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Autore: eddiefrancesco    04/10/2021    1 recensioni
Costretta a cercare un impiego come dama di compagnia per mantenersi, Juliana è ormai rassegnata a vivere senza amore, quando le innocenti attenzioni di Nick, un caro amico di infanzia incontrato dopo molti anni ad un ballo, le fanno perdere il lavoro.
Per rimediare, il giovane gli offre un matrimonio di convenienza allorché al ricevimento di nozze uno degli invitati viene assassinato, deve aiutare il marito, principale sospettato, a risolvere il mistero.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Juliana lo osservò con sguardo critico. «Non dire così!» «Perché no? È la verità. L'amore è tutta una favola e il suo vero scopo è quello di migliorare la posizione delle persone. Non ne ho mai visto molto nei matrimoni.» «Ma i tuoi genitori...» «Rammento a malapena i loro visi.» Il suo volto era indecifrabile e per la prima volta le parve uno sconosciuto. «Ma ricordo bene zio Trenton e zia Lilith; tra loro non c'era altro che orgoglio e disprezzo.» «Non puoi basare il tuo giudizio solo su di loro!» esclamò Juliana. «Non sono certo un buon esempio di marito e moglie, né di genitori. Mio padre e mia madre si amavano; erano felici insieme.» «Tua madre è stata poco più di un fantasma per tutti gli anni in cui l'ho conosciuta» rispose Nicholas. Juliana sapeva che era la verità. Sua madre aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita in una specie di nebbia e nulla di quello che faceva Juliana poteva ridarle la felicità perduta. «Be', almeno ha conosciuto l'amore» replicò, ostinata. «Juliana...» Nicholas attraversò la stanza e le andò vicino. «Tu sei l'unica persona al mondo di cui mi fidi. Sei quanto di più vicino a una famiglia abbia mai avuto. Voglio vederti sistemata. Ho i mezzi per farlo e lo desidero, ma non c'è altro modo di aiutarti senza disonorare il tuo nome. Il matrimonio è l'unico mezzo con cui posso darti quello che meriti. Inoltre non nutro sentimenti per nessun'altra donna. Non ho mai provato che un fugace desiderio carnale, che spariva una volta soddisfatto.» Juliana sgrano' gli occhi a quelle parole brutali e si sentì avvampare. «So che non dovrei dire queste cose a una signora» riprese con impazienza lui. «Ma voglio essere onesto con te. Voglio farti capire che non mi interessa l'amore. Non rimpiangero' di averti sposata; mi abituero' a una relazione senza passione. Il desiderio carnale può essere soddisfatto al di fuori del matrimonio. Con discrezione, naturalmente. Non vorrei mai metterti in imbarazzo.» «E io?» replicò Juliana, decisa a essere diretta quanto lui, benché quell'argomento la facesse sentire a disagio. «Dovrei trovarmi anch'io degli amanti... con discrezione, si intende?» Una luce fredda lampeggio' negli occhi di Nicholas e per un istante parve davvero un pirata. Poi, con uno sforzo visibile, si rilasso'. «Lascerò questo al tuo giudizio.» Le lanciò uno sguardo di sfida e Juliana capì che sapeva benissimo che non avrebbe mai avuto una relazione illecita, nemmeno per consolarsi di un matrimonio senza amore. Irritata perché lui aveva scoperto il suo bluff, sbotto'. «Qualsiasi cosa tu provi al riguardo, forse io spero ancora di sposare un uomo che amo!» «E come pensi di trovarlo? le domandò in tono sarcastico Nicholas. «Sii pratica, Juliana. Chi potresti incontrare mentre lavori per una stupida debuttante o per una ricca gentildonna?» Quelle parole le fecero venire le lacrime agli occhi. Nicholas aveva ragione. In tutti quegli anni non aveva mai avuto occasione di incontrare un uomo che potesse anche solo pensare di sposarla. Ed era abbastanza smaliziata da sapere che negli anni a venire sarebbe invecchiata e che sarebbe stato sempre più difficile ricevere una proposta di matrimonio. Era una prospettiva triste, che più di una volta le aveva fatto versare lacrime amare sul cuscino. Distolse lo sguardo, lottando per mantenere ferma la voce. «So di non avere prospettive. Eppure...» Raddrizzo' le spalle e si voltò a guardarlo con il mento sollevato. «Se non altro ho il controllo della mia vita.» Il volto di Nicholas si addolci'. «Mi spiace di averti ferita. Sono stato troppo brutale.» «Hai detto la verità» replicò Juliana. Nicholas le prese le mani nelle proprie, guardandola intensamente negli occhi. «Sei