2 – Sentiero + bonus

Kojiro alza una mano in segno di saluto verso il gruppo intorno al falò. Alcuni ricambiano, altri sono così occupati nelle loro discussioni da non accorgersi di niente. Genzo lo osserva risalire piano la spiaggia fino al sentiero, poggiare le scarpe e infilarle dopo aver ripulito i piedi. Lo osserva mentre si incammina e lentamente si allontana nella pineta. Scrolla la testa con un sorriso e lo imita.
Con pochi passi lo raggiunge e gli si affianca «Vuoi davvero farmi vivere con questa curiosità?» gli chiede.
Kojiro non risponde, ma non ha smesso di sorridere un attimo. Si ferma guarda di nuovo il cielo, lo scruta come se cercasse qualcosa di preciso, una stella particolare. «Perché ti interessa tanto?»
«Sono solo una persona a cui piacciono i dettagli.»
Anche Genzo porta la sua attenzione verso l’alto e osserva la luna quasi piena che con quella flebile luce crea intorno a loro intricati giochi di ombre.
«Scommetto che in casa tua è tua madre quella di polso.» dice Kojiro sorprendendolo.
«Diciamo che sicuramente si fa rispettare, con tre figli maschi non poteva essere altrimenti.»
«Anche noi siamo tre, di maschi intendo. Poi c’è Naoko e non ha nulla da invidiarci a carattere.»
Genzo torna a guardarlo, osserva il profilo e gli occhi si soffermano su quel sorriso appena accennato «In pratica mi stai dicendo che è tua madre che porta i pantaloni.»
Kojiro si volta lo fissa serio solo per un attimo, poi torna a sorridere ma lo fa guardandosi le scarpe «È rimasta vedova molto giovane, è stata obbligata. A volte è dura, soprattutto con me, ma in realtà è davvero dolce.» e dopo un lungo sospiro riprende a camminare riportando lo sguardo davanti a sé. Fa passi piccoli, come se aspettasse, come se non volesse perdersi qualcosa o qualcuno. Poi devia dal sentiero e va verso una piccola radura per tornare a fissare il firmamento.
Genzo lo segue, lo affianca di nuovo «Dobbiamo presentarle.» dice facendolo voltare verso di sé.
«Sei serio? Se andassero d’accordo sarebbe la fine.»
«E perché? Hai paura che possano fare comunella.»
«Altroché. Mia madre mi conosce troppo bene e mi incastrerebbe sicuramente.»
Genzo sorride divertito «Hai qualche segreto che non deve essere rivelato?»
Kojiro non risponde, ma gli posa addosso di nuovo il suo sguardo penetrante, quello che vuole scrutarlo a fondo.
«Scusa, non volevo essere invadente.» si affretta a dire mentre sposta gli occhi mortificato continuando a scrutarlo con la coda dell’occhio.
«No, non lo sei stato. È solo che,» e prende un grande respiro prima di fissarsi i piedi «ci sono cose che non ho mai detto a voce alta ma che lei inspiegabilmente sa.»
Stavolta è Genzo a guardare le stelle «Sai, a volte la disperazione degli infortuni ti fa gridare addosso agli altri cose che è meglio tenere per sé, soprattutto con una madre molto premurosa e presente.»
«E tu sei fatto di pasta frolla.»
Kojiro lo guarda annuire mentre gli occhi sono ancora rivolti verso l’alto, ne scruta il profilo serio appena illuminato dalla luna e sorride.