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Autore: CrossoverManZero    08/10/2021    2 recensioni
Il mondo criminale di New York è sotto assedio. Qualcosa o qualcuno sta terrorizzando i criminali della città, in una solitaria guerra contro il crimine. Non è un supereroe, ma qualcos'altro. E' una Creatura della Notte. Un Uomo Pipistrello. Un Crociato Incappucciato. Un Cavaliere Oscuro. Lui è... Batman
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Saaaaaaaaaaaaaaaaaalve a tutti! Sono finalmente tornato! Finalmente vedremo il Batman marvelliano in azione. Se nel capitolo precedente non c’era molta azione, in questo ce ne sarà dall’inizio alla fine. E con degli ospiti speciali. Buona lettura.
 
 
 
Nemici e Alleati
 
Carlie era nel suo ufficio, intenta a trovare un collegamento tra gli avvistamenti di Batman, in modo da prevedere la sua prossima mossa. Ma finora non era arrivata a nulla. Sconfortata, mise via i dossier per poi guardarsi intorno e furtivamente prese dal cassetto un dossier riguardante un caso molto importante per lei: l’omicidio della sua amica Megan Hobbs. Nonostante il caso fosse stato archiviato, Carlie non si è mai rassegnata, continuando a indagare in segreto sul caso in modo da, un giorno, scoprire la verità e renderle giustizia. Ad un tratto le luci si spensero, facendo piombare la sala nell’oscurità. Prima ancora che potesse chiedersi cosa stesse succedendo, Carlie sentì una pistola venirle puntata alla nuca.
 
 
-Non voltarti.- disse Batman, comparendole alle spalle.
 
 
-Cosa vuoi?- chiese Carlie cercando di restare calma.
 
 
-Dicono che sei una poliziotta abile e soprattutto onesta. Una dei pochi rimasti.-
 
 
-Non hai risposto alla mia domanda: cosa vuoi da me?-
 
 
-Rosario Gigante riceve partite di droga e armi ogni settimana. Perché nessuno lo arresta?-
 
 
-Paga bene quelli che lo coprono.- rispose Carlie con una punta d’amarezza.
 
 
-Cosa serve per farlo cadere?-
 
 
-Parecchie cose: pressioni sul giudice Reynolds; un procuratore con abbastanza coraggio da accusarlo…-
 
 
Uno c’è: Derek Grant. Da anni dirige l’inchiesta sui traffici illegali di Gigante, contatta anche lo studio legale Nelson e Murdock. Sono persone affidabili.-
 
 
-Temo non basterebbe. Serve qualcosa di più concreto, tipo testimonianze o prove che portino a lui.-
 
 
-Le avrai. Presto ti porterò dei risultati.-
 
 
-Ah, sì? E come saprò che sei stato tu?-
 
 
-Cerca il mio segno.- disse Batman mettendo via la “pistola”, in realtà una innocua cucitrice.
 
 
-Sei da solo, non è vero?-
 
 
-Ora noi siamo in due.-
 
 
-Noi?- chiese prima di sentire una corrente d’aria. Voltandosi, vide la finestra aperta e una volta affacciata, vide Batman risalire in fretta la scala antincendio. In poco tempo raggiunse il tetto, ma poi una porta si aprì e Carlie uscì seguita da due agenti.
 
 
-Fermo dove sei!- gli ordinò, puntandogli contro la pistola. Il Pipistrello si diede alla fuga. I due agenti estrassero le pistole e iniziarono a sparare.
 
 
-No, fermi! Non sparate!- ordinò Carlie mentre Batman saliva sui condotti dell’aria e si lanciava di sotto.
 
 
-No!- gridò la detective, vedendolo precipitare. Ma il Cavaliere Oscuro dispiegò il lungo mantello, planando tra i palazzi e sparendo dietro uno di questi.
 
 
-Mandiamo delle volanti a inseguirlo?- chiese uno degli agenti.
 
 
-No.- rispose Carlie.
 
 
-Ma, detective…-
 
 
-Avete visto cosa può fare, no?! Ormai può essere ovunque. Telefonate al commissario Bale e ditegli di venire il prima possibile.-
 
 
I due agenti, seppur riluttanti, annuirono e rientrarono. Carlie rimase sul tetto, fissando il punto in cui era sparito Batman. Non sapeva come, ma qualcosa le diceva che poteva fidarsi del vigilante.
 
 
-“D’accordo, facciamo a modo tuo. Ma qualunque sia il tuo piano, mi auguro che funzioni.”-
 
 
 
 
Quella sera Tony Romita si ritrovò al bar con gli amici per festeggiare. Prendere per il culo il sistema era stato di una facilità addirittura ridicola: praticamente non ha dovuto fare nulla. E il buffo era che le autorità stesse lo avevano lasciato andare con tanto di scuse. Era una sensazione elettrizzante. Chissà, magari domani avrebbe fatto una “visita di cortesia” a quella puttana che si era permessa di denunciarlo. Sarebbe stato divertente vederla dimenarsi come una cagna in calore per la seconda volta, prima di piantarle un proiettile in testa e berci sopra uno scotch alla sua salute.
 
 
-Un brindisi.- esclamò Romita, sollevando il bicchiere -Al sistema giudiziario…-
 
 
-Perché?- chiesero i suoi amici divertiti.
 
 
-Perché l’ho fregato.- disse tranquillo, tracannando il liquido tutto d’un fiato. -Io ho Azrael che pensa a me!-
 
 
Mentre il criminale si crogiolava tranquillo, immerso in pensieri piacevoli e tra i fumi dell’alcol, qualcuno o qualcosa lo stava osservando dall’alto. Sembrava una specie di sagoma nera, acquattata e immobile come una sorta di decorazione inquietante, seminascosta tra le ombre. Quella sagoma non era altri che Batman.
 
 
-Ehi, Tony.- esclamò uno dei presenti indicando il soffitto sopra di lui.
 
 
-Che c’è?-
 
 
-Hai visto lassù?-
 
 
Nel momento in cui Romita sollevò lo sguardo, cercando di distinguere qualcosa tra le ombre e le impalcature di metallo, certo non immaginava neppure lontanamente cosa gli sarebbe accaduto di lì a poco.
 
 
-È vero o finto?- mormorò, quasi ridendo della situazione. -Sì, pare vero…-
 
 
L’Uomo Pipistrello, coi nervi tesi e pronti a scattare, rimase fermo e in attesa. L’adrenalina cominciò a scorrergli in corpo, a causa della tensione del combattimento ormai prossimo, e intanto fremeva al pensiero di abbattersi su quell’essere disgustoso e rovesciargli addosso tutta la sua collera e la sua furia. Ma senza dimenticare il vero motivo per cui era lì.
 
 
-Che cosa vuoi?- domandò Romita.
 
