Supremo potrebbe donare
poteri
del genere… e, al momento, non esiste alcun essere divino in
grado di creare
anche solo una Gemma Peccaminosa. Non solo…”
“… adesso siete anche
circondati!”
Sì!
Grazie al cielo, Son Goku e tutti i Nocciolini erano
riusciti a raggiungerci dopo aver sconfitto tutti i nemici esterni alla
struttura arbustiva, e li avevano accerchiati.
Per Lusfer, Bear e il
Dr. Gelo era finita!
“Ancora tu, bastardo…”
affermò lo scienziato, visibilmente irato dopo aver
intravisto il suo più
grande nemico.
I
due si erano combattuti per anni, e Goku ne era sempre
uscito vincitore. Dubitavo che, questa volta, il vecchio avrebbe vinto
contro
il sayan, anche perché era circondato.
“Arrendetevi e andate via
da qui! Rispettate le regole, se desiderate
tornare in vita!” li minacciò
Keiichi, evocando una lancia di metallo
sulla sua mano “Altrimenti,
saremo costretti a trascinarvi in prigione… e vi negheremo
quest’opportunità per
l’eternità!”
Per
tutta risposta, quei tre coglioni si voltarono verso i
loro Custodi. Era palesemente chiaro il loro obiettivo.
“E sia…”
comprese Keiichi, con sguardo minaccioso, puntando la
sua arma verso di loro e ordinando a me e Jiren “… VOI DUE PROTEGGETE LO SCRIGNO! SE
RICEVE ANCHE SOLO UN GRAFFIO,
QUESTO MONDO IMPLODERA’ SU SE STESSO!”
***
Dimensione
di Conton City
Nel
mentre…
AYUMI
[Kakuzu
- NARUTO]
Ero
sopravvissuta per miracolo all’attacco omicida di ALFA
Simon, anche grazie all’intervento di tantissimi guerrieri
che conoscevo.
Lilith mi aveva raccolto da terra e mi aveva tratto in salvo, vicino
all’entrata del Covo del Tempo. Qui, io fui in grado di
ristabilirmi
completamente, riuscendo anche a recuperare la vista.
Ero
tornata al cento per cento della mia forza.
Il
mio nemico aveva sottovalutato la mia resistenza, e non
di poco. Credeva, erroneamente, che con ferite del genere io non sarei
potuta
tornare a combattere, ma non era così. Inoltre, io non
possedevo più un solo
cuore e Lilith si rese conto di ciò, osservandomi sbalordita.
“Incredibile… ma
quanti cuori hai assorbito, piccola?!”
“Quelli di tutti i
guerrieri caduti a Conton City” spiegai
io,
tristemente, ammettendo “Tuttavia, quel farabutto potrebbe uccidermi
disintegrando questo corpo… in quel caso, io morirei come
una persona
qualunque… e pensare che stavo per sconfiggerlo! Potrei
dargli del filo da
torcere anche adesso… se solo…”
La
regina dei Demoni, davanti alle mie parole, rimase
completamente spiazzata. Lei non poteva sapere nei particolari quello
che era
successo durante la battaglia tra me, Cell e ALFA Simon.
“… Ayumi… dimmi tutto
ciò che ti serve! Io prometto che ti darò tutto
l’aiuto possibile, se vuoi
sconfiggere ALF…”
Improvvisamente,
però, qualcosa ci distrasse dai nostri
discorsi.
Nel
cielo, infatti, erano apparse migliaia e migliaia di
luci, e tutte possedevano un’aura a dir poco malvagia.
Una
di queste, per nostra sfortuna, atterrò davanti ai
nostri occhi e prese forma.
Un
momento…
… no…
… impossibile…
“Ma… ma
quello…”
“… è una copia, non
è
quello reale” mi rassicurò Lilith, ma
solo in parte “Tuttavia, possiede le
cellule di Majin Buu e la sua aura è troppo
simile a quella di Sloth… porca miseria! Non potremo
proteggere il Covo del
Tempo con così tanti nemici ad assaltarlo!”
Prima
che potessimo rendercene conto, altre cinque di queste
entità si erano gettate all’attacco di Lilith,
cogliendola alla sprovvista.
“Ma che cazzo… ha
copiato perfino le loro capacità?!”
Quelli
che la stavano affrontando, infatti, erano copie
perfette dei suoi vecchi compagni già morti durante quella
guerra, ovvero Lust,
Greed, Envy, Gluttony e Wrath. Per colpa loro, la regina dei demoni non
fu più in
grado di proteggermi e venne allontanata da me e dalla copia di Junzo
che,
famelicamente, cominciò ad avvicinarsi a me.
Avrei
potuto contrastarlo, se avessi voluto, ma il mio corpo
si era paralizzato per lo shock. I ricordi di quanto quel maniaco mi
avesse
fatto esplosero nella mia mente, come un fuoco d’artificio
scoppiato nel bel
mezzo del silenzio, e non riuscivo più a recuperare
lucidità.
Oltre
a ciò, riuscivo a percepire l’aura del mio nemico
ed
era immensa. Ero riuscita a combattere contro ALFA Simon
perché lui era stato
indebolito, ma ora avevo di fronte un Majin al massimo della sua forza.
Da sola, non ce
l’avrei mai fatta.
Qualcosa
di umido cominciò a colare dai miei pantaloni. Me
l’ero letteralmente fatta addosso.
“I…
Itachi… aiuto…”
Prima
che quel farabutto potesse sfiorarmi con un dito, il
mio ospite prese completamente possesso del mio corpo e fu in grado di
evitare
il primo colpo del mio avversario…
… ma non fu in grado
di prevedere il secondo.
Itachi
non aveva mai affrontato un Majin. Non sapeva che
quel mostro poteva attaccare da qualsiasi parte del suo corpo, e
perciò venne
preso in pieno dal pugno fuoriuscito dallo stomaco del demone
artificiale, che
mi spezzò letteralmente il fiato.
A
un mostro come quello, quella distrazione era più che
sufficiente. Un secondo dopo avermi colpito, quella creatura si era
trasformato
in una melma, pronta ad assorbirmi.
Stavo
per unirmi nuovamente a Junzo…
… non poteva esserci
morte più umiliante, per me.
Violentata, abusata
sessualmente e uccisa dallo stesso uomo, a soli sei anni. Il mondo ce
l’aveva
proprio con me.
- Ayumi…
perdonami… -
No.
Itachi non doveva scusarsi con me. Lui aveva già
compiuto un vero miracolo, in quei giorni. Lui mi aveva spiegato fino
in fondo
cosa fossi davvero, e non mi aveva mai giudicato come un mostro. Era
anche
grazie a lui se avevo avuto il coraggio di rapportarmi con
Cell…
… se non altro,
avrei nuovamente raggiunto i miei amici
nell’aldilà…
… Goku
Sen-Sei…
… Ai…
… e anche
Cell…
… perdonami,
Leonardino…
“Riapri gli occhi,
mocciosa”
Quella
era la voce dell’androide. Ero già morta? Se era
così, non avevo minimamente sofferto.
Prontamente
ubbidii alle parole dell’essere perfetto…
… e rimasi sbigottita
quando mi accorsi che, in realtà, mi trovassi ancora nel
mondo dei vivi.
La
copia di Junzo era stata sbattuta dall’altra parte della
piazza, distruggendo il sistema ad ologramma raffigurante Chronoa. Era
ancora
vivo, ma metà del suo corpo era andata in cenere.
Io,
invece, mi trovavo fra le braccia del mio inaspettato
salvatore…
… eppure io l’avevo
creduto morto! Non si era auto-distrutto per cercare di uccidere ALFA
Simon?
Come aveva fatto a sopravvivere?
“E’ la seconda volta
che ti salvo la vita! Ti sei scordata che ho i geni di Majin Buu dentro
il mio
corpo?” mi rimproverò scherzosamente
lui, lasciandomi andare e dandomi un
buffetto sui capelli “Vedi di non
accumulare troppi debiti, perché poi li rivorrò
tutti indietro!”
Commossa
e grata che Cell fosse ancora vivo, annuii con la
testa e mi preparai nuovamente a combattere. Anche Itachi si era
ripreso dallo
spavento ed aveva nuovamente ripreso il controllo del mio corpo, pronto
a
combattere. Aveva subito attivato lo Sharingan mentre io avevo riaperto
anche
la mia terza pupilla, quella al centro della fronte, dove avevo appena
attivato
il Rinnegan.
In
due, ero certa, saremmo riusciti a sconfiggere Junzo in
ben che non…
“MASENKO!”
Sia
io che Cell rimanemmo a bocca aperta quando il nostro
avversario venne completamente incenerito da quell’improvviso
attacco partito dall’alto,
non lasciando alcuna traccia della copia di Junzo.
Di
fronte a noi era atterrato un guerriero che Cell
conosceva come le sue unghie, perché era stato la causa
della sua prima
dipartita.
“Una mano, Cell?”
“Ce l’avremmo
fatta anche da soli, bastardo!” gli
rispose,
scocciato, il bio-androide ma dal suo tono riuscii a percepire anche
una
leggera punta di sollievo.
Gohan
non era il solo ad essere arrivato a Conton City.
Riuscivo a percepire l’aura di tantissimi dei nostri amici.
C’erano Midoriya e
Ochaco che stavano combattendo insieme per sconfiggere le copie dei
loro più
grandi nemici, e assieme a loro vi stavano anche Bakugo e Kyoka.
Percepivo
anche l’aura di Peach, la quale stava facendo piazza pulita
di tutti i suoi
nemici insieme a Vegeta.
E non solo loro. Erano
arrivati tutti!
Erano venuti ad
aiutarci!
Anche
Lilth aveva ricevuto un aiuto a dir poco inaspettato,
da parte della persona che più di tutte non ci aspettavamo
potesse intervenire.
“C-Chronoa?!”
Ebbene
sì. Anche la Kaio-Shin del Tempo aveva deciso di
combattere, intervenendo personalmente nel combattimento tra la regina
dei
Demoni e le copie dei suoi vecchi compagni. Entrambe le donne si erano
portate
vicino a noi tre, pronte alla lotta.
“Ayumi! Tu hai detto di
avere un piano per sconfiggere ALFA Simon,
giusto?” mi domandò ancora una
volta Lilith, imperterrita “Sei
sicura?”
“Sì!”
confermai io, spiazzando tutti i miei compagni “Lui è
un terrestre come noi e ha un solo cuore… la sua forza
proviene soltanto dalla
Fusione Anomala con la sua versione di Zero… se riusciamo a
togliergli la vita
e distruggerlo, allora avremo la vittoria in tasca!”
“E tu hai già
trovato un modo per farlo, non è così?”
capì
subito Cell, puntando lo sguardo verso di me e chiedendomi “Ora voglio farti una domanda, Ayumi…
questo
puoi farlo soltanto tu, oppure potrebbe esserci qualcun altro che
potrebbe…”
“… no. Questo posso
farlo solamente io”
Tutti
sospirarono arrendevoli. Sapevo perfettamente il
motivo per il quale loro non volevano mandarmi a combattere nuovamente
contro
ALFA Simon…
… perché altrimenti io
ci avrei rimesso la mia vita.
“Lilith… io non
voglio più diventare Dio Supremo”
I
nostri compagni, io compresa, si voltarono verso di lui
con aria confusa. La regina dei Demoni, al contrario, aveva
già compreso il messaggio
nascosto di Cell…
… l’avrei voluto
capire anche io, prima che Lilith mi cogliesse alla sprovvista.
“Ma cos… NO! LILITH!
NOOOOO…”
Prima
che potessi accennare qualche protesta, la regina dei
demoni mi assorbì dentro al suo corpo. Io, purtroppo, non
feci in tempo a
evocare una barriera e venni completamente inglobata, senza riuscire a
liberarmi. Nemmeno Itachi mi aveva aiutato stavolta…
… lui aveva già
capito, e mi aveva impedito di intervenire.
***
Dimensione
ALFA – Palazzo dei Due Zeno
Nel
mentre…
BETA
CRISTAL
[Itachi’s
Theme - NARUTO]
Quindi
era quello il Palazzo del Dio Supremo. Che struttura
singolare. La sua forma ricordava un simbolo, il cui significato era
‘tutto’ da
quello che mi aveva raccontato la mamma quando ero piccola.
Entrai
al suo interno, seguita a vista d’occhio da Pride.
Dovevo fare attenzione a non farlo arrabbiare, o avrebbe cercato di
uccidermi
prima del tempo.
In questo, Hinode era
stata molto chiara. Dovevo attaccarlo solo quando lui si sarebbe
distratto. In
caso contrario, non avrei mai vinto e sarei morta troppo presto.
In
base a quello che avevo appreso sulla mia Linea del
Destino, io e Pride avremmo dovuto incontrare Sloth e il Sommo
Sacerdote, i
quali mi avrebbero rinchiuso dentro lo stanzino segreto in attesa che
ogni Cuore
fosse collezionato. Fino a quel momento, i nostri nemici avevano
conquistato
moltissimi Cuori di Oscurità, quelli recuperati dalle
sconfitte dei Deadly Sins
e dagli alleati del Sommo Sacerdote. A loro mancavano soltanto Sette
Cuori di
Pura Luce, e io ne possedevo uno.
Tuttavia,
non sapevamo ancora quanti altri Cuori Puri di
Luce avessero recuperato, e questo mi preoccupava.
Raggiungemmo
la Sala del Trono, in quel momento totalmente
vuota, e scendemmo dentro quella piccola botola, raggiungendo lo
stanzino
segreto del Sommo Sacerdote.
Peccato
solo che, in quel momento, dentro la stanza ci fosse
solo quest’ultimo. Di Sloth, Asia o Hitomi non
c’era alcuna traccia. Inoltre
avevo trovato strano il fatto che non ci fosse alcuna battaglia in
corso dentro
quel palazzo. Da quello che ci aveva detto ALFA Kairi, metà
del loro gruppo si
era diretto verso il palazzo dei due Zeno.
