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Autore: MaryFangirl    05/10/2021    1 recensioni
Per il Flufftober di quest'anno, una raccolta di dolci one shot dedicate ad Hanamichi e Kaede :)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È un sabato di inizio ottobre soleggiato e caloroso e Hanamichi ne è molto contento, ha scoperto che il suo umore è facilmente influenzabile dal tempo e la malinconia già lo assale quando solo alle 18 comincia a fare buio.
 
Sta passeggiando nel centro della città e, mentre nota che decisamente non è stato l'unico ad avere avuto l'idea di fare un giro approfittando ancora della clemenza del sole, gli viene voglia di bere qualcosa. Fa scorrere lo sguardo lungo l'ambiente circostante, i locali non mancano di certo, aspetta di trovare quello che più attragga la sua attenzione, è un po' indeciso, finché non si imbatte in un nuovo caffè di una nota catena americana che riesce a battere la concorrenza. Ricorda che ne hanno fatto menzione in televisione, come per un evento di notevole importanza, e nelle interviste alla gente comune è stata chiara la divisione tra la parte di popolazione più anziana che ancora non vede di buon occhio le importazioni in chiave statunitense e quella più giovane ed entusiasta.
 
In tv, il locale sembrava molto più grande, mentre nella realtà non spicca così tanto se non per il popolare logo raffigurante una sirena che, appunto, sembra invitare e ammaliare i passanti affinché entrino. Hanamichi cede al richiamo, incuriosito e ricordando tutte le volte che ha visto proprio quel tipo di locale nei film, con quei grandi bicchieri in mano a donne in carriera o uomini d'affari, mentre corrono in mezzo al traffico della metropoli newyorkese riuscendo sempre ad apparire impeccabili e senza una sola macchia di caffè sui loro costosissimi completi.
 
Quando varca la soglia, si stupisce dell'atmosfera intima che si respira. Si era aspettato di essere catapultato in un'altra dimensione, nei film quei posti sembrano enormi come centri commerciali. Forse è piccolo perché, essendo nuovo, l'intenzione è quella di testare l'interesse della popolazione locale e vedere se funziona...un locale identico esiste già a Tokyo, ormai ben avviato, ma non è detto che qui otterrà il medesimo successo.
 
C'è un tavolo lungo al centro della sala e altri più piccoli sparsi nel vano, in un'altra zona ci sono delle poltroncine. Sul lato sinistro si trovano gli scaffali con i prodotti in vendita, sia alimentari come caffè o dolci confezionati che oggetti di merchandising come borracce, tazze, bicchieri grandi e piccoli; di fronte c'è il bancone con la vetrina che mostra i prodotti disponibili al consumo in loco o da portare via, c'è scelta sia dolce che salata, non esageratamente ampia. Al di sopra, i cartelli indicano i prodotti di caffetteria con i relativi prezzi e alcune immagini illustrano diversi tipi di bevande in maniera allettante.
 
Hanamichi si accorge che nel locale ci sono soprattutto ragazze, si sente quasi spaesato, ma reprime la tentazione di andarsene e avanza invece verso la cassa, mentre studia il menu, non ha particolare fretta anche perché in coda ci sono alcune ragazze. Le sente distrattamente mentre ridacchiano scioccamente, ma non vi presta attenzione, anche a scuola fanno sempre così...che avranno sempre da ciacolare, poi...
 
Quando finalmente arriva il suo turno, rivolge un sorriso alla persona incaricata di prendere il suo ordine, ma si blocca a metà, in quella che sicuramente deve essere un'espressione molto ridicola.
La sua bocca si apre in contemporanea con i suoi occhi.
"Volpe!" esclama subito dopo. Riceve una lunga occhiata che non esprime né stupore né alcun'altra emozione.
"Doaho" mormora impercettibilmente, forse non è il caso di farsi sentire ad alta voce mentre insulta un cliente. Hanamichi glielo farebbe notare, ma la volpe lo anticipa. "Cosa vuoi?"
"A-aspetta un momento...tu lavori qui?"
"No, mi sono appassionato al gioco di ruolo, non sono davvero un impiegato"
"Davvero?"
 
