Dance&love
L’ultima notte
Era
arrivata troppo tardi?
Possibile
che quel tizio che si accaniva contro di lei avesse avuto il tempo di chiudere
in bagno una ragazza e appiccare il fuoco ai suoi capelli in due minuti o anche
meno?
Kagome cercò
di non agitarsi, ma vedere la sua compagna così inerme, quella testa piegata di
lato, il fumo che le ricopriva il viso…E va bene, diciamo che cadde nel panico.
Entrò
nel cubicolo tossendo rumorosamente e si avventò sulla ragazza prendendola di
peso: era bollente. Schiacciò l’orecchio sul suo petto e, agitata com’era, era
convinta di non aver sentito il minimo rumore.
“Oh
mio Dio, è morta, è morta?!” strillò convulsamente.
Il
fumo proveniente dai capelli percorse tutto il bagno e sbucò nel corridoio,
dove intercettò immediatamente il segnale antincendio, che scattò.
Subito,
la testa di Kagome e i corridoi furono bagnati da una
pioggia d’acqua. La ragazza alzò gli occhi al soffitto guardando il piccolo
oggetto di ferro che scaricava acqua.
“Grazie
al cielo!” sospirò e vide che i capelli di Ema si
erano spenti di botto.
Inuyasha
comparve subito dopo sulla soglia del bagno accennando un “L’hai trovata?” Per
poi accorgersi del corpo esanime che Kagome cercava
di stendere sul pavimento. Si guardarono un istante: erano entrambi bagnati
fradici.
Poi
Kagome dedicò nuovamente l’attenzione all’amica.
“Ema! Ema! Svegliati, coraggio,
apri gli occhi!”
Inuyasha si
inginocchiò accanto a lei e le tastò il polso; un sospiro di sollievo uscì
dalle sue labbra.
“E’
viva.” Dichiarò. “Dorme come una bambina.”
Kaggy sorrise
sollevata.
“Allora,
portiamola in camera e permettiamole di riprendersi.” Disse toccandole i
capelli, gran parte dei quali era stata bruciata.
Fece
per prenderla in braccio, ma il ragazzo la frenò.
“Lascia
fare a me..o potresti incriccarti la schiena.” Disse
guardandola di sottecchi. Cos’è, prima la trattava come una “giovane che scrive
messaggi abbreviati” e poi come una “vecchia dalla schiena incriccata”?
Kaggy fece
il finto broncio e non fece in tempo a replicare, che il bagno fu affollato da
alberganti e alcuni dei loro professori.
“Cosa
è successo?!” chiese il professor Myoga con una mano
sulla fronte. Aveva avvertito da lontano lo sgradevole odore di capelli
bruciati.
“Niente,
non si preoccupi.” Si affrettò a dire Kagome: non
voleva che altra gente rimanesse coinvolta in quegli strani avvenimenti. “Deve
aver avuto un calo di zuccheri..Le succede spesso..”
“E
perché è scattato l’allarme antincendio?” intervenne una signora sui
sessant’anni.
“E’
colpa mia.” Disse Inuyasha e tutti si voltarono verso
di lui. “Ho la brutta abitudine di fumare, ovunque mi trovo. Vogliate
scusarmi.” E mostrò il pacchetto di Lucky Strike. Con
sonori “Bah, i ragazzi di oggi” la gente cominciò ad affluire fuori dal bagno.
Solo Myoga rimase a guardarli preoccupato.
“Vi
do una mano.” Disse e insieme ad Inuyasha, portò la
povera Ema, addormentata forse da un sonnifero, sul
suo letto e aspettarono accanto a lei che si svegliasse.
§§§
“Beh,
come sta?” chiese Kouga riferendosi a Kagome mentre accordava la sua nuova chitarra. Lui stesso
si era scordato che era capace di suonarla.
“Dire
male è poco…Sta peggio di male!” rispose Sango con
enfasi.
“Peggio
di male? Che le è capitato? Anche lei ha problemi di cuore?”
“Naa. Lei non è il tipo. E’ peggio di quel che immagini.”
“Sì
ho capito che è peggio! Ma vuoi spiegarmi perché?” si alterò il moro.
“Beh…No,
sono affari suoi.” E gli sorrise. “Allora, abbiamo deciso! Miroku
è fuori dai Grease!”
“Ma…Veramente
hai deciso tutto tu. Lui, fino a prova contraria, è ancora il mio migliore
amico, e…” fu interrotto.
“Oh
sciocchezze. Ora io e te facciamo una canzone, e vedrai come schiatterà di
invidia!” esclamò Sango sbattendo i pugni sulle
proprie ginocchia.
Kouga le
sorrise divertito.
