What is our life?
18
Settembre 2025 – pomeriggio – Londra babbana
Ormai
la lotta imperversava da circa mezz’ora tra gli agenti speciali dell’ordine e i
mangiamorte devoti a Voldemort. Il piazzale vastissimo della città più bella
d’Inghilterra, ospitava migliaia di corpi di babbani e maghi morti, con i
vestiti intrisi di sangue e gli sguardi truci e sofferenti. Era come se
l’angelo della morte fosse piombato nel paese, uccidendo chiunque intralciasse
il suo cammino. Gli eventi andavano avanti così da un bel po’ di anni. Subito
dopo la scuola, Harry ed i suoi amici erano diventati auror, mentre Draco
Malfoy, il loro più acerrimo nemico, era rimasto tale posizionandosi tra le
schiere del male. Dal giorno in cui avevano lasciato la loro amata scuola per
dedicarsi al proprio lavoro, erano passati ben otto anni, durante i quali erano
successe molte cose. Ad esempio, quello che aveva più lasciato senza parole
tutti, era stato il rapporto nato tra Ginevra Weasley e Draco Malfoy, sigillato
con il matrimonio e con la nascita di una bellissima bambina, Molly, chiamata
così per ricordare la madre di lei, morta qualche tempo prima. Inizialmente
molte furono le persone che rimasero basite, anzi, ripensandoci, tutte furono
le persone che rimasero basite dal comportamento di lei, pensando che fosse
impossibile essere la moglie di un mangiamorte, essendo auror, però dopo si
abituarono tutti, continuando le loro vite normalmente. Ora, nuovamente, i due
schieramenti nemici combattevano tra di loro, senza che però nessuno dei due
avesse la peggio. Tutto intorno aleggiava un aria gelida e penetrante, che
rendeva il momento tragico più di quanto già non fosse. Sembrava una “normale”
lotta, simile a tutte le altre combattute in passato, ma nessuno sapeva che di
lì a poco, sarebbe successo qualcosa, che avrebbe sconvolto la vita di molte
persone.
20
Giugno di sette anni prima(2018) – pomeriggio – famosissima chiesa londinese
L’aria
che si respirava quel giorno, nella chiesa più conosciuta di Londra…era davvero
IRRESPIRABILE!Dal grande portale stile-antico della bellissima cattedrale,
continuava ad affluire un sacco di gente di ogni tipo, con vestiti uno più
strambo dell’altro e con un aria strana che caratterizzava il loro volto. Era
stato addobbato tutto nei minimi particolari, e persino l’ordine delle candele
disposte sulle scale che portavano all’altare era stato studiato nei minimi
dettagli. “Deve essere tutto perfetto per la mia amata” era questa la frase che
un uomo alto, biondo e con due laghi ghiacciati al posto degli occhi aveva
detto al prete che si sarebbe preso cura dell’aspetto “scenografico” della
chiesa. E così era stato fatto senza fiatare. Dappertutto si trovavano mazzi di
fiori di ogni tipo e di ogni colore posati sulle panche degli invitati o ai
piedi delle statue raffiguranti i santi. Le candele che illuminavano l’ambiente
erano circondate da corone di fiori freschi e due giornalisti della gazzetta
del profeta erano posizionati ai lati opposti dell’altare, per immortalare quel
momento così felice. Vicino ai primi banchi stavano in piedi due bellissimi
ragazzi, uno moro e con gli occhi di un bellissimo verde chiaro e l’altro
anch’egli moro, ma con gli occhi di un ipnotizzante blu cobalto. Erano molto
nervosi, e questo si notava dal loro strano comportamento. Continuavano a
sistemarsi la giacca o la cravatta, sporgendosi di tanto in tanto per vedere se
arrivasse qualcuno dal portone principale. Quando la chiesa, dopo tanto, ma
tanto tempo, si riempì, e parve che non arrivasse più nessuno, due addetti
chiusero il portale della cattedrale, cercando di affrettare la cerimonia. Era
stata programmata per un ora prima, ma con tutta quell’affluenza di persone che
entravano ed uscivano era stato impossibile iniziare all’ora precisa. Alle
prime file, da un lato, si distinguevano per il loro colore rosso di capelli e
la loro altezza i familiari della sposa, tutti estremamente eccitati e nervosi
ma, soprattutto imbarazzati nel vedere tutti quegli invitati, mentre dall’altro
lato, si distinguevano per la loro compostezza e serietà e, soprattutto per la
loro impeccabilità in ogni cosa, i familiari dello sposo, che nonostante
fossero nervosi anch’essi, non lo davano a vedere. Un ragazzo biondissimo si
posizionò davanti all’altare, aspettando con ansia l’arrivo della propria
sposa, mentre uno degli altri due ragazzi si avvicinò.
