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Autore: Wolfgirl93    11/10/2021    1 recensioni
Questa storia partecipa al #Writober 2021 di Fanwriter.it (Lista pumpNIGHT)
Prompt: Purezza
Numero Parole: 1218
Coppia: Katsuki x Izuku
Rating: Verde
Tutti i personaggi sono maggiorenni
Dal testo: 'Izuku sapeva bene come funzionava il rito della purezza nel suo paese, una volta ogni tre mesi la loro divinità protettrice esigeva dei tributi umani e voleva un uomo o una donna vergini per salire al monte e venire sacrificati da lui; nessuno sapeva bene cosa facesse loro la divinità ma nessuno si soffermava troppo a pensarlo per paura di scatenare l’ira del Dio.
Fu il giorno del suo diciottesimo compleanno che il ragazzo si ritrovò scelto per compiacere il dio come sacrificio per quel mese, sua madre pianse urlando come non era giusto ma lui le sorrise abbracciandola dolcemente mentre sentiva la paura avvolgerlo; non voleva morire ma non voleva neppure che la divinità uccidesse degli innocenti solo perché lui era stato un codardo.(...)'
Genere: Angst, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Inko Midoriya, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Izuku sapeva bene come funzionava il rito della purezza nel suo paese, una volta ogni tre mesi la loro divinità protettrice esigeva dei tributi umani e voleva un uomo o una donna vergini per salire al monte e venire sacrificati da lui; nessuno sapeva bene cosa facesse loro la divinità ma nessuno si soffermava troppo a pensarlo per paura di scatenare l’ira del Dio.

 

Fu il giorno del suo diciottesimo compleanno che il ragazzo si ritrovò scelto per compiacere il dio come sacrificio per quel mese, sua madre pianse urlando come non era giusto ma lui le sorrise abbracciandola dolcemente mentre sentiva la paura avvolgerlo; non voleva morire ma non voleva neppure che la divinità uccidesse degli innocenti solo perché lui era stato un codardo.

Fu così che il capo villaggio lo chiamò nella sua casa e gli fece fare un bagno caldo con diversi petali di fiori profumati, era il primo vero bagno che Izuku faceva, la sua routine era un bagno nel fiume gelido per pulire il suo corpo dallo sporco senza dare un minimo di profumo o usare qualche unguento per curare la sua pelle.

Le ancelle del capo villaggio gli massaggiarono il corpo di estratti di erbe e fiori che gli resero la pelle morbida e profumata prima di fargli indossare una veste bianca a simboleggiare la sua purezza, gli misero anche delle corone intrecciate di fiori fra i capelli e un trucco leggero con i simboli del dio sul viso.

 

Salire al momento era dura, la strada era impervia e Izuku la conosceva bene, eppure per quella volta – quell’ultima volta – non dovette percorrerla con i suoi piedi, fu scortato su una portantina comoda mentre i membri del villaggio cantavano odi alla divinità cercando di ingraziarlo mentre il suo dono stava per arrivare.

Molti pensieri passarono nella mente del giovane mentre vedeva il tempio in lontananza, non sapeva cosa lo aspettava e la paura lo faceva tremare, perché era toccato a lui? Perchè quel Dio pretendeva dei giovani ogni due mesi per soddisfare i suoi capricci e donargli comunque un raccolto misero? Perchè non poteva semplicemente scappare da quel destino e abbandonare quelle persone che avevano sempre abbandonato lui e sua madre?

Ogni domanda fu messa da parte quando la portantina si abbassò di fronte al tempio.

 

“Oh grande Dio della fertilità, abbiamo qui il tuo sacrificio! Un giovane uomo puro e fertile che potrà placare la tua sete di sangue e donare al nostro raccolto una nuova fioritura.” Il sacerdote del villaggio urlò quelle parole mentre tutto il popolo pregava con canti e preghiere per quella divinità che li stava condannando a uccidere giovani per poter sopravvivere.

Izuku fece qualche passo verso il tempo e dopo aver visto i suoi compaesani esortarlo ad entrare decise che la sua ora era ormai giunta; il tempio era freddo e buio mentre lo percorreva, si diceva che era stato costruito quasi un secolo fa e che ancora si reggeva in piedi solo grazie alla benevolenza del Dio.