 
-Risposte. Ma soprattutto… GIUSTIZIA!-
 
 
Come ebbe detto queste parole, Batman sollevò il braccio e scagliò un batarang contro il volto del farabutto sottostante. Romita crollò a terra, urlando di dolore, mentre il sangue cominciò a colargli lungo la mandibola slogata. Nel locale riecheggiò il panico totale, non appena il Pipistrello si gettò nella mischia, proprio come un predatore in cerca delle sue vittime. Qualcuno mise mano alla pistola, e subito si scatenò un vero e proprio inferno. Batman si avventò su ognuno di quei disgraziati e cominciò ad abbatterli, veloce e implacabile, senza risparmiare nessuno. Era una sinfonia di pugni, calci e batarang. Ad ogni colpo l’ambiente si illuminava con una pioggia di scintille, mentre le lampade venivano fatte letteralmente a pezzi. A causa del cortocircuito e delle bottiglie di whisky rovesciate sul pavimento e sui tavoli da biliardo, il locale cominciò a prendere fuoco e le pallottole continuavano a fischiare nell’aria come api inferocite. Con la sua agilità, Batman riusciva a evitare i proiettili e se anche qualcuno faceva centro, veniva fermato dalla protezione in kevlar del costume. In questo modo era in grado di sfruttare ogni appiglio per muoversi agilmente, come un mostro sovrannaturale in possesso di una forza spaventosa e inarrestabile. I nemici cadevano come birilli, sotto i suoi colpi potenti e precisi, e le fiamme cominciavano ad estendersi con vigore ad ogni angolo del locale. Nascosto sotto il retro del bancone, il barista impugnò il fucile a pompa che teneva nascosto lì sotto e cominciò a sparare all’impazzata. Avvertendo il pericolo, Batman balzò agilmente sulla pedana metallica che conduceva al secondo piano ma attorno a lui i nemici erano armati di spranghe e pronti ad avventarglisi addosso. Il primo tentò di colpirlo ma lo mancò e Batman gli ruppe il femore con un calcio. L’avversario urlò di dolore, ma il giustiziere gli afferrò la testa e gliela sbattè contro la ringhiera. Un secondo criminale lo attaccò con una spranga ma lui ne afferrò un’altra, parando il colpo per poi rifilargli un potente calcio nell’addome che lo mandò contro i suoi compari, buttandoli giù. Dopo averli tramortiti, usò la bat-fune per lanciarsi sul ventilatore del soffitto e rimase ancora una volta in agguato. Approfittando della confusione generale, Romita riuscì in qualche modo a scivolare via non visto da sotto i tavoli, gemendo e ansimando come un animale in trappola. Il Cavaliere Oscuro, guardandosi attorno, lo vide strisciare sul pavimento, fino a raggiungere la porta. Altri proiettili vennero sparati in rapida successione, rimbalzando contro le pale del ventilatore con sprazzi di luce, tuttavia Batman si avventò sui pistoleri con un doppio calcio in picchiata per poi rivolgere le sue attenzioni a Romita, che assisteva terrorizzato alla scena. Salì sui tavoli da biliardo in fiamme, camminando verso di lui. Per fortuna sia il costume che il mantello erano ignifughi, proteggendolo dal fuoco.
 
 
-Romita.- disse minaccioso. -Diamo al Diavolo quanto gli è dovuto!-
 
 
A Romita gli sembrò un essere infernale venuto a perseguitarlo e, preso dal panico, imboccò la porta e si precipitò in strada mentre il Pipistrello si lanciò all’inseguimento della sua preda in fuga. Sconvolto com’era, al pensiero di quel demone spaventoso dietro di lui, Romita inciampò in una pozzanghera ma si rialzò prontamente con il revolver in mano e continuò a correre senza voltarsi. Raggiunse un ingresso della metropolitana, ma mise il piede in fallo e rotolò giù per le scale. Non appena ebbe alzato lo sguardo, sbarrò gli occhi dal terrore: in cima alle scale, Batman lo stava fissando.
 
 
-No! Stammi lontano!- gridò Romita, andandosi a nascondere dietro una delle colonne a fianco dei binari e rimanendo immobile, cercando di riprendere fiato. Il suo inseguitore tuttavia era a pochi metri da lui. In men che non si dica, una corda sottile si strinse attorno al suo collo e, facendogli cadere di mano la pistola, gli strappò un grido soffocato.
 
 
-Ehi, ciao, come stai?- domandò Batman con un sorriso beffardo.
 
 
Romita cercò inutilmente di liberarsi da quel sottile filo metallico, ma riuscì appena a biascicare qualcosa in risposta con un filo di voce.
 
 
-Non l’hai saputo? Sono stato assolto…-
 
 
-Non da me!!!-
 
 
La voce del Pipistrello era come una sentenza vera e propria. Romita era colpevole, non c’era legge a proteggerlo adesso. Ma all’improvviso, un amico di Romita che li aveva seguiti, colpì Batman alla schiena con una mazza da baseball, che crollò in ginocchio, allentando la presa, e Romita fu nuovamente in grado di respirare. Il complice cercò nuovamente di colpire Batman, ma questi afferrò la mazza con una mano e con quella libera sferrò un diretto, dritto all’inguine. L’impatto fu violentissimo e si sentì qualcosa rompersi. Il criminale emise un verso strozzato, prima di andare a terra, svenuto. Senza perdere tempo, Romita recuperò il revolver da terra e lo puntò alla tempia del vigilante ai suoi piedi, con una smorfia di trionfo dipinta sulle labbra. Batman sentì distintamente lo scatto metallico del cane che veniva sollevato per mettere il colpo in canna.
 
 
-Va’ all’inferno… mostro.- disse Romita.
 
 
-D’accordo: dopo di te.- rispose Batman prima di deviare lo sparo con un colpo di mano ed eseguire una spazzata di gambe. Romita si ritrovò scaraventato all’indietro sui binari. Nella caduta doveva essersi evidentemente rotto qualcosa perché, per quanti sforzi facesse, non riusciva più a muoversi. Riverso sulla schiena, la pistola era a pochi metri dalle sue dita, ma lui non poteva prenderla in alcun modo. E quando l’inevitabile cominciò a rischiarare l’ambiente, capì con orrore di non avere scampo. Batman, intanto, troneggiava su di lui.
 
 
-Ehi, quella luce in fondo al tunnel.- esclamò beffardo, mentre il rumore di un treno in arrivo quasi copriva le sue parole.
 
 
-Sai che cos’è? Non è il Paradiso…-
 
 
-Ti ammazzo… Ti ammazzo…- mormorò appena Romita, con gli occhi sbarrati dal terrore.
 
