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Autore: celestialslug    07/10/2021    0 recensioni
Una serie di brevi racconti horror, secondo la mia personale interpretazione del genere letterario e dell'emozione umana della paura.
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Jeanne ripose i vestiti nella cesta, se la caricò in spalla e si girò verso la porta di casa. Erano faccende che la scocciavano, ma sua madre le ripeteva sempre che se avesse voluto sposare un uomo più ricco avrebbe dovuto farsi andare bene di tutto, anche i lavori casalinghi più duri. Ma Jeanne era uno spirito libero, voleva correre per i boschi intorno al villaggio, imbucarsi al mercato del paese affianco e fare finta di essere una dama ballando fino allo sfinimento nella radura. Per questo non vedeva l'ora di vedersi con Joseph e Jean, i suoi due più cari amici, nati nel villaggio come lei e con cui aveva passato quasi ogni secondo della sua infanzia; inoltre, lei non sognava certo di sposare qualche vecchio grasso e benestante, che l'avrebbe trattata come la sua sgualdrina personale e l'avrebbe fatta sgobbare in casa fino a farle rompere in due la schiena, lei apprezzava le cose più semplici e genuine, come quando Joseph rubava qualche mela per lei dal frutteto al limitare del bosco, o fingeva di essere un nobile solo per trattarla come un vero gentiluomo. Per questo aveva paura di superare quell'estate, è vero, era solo il 31 di giugno, ma dopo quei caldi mesi, suo padre aveva deciso che era ora di darla in moglie a qualcuno, perché era giunta l'ora. Il futuro la spaventava certo, come le tenebre spaventano i bambini, ma non come Joseph e Jean erano spaventati ora, di fronte a ciò che era appena successo. Gli occhi di Jeanna erano fissi su di loro, non avrebbero saputo dire se fosse ancora viva e sofferente, strozzata dal dolore e incapace di chiedere aiuto. La radura verdeggiante era tinta di scarlatto, e al centro esatto giaceva il corpo della giovane, orridamente smembrato, a tal punto da essere quasi irriconducibile ad un essere umano. Solo il dolce viso di Jeanne era integro, incorniciato dai boccoli biondi sporchi di terriccio e sangue, con gli occhi spalancati come quelli di chi ha appena visto un mostro ed ha troppa paura per urlare: come quelli dei giovani di fronte alla scena. A scavare nelle budella, il muso insanguinato della bestia, che ormai si era saziata e straziava le membra solo per inerzia; alta fino alle spalle di un uomo adulto, con fauci così possenti da sfondare un cranio umano senza problemi. Era come un lupo, ma delle dimensioni di un orso e dalla natura di un demone. Il pelo ispido, come quello di una bestia sporca, bruno come la pelle di una regina di Spagna e tempestato di chiazze rosse, probabilmente di origini diverse. Avrebbero giurato che fossero allucinazioni, isteria, follia; avrebbero potuto molto, ma ora non potevano niente, se non pregare, di fronte al corpo della quattordicenne, morta nella stessa radura nella quale avrebbe vissuto in eterno.
   
 
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