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Autore: Rosmary    08/10/2021    4 recensioni
Raccolta disomogenea di poesie e racconti dedicati a James e Rose.
1. Apnea
2. Sospesi
3. Infinito
4. Tra granelli di sabbia
5. Vuoti pieni
6. Foschia
7. Siete riva di un fiume in piena
8. Without you (never)
9. Senza fiato
10. Abbattendo i vuoti
11. Sei onde, sono riva
12. Siamo, e lo sai
13. Tremori
14. Irripetibile
15. Senza più dighe
16. Un giorno qualunque
Genere: Drammatico, Introspettivo, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Rose Weasley | Coppie: James Sirius/Rose
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Visionari'
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Abbattendo i vuoti
 
 
Rosie, io...”
È comparso improvviso, vero?
Cosa?”
Il vuoto.”
 
*
 
Vuoto.
James non credeva che smaltita l’adrenalina per aver ottenuto i MAGO a pieni voti sarebbe subentrata una sensazione così destabilizzante, cui lui non avrebbe neanche saputo dare un nome se non fosse stato per Rose, che con un sorriso comprensivo è riuscita a leggere ogni più piccola inquietudine solo guardandolo.
Sono tante le domande ad affollargli la mente, il mondo adulto è terribilmente incerto e lui crede di averlo capito solo ora che ha messo definitivamente il naso fuori da Hogwarts – ora che una divisa non significa più niente, che le giornate scorreranno solo se sarà lui a farle scorrere, che lei sarà lontana.
Si è affacciata improvvisa e terribile una sensazione di crudele mancanza, come se l’estate ad attenderlo non fosse altro che l’ultima boccata d’aria prima di un’apnea lunga un anno intero.
Ha stretto Rose in un abbraccio così intimo, così escludente, da avvertire il pavimento di casa propria tremare sotto i piedi e i loro genitori fissarli per un istante straniti, forse chiedendosi se non vi fossero cumuli di altro sotto uno slancio così pieno.
Altro.
Quello che non riesce a decifrare, quello che sente agitarsi dentro ogni volta che non sono insieme, che teme preferisca altre compagnie, che sente vicino lo spettro di uno sconosciuto pronto a conquistarne il cuore.
Ma poi.
Poi lei corre sempre verso di lui, con lui, e allora non esiste più niente che non siano loro e il futuro promette di essere alieno ai vuoti.
Quando questa mattina Rose gli ha detto che avrebbero dovuto festeggiare il suo diploma, non si sarebbe mai aspettato di essere trascinato in pieno centro babbano, nei negozi e nelle strade affollate sin quando il sole è stato alto nel cielo e nei locali quando a far capolino è stata la luna.
Hanno riso di ogni parola detta e di ogni sguardo scambiato e di ogni stretta cercata – e ridono anche ora, seduti sulla motocicletta di James, lui con le spalle al volante e lei rivolta a lui, l’ultimo boccone di pizza mangiato e l’eco del vociare proveniente dall’esterno di un locale in sottofondo.
Nonostante la mezzanotte sia ormai trascorsa, hanno entrambi occhi svegli e una voglia matta di non rincasare ancora.
“Tra poco prendo la bacchetta.”
Rose lo dice assottigliando lo sguardo e stringendo le mani di James abbandonate sulle proprie gambe.
“Vuoi giocare?” provoca lui, avvicinandosi quanto basta per morderle morbido la guancia. “Ci sono ancora troppi babbani in giro.”
“È loro che voglio affatturare,” chiarisce. “Tu sei pronto a cancellare le mie tracce?”