Kaede lo guarda rassegnato. "Doaho. Certo che lavoro qui, cosa ti sembra?", con una mano indica rapidamente il proprio abbigliamento, che combacia con quello degli altri dipendenti presenti (due), una camicia bianca, un grembiulino verde intorno ai fianchi, un berretto a sua volta verde che copre buona parte dei suoi capelli neri.
 
"Come cavolo hai fatto a ottenere un lavoro a contatto col pubblico, lo sai solo tu!" commenta Hanamichi seccato, ma l'istante successivo nota alcune ragazze ai tavoli che lanciano occhiate estasiate a Kaede e comincia a trovare risposta alla sua domanda.
 
Kaede alza le spalle ma c'è un luccichio soddisfatto nel suo sguardo che irrita ulteriormente Hanamichi. La vince sempre lui, eh?
 
"Posso sapere cosa vuoi?" riprende Kaede, che senza farsi notare ha cominciato a battere delicatamente con il piede per terra. I suoi colleghi, per sua fortuna tutti uomini al momento, non vi danno peso. Hanamichi alza il braccio e indica con il dito sopra la sua testa.
 
"Quello"
 
Kaede si volta, già esausto. "Non riesci a dirmi il nome?"
 
"Quel robo...al caramello!"
 
"Robo al caramello. Capito"
 
Hanamichi si stizzisce, non capisce perché quando si trova in compagnia di Kaede Rukawa sembri sempre davvero un idiota come dice lui.
 
"Altro?"
 
"No, grazie"
 
Il prezzo è un po' alto e Hanamichi pensa che non potrà diventare cliente abituale di questo posto...ma forse ogni tanto potrebbe passare, se non altro per infastidire Kaede.
Il fatto che, quando va a sedersi con il bicchiere su cui è scritto 'Sakuragi', non riesca a smettere di guardare Kaede che fa andare in brodo di giuggiole qualunque ragazza senza il minimo sforzo, non c'entra. Stranamente, dietro quel bancone a prendere ordini e a prepararli, se la cava bene. Non è capace nelle interazioni sociali e, come Hanamichi ha detto, mai si potrebbe pensare che possa svolgere bene un lavoro a contatto con la gente...eppure non è affatto male, come lo facesse da sempre.
Non c'entra neanche il successivo pensiero che gli accarezza il cervello, per il quale arrossisce ed è tentato di darsi un pugno da solo.
 
Vestito così, Kaede è proprio bello.
 
 
 
In settimana, Hanamichi ripassa davanti al locale. Nella sua mente sa che è un po' inquietante rimanere fuori così a lungo, ma non vuole fare male a nessuno...soltanto guardare Kaede. Non sa bene il perché. La bevanda al caramello gli è piaciuta ma non l'ha trovata così estasiante come la fanno apparire nei film, e costa troppo. All'interno intravede alcune ragazze, ma nessuna della sua scuola, è contento che la notizia non si sia ancora diffusa, nemmeno tra i ragazzi della squadra. Lui non l'ha detto, non c'è un motivo particolare, ma in un certo senso averlo scoperto per caso e da solo, per una volta senza essere circondato dai suoi amici, lo rende un po' geloso di quel contesto. Non ha voglia di vedere Haruko con gli occhi a forma di cuore per Kaede...non approfondisce il motivo.
 
Ma Kaede non c'è. Nei giorni feriali, anche quelli in cui non ci sono gli allenamenti, non è al lavoro.
Hanamichi ricapita lì di sabato, sbircia attraverso la vetrata ma ancora non vede il suo compagno di squadra. Inizia a chiedersi se non sia stata una sua allucinazione, quel tizio forse assomigliava a Rukawa e casualmente l'ha anche chiamato con l'insulto che usa sempre lui, e le ragazze andavano in visibilio ma non è detto che fosse...
 
"Doaho"
 
La nota voce fa girare la testa di Hanamichi con uno scatto che gli provoca un lieve dolore al collo. Prova un'immediata vergogna, come se fosse stato beccato a rubare, e non ricambia il 'saluto'.
 
"Che ci fai qui fuori? Perché non entri?"
 
"Io..."
 
"Aspetti una ragazza? Hai un appuntamento al buio e non osi farti vedere?" continua Kaede con una punta di innocuo sarcasmo.
 