 
-… È la linea C!!!-
 
 
-Ti ammazzo… OH MIO DIOOOOOOOO!!!!!!- le urla disperate di Romita si persero nel fragore assordante e le ultime cose che vide, prima che la paura gli facesse perdere i sensi, furono la luce del treno distante pochi centimetri e la sagoma di Batman che si lanciava su di lui. Poi fu il buio.
 
 
 
 
 
-Svegliati.-
 
 
Romita non sapeva quanto tempo era rimasto svenuto, né se era effettivamente sveglio. Non sapeva nemmeno se fosse ancora vivo. Avvertì l’aria fredda sulla pelle, segno che non era più in metropolitana ma all’esterno. Cercò di muoversi, ma sentì di avere mani e piedi legati e di sentirsi tirare proprio da questi. Però non riusciva a vedere niente perché qualcosa gli copriva gli occhi.
 
 
-Ben svegliato, teppista.- fece la voce di Batman e Romita capì che l’aveva accanto.
 
 
-Sono… sono…-
 
 
-No, non sei morto. Sono riuscito a prenderti poco prima che il treno ti investisse.- rispose Batman.
 
 
-Non vedo niente… cos’è… cos’ho sulla faccia?-
 
 
-Mi servono informazioni sul tuo capo, Rosario Gigante, e solo tu puoi darmele.-
 
 
-Mi sa che sto sanguinando, amico… Mi serve un dottore…-
 
 
-Prima mi dirai tutto quello che voglio sapere. In giro si dice che Gigante riceverà presto un grosso carico di armi e droga: dimmi dove e quando!-
 
 
-T-Tranquillo, amico… ti dirò tutto… ma facciamo… niente sbirri… e che mi lasci andare… che ne dici, amico?-
 
 
-Non credo tu abbia ben compreso la situazione: non sei nella posizione di negoziare. Permettimi di farti capire.-
 
 
Quella che Romita credeva fosse una benda a coprirgli gli occhi cominciò a muoversi, rivelandosi una mano, la mano di Batman. Una volta tolta, si rese conto che quella sotto di lui era la città, e capì con orrore di essere appeso a testa in giù ad uno dei gargoyle che adornavano la cima del Chrysler Building, uno dei grattacieli più alti di New York. Mentre Romita gridava in preda al terrore, Batman era lì accanto, tenendosi saldo alla bat-fune, ad ascoltare le sue urla, quasi fossero una ricompensa per la fatica di portare fin lassù cento chili di sociopatico.
 
 
-Non appena finisci di avere la tua crisi di panico, dimmi il luogo e l’orario di quando arriverà il carico.- disse Batman.
 
 
-Oddio santo! Ok, ok, ti dico tutto! È per stanotte! Arriverà al molo 27 un carico di droga e… e nuove armi.-
 
 
-Che genere di armi?-
 
 
-Armi hi-tech, amico. Come quelle che vedi nei film di fantascienza!-
 
 
-Chi ve le fornisce?-
 
 
-N-Non lo so! Nessuno di noi lo ha mai visto! Il capo è l’unico ad avere contatti con lui. Posso dirti solo che ha un nome strano…-
 
 
-Per caso è “Azrael”?-
 
 
-Sì, è lui!-
 
 
A quel punto Batman afferrò il criminale per i capelli, tirandolo a sé.
 
 
-Ascoltami bene, feccia: ho chiamato la polizia mentre eri svenuto, presto saranno qui. Darai loro una confessione spontanea dei tuoi crimini, quelli del tuo capo e di tutti i tuoi amici! L’impero criminale di Rosario Gigante finirà stanotte! E poi toccherà ad Azrael!- fece per andarsene, ma Romita lo richiamò.
 
 
-Aspetta! Posso dirti di più! Posso darti prove schiaccianti!-
Il vigilante gli si avvicinò nuovamente.  
 
-Parla.- ordinò.
 
 
-Se intendi andare al porto, ti conviene stare attento. Si aspettano un intervento di voi tipi in maschera. Specialmente quei super mocciosi… i Baby Avengers.-
 
 
-I Champions…-
 
 
-Proprio così! Ultimamente stanno diventando molto popolari con quelle loro azioni umanitarie, e… il capo e i suoi amici non l’hanno presa bene. Così si sono rivolti ad Azrael e lui gli ha promesso armi abbastanza potenti… da poterli togliere di mezzo.-
 
 
-Parlavi anche di prove schiaccianti…-
 
 
-P-Per quelle devi trovare Bobby Finch! È il contabile di fiducia del capo. Ha dei dossier che contengono i conti delle sue “attività” e materiale compromettente riguardante il giudice Reynolds! Li tiene sempre in una grossa cartella e non se ne separa mai!-
 
 
-Dove lo trovo?-
 
 
-Abita in un attico sulla Main Street ed è sorvegliato giorno e notte! Nemmeno gli sbirri osano entrarci!-
 
 
-Ti sembro forse un poliziotto?!- ringhiò Batman per poi lanciarsi nel vuoto, lasciando Romita appeso, poco prima che il faro di un elicottero della polizia illumini la zona.-
 
 
 
 
 
L’attico di Bobby Finch era una sorta di mini fortezza in cima a un palazzo lussuosissimo. Gli sgherri di Gigante piantonavano l’abitazione dentro e fuori, sorvegliando il vecchio contabile, l’uomo che conosceva tutti i segreti del boss. Uno di loro era sul terrazzo, intento a fumarsi una sigaretta, quando sentì qualcosa pungerlo al collo. Subito crollò a terra privo di sensi, con un dardo paralizzante sul collo. Batman gli atterrò vicino e, aprendo lentamente la porta-finestra, gettò dei fumogeni dentro il salone. Gli uomini non ebbero il tempo di reagire, che il Pipistrello li mise tutti al tappeto, silenzioso come un’ombra. Intanto al piano di sopra, Finch era nella sua camera da letto, in preda a una brutta tosse.
 
 
-Coff, coff. Dannate medicine… un inferno…-
 
 
Si diresse in bagno, mentre la porta della stanza rimase socchiusa permettendo alle due guardie nel corridoio di tenerlo d’occhio. All’improvviso una delle due venne afferrata e trascinata via, l’altra non se ne accorse nemmeno, venendo travolta dal Crociato Incappucciato. Il tutto mentre Finch entrava in bagno, continuando a brontolare, ignaro di tutto. Aprì l’armadietto del lavandino, tirandovi fuori un flacone di pillole.
 
 
-E così avrei un enfisema… al diavolo. Dovrei farmi drenare i polmoni.- si lamentò svitando il tappo del flacone.
 
 
-Forse posso aiutarti.- fece la voce di Batman, dietro di lui. Finch si girò di scatto dallo spavento, spargendo pillole per tutto il bagno.
 