Cosa
diavolo stava succedendo?
“Mio… MIO SIGNORE! SI
RIPRENDA! COSA STA SUCCEDENDO?!”
Impietrita,
crollai in ginocchio quando il Sommo Sacerdote
si voltò, confuso, verso di noi. Era molto spaesato, e si
stava voltando
frequentemente da una parte all’altra, cercando di
comprendere quello che stava
succedendo.
“Dove… dove sono
finite? Dov’è quel figlio di…”
“Mio signore! Pride
l’ha trovato qui, da solo, mentre farfugliava parole
al vento” gli spiegò il
demone, visibilmente scosso dal comportamento
del suo signore “Non
c’è nessun altro,
al palazzo, oltre a noi due e questa giovane”
Le
parole di Pride confermarono tutte le mie preoccupazioni,
e l’ansia non fece che salire quando l’angelo si
avvicinò a me, cercando di
studiare le mie emozioni con il suo sguardo inquietante.
Il
Sommo Sacerdote mi passò una mano lungo il viso,
scostando una ciocca dei miei capelli. Le sue dita erano
così gelide che rabbrividii
al loro tocco, ma non accennai alcuna protesta.
Non
potevo.
“Quindi è così…
Sloth
mi ha tradito e ha fatto fuggire quelle due stronze”
Spalancai
gli occhi, sbalordita da quella rivelazione. Sloth
aveva attaccato il suo capo? Perché l’aveva fatto?
“Co-COSA?! IL COMPAGNO
D’ARMI DI PRIDE HA ATTENTATO ALLA SUA VITA?!”
“No, idiota… lui non
potrebbe uccidermi in ogni caso, non fin quando sono un Angelo”
lo redarguì
il Sommo Sacerdote, esclamando “Lasciamo
che siano i nostri nemici a occuparsi di
quell’idiota… d’altronde,
Sloth non serviva che a questo!”
Che
orrore. Il Sommo Sacerdote non aveva alcuna pietà dei
suoi stessi alleati. I miei compagni avevano ragione ad affermare che i
Deadly
Sins fossero semplici burattini nelle mani di un folle megalomane.
Le
previsioni di Hinode non avevano accennato a nulla
riguardante un tradimento di Sloth. Il mio compito, per sconfiggere
Pride,
sarebbe dovuto essere quello di provocare i due Deadly Sins per farli
scontrare
tra di loro. Il demone dell’orgoglio avrebbe pugnalato quello
dell’accidia alle
spalle, e io avrei ucciso a mia volta Pride a tradimento con la Spada
di
Narnia.
Senza
uno di loro, tuttavia, ero spacciata.
“Comunque… sono
contento che tu sia tornato qui, Pride. Vedo che ti sei
portato dietro uno dei nostri obiettivi!”
“Pride l’ha fatto, mio
signore. Lui ha recuperato sia la giovane Cristal che lo Scrigno Segreto”
Con
grande orgoglio, Pride consegno l’ambito premio al Sommo
Sacerdote che ricevette in mano lo scrigno per anni nascosto a tutto il
mondo.
All’inizio
l’osservò con molta perplessità.
Sembrava ancora
più confuso di prima.
“Pride… te
l’hanno consegnato di loro spontanea volontà, vero?”
“Esattamente. I nostri
nemici si sono tutti arresi, senza
che Pride combattesse contro di loro. In cambio dello Scrigno Segreto e
di BETA
Cristal, ha ridato loro ALFA Hinode e ha risparmiato le loro vite. Non
solo.
Gli è stato concesso di imparare il potere della piccola
Eri, grazie al quale
Pride potrà riportare indietro nel tempo il suo signore,
facendolo tornare un
mortal…”
“… sta zitto,
Pride. Sei solo un povero idiota…”
Sia
io che il demone restammo paralizzati per lo shock
quando fummo avvolti dall’aura di quel mostro. Era
impossibile restare
impassibili di fronte a quella potenza terrificante.
La
sua superiorità, in confronto a quella dei miei compagni,
era troppo evidente.
“Ma… mio
signor…”
“… ti sei fatto
gabbare da un branco di sciocchi mortali, e te l’hanno fatta
sotto il tuo naso
senza che tu te ne rendessi conto! QUESTO NON E’ IL MIO
SCRIGNO! QUI NON C’E’
QUELLO CHE HO NASCOSTO!”
L’angelo
aprì ferocemente la scatoletta, mostrandoci il suo
contenuto. C’era un Cuore, vero, ma si trattava di un organo
ormai marcio, e
non quello che serviva al nostro nemico.
La
vera scatola, purtroppo per lui, era già diventata
irraggiungibile per il nostro avversario.
“Tu… tu sai che
fine ha fatto! NON E’ VERO?! DICCI LA VERITA’!”
mi ordinò Pride, visibilmente in preda al panico per la
reazione del suo
superiore.
Dovevo
dirglielo, oppure no?
“E’ stato portato via
dai miei amici… siamo riusciti a tele-trasportarlo in un
luogo per voi
irraggiungibile. Qualunque cosa ci fosse al suo interno, non lo
riotterrete mai
più!”
Il
Sommo Sacerdote, davanti a quelle parole, era diventato
pallido come un fantasma. Il motivo era più che chiaro, ai
miei occhi.
Senza
il Cuore di Malrion, lui non poteva tornare a essere
un mortale…
… o meglio, lui poteva
ancora farlo, ma non avrebbe potuto vincere.
“Signore… Pride le
chiede perdono… lui ha commesso un gravissimo
errore…”
“… eccome se l’hai
fatto! CI TROVIAMO NEL GIORNO DELLA BATTAGLIA FINALE SENZA IL CUORE
ADATTO AI
MIEI SCOPI! HAI LA MINIMA IDEA DEL DISASTRO CHE HAI COMBINATO?! LA TUA
SUPERBIA
E IL TUO ORGOGLIO POTREBBERO AVERCI CONDANNATO A MORTE! NON ESISTONO
ALTRI
CUORI MORTALI CHE POSSANO SOPPORTARE IL MIO POTERE! DOVE DOVREI
TROVARLO,
ADESSO!? INOLTRE CI MANCANO ANCORA DUE CUORI DI PURA LUCE! SE NON LI
TROVIAMO,
SARA’ STATO TUTTO INUTILE!”
“E… e il potere di
Eri? Quello potrebbe ancora servirci, giusto?”
“RAZZA DI
DECELEBRATO! ERI ERA SOLTANTO UN’ESCA PER POTER PUNTARE A
CHRONOA! QUELLA
BAMBINA PUO’ SOLTANTO REGREDIRE UN CORPO MATERIALE NEL TEMPO,
FINO A FARLO
SCOMPARIRE… MA SI TRATTA DI UN SEMPLICE QUIRK, UN QUALCOSA
CHE ERA IN GRADO DI
FARE GIA’ LUST, SE LO DESIDERAVA! MA IO SONO UN ANGELO, UN
SEMI-DIO, E SU DI ME
QUEI POTERI NON HANNO ALCUN EFFETTO… A ME SERVE SOLTANTO LA
KAIO-SHIN DEL
TEMPO!”
Ecco.
Ora era tutto più chiaro.
Quindi
era questo il modo in cui il Sommo Sacerdote puntava
a diventare un Dio Supremo.
Per
prima cosa, avrebbe ottenuto il potere dell’X-Blade
recuperando tredici Cuori di Pura Oscurità (quelli degli
angeli, corrotti dal
potere dei Deadly Sins e dei suoi alleati, più quello che
voleva usare per se)
e sette Cuori di Pura Luce. In quel modo, avrebbe ottenuto
l’accesso a Kingdom
Hearts e avrebbe assorbito la sua energia, divenendo imbattibile e
indistruttibile.
Per far ciò, tuttavia,
doveva tornare a essere un mortale. Un essere vivente, mi era stato
insegnato,
aveva bisogno di tre Essenze per vivere, e senza una di queste non si
era più
vivi. Si trattava del Corpo Materiale (ovvero la Logica), del Cuore e
dell’Anima.
In
quel momento, il Sommo Sacerdote possedeva soltanto la
sua Anima. Il Cuore e il Corpo Materiale non li aveva.
Per
ottenere quest’ultimo, avevo compreso, si sarebbe
servito sicuramente di Chronoa, sempre se fosse riuscito a catturarla.
Quello
che lo stava mandando più nel pallone, tuttavia, era il
Cuore.
Senza
di esso, infatti, lui non poteva permettersi di
evocare l’X-Blade.
Le
parole di ALFA Hinode, in quel momento, presero senso.
Se salviamo lei e facciamo
sparire quella cosa, a prescindere dalla
modalità… allora vinceremo questa battaglia e il
Sommo Sacerdote non ci darà
più problemi!
Avevamo
distrutto l’Arrocco del nostro nemico. Non avrebbe
più potuto difendersi. Il Re Nemico era già in
trappola.
“No… non è ancora
finita… c’è ancora il piano di riserva!”
Orripilata,
mi voltai verso il Sommo Sacerdote. O mio Dio…
… un piano di
riserva?! Di cosa diavolo stava parlando quel farabutto?
Aveva pensato anche a qualcos’altro?
“Pride… hai un
solo modo con il quale potrai farti perdonare …”
gli ordinò l’angelo, puntandogli il dito contro
“…
devi recuperare altri Due Cuori
di Pura Luce. Non mi importa più se sanno usare un
Key-Blade… prendine due e
basta! Portali qui, e fai in fretta!”
“E lei?” chiese
il demone, indicandomi con ferocia.
Ero
nel panico più totale. Non potevo certamente combatterli
da sola. Era andato tutto a farsi friggere. Stavo per morire, e ne ero
consapevole…
… per questo, davanti
allo sguardo senza pietà dell’angelo, io mi arresi
definitivamente.
Era finita.
“Sbarazzati del suo
Corpo Materiale e della sua Anima. A noi basta il suo Cuore. Del suo
Key-Blade
Originale, ormai, non me ne faccio più nulla!”
“NON FARLO, PRIDE!”
Tutti
e tre ci voltammo di scatto verso l’entrata della
stanza segreta. Era arrivata la cavalleria pesante, comandata da BETA
Chi.
Parte
dei miei compagni erano già arrivati.
***
BETA
CHI
[Sasuke’s
Ninja Way - NARUTO]
Avevo
provato a lasciare il palazzo dei due Zeno, quando
improvvisamente Tanjiro mi aveva costretto a nascondermi dentro una di
quelle
stanze, azzerando la nostra aura e abbassando il mio respiro. Pride,
infatti,
era appena rientrato e si era diretto di gran passo verso la Sala del
Trono,
preceduto niente di meno che da BETA Cristal.
Quella storia non mi
piaceva affatto. Se Ingrian fosse riuscito a uscire dal loop temporale,
la
figlia di Kairi avrebbe dovuto vedersela contro due avversari a dir
poco
imbattibili. Dovevo aiutarla, in qualche modo.
Per
fortuna, qualcuno era entrato assieme a loro dentro il
palazzo, senza farsi scoprire dai nostri nemici. Si trattava della sua
famiglia
(BETA Kairi e BETA Emerald), di Ub, di BETA Malefica e di GAMMA Hinode,
Caulifla, Kale e Cabba, di Hiro e GoGo, di Goten e Trunks. Mi unii a
loro,
spiegando loro quanto fosse successo, e loro si sbrigarono a rivelarmi
quello
che avevano scoperto e fatto.
Quindi io e la Sezione
Anti-Mafia eravamo riusciti a indovinare il contenuto dello Scrigno
Segreto. E
bravo Shinichi…
… quando ci si metteva,
quel ragazzo era in grado di sorprendere chiunque.
Scoprire
cosa ci fosse ad attenderci, grazie alla
preveggenza di Hinode, mi aveva mandato il cuore in frantumi. Tuttavia,
se
tutto ciò sarebbe servito a sconfiggere quel farabutto,
vendicando tutti coloro
che erano morti per colpa sua, allora ero pronta a compiere il mio
Destino.
E forse, un giorno, io
sarei riuscito a rivederla…
Eravamo
entrati in tempo, prima che Pride ammazzasse la
povera BETA Cristal. Prontamente, Kale e Caulifla erano intervenute per
salvare
la giovane figlia di Kairi. Il Deadly Sins avrebbe sicuramente provato
a
colpire le due Sayan con i suoi poteri, se un’arma non fosse
apparsa tra le
mani di Cristal…
… ovvero lo
Scudo di Narnia, il quale protesse entrambe le guerriere
dalla polverizzazione!
Incredibile. Ma allora
il potere di quel demone poteva anche essere contrastato?!
“Perfetto… altri
imbecilli a darci fastidio!”
esclamò Ingrian,
ormai non più in grado di recuperare la sua compostezza
“Cosa volete, stavolta?! Avete
già rovinato il mio piano, e ora sono
costretto a usare quello di riserva!”
“Pride… tu non sai
tutta la verità sul tuo signore e su Sloth, vero?”
Mi
bastò quella frase per calamitare l’attenzione del
demone, il quale si voltò incuriosito verso di me.
Non
dovevo fermarmi in alcun modo. Se l’avessi fatto,
Ingrian ne avrebbe approfittato subito.
[Prophet
+ Crimson Flames - NARUTO]
“Il Sommo Sacerdote
è un precedente Candidato al Trono di Dio Supremo”
si inserì subito GAMMA Hinode, cogliendomi alla sprovvista e
portandosi davanti
a me “Il suo nome è
Ingrian Eyrian, e ha
già perso la sua opportunità. Sta cercando di
raggiungere la Dimensione Reale,
per distruggerla e cancellarla dall’esistenza…”
“… se ciò dovesse
accadere, la vita collasserebbe… e tutti, incluso te,
spariremmo per sempre!”
conclusi io, affermando successivamente “Per
quanto riguarda Sloth… lui ha sempre ingannato i tuoi
compagni! Li ha usati per
rubare le loro Abilità Vampiriche! Puoi star certo che
cercherà di attaccare
anche te, quando ne avrà l’occasione!”