Hanamichi potrebbe dire di sì, ma ovviamente non aspetta nessuna ragazza e non vuole fare la figura di quello che viene bidonato, e non ha alcun appuntamento al buio e non esiste presentarsi a una sconosciuta con il rischio di prendersi una borsa in faccia perché sembra un maniaco.
 
"O aspettavi me?" il suo tono è serio e calmo, senza ironia, mentre il ragazzo lo fissa negli occhi.
 
Fa centro, e Hanamichi non sa se sia più saggio confermare o negare.
 
"Lavori qui...?" sa che la domanda è stupida ancora prima che esca dalla sua bocca. Kaede non sembra farci caso.
 
"Sì...mi hai anche visto e ho preso il tuo ordine del 'robo al caramello', ricordi?"
 
Hanamichi prende un respiro profondo. Perché d'improvviso è così impacciato con lui? Da quella partita qualcosa è cambiato...il suo interesse per Haruko in primis, che è svanito come un castello di sabbia, bello e suggestivo inizialmente ma altrettanto fragile e appoggiato su basi tutt'altro che solide, poi l'infortunio che lo ha stranamente portato a maturare sotto tanti punti di vista...la presenza di Kaede sulla spiaggia, vederlo così in forma e perfetto lo ha spinto a dare il massimo per recuperarsi, e questo lo ha coinvolto dal punto di vista tanto fisico quanto psicologico. Alla fine, un giorno si è svegliato e pensando a Kaede non ha provato più alcun astio. Molto semplicemente.
 
"In...settimana non ti ho visto" mormora Hanamichi, odiandosi mentre automaticamente porta una mano dietro la nuca in un chiaro gesto che segnala imbarazzo.
 
Kaede inclina la testa di lato, poi risponde: "Certo...sono qui solo nel weekend"
 
Hanamichi lo guarda stupito, non sembra essere arrivato alla conclusione che se lui è passato di lì era solo per vederlo...certo, logicamente avrà pensato che ci sia andato unicamente per bere qualcosa, come tutti gli altri, e che non l'abbia incontrato. Hanamichi può sospirare di sollievo.
 
"Da quanto tempo?"
 
"Da quando sono rientrato...mi ero stufato di chiedere dei soldi ai miei ogni volta che volevo prendere qualcosa per me. Non è male e le mance sono buone..."
 
Hanamichi lo immagina, le ragazze devono sperperare le loro paghette nella speranza di ricevere anche solo un sorriso in cambio...rimanendone molto deluse, sicuramente.
 
Hanamichi non si accorge che rimane fermo a fissare Kaede per qualche secondo, il silenzio si dilata con una certa dose di disagio che aumenta finché Kaede non dice:
 
"Io vado...inizio tra poco"
 
Hanamichi si riprende. "S-sì, allora io...entro e...vedo cosa assaggiare", non ha in realtà voglia di nulla, ma non può certo stare lì fuori e guardare Kaede dalle finestre...senza filtri è sicuramente molto meglio. Sente qualcosa di caldo espandersi nel petto a quell'ammissione che accetta solo nel privato della sua mente disorientata.
 
 
 
La settimana successiva è bizzarra. Hanamichi incontra alcune volte Kaede sulla terrazza. Ci sono momenti di silenzio, che gradualmente si sgravano dell'appiccicoso imbarazzo, e altri molto più distesi.
 
"Ci permettono di portare a casa alcune cose che rimangono invendute la sera...non mi piace lo spreco di cibo" dice Kaede di mercoledì, dopo aver tirato fuori dalla borsa alcuni dolci recuperati al locale dove lavora. Nota poi che nel giro di dieci secondi Hanamichi ha divorato una brioche e sta per aggredirne un'altra, e arriva a mordersi le labbra per non ridere.
 
L'atmosfera si alleggerisce, si riscalda. Venerdì Kaede dice ad Hanamichi che lavora anche quella sera: qualche extra va sempre bene. Non gli chiede esplicitamente di passare, ma Hanamichi coglie comunque la notizia come un invito. La sera, è lì. È il momento che preferisce. C'è pochissima gente, perlopiù un paio di studenti che cercano disperatamente di studiare in una serata quello che avrebbero dovuto preparare in più settimane e anche un fumettista con delle bozze davanti a sé e l'aria allucinata.
 