 
-Aah! Aiuto! Gino! Tucci!... Santa Maria.-
 
 
-Non verrà nessuno, Bobby… Temo che si siano addormentati sul lavoro…-
 
 
-Tu… li hai sistemati tutti… Mio Dio… cosa… che cosa vuoi da me?-
 
 
-So che hai una cartella contenente dei documenti che riguardano Rosario Gigante: consegnamela.- ordinò Batman in tono minaccioso.
 
 
-M-Ma se lo faccio… l-lui mi ucciderà…- tentò di dire Finch, tremando come una foglia. Al che Batman sferrò un pugno all’armadietto del lavandino, fracassandolo e spaventando ancora di più il criminale.
 
 
-Se non lo farai… io ti farò di peggio.- ringhiò. A quel punto Finch si arrese e tornò in camera da letto, seguito da Batman. Si avvicinò a un comodino al cui interno c’era una piccola cassaforte. Digitò il codice sulla tastiera e l’aprì.
 
 
-È tutto lì dentro?- chiese Batman.
 
 
-Oh, sì…- rispose Finch, infilando la mano dentro -… e c’è anche QUESTA!- si voltò di scatto, puntandogli contro una pistola. Ma quando provò a sparare, non partì alcun colpo.
 
 
-Cosa…?- premette più volte il grilletto ma ci furono solo degli scatti a vuoto.
 
 
-Forse hai bisogno di questi.- disse sarcastico il Pipistrello, gettandogli ai piedi i proiettili.
 
 
Finch tremò più di prima, al punto di cadere a terra. Batman si avvicinò prima di chinarsi, finendogli faccia a faccia.
 
 
-Dammi. Quei. Documenti.- scandì minaccioso. Finch obbedì, passandogli una cartella rossa. Dopo averci dato un’occhiata veloce, il vigilante rivolse nuovamente lo sguardo a Finch, che chiuse gli occhi e si protesse con le braccia, temendo di essere pestato.
 
 
-Vai alla polizia e costituisciti.- disse Batman –Racconta loro tutto quanto. Se osi tentare qualche scherzo, ci rivedremo. E ti garantisco che lo rimpiangerai.-
 
 
Finch rimase in quella posizione per diversi minuti. Poi, capendo che non stava succedendo niente, aprì lentamente gli occhi e vide che Batman era scomparso. A quel punto si coprì il viso con le mani e pianse, ringraziando Dio per essere ancora vivo.
 
 
 
 
 
 
 
Al molo 27 c’era un gran via vai. Enormi container venivano scaricati dalla nave e, una volta aperti, svuotati delle casse che contenevano, in apparenza, orsetti di peluche. In realtà era una copertura: all’interno degli orsacchiotti c’erano dei pacchetti di droga, mentre un doppio fondo nelle casse conteneva armi. Degli uomini caricavano il tutto su dei camion, mentre altri facevano la guardia.
 
 
-Sbrigatevi a caricare! Non abbiamo tutta la notte!- disse uno di loro. Nel frattempo, all’ingresso del molo, il boss mafioso Rosario Gigante era nella sua auto, parlando al telefono con qualcuno.
 
 
-Il carico è arrivato, lo stiamo dividendo secondo le tue istruzioni: gli orsetti con la droga vanno agli spacciatori mentre le armi alle gang e ai miei ragazzi.-
 
 
-E il carico speciale?- domandò una voce contraffatta dal telefono.
 
 
-Non preoccuparti. Lo abbiamo già caricato su un camion che è partito dieci minuti fa. Presto sarà tuo.- rispose Gigante.
 
 
-Eccellente.-
 
 
Intanto, appollaiato in cima a una delle gru più alte, l’Uomo Pipistrello ascoltava la telefonata del boss, puntando contro l’auto un dispositivo simile a un telecomando dal quale usciva una piccola antenna parabolica. Le voci gli arrivavano direttamente ai sensori del suo cappuccio.
 
 
-“Quindi c’era anche un terzo carico oltre la droga e le armi. Strano, nei dossier di Finch non risulta e nemmeno Romita e tutti quelli che ho torchiato ne sapevano nulla. Deve contenere qualcosa di estremamente importante, se Gigante non ha informato i suoi uomini più fidati.”- pensò Batman, continuando ad ascoltare.
 
 
-Una cosa non capisco.- continuò Gigante –Sono mesi che i miei ragazzi trafficano intere casse del tuo “carico speciale”. Eppure non sappiamo di cosa si tratti, né a cosa ti serva. E confesso che non amo mettermi in affari con qualcuno di cui non conosca i propri “peccatucci”.-
 
 
-L’ignoranza è beata, signor Gigante. Non si faccia carico dei segreti pericolosi di gente temibile. E lei sa bene quanto so essere temibile.-
 
 
Gigante sbiancò a quest’ultima affermazione, essendo consapevole con quale mostro si era messo in affari e di non potersi più tirare indietro.
 
 
-Certo, Azrael.- rispose Gigante con fare rassegnato, prima di chiudere la chiamata.
 
 
-“Dannazione!”- imprecò Batman –“Ha chiuso troppo presto, non ho fatto in tempo a tracciare la chiamata. Ma almeno ho la conferma della collaborazione tra Gigante e questo Azrael.”-
 
 
Nel frattempo il lavoro continuava anche se, nonostante le nuove armi, i malavitosi non si sentivano tranquilli.
 
 
-Volete darvi una mossa?! Siamo già in ritardo…- disse uno dei criminali, particolarmente nervoso.
 
 
-Rilassati, amico.- lo tranquillizzò un altro -Siamo armati fino ai denti e se qualche idiota prova ad avvicinarsi nel raggio di trenta metri, ha finito di vivere.-
 
 
-Già, parole grosse.- incalzò un terzo.
 
 
-E cacchio, sì! Parole grosse, armi grosse e grosse ba…- non riuscì a finire la frase perché una ragnatela gli avvolse il fucile. Un attimo dopo Miles Morales, lo Spider-Man di Brooklyn, gli fu addosso stendendolo con una ginocchiata in faccia.
 
 
-Ma che bei fucili, ragazzi.- disse ironico -Non sapevo che su Amazon facessero svendite di armi ipertecnologiche.- I criminali aprirono il fuoco su di lui ma, grazie ai suoi poteri ragneschi, riuscì a evitare tutti i colpi. All’improvviso Nova piombò su di loro a tutta velocità, travolgendoli.
 
 
-Dateci dentro, Campioni!- Gridò scagliando raggi d’energia contro altri criminali.
 
 
-Ehi, è la mia battuta, Testa di Secchio!- fu la protesta di Amadeus Cho, alias Hulk, atterrando sulla banchina e generando un’onda d’urto che mandò gambe all’aria molti scagnozzi. Aggrappati alla sua schiena c’erano Ms. Marvel e Ciclope.
 