“Non
ci credo. Hai subito preso la voglia di vivere e di scherzare dopo una misera
notte. Ti invidio, sai?” confessò sconsolato.
“Tutto
merito tuo, caro.” Sorrise, poi si afflosciò all’improvviso. “Spero solo che
anche tu non sparisca come ha fatto quel cane del mio ex…”
e fece cadere di botto la testa sulle braccia che aveva incrociato sul tavolo.
Un singhiozzo le pervenne dalla bocca e una lacrima le rigò il viso ancora
fresco di pianto. “…Però mi manca.”
Non
fece neanche in tempo a finire di parlare, che già Kouga
l’aveva raggiunta da dietro, dopo aver gettato da una parte, fortunatamente sul
divano, la chitarra nuova di zecca. Le raccolse i capelli e accostò il suo viso
a quello di lei.
“Smettila
di piangere. So che sei venuta qui per sfogarti, ma non sono così paziente da
sorbirmi tutti i tuoi lamenti” le
sussurrò in un orecchio. Le sue parole erano due, ma il tono di voce che stava
adottando era morbido e dolce.
“Vuoi
che me ne vada?” fece lei trattenendo il singhiozzo. Kouga
sembrò pensarci un po’, poi si allontanò, fece il giro del tavolo e le si
sedette di fronte. La guardò intensamente, come non aveva mai fatto e Sango credette di essersi persa
in quegli occhi azzurri come l’oceano.
“Possibile
che tu non abbia ancora capito?”
Sango alzò
di più la testa. La stava fissando da troppo tempo! E in che modo, poi! Si
sentiva quegli occhi addosso e non riusciva a distogliere lo sguardo da essi.
Dopo suoni che assomigliavano a boccheggia menti, Sango
chiese:
“C-capito cosa?” poi finalmente capì quello sguardo. Vi era
la stessa sfumatura che aveva Miroku quando aveva
cercato di baciarla la prima volta, la stessa che aveva quando stavano per fare
l’amore. Lo stesso, identico sguardo.
La
ragazza sorrise leggermente e finalmente riuscì a chinare la testa in basso.
“Kouga.” Lo chiamò con voce ferma. “Tu e Miroku
eravate i miei migliori amici. Con Miroku c’è stato
di più e adesso il rapporto è andato in frantumi. Mi rimani solo tu, ormai.
Credimi, se ti dico che mi piaci tanto…ma come amico.
Ti voglio bene e vorrei che rimanesse
così. Per favore.” E lo guardò di nuovo, stavolta quasi supplichevole. Kouga fece un sospiro deluso e i suoi occhi persero la
strana sfumatura. Stettero un attimo zitti, poi il morò
disse la sua.
“Hai
ragione.” Acconsentì. “Altrimenti…come faresti a
cantare senza una chitarra che ti accompagna?”
Sorrisero
entrambi ed entrambi sussurrarono un grazie appena udibile.
§§§
Quando
sentì le coperte che sfregavano sulla sua mano, Kagome
si voltò di scatto e dedicò la sua attenzione alla compagna di stanza.
“Ooouuuu…” brontolò Ema appena sveglia.
“Ema! Stai meglio?”
“Nhn…Non molto…Mi rimbomba la testa…”
“E’
comprensibile…Devi averla sbattuta da qualche parte,
tranquilla.” Fece Kagome, ma Inuyasha
le rivolse un’occhiataccia della serie “guarda che così non tranquillizzi
proprio nessuno”.
“Che
mi è successo, dannazione?” chiese insistente Ema
tastandosi la testa e accorgendosi che mancava una buona parte dei capelli.
Fece per mettersi ad urlare, ma subito Kaggy le fece
segno di stare zitta e le disse che le avrebbe raccontato come erano andate le
cose.
“Non
credo che tu sia in una situazione di cui vantarsi.” Commentò Inuyasha dopo che lei ebbe finito.
“Grazie
tante.” Ribattè l’altra con una mano sulla fronte.
“Se
continueranno a succedere questi fatti, probabilmente annulleranno la partecipazione
della nostra scuola al concorso. Alla fine, a loro non fa né caldo né freddo se
una misera squadretta come noi si ritira dal palco…”
si dovette interrompere a causa dello sbraitare di Ema.
“Come,
come? Ho sentito bene, professore di merda? Tu vuoi dirmi che sono arrivata fin
qua per farmi bruciare i capelli, sbattere la testa contro un water e perdere
l’occasione della mia vita?! Qui altro che tagliarsi le vene! Me le strappo
direttamente!” e si mosse in modo convulso nel letto, tanto che Inuyasha dovette alzarsi e prenderla dalle spalle perché
non si facesse male. Con una velocità assurda, raggiunse un punto tra la spalla
e il collo con le due dita e premette forte, per poi far accasciare Ema sulle lenzuola. Lì per lì sembrava che l’avesse uccisa
con un metodo veloce e letale, invece si era solo riaddormentata.