"Non è la prima volta che lo vedo. Può rimanere immobile per un tempo infinito, probabilmente per raccogliere le idee...la sua testa è sicuramente un set cinematografico molto attivo." gli spiega Kaede.
 
Entra poi un gruppo un po' folto, e Hanamichi si limita ad osservare rimanendo un po' distante. Gli piace osservare Kaede. Dietro il bancone, risulta sempre leggiadro e aggraziato come un cigno. Hanamichi immagina che, se fosse lui al suo posto, goffo com'è combinerebbe diversi pasticci...invece Kaede è perfetto, non fa cadere una goccia di latte né inciampa mai e non va in confusione né si agita quando i clienti comunicano i loro ordini con un sacco di modifiche.
Tanta perfezione, invece che infastidirlo e fargli provare invidia come mesi fa, lo fa sorridere. Ma, come spesso accade, lo spinge anche a volersi mettere alla prova.
 
 
 
"Cosa...ci fai tu qui?" gli occhi di Kaede sono grandi quanto Hanamichi mai li ha visti. Non perde il suo sorriso mentre, nello spogliatoio del caffè, se ne sta con le mani ai fianchi presentandosi nella sua nuova divisa, che forse gli sta anche un pelo stretta. Gli allenamenti sono sempre molto intensi e i suoi muscoli non fanno che crescere. Kaede fa finta di non accorgersene mentre con lo sguardo arriva al braccio che pare volersi strappare di dosso la camicia che lo costringe. Non poteva procurarsi una taglia in più?
 
Hanamichi solleva le spalle, senza smettere di sorridere. "Ho chiamato per sapere se cercavano un nuovo ragazzo a servire...ho pensato a quello che hai detto e anch'io voglio diventare più indipendente. Specie se voglio mettere soldi da parte per andare in America!"
 
Kaede non può crederci. Hanamichi è qui, a condividere un secondo spogliatoio con lui, rivelando di essere il suo nuovo...collega? Non sa se saltare di gioia o nascondersi in un buco sottoterra. Come fa a superarla, se se lo ritrova davanti ovunque? Non che si lamenti...ne è felicissimo...ma probabilmente finirà molto male, e allora sarà da raccogliere con il cucchiaio. Sospira, cercando di superare lo sbalordimento.
 
"Ts, America...ho dovuto abbassare la cresta anch'io, sai...dopo aver visto Sawakita, il Sannoh in generale, l'Aiwa che ci ha fatto a pezzi, posso solo ringraziare Anzai-sensei dall'avermi impedito di commettere la più grande stronzata della mia vita."
 
"Cioè? Intendi arrenderti?"
 
"No" dice Kaede, raggiungendo il suo armadietto e tirandone fuori la divisa pulita. Le mani gli tremano appena mentre si sbottona la camicia per mettere quella bianca, ed è assurdo, perché appunto lui e Hanamichi condividono normalmente lo spogliatoio di basket.
 
Sì, ma lì è sempre pieno di altra gente e chiassoso...qui, invece...
 
E poi, è ovvio che qualcosa sia cambiato. Nessuno dei due sta affrontando la questione, ma è lì, pronta ad essere colta, e non potrà essere ignorata in eterno.
 
"Ma guardo la realtà. Siamo solo ragazzini che giocano in un liceo giapponese, a livello mondiale nessuno ha idea della nostra esistenza. Prima di arrivare in America dovremo farci bene le ossa qui...magari in una squadra professionistica" nemmeno lui è così entusiasta della prospettiva, lui per primo dedica poca attenzione al campionato di basket giapponese, rispetto all'idea dell'NBA è come paragonare un calesse con una Ferrari.
 
Kaede non ci ha fatto molto caso, ma Hanamichi sì: ha parlato al plurale. Il suo cuore si agita, e Hanamichi cerca di placarlo.
 