 
-Non ricominciate a litigare, voi due!- li rimproverò la ragazza. –Hulk, facci da copertura. Ciclope, aprici la strada!-
 
 
-Ricevuto!- rispose il mutante, lanciando i suoi raggi ottici sul terreno ai piedi dei criminali, facendoli finire a terra.
 
 
-Viv, resta intangibile!- disse Hulk.
 
 
-Non sarà necessario.- rispose Viv Visione, passando attraverso un muro alle spalle di un criminale prima di tramortirlo con due raggi luminosi emessi dagli occhi -Come vi ho già detto in precedenza, ho tutte le abilità di mio padre. Compresa quella di emettere energia solare.-
 
 
-Gente, cercate di non distruggere il carico. Per la polizia sarà una prova schiacciante.- commentò Ms. Marvel.
 
 
-Ok, ma niente ci impedisce di pestare questi schifosi.- disse Spider-Man -Ho già detto che odio le armi?-
 
 
-Lo ripeti tutte le volte.- lo schernì Nova.
 
 
Uno degli scagnozzi telefonò a Gigante.
 
 
-Capo, sono i Champions! Ci stanno massacrando!-
 
 
-E allora cosa state aspettando, idioti?! Usate le armi!- sbraitò in risposta il boss. Batman aveva sentito tutto e osservava la situazione con il binocolo.
 
 
-“Grandioso, ci mancavano anche quei dilettanti. Non si rendono nemmeno conto di essersi cacciati in una trappola”.-
 
 
Infatti uno dei criminali brandì quello che sembrava un grosso cannone fantascientifico con tre dischi sulle estremità, puntandolo contro Viv. Non appena premuto il grilletto i dischi s’illuminarono, schizzando verso Viv e circondandola. La giovane sintezoide non ebbe il tempo di reagire: i dischi generarono un potente campo elettrico che la centrò in pieno, strappandole un grido e mandandola KO.
 
 
-Viv! No!- gridò Hulk mentre lui e Ms. Marvel andavano in soccorso della compagna. Ma lungo la strada non si accorsero di quattro mini antenne metalliche con dei globi in cima e disposte a quadrato. Non appena i due eroi furono al centro dell’area, i globi si illuminarono di una luce blu e improvvisamente entrambi crollarono a terra, incapaci di muoversi.
 
 
-Ma che succede? Non riesco a muovermi!- esclamò allarmata Ms. Marvel.
 
 
-Quelle antenne… devono emettere una sorta d’impulso che colpisce i centri nervosi motori e li paralizza.- provò a spiegare Hulk cercando di muoversi, senza riuscirci.
 
 
-Ci penso io, ragazzi!- disse Ciclope preparando il suo raggio ottico, ma uno sgherro gli lanciò contro una granata che, invece di esplodere, gli ricoprì la testa con un fluido verde che s’indurisce subito, bloccandogli i raggi. Il giovane X-man cerca di liberarsi, non riuscendo a respirare, ma i criminali lo attaccano, buttandolo a terra e iniziando a pestarlo.
 
 
-Resisti, Slim! Arriviamo!- disse Nova andando in suo aiuto, seguito da Spider-Man. Ma in quel momento si attivarono delle mini torrette che spararono delle reti elettrificate, avvinghiandosi ai due e immobilizzandoli. In pochi minuti i Champions si trovarono la situazione ribaltata a loro sfavore.
 
 
-Capo, li abbiamo presi! Le armi hanno funzionato!- comunicò lo scagnozzo al boss.
 
 
-Ottimo. Teneteli d’occhio e dite agli altri di rimettersi al lavoro. Sto arrivando.-
 
 
Gigante uscì dalla macchina ma, avvertendo una presenza, alzò lo sguardo verso il punto in cui si trovava Batman, ma non vide nessuno. Nel frattempo i criminali avevano ripreso a svuotare i container, mentre alcuni tenevano d’occhio i Champions che lottavano per liberarsi. Poco dopo sopraggiunse Gigante.
 
 
-Bene, bene, guarda chi abbiamo qui: i Baby Avengers.-
 
 
-Per te siamo i Champions, delinquente! E tu sei un uomo finito, non appena riusciremo a liberarci!- esclamò Nova.
 
 
-Ahahah, quanto ardore, moccioso! Mi ricordi me alla tua età. Solo che io sapevo quando era il momento di farmi gli affari miei. Sfortunatamente, è arrivato il momento di salutarci. La mia famiglia comanda in questa città da generazioni e non permetterò che voi, scherzi della natura, roviniate tutto.-  Si accorse che Ciclope iniziava a contorcersi nell’agonia, segno che ha esaurito l’aria.
 
 
-Oh, sembra che il vostro amico abbia problemi a respirare. Poverino…- disse con falso dispiacere prima di estrarre una pistola e puntarla contro il mutante. -Vorrà dire che gli aprirò qualche… buco per l’aria.-
 
 
-No!- gridò Ms. Marvel.
 
 
-Lascialo stare, bastardo!- continuò Hulk.
 
 
-Stai lontano da lui!- disse Spider-Man con rabbia.
 
 
-Il vostro sbaglio più grande è stato immischiarvi nei miei affari, stupidi mocciosi! E gli sbagli si pagano caro!-
 
 
Improvvisamente un batarang lo colpisce alla mano, disarmandolo.
 
 
-Vale anche per te.- fece una voce, prima che l’ombra del Pipistrello incombesse su tutti i presenti. Batman lanciò dei batarang che provocarono bagliori accecanti, prima di saltare giù dai container e avventarsi sui criminali.
 
 
-Di nuovo lui?!- disse Spider-Man.
 
 
-Lo conosci, Testa di Tela?- chiese Hulk.
 
 
-È quel bat-vigilante di cui ti abbiamo parlato, Hulk!- rispose Nova, vedendo Batman lanciare dei batarang per disarmare due mafiosi. Un terzo cerò di colpirlo con un piede di porco ma l’Uomo Pipistrello si abbassò, evitando il colpo per poi afferrare il pugno libero del criminale e stenderlo con un gancio destro. Evitò le raffiche di un mitra, gettando dei bolas alle gambe del criminale che lo impugnava, facendogli perdere l’equilibrio. Sparò il rampino a un altro scagnozzo e, tenendo la fune con entrambe le mani, roteò con forza scagliandolo contro i suoi compari. Gettò delle granate fumogene a terra, venendo avvolto dal fumo. Gli altri criminali mirarono alla cieca, sparando nell’ultimo punto dove lo avevano visto, ma il Cavaliere Oscuro emerse dalla nube con un balzo sovrumano, spiegando il lungo mantello e calando implacabilmente su di loro.
 
 
-Cavolo, va’ come un treno!- esclamò Ms. Marvel meravigliata dalla rapidità e precisione con cui venivano sferrati i colpi.
 