Inuyasha si
voltò verso Kagome è fece schioccare la lingua.
“Trucchi
del mestiere.” Disse, modesto come sempre.
§§§
Passò
qualche ora e Kaggy non ricevette messaggi.
Pensò
che finalmente fosse finito tutto, ma evidentemente si sbagliava.
Erano
le 10 di sera e tutti gli alunni erano stati invitati a rientrare nelle proprie
camere per la notte. Kagome aveva appena chiuso la
sua porta, quando il cellulare, che ormai teneva sempre in mano, le fece
vibrare la pelle.
Si
affrettò a leggere.
“Alle 10 e mezza la tua anima gemella sarà in un
mare di guai”
Gli occhi le si spalancarono e tentarono di uscire
fuori dalle orbite. Questa volta aveva capito da sola, non c’era bisogno di Inuyasha.
In qualche modo quel tipo misterioso aveva scoperto
la relazione tra lei ed Inuyasha e adesso voleva
toglierlo di mezzo. Insomma, chi altro poteva chiamare con l’appellativo “anima
gemella”?
Senza perder tempo, uscì dalla porta che aveva
appena chiuso, mentre Ema dormiva tormentata da
incubi che la facevano emettere lamenti soffocati nel sonno.
Bussò insistentemente alla porta di fronte alla sua
e, quasi subito, aprì un Inuyasha che forse si era
già appisolato.
“Che succe…?”
“Fammi entrare, presto!” fece Kagome
frettolosa, e subito si chiuse la porta alle spalle. Inuyasha
la guardò stranito.
“Che c’è? Hai gli incubi? Vuoi dormire con me
stanotte?” e fece un sorrisetto poco rassicurante.
“Sì” disse Kagome
inaspettatamente e l’altro dovette farselo ripetere.
“Cosa?”
“Ho detto di sì. Dobbiamo stare insieme…almeno
fino alle 10 e mezza…” farfugliò lei aggrappandosi al
suo braccio.
“Un altro di quei messaggi?” Inuyasha
aveva già capito.
“Sì..sì..Questa volta vogliono te, ne sono sicura!”
“Sicura?”
“Ti ho detto di sì!” e lo disse quasi urlando, non
si sa se per rabbia perchè lui le dava poco retta o
per la paura che all’improvviso qualcuno potesse sfondare la porta all’improvviso.
“Quindi…abbiamo mezz’ora
di tempo?” il ragazzo la abbracciò da dietro.
“Per cosa?”
“Questo potrebbe essere l’ultimo momento in cui
posso stare con te. Chi può dirlo, magari hai fatto i conti sbagliati e
vogliono farmi fuori in un altro orario…” disse,
anche se si accorse che stava fantasticando troppo.
“No, no, NO! Non ti azzardare neanche a pensarlo!”
e si fiondò tra le sue braccia, con la testa sul petto e il profumo al limone
che la circondava. “Non ti porteranno via da me…Cazzo,
per una volta che mi innamoro!” e quell’ultima frase la disse debolmente, quasi
sperasse di non essere udita.
Ma Inuyasha aveva sentito
benissimo.
E quelle parole erano come musica per le sue
orecchie, eppure così incredibili.
Lei innamorata di
uno come…lui?
Impossibile. Pensò subito il ragazzo. Sta
scherzando.
Ma quelle sue braccia esili ancora strette al suo
busto e gli occhi chiusi quasi volesse trattenere le lacrime, gli fecero venire
dei dubbi.
La abbracciò ancora più forte.
-Potrebbe essere l’ultima notte. L’ultima…-
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Hola amigos.
Stasera mi diletto nello spagnolo, volete? (No, grazie_nd_inu) (che c’entri
tu?_nd_me)
Rieccomi tornata, bella fresca
dalle vacanze, che peraltro sono state le più belle della mia vita, non
immaginate! (e non ce ne può fregar di meno.._nd_tutti)
Sono
tornata giusto l’altro ieri e il mio primo pensiero è stato “Ahhhhhh! I miei lettori!” (l’urlo c’è stato davvero) E
allora ecco il capitolo, che oi è l’introduzione a
quello clou…Quello che tutti si aspettano da 25 capitoli…quello che preferisce Miroku
(insulto diretto ç___ç_nd_miro)…insomma spero che lo
aspettiate con ansia!
RINGRAZIO TUTTI COLORO
CHE HANNO RECENSITO E CHE SEGUONO LA FF, GRAZIE
MILLE!
Alla
prossima
Mirokia