"Forse sì...comunque non smettere di sognare, volpe, ci arriveremo!" esclama, dandogli una rapida pacca sulla spalla e dirigendosi poi verso l'uscita, perché vedere Kaede che si spoglia non lo sta lasciando indifferente e non è il massimo iniziare il primo giorno di lavoro con una certa situazione tra le gambe. Non se ne stupisce perché è da qualche tempo che ormai si ritrova la volpe malefica nei sogni, svegliandosi con l'eccitazione alle stelle e il desiderio di rimmergersi subito nel sogno per concludere ogni bellissima cosa che fanno laggiù.
 
Si è preso una cotta bestiale e il dolce, stordente sentimento si sta facendo largo anche a livello fisico, in maniera più prepotente ed esigente. È un adolescente con ormoni impazziti, dopotutto. E Kaede è bellissimo, soprattutto.
 
Aprendo la porta, sente qualcosa cadere da dietro, seguito da un'imprecazione di Kaede che si affretta a recuperarlo, ma prima che possa riuscirci Hanamichi vede di cosa si tratta.
È un bicchiere del locale. È piombato sul suolo con un rumore sommesso, per poi rotolare fino ai piedi di Hanamichi. Questi si abbassa a prenderlo, pronto a restituirlo a Kaede, non sapendo bene perché dovrebbe tenere un bicchiere vuoto nel suo armadietto, ma non sono affari suoi.
Mentre lo fa, però, sente Kaede affannarsi:
 
"No, no, no..."
 
Hanamichi aggrotta la fronte, confuso, non capisce cosa gli succeda. Kaede si è portato la mano davanti alla faccia che sembra andare a fuoco e Hanamichi si stupisce ancora di più, non avendolo mai visto così scosso.
Istintivamente, abbassa lo sguardo sul bicchiere. Gli occhi quasi gli escono fuori dalla testa.
 
È il suo bicchiere. L'ha usato lui. C'è scritto il suo nome, Sakuragi...con accanto, un cuoricino.
 
Solleva il viso a rallentatore, incapace di dire alcunché.
 
"C-cosa..."
 
Kaede agisce un secondo dopo, strappandogli il bicchiere dalla mano, inviperito.
 
Perché?!
 
Continua a vestirsi, né lui né Hanamichi sono più interessati alla sua momentanea nudità, ma Kaede si affretta a infilare i pantaloni e le scarpe antinfortunistica.
 
"Rukawa"
 
Kaede continua a trafficare all'interno dell'armadietto, anche se non c'è letteralmente nulla dentro a parte i vestiti che ha appena tolto, il borsello e quello stupido, dannato bicchiere.
 
Perché diamine l'ha tenuto?!
 
Forse perché quel primo giorno, quando gli è apparso davanti, è stato inaspettato e meraviglioso...e si è sentito così nervoso e felice...da lì, non sa nemmeno cosa sia successo, ma la sua iniziale cottarella per Hanamichi è diventata una fiamma indomabile.
 
"Kaede"
 
"Cosa"
 
"Vuoi...spiegarmi perché c'era il bicchiere col mio nome nel tuo armadietto?"
 
Kaede sbuffa. "No"
 
"Come?"
 
"Non ho niente da spiegare. Perché hai capito e so qual è la risposta, grazie"
 
Piazzandosi frettolosamente il berretto in testa, Kaede sta per catapultarsi fuori dallo spogliatoio, ma la mano di Hanamichi gli afferra il braccio.
 
"Aspetta..."
 
Kaede non lo guarda in faccia. "Ti prego...non renderla più difficile" la sua voce è quasi lacrimosa mentre lo supplica e non vuole rendersi più stupido di quanto non appaia già.
 
Il bicchiere col suo nome e il cuoricino...non avrà mai più il diritto di prendere in giro le oche che dagli spalti sperano di ricevere le sue gocce di sudore addosso.
 
"Per favore, guardami", certo è incredibile quanto Hanamichi stia mantenendo la calma. Magari Kaede non si aspettava un pugno, dato che evidentemente la loro relazione è cambiata da quel punto di vista, ma un'occhiata di disgusto, quella sì. Invece...Kaede obbedisce, lo guarda e scopre solo un'espressione sinceramente stupita...ma priva di alcuna repulsione.
 
Kaede sospira profondamente, cercando di recuperare la sua classica flemma.
 
