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Autore: Cryblue    05/10/2021    2 recensioni
Autumn è una bambina che ha appena perso i genitori e che al mondo non ha altri che sua sorella Summer.
Lindsay è una giovane madre il cui unico scopo nella vita è rendere felice la sua piccola Regina.
Le loro vite si incroceranno e, dall'unione tra il passato e il presente, impareranno che, tutto sommato, hanno bisogno solo l'una dell'altra per essere davvero felici.
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ch.4 – L’ufficio del preside.
 
Tu e la segretaria dell’asilo che frequenta tua figlia vi date del tu. Vorresti fosse perché avete frequentato la stessa scuola superiore, o perché anche lei ha passato tutta la sua vita in questa piccola cittadina dimenticata dal mondo, ma non è solo per questo, la triste verità è che ti chiama praticamente una volta alla settimana a causa delle…stravaganti idee di tua figlia.

Mai per una cosa così seria però: Regina non aveva mai colpito un altro bambino prima d’ora.

Hai chiamato Ellen, la tua datrice di lavoro, spiegandole cos’era successo e lei ha riso e si è dimostrata come sempre molto comprensiva e ti ha concesso un’ora di permesso. Speri sia sufficiente, altrimenti dovrai chiamare tua madre e chiedere aiuto a lei e non ti piace per nulla l’idea.

I tuoi colleghi sono molto invidiosi del tuo rapporto con Ellen ma non hai mai fatto nulla per accaparrarti la sua amicizia, pensi ti tratti in modo diverso dagli altri solo perché sei una madre lesbica, esattamente come lei, e non ti sei mai nascosta e non ti sei mai scusata per questo.

Arrivi a scuola di corsa, hai abbandonato l’università nel bel mezzo di una lezione grazie a questa chiamata e per tutto il tragitto non hai fatto che pensare a mille possibili scenari in grado di spiegare l’inspiegabile comportamento di tua figlia.

Hai solo trovato mille possibili punizioni da infliggerle.

Quando arrivi Georgia, la segretaria, ti sorride comprensiva.

“Stanno aspettando solo te, Lindsay.”

Come sempre.

La ringrazi e corri verso l’ufficio del preside ed è stupido perché è il preside di un asilo, ma ti mette comunque in soggezione.

Tua figlia è seduta su una delle sedie, dondola le gambe e ridacchia con una bambina che non hai mai visto, seduti dalla parte opposta ci sono la moglie del macellaio e suo figlio Liam con il naso e gli occhi arrossati.

“Regina.”

“Lindsay Miller!” Tua figlia canticchia quasi, scende dalla sedia e corre ad abbracciarti. Non hai parole per la sua faccia tosta: si sta comportando come se nulla fosse.

Ricambi impacciatamente il suo abbraccio. “Regina, tesoro, cosa è successo?”

Lei sbuffa e agita la manina davanti al naso. “Non è importante ora, vieni, devi conoscere la mia…”

“Lindsay!”

Ti volti per vedere chi ti stia chiamando e ti ritrovi davanti la tua prima cotta, la ragione per la quale ti sei ubriacata e sei andata a letto con il ragazzo al quale permettevi a malapena di toccarti il seno, non che lui volesse toccarti in qualsivoglia modo, visto che era più gay di te.

Davanti a te in quel corridoio di un asilo, in tutta la sua immutata, accecante bellezza, c’è Summer Davis: la prima ragazza per la quale hai avuto una cotta e che ti ha costretta ad ammettere a te stessa la tua omosessualità.

Anche ora stai letteralmente sbavando: adesso che non è più un’adolescente acerba è ancora più bella.

“Summer...”

“Ciao Lindsay.”

“Lindsay Miller.” Tua figlia ti tira la gonna per richiamare la tua attenzione e tu la attiri verso di te e le accarezzi la testa nella speranza di zittirla ed evitare figuracce.

“Ciao, come mai qui?”

La bambina che non conosci si avvicina alla tua cotta adolescenziale e si nasconde dietro le sue gambe, attirando la tua attenzione su quelle bellissime gambe.

È decisamente bella.

Tua figlia si stacca da te e non parla, ma ti guarda con gli occhi socchiusi ed è una cosa molto pericolosa, perciò cerchi di ricomporti.