Pride
si voltò, sospettoso, verso Ingrian.
“Mio Signore…
è vero quello che queste persone hanno detto?”
L’angelo,
più che mai, era preoccupato per la situazione che
si stava creando. Rischiava seriamente di perdere tutti i suoi alleati
e di
rimanere completamente da solo. Da quello che sapevo, ALFA Simon stava
combattendo a Conton City, mentre Asia stava trattenendo Sloth in
un’altra
dimensione. Se avessimo convinto Pride a mollare il suo superiore,
quella
guerra era vinta.
“Pride presume che
questa gente stia dicendo la verità…”
comprese il Deadly Sins, la cui
rabbia stava improvvisamente crescendo “…
PERCIO’ QUEL VERME DI SLOTH PUNTAVA SOLTANTO A FARE FUORI
PRIDE, EH?! MA ADESSO
LO SISTEMERO’ IO!”
“NO! TU RESTERAI QUI
E OBBEDIRAI AI MIEI…”
“… PRIDE NON HA
ALCUNA INTENZIONE DI SEGUIRE I PIANI DI UN FOLLE CHE VUOLE DISTRUGGERE
TUTTO
QUANTO! PER ANNI, LUI TI HA SEGUITO PERCHE’ SPERAVA DI POTER
OTTENERE LA
LIBERTA’, UNA VOLTA CHE TU AVESSI OTTENUTO IL TRONO DI DIO
SUPREMO, MA ORA
TUTTO GLI E’ CHIARO! TU VOLEVI SOLTANTO USARE PRIDE E TUTTI
QUANTI I SUOI COMPAGNI
PER I TUOI SCOPI! NON CI AVRESTI MAI DATO LA LIBERTA’, NON
E’ COSI’?! SAI COSA
TI DICE PRIDE?! CHE PUOI ANDARE A FARTI FOTTERE! LUI ANDRA’
DA SLOTH… E GLI
DARA’ UNA LEZIONE CHE NON SI DIMENTICHERA’
FACILMENTE… E POI TOCCHERA’ A TUTTI
QUELLI CHE HANNO OSATO PRENDERSI GIOCO DI PRIDE!”
Scacco Matto!
Ingrian era
ufficialmente rimasto da solo!
Pride,
più inferocito che mai, aveva deciso di uscire dalla
stanza, pronto ad abbandonare il Palazzo di Lord Zeno…
… c’era solo un
piccolo problema.
“Cos… NO! LASCIAMI
STARE!”
“VERME! LASCIA ANDARE BETA
CRIST…”
Lo
ammetto. Anche questa volta ero stata troppo lenta.
Qualcuno, tra i miei amici, aveva sicuramente sfruttato
l’Anello Giallo per
andare via dal palazzo, e si era portato dietro tutti quanti, Pride
incluso.
Per
la seconda volta da quando mi trovavo lì, io ero rimasta
completamente da sola con Ingrian…
… e stavolta,
lui era totalmente lucido!
Avevo
paura anche solo a voltarmi alle mie spalle. Ero certa
che, se avessi provato a compiere un solo passo, quel farabutto mi
avrebbe
fatto qualcosa di orribile.
“Perché… perché
nessuno riesce a capirmi…”
Ogni
grammo di ossigeno presente in quella stanza era
sparito, e non riuscivo più a respirare lentamente. Ero nel
panico più totale,
e non la smettevo di tremare.
In
tutta la mia vita, posso giurare di non aver mai provato
una sensazione di angoscia così straziante.
Pensavo di averla
provata con Rum, inizialmente. Poi con Zero, e successivamente con
Lilith…
… ma mai, mai nessuno
mi fece paura come la voce del Sommo Sacerdote.
Per
giorni io l’avevo creduto un essere tanto buono e
gentile, ma non avevo capito nulla. Quella serpe aveva indossato una
maschera
per centinaia di miliardi di anni e, in quel momento, l’aveva
gettata definitivamente
via.
“… fin quando la
Dimensione Reale esisterà, ci sarà sempre
qualcuno pronto a comandarci a
bacchetta… se non ci sarà qualcuno pronto a
difenderci da quei farabutti… tutto
ciò che ho creato, per renderci completamente liberi,
svanirà per sempre. Perché…
perché non volete aiutarmi?
RISPONDI!!!”
Non
avevo il coraggio di parlargli. Non avevo le forze per
provare a rispondergli a tono. Non poteva uccidermi, ma non osavo
immaginare a
cosa avrebbe potuto farmi per rendermi un inferno quei piccolissimi
istanti.
Avevo già scoperto
cosa avesse fatto ad Asia, e il solo pensiero che potesse fare qualcosa
di
peggiore…
… no…
… non avrei potuto
sopportare un dolore del genere.
Nemmeno
Tanjiro aveva il coraggio di parlare. Lui aveva
combattuto contro moltissimi demoni, ma si era reso conto che, contro
quella
calamità, non poteva aiutarmi in alcun modo.
“Nessuna risposta,
vedo…”
Cominciai
a singhiozzare quando percepii il suo fiato lungo
il mio collo. Aveva cominciato ad accarezzarmi i capelli, lisciandoli
con una
tranquillità quasi impensabile, vista la situazione.
Nonostante ciò, io avevo
ancora paura di guardarlo in faccia.
“… molto bene… e
così
sia… vorrà dire che attuerò comunque
il mio piano di sterminio…”
affermò
Ingrian, allungando le sue mani lungo la mia gola.
Era
ghiacciato. Le sue dita sfioravano la mia pelle come
pugnali incandescenti, e la sua bocca si stava avvicinando sempre di
più alla
mia pelle.
Ingrian
non era un Dio, ma restava comunque un’entità
impossibile, per me da sola, da affrontare e sconfiggere. Non aveva
bisogno di
uccidermi per torturarmi e farmi soffrire, e se n’era reso
conto dalle mie
lacrime.
“No… ti supplico… non
farlo…”
Ormai
la mia Anima stava parlando da sola. Non c’era modo
nel quale io potessi far nulla per sfuggirgli. Sapevo cosa avrebbe
fatto per
umiliarmi, e non avrei potuto fermarlo in alcun modo.
Preferivo la morte,
piuttosto che provare quelle sensazioni con quel mostro
disgustoso…
… era la mia fine…
… nessuno mi avrebbe
protetto, questa volta…
… nemmeno Simon.
“…
no… così sarebbe troppo semplice…”
Colta
alla sprovvista, mi resi conto che qualcosa era
apparso attorno a me. Doveva trattarsi di un Incantesimo di Sigillo,
perché non
ero più in grado di fuggire da quella bolla.
“Il tuo Cuore mi
sarà utile, mia cara Chi! Per prima cosa, dovrò
catturare tutti e sette i Cuori di Pura Luce. Perciò, oltre
a te, dovrò rapire
anche i Cuori di Hitomi, di BETA Cristal e ALFA Kairi. Ho
già quello di Cristal
della Dimensione ALFA, mentre gli altri due dovrò cercarli
tra coloro che sono
ancora vivi!” cominciò
a
delirare Ingrian, quasi ridacchiando “Pensavate davvero di avermi sconfitto, non
è così? Il mio Piano di Riserva sarà
comunque più che sufficiente per
sconfiggervi! Dovrò solamente muovermi nei momenti giusti, e
nessuno di voi
sarà in grado di fermarmi!”
“Non… non pensare che
tutti gli altri te lo permetteranno! Come farai a sconfiggerci, se non
puoi
ucciderci!?” provai nuovamente a farlo desistere
dai suoi scopi, ma lui,
ormai, non mi ascoltava più.
Aveva
ufficialmente perso il lume della ragione.
“Sono proprio uno
stupido… avrei dovuto agire in prima persona già
da parecchio tempo! Tanto, a
prescindere da tutto, mi basterà recuperare tutti i Cuori
mancanti e trovare un
semplice contenitore in cui reincarnarmi… e questo
basterà sicuramente! Chronoa non
potrà far nulla per fermarmi…
dovrà per forza farmi tornare mortale! SE USERO’
QUEL CUORE, ALLORA NIENTE MI
SARA’ IMPEDITO! SI’! POSSO ANCORA FARLO!”
Quella
sfera, con mio grandissimo orrore, stava cominciando
a diventare sempre più piccola, ed io la stavo imitando allo
stesso modo. Non
mi ero sbagliata.
Ingrian
mi aveva imprigionato.
“Chi… mia cara Chi… tu
e il tuo caro ragazzo avete continuato a boicottarmi e rovinare tutti i
miei
piani… sarebbe troppo gentile, da parte mia, vendicarmi solo
su di te. Sarebbe
troppo semplice usarti come un oggetto e umiliarti per
l’eternità, nelle
maniere più viscide e disgustose che esistano.
D’altronde, già qualcuno ha
provato a farlo, e non è servito a nulla.
C’è un solo modo per metterti a cuccia,
piccola puttana da quattro soldi… e l’ho scoperto
qualche giorno fa, quando ho
fatto uccidere i tuoi genitori…”
Se
quello era un incubo, io volevo svegliarmi.
Non pensavo potesse
esistere il diavolo, nel mio universo…
… ma quest’ultimo si
era palesato, davanti a me, e aveva deciso di torturarmi con il mio
solo ed
unico punto debole…
…
l’unico in grado di distruggere definitivamente la mia voglia
di
combattere.
“…ED E’ PER QUESTO
CHE ASSISTERAI, CON I TUOI STESSI OCCHI, ALLA DISTRUZIONE DI TUTTO
CIO’ A CUI
TIENI! OGGI ASSISTERAI ALLA MORTE DI TUTTI I TUOI COMPAGNI! TUTTI
QUELLI CHE
HANNO PROVATO A SCONFIGGERMI O CHE HANNO TRADITO LA MIA FIDUCIA, OGGI,
PAGHERANNO CON LA MORTE PER I LORO SBAGLI… GODITI LO
SPETTACOLO, CHI MIURA! IL
SECONDO ED ULTIMO TORNEO DEL POTERE… E’ GIUNTO
ALLA SUA FASE FINALE!”
“NO! FARABUTTO!
LASCIAMI! NO… NOOOOOOOOOOOOOOO!!!”
Quando
la mia sfera divenne grande quanto una caramella, il
Sommo Sacerdote la afferrò con le sue dita e
spalancò la bocca, ingurgitandomi
e facendomi sparire nel nulla, sancendo definitivamente la mia totale
sconfitta.
Perdonami, Simon…
… perdonami, amore
mio.
Perdonami…
- Gli anelli! Usa gli anelli!
-
Sgranai
gli occhi, incredula, quando Tanjiro mi ricordò che
avessi nelle mie tasche quelle due fedi, una gialla e una verde.
Possibile che…
… il Sommo Sacerdote
era davvero così stupido da essersi dimenticato di un
particolare così
importante?
No.
Lo stavo sopravvalutando. Il nostro nemico non stava più
ragionando con la mente lucida. Era diventato un folle incontrollabile,
ma a
causa di ciò commetteva anche più errori.
L’avermi
imprigionato assieme agli anelli sarebbe potuto
costargli caro…
… se, ovviamente,
questi avessero funzionato anche in quella barriera.
- Fa un tentativo, Chi! Asia ha
bisogno di una mano! -
Tanjiro
aveva ragione. Dovevo fare un semplice tentativo, in
fondo. Non avevo nulla da perdere.
Incrociando
le dita e pregando un Dio vero affinché mi fosse
vicino in quegli istanti, tirai un lungo sospiro e toccai
l’anello giallo con
un dito della mia mano.
***
Anomaly
– Caverna delle Meraviglie
Nel
mentre…
AI
[My
Mother and My Father - NARUTO]
La
battaglia tra noi e i tre farabutti era finita con la
nostra schiacciante vittoria. Nessuno dei tre fu in grado di
contrastare la
forza immensa della Fusione Anomala tra Keiichi e Pecan, che
impedì ai tre di
commettere altre sciocchezze. I nostri due compagni usarono un'altra
magia per
imprigionare i tre nemici, che non poterono più fuggire. In
pochissimo tempo,
alcuni nocciolini partirono in viaggio, verso una delle prigioni del
regno di
Gier, dove quei tre pezzi di merda avrebbero scontato una pesantissima
condanna.
“KEIICHI! STAI BENE, VERO?
NON TI HANNO FERITO?”
“PECAN! RAZZA DI
IDIOTA!!! MI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO! GUAI A TE SE PRENDI DECISIONI
COSI’
IMPROVVISE SENZA IL MIO PERMESSO!”
Io
e tutti quanti i miei amici scoppiammo a ridere quando
osservammo le due femmine che si sinceravano, a modo loro, delle
condizioni
degli loro amori. Fatima non faceva altro che controllare ogni
centimetro del
corpo di Keiichi, mentre Peanut stava letteralmente pestando di botte
il povero
Pecan, inseguendolo per tutta la Caverna delle Meraviglie. Solo
l’intervento di
tre altri nocciolini fu in grado di tenere a bada la folletta, la quale
aveva
reagito così solo perché si era spaventata molto
per la sorte di quello a cui,
avevamo capito tutti, avesse deciso di donare il suo cuoricino.
Solo
quando la situazione si placò, io mi avvicinai a
Keiichi per chiedergli spiegazioni su quanto avesse fatto.
“Ai… Jiren… Goku…
vi
dobbiamo dei ringraziamenti enormi! Solo grazie a voi, abbiamo scoperto
quale
sia la verità che si cela dietro la nascita di
Anomaly… E’ ESATTAMENTE
QUELLO CHE AVEVAMO IMMAGINATO! L’ANIMA CHE CONTROLLA
L’INTERA DIMENSIONE DI ANOMALY, ALTRI NON E’ CHE
CHEL!”