 
-Ehi, questa frase è piena di doppi sensi! Qualcuno si sta forse prendendo una cotta?- disse Nova con sarcasmo, causando un forte imbarazzo nell’amica.
 
 
-Sul serio, Nova?! Ti sembra forse il momento?!- lo rimproverò Spider-Man, allibito da come l’amico non riuscisse a restare serio in una situazione simile.
 
 
Intanto Gigante approfittava della confusione per scappare, proprio mentre Batman metteva KO gli ultimi sgherri. Il Crociato Incappucciato lo vide e fece per inseguirlo, ma poi si accorse delle condizioni in cui stavano i Champions, specialmente Ciclope e Viv. Decidendo quali fossero le sue priorità, sparò il rampino su uno dei dischi e, tirando con tutte le sue forze, riuscì a separarlo dagli altri due, interrompendo così il contatto e annullando il campo elettrico. Prese il disco e lo mise in una tasca della sua cintura e poi si diresse da Ciclope. Sapeva che così facendo, Gigante aveva più possibilità di sfuggirgli, ma non avrebbe lasciato morire qualcuno sotto i suoi occhi. Per prima cosa controllò il polso del ragazzo e sentì che era molto debole. A quel punto frugò nella sua cintura e tirò fuori una piccola bomboletta spray, avvicinandola al volto di Ciclope.
 
 
-Ehi! Cosa gli stai facendo?!- gridò Nova, venendo completamente ignorato. Batman spruzzò sul fluido un potente solvente. Per qualche istante non accadde nulla, ma poi l’intero rivestimento sul volto di Ciclope si riempì di crepe per poi disintegrarsi, liberando il giovane mutante. Ma era ancora privo di sensi e il polso stava diminuendo, quindi Batman prese un dispositivo e lo poggiò sul petto del ragazzo. Il dispositivo lampeggiò due volte prima di rilasciare una scossa elettrica a bassa intensità che fece sobbalzare il corpo di Ciclope che spalancò gli occhi e si tirò su urlando.
 
 
-AAAGH!!! Che botta!- disse mentre Batman lo afferrava e lo rimetteva sdraiato con delicatezza.
 
 
-Uughh, che è successo?- rantolò portandosi una mano alla testa.
 
 
-Ehi, Slim, tutto bene?- chiese Spider-Man.
 
 
-Amico, ti hanno appena defibrillato!- disse Nova.
 
 
A quel punto il Pipistrello lanciò dei batarang esplosivi contro le torrette e una delle antenne, distruggendole e liberando gli altri Champions. Dopodiché sparò il suo rampino su un’alta colonna di container e si alzò in aria, sparendovi in cima.
 
 
-Dov’è andato?- chiese Hulk.
 
 
-Sta seguendo Gigante!- esclamò Ms. Marvel -Occupatevi di Viv e Scott! Io gli vado dietro!-
 
 
-Cosa?! Aspetta, Marvel! Aspetta!- disse Nova, ma la ragazza si era già lanciata all’inseguimento.
 
 
 
Gigante correva a perdifiato nel labirinto di container, finché non raggiunse la sua auto.
 
 
-Metti in moto!- disse al suo autista, entrando in fretta, solo per scoprire che qualcuno lo aveva tramortito.
 
 
-Accidenti!- imprecò bloccando le portiere e aprendo uno scomparto segreto dei sedili, tirandovi fuori un fucile a canne mozze. Dopo averlo caricato, guardò fuori dai finestrini, cercando di scorgere quel tipo che aveva appena steso mezza dozzina dei suoi uomini DA SOLO.
 
 
-Chi sei?! Chi diavolo sei tu?!- disse il boss prima che il vetro del tettuccio andasse in frantumi, due mani lo trascinassero fuori dall’auto e si ritrovasse faccia a faccia con il Cavaliere Oscuro.
 
 
-Sono Batman.- pronunciò solenne, per poi stordirlo con una testata. Capì di non essere solo e, alzando lo sguardo, vide Ms. Marvel poco distante che lo guardava con un’espressione a metà strada tra lo sconcertato e il meravigliato. Rimasero a fissarsi negli occhi, nessuno dei due disse nulla. I secondi sembrarono ore. Alla fine, fu Batman a rompere il silenzio.
 
 
-Bel costume.- disse prima di sparare il rampino, sollevandosi da terra e portando il boss con sé, sparendo entrambi nella notte.
 
 
-Grazie…?- disse l’eroina di Jersey City, ancora disorientata da quanto successo. Aveva provato qualcosa di strano quando ha incrociato lo sguardo di Batman. Da un lato ne era intimorita, ma dall’altro provava come… interesse.
 
 
-Ms. Marvel!- la voce di Spider-Man, arrivato in quel momento, la riscosse dai suoi pensieri.
 
 
-Uh…?-
 
 
-Ehi, tutto bene?- chiese il ragno.
 
 
-Hm, sì, sì. Tutto a posto… credo.- rispose lei titubante.
 
 
-Gigante è scappato?-
 
 
-No. Lo ha preso Batman.-
 
 
-Cosa?!-
 
 
-Lo ha tramortito e poi è scappato, portandolo via. Non ho fatto in tempo a fermarlo.-
 
 
-Accidenti, non ci voleva!-
 
 
-Come stanno Viv e Scott?-
 
 
-Sono un po' ammaccati ma se la caveranno.-
 
 
-Almeno abbiamo il carico e i suoi uomini. Sempre meglio di niente, no?-
 
 
-Sì, credo di sì. Una cosa non capisco: questo Batman sembrava stare indagando su Gigante, proprio come noi. E poco fa ha salvato la vita a Scott. Quindi perché si è portato via Gigante? Cosa può volere da lui?-
 
 
-Non ne ho idea, Miles.- rispose l’inumana, osservando il punto dove era sparito il Pipistrello. -Vorrei tanto saperlo.-
 
 
 
 
 
 
 
In un’altra zona del porto, Batman era in cima a una pila di container e teneva Rosario Gigante appeso per il bavero della giacca.
 
 
-Voglio delle risposte.- intimò minaccioso.
 
 
-Vai al diavolo, non mi fai paura. Dubito che, da questa altezza, la caduta possa uccidermi.- rispose Gigante, con presunzione.
 
 
-È quello che spero.- lasciò la presa e Gigante cadde urlando, finendo col rompersi una caviglia. Dopo essergli atterrato accanto, Batman lo tirò su con forza, fissandolo negli occhi.
 
