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Autore: elenabastet    09/10/2021    2 recensioni
Dopo i fatti dell'episodio Un innamorato respinto, André fugge e si trova in mezzo ad una comunità di donne che presentano vari aspetti delle famose rose e lillà a lui tanto care. Oscar lo cercherà.
Genere: Angst, Fantasy, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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LA CONGREGA

PARTE QUINTA

 

Rating: toni adulti, temi delicati, AU.

Fandom: Lady Oscar.

Note: questa storia parte dal famoso episodio Un innamorato respinto (quello della camicia strappata) per raccontare sviluppi diversi della vicenda. Ci sono elementi che ho preso liberamente dalla serie Netflix Luna nera, ma non è un cross over.

Per il volto di Margot io penso a Judi Dench, per Liliane a Lily Rush di Cold case, per Tara e Viviane a Tara e Willow di Buffy, per Geneviève a Jessica di True blood, per Olympie a Xena, per Diane a Scully di The X-Files con Guillaime simile a Mulder. Ma non è un cross-over, quelli verranno poi.

 

11.

“Va bene, se non è possibile fare altrimenti accettiamo la vostra ospitalità”, disse Oscar, un po’ perplessa, anche se quelle donne le sembravano strane ma non pericolose. Le vide sorridere felici, solo André era agitato e preoccupato.

“Non ti hanno quindi fatto niente, André?”, disse lei, immaginando alla fine che qualcosa delle voci che aveva sentito fosse vera, non tanto quella di uccidere gli uomini, ma di usarli per procreare sì. L’idea che il suo amico fedele che aveva mostrato quel volto così passionale avesse fatto quello che lei gli aveva negato con una di quelle belle ragazze, magari con la giovane e decisamente irresistibile Geneviève, le lasciava un fondo di gelosia in fondo al cuore. Ma del resto, l’importante era che nessuno gli facesse del male, e se lei aveva deciso di lasciarlo libero doveva farlo fino in fondo.

Quella sera, quando lui le aveva rivelato in quel modo cosa provava davvero per lei, aveva capito di colpo che André era un uomo con dei sentimenti forti dentro di sé, con una passione repressa che aveva tenuto nascosta, con un amore per lei che andava oltre essere amici fraterni. Lui l’avrebbe sempre vista come una donna da amare e da desiderare, e forse non sarebbe stato male se avesse incontrato qualcun altra. Ma la cosa le faceva stringere il cuore e in fondo le dispiaceva, anche se sapeva di non aver nessun diritto su André.

Oscar visitò con interesse il castello e si intrattenne in particolare con Liliane e Diane.

“Ero molto preoccupata per André, lui è un fratello per me e temevo che gli fosse successo qualcosa. Non parliamo poi di quanto fosse preoccupata sua nonna, ha solo lui”. Era strano, quel posto le scioglieva la lingua e le faceva dire più di quello che doveva.

“Capisco”, disse Liliane, “non ce l’avete quindi con lui per quello che è successo quel giorno? André ci ha raccontato tutto, o meglio ha raccontato la sua versione”.

Oscar arrossì per un attimo. Cosa poteva rispondere? Certo, era stato pesante, umiliante, devastante e imbarazzante. Avrebbe voluto non averlo aggredito in quel modo, colpendolo, la sua reazione l’aveva spiazzata, lui non era mai stato così aggressivo, ma ripensandoci non era così terribile. Si sentiva più in colpa per la sberla che gli aveva dato.

“André non è un violento, è buono, gentile, dolce, compassionevole...”

“Sapete come ci ha raccontato quel fatto”, disse Liliane, “come se vi avesse quasi...”

“No, è falso, abbiamo litigato e c’è stata una colluttazione tra di noi, non era la prima volta che succedeva”, rispose Oscar, stupendosi delle sue parole, ma doveva dirle. Certo, si erano azzuffati altre volte, ma era successo una cosa diversa, molto più pericolosa, torbida e coinvolgente. Ma non voleva ammetterlo, per il bene di André e per se stessa, anche.

“Quindi non ci sono problemi se dormite insieme, tanto la stanza è grande, e anche il letto”.

“Direi di no”, rispose Oscar, quasi sovrapensiero. Era certa che André non le avrebbe più fatto niente contro la sua volontà. Ma c’era dell’altro, in quel castello l’atmosfera era sempre più strana, si sentiva turbata.

A cena c’era uno strano silenzio, tranne le due adorabili bambine che giocavano con i gatti. Oscar le guardò più volte sorridendo, le ricordavano la principessina Maria Teresa, ma anche Rosalie quando era arrivata a casa sua e Marie-Louise detta Loulou, la figlia di sua sorella Hortense.

“Sono le mie figlie”, disse Diane, “Marianne e Flore, vi piacciono, vero?”

“Oh sì, sono adorabili.”, rispose Oscar suscitando qualche sorriso tra gli astanti, André escluso che era sempre più imbarazzato.

Il cibo era tutto buono, anche se insolito per Oscar, tra torta al formaggio, zuppa di cipolle e verdure, riso e pesce, funghi fritti e stufati, torta di frutti di bosco e panna, con tanta birra rossa e densa, artigianale e veramente buona, che piacque molto sia a lei che ad André.

Si sentivano un po’ intontiti, e dopo cena si accomiatarono e andarono a dormire, mentre Margot che rimase a rigovernare con le due bambine che si divertivano con i gatti.

Liliane disse, una volta che Oscar e André furono usciti per andare nella loro stanza guidati da Geneviève:

“Hai messo quello che dovevi nel cibo per loro?”

“Certo, succederà quello che deve succedere”.

Geneviève guidò Oscar ed André nella loro stanza, al secondo piano di una delle torre, spaziosa, con un ricco letto a baldacchino e un divano.

Oscar era stanca e aveva sonno, quel letto le sembrò davvero desiderabile. Si sedette sul bordo e si sfilò gli stivali, si tolse anche la giacca e restò con la camicia e i pantaloni. Oh che sonno che aveva, avrebbe voluto sfilarsi tutto e infilarsi la camicia da notte che c’era sul paravento, ma di colpo gli occhi le si chiusero e lei cadde addormentata su quel letto comodo.

André era agitato, ma il sonno stava avendo il sopravvento. Anche lui si tolse gli stivali, vide Oscar che si buttava sul letto, per fortuna era rimasta vestita, fece per andare verso il divano e mettersi lì ma invece si spinse vicino al letto e ci finì anche lui, accanto ad Oscar, cercando solo di non attaccarsi troppo a lei. Mentre si addormentava, la sua mano andò a prendere quella di lei già sprofondata nel sonno, come aveva fatto tante volte da bambino dopo le loro risse gioiose e folli, senza dimenticare quella volta che lui doveva convincerla ad indossare l’uniforme ed era finita a pugni.

André strinse la mano ad Oscar, ma non come quella sera, con prepotenza, desiderio di sopraffarla e metterla di fronte alla sua vera natura mentre le mostrava la sua passione, ma con affetto, dolcezza, tenerezza, rispetto, amore. Lei era ormai addormentata ma amò quella stretta a cui non si sottrasse.

Entrambi caddero in un sonno profondo, durante il quale fecero strani sogni, una caserma a Parigi dove si trovavano entrambi, rivolte sempre più frequenti, un bosco pieno di lucciole, spari e urla ovunque. Ma poi trovarono pace mentre la luna si alzava in cielo.

  
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