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Autore: FreddyOllow    06/10/2021    0 recensioni
Declius non ha mai visto il mondo oltre il suo villaggio natio e vuole dimostrare a suo fratello maggiore che può andare e tornare da Ronterath senza un graffio. Ma eventi inaspettati lo condurranno su strade assai spiacevoli...
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IX



Mentre Declius si guardò intorno, la donna si avvicinò al cunicolo. Da lì giungeva un odore pungente, acido, quasi putrescente. L'oscurità era totale. Così la donna lasciò cadere la torcia consumata che teneva in mano, prese una torcia spenta dal muro e l'accese. L'esile fumo scacciò un poco il fastidioso odore, che poco dopo costrinse Declius a coprirsi il naso. La donna non ne sembrava infastidita. Nel frattempo, l'overliano aveva trovato una nota. Era sotto una borsa vuota appartenuta all'alerian. La lesse.

Ho trovato una dimora dell'Era della Nebbia Verdastra. Non credo sia stata saccheggiata e questo è un bene. Forse troverò qualcosa di utile, qualcosa che non è mai stato trovato in altre rovine. Ho già spedito Jurkal con un carico di libri trovati in queste stanze. Altri sono già impilati e pronti per essere spediti. Il mio contatto sborserà una bella cifra per quei libri. Ho bisogno più che mai di dedali se voglio ampliare questo scavo e magari riempire le tasche del capitano delle guardie, così metterà a tacere i minatori una volta per tutte. Quasi dimenticavo, mi serviranno altre braccia per togliere le macerie che bloccano il passaggio nell'altra sala. Sembra che quella sia un'ala separata dal resto delle rovine. Dovrò chiedere a Jurkal altri uomini.

Anche il capo minatore aveva trovato una nota in cui si accennava che l'alienar aveva trovato una dimora, ma Declius non sapeva se era questa o un'altra. Accanto al sacco a pelo, trovò un pugnale verdastro che l'overliano non sapeva fosse in laterium, un minerale raro e resistente quasi quanto la farenea. Sfiorò la fredda lama con un dito, poi lo afferrò e se lo raggirò in mano. Lo prenderò come ricordo. Magari se vale qualcosa, la venderò e mi comprerò una fattoria. Voglio proprio vedere la faccia di mio fratello quando vedrà che sono diventato ricco!
La donna s'incamminò nel cunicolo e Declius, come sempre, le andò appressò.
Salirono in cunicolo che li condusse in una piccola caverna. Ci trovarono due corpi con il busto e il cranio divorati. Impugnavano ancora spada e ascia. Poco distante, sopra a una sporgenza rocciosa, videro tre tende costruite con un viscido e disgustoso materiale.
La donna si mise in guardia e lanciò un'occhiata alle scarpate di terra e roccia che correvano lungo la parete rocciosa. L'erbaccia ci cresceva rigogliosa, nascondendo massi e una orrenda creatura che Declius non parve vedere.
Un'olkroza zampettò rapidamente verso l'overliano, che sbarrò occhi, terrorizzato. Il corpo era simile a una cavalletta, ma molto più grande. Poggiava su sei zampe con due tenaglie affilate al posto degli arti anteriori, tre occhi giallastri e le fauci seghettate. Sul dorso, aveva due lunghi tentacoli la cui parte superiore terminava con un pungiglione ricurvo. Ma prima di arrivarci, la creatura si fermò, allungò il collo e gli sputò uno sostanza acida e appiccicosa, che lo colpì a un braccio. Declius urlò dal dolore e cercò di togliersela di dosso. L'olkroza si lanciò contro di lui, ma il suo esoscheletro venne schiacciato dal pesante martello farenea della donna.
Mentre Declius si tolse di dosso la saliva, scorgendo una bruciatura sull'avambraccio sinistro, due kakroas uscirono dalle tende fatte con il duro esoscheletro di olkroza. Indossavano armature di olkroza e spade affilate di laterium. Erano creature gracili, dalla testa deforme, i denti sporgenti e grandi occhi rosso sangue. Guizzarono la testa in alto, come se stesso fiutando l'aria. Poi balzarono dalla sporgenza e si scagliarono contro la donna, che parò il colpo del primo krakoas e fracassò il cranio al secondo. La creatura rimase per un momento in piedi, poi crollò al suolo. L'altro indietreggiò, disturbato dalle grida di Declius, che si era andato a nascondere dietro una fila di rocce. Poi scattò verso l'overliano che stringeva, tremante, il pugnale di laterium all'altezza del petto. Quando la creatura alzò la spada, la donna lo colpì alla schiena. Il krakoas finì addosso a Declius che, prima di toglierselo di dosso, rimase nauseato dall'alito acre e inorridito dagli occhi rosso sangue.
La donna si voltò e venne colpita da una scarica elettrica, che la fece indietreggiare di due passi. Il krakaos stregone le scagliò altre scintille, ma la donna balzò da sopra la roccia, deviò un'altra setta e lo colpì sul busto, scaraventandolo contro la parete rocciosa. Quando la creatura fece per rialzarsi, stordita, la donna gli spappolò il cranio.
Declius si levò la polvere di dosso e scese dalla roccia.