“Uh lei è…è tua figlia?”

Summer scuote lentamente la testa e ti senti una perfetta imbecille perché la bambina ha più o meno l’età di tua figlia e tu e lei frequentavate la stessa scuola, dunque avresti saputo della sua gravidanza esattamente come lei sapeva della tua.

“No, è mia sorella minore.”

Speri che la maternità abbia migliorato la tua poker face perché questa è una cosa che non ti aspettavi.

“Non sapevo tu avessi una sorella tanto più piccola. Come mai sei tu qui e non i vostri genitori? Non potevano venire?”

La bambina si nasconde ancora di più dietro la sorella maggiore e tu capisci di aver detto qualcosa di profondamente sbagliato.

“I nostri genitori sono morti sei mesi fa. Ora siamo solo io e lei.” Ti sorride ma i suoi occhi si riempiono di lacrime, tua figlia si colpisce la fronte con la manina e scuote la testa e tu vorresti prenderti a calci perché sei riuscita a fare due figuracce in meno di cinque minuti.

“Oh Summer mi dispiace moltissimo, non ne avevo idea, perdonami.” Stai andando a fuoco e vorresti avere una pala a portata di mano.

Il preside Hiddleston interrompe il tuo momento di umiliazione invitandovi a entrare, quando siete tutti seduti vi racconta l’accaduto ossia che il piccolo Liam è andato in lacrime dalla maestra e le ha detto di essere stato colpito al naso da tua figlia, che si difende dicendo che la sua è stata legittima difesa (devi dire urgentemente a tuo padre di smettere di farle vedere film e telefilm polizieschi) e che l’ha fatto solo perché è stato il bambino a colpire Autumn per primo. Quindi vi trovate in questo stallo in cui nessuno dei due bambini cambia versione e la sorellina di Summer non parla.

Non hai mai pensato di essere una di quelle madri che giustifica sua figlia in tutto e per tutto, al contrario, Regina è in punizione un giorno si e uno no, ma non è da lei colpire gli altri bambini, non è da lei ricorrere alla violenza fisica. In più non è una bugiarda, ok, tende a manipolare le persone con piccole bugie bianche per ottenere quello che vuole, ma quando fa bravate di dimensioni così grosse, le rivendica con orgoglio.

Credi alla sua versione dei fatti.

Il preside guarda Summer e le parla con voce particolarmente gentile.

“Signorina Davis, mi è davvero dispiaciuto doverla disturbare, ma temo che Autumn sia la chiave per risolvere il mistero. Lei è l’unica esterna alla situazione e in grado di poterci dire come sia andata.”

Summer guarda sua sorella che si nasconde contro il suo petto.

Ti si spezza il cuore per quella bambina rimasta orfana così presto e commetti l’ingenuo errore di sottovalutare il carattere di tua figlia per troppo tempo. Regina si mette in piedi sulla sedia e indica il preside con il suo ditino indice.

“Perché deve chiederlo a lei? Gliel’ho già detto io.”

“Regina Grace Miller. Mettiti subito a sedere e non parlare così al tuo preside.”

“Ma Lindsay Miller…”

Stai pregando con tutte le tue forze tua figlia non mostri il peggio di se facendoti fare una figuraccia davanti a Summer.

“Signorina Miller la lasci parlare, sentiamo cosa ha da dire. Se siamo fortunati i bambini non mentiranno davanti a voi.”

Tua figlia ghigna soddisfatta mentre si rimette a sedere e quel sorriso non ti piace per nulla. Togli gli occhiali e passi la mano sul volto chiedendoti se smetterai mai di sentirti così tanto stanca.

“Ero seduta al mio banco e stavo disegnando Lindsay Miller che cavalca un drago.”

Nascondi il volto tra le mani e non hai il coraggio di guardare la tua ex compagna di liceo.

“Era un disegno molto bello e colorato…”

“Regina...”

“Lindsay Miller, i dettagli sono importanti per arrivare alla verità.”

Si, devi assolutamente parlare con tuo padre.

“Dicevo vostro onore?”

“Disegnavi un drago.”