“DA-DAVVERO?!”
esclamai io, senza parole “MA
ALLORA… IL
SOMMO SACERDOTE E’…”
“… esatto. Malrion
Eyrian è quello che voi avete conosciuto come Zarama, mentre
Ingrian Eyrian è
il vostro Sommo Sacerdote. Anomaly è stata creata grazie al
Candidato al Trono di
Dio Supremo di nome Zero, il quale ha espresso il desiderio di creare
una Terza
Dimensione, oltre a quella Reale e Immaginaria, nella quale salvare
tutti
coloro che avevano dei rimpianti nella loro vita mortale, ma non
solo… su
Anomaly, vengono anche tele-trasportati coloro che hanno subito delle
ingiustizie per mano di Ingrian e coloro a cui sono state modificate
ingiustamente le Linee del Destino…”
“… e il Super Drago
Shenron, avendo in se l’anima di Malrion, ha deciso di
mandare Chel a creare
questa dimensione anomala!” compresi subito io,
tirandomi un ceffone sulla
fronte “Quindi
cosa c’è, dentro a quella scatoletta?”
“Semplice…”
ci rispose Pecan, soddisfatto “… dentro lo scrigno
c’è il Cuore
di Chel, ciò che permette a questo mondo di esistere! Per
questo, la prima
volta che Keiichi ha provato a prenderlo, è stato respinto
in malo modo… perché
non può essere spostato da lì!”
“Questa volta, dato che
volevo soltanto toccarlo per provare a
comunicare con Anomaly, io non sono stato respinto… e Chel
mi ha parlato
personalmente!” confermò il
fratello di Asia, annunciando a me, Goku e
Jiren “Mi
ha rivelato che è stata lei a infonderti quei desideri, Ai.
E’ stata
Chel stessa a volere che le Fusioni Anomale si attivassero anche nella
Dimensione Immaginaria… ed è stata lei a volere
che tutti i morti delle vostre
linee spazio-temporali raggiungessero questo posto! Dice che non hai fatto alcuno sbaglio…
che è rimasta colpita dal tuo
coraggio e dalla tua forza di volontà, che le hai tantissimo
ricordato la se
stessa del passato… è
fiera e orgogliosa
di come tu abbia combattuto per tornare sulla retta via, e ti sprona a
continuare su questa strada, senza alcun timore!”
Davanti
a quelle parole, mi ero commossa. Non riuscivo a
credere a quello che mi era stato appena detto. Sembrava che Chel mi
conoscesse
personalmente. Tutte le sue parole avevano colpito nel segno, e Son
Goku se
n’era reso conto dato che mi aveva abbracciato, comprendendo
il mio stato
d’animo.
“A proposito! Chel ci
ha anche detto di non preoccuparvi per quello che sta avvenendo nella
Dimensione Immaginaria!” ci avvisò
Pecan, gonfiando il petto con orgoglio “Dovete
sapere che…”
“KEIICHI! FATIMA!
COMANDANTE PECAN!”
Quella
non era la voce di Joseph?
Era proprio lui! Il
Comandante dell’esercito di Fatima era appena entrato dentro
la Caverna delle
Meraviglie e sembrava più terrorizzato che mai. Cosa era
successo?
No… non dirmelo…
… Lusfer, il Dr. Gelo
e Bear erano riusciti a scappare e liberarsi?
“Joseph, calmati! Va
tutto bene!” lo rassicurò Pecan,
avvicinandosi assieme a Peanut e
accarezzandogli la fronte per cercare di calmarlo “Dicci quello che è successo? Riguarda
quei tre che abbiamo catturato un
quarto d’ora fa?”
“Ecco… no. I miei
soldati hanno preso in custodia tutti e tre e li stanno conducendo a
Fatima… ACCIDENTI! FATEMI
PARLARE! E’ SUCCESSO
QUALCOSA DI TERRIBILE PER VOI TRE…”
detto questo, Joseph indicò me e i miei
amici provenienti dal mondo immaginario.
Solo
per noi tre? Qualcuno dei nostri compagni che non era
partito era stato attaccato?
No.
Quello che ci stava per dire il comandante era
addirittura peggiore.
“… IL COLOSSEO DELLA
RINASCITA E’ GIA’ STATO APERTO! QUALCUNO STA PER
TORNARE IN VITA AL POSTO
VOSTRO!”
***
[Continuazione
– My Mother And My Father - NARUTO]
Terribile…?
Quella notizia era a
dir poco catastrofica!
“CO-COSAAAAA?!
SIGNIFICA CHE SIAMO STATI ANTICIPATI DA QUALCUNO?!”
urlò Goku, visibilmente
sotto shock, tirando un pugno per terra “MALEDIZIONE! SIGNIFICA CHE DOVREMO ASPETTARE
ANCORA?!”
“No…
è ancora peggio…”
comprese però Jiren, rivelandoci “… se
anche dovessimo riuscire a vincere il prossimo anno, potrebbe essere
già troppo
tardi!”
No.
No!
“Ai…” si
avvicinò
a me Fatima, cingendomi le spalle con un abbraccio sincero e
comprensivo.
Con
lei avevo legato moltissimo, durante quel periodo su
Anomaly. Lei sapeva perfettamente il motivo per il quale ci fossi
rimasta male
davanti alla notizia di Joseph.
Non
avrei potuto mantenere la promessa fatta a Ub. Non sarei
potuta tornare in vita per stare assieme ai miei amici…
… non avrei potuto più
riabbracciare mia sorella Akemi…
… Ayumi e i Detective
Boys…
… Shinichi…
… Piccolo Sen-Sei…
… il Dr. Agasa, Simon
e Chi…
…
… Ub…
“Non dovete
preoccuparvi in alcun modo! Era tutto previsto!”
Confusi,
ci voltammo tutti verso Keiichi e Pecan, con
quest’ultimo che continuò la frase lasciata in
sospeso dal suo amico.
“Ve lo siete
dimenticato? Anomaly riporta in vita
coloro di cui il mondo dei vivi ha realmente bisogno. Chel ci
aveva già
anticipato questa sua scelta, mentre stavamo comunicando con
lei… ed io, assieme a Keiichi,
siamo d’accordo
con la decisione che lei ha preso!”
“Quindi si tratta di
qualcuno che può sconfiggere il Sommo Sacerdote?”
chiese Peanut, senza
parole “Anomaly
ha riaperto il Colosseo della Rinascita solo per questa
persona? Quanto è importante, se ha spinto il pianeta a
riportarlo in vita
senza alcun preavviso?”
“Moooooolto
importante!” le rispose Pecan, mostrandoci un
pollice alzato e facendomi un
occhiolino “Credimi, mia
cara… anche tu
sarai felice, quando lo incontrerai!”
“EEEEHHHH!? URCA! LO
INCONTREREMO?!” affermò Goku, ancora
senza parole per tutti gli avvenimenti
che si stavano susseguendo.
“Certamente. La Caverna
delle Meraviglie è l’unico posto in cui
è
possibile attraversare il varco tra le tre Dimensioni!”
confermò
Keiichi, puntando il dito verso le pareti “Osservate!
Le gemme incastonate sulle mura stanno brillando sempre di
più… è la
dimostrazione che qualcuno è pronto a tornare in…”
Il
giovane di colore smise improvvisamente di parlare. Stava
puntando lo sguardo dritto verso l’entrata della caverna,
davanti alla quale vi
stava una nuova persona, a me completamente sconosciuta.
Non
l’avevo mai visto, prima d’ora, eppure assomigliava
tantissimo a una persona a cui volevo molto bene. Non capivo il
perché, ma
sentivo di potermi fidare ciecamente di quell’uomo.
Se Anomaly voleva
mandarlo contro Ingrian, allora doveva esserci un valido motivo!
“Quindi sei tu il Candidato
alla Resurrezione scelto dal Colosseo della
Rinascita” dichiarò Keiichi,
con un enorme sorriso “Sei
stato velocissimo ad arrivare qui… come ci sei riuscito? Di
solito, gli altri
candidati ci mettevano mezza gior…”
Era
sparito alla nostra vista. Senza rendercene conto, quel
tizio era sparito nel nulla.
Lo
cercai con lo sguardo e lo trovai, indicando tutti gli
altri. Aveva raggiunto lo Scrigno di Chel e lo aveva accarezzato, come
un uomo
accarezzerebbe una persona a cui vuole un bene dell’anima.
Poi si era voltato
verso Keiichi, aprendo la bocca e indicando la sua cavità.
“Credo di aver
capito… ti è stata tolta la parola, non
è così?”
Alla
mia domanda, l’uomo fece un sincero cenno d’assenso
verso di noi.
“E in quanto a come
è arrivato qui… riesco a percepire
un’immensa
energia provenire dal suo corpo!” ci
rivelò invece Pecan a tutti i
presenti “Non vorrei sbagliarmi, ma
quel
potere io l’ho già percepito… non
vorrai dirmi che…”
[Destinys
Union – KINGDOM HEARTS ORCHESTRA]
Anche
qui il tizio usò il suo corpo per comunicarci la sua
verità. Semplicemente si girò di schiena,
puntando il suo pollice verso i
cinque tatuaggi che ricoprivano la sua schiena. Erano magnifici, e gli
ricoprivano tutto il dorso, senza lasciare nemmeno una parte scoperta
di pelle.
Quattro
di essi raffiguravano, per essere precisi, una marea
di fiamme, una distesa d’acqua, un cielo ricoperto di soffici
e candide nuvole,
e un enorme montagna rocciosa.
Fuoco. Aqua. Aria.
Terra. Quei quattro tatuaggi rappresentavano gli elementi della natura.
“Non… non è
possibile…”
Keiichi,
davanti a quei tatuaggi, era rimasto senza parole.
“Ma quelli…
quelli non sono la dimostrazione che…”
lo seguì a
ruota Joseph, altrettanto sconvolto.
“Ehm…
perché siete così sorpresi?”
chiese loro Goku,
visibilmente confuso.
Fu
Peanut a rivelarci la sconvolgente verità.
“Quei tatuaggi… sono
la dimostrazione che lui ha ottenuto e conquistato la
volontà delle Quattro
Reliquie Terrene. Solo Asia Taneko era stata in grado di raggiungere un
potere
simile… ma quell’uomo… è
assurdo. Nemmeno
tua sorella, Keiichi, era così potente dopo averli ottenuti!
Come è possibile?
Che razza di Anomalia possiede quest’uomo!?”
“AH! ORA E’ TUTTO
CHIARO! ANCHE LUI PROVIENE DAL MONDO IMMAGINARIO MA, A DIFFERENZA DI
TUTTI GLI
ALTRI, NON HA SUBITO ALCUNA LIMITAZIONE NELL’UTILIZZO DEL KI!
NON SOLO! IN
QUESTO MOMENTO, LUI HA ATTIVA LA FUSIONE ANOMALA CON IL CUSTODE CHE GLI
E’
STATO AFFIDATO!”
Davanti
alle parole di Pecan, tutti trasalirono per lo
shock.
Se
quell’uomo aveva potuto sfruttare il KI anche su Anomaly,
allora si trattava di un guerriero in grado di migliorarsi. Inoltre,
con la
Fusione Anomala lui era diventato ancora più potente.
“Non è solo quello…”
dichiarò però Keiichi, puntando il dito verso il
quinto tatuaggio, quello che
si trovava al centro degli altri quattro.
Era
l’immagine di un Cuore. Un semplice, scarlatto e
lucentissimo cuore rosso che sembrava pulsare con grande energia anche
sotto i
nostri occhi.
“… quello è il
tatuaggio… è il tatuaggio che si ottiene dopo
aver ottenuto la volontà della
Reliquia Sacra, quella che aveva trovato anche Hitomi!”
Questa
volta nessuno aveva deciso di rispondergli. Era
troppo lo shock davanti a tale rivelazione. Non sapevo cosa fosse
questa
Reliquia Sacra, ma dalle loro reazioni compresi si trattasse di un
oggetto dai
poteri incommensurabili.
Improvvisamente,
lo sconosciuto puntò un dito verso la sua
testa, e poi indicò Joseph, ripetendo tali gesti almeno tre
volte.
“Joseph…”
comprese Jiren, rivelando le intenzioni del candidato alla resurrezione
“…
credo voglia usare la tua Anomalia per comunicare con noi!”
Davanti
alla conferma dell’uomo muto, il comandante
dell’esercito di Fatima sospirò con aria
elettrizzata.
“Quante emozioni dovrà
provare ancora il mio cuore?”
Questo
disse il vecchio soldato, prima di ripetere i gesti
del candidato in simultanea con lui, in modo da attivare la sua
Anomalia.
Cinque
secondi dopo, gli occhi di Joseph mostrarono una
nuova luce. Sembrava una persona completamente diversa. Il suo sorriso
e la sua
risata per poco non contagiarono anche tutti gli altri, me inclusa che
non
stavo più capendo un accidenti di quanto stesse avvenendo.
“Signore e signori…
davanti a noi abbiamo un guerriero degno di questo pianeta!”
esclamò
Joseph, più eccitato che mai “Mi ha appena comunicato che ha intenzione di
dare una bella lezione al Sommo Sacerdote, e che dopo averlo fatto
tornerà qui
con l’anima di quell’imbecille!”
“Eh?! Che cos…”
“Non solo! Ordina a
voi tre, e a tutti gli altri guerrieri appartenenti al vostro
mondo…”
continuò però il soldato, ignorando
l’esclamazione di Goku Sen-Sei “…
di restare qui e di non provare, in alcun
modo, a tornare in vita, perché rischiereste soltanto di
essere cancellati!
Saranno i vostri amici a raggiungervi qui, e tutti gli abitanti della
Dimensione Immaginaria resteranno qui, a vivere su Anomaly per
l’eternità!
Quando tornerà, cercherà di essere molto
più chiaro!”
“Ma… ma che
diavolo sta dicendo?!” esclamai io,
assolutamente
contrariata “Lui non può
impedirci di
tornare in vita! Chi diavolo si crede di essere?!”