La donna perlustrò le tende di olkroza, recuperando dedali e amatiste brune. Poi balzò giù dal pendio e recuperò la torcia accesa ai piedi di una roccia. L'overliano la seguì nel cunicolo dirimpetto, barcollando e mantenendosi con una mano al muro.
Uscirono in una grande caverna, che s'incontrava nuovamente dopo sessanta passi con le antiche costruzione umane ai tempi della Nebbia Verdastra. Sugli agli ampi e massici balconi, sopra a una sporgenza, c'era un krokoas seduto sui talloni e cinque tende di alkroza. Un altro krokoas saliva la ripida e larga scalinata e un altro fissava un'alkroza chiuso in un recinto ad angolo. Al balcone di destra, diverse ossa spolpate e corpi nudi a cui mancavano teste, gambe o braccia.
Declius si coprì il naso per non respirare l'insopportabile tanfo che aleggiava nell'aria. Sopra la spessa doppia porta argentata, che si trovava oltre le tende, c'erano i resti di un ragno gigante fatto a pezzi. Una debole foschia rasentava il suolo.
Scesero una rampa rocciosa, che li condusse in uno stretto passaggio tra le imponenti rocce e superarono un arco naturale. Vennero avvolti da una leggera foschia e la donna cominciò a camminare con estrema cautela. Declius le restava appiccicato alle spalle.
Quando uscirono dalla nebbia, l'overliano non vide più il krakoas seduto sui talloni. Si guardò intorno, preoccupato, quando un gettito d'acido gli passò a due dita dalla faccia. Preso dal terrore, alzò il pugnale di laterium pronto a difendersi, anche se con un piede stava già assaporando la fuga.
Un krakoas balzò dalla balconata e menò un fendente alla donna, che riuscì a parare. Gli altri due krakoas si precipitarono verso di loro, seguiti dall'olkroza uscito dal recinto.
Declius si pietrificò, terrorizzato.
La donna sferrò un calcio nel ventre del primo krakoas e parò il colpo del secondo che mirava a recidergli una gamba. Il terzo rimase alle spalle dei suoi simili, muovendosi ai lati. Erano armati di asce di laterium.
La donna continuava a muoversi per non farsi accerchiare. Il secondo e il terzo krakos scattarono in avanti per colpirla, ma la donna deviò il colpo del secondo e sferrò una potente martellata al terzo, che si sollevò da terra per l'impatto. Poi indietreggiò, mentre l'alkroza puntò dritto verso Declius, che invece di affrontarlo, fuggì a gambe levate sulla rampa rocciosa.
La donna parò l'alto fendente del secondo krakoas e gli tirò un calcio all'interno della caviglia, facendolo cadere in avanti. Poi lo colpì sulla nuca.
Il primo krakoas ne approfittò per aggredirla alle spalle, ma la donna roteò su sé stessa e lo centrò in pieno petto con una martellata, lanciandolo a tre passi di distanza.
Mentre Declius si arrampicava sulle rocce, l'olkraza gli sputò l'acido e lo mancò di poco. Poi mise un piede in fallo e scivolò di sotto. Riuscì a mantenersi con una mano a un piccola sporgenza. L'olkroza zampettò verso di lui e, stava per colpirlo con uno dei due pungiglioni, quando la donna gli sferrò una martellata sul dorso, facendogli schizzare sangue violastro dalla bocca. Infine allungò una mano a Declius e lo aiutò a sollevarsi.
"Grazie... di nuovo" disse l'overliano, ma non ebbe risposta.
Quando discesero la rampa, la ferita all'avambraccio cominciò a prudergli e fagli male. Si era creato una specie di pus nella bruciatura e sentiva la testa pesante. Le mani gli erano diventate fredde e avvertiva le vertigini. Poi le gambe cedettero e si ritrovò a terra.
La donna si voltò, fissò l'avambraccio come se si fosse accorta solo adesso della ferita e gli posò una mano poco sopra la ferita. Dalle dita si espanse una luce argentata e l'overliano sentì un formicolio piacevole in tutto il corpo. Il dolore e il mal di testa scomparvero e il pus giallastro sgorgò copioso dalla ferita, che lentamente si rimarginava.
"Sei anche una guaritrice?" chiese Declius, sorpreso.
Nessuna risposta.
Salirono sulla scalinata e diedero un'occhiata ai cadaveri sulla massiccia balconata, accanto a una tenda di olkroza. Erano i venti mercenari dell'alenior. Erano stati ripuliti dalle interiora, che trovarono dentro la recinzione il cui angolo erano puntellato da luccicanti uova di olkroza. Dell'aleniar, nessuna traccia.



NOTA: Grazie per aver letto! La storia prosegue nel capitolo successivo.

 
   
 
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