“Si, un drago e Lindsay Miller.” Lo sottolinea, come se non farlo presente sminuisse la sua opera d’arte, che sarai costretta ad appendere al frigo. “Quando sento qualcosa colpirmi la scarpa. Guardo cos’è e vedo che è una matita colorata nera. Anche se mio zio Martin dice sempre che nero non è un colore ma è la negazione di tutti i colori, non capisco cosa voglia dire. Comunque, ho alzato la testa per controllare a chi appartenesse e ho incontrato gli occhi più belli che esitano al mondo.”

Questo è davvero inaspettato, guardi tua figlia ma lei ti ignora perché sta guardano i suddetti occhi con fare adorante.

Oh no. No, no, no, no. Qualunque cosa sia questa nuova pazzia, ti prego no.

“Quando ho visto che il pastello era quasi finito, vostro onore, ho deciso di prestare a quello splendore il mio, tanto io non lo uso mai perché non mi piace molto, in più io ho gli occhi verdi e tutti in famiglia hanno gli occhi blu come quelli di Lindsay Miller. A cosa mi serve il nero?”

“Volevi prestarle una tua matita colorata Regina?”

“Si Lindsay Miller, che male c’è?”

“Tu non presti mai le tue cose. Nemmeno a me…e sono tua madre.”

Ti agita una manina davanti per farti tacere e si gira di nuovo verso il preside Hiddleston.

“Non le dia retta. Sono andata verso di lei e mi sono presentata, perché è così che si fa quando una ragazza ti piace, vai da lei e glielo dici.” Ti guarda con rimprovero e tu alzi gli occhi al cielo “Le ho dato il mio pastello e ho scoperto in cambio che si chiama Autumn. Non è un nome stupendo signor Preside? Io credo di si. Comunque sono tornata a posto per prendere le mie cose, perché abbiamo deciso di colorare insieme, quando mi sono girata per controllare che tale bellezza fosse ancora lì e non fosse un sogno, quello scemo di una caccola bullo la stava strattonando.”

“Regina!!!”

“Ma mamma è la verità.”

“Non chiamare più Liam così, è chiaro?”

Tua figlia sbuffa esageratamente e riprende il suo racconto “Ho visto Liam…” Ti fulmina con lo sguardo e tu annuisci. “Strattonarla. L’ho mandato via e ho chiesto alla mia Principessa di diventare la mia ragazza. Lei ha accettato signor preside.”

“Tu cosa?” “Tu cosa?” Tu e Summer parlate contemporaneamente anche se la domanda è rivolta a persone diverse. Tua figlia ghigna contenta mentre Autumn si nasconde ancora contro il petto di sua sorella maggiore.

“Possiamo andare avanti?” La madre di Liam sembra parecchio annoiata.

“Come possiamo andare avanti senza precisare una cosa così bella? Come signor preside, mi dica lei!”

“Io non…non saprei.”

“Regina…ti prego.” Non hai idea di come reagire a questa nuova informazione, tua figlia non aveva mai dato segno di essere gay. Si può essere gay da così piccini?

Che domande, tu lo eri eccome, ma con tua figlia è diverso, hai il dubbio lei stia semplicemente emulando te perché pensa sia la cosa giusta e normale.

Merda, non hai idea di come reagire a questa nuova evoluzione. Devi parlarne con tua madre il prima possibile.

“Va bene, va bene. Sono tornata al mio banco per prendere l’album da disegno e quando mi sono rigirata Liam stava tirando i capelli alla mia principessa. Non potevo rimanere lì a non fare nulla vostro Onore, dovevo difendere la mia principessa in lacrime. Perciò sono tornata lì e gli ho dato un pugno sul naso.”

“Non lo nega nemmeno, sfacciata di una bambina.”

Stai per partire alla difesa di tua figlia, che a quanto pare ha difeso la sua fidanzata.

Abituarti al pensiero non sarà semplice.

“Ha sentito la prima parte del racconto? Mi pare sia stato suo figlio ad aggredire mia sorella per primo.” Summer ti precede e sei ammirata per il suo autocontrollo, tu non hai idea di come comportarti.

“Quella bambina pazza sta mentendo per avere attenzione.”

“Ehi.” “Ehi.” Questa volta tu e tua figlia parlate in contemporanea, il preside Hiddleston interviene prima che possiate dire altro, per fortuna.