“Non dice che ve lo
impedirà…
semplicemente non ve lo consiglia, non in questo momento per essere
precisi”
specificò però Joseph, chiarendo quel concetto
“Se
resuscitaste prima del suo
ritorno, c’è l’enorme rischio che
possiate morire nuovamente, e stavolta
potreste non tornare su Anomaly…”
“… ma restare
cancellati per sempre, per via della battaglia”
comprese quindi Jiren, seguito dal cenno d’assenso di
quell’uomo dai capelli
chiari e gli occhi argentati, tanto simile a quella persona alla quale
volevo
così bene…
… e se…
… no. Mi rifiutavo di
pensare a un’eventualità del genere. Lui non
poteva essere morto.
Eppure…
… ora stavo andando
nel panico.
“Tu… tu chi sei…”
gli chiesi, spaventata a morte “…
ti
prego… dimmi che non…”
“Sta tranquilla, mia regina… mio
girasole… sorellina mia…”
Le
parole di Joseph mi spezzarono letteralmente il cuore.
Come avevo fatto a non
riconoscerlo? Eppure lui era una delle persone più
importanti della mia vita.
Avrei voluto tanto abbracciarlo, ma le mie gambe non se la sentivano di
muoversi.
Fu
lui ad avvicinarsi, abbracciandomi con affetto, e io non
potetti fare altro che rispondere con lo stesso gesto, scoppiando a
piangere
per il dolore.
Era successo. Non
sapevo come, ma lui aveva perso la vita mentre io ero già
morta. Come era
potuto succedere? Chi lo aveva ucciso? E gli altri? Stavano davvero
tutti bene?
“Dice di non
preoccuparvi… che è riuscito a trovare il modo
per sconfiggere il suo nemico!”
continuò Joseph, mentre il candidato si staccò da
me, con tranquillità “Dice
che ha scelto di morire spontaneamente per scoprire quale fosse la sua
Anomalia, prima di affrontare la battaglia finale. Tornerà
qui assieme a tutti
i vostri amici subito dopo aver sconfitto Ingrian… possiamo
soltanto fidarci
delle Pieghe del Destino”
Una
luce cominciò ad avvolgere il corpo di quell’uomo
così
potente, il quale allungò il pugno verso di me come faceva
quando era vivo.
Singhiozzando ancora più forte, io decisi di collegare il
mio pugno con il suo,
e lui si indicò il petto, quasi commosso.
“Ti… sniff… ti voglio
bene anche io…”
Con
quei semplicissimi gesti, ci eravamo già detti tutto.
Quando la luce divenne più intensa, io ero già
più tranquilla e libera da ogni
brutto pensiero.
Lui era già andato
via. Era tornato in vita, pronto a sconfiggere e salvare tutti coloro a
cui
volevo bene.
“Insomma… IO NON
CI STO CAPENDO NULLA!” esclamò
Peanut che,
poverina, assieme a tutti gli altri nocciolini voleva saperne di
più “CHI
E’ QUEL TIPO? COME HA FATTO A OTTENERE LA VOLONTA’
DI QUELLE RELIQUIE SACRE?!”
Fu
Jiren a risponderle tranquillamente, mentre io venni
consolata da Fatima e da Goku, il quale mi strinse in un caloroso e
paterno
abbraccio.
Non
fui più in grado di trattenere tutte le mie emozioni. Il
mio cuore mi spinse a esplodere, e mi strinsi forte al mio maestro,
colui che
mi aveva insegnato a combattere…
… colui che, con una
semplicissima proposta, aveva cambiato la mia vita…
… colui che, assieme a
Piccolo Sen-Sei, mi aveva insegnato a dare tutta me stessa per la mia
felicità
e per quella di coloro che amavo.
***
Dimensione
di Conton City – Foresta di Mezzo
Nel
mentre…
GAMMA
HINODE
[Emperor
Frieza – DRAGON BALL XENOVERSE]
Ci
eravamo riusciti. Io e i miei dodici compagni eravamo
riusciti a trascinare via Pride dalle grinfie del Sommo Sacerdote, ma
non
eravamo stati in grado di raggiungere la Dimensione GAMMA. Gli anelli,
infatti,
ci permettevano di viaggiare da un mondo a un altro, ma solo se prima
si
raggiungeva una meta-dimensione molto particolare.
Per
farlo tornare nel punto di partenza, infatti, avremmo
dovuto trascinarlo all’interno di uno dei tanti laghetti
dentro quella foresta
magica, infilandoci l’anello verde al dito.
All’apparenza
una missione facile…
… se non
avessimo avuto di fronte un Deadly Sins, e non uno qualunque.
Pride
era uscito in fretta e furia dall’acqua e si era
guardato intorno, visibilmente preoccupato. Doveva aver capito di
trovarsi in
un luogo molto particolare, e questo lo stava intimorendo. Noi tredici
lo
circondammo da tutte le parti, pronti a combatterlo. La frase che ci
pronunciò
successivamente, però, fu uno vero shock.
“… siete stati molto
furbi, Pride lo ammette. Questa foresta, d’altronde,
è l’unico luogo nel quale
noi demoni non possiamo usare il nostro Risveglio”
Quando
udimmo quelle parole, tutti quanti sgranammo gli
occhi per la sorpresa. Quel luogo era pericoloso per i Demoni Puri?
Non solo. Lui
conosceva già quel posto? Come era possibile?
“Pride deduce che, dalle
vostre facce paonazze, non sapeste cosa fosse
questo luogo. Il suo nome è Foresta di Mezzo, ed
è un collegamento magico tra i
mondi e le dimensioni temporali, creato dal Sommo Sacerdote miliardi di
anni fa.
Conton City si trova a pochi chilometri di distanza da questo posto” ci spiegò lui,
puntando il dito verso
uno dei tantissimi laghetti “E’ stato grazie a quella pozzanghera se
Pride, Lilith e i suoi scagnozzi furono in grado di fuggire dal Regno
Demoniaco, e lo stesso fu per Zero, ancora prima. C’è
solo una regola che
vige, in questo luogo… se si rimane
qui
per più di un’ora, la tua mente si azzera e sei
condannato a vagare dentro
questo mondo, senza alcuna possibilità di tornare indietro!”
“E azzera anche le
nostre capacità” notai, allarmata,
quando mi resi conto di non poter usare
la mia magia. Lo stesso valeva anche per mia madre, la quale si era
messa
prontamente dietro le spalle dei cinque sayan e di Ub, quelli con le
capacità
combattive migliori.
“Indovinato. Qui, non
possiamo usare alcun Key-Blade, non possiamo usare
l’aura e non possiamo sfruttare i nostri Quirk. Il Sommo Sacerdote le ha pensate tutte per
impedirci di toglierlo di
mezzo… se anche fossimo in grado
di
sconfiggerlo, a lui basterebbe raggiungere uno di questi laghi e
nascondersi.
Inoltre, è a questo che servono i nostri anelli”
Ma
certo. Ora mi era tutto più chiaro. Quegli
anelli, sui quali vi stavano i loro numeri di organizzazione,
erano identici ai nostri!
Quindi
era così che viaggiavano nel tempo. Avevano sfruttato
la Foresta di Mezzo, grazie a quegli anelli che portavano al dito,
sicuramente
più pratici e potenti dei nostri. Quando io mi trovavo con
loro, non mi avevano
mai fatto conoscere questo posto, forse perché non si erano
mai fidati ciecamente
di me.
Non avevano avuto
torto.
“Pride… cosa vorresti
fare?” chiese BETA Kairi al demone, preoccupata
“Non
abbiamo alcuna intenzione di
farti del male… se il tuo desiderio è quello di
voler tornare a essere un
mortale, allora noi possiamo…!”
“Tornare a essere un
mortale? Pride non crede proprio…”
“Ma… il Sommo
Sacerdote non ti aveva promesso la libertà?”
No,
Kairi. Il tuo ragionamento non era affatto corretto. Il
tuo concetto di libertà era completamente diverso da quello
che sognava e
sperava di ottenere Pride.
“Lei è una stolta, sua
maestà… solo un imbecille rinuncerebbe a poteri come i miei!
QUELLO CHE
PRIDE DESIDERAVA ERA IL POTER GIROVAGARE, NEL NUOVO UNIVERSO CREATO DAL
SOMMO,
SENZA ALCUNA LIMITAZIONE! SONO ANNI CHE PRIDE NON HA POTUTO ASSAGGIARE
UNA
GOCCIA DI SANGUE MORTALE, NELLA SUA VITA… E QUESTO
PERCHE’, ALTRIMENTI, SAREBBE
IMPAZZITO E NON AVREBBE PIU’ POTUTO TENERE A FRENO I SUOI
ISTINTI, FACENDOSI
SCOPRIRE DAGLI HAKAI-SHIN E DAGLI ANGELI!”
Lo sguardo disgustato
della sovrana era identico a quello di tutti gli altri suoi compagni,
io
inclusa. Quell’essere andava ucciso subito, e alla svelta.
“Pride è curioso
di sapere come e in che modo voi vorreste provare a
sconfiggerlo, se non conoscevate le regole della Foresta di Mezzo!”
continuò a prendersi beffa di noi quel verme, convinto delle
sue capacità “Volevate
trascinarlo all’interno di un altro mondo, non è
così? In questo modo vi
sareste soltanto condannati da soli! L’unico modo che avete
per ucciderlo,
impedendogli di usare le sue capacità, è
affrontarlo qui!”
“E tu sei convinto di
poterci affrontare da solo? Se nessuno di noi può
usare il massimo delle nostre capacità, quello svantaggiato
sei tu!”
gli fece notare BETA Emerald, mettendosi in posizione
d’attacco e puntando
ferocemente lo sguardo verso il suo avversario “Riusciremo
a farti fuori in pochissimi secondi, Pride! PUOI STARNE CER…”
Male.
Emerald aveva enormemente sottovalutato l’avversario.
[I’m
Seriously Going To Crush You – BOKU NO HERO ACADEMIA]
Pride,
infatti, con una tranquillità disarmante, aveva
estratto qualcosa dalle tasche della sua veste e l’aveva
puntata in direzione
del giovane principe.
Era
una pistola.
“ATTENTO!”
Subito
dopo aver notato la minaccia, qualcuno si era
frapposto tra Pride ed Emerald, riuscendo a deviare il proiettile
appena
partito dall’arma dell’infingardo demone.
Costei
era BETA Cristal, e tra le sue mani…
… no… non potevo
crederci…
… erano davvero Fiamma
della Speranza e lo Scudo di Narnia?!
“C… cazzo…
c’è
mancato poco!” esclamò il giovane
ragazzo dai capelli rossi, rimproverato
immediatamente dalla madre con lo sguardo “Grazie,
Cristal… ti devo un favore!”
Emerald,
nonostante il tentato attacco da parte di Pride,
non si sarebbe comunque fatto nulla per via delle sue cellule sayan e,
soprattutto, per gli allenamenti fisici che aveva sostenuto in quegli
anni.
Avrebbe dovuto, però, fare molta più attenzione
perché non sapevamo se quel
demone possedesse altre armi nel suo arsenale. In quanto a Cristal,
scoprire
che lei fosse in grado di utilizzare la spada e lo scudo ereditati dal
padre
era una notizia a dir poco magnifica.
Perfino
Pride, davanti a quello che era successo, era
rimasto colpito. Cristal era stata in grado di anticipare le azioni del
demone,
ed aveva avuto i riflessi per deviare la pallottola senza alcuna
fatica, grazie
alla protezione dello scudo.
Questo,
inoltre, ci aveva dato un suggerimento su come
ferire quel verme, ovvero le armi. Più ne avevamo a
disposizione, meglio era
per noi…
… e, dalla nostra
parte, avevamo qualcuno in grado di…
“Merda… non posso
evocare niente! Nemmeno la magia di Buu è efficace in questo
posto” affermò
Ub, con enorme fastidio “L’unica
che può
affrontarlo, in questo momento…”
“Non c’è solo lei!”
Giusto!
Ci stavamo dimenticando di Hiro e GoGo! Loro,
infatti, indossavano le loro divise e armature da eroi! Il ragazzo
poteva avvicinarsi
al suo avversario senza temere le pallottole della pistola, mentre GoGo
poteva
rivelarsi la più veloce tra tutti noi.
“Ehi! Non scordatevi di noi!”
dichiarò Caulifla, accompagnata da
tutti i sayan, ovvero Goten e Trunks, Kale e Cabba “Non ci servono armi o KI per dare una bella lezione
a questo coglione!”
“Giusto! Preparati a
prenderle di santa ragione, vecchiaccio!” la
seguì Goten portandosi vicino
a GoGo, la quale era già pronta a partire
all’attacco del suo nemico.
“Allora anche noi ci
muoveremo nella stessa maniera!”
esclamò
Malefica con le sue ali appena spalancate, accompagnata dalla famiglia
di
Cristal e dal giovane Ub “Se non
possiamo combatterlo con le armi, lo indeboliremo per Cristal!”
L’unica
che non aveva alcuna possibilità di muoversi, in
quel momento, ero proprio io. A differenza di tutti gli altri, infatti,
io non
avevo mai svolto allenamenti atti a migliorare il mio fisico, e per
questo non
potevo sperare di evitare una pallottola, non senza il mio scettro o
senza
poter usare il KI. Non solo.
Per
qualche strana ragione, il mio corpo si stava
indolenzendo sempre di più, e il mio controllo su di esso
era leggermente
diminuito. Il problema era che non riuscivo a capirne il motivo, e
ciò mi stava
preoccupando molto.
Non
potevo restare ferma, senza fare nulla, non con Cristal
che rischiava la vita contro quell’essere.
“HINODE! PRENDI
QUESTI!”
Qualcosa
mi venne lanciato a distanza dalla giovane
principessa. Si trattava di un pugnale, di un corno cavo in avorio e di
una
piccola ampolla di cristallo, che rotolarono sull’erba fino
ai miei piedi.
