Perdonatemi per l'enorme ritardo, ma sono stati dei mesi un po' caotici che non mi hanno affatto aiutato con la fic, poiché, fin dal primo momento questo capitolo mi ha resa insoddisfatta e spero in seguito di modificarlo nei migliori dei modi, penserete come mai lo abbia pubblicato:
1- per tutti voi lettori che pazienti state attendendo l'aggiornamento di questa fic da mesi.
2- Perché se non la concludo non riesco a fare le modifiche che dovrei in futuro e mi bloccherò.
Mi auguro di non avervi deluso del tutto e che seguiate ancora questa mia fic.
7°CAPITOLO
Famiglia ??? (parenti di Hana)
Eichi
??? = lo zio
Yamato Sakuragi = padre
di Hana pucci
Famiglia Rukawa
Soichiro Rukawa= Suocero
di Hana
Yuri
= Suocera
Kioko (la maggiore). =
cognata Hentai
Donan (il piccolo di
casa)= cognatino
Famiglia Mito
Kayoko Mito = il padre
dell’amico
Lara
= La Madre
Mariko
= sorella minore
\ inizio
flashback \
Vi erano
risate e dolcezza, momenti di puro amore in quelle quattro mura domestiche dove
una donna e un bambino di quattro anni entrambi dai capelli di un caldo color
rosso, come il sole che in quel momento stava tingendo con lo stesso colore il
cielo, stavano preparando la cena ed ad osservarli con amore vi era un uomo che
in quel momento era tornato dal lavoro e felice raggiunge la moglie e il figlio
e in tre finiscono di preparare la cena.
Era una scena
quotidiana , regnava sempre tanto amore anche nei momenti più difficili, ed
erano talmente felici.
Poi la donna
si ammalò, un tumore la stava spegnendo, ogni giorno lottava con forza,
determinazione e soprattutto vivendo ogni giorno con gioia che non faceva mai
mancare il suo affetto al marito e al figlio che ora aveva solo cinque anni.
Dei raggi del
sole raggiunsero il viso della donna che quella mattina e altre ancora non si
sarebbe mai destata dal suo profondo sogno, il volto sereno e le labbra
segnavano un lieve sorriso e anche se la malattia l’aveva devastata la sua
bellezza risaltava ancora, il bimbo ora di sei anni osservava in mobile la sua
mamma, mentre piccole lacrime si infrangevano sulla sua piccola bocca rossa,
aveva capito, lui sapeva che non avrebbe aperto i suoi occhi identici al colore
dei prati in primavera, non gli avrebbe più sorriso, non gli avrebbe più
accarezzato le sue guance e ne anche depositato i suoi soffici bacetti pieni
d’affetto, non lo avrebbe più cullato tra le sue braccia sussurrandogli
canzoncine e non avrebbe più sgridato per le piccole marachelle e poi fatto la
pace.
I giorni
passavano e l’uomo si prendeva cura del figlio, quel figlio che assomigliava
troppo la sua adorata moglie e quel amore si trasformò in frustrazione e dolore,
iniziando così a bere e abbandonando il bimbo in balia di se stesso, inutile
furono i tentativi di farlo smettere da parte del suo migliore amico,del cognato
(il fratello maggiore della moglie ) e dei genitori, la madre preoccupata sia
per lui che per il nipote decise di andare tutti giorni ad accudirli e il marito
cercava di far ragionare ed aiutare il figlio. Poi l’uomo inizio ad essere
violento sul bambino ed a dirgli cose che lo ferivano e quell’anima innocente si
sentiva in colpa di non essere d’aiuto al padre, di essere per lui la fonte di
tristezza e dolore; cosa che venne immediatamente notata dalle persone care che
vedendo le cose precipitare decisero che il piccolo doveva lasciare
immediatamente la casa prima che gli capitasse qualcosa di rimediabile.