una donna meravigliosa, piena di coraggio. Se ci fosse un po' di giustizia al mondo, saresti un duchessa e tutte le Mrs. Thrall del mondo dovrebbero inchinarsi davanti a te. Io non posso cambiare il passato, ma ti sto offrendo tutto quello che possiedo. Potrai fare tutto quello che vorrai; avrai dei domestici e non ci sarà nessuno che potrà darti ordini. Non sarò un marito esigente o autoritario, te lo prometto. Saremo amici, come siamo sempre stati. E tu sarai libera e indipendente. Non cercherò mai di imbrigliarti.» Juliana lottò contro la fitta che sentiva al cuore. Era sopraffatta dal desiderio che suscitavano in lei le sue mani che la toccavano, dall'aroma virile che le giungeva alle narici, dal calore che emanava il suo corpo. Se solo le avesse offerto il suo cuore insieme alla sua mano... Se solo fosse stato amore quello che vedeva nei suoi occhi, e non semplice affetto. «E che cosa mi dici dei figli?» gli chiese, sorpresa lei stessa dalla domanda che le era salita spontanea alle labbra. «Come?» Seppur imbarazzata, Juliana proseguì. «Se un giorno volessi avere dei figli? È naturale per una donna desiderare una famiglia.» Nicholas la fissò a lungo senza parlare e lei rimase in attesa, mentre l'imbarazzo si mescolava a una strana sensazione di calore. «Quando verrà il momento, non avrai che da dirmelo» rispose finalmente. Si avvicinò e la guardò intensamente negli occhi. «Se dovessi decidere che vuoi un altro tipo di matrimonio, si può fare.» Juliana era rimasta senza fiato, incantata dalle sue labbra. Chiuse gli occhi e lui le sfiorò la bocca con un bacio, attirandola a sé. Le accarezzo' le braccia, comunicandole il calore del suo corpo, e fu come se tutti i suoi sensi si risvegliassero improvvisamente. Rovescio' il capo all'indietro e dischiuse le labbra. La sua bocca sapeva di miele, era inebriante. Juliana non riusciva a riprendere fiato né a protestare; si sentiva sull'orlo di un precipizio e tutto quello che voleva era sprofondare per sempre in quell'oscuro abisso di desiderio. Nicholas si staccò da lei e la guardò. Nei suoi occhi ardeva una fiamma scura. «Pensaci. È tutto quello che ti chiedo.» Disse con voce roca. Con quelle parole, si voltò bruscamente e uscì dalla stanza, lasciando Juliana a fissarlo, in preda a una sorta di vertigine. Juliana non riflette' sulla proposta di Nicholas, ma per il resto della giornata non fece altro che ripensare al bacio che si erano scambiati e che l'aveva lasciata confusa e disorientata. Che cosa significava quel bacio? Una parte di lei voleva credere che Nicholas provasse per lei qualcosa di più profondo e che nonostante la sua dichiarazione di non credere nell'amore, in fondo provasse qualcosa per lei. Ma la sua parte razionale rifiutò recisamente quell'idea. Sapeva che c'era una profonda differenza tra amore e desiderio e che gli uomini desideravano spesso una donna senza che questo comportasse un coinvolgimento sentimentale. Sarebbe stata una follia credere che la proposta di Nicholas fosse qualcosa di più di quello che aveva detto: un matrimonio solo di nome, senza amore. Tuttavia, non poteva negare che fosse ugualmente una proposta allettante. Molte donne sarebbero state felici di diventare Lady Barre, di disporre di due tenute e di uno stuolo di domestici, e di essere rispettate nell'alta società. Per una donna di ventisette anni, senza famiglia né mezzi economici, costretta a guadagnarsi da vivere, era una fortuna inimmaginabile. Juliana aveva sempre vissuto ai margini di quel mondo privilegiato, senza mai potervi accedere. Avevo aiutato Seraphina e Clementine Thrall a vestirsi ed acconciare i capelli ed era rimasta a guardare mentre loro uscivano per andare all'opera o a una serata danzante. Il matrimonio con Nicholas avrebbe cambiato tutto questo. Avrebbe avuto bei vestiti e gioielli, avrebbe dato eleganti ricevimenti e sarebbe stata invitata ovunque. E non avrebbe mai più dovuto preoccuparsi di trovare un altro lavoro. Come diceva Nicholas, avrebbe avuto un'immensa libertà. Eppure non riusciva ad accettare l'idea di un matrimonio di facciata. Aveva sempre pensato che si sarebbe sposata per amore. Ricordava ancora il profondo legame che avevano condiviso i suoi genitori; non erano mai stati molto ricchi, ma ciò che provavano l'uno per l'altro aveva compensato tutto il resto. Ed