“Signora Wood non le permetto di insultare una bambina in mia presenza. Sentiamo piuttosto cosa ha da dire suo figlio.”

Liam estrae lentamente il dito che aveva nel naso e infila la caccola in bocca, iniziando a masticare con fare compiaciuto. Ti si rigira lo stomaco, ma non è nulla rispetto a quando apre la bocca.

“Io stavo colorando e lei è venuta e mi ha dato un pugno.”

Non è vero, questa non è la tua Regina. Ne sei sicura.

Tu e quella fastidiosa madre iniziate a parlare contemporaneamente, Regina ti fa da eco, Liam continua a mangiare le sue stesse caccole e Summer guarda con apprensione Autumn che ha i pugnetti chiusi e gli occhi pieni di lacrime.

“Ok signore basta, calmatevi, vi prego. Non ci rimane che ascoltare la testimone, Autumn.”

Vi girate tutti a guardarla e lei abbassa gli occhi e inizia a piangere silenziosamente, Summer le sussurra qualcosa all’orecchio ma sembra fare solo peggio, la tua ex cotta liceale, che non è poi tanto ex, la prende tra le braccia e le accarezza piano la schiena. La ragazza guarda il preside con lo sguardo supplicante, vorresti fare qualcosa per aiutarla ma non sai cosa e non trovi giusto tua figlia venga punita se è innocente. O se aveva le sue motivazioni.

Regina si mette nuovamente in piedi sulla sedia e schiarisce la voce e no, ti prego no. Non davanti a Summer.

“Bene, punite pure me. Io ho colpito quello scemo di un mangia-caccole sul naso e non mi vergogno di dire che lo farei altre mille volte. Mi vergogno piuttosto di appartenere a una società in cui una donna deve dimostrare di essere stata colpita mentre a un uomo è sufficiente dire “io non ho fatto nulla.””

Devi assolutamente parlare anche con tua madre.

“Io ho le prove che la mia storia sia vera, la matita con il mio nome è nell’astuccio della mia principessa, ma sapete cosa? Non importa. Se il prezzo da pagare è farla piangere, io non ci sto. Punite me, è colpa mia, ma lasciate stare Autumn.”

Ti giri a guardare tua figlia con la bocca spalancata e sei sicura che il preside e la signora Wood stiano facendo lo stesso. Lei si mette a sedere e passa la mano sui pantaloni della divisa che indossa con gli occhi chiusi e l’espressione da martire pronta a sopportare la punizione che le verrà inflitta.

C’è un movimento al tuo fianco, ti giri e ti trovi a guardare Autumn che si divincola dalla presa di sua sorella, corre verso tua figlia e la tira giù dalla sedia per abbracciarla. Regina le accarezza la schiena e le sussurra:
“Va tutto bene Principessa. Non devi fare nulla, ti proteggo io, ci penso io.”

Autumn scuote la testa e asciuga le lacrime con i pugni chiusi, si gira verso il preside e sbatte un piede a terra, indica Liam e si tira una codina, indica Regina e la abbraccia di nuovo.

La signora Wood sbuffa.

“È ridicolo, perché questa bambina non parla?”

“Stia zitta lei.”

La donna guarda te, in attesa tu rimproveri tua figlia per quello che ha appena detto, tu invece annuisci “Si, stia zitta. Pensi a far smettere suo figlio con quelle caccole, perché è disgustoso.”

Non sai perché Autumn non parli, ma non sopporti che una bambina venga trattata così, soprattutto ora che sai che è orfana.

E poi dicono che tua figlia non ti somigli.

Il preside Hiddleston guarda le due bambine, si sfila gli occhiali da vista e ti sorride.

“Signorina Miller, signorina Davis, potete andare. Mi dispiace di avervi disturbate per nulla. Signora Wood io e lei dovremmo parlare.”

Regina inizia subito a saltellare, trascinando Autumn con se e blaterando di giustizia e prove schiaccianti, la piccola bambina con gli occhioni neri si lascia trascinare con un timido sorriso sul volto, così dolce e fragile che ti senti il cuore esplodere di tenerezza.