"Mi piaci", sente la mano di Hanamichi stringersi leggermente, ma ormai la diga è stata abbattuta e non può più tornare indietro. Il suo atteggiamento è stato troppo palese, non può più inventare una scusa dicendo che ha trovato quel bicchiere in giro, che si riferisce a qualcun altro che si chiama Sakuragi, che lo ha messo casualmente nell'armadietto e che il cuoricino accanto non significa nulla. Nemmeno Hanamichi è tanto ottuso. "Ma so...che non è reciproco. Mi va bene, davvero. Non pretendo niente. È stato stupido conservare quel coso...come ho detto, sono solo un ragazzino che gioca a basket al liceo", nel frattempo, la sua testa si abbassa, è già troppo frustrante dire quelle cose, non ce la fa se continua a fissare gli occhi enormi di Hanamichi.
 
"Io...piaccio a te?" ribatte Hanamichi sconvolto. Kaede torna a guardarlo, accigliato. C'è uno stupore strano nella sua voce, come se...non ritenesse possibile l'eventualità che gli è appena stata riferita.
 
"Come può essere? Io...piaccio a te?"
 
"Hai sempre l'abitudine di fare domande stupide di cui conosci già la risposta?", Kaede ringrazierebbe Hanamichi per il simpatico siparietto...ma non è così divertito nel sentire costantemente il cuore rimbalzargli in gola.
 
"M-ma...io sono stato rifiutato da qualunque ragazza e tu...sei il più desiderato, come...da quando..."
 
Ancora una volta, Kaede non può crederci. Davvero questo stupido crede alle cose che sta dicendo?
 
"Non so bene come...né precisamente da quando. Adesso so che mi piaci, e tanto..." Kaede si morde il labbro, dolorosamente, per impedirsi di chiudere subito la bocca socchiusa di Hanamichi con la propria. "...ma come ho detto, so che tu non..."
 
"Anche tu mi piaci!" Hanamichi lo grida e Kaede quasi si guarda intorno, anche se sa che non c'è nessuno. Questi pochi minuti hanno il sentore di un periodo molto più prolungato. Poi si rende effettivamente conto di quello che Hanamichi gli ha detto e lo fissa strabuzzando gli occhi.
 
"C-cosa?"
 
Se è uno scherzo, lo ammazzerà immediatamente.
 
"Io...nemmeno io so come o da quando...ma a un certo punto ho capito che..." Hanamichi sospira profondamente, "se passo un giorno senza poterti vedere...quel giorno non mi piace"
 
Kaede trattiene il fiato, cercando di sopprimere anche le lacrime che potrebbero sbucare tra non molto. Hanamichi prende la sua reazione come un ulteriore invito, la mano gli lascia il polso e si sposta sul suo fianco. Kaede si azzarda e porta la sua sul viso accaldato del ragazzo.
 
"Quindi..." fa Hanamichi, schiarendosi la gola. "...io piaccio a te..."
 
Kaede emette un mormorio, annuendo, sorridendo.
 
"...tu piaci a me..."
 
"Così pare...", le farfalle non sono solo nel suo stomaco, ma in qualunque parte del suo corpo. Potrebbe volare, davvero.
 
"...posso baciarti?"
 
Kaede sorride di più. "Cos'aspetti?"
 
La mano sul fianco di Kaede stringe piano, Hanamichi avvicina lentamente il viso al suo, come dandogli ancora il tempo di tirarsi indietro, finalmente le loro labbra si sfiorano, si toccano in un contatto tenero, aereo, fugace ma non per questo poco emozionante.
Hanamichi non osa insistere di più, e per ora non gli importa. Ci sarà tempo.
 
"Vuoi uscire con me?" gli chiede dopo qualche secondo che entrambi hanno trascorso ad assaporare la beatitudine di questo momento.
 
"Sì" dice Kaede. Se si lascia trasportare dalla fantasia, quello stesso sì lo dirà tra qualche anno, al loro matrimonio...si frena subito, si è già reso abbastanza ridicolo per oggi.
Per ora andranno a scuola insieme, giocheranno a basket insieme, lavoreranno insieme in questo coffee shop.
 
Per il resto, c'è tempo.

 

  
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