era quello che anche lei voleva dalla vita. Nicholas era stato l'uomo dei suoi sogni durante tutta l'adolescenza. Naturalmente, crescendo si era resa conto di quanto fossero assurdi quei sogni, e tuttavia era rimasta aggrappata alla speranza che un giorno avrebbe incontrato un uomo che l'avrebbe amata, che anche lei avrebbe provato per qualcuno il sentimento che avevano condiviso i suoi genitori. Sembrava una beffa del desiderio che l'unica proposta di matrimonio che avesse ricevuto fosse l'opposto di quello che desiderava e che provenisse proprio dall'uomo che aveva alimentato le sue fantasie quando era una ragazzina. Come poteva accettare una simile sistemazione, così vicina ai suoi sogni eppure al tempo stesso così crudelmente lontana? D'altro canto, sapeva bene che sarebbe stato assurdo rifiutare una simile opportunità. C'erano ben poche probabilità che potesse sposarsi per amore nella sua situazione attuale. Nicholas aveva ragione nell'affermare che aveva poche possibilità di incontrare l'uomo giusto e che difficilmente qualcuno avrebbe fatto una proposta a una donna nella sua posizione. Se non aveva la possibilità di sposarsi per amore, sarebbe stato così terribile farlo dove c'era almeno un affetto sincero? A modo suo, Nicholas teneva a lei. Le aveva detto che era quanto di più vicino a una famiglia avesse avuto e voleva sposarla per darle una vita migliore anziché scegliere una delle giovani bellezza che avrebbe potuto avere in moglie. Anche se quel sentimento era ben lontano dall'amore, forse avrebbe potuto essere una base per un matrimonio duraturo. Avevano un passato in comune; erano amici. E lui era un uomo buono, qualsiasi cosa pensassero gli altri e lui stesso sulla sua natura perversa. Solo un'autentica gentilezza d'animo poteva spingerlo a legarsi a lei per tutta la vita. Oh, probabilmente c'era anche il desiderio di sputare in faccia ai parenti che l'avevano maltrattato. Era già abbastanza irritante per loro vederlo ereditare il titolo e la proprietà, ma quanto più lo sarebbe stato se lei, un'altra creatura che ritenevano indegna, fosse diventata la signora della tenuta? E Nicholas, quanto avrebbe riso della costernazione di tutte le debuttanti e delle loro madri che gli avevano dato la caccia quando avessero appreso che aveva preferito a loro una giovane squattrinata! Ma tutto questo non bastava a spingerlo a sposarsi, Juliana ne era sicura. Al cuore della sua proposta doveva esserci la sua natura generosa. E un uomo del genere sarebbe stato certamente un marito gentile e premuroso. Se un'altra donna le avesse chiesto consiglio in una situazione simile, Juliana l'avrebbe spinta ad accettare la proposta. Anche Eleanor le disse la stessa cosa quando le parlò dell'offerta di Nicholas. «Certo che devi accettare. Ti meriti la vita che vuole darti e lui dimostra di essere un uomo intelligente scegliendoti in moglie.» Juliana sospettava che l'amica non condividesse le sue convinzioni a proposito del sacro vincolo del matrimonio. Eleanor e suo marito sembravano avere una relazione piuttosto strana, più simile a quella tra fratello e sorella che tra coniugi; tra loro c'era sicuramente dell'affetto, ma non la passione. Tuttavia, Eleanor aveva a cuore soltanto il suo interesse, e forse aveva ragione. Quella notte Juliana andò a dormire senza aver preso una decisione e il mattino dopo, quando si sveglio' da un sonno inquieto, non era ancora sicura di quello che sarebbe stato il corso delle sue azioni. Dopo colazione, Eleanor si ritirò a lavorare nel suo studio, come faceva quasi tutti i giorni. Juliana uscì a fare una passeggiata con i bambini e la loro balia, una giovane donna indiana dalla pelle scura che era intimidita dalla sua presenza. Al ritorno, i bambini salirono al piano di sopra per le loro lezioni e lei rimase da sola con i propri pensieri. Avrebbe dovuto andare all'agenzia di collocamento e chiedere se fosse arrivata qualche nuova richiesta, ma non riusciva a decidersi a farlo. Voleva essere in casa quando fosse arrivato Nicholas. Provò a ricamare, ma non riusciva a concentrarsi e, dopo aver disfatto diversi punti, decise di rinunciare. Era ora di prendere una decisione, si disse. Nicholas sarebbe arrivato entro breve e lei doveva dargli una risposta. Doveva ammettere che al momento le sue prospettive non erano buone. Era