Erano
gli altri doni che BETA Dragon aveva fatto a entrambi
i suoi figli.
“Tienili al sicuro! Mi
raccomando!” mi urlò lei,
capendo subito
che qualcosa non stava andando nel verso giusto, con me “Ci penseremo noi a Pride! Tu vatti a nascondere!”
Con
l’orgoglio ferito e distrutto, capii di non avere altra
scelta. Rammaricata e distrutta, ubbidii alla ragazza che amavo,
allontanandomi
lentamente dal luogo dello scontro.
“State perdendo molto
tempo… siete sicuri di poter sconfiggere Pride in
meno di un’ora?!”
urlò il demone puro, il quale aveva spalancato la
bocca e aveva estratto, dalla sua cavità orale, una lunga
katana ricoperta da
un pericolosissimo liquido “LIBERI
DI
PROVARCI! PRIDE ACCETTA LA VOSTRA SFIDA! FATEVI SOTTO!”
La
battaglia cominciò subito dopo e io mi andai a nascondere
dietro un enorme pino, a una sessantina di metri di distanza.
Fu
a quel punto che le mie condizioni peggiorarono. Le forze
cominciarono ad abbandonarmi e fui costretta a poggiare la mia schiena
sul
tronco dell’arbusto, tossendo con veemenza. Quando notai, con
orrore, che la
mano con la quale mi ero coperta la bocca fosse coperta di sangue, mi
resi
conto della macabra verità.
[Bunseki
Analysis – BOKU NO HERO ACADEMIA]
La
tua potenza è, senza alcuna ombra di dubbio, aumentata! ma i
rischi di quella
brodaglia sono perfino maggiori rispetto a quelli della versione
precedente…
PIU’ UTILIZZERAI IL MASSIMO DELLA TUA FORZA, PIU’
VELOCEMENTE IL TUO CORPO NE
PERDERA’ IL CONTROLLO… ED ANDRAI INCONTRO AD UNA
ATROCE MA DOLCISSIMA MORTE!
Le parole di Zero risuonarono nella mia testa, come
la sentenza di
un giudice che impartiva una pena di morte per il malcapitato
colpevole. Non
ero ancora completa e non possedevo i miei ricordi, ma ciò
che avevo fatto con
la Yakuza non poteva essere cancellato, così come quel
grossolano errore.
Durante il torneo e, ancora di più,
durante la falsa battaglia
della Dimensione DELTA, io avevo usato parecchie volte la mia immensa
aura, e
in quel momento ne stavo pagando le conseguenze.
Provai a stappare la boccetta lanciatami da
Cristal, e con mia
grandissima sorpresa, fui in grado di farlo. Ne bevvi solo una semplice
goccia,
più che sufficiente conoscendo l’importanza di
tale medicina e sperando con
tutto il cuore che avrebbe funzionato.
Un
ennesimo colpo di tosse straziò ulteriormente i polmoni,
e questa volta il dolore fu quasi insopportabile.
Quelli erano gli
stessi sintomi con i quali BETA Ai era morta, qualche giorno prima,
provocati
dall’uso eccessivo del KI Power che avevo assunto quel
giorno, dentro al
ristorante nel quale avevo rincontrato Jin. Ad aggravare la situazione,
quello
stesso tipo di sostanza era stata ingerita anche dalle mie restanti
copie,
moltiplicando esponenzialmente la gravità delle mie pene.
La
parte peggiore, tuttavia, riguardava lo Scettro che io
avevo rubato a Diablo. Se avessi potuto utilizzarlo, io non avrei avuto
alcuna
difficoltà a ripristinare la mia salute. La Foresta di
Mezzo, tuttavia, mi
impediva di evocarlo e di esprimere il desiderio alle Sfere del Drago
in mio
possesso.
Ero
talmente scioccata che non mi resi conto di due figure che
si tuffarono dentro uno dei tanti stagni, a una trentina di secondi
l’una
dall’altro, sparendo senza lasciare alcuna traccia.
***
Dimensione
DELTA
Nel
mentre…
ASIA
[Kakuzu
- NARUTO]
Maledizione.
Se fossimo andati avanti ancora per molto, ne
sarei uscita pazza.
Io
e Sloth eravamo stati tele-trasportati nella Foresta di
Mezzo e, con la forza, ero riuscita a tele-trasportarlo nella
Dimensione DELTA,
dove avevamo cominciato a combattere.
Ogni
volta che riuscivo a sconfiggere Sloth, lui usava
l’Anomalia di Hitomi e mi costringeva a ripetere quelle
azioni daccapo,
impedendomi di metterlo fuori gioco.
Inoltre,
non si stava ancora impegnando a usare le Anomalie
dei suoi vecchi compagni, né tantomeno la sua. Avrebbe
potuto sconfiggermi
quando e come voleva, semplicemente assorbendo la mia Anomalia. A quel
punto,
non avrebbe potuto più battermi…
… non capivo…
… perché, invece, BETA
Chi sembrava avesse compreso quale fosse il punto debole del mio
avversario?
Perché non poteva assorbire la mia Anomalia?
Qual
era la paura nascosta del demone puro dietro il dazio
della mia…
… nel momento in cui
ci arrivai, continuai a sferrare le mie frecce verso la sua direzione,
con
determinazione centuplicata.
Ora ci ero arrivata!
Lui
non poteva assorbire la mia Anomalia perché, se
l’avesse
fatto, non avrebbe più potuto uccidere me o i miei
compagni…
… e non avrebbe
nemmeno potuto sconfiggere il Sommo Sacerdote!
“Pensi ancora di poterti
mettere contro di me, Asia Taneko?! Non
riuscirai a trattenermi ancora a lungo!”
Eravamo
tornati indietro, ancora una volta. Il vantaggio di
quei loop temporali era che io recuperavo istantaneamente tutte le mie
energie,
inclusa la stamina. In caso contrario, il suo vantaggio sarebbe stato
facilmente
annullato.
“So che l’hai
compreso, mortale… io non voglio
assorbire la tua Anomalia, perché altrimenti non sarei in
grado di ucciderti!”
mi rispose lui, con naturalezza, prima però di rivelarmi
“Questo, tuttavia, non significa che
non possa sconfiggerti!”
“Questo è tutto
da ved…”
PUNCH!
Indietreggiai,
sorpresa, a causa del pugno che mi era
arrivato in faccia. Mi toccai la guancia destra, gonfiatasi a causa
dell’improvviso colpo sferrato da Sloth.
La
sua velocità era decisamente aumentata.
“Ti piace? Tutto merito
dell’abilità vampirica di Wrath!”
gongolò lui, soddisfatto, facendomi segno di provare a
colpirlo nuovamente.
E
così voleva la guerra?
Lo avrei…
PUNCH!
Sbigottita,
provai nuovamente a toccarmi la guancia. Mi
aveva colpito nuovamente nello stesso punto?
No…
… figlio di puttana!
Me l’aveva fatta!
“Ci sei arrivata, non
è vero?” esclamò
Sloth, con aria
soddisfatta, sedendosi per terra davanti a me e rivelandomi “La
tua Anomalia è davvero fastidiosa, ma quella della tua donna
lo è ancora di più…
ora posso rigirare il tuo tempo al momento esatto in cui ti ho colpito!
Non ti
sei chiesta come mai non sei stata in grado di anticipare il mio primo
colpo?
Eppure dovresti essere molto intelligente, Asia Taneko…”
Certo
che l’avevo capito, viscido bastardo.
Quel
mostro non aveva mai riportato il tempo indietro nello
stesso istante, ma era andato sempre un passo più avanti del
normale,
impedendomi così di recuperare il cento per cento delle mie
forze.
Ora
non potevo più sfuggire al suo loop temporale. Solo
l’intervento di un altro guerriero avrebbe potuto salvarmi da
un’umiliazione
simile, spezzando quella orribile trappola.
“Maledetto… questa me
la…”
PUNCH!
Ero
stata colpita nuovamente, ma stavolta avevo provato a
rispondergli, gettandomi all’attacco del mio avversario.
Purtroppo,
però, la sua velocità mi aveva nuovamente
sovrastato, ed era stato in grado di colpirmi con un altro calcio.
Invece di
risolvere la situazione, l’avevo peggiorata ulteriormente.
“Brutto…”
PUNCH!
Sloth,
intelligentemente, aveva sfruttato quel singolo
errore tornando indietro nel tempo fino al momento del calcio.
Merda!
Così non sarei andata
da nessuna parte!
***
[Kimimaro’s
Theme - NARUTO]
Avevo conosciuto Hitomi
dieci
anni dopo essere giunta su Anomaly. Prima di allora, avevo cercato
strenuamente
mio fratello Keiichi per tutti e sette i regni, convinta che anche lui
fosse
stato portato lì dopo la sua morte.
Lo ammetto. In quegli anni,
avevo fatto di tutto per non meritarmi la resurrezione o la fiducia
della
popolazione di Anomaly. Ero disposta a qualsiasi gesto estremo pur di
riuscire
a ritrovarlo, anche rubare la Gemma Peccaminosa dell’Ira e
allearmi con Judas,
inconsapevole del legame che lui aveva con la mia vita.
Mi separai da lui e dal suo
gruppo di folli idealisti quando scoprii quali fossero i suoi reali
obiettivi.
Non mi sarei mai abbassata al suo livello. Non avrei mai permesso che
il mio
mondo, e con esso la mia famiglia, rischiasse di raggiungere quello
che,
all’inizio, credevo fosse l’inferno.
Fu con Hitomi che,
tuttavia, io
fui in grado di ritrovare me stessa. Io e Ayame, la mia amica lupa e
fidatissima Custode, avevamo incontrato quella ragazza e il suo
compagno di
avventure Lucky (una cornacchia spelacchiata e senza piume) mentre
viaggiavamo
nella Foresta di Raus, l’unico posto di quel mondo privo di
esseri umani.
Dovetti letteralmente salvarli da un feroce tirannosauro, rischiando
seriamente
di farmi pappare dal busto in giù, e da quel momento non ero
più riuscita a
separarmi da lei…
…
letteralmente.
All’inizio, sia
io che lei non
andavamo affatto d’accordo. Dal giorno in cui mi ero separata
da lei, al
limitare della Foresta di Raus, me l’ero ritrovata
invischiata in tutte le mie
avventure, come una cozza attaccata sullo scoglio.
La mia idea su di lei,
tuttavia,
cambiò quando venni aggredita da uno sgherro di Judas che,
per poco, non era
stato in grado di uccidermi. Ayame, disperata per la mia vita, mi aveva
letteralmente trascinato per la caviglia fino al primo villaggio che
aveva
raggiunto, chiedendo l’aiuto dei suoi abitanti. Solo Hitomi,
che in quel
momento si trovava lì per i fatti suoi assieme a Lucky, non
ebbe paura dei miei
tatuaggi e delle minacce che le avevano rivolto, portandomi
all’interno
dell’osteria in cui alloggiava e prendendosi cura delle mie
ferite.
Non riuscivo a credere che
potesse essere successo davvero. Un mio simile, per la prima volta
nella mia
nuova vita di Anomaly, aveva deciso di ignorare le regole non scritte
di quel
posto, salvandomi la vita.
Non ero ancora innamorata
di
lei, ma avevo deciso di porre la mia fiducia in quella donna che aveva
avuto il
coraggio di ripagare un debito. Fu lì che, assieme ad Ayame,
chiesi a Hitomi di
darmi una mano a cercare mio fratello Keiichi.
Le nostre avventure insieme
furono tantissime, e in ciascuna di esse io legavo sempre di
più la mia anima a
lei. Tre di queste, in particolare, mi fecero capire quanto lei fosse
importante per me.
***
[Continuazione
– Kimimaro’s Theme - NARUTO]
La prima fu
l’omicidio della
piccola Fatima. Nel regno di Gier, un conte di nome Indrus aveva deciso
di
sfruttare malamente il territorio che gli era stato concesso da sua
maestà, il re
Peters.
Non solo. Essendo, nella
sua
precedente vita da mortale, un fascista di origini italiane al comando
di una
colonia africana, si divertiva a rapire le bambine più belle
del suo regno
costringendole a subire rapporti non consenzienti di tipo sessuale.
La sua preferita era una
ragazzina di origine somala, di nome Fatima, che aveva provato a
fuggire grazie
all’aiuto di Hitomi. Purtroppo, però, la piccola
venne scoperta e riportata
nella villa di Indrus, ma ormai io avevo deciso di aizzare tutti gli
abitanti
di quel regno, pronti a far cadere la testa di quel verme. Ne
seguì una feroce
battaglia, nella quale il conte venne definitivamente sconfitto, ma per
Fatima
non c’era stato nulla da fare.
La bambina, subito dopo
essere
stata catturata, era stata condotta nella stanza delle torture, dove
era stata
brutalmente abusata da tutti i soldati comandati da Indrus. La bambina,
a causa
dello shock e delle disgustose ferite inferte in quelle violenze
sessuali, non
era stata in grado di sopportare quanto subito ed era morta. Scoperto
ciò, io
non fui più in grado di perdonarlo e decisi di togliere la
vita a quel verme
schifoso.
Se
la fine di quella bambina fosse toccata a Keiichi? No,
non volevo lontanamente immaginarlo.
Come se non bastasse, la
mia
azione portò a gravi conseguenze. Re Peters non aveva preso
bene quello che era
successo e aveva mandato il suo esercito a placare la situazione. Per
evitare
inutili spargimenti di sangue, nonostante le suppliche di Hitomi, io
decisi di
consegnarmi, offrendo al re la mia vita in cambio della salvezza dei
rivoluzionari.
Inizialmente lui non aveva
accettato, ma fu a quel punto che Hitomi venne in mio soccorso dopo
avermi
inseguito assieme a Lucky e Ayame, cercando di raccontare il motivo
dietro a
quella violenta rivolta. Peters non avrebbe risparmiato nessuno dei due
se non
fosse intervenuto un soldato, un uomo di nome Joseph, che con la sua
Anomalia
poteva leggere nella nostra mente, capendo le nostre buone intenzioni.