Tu e Summer vi alzate, le tieni aperta la porta e uscite tutte dalla stanza. Camminate per i corridoi in silenzio, guardando le due bambine davanti a voi: come era ovvio è tua figlia a parlare e la piccola Autumn annuisce e ride. Solo ora ti accorgi di quanto minuta e scura sia la sorella minore rispetto a quella maggiore, faresti quasi fatica a credere provengano dalla stessa famiglia, eppure c’è qualcosa di indefinibile che le unisce e le rende parte di uno stesso insieme.

Come l’estate e l’autunno.

Uscite da scuola e lei sembra a disagio.

“È diventata grande.” Guarda tua figlia e tu annuisci piena di orgoglio.

“Si, diventano grandi in un batter d’occhio.”

“Non ti somiglia per nulla.”

Sbuffi una risata perché te lo dicono tutti, fortunatamente però non somiglia nemmeno a Andy, suo padre.

“Lo so, me lo dicono tutti.”

“Regina, giusto?”

Annuisci e sorridi.

“Regina?”

Tua figlia si gira e guarda con sospetto la tua ex cotta liceale, sempre meno ex. Le fai un cenno affermativo e lei si avvicina senza che il sospetto la abbandoni.

“Si?”

Summer si inginocchia e la prende tra le braccia “Grazie.”

Tua figlia ti guarda e tu scuoti la testa e alzi le spalle.

“È bello sapere che qualcuno avrà cura di lei a scuola.”

“È la mia fidanzata. Avrò molta cura di lei.” Tua figlia si impettisce tutta e Summer scoppia a ridere, ma la fine della risata è un singhiozzo.

“Non ho dubbi su questo.”

Autumn va verso di loro e prende la mano di tua figlia, per quanto questa cosa sia terrificante, sono molto carine insieme.

La tua ex cotta liceale si rialza, prende in braccio sua sorella e da un buffetto sulla testa a Regina che ha il volto corrucciato perché la sua fidanzata le è stata portata via.

Devi assolutamente parlarne con tua madre.

“Beh, suppongo ci vedremo allora.”

“Si, suppongo di si.”

Summer è una delle prime persone ad averti allontanata quando ha scoperto tu fossi incinta, non che foste propriamente unite, ma nemmeno due estranee. Ora è molto strano vedere che anche lei deve occuparsi di una bambina.

Il destino ha un’ironia tutta sua.

“Summer?”

“Si?”

“Chiamami se hai bisogno di qualcosa.”

Annuisce, bacia sua sorella su una guancia e va via. Regina ti si aggrappa alla gonna.

“Psst, Lindsay Miller.”

“Mhm?”

“Non credo abbia il tuo numero.”

Nascondi il volto tra le mani. Possibile che ogni volta che apri bocca con lei, devi fare una figuraccia?

Tua figlia ridacchia, poi ritorna seria.

“Ma davvero sono sorelle? La mia principessa è molto, molto, molto più bella di quella là.”

Scoppi a ridere “Dici?”

“Sei tanto vecchia da essere diventata cieca Linday Miller?” Ridacchia e sistema lo zaino sulle spalle. Solo ora noti che ha tutto il grembiule sporco di cioccolata e ti chiedi come accidenti abbia fatto.

“Fossi in te, farei meno la spiritosa Regina Miller. Comunque sia, hai colpito un bambino: sei in punizione.”

“Ma maaammaaaaa non è giustoooooo. È stata legittima difesa. Lo dice sempre anche il nonno che non devo mai lasciare che un uomo mi maltratti. Devo difendermi.”

Devi assolutamente parlare con tuo padre.

“Non ha maltrattato te Regina.”

“È lo stesso Lindsay Miller. Non potevo non fare nulla. Hai visto quegli occhi stupendi? E quei capelli…hai visto quei capelli?”

Abbassi la testa sconfitta. “Ok, ok. Ma il film oggi lo scelgo io.”

Sbuffa ma ti prende la mano e iniziate a camminare verso la macchina.

“Posso sapere dove hai imparato a fare a pugni?”

Ti guarda come se tu avessi appena chiesto la cosa più stupida del mondo. “Zio Martin, ovviamente.”

Devi assolutamente parlare anche con tuo fratello.
   
 
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