improbabile che avrebbe incontrato il grande amore della sua vita, e se avesse insistito ad aspettarlo, molto probabilmente non si sarebbe mai sposata e avrebbe trascorso il resto della sua vita alle dipendenze di qualcuno. Non sarebbe stata meglio sposare Nicholas e avere la sicurezza e i vantaggi che il matrimonio comportava? La ragione le diceva di sì, eppure lei non riusciva a rassegnarsi all'idea di un marito che non l'amava e che avrebbe avuto delle relazioni discrete con altre donne. Udì bussare alla porta d'ingresso. Con le mani strette in grembo e l'ansia che le chiudeva lo stomaco, Juliana ascoltò il rumore dei passi che attraversavano il corridoio e pochi istanti dopo Nicholas entrò nella stanza. Si alzò, improvvisamente senza fiato, e gli andò incontro. Lui si chino' a baciarle la mano e quando si rialzo' la guardò dritto negli occhi. «Ebbene?» le domandò, serio in viso. «Hai deciso?» Non poteva farlo, si disse Juliana. Non poteva accettare una vita del genere. Aprì la bocca per dirlo ma, con sua sorpresa, le parole che uscirono furono: «Si, ti sposerò.» Nicholas parve sorpreso quanto lei, poi un sorriso si allargò sul suo volto mentre la prendeva tra le braccia, stringendola a sé. Per un istante Juliana si lasciò andare contro il suo petto. Sarebbe stato facile, in quel momento, credere che il loro fosse un fidanzamento normale e che lui fosse felice perché la donna che amava accettava di sposarlo. Ma non era vero, si disse, e prima si fosse abituata a convivere con quella idea, meglio sarebbe stato. Si scuso', sorridendo un po' imbarazzata. «Ero certo che avrei dovuto darmi da fare per convincerti. Così hai reso tutto più facile» le disse. «Io... era la cosa più sensata da fare» mormorò Juliana. «Presto dovrò recarmi a Lychwood Hall. Che cosa ne diresti se ci sposassimo lì? Per quanto non mi piacciono, sono gli unici parenti che abbiamo.» Juliana annuì. Aveva ben poco desiderio di rivedere i cugini, ma quello sarebbe stato uno dei suoi primi doveri come moglie di Nicholas. Per quanto forte e rispettato fosse diventato, aveva ancora bisogno del suo aiuto per affrontare la famiglia Barre. «Mi procurero' una licenza speciale, così potremo evitare le pubblicazioni. E dobbiamo trovare il tempo per acquistare un nuovo guardaroba per te.» proseguì lui. «Non ce n'è bisogno...» protesto' debolmente lei. «Sciocchezze. Una sposa deve avere un corredo.» «Ma è troppo. Non siamo ancora sposati.» «Devo aspettare dopo la cerimonia, dunque?» le chiese, ammiccando. «Preferisci che ci sposiamo qui e acquistiamo i vestiti prima di recarci alla tenuta?» Juliana sorrise. «Non essere assurdo. Non c'è bisogno di...» «Certo che ce n'è bisogno. Ti sei guardata allo specchio? Non voglio che mia moglie vada in giro vestita come una governante. Voglio che tutto il mondo veda quanto sei bella. Non vorrai che tutti dicano che sono uno spilorcio e che faccio indossare abiti vecchi e tristi a mia moglie, no?» «No, certo che no» mormorò Juliana, a disagio. Le sembrava venale accettare tutti quei doni, come se avesse accettato di sposarlo solo per le sue ricchezze. «Va bene. Compreremo un guardaroba nuovo.» capitolo' infine con un sorriso. Eleanor fu la prima a cui comunicarono la notizia e ne fu deliziata. «Meraviglioso!» esclamò quando seppe che Juliana avrebbe dovuto acquistare degli abiti nuovi. «Cominceremo da Madame Fourcey; i suoi modelli sono di gran moda quest'anno. Si dice che sia la figlia di un aristocratico francese emigrato durante la Rivoluzione.» «Sul serio?» «Non ne ho idea. In realtà, sospetto che sia piuttosto una consumata attrice che viene da Ipswich. Ma quello di cui sono certa è che è una vera artista nel creare modelli. «Bene, allora ci affideremo alla vostra esperienza, signora» le assicurò Nicholas. I tre visitarono il negozio della modista il mattino seguente e Juliana rimase immediatamente affascinata da un vestito esposto su un manichino. Era un abito da ballo di raso color crema, con l'orlo e un piccolo strascico ricamato a motivi floreali in oro. Lo stesso disegno era ripreso intorno alla scollatura. «Vi piace, mademoiselle?» le chiese Madame Fourcey con un marcato accento francese. Sorrise a Juliana. «Sarà perfetto con i vostri occhi e i vostri capelli. Volete provarlo?»
   
 
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