 
-C’era qualcos’altro nel carico, oltre alla droga e le armi. Di che si tratta? E a chi era diretto?-
 
 
-Non lo so! Avevo ordine di farlo arrivare qui in città, poi i miei ragazzi lo caricavano su un camion e lo portavano in un posto comunicatoci dal nostro committente, dove c’erano i suoi uomini ad aspettarci.-
 
 
-Dove?-
 
 
-Ogni volta è in un posto diverso, in modo da non destare sospetti. Consegniamo la roba ai suoi uomini e loro la portano chissà dove.-
 
 
-Il vostro committente è Azrael, non è vero? Dimmi chi è e dove posso trovarlo!-
 
 
-Non ne ho idea. È lui a contattarmi e non ho mai visto il suo vero volto. Lo tiene nascosto dietro una maschera spaventosa. Ma ho visto di cosa è capace, quindi ti do un consiglio: devi stargli il più lontano possibile e temerlo, quasi quanto lo temo io. Se davvero vuoi metterti contro di lui, farai meglio a dire addio a tutti quelli che ami e scavare delle fosse sia per te che per loro. Perché stai dichiarando guerra a Satana in persona!-
 
 
A Batman le parole del boss parvero sincere. Era realmente terrorizzato da Azrael.
 
 
-È tutto quello che so, lo giuro! Adesso ammazzami pure, se vuoi!-
 
 
-No, non lo farò. Per quelli come te la morte non è una punizione sufficiente. Farò di peggio.-
 
 
Gli appioppò un pugno e tutto divenne nero.
 
 
 
 
 
 
Nel frattempo la polizia era giunta sul posto e stava procedendo ad arrestare gli uomini di Gigante, già avvolti nella ragnatela per gentile concessione di Spider-Man. I Champions erano lì vicino che si occupavano dei loro compagni rimasti feriti.
 
 
-Va tutto bene, Viv?- chiese Ms. Marvel alla sintezoide.
 
 
-Sì, Ms. Marvel. I miei sistemi di riparazione si stanno occupando dei danni ricevuti. Dovrei tornare pienamente operativa nel giro di quindici ore.-
 
 
-E tu, Slim?- chiese Nova.
 
 
-Sto bene, più o meno. Anche se stavolta me la sono vista davvero brutta.-
 
 
-Puoi dirlo forte.- dichiarò Hulk -Sei rimasto senza ossigeno per parecchio tempo. Dovrò farti delle analisi per essere sicuro che non ci siano danni al cervello. Ma poteva andarti molto peggio, se quel tizio-pipistrello non ti defibrillava.-
 
 
-Esatto, amico. Ti ha salvato la vita.- confermò Spider-Man. In quel momento venne verso di loro il commissario Bale, accompagnato dal detective Cooper.
 
 
-Voi siete i Champions, giusto? Commissario Michael B. Bale, polizia di New York. Lei è il detective Carlie Cooper.- disse il commissario presentando sé stesso e la collega, che salutò con un cenno del capo –Sembra che abbiate avuto da fare, stanotte. Sono uomini di Rosario Gigante?-
 
 
-Sì, commissario.- rispose Ms. Marvel –Avevamo ricevuto una soffiata e siamo venuti a indagare. Credevamo di coglierli di sorpresa, ma la sorpresa l’hanno fatta a noi.-
 
 
-Confermo.- s’intromise Cooper –Ho dato un’occhiata a quelle armi. Sembrano uscite da un film di fantascienza. Non proprio l’arsenale standard di gente come Gigante.-
 
 
-A proposito…- disse Bale -… qualche ora fa un nostro elicottero ha recuperato uno degli uomini di Gigante: Tony Romita.-
 
 
-Quello che è stato processato e assolto?- chiese Spider-Man.
 
 
-Proprio lui. Ha detto che Gigante sarebbe stato presente a questa consegna.-
 
 
-Perché avete usato un elicottero, se si trovava a terra?- chiese Nova incuriosito.
 
 
-Non era a terra: lo hanno trovato appeso a testa in giù in cima al Chrysler Building, dopo aver ricevuto una chiamata anonima.- disse Cooper, causando degli sguardi di stupore nei Champions –Farneticava a proposito di un… enorme pipistrello.- concluse, mentre i giovani eroi si scambiavano delle occhiate preoccupate.
 
 
-È stato qui, vero?- insinuò il commissario.
 
 
-Sì.- confessò Ms. Marvel –Eravamo stati catturati, quando improvvisamente è apparso e ha steso tutti gli uomini di Gigante. Tutto da solo. Poi ci ha liberati ed è corso ad inseguirlo. Ho provato a stargli dietro ma non ho fatto in tempo. Ha preso Gigante ed è sparito. Ormai può essere ovunque.-
 
 
Come in risposta alle sue parole, un fascio di luce illuminò il cielo. Sia la polizia che gli eroi si diressero verso la fonte della luce e rimasero a bocca aperta per ciò che videro: su un molo poco distante, Rosario Gigante era privo di sensi e incatenato a un proiettore a mo’ di crocifisso. Sulle braccia erano stati attaccati degli stracci neri, come a formare delle ali. Proiettata in cielo, l’ombra del boss conciato in quel modo dava una forma rozza ma inconfondibile: un pipistrello.
 
 
-Sembra che il nostro comune amico abbia voluto farci un regalo.- disse sarcastico il commissario.
 
 
-E lo ha anche firmato.- aggiunse Cooper, guardando il simbolo in cielo e ricordando le parole che Batman le disse alla centrale: cerca il mio segno. Non aveva ucciso Gigante, ma aveva fatto qualcosa di peggiore: lo aveva umiliato. Abbozzò un sorriso prima di ordinare agli agenti di prendere il boss in custodia. I Champions, intanto, si erano dileguati capendo che il loro lavoro era finito e osservavano la scena dall’alto di una pila di container.
 
 
-Quindi… è fatta, giusto? Gigante finirà dietro le sbarre.- disse Nova.
 
 
-Così sembra.- rispose Ms. Marvel –Era presente sulla scena del crimine e sicuramente qualcuno dei suoi uomini vuoterà il sacco. Direi che questa è la volta buona.- aggiunse con ottimismo per poi notare Ciclope che aveva un’aria pensierosa.
 
 
-Va tutto bene, Scott?-
 
 
-Stavo ripensando a quelle armi. Il detective Cooper ha ragione: non è roba che ti aspetti in mano a dei gangster. E poi c’è il fatto che fossero programmate per contrastare proprio i nostri poteri. Come se…-
 
 
-Vi stavano aspettando.- i giovani supereroi sobbalzarono al suono di quella voce e, voltandosi, videro dall’altra parte del container l’Uomo Pipistrello avvolto nel suo mantello, che li fissava torvo.
 
 
-Ma che…?!- esclamò Hulk.
 
 
-Il mio senso di ragno… non è scattato!- disse Spider-Man sgranando gli occhi.
 
 
-Da dove diavolo sbuchi?! E da quanto sei lì?!- disse Nova.
 