James scoppia a ridere, ma Rose gli afferra dispettosa i capelli per forzarlo a voltare il viso alla loro destra, dove poco lontano sosta un gruppetto di ragazze impegnate a parlottare lanciandogli occhiate maliziose.
“Le hai viste?”
“Potrei averle notate,” ironizza. “Sei gelosa?”
“Potrei essere la tua ragazza, come si permettono di fissarti?”
E se James ride di nuovo, Rose si indispettisce ancora di più e gli strattona i capelli per il solo gusto di vederlo mordersi le labbra e orientare quegli occhi blu su di lei.
Vorrebbe riuscire a spiegarsi cosa le succede quando qualsiasi altra rischia di avvicinarsi troppo a James, ma non ci riesce – tutto ciò che sa è che l’idea di sentirlo o vederlo lontano le aggroviglia lo stomaco e la getta in uno stato di insopportabile malessere.
Malessere che la induce poi a gesti avventati e spesso sciocchi, come pretendere di accompagnarlo a un appuntamento, infilarsi in ogni suo momento libero, esibire un’intimità sfacciata e ambigua per indurre chiunque a credere che tra loro ci sia di più – altro.
Durante l’ultimo anno queste emozioni destabilizzanti si sono accresciute a dismisura e dentro sente di temere il momento in cui si separeranno e lei non potrà più rimarcare confini e riempire tutte le sue giornate.
Forse è questa paura mista a irritazione a indurla a commettere il gesto più insensato e azzardato della sua vita – il solo che abbatterà qualcosa, ne è certa, ma anche il solo che ora come ora le sembra avere un significato.
James ridacchia ancora quando Rose si sporge in avanti e gli sfiora le labbra in un bacio casto – le mani a stringergli il viso, gli occhi in cerca di reazioni, l’adrenalina sparsa ovunque.
James ha la sensazione che il tempo si cristallizzi tutto in quell’attimo, e forse dovrebbe stupirsi dell’istinto che corre a ricambiare il bacio di Rose come se fosse l’ennesimo e non il primo, ma riflette rapido che stupirsi di qualsiasi loro esubero è sempre stato innaturale – e allora ricambia, delicato quanto lei, mentre le dita corrono a solcarle i fianchi nella voglia matta di convincerla a scivolare ancora di più verso di lui.
“È questa la tua tattica?” mormora roco, fingendo di non avvertire le vene pulsare roventi. “Far credere alle babbane che sei la mia ragazza?”
“Non ti piace?”
“Sì, ma dovresti essere più convincente.”
Rose ha appena il tempo di sbarrare gli occhi, graffiargli il viso nel tentativo di ancorarsi a qualcosa, che James ha già schiuso le labbra sulle sue, calato le palpebre, preteso ben più della superficie – il suo sapore, finalmente.
È tutto un gioco, è tutto un gioco se lo ripetono entrambi per alcuni minuti nel tentativo di convincersene, ma poi il tempo avanza, la vicinanza aumenta, loro restano incastrati, e allora niente che non siano i loro baci ha più senso.
Ingoiano a vuoto quando si separano, e se lui inumidisce impudente le labbra, lei lo bacia una volta ancora.
“Sono stata convincente?”
James sogghigna, mentre la fronte si abbandona rilassata su quella di Rose e una serenità sconosciuta lo abbraccia.
“Molto, ma si può sempre migliorare.”
“Sfacciato.”
“Ho imparato dalla migliore.”
È Rose ora a sogghignare, ma l’espressione muta in fretta in sorpresa eccitata quando James le sfiora la punta del naso in un bacio fugace.
“Sono tutti alla Tana, dobbiamo raggiungerli lì.”
“E se invece andassimo a casa tua?”
“Vuoi dormire da me?”
“Sì,” mormora lei. “Con te.”
 
