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Autore: Shnusschen    01/09/2009    2 recensioni
In un posto misterioso al confine tra la vita e la morte, una misteriosa guardiana veglia su dei ciliegi in fiore...
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senbonsakura Tenshou


Primavera era illuminata da una luce soffusa, tipica dell’alba, che rendeva i contorni delle cose sfocati e evanescenti.
Mille delicati petali rosa coloravano l’aria, librandosi leggeri senza mai toccare terra, mentre i maestosi ciliegi dai quali provenivano spandevano un soave profumo nell’aria.
All’ombra dell’albero più grande stava sdraiato un uomo.
Indossava un abito scuro ed elegante e stava sdraiato in una posizione troppo rigida per dormire. Teneva le mani incrociate sullo stomaco a reggere un candido giglio e il suo volto pallido appariva immobile e troppo fisso, in un’espressione distante dalla quiete del sonno.
Hikari, la guardiana di quel luogo magico, apparve all’improvviso da dietro un albero e si diresse a passi leggeri verso l’uomo immobile.
I suoi lunghi capelli neri danzavano leggiadri nella brezza mentre i petali di ciliegio le vorticavano attorno, come attirati da lei.
Quando giunse vicino all’uomo si chinò su di lui, ripiegando sotto di sè l’ampia gonna del suo vestito verde bosco. I suoi grandi occhi viola si socchiusero in un’espressione di riflessiva curiosità mentre osservava l’uomo bruno.
Apparentemente soddisfatta dell’esame stese le sue bianche mani su di lui, sfiorando l’aria prima sopra al suo viso, poi sopra il suo cuore e infine sulle mani incrociate; poi si sedette sui talloni e aspettò.
Dopo pochi attimi le palpebre dell’uomo tremarono leggermente e si alzarono, rivelando due profondi e confusi occhi neri; le sue mani non erano più incrociate e il fiore che teneva era sparito.
L’uomo si tirò lentamente a sedere e lasciò vagare lo sguardo intorno a sé, sui ciliegi che si estendevano a perdita d’occhio e sui piccoli e fragili petali che si libravano nell’aria, poi si fermò sulla ragazza accoccolata al suo fianco.
-Chi sei?- le chiese con voce roca
-Il mio nome è Hikari- rispose lei tranquilla- e sono la custode di questo luogo. Qual è il tuo nome?
-Che luogo è questo? Come sono capitato qui?- chiese ancora l’uomo
-Ogni cosa a suo tempo. Intanto dimmi il tuo nome- ribattè lei
-Mi chiamo Itami
-Molto bene Itami. Ti trovi a Primavera e sei arrivato qui perché sei morto.
-Che cosa?!- gridò l’uomo- Non è possibile, io sono vivo! Lo saprei se fossi morto!
-Purtroppo ti sbagli- replicò Hikari con voce dolce- solo i morti possono arrivare qui.
-Che cos’è questo, il Paradiso?!- scattò Itami con tono sarcastico- E sentiamo, come sarei morto?
-No, non è il Paradiso- rispose lei tranquilla- è una sorta di Limbo, se vogliamo, dove finiscono le anime di coloro che non apprezzano la vita. Tu sei morto suicida, ti sei impiccato nella tua camera da letto, ed è per questo che sei qui.
-Ho capito, è uno scherzo. O è uno scherzo o sei pazza. Io mi sarei suicidato?! E perché mai, sentiamo…
-Non ne sono i motivi, non mi è dato conoscere l’animo umano. Ma so che ti sei suicidato, altrimenti non saresti qui. Questo luogo simboleggia la vita perché la primavera è, da sempre, la stagione della vita e della rinascita ed è proprio questo che Primavera rappresenta.
Vedi i petali che danzano? Ognuno di questi è un’anima che non ha saputo apprezzare la vita, e qui espiano la loro mancanza imparando ad amare ed apprezzare ogni singola cosa della vita. Nel momento in cui un petalo cade a terra vuol dire che l’espiazione è finita e che quell’anima è pronta a rinascere. Per ogni petalo di ciliegio che cade c’è un’anima che si libera ed un bambino che nasce.
Itami la fissò senza dire niente, cercando di comprendere e di accettare ciò che Hikari gli aveva appena detto, senza riuscirci.
Lei restava seduta aspettando pazientemente.
Ad un certo punto, nel silenzio, un petalo fluttuante cominciò ad abbassarsi e toccò terra con un dolce tintinnio.
Si sprigionò un’intensa luce argentea.
Hikari si alzò con grazia e si diresse vero l’anima che era appena comparsa. Era una donna esile, non molto alta, con lunghi capelli ramati che si attorcigliavano in onde e ricci sinuosi.
-Bentornata Midori- le disse Hikari
La donna si inginocchiò davanti a lei e le baciò una mano:
-Stando qui a Primavera, ma soprattutto stando vicino a te, ho capito la bellezza e la meraviglia della vita, sono pronta per la mia rinascita.
-Fa buon viaggio- le augurò la guardiana, poi le accarezzò il viso.
La donna si ripiegò su se stessa, come rimpicciolendo, fino a divenire una scheggia luminosa di un verde intenso. Hikari la raccolse nel palmo della mano e vi soffiò sopra. La luce schizzò in alto, tra i petali, e sparì nell’azzurro cielo.
Itami aveva osservato tutta la scena con occhi spalancati.
-Allora è tutto vero- sussurrò
Hikari si voltò a guardarlo con un’espressione mesta sul volto.
-Sì- rispose- E’ tutto vero. Avrei voluto avere più tempo per prepararti ma il momento è giunto. Purtroppo i petali devono essere sempre mille, non uno di più, non uno di meno. È tempo che tu cominci la tua espiazione.
E prima che l’uomo potesse dire una sola parola lei si chinò accanto a lui e lo baciò sulla fronte.
Ci fu un lampo di luce accecante e al posto di Itami apparve un piccolo petalo rosa che prese a fluttuare.

Mille delicati petali di ciliegio coloravano l’aria, danzando intorno alla guardiana di Primavera, che si incamminò lentamente lungo le file infinite di ciliegi, svanendo dalla vista.
   
 
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