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Autore: JaneBee95    11/10/2021    2 recensioni
Gli amori che si vivono al liceo non finiscono mai veramente, rimane sempre qualcosa in sospeso.
Ma quando la tua vita va avanti e ti imbatti di nuovo in quelle persone che hanno scatenato quelle prime sensazioni, metti tutto in dubbio.
Si tratta di qualcosa di concreto o è solo una fantasia da ragazzini?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non mi sarei mai aspettata di ricevere, tra i vari messaggi che ci si scambiava quotidianamente, quello che mi avrebbe dato la risposta a quei pensieri che ormai non mi lasciavano più in pace.
In realtà non speravo neanche di riuscire a vederlo di nuovo dopo così poco tempo dall’ultima volta, considerando che di mezzo c’erano state le vacanze.

Mi chiese se mi andasse di fare una serata pizza e film, come quella che avevamo trascorso sei anni prima. Non nego che il mio primo pensiero andò a quella esatta parte di sera, quando né io né lui stavamo prestando molta attenzione alla televisione.
Impossibile, mi dissi. Era stato chiaro durante la nostra ultima conversazione e non credevo che potesse intendere proprio quello.
Accettai, fingendo una certa innocenza. Subito mi rispose che il venerdì successivo sarebbe stata la giornata perfetta, dal momento che avrebbe avuto casa libera. Lo informai che sarei arrivata più tardi in serata, dovendo tornare dal lavoro e la strada era tanta. Dopo che ci mettemmo d’accordo, iniziò quella che mi sembrò un’attesa infinita.

Passavano i giorni, e io li contavo uno ad uno, come una bambina che aspetta il giorno di Natale. I messaggi, nel frattempo, si facevano più piccanti tanto che ormai non potevo più fingere che quella che ci aspettava sarebbe stata una semplice serata pizza e film tra due vecchi compagni di scuola.
Quasi stupidamente glielo dissi, ammisi che avevo tutt’altra idea di come si sarebbero potute svolgere le cose tra di noi. Fu lì che mi stupì. Mi lasciò tutta la libertà di scegliere come potevamo comportarci, in base a come mi sentivo io. Sapeva che erano passati anni e che non poteva dare per scontato che mi sarei gettata tra le sue braccia appena aperta la porta d’ingresso. Ma in realtà non mi aspettavo nessun atteggiamento diverso da parte sua: si stava rivelando premuroso, come sempre, e questa cosa mi fece sobbalzare il cuore.

Mi punzecchiava, mi stuzzicava, cercava di capire quali fossero i miei punti deboli, ma soprattutto i miei desideri. E più faceva così, più viaggiavo con la mente, ritornavo a sei anni prima, a quella sera illuminata dai lampi, a quei primi timidi baci dettati dalla voglia di scoprirsi e conoscersi intimamente. Era malizioso e sapeva che questo aveva su di me un certo effetto, perché lui mi aveva sempre fatto un certo effetto. Sapeva che cosa dirmi per ottenere da me una reazione forte, che gli facesse capire le mie intenzioni per quella sera, perché fino a quel momento mi ero trattenuta; in realtà non avevo ancora deciso come mi sarei comportata, se lasciarmi andare alla curiosità o stare sulle mie. Ero molto combattuta e irrequieta perché non riuscivo a immaginare che cosa avrebbe comportato una o l’altra scelta. Che cosa sarebbe successo se avessi deciso di andare fino in fondo? E se avessi invece scelto di non lasciarmi sedurre dai ricordi e desideri adolescenziali?