La notte calata ormai da ore li accompagna silenziosi nell’abitazione di Godric’s Hollow e li osserva infilare pigiami a teste chine. La sensazione di avere occhi trasparenti li scuote prepotente e tenta di rendere impacciato ogni movimento e ogni sillaba lasciata cadere – e se James lo sussurra soltanto “vuoi sempre la mia maglia per dormire?, Rose nasconde un sorriso mentre gli dà le spalle e sfila i propri indumenti per indossare il suo, che è lungo, largo e sa tremendamente di lui.
Eppure entrambi sono risoluti a non fare nessun passo indietro. Non hanno ceduto a parole superflue durante il tragitto che li ha visti prima calcare le strade e poi librarsi in volo con quella motocicletta che ha sempre rappresentato la libertà più estrema, certi che quanto accaduto potrebbe essere l’ennesima diga distrutta di un legame ostile alle catene o il lasciapassare per evolvere in ciò che forse hanno sempre finto di non essere – oltre e di più.
Il letto di James non è mai stato tanto piccolo.
Lo pensa Rose, che sdraiata sul fianco, le mani congiunte dinanzi al viso, si ostina a fissare il pavimento e a concedere solo la schiena al ragazzo. E lo pensa James, che sdraiato supino, le mani ostinatamente ancorate al cuscino, fissa irrequieto il soffitto e ascolta attento il respiro altrui.
Non trascorrono che pochi minuti in quella penombra immobile prima che James riempia il poco spazio che li separa – e Rose lo sente, voltarsi verso di lei, respirarle tra i capelli, artigliarla in vita, ed è quando si convince che lui voglia solo stringerla nel consueto abbraccio che avverte le sue dita oltrepassare la stoffa della maglia e distendersi sino all'ombelico.
Rose riflette che è una sensazione inedita, piacevole, che non le basta – e ingoia a vuoto mentre decide a sua volta di frantumare altre barriere e allunga una mano sino alla nuca di James, dove affonda e spinge affinché lui distrugga altra distanza.
D’improvviso il silenzio viene derubato di tutta la sua importanza, perché ad accelerare battiti e agitare pensieri sono ora respiri irregolari e gemiti sorpresi che accompagnano gesti nuovi e irruenti. Rose non se l’aspetta, di sentire le labbra di James schiudersi sul suo collo mentre le dita si arrischiano sempre più su, stanche di accontentarsi del solo addome, né lui si aspetta di sentirla avvicinarsi sino a schiacciarsi contro di lui, voltare improvvisa il viso e negargli il collo per offrirgli la bocca.
Sono baci sfacciati quelli che si susseguono – e mani e gambe e respiri incastrati.
James avverte lo smodato bisogno di dirle che ora tutto ha un senso, tutto, perché l’equilibrio del suo mondo precario è in quegli occhi azzurri che lo spronano a non fermarsi, in quel calore che può esistere solo quando è allacciato a lei. Ma tace, annegato in emozioni più grandi, in un’eccitazione sconosciuta capace di divorarlo sin dentro le ossa – tace sicuro di gridare con gesti, sguardi, respiri.
E Rose le sente tutte, quelle grida, e le riconosce come gemelle, conscia che dentro di lei si agitino le stesse furie, gli stessi mondi inconfessati – lo capisce solo ora che James la sovrasta con baci e carezze, di averlo amato nascendo, in maniera illogica, incontrollata, inevitabile.
 
Forse, forse avrebbero dovuto fermarsi, spiegarsi, chiedersi se l’indomani si sarebbero potuti pentire di ogni singolo impulso, ma che senso avrebbe avuto frenare un treno in corsa? Puoi rallentarlo, addirittura impedirgli di proseguire per giorni e mesi e anni il suo tragitto, ma quello prima o poi riprende a correre e dinanzi a sé avrà sempre e solo un unico binario – è nella sua natura, è il suo destino.
 
*
 
James, noi...”
È sparito per sempre.”
Cosa?”
Il vuoto.”
 
 





 
Note dell’autrice: ogni tanto arricchisco questa raccolta con un nuovo racconto, spesso scritto di getto e durante una notte insonne (come questo), spero che chiunque sia ancora qui a leggere lo abbia apprezzato. Questi James e Rose sono eco di quelli della long, ma per una volta ho voluto mettere da parte le ombre e i timori nella scoperta del loro essere altro.
Colgo l’occasione per dire che la stesura del capitolo di Paradiso perduto procede e per ringraziare di ogni recensione ricevuta – anche se tardo a rispondere, sappiate che leggo tutto e vi sono infinitamente grata per il tempo dedicato ai miei racconti.
Un abbraccio!
   
 
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