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Autore: SonounaCattivaStella    12/10/2021    1 recensioni
Con un mal di testa atroce e un sapore orribile in bocca, Izuku aprì gli occhi, uscendo dal mondo dei sogni come se si stesse risvegliando da uno stato comatoso. Spostando le iridi verdi per l’ambiente circostante, si soffermò su di una figura che se ne stava ancora bellamente addormentata, proprio a pochi centimetri da lui. Provò a ricordare anche il più piccolo dettaglio della sera precedente, il più insignificante, ma la sua memoria non ne voleva proprio sapere di collaborare.
{Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it}
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it

» Prompt: Memoria
» Lista: pumpBLANK
» Fandom: Boku no Hero Academia

» Rating: Verde
 

 


 

 

 

Con un mal di testa atroce e un sapore orribile in bocca, Izuku aprì gli occhi, uscendo dal mondo dei sogni come se si stesse risvegliando da uno stato comatoso. Sbatté le palpebre un paio di volte, prima di riuscire a mettere a fuoco qualcosa della stanza in cui si trovava, e si tirò a sedere con immensa fatica. Sentiva il corpo maledettamente pesante, oltre che una persistente sensazione di nausea. Quando riuscì a sollevarsi, il lenzuolo che lo aveva coperto fino a quel momento scivolò via dal suo petto nudo. Si guardò il ventre con aria confusa, prima di spostare lo sguardo anche al di sotto del leggero tessuto, trovandosi totalmente nudo. Non ricordava di essere andato a letto senza pigiama e intimo. Anzi, per dirla tutta non ricordava assolutamente nulla della serata precedente.

Ancora scombussolato e con la fastidiosa sensazione di avere un martello pneumatico piantato nel cervello, si guardò attorno e subito gli saltò all’occhio un particolare abbastanza rilevante: quella in cui si trovava non era la sua stanza. Spostando le iridi verdi per l’ambiente circostante, si soffermò su di una figura che se ne stava ancora bellamente addormentata, proprio a pochi centimetri da lui. Per poco non urlò e non cadde giù dal letto – per chissà quale miracolo, poi – quando capì di aver accanto un russante Kacchan. Da quello che poteva vedere, anche il ragazzo dai capelli biondi era senza maglietta e sperava davvero con tutto sé stesso che quello fosse l’unico indumento mancante.

Corrucciato, si portò le mani giunte davanti alla bocca, poggiò i gomiti sulle gambe incrociate, e iniziò a rimuginare fra sé e sé. Provò a ricordare anche il più piccolo dettaglio della sera precedente, il più insignificante, ma la sua memoria non ne voleva proprio sapere di collaborare. L’unica cosa che gli tornava alla mente era che si erano ritrovati tutti insieme a festeggiare qualcosa – forse un compleanno? –, da lì in poi solo una gran confusione e il buio più totale. Lanciò nuovamente uno sguardo in direzione di Bakugou e arrossì violentemente quando la sua fantasia gli propose un’immagine poco casta di lui e il suo amico di infanzia, mentre si rotolavano l’uno sull’altro sotto quelle stesse lenzuola che lo coprivano a stento. Tappandosi la bocca con le mani, represse un gridolino di fronte all’eventualità di aver perso la propria verginità e di non ricordare assolutamente nulla. Come una locomotiva, iniziò a borbottare mentre diventava sempre più violaceo. Non voleva credere a ciò che la sua mente gli stava facendo vedere, ma il fatto che lui fosse totalmente nudo, nel letto di un Kacchan seminudo, lo stava portando sempre più a convincersi di aver fatto sesso con lui.

«Oi, Deku, cos’hai da lamentarti di prima mattina?» Chiese il ragazzo dai capelli biondi, per poi sbadigliare sonoramente e fissare l’altro con sguardo ancora assonnato.

Izuku non riuscì a dire o fare nulla, diventando semplicemente ancora più bordeaux di quanto già non fosse. Non sapeva esattamente come comportarsi, non dopo che si era convinto di aver fatto determinate cose proprio con il ragazzo che aveva davanti.

«Allora? Il gatto ti ha mangiato la lingua?» Insistette ancora Katsuki, girandosi su di un fianco e poggiando il viso sul palmo della mano.

«I-io… n-noi… cioè…» Iniziò a balbettare e gesticolare Izuku, con immenso imbarazzo.

«Qual è il problema?»

Una voce che conosceva fin troppo bene giunse poco lontano da loro, esattamente dal divano che non aveva visto fino a quel momento.

«T-T-Todoroki?!»

Il ragazzo dai capelli verdi si rese conto che anche l’altro suo amico se ne stava a petto nudo, i capelli scompigliati e l’espressione assonnata. Nella sua mente, altre immagini si sovrapposero alle prime, ancora meno caste e più fantasiose. L’idea del suo corpo nudo premuto tra quello degli altri due ragazzi quasi lo fece svenire.

«Midoriya, stai bene? Hai l’aria di chi sta per avere un collasso.» Disse preoccupato Shoto, avvicinandosi all’amico per toccargli la fronte. «Ti viene ancora da vomitare?»

«Deku, ti conosco troppo bene. Cosa sta macchinando quella testa bacata che ti ritrovi?» Chiese nel frattempo Kacchan mentre si allungava per tirargli un colpetto con le dita lì dove il ragazzo dai capelli bicolore l’aveva toccato per accertarsi che non avesse la febbre.

Izuku li guardò entrambi in silenzio prima di prendere coraggio e fare la fatidica domanda.

«I-ieri sera, è successo qualcosa tra di noi?»

«Cosa intendi?» Lo osservò Shoto, con aria interrogativa.

«Ecco… dato che io sono completamente nudo e voi lo siete per metà, mi chiedevo… abbiamo fatto sesso

L’aveva detto. Era riuscito a dare voce ai suoi dubbi, raggiungendo pericolose sfumature di viola mentre parlava e abbassando gli occhi sulle sue dita con cui arrotolava il lenzuolo.

«Alt! Ferma tutto, smettila di immaginare cose che non sono realmente accadute!» Urlò Kacchan, diventando a sua volta rosso come un pomodoro maturo.

«Non ricordi nulla di ieri sera?» Chiese Shoto, mantenendo apparentemente la calma.

«No.»

«Ci penso io a rinfrescarti la memoria, se vuoi. A suon di pugni.»

«Mi basta solo che mi raccontiate ciò che è successo.» Disse Izuku alzando le mani in segno di resa.

«Ti sei ubriacato con il punch che era stato corretto con del rum.» Iniziò a spiegare Bakugou.

«E ti sei buttato in piscina con tutti i vestiti, dicendo di voler contare quante mattonelle avesse il mosaico sul fondo.» Continuò Todoroki.

«Quando siamo riusciti a tirarti fuori dall’acqua, hai vomitato anche il pranzo di Natale addosso a noi due e ti sei addormentato tra i cespugli. Così ti abbiamo trascinato fino a casa mia, ti abbiamo spogliato con non poca fatica e non siamo più riusciti a rivestirti. Ti dimenavi come un’anguilla.»

Avesse potuto, Midoriya si sarebbe volentieri sotterrato con le sue stesse mani per l’enorme brutta figura fatta, sia la sera precedente che in quel momento con i suoi amici. Non riusciva a capire come gli fosse passato per la mente credere di essere finito a letto con loro e si vergognava da morire per le immagini che continuavano ad apparire davanti ai suoi occhi. Non sapeva ancora con quale faccia, da quel momento in poi, si sarebbe rivolto ai due ragazzi.
 

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