Giorno dopo giorno sentivo l’agitazione crescere, non riuscivo a pensare ad altro e non volevo farlo. Non avevo ancora preso la mia decisione, ma pensarci non faceva altro che aumentare la mia ansia e avevo paura che avrebbe potuto rovinare la nostra serata. Così smisi di rimuginarci fino a quella sera.
Tra una punzecchiata e l’altra, rivelai la mia emozione e, con mia sorpresa, anche lui ammise la stessa cosa. Sorrisi a leggere quel messaggio e mi sentii più sicura. Non era solo una mia sensazione, c’era davvero qualcosa che andava oltre la voglia di stare insieme.
Con questi pensieri e i messaggi maliziosi che ci scambiavamo, riuscii a distrarmi e a far passare in fretta il tempo fino a quella tanto agognata serata. Contai i minuti che ci separavano e più diminuivano, più sentivo il cuore battere e lo stomaco stringersi dall’emozione. Per l’ora di cena parcheggiai davanti a casa sua e lo vidi accogliermi sulla porta d’ingresso.
Ormai c’eravamo, era arrivato il momento di cui tanto avevamo parlato nei giorni precedenti e su cui avevo fantasticato sorprendendomi a immaginarmi intere scene di noi due in diverse situazioni, da quelle più stupide a quelle più spinte.

Fu gentilissimo, come sempre, e mi invitò ad accomodarmi, mentre trovai già la tavola apparecchiata per la nostra cena. Ha pensato a tutto, pensai quando vidi tutto pronto, la birra fredda pronta per essere stappata e versata, la pizza fumante.
Trascorremmo una buona ora a parlare del più e del meno, del lavoro, di film e delle nostre famiglie. Lo aiutai a sparecchiare contro le sue proteste e insistenze a lasciar stare e poco dopo ci sedemmo sul divano, uno accanto all’altra, pronti per guardare il film che aveva scelto appositamente per la serata, horror, come da tradizione.
Li ho sempre odiati quei film, mi suggestionano troppo, e lui lo sapeva, ma come sei anni prima, anche in quella serata non poteva mancare quel tassello, così a malincuore accettai di vederne uno; o meglio, passai quasi tutto il tempo cercando di coprirmi il viso, anche se fu parecchio difficile. Sapendo che lo avrei fatto si preparò a tenermi ferma, stringendomi i polsi bloccandomi. Era forte, molto, ma la cosa non mi spaventò, anzi, mi eccitò molto. Lo trovavo intrigante, sexy e ne approfittai per giocare un po’, per stuzzicarlo. Ogni volta che potevo mi avvicinavo sempre più a lui, fingevo di spaventarmi per potermi stringere a lui e sentire i suoi muscoli sotto le mie dita, muscoli che non mi ricordavo avesse e la cosa mi sorprese molto, mi scaldò.

Fui triste quando finì il film, non avevo avuto modo di fare nient’altro se non inscenare spaventi solo per sentire il suo corpo vicino al mio, volevo percepire il suo calore e il suo cuore battere mentre mi appoggiavo al suo petto.
Scelse un altro film, solo per temporeggiare ancora un po’, dal momento che né io né lui stavamo facendo quel passo in più per movimentare le cose. Questa volta, però, eravamo molto più a nostro agio, tanto da trovarci sdraiati e abbracciati sul divano. Le sue dita mi accarezzavano i capelli, erano delicate e scendevano piano lungo la schiena e risalivano da un fianco. La mia mano si spostò lentamente dietro la sua schiena, graffiandola dolcemente fino all’orlo dei jeans incontrandone la cintura, per poi percorrerla su tutta la cucitura fino al suo ventre, sfiorandolo appena. Questo lo fece reagire e lo sentii: sobbalzò eccitato e iniziai a sentire un rigonfiamento premere contro la mia pancia.
I nostri respiri si facevano più affannati, il film era ormai passato in secondo piano da un po’.
Risalii continuando ad accarezzarlo sotto la sua maglietta, sentendo finalmente i muscoli che tanto immaginavo sotto le mie dita. Mi stavo eccitando, riuscivo a sentirlo.
I nostri sguardi non si erano ancora incrociati, non volevamo interrompere quella magia mista a eccitazione, ma non passò molto che successe.
Ci guardammo intensamente per pochi attimi, fino a che lui non parlò.
“Era quello che speravo succedesse tra di noi. Tu lo vuoi?”. Annuii e basta. Non feci in tempo a dire niente che si allungò verso di me e sentii le sue labbra premere contro le mie.
Con quel gesto riaffiorarono i ricordi di sei anni prima, impetuosamente.
   
 
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