Grazie all’aiuto
di un altro
soldato, in grado di capire e mostrare la verità o la bugia
di una persona,
l’intera contea si salvò, ma io dovetti pagare a
caro prezzo la scelta
dell’omicidio di Indrus. La Gemma Peccaminosa
dell’Ira mi venne tolta e, a
causa dello strappo con quella pietra, io persi la mia memoria.
Non solo. Ayame, inferocita
per
quanto mi stessero facendo, provò ad attaccare il re, ma
venne uccisa.
La mia Custode, da quel
giorno,
non fu più al mio fianco.
***
[Man
Of The World - NARUTO]
La nostra seconda
avventura,
invece, avvenne nella capitale del Regno di Gier, rinominata Fatima per
ricordare l’anima di quella povera bambina rimasta uccisa
dagli stupri di quei
mostri.
Io venni assolta al
processo
grazie all’aiuto della regina Nell, la moglie di Peters, la
quale mi spronò ad
entrare nel nostro esercito. Con la mia memoria ormai andata a farsi
friggere,
decisi di accettare.
Hitomi, invece, venne
accolta
all’interno del palazzo e fece amicizia con i due principi
gemelli, il
temerario Sunrise e la dolce Sunrise, con i quali si mise in moto per
cercare
notizie su mio fratello a mia insaputa. Nel mentre, io ero riuscita a
farmi un
nome e una reputazione tra i soldati, divenendo nota come Zanna
Scarlatta.
Andava tutto bene, fino a
quando
non venni a scoprire il segreto più macabro di tutti, celato
nei sotterranei
del castello di Gier.
C’è
una particolare legge che esisteva
fin dal giorno in cui sorse Anomaly, riguardante coloro che avevano
meno di
sedici anni. Era stato scoperto, infatti, che questa categoria di
anime,
appartenenti al mondo anomalo, possedesse delle Anomalie più
potenti e
pericolose, molto probabilmente per metterli alla pari con gli adulti.
Scoperto
ciò, tuttavia, qualcuno aveva avuto la bruttissima decisione
di rapire alcuni
bambini per cercare di estrarre i loro immensi poteri, e per questo, in
tutti i
regni, venne decretato che le anime al di sotto dei sedici anni non
dovessero
essere torturate o uccise in alcun modo.
Ebbene. Dentro quel
laboratorio
segreto, vi stavano centinaia di bambini, di ogni età,
rinchiusi all’interno di
bocce di vetro sferiche colme di liquido violaceo. Quasi tutti loro
erano già
morti, e le loro cadaveriche membra fluttuavano lentamente dentro le
loro
prigioni.
Fu
la scena più disgustosa e raccapricciante alla quale
avessi mai assistito in tutta la mia vita. Fu grazie ad essa se,
tuttavia, fui
in grado di recuperare la memoria.
Solo una bambina, una
giovane
ragazzina di nome Momo, era ancora viva all’interno della sua
boccia, e io fui
in grado di liberarla e di fuggire assieme a lei, senza farmi scoprire.
Quando
raggiunsi Hitomi nella camera del suo castello, le raccontai cosa
avessi
scoperto e lei si offrì di nascondere la bambina dentro la
sua camera, mentre
io avrei condotto delle ricerche in gran segreto al riguardo di quanto
stessero
cercando di fare nel sotterraneo.
Per un mese intero, avevo
deciso
di far finta di niente, cercando di comportarmi in maniera normale e
gentile
come avevo sempre fatto, nel mio trascorso a Fatima. Solo Joseph,
diventato il
nuovo comandante dell’esercito, era riuscito a scoprire tutto
semplicemente
leggendomi la mente, ma ero riuscita a conquistare la sua fiducia e
aveva
deciso di aiutarmi nelle indagini.
Joseph.
Quell’uomo, dal giorno in cui ero giunta
nell’esercito, mi aveva trattato con una gentilezza e un
rispetto che nessuno,
in tutta la mia vita, mi aveva rivolto a pelle, se non la mia famiglia.
E, in effetti, lui era la
mia
figura paterna, in quel mondo.
Come immaginavo, non
circolarono
molte informazioni relative alla sparizione della piccola Momo, ma in
tutta la
città si era diffusa la notizia di un vandalo che aveva
tentato di infiltrarsi
all’interno del castello e che, conseguentemente a tale
fatto, le difese
attorno ai sotterranei fossero state implementate. Io e Joseph fummo
scelti per
proteggere l’entrata del laboratorio segreto, in compagnia di
altri due soldati
ai quali venivamo affiancati separatamente in un turno mattutino e in
uno
notturno, in alternanza.
Nei turni notturni in cui
io mi
trovavo in coppia con Joseph, entravo dentro al laboratorio e cercavo
di
scoprire qualche informazione in più. Fu in una di queste
sortite che scoprì l’orrenda
verità.
Dietro a tutto
ciò vi stava
soltanto il Re Peters, il quale puntava a distruggere e agglomerare
tutti i
regni di Anomaly nel suo, all’insaputa dei suoi figli
adottivi e di sua moglie.
Nella stessa sortita,
tuttavia,
io venni scoperta dallo stesso sovrano che, in compagnia di tutti i
suoi
alleati, arrestò sia me che Joseph. Per fortuna, Momo venne
salvata da Hitomi
che, per impedire ai soldati di catturarla, l’aveva affidata
ai Nocciolini. Io
e il comandante, tuttavia, fummo costretti a subire un ingiusto
processo.
Joseph fu straordinario,
quel
giorno. Si addossò tutte le colpe delle indagini, affermando
davanti agli occhi
dei giudici corrotti, ma anche di Nell, Sunrise e Starlight, tutte le
macchinazioni del sovrano e ciò che avevano scoperto dentro
quel laboratorio.
Fu tutto inutile. Quelle
povere
anime volevano troppo bene al loro fidato familiare, e Joseph venne
subito
condannato a morte, mentre per me era stata decisa la tortura e il
carcere a
vita. Per la seconda volta, dopo tutti quegli anni, mi ero resa conto
di essermi
affezionata a qualcuno e stavo, per l’ennesima volta,
rischiando di perderla.
L’esecuzione di
Joseph si tenne
cinque giorni dopo e io venni obbligata a parteciparvi. Era
l’umiliazione
scelta dal Re Peters per punirmi e per mostrarmi cosa mi sarebbe
successo se
avessi proferito anche solo una parola al riguardo del laboratorio.
Poco prima che il boia
calasse
l’ascia della condanna sopra il collo di Joseph, ero
scoppiata a piangere per
la disperazione e mi ero voltata verso Hitomi, che stava assistendo al
processo. Mi era rimasta solo lei, in quel momento…
…
Joseph era destinato a lasciarci per sempre, e si
sarebbe sacrificato permettendomi di far circolare ulteriormente la
voce…
…
Ayame mi aveva già lasciato…
…
ero rimasta da sola, con Hitomi…
…
l’unica alla quale potessi chiedere aiuto, in quel
momento.
Quell’urlo aveva
ammutolito
tutti i presenti, inclusi Nell e i suoi figli i quali, per la prima
volta,
avevano mostrato una crepa nelle loro maschere di odio nei miei
confronti. Io,
però, non potevo vederli.
I miei occhi erano rivolti
solamente verso la donna che, man mano mi rendevo sempre più
conto, aveva più
fiducia in me che in chiunque altro.
Non fosse stato per lei e
per la
manifestazione della sua Anomalia, io e Joseph non saremmo mai riusciti
a
salvarci. Quel giorno, Hitomi scoprì di poter rigirare il
tempo all’indietro,
tutte le volte che lo desiderava, imprigionando la sua vittima in un
loop che
si sarebbe spezzato solo e soltanto quando lo avrebbe voluto lei.
Di conseguenza, il Re
Peters e
l’intera città di Fatima si erano trovati
costretti, contro la loro volontà, a
ripetere quella settimana per almeno una decina di volte. In questo
modo,
Hitomi era riuscita a farci guadagnare del tempo prezioso, con il quale
era
riuscita a convincere sia Nell che i due gemelli della nostra innocenza.
Quando il re venne
smascherato,
seguì un combattimento nel quale io e la regina Nell lo
affrontammo con ferocia.
All’inizio entrambe andammo in grossa difficoltà e
la donna, purtroppo, venne
ferita mortalmente senza che io potessi far nulla per salvarla.
Nonostante ciò,
la sovrana di Fatima aveva deciso di ridarmi, con le sue ultime energie
vitali
rimastele, la Gemma Peccaminosa dell’Ira con la quale, anche
grazie alle
battaglie e ai duri allenamenti svolti con il comandante Joseph, ero
riuscita a
sconfiggere definitivamente Peters.
A seguito di quel tremendo
scontro, Sunrise e Starlight erano diventati i nuovi sovrani di Fatima.
Non
potendo, Hitomi, riportare indietro nel tempo una persona
già morta, il corpo
di Nell venne degnamente sepolto, mentre io diventai il comandante
dell’esercito. Joseph venne reintegrato assieme a me, ma gli
venne affidato un
incarico completamente nuovo, ossia quello di proteggere Sunrise e
Starlight
anche a costo della sua vita, come loro guardia personale.
La piccola Momo, invece,
aveva
deciso di lasciare Fatima e di restare stabilmente a vivere con i
Nocciolini.
Ci aveva ringraziato con tutto il cuore per averla salvata e ci aveva
assicurato che l’esercito di folletti, da quel momento,
l’avrebbe cresciuta e
aiutata a diventare una persona migliore.
In quanto a Hitomi,
quell’esperienza mi aveva spinto a volerle ancora
più bene di prima, e non più
solo come amica. Furono i nuovi sovrani gemelli a mettermi la pulce
nell’orecchio, ma ammetto che all’inizio io li
avevo presi per pazzi.
Io non potevo essere
innamorata
di Hitomi, giusto?
***
[Obito’s
Theme - NARUTO]
Dopo quella tremenda
esperienza,
però, ne seguì subito un’altra, quella
che mi aveva quasi spinto ad arrendermi.
Momo, qualche settimana
dopo
quegli avvenimenti, ci aveva mandato una lettera con la quale chiedeva
a
entrambe di raggiungerla alla Quercia Sacra, perché aveva
importantissime rivelazioni
in merito a mio fratello Keiichi. Io e Hitomi, accompagnate da un
manipolo di
soldati, avevamo deciso di accettare.
Quando raggiungemmo
quell’enorme
struttura arbustiva, ad accoglierci fu il comandante
dell’esercito dei
Nocciolini, il vecchio Arachid, il quale ci spiazzò con le
sue rivelazioni.
Tempo addietro,
all’interno
della quercia, un bambino di dieci anni era apparso dal nulla. Si
trattava,
compresero subito i Nocciolini, di un nuovo abitante di Anomaly e
l’avevano
cresciuto come se fosse uno di loro. Un giorno, tuttavia, quel bambino
aveva
deciso di scappare via, assieme a un Nocciolino di nome Pecan, e di
loro si
erano completamente perse le tracce.
Quel bambino, ci
rivelarono, si
era fatto chiamare come Keiichi Taneko.
Quando compresi che non mi
fossi
illusa per niente, che il mio fratellino era davvero su Anomaly e che
potevo,
se lo desideravo, farlo tornare in vita, il mio cuore era scoppiato di
gioia.
Almeno, questo era quello
che
provai, in quel momento, prima che i Desgraciados rovinassero tutto.
Judas
tentò, con la forza, di rubare la Reliquia Terrena
all’interno della Quercia
Sacra, ma non ci riuscì.
Fu lì che,
tuttavia, io venni a
scoprire la verità sul passato di Judas e Hitomi, i quali
erano stati fidanzati
poco prima di morire. Non solo…
…
era stato Judas stesso a provocare l’incidente che
aveva portato alla morte di mio fratello.
Non fui in grado di
ammazzare
quel figlio di puttana. Hitomi, con la forza, mi aveva impedito di
ammazzarlo e
l’aveva fatto fuggire. Quando venni a sapere che lei fosse
sempre stata a
conoscenza di quella storia, senza raccontarmela mai, il mio cuore si
era
spezzato.
Quando tornammo a Fatima,
io e
lei non ci guardavamo più negli occhi, segno che qualcosa si
fosse spezzato per
sempre nel nostro rapporto.
Per mesi io non le rivolsi
più
la parola, troppo orgogliosa per ammettere di aver esagerato con lei.
D’altronde, non sapevo nemmeno il motivo per il quale i due
si fossero lasciati
o se lei fosse realmente stata presente all’incidente che
aveva causato la morte
di mio fratello.
La maschera,
però, si dissolse
completamente quando, un giorno, i due sovrani mi convocarono nel
castello,
rivelandomi che Hitomi avesse deciso di consegnarsi spontaneamente a
Judas per
far liberare mio fratello, il quale si trovava proprio davanti ai miei
occhi.
Avrei tanto voluto
abbracciare
forte Keiichi, ma non ne ero in grado.
No, era una bugia. Nel
momento
in cui avevo scoperto che Hitomi fosse scappata dalla città
di Fatima, il cuore
mi era quasi scoppiato per l’orrore e per i sensi di colpa.
Solo in quel momento, io mi
ero
resa conto che Hitomi fosse parte della mia anima e che, senza di lei,
niente
aveva più senso. Avevo ritrovato mio fratello, ma a quale
prezzo?
Non potevo ignorare
l’incolumità
di Hitomi solo perché avevo raggiunto il mio obiettivo.
Per questo, anche a costo
della
mia stessa anima, avevo deciso di combattere contro Judas per salvare
la vita
della donna che, ormai avevo compreso, io amavo più di
qualsiasi altra cosa al
mondo.
Quella volta fui in grado
di
salvarla…
…
ma stavolta non ce l’avevo fatta.
Hitomi era morta per mano
di
Sloth, e io non ero in grado di uccidere il suo assassino.