 
-Da qualche minuto.- rispose Batman –Gigante sapeva che sareste arrivati, la soffiata che avete avuto doveva essere un’esca. Il vostro impegno per risolvere i problemi comuni della gente sta infondendo speranza e fiducia nei cuori delle persone, spingendole a pensare con la propria testa. Per uomini come Gigante una cosa simile rappresenta una minaccia allo status quo di paura, corruzione e omertà da loro imposto. Si è innervosito e ha cercato di eliminare il problema alla radice, togliendo di mezzo voi.-
 
 
-Ah, sì? Beh, come puoi ben vedere, noi stiamo benissimo e sarà invece Gigante a starsene fuori dai piedi. È stato beccato in flagrante. Questo vuol dire un biglietto di sola andata per il carcere.- disse Hulk, sfoggiando un sorriso di trionfo.
 
 
-Ti sbagli. È già stato arrestato e processato altre volte, ma ne è sempre uscito pulito. Lui ricatta mezza città e paga l’altra metà. Conosce persone in tribunale disposte a giurare il falso, perché tiene le loro vite in pugno. L’unico modo per farlo cadere è privarlo di queste persone.-
 
 
-E tu sapresti come?- chiese Spider-Man.
 
 
A quel punto Batman tirò fuori la cartella rossa che aveva preso a Finch e la gettò ai loro piedi.
 
 
-Andate alla polizia. Consegnatela al detective Carlie Cooper e a lei soltanto. Non fidatevi di nessun altro.-
 
 
-Perché proprio lei? È una tua amica?- domandò Viv. Il Cavaliere Oscuro non rispose subito, assottigliando lo sguardo.
 
 
-Non mi è concesso il lusso di avere amici.-
 
 
Ms. Marvel raccolse la cartella.
 
 
-Che roba è?- chiese.
 
 
-Mezzi di pressione.-
 
 
-Per cosa?-
 
 
-Smuovere le acque.-
 
 
Aprirono la cartella e iniziarono a leggere i dossier.
 
 
-Wow, ragazzi, avete visto?- fece Nova, stupito.
 
 
-Guarda che roba: estorsioni, droga, prostituzione, gioco d’azzardo, omicidi. C’è di tutto qui dentro!- disse Spider-Man.
 
 
-Abbastanza materiale per aprire ben tre processi contro Rosario Gigante e affiliati.- aggiunse Viv.
 
 
-E mandarli in galera a vita.- concluse Hulk prima di notare delle foto –Ma quello non è Mark Reynolds? Il giudice che presiede il processo su Gigante?-
 
 
-Sì, è lui.- rispose Viv –Ma non credo che quel ragazzo insieme a lui sia sua moglie.-
 
 
Guardarono un’altra foto e assunsero un’espressione tra lo sconvolto e il disgustato.
 
 
-OH! MIO! DIO!- esclamò Nova.
 
 
-Non avrei mai immaginato che una posizione del genere fosse anatomicamente possibile!- fece uno sconvolto Hulk.
 
 
-È raccapricciante.- disse Ciclope.
 
 
-Ugh! Sto per vomitare…- si lamentò Ms. Marvel, portandosi la mano alla bocca.
 
 
-In effetti, sono immagini molto… turbanti.- commentò Viv.
 
 
-“Turbanti”! Avrò incubi per tutta la vita!- rispose Spider-Man.
 
 
Ms. Marvel chiuse la cartella e tornò a guardare Batman.
 
 
-Come hai avuto questa roba?-
 
 
-Ho i miei metodi.-
 
 
-Sono gli stessi che hai usato su Pagliacci? O su tutti quegli altri finiti all’ospedale?!-
 
 
-Hanno avuto meno di quanto meritassero.-
 
 
-Ma chi ti credi di essere?! Chi ti ha eletto giudice e giuria?! Insomma, chi sei tu?-
 
 
Ci fu qualche istante di silenzio, in cui l’inumana e il Pipistrello si fissarono negli occhi e la ragazza avvertì di nuovo quella sensazione che aveva provato poche ore fa.
 
 
-Sono uno come te.- disse Batman -Che vuole farne innervosire molti.-
 
 
Un elicottero della polizia passò sopra di loro, distraendo i Champions. Una volta passato, si accorsero che Batman non c’era più.
 
 
-Ehi, dov’è finito?- chiese Hulk.
 
 
-È sparito di nuovo!- esclamò Nova.
 
 
-Certo che quello ha dei seri problemi! Avete visto come ci guardava? Per non parlare della voce: davvero inquietante.- continuò Hulk.
 
 
-Ci credo, è un mini psicopatico! Avete visto come riduce le sue vittime! Abbiamo a che fare con un Punisher in erba! Un giustiziere da due soldi ossessionato dalla vendetta!- ribatté Nova.
 
 
-Io non credo.- disse Spider-Man, guadagnandosi un’occhiata scioccata dagli altri due.
 
 
-Cosa?! Sei serio, Spidey?!-
 
 
-Pensateci: ha sconfitto tutti gli uomini gi Gigante e poteva benissimo correre all’inseguimento di quest’ultimo. Invece ha scelto di aiutarci, cominciando da Scott e Viv che erano quelli messi peggio, sapendo di perdere secondi preziosi. Io penso che lui sia più di quanto dica di essere.-
 
 
-Concordo.- disse Ciclope.
 
 
-Anch’io. Il ragionamento non fa una piega.- si aggregò Viv.
 
 
Il Gigante di Giada e il Razzo Umano rimasero interdetti.
 
 
-Se è così… allora, chi è davvero?- domandò Nova.
 
 
-Non lo so, Sam.- disse Ms. Marvel, stringendo i pugni e fissando con sguardo determinato il punto dove prima si trovava Batman.
 
 
-Ma intendo scoprirlo.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao di nuovo! Capitolone, eh? Non vi aspettavate tanti colpi di scena, dite la verità. Abbiamo avuto un primo assaggio del nostro Cavaliere Oscuro in azione. E con degli ospiti d’eccezione: i Champions. In più, ora sappiamo il nome di colui che sarà l’antagonista principale. Non vi aspettavate che fosse Azrael, vero? Su chi scommettevate? Prima di salutarci, qualche chiarimento: per l’aspetto di Max Drake in abiti civili, mi sono ispirato a David Mazouz, il giovane Bruce Wayne della serie tv “Gotham”. E continua la caccia agli easter egg sparsi per i capitoli. Tengo a precisare che non riguardano solo i film su Batman, ma anche i fumetti e le serie animate. Vediamo se riuscite a trovarli tutti. Un’ultima cosa, dato che nel corso di questa fanfiction cercherò di riadattarvi alcune delle storie più importanti di Batman, quali sono quelle che vi interessano di più? Rispondete nelle recensioni. Ci vediamo al prossimo capitolo!
   
 
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