Così iniziò
ad abitare dai nonni ed ogni tanto dormiva dallo zio con i suoi cuginetti, ma il
piccolino voleva troppo bene al padre per questo chiedeva sempre di lui e di
come stava andando ogni tanto a controllare (con la supervisione dei nonni o
dello zio o del migliore amico del padre ) come stava. Mentre sistematicamente i
nonni andavano la mattina a controllare e ad accudirlo e cercando di farlo
ragionare.
\Fine\
Il silenzio
che li circondava sembrava che pesasse come chili e chili di cemento che li
schiacciava, padre e figlio si guardavano negli occhi che in quel momento
avevano rivisto il loro passato, quando i loro sguardi si incrociavano gioiosi e
felici.
Era stanco,
dilaniato nell’anima e in quel momento voleva solo andar via e non stare più
sotto lo sguardo del suo aguzzino che fino ad allora lo aveva ferito e rinnegato
eppure lui non riusciva ad odialo gli voleva ancora bene, ma in quel momento non
aveva la forza di affrontare nient’altro.
Brividi di
freddo percorrevano per tutto il suo corpo e
la temperatura del corpo si stava alzando e si sentiva leggermente in imbarazza
vedendo anche alcuni membri della squadra li come spettatori, con tali pensieri
Hana aveva deciso di reagire.
- Ru,
accompagnami a casa, non mi sento bene – disse cercando di rialzarsi e con
sguardo serio e stanco fisso su tutti coloro che erano lì.
- Hana, credo
che sia meglio che tu vada all’ospedale – chiese premurosa Yuri
- No, non si
preoccupi, in questo momento desidero tornare a casa e farmi medicare da suo
figlio- rispose con un dolce sorriso sulle labbra e con determinazione negli
occhi.
- Ne sei
sicuro piccolo? - gli chiese
dolcemente Kaede al suo ragazzo alzandosi anche lui da terra ed affiancandolo.
- si ne sono
sicuro, Yo puoi farmi la cortesia di avvisare il mio capo della mia mancanza e
per domani, zio tu puoi giustificare la mia assenza di dopo domani da scuola?
- Si, Hana
non ti preoccupare corro ad avvisare Jeki – dicendo questo l’amico corse via
sapendo di lasciarlo nelle mani di una persona fidata.
- Si, hana
non ti preoccupare che avviso io l’assenza di lunedì, ma domani voglio che mi
telefoni e mi dici come stai, capito !?! – gli disse lo zio con tanta affetto
- Sign.
Koyoko pensate voi a lui per cortesia? – e pronunciando quelle parole Hana poso
il suo sguardo colmo di compassione all’uomo che era chiodato al muro senza
alcuna ombra di paura.
- Si, ragazzo
mio, non ci sono problemi – rispose con
affetto anche lui
- Signori
Rukawa mi aspetto di avervi a pranzo domani a casa mia così potrete costatare di
persona della mia salute – qui guardo con gratitudine e
affetto a quella famiglia che gli avevano dimostrato un affetto sincero
nei suoi confronti che lui non si aspettava di riceverlo avendoli visti solo una
volta.
- Oh certo caro, non vedo l’ora di poter
stare con il mio dolce genero per una giornata intera.- disse allegra Yuri
abbracciandosi il giovane
sconvolgendo ancor di più i ragazzi della squadra che non si sarebbero mai
immaginati che quei due si sarebbero messi insieme. Solo uno sguardo era pieno
di rabbia ma nessuno lo notò ad eccezione di Kioko che attendeva che i ragazzi
si allontanassero per poter parlare.
Un Grazie di cuore a
Chi mi ha messo tra i preferiti
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Un grazie di cuore anche a chi mi ha recensito
X Dalsia: sono felice che la fic ti piaccia e che tu la abbia messa anche trai i preferiti e spero di non aver deluso le tue aspettative.
X Desme: scusa per il ritardo e non ti preoccupare per Hana ha molte persone che gli voglio bene ^_^ spero che continui a seguire la fic
X Fri: Piccola ho aggiornato finalmente e spero che l'aggiornamento sia più o meno di tuo gradimento
A presto