***
[Continuazione
– Obito’s Theme - NARUTO]
“A
cosa stai pensando?”
Mi trovavo stesa sull’erba, ormai priva
di forze.
Ogni volta che provavo a rialzarmi, lui mi faceva
tornare indietro
un decimo di secondo in avanti rispetto al precedente momento,
impedendomi così
di recuperare le mie energie. Sia io che Chi avevamo sottovalutato
enormemente
le capacità intellettuali di Sloth. Speravo di poterlo
trattenere ancora un
po’, ma il demone dell’accidia era stato molto
più scaltro di me ed era stato
capace di trovare la falla nella mia Anomalia con una
facilità disarmante,
rigirando inoltre le capacità di quella che aveva appena
imparato e riuscendo
in ciò che nessuno era mai stato in grado di compiere con me.
Rendermi
completamente e totalmente inerme.
“Che tu possa
credermi o
meno, posso immaginarmelo… sei
frustrata
perché non sei stata in grado di sconfiggermi o farmi nulla.
Sei distrutta
perché non sei riuscita a vendicare la donna che ami. Sei a
pezzi… perché sai che,
nonostante la tua Anomalia,
io sono in grado di ucciderti quando e come voglio!”
“Ho i miei dubbi
al riguardo
di queste affermazioni!” dichiarai io, cercando
nuovamente di rimettermi in
piedi.
Niente da fare. Sloth aveva rigirato di nuovo il
tempo, sempre un
decimo di secondo in meno rispetto al precedente istante.
“E’
tutto inutile, Asia.
Ormai ho vinto io… l’unica
scelta che ti
rimane, per andare via da qui, è ammettere la sconfitta!”
insistette
lui, convinto delle sue parole “Sei
stata
su Anomaly, ma non hai ancora imparato a interpretare questa
capacità. E’ vero…
tu potrai sempre sconfiggere tutti gli avversari che ti si pareranno
davanti,
ma ti è vietato togliere la vita a qualsiasi essere
vivente… non ti sei chiesta,
tuttavia, se la tua
Anomalia è efficace contro un Demone Puro come me?
Può, la tua unicità, essere
adatta solo ai combattimenti contro i mortali?”
Il ragionamento di Sloth era lineare e, purtroppo
per me, anche
veritiero. Mi ero cullata sulla mia ipotetica invincibilità,
ma non avevo mai
pensato che la mia Anomalia potesse rivelarsi un’arma a
doppio taglio. Io non
mi ero mai chiesta se la mia invincibilità fosse tale anche
con i demoni o gli
angeli, perché non ne avevo mai affrontati. Avevo dato per
scontato che la mia
Anomalia fosse efficace con qualsiasi creatura vivente, e invece mi ero
condannata da sola.
Molto probabilmente, quel discorso cambiava se
avessi avuto tutte
e sette le Gemme Peccaminose o le Quattro Reliquie Terrene di Anomaly,
perché
tali oggetti avevano poteri e capacità a dir poco immense.
Invece
Sloth mi aveva messo sotto scacco. A lui bastava togliermi la vita, e
ora ne
era in grado grazie all’Anomalia di Hitomi.
“Te ne stai
rendendo conto
solo adesso, vero? Ebbene sì. BETA Chi voleva che tu
guadagnassi del tempo
prezioso per cercare altri alleati, ma ha sopravvalutato le tue
capacità e ti
ha chiesto troppo… lei non ti
raggiungerà in tempo. Prima che lei ci trovi… io
ti avrò ucciso!”
Sloth, puntò il palmo della sua mano
verso di me, pronto a
colpirmi.
Non
potevo permetterglielo!
Prontamente cercai di rialzarmi, ma quel farabutto
rigirò nuovamente
il tempo per farmi stendere nuovamente.
Non era vero che non potevo ribattere. Se avessi
continuato a
rialzarmi, anche priva di forze com’ero, lo avrei costretto a
rigirare sempre
il tempo senza dargli la possibilità di uccidermi.
Nel momento in cui io mi rialzai nuovamente in
piedi, lui mi
riportò a terra, ma non era stato in grado di alzare nessuna
delle sue braccia.
“Cosa
succede, Sloth? Non riesci a colpirmi?”
Innervosito, lui provò nuovamente a
puntarmi il palmo della mano
verso di me, ma io ero già in piedi…
… e,
nemmeno un secondo dopo, entrambi eravamo tornati al punto di partenza.
Un dubbio cominciò a insinuarsi nella
mia mente e in quella di
Sloth, al quale ricevemmo subito un’immediata risposta.
[Archangel
– BEST OST IN THE WORLD]
“Tu non puoi
ucciderla,
Sloth!”
Il demone, allarmato, si voltò alle sue
spalle, ma io ero già
stata tratta in salvo da BETA Chi, che mi aveva raccolto da terra
puntando il
suo Key-Blade verso il mio petto.
Cinque secondi dopo, io ero già tornata
al cento per cento delle
mie forze, grazie al suo incantesimo di cura.
“Quello
che ha sottovalutato le potenzialità delle anomalie sei tu”
continuò Chi, soddisfatta “Se l’Anomalia di Asia non fosse efficace
anche
contro di te, a quest’ora lei sarebbe morta. La tortura del
Sommo Sacerdote non
ti è bastata come dimostrazione?”
Sbarrai gli occhi, quando compresi le parole della
mia alleata.
Lei aveva ragione. La tortura di Ingrian era stata traumatica, ma non
mi aveva
ucciso. Avevo subito gravi conseguenze fisiche, vero, ma non mi aveva
sconfitto. Non solo. Il fatto che Hitomi avesse sfruttato la sua
Anomalia per
darmi una mano era previsto anche dalle regole.
Ayame, quando era ancora viva, me l’aveva
specificato durante i
nostri allenamenti.
Non
importa quante Anomalie siano in gioco. Il Destino farà
sempre in modo di
rispettare le regole di tutte le unicità, anche sfruttando
quelle delle persone
che mi sarebbero state vicino.
“Tu…
tu lo sapevi fin dall’inizio che sarebbe andata a finire
così”
comprese Sloth, facendomi capire quanto quella ragazza fosse scaltra ed
intelligente.
E pensare
che, fino a pochi giorni prima, lei non fosse nemmeno in grado di
sferrare un
pugno decente. Lei non poteva realmente combattere contro i nostri
nemici, ma
la sua intelligenza aveva colto alla sprovvista tutti quanti, anche i
suoi
alleati.
“BETA
Chi! Come pensi di poterlo sconfiggere?”
le domandai io,
prontamente “Hai
in mente un piano?”
“Niente di
niente… Ingrian si è
liberato dal loop con
l’arrivo improvviso di Pride, e io sono sfuggita a entrambi
per miracolo! C’è
mancato poco che quel verme mi catturasse”
ci rivelò Chi, rabbrividendo
per la paura “Siamo nei guai,
Asia… il Sommo Sacerdote ha parlato
di un piano
di riserva, con il quale punta a rigirare la guerra a suo favore! Molto
presto
potrebbe raggiungerci per provare a catturarmi di nuovo”
Se qualcuno era rimasto spiazzato da quelle
rivelazioni, quello
era Sloth. Il demone sperava di averla fatta franca e di aver messo
fuorigioco
il suo superiore, ma le parole di Chi erano state, per lui, una vera
doccia
fredda.
Il motivo era presto detto. Ingrian, se voleva,
poteva mettere
fuorigioco i suoi ultimi sottomessi, in particolare lui che
l’aveva tradito.
Gli bastava semplicemente scagliargli contro qualcuno di più
potente e
pericoloso…
… gli
bastava trascinarci verso il demone dell’Accidia!
“Ma
che… STA SCAPPANDO?!”
Era proprio così! Sloth, in preda al
panico, aveva deciso di darsi
alla fuga a piedi, correndo all’interno della foresta facendo
zig zag tra gli
alberi e il sottobosco.
“Inseguiamolo!”
ordinai a Chi, preoccupata “Se non lo fermiamo, potrebbe
scapp…!”
Sia io che Chi restammo a bocca aperta, quando
qualcosa ci venne
incontro a folle velocità…
… Sloth?!
“Cazz…
OUCH!”
Feci appena in tempo a spostare Chi con una
spallata, prima che il
corpo del demone, privo di sensi, mi finisse addosso con forza immane
trascinandomi lontano per centinaia e centinaia di metri. Solo dopo
aver
distrutto un ulivo, fui in grado di interrompere quel moto e,
prontamente, mi
rimisi in piedi mentre Sloth crollò esanime a terra.
Non era morto, ma non avrebbe riaperto gli occhi
per un bel pezzo.
Inoltre, la sua aura demoniaca era sparita…
… un
momento…
…
l’energia che percepivo…?
“A…
Asia… per fortuna stai
bene…” cominciò a dire lei,
dandomi conferma al fatto che fosse successo
davvero, che Hitomi fosse ancora viva…
… e che,
per qualche oscura ragione, fosse stata in grado di liberarsi dalla
prigionia
di Sloth!
Non mi importò nulla di quanto mi stesse
accadendo intorno.
L’unica cosa che mi sentii di fare, in quel momento, fu
abbracciarla e
piangerle sulla spalla, grata di averla ritrovata dopo tutto quel tempo.
“A-Asia?!
Non credo che questo sia il momento più adatto!”
affermò lei, allontanandomi con dolcezza e puntando lo
sguardo verso le mie
spalle “Sloth è ancora
vivo!”
Per quanto desiderassi stare ancora abbracciata a
lei, non potevo
dargli torto. Percepivo ancora le aure di Chi e di Sloth, con
quest’ultimo che
aveva definitivamente perso il suo contenitore e che, ora, era
costretto a
mostrare il suo raccapricciante aspetto.
Sia io che Hitomi eravamo diventate pallide come
cadaveri. Aveva
l’aspetto di un uomo nudo con due paia di ali e piedi e mani
da drago. In testa
portava una corona, teneva in una mano un serpente e cavalcava un
cerbero alto
almeno cinque metri, che stava puntando il suo sguardo malefico verso
la povera
Chi.
Quella doveva essere la forma originale del demone.
Non
eravamo solo noi. Tra i due mostri e Chi, infatti, si ergeva una figura
molto particolare.
Era
abbastanza alto e affusolato. Non era molto muscoloso,
ma sembrava comunque un tipo molto allenato a giudicare dalla sua
tonicità.
Viso allungato, occhi molto grandi e dai lineamenti dolci, iridi
argentate, i
suoi capelli erano chiari e corti ma irti
all’insù. Aveva tantissime cicatrici
lungo il suo petto scoperto, segno che avesse combattuto moltissime
battaglie.
Per fortuna, indossava un semplice paio di pantaloni corti per celare
le sue
nudità, ma nonostante ciò Hitomi si era coperta
gli occhi per la vergogna.
Questo non le permise di notare, sulla schiena di
quell’uomo,
alcuni tatuaggi a me fin troppo familiari…
… davvero
troppo...
“…
le Reliquie Terrene… e quella Sacra…?”
Chiunque fosse quel tizio, era appena giunto dalla
dimensione di
Anomaly, ne ero certa. Dovevo soltanto capire se fosse dalla mia parte
oppure
no.
Qualcosa apparve davanti ai miei occhi, e a quel
punto rimasi
totalmente spiazzata. Erano davvero quello che pensavo fosse?
“Asia…
ma quelle…”
“Sì.
Sono proprio loro! Non
so come…” ammisi io, spiazzata
“…
ma quello sconosciuto mi ha appena
lanciato addosso la Gemma Peccaminosa dell’Ira e tutte le
altre!”
BETA Chi, al contrario, non sapeva come reagire
davanti
all’ingresso in scena di quello strano sconosciuto anche
perché la sua aura non
assomigliava a nessuno di nostra conoscenza. Inoltre, per complicarci
ulteriormente la vita, costui non ci stava rivolgendo nemmeno una
parola.
Forse, compresi, non ne era in grado.
“Ma…
ma tu sei…”
L’esclamazione di Chi mi colse alla
sprovvista. Lei lo aveva
riconosciuto, forse. In effetti, come aspetto, assomigliava tantissimo
a
quell’uomo. All’inizio, come tutti gli altri, avevo
creduto di conoscerlo,
prima di capire che fosse la sua versione malvagia. La sua aura e il
suo
aspetto non combaciavano, però.
Eppure…
… no.
Anche Hitomi era rinata su Anomaly con un aspetto
che non era il
suo, e una volta tornata in vita il suo corpo non era tornato quello
originale.
Che fosse accaduta anche a lui la stessa cosa? E che questo avesse
modificato anche
la sua aura?
“Sono
passati duecento anni dall’ultima volta che vi ho visto, Asia
Taneko e Hitomi Okada”
[Exorcist
– BEST OST IN THE WORLD]
Quello sconosciuto, improvvisamente, aveva
cominciato a parlare
con la voce di una donna, e questo spinse Hitomi a formulare
un’ipotesi molto
particolare.
“Asia…
credo che quell’uomo abbia attivato una Fusione Anomala con
un
Custode… deve trattarsi proprio di lui!”
Annuii, trionfante e vittoriosa, afferrando la mano
di Hitomi e
avvicinandoci verso di loro. BETA Chi, davanti alla rivelazione di
quello
strano individuo, era andata ancora più in confusione.
“Impossibile…
io…” cominciò a
esclamare Sloth, indietreggiando
per il terrore “…
tu… tu dovevi essere morto e sepolto! Come diavolo sei
tornato in
vita?”
“Semplice…
hai sottovalutato le sue capacità!”
dichiarò quel
nuovo guerriero, sempre con la voce da donna, puntando il dito verso se
stesso
e affermando “Il
mio nome è Momo Kog! Sono la Custode affidata
all’anima di BETA
Simon Kog, e quello che vedi davanti è il risultato della
nostra Fusione
Anomala! SIAMO QUI PER DARE A TE E AL TUO PADRONE UNA LEZIONE COME SI
DEVE!”
***