 

“L’ennesimo tributo, fatti avanti ragazzo, mostrati a me.” Una voce inumana riecheggiò per le mura fragili di quel tempio facendo tremare il povero Izuku che fece qualche passo avanti mettendosi sotto ad un piccolo fascio dato da una piccola finestrella posta sul tetto del tempio.

Quando la luce lo investì ecco che subito un rombo di tuono si infranse nell’aria facendolo accovacciare su sé stesso, aveva offeso il dio in qualche modo? Sentì le urla dei suoi compaesani che urlavano alla sciagura e correvano via lasciandolo lì da solo in balia di quel Dio pieno di collera.

“Come hanno osato farti questo?! Come hanno osato trattarti così?!” La voce del Dio divenne mano a mano più umana e sempre più vicina, tanto che, quando Izuku alzò lo sguardo poté vedere che la divinità che fino a quel momento avevano pregato era in realtà un demone.

Aveva grosse ali scure, due corna del medesimo colore che spuntavano da dei capelli biondi e due occhi rossi come il sangue.

“Mi dispiace se vi ho offeso, ma vi prego non fate del male al villaggio! Mia madre vive lì!” Urlò Izuku inginocchiandosi ai piedi del demone pregando per la via di sua madre, non gli importava degli altri, voleva solo che sua madre potesse vivere ed essere al sicuro.

 

Una mano fredda gli alzò il viso graffiandogli appena la pelle con i lunghi artigli. “Vedo che ti hanno tolto la memoria, non ricordi più chi sono, vero?” Chiese con un tono più calmo e morbido il biondo quando lentamente fece alzare Izuku da terra, una carezza gli sfiorò la guancia e quegli occhi rossi divennero d’un tratto dolci quasi reverenziali verso di lui.

“Lascia che ti rimembri ciò che eravamo un tempo.” Dopo quelle parole il demone posò le labbra su quelle del ragazzo baciandolo dolcemente, quando quel contatto avvenne ecco che la mente di Izuku fu invasa da immagini o per meglio dire da ricordi.

Ricordò una prato immenso pieno di fiori e poco lontano da un albero vide lo stesso demone che ora lo stava baciando ma le sue ali erano bianche e candide mentre fra i suoi capelli non vi erano le corna, ricordava un ‘resteremo sempre assieme’ detto da quell’angelo e poi il ricordo sembrò cambiare; adesso il cielo era scuro e una voce furiosa stava dicendo loro che non potevano stare assieme prima di notare come le ali candide di Kacchan – ricordava quel nome associato a quel demone – iniziassero a diventare nere proprio come erano in quel momento.
Quando il bacio si interruppe ogni ricordò sembrò tornare al suo posto e Izuku si accasciò a terra sentendo il suo corpo tremare; lui e Katsuki – o Kacchan come era solito chiamarlo – erano due angeli al servizio di Dio, il biondo però non era mai stato amante delle regole e soprattutto era fin troppo iracondo e superbo per le regole di Dio e un giorno quest’ultimo lo cacciò dal paradiso facendo diventare un demone.

Lui e Kacchan però non smisero mai di vedersi e di amarsi, ricordava bene quel sentimento che gli aveva invaso il cuore a quel ricordo, e quando Dio aveva scoperto il loro tradimento o per meglio dire, il tradimento di Izuku, ecco che aveva condannato entrambi a cercarsi per l’eternità senza mai trovarsi; eliminò ogni ricordo di Izuku dalla sua mente e lo uccise di fronte agli occhi del demone dicendogli che era colpa sua se era successo quello.

 

“Adesso ti ricordi di me, mio angelo?” La voce di Katsuki era morbida mentre allungava una mano verso di lui sperando che l’altro l’accettasse.

Izuku alzò gli occhi verdi verso il demone e sorrise prima di afferrare la sua mano. “Non potrei mai dimenticarti.” La purezza del suo spirito fu così grande dar far sì che due ali bianche gli spuntassero sulla schiena a riprova che era l’unica anima pura in tutto il mondo e persino in tutto il paradiso e che neppure l’amore e la vicinanza di un demone sarebbe riuscito a sporcare la sua anima candida.

Suggellarono quel momento con un bacio mentre nel villaggio iniziò a scatenarsi una lieve pioggia che aiutò i campi a crescere rigogliosi, un piccolo regalo che Izuku – dopo aver ritrovato i suoi ricordi e i suoi poteri – concesse agli abitanti del suo villaggio ma soprattutto a sua madre.

   
 
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