-Stai
tranquillo cugino, vedrai che andrà tutto bene!-disse il ragazzo con gli occhi
di un bel blu. Sapeva che suo cugino era molto nervoso più di quanto desse a
vedere, ma come tutti i membri della
sua famiglia, aveva ereditato anch’egli la dote di riuscire a tenere nascosti
nel più profondo del suo cuore i suoi sentimenti. Quando il futuro sposo vide
che il musicista cominciò a suonare le prime note della marcia nuziale, sentì
uno sfarfallio nello stomaco, accompagnato subito dopo da una voglia
irrefrenabile di vomitare. Nonostante il suo stato di salute precario, decise
che scappare sarebbe stato molto stupido, soprattutto perché si sarebbe
ritrovato rincorso dai suoi genitori più quelli di lei e anch’ella a dir poco
furiosi e con la bava alla bocca pronti ad ucciderlo. Quando però vide verso la
fine del lungo tappeto rosso posizionato dall’entrata fino all’altare, una
ragazza bellissima nel suo abito bianco e con i suoi capelli rossi, tutta
l’ansia che fino a quel momento lo aveva accompagnato, si tramutò in un forte
desiderio di sposare la donna che aveva amato e amava più della sua stessa
vita. Lei, accompagnata dalla figura di un uomo altissimo dai capelli di un
rosso fuoco avvolto nel suo smoking con tanto di fiocco al collo e fiore nel
taschino, aveva incantato tutti i presenti, che si erano voltati nello stesso
istante nella sua direzione, con lo stesso sguardo. Dopo una decina di minuti,
tutto tornò normale, e lei cominciò la sua inesorabile camminata, a braccetto
con il padre, lungo tutta la lunghezza del tappeto. Aveva notato il volto
incantato da pesce lesso del suo futuro sposo, e dovette impiegare tutte le sue
forze per sopperire una risata, limitandosi a sorridere. L’abito era
interamente di seta, di un bel bianco perla, con il bustino rigido senza
spalline, e una gonna tubolare leggermente svasata alla fine. Portava uno
scialle anch’esso in seta sulle spalle nude, mentre un velo attaccato allo
chignon circondato da roselline le ricadeva sul volto. Il tutto poi, era
completato dalle scarpe rivestite di seta a punta e con un tacco nella norma, e
un buchè formato interamente da delle bellissime rose bianche. Quella donna era
veramente stupenda, si ritrovò a pensare il biondo quando, arrivata all’altare
e lasciata la mano di suo padre che si andò a sistemare tra i suoi amati, lei
gli si era avvicinata e lo aveva fatto tornare nella realtà. Lui le porse il
palmo della mano dove lei vi depositò la sua, mentre la conduceva davanti al
sacerdote, dove si potevano ben vedere due cuscini rossi dalle rifiniture
dorate. La funzione durò più del previsto, e i presenti dovettero aspettare un
sacco di tempo prima di arrivare al punto più emozionante di tutto il
pomeriggio. I testimoni Harry Potter e Blaise Zabini si erano appena seduti ai
loro posti, quando il sacerdote disse le fatidiche parole che avrebbero legato
per sempre quelle due persone davanti a lui.
-Tu,
Draco Malfoy, prometti di amare ed onorare la qui presente Ginevra Virginia
Weasley, nel dolore e nella gioia, nella salute e nella malattia, finché morte
non vi separi?-.
-Si.
Lo prometto-rispose sicuro l’uomo. Prese dalla custodia di velluto rosso un
cerchietto di oro giallo, e lo infilò nel dito anulare di lei, in segno del
loro legame eterno.
-E
tu, Ginevra Virginia Weasley, prometti di amare ed onorare il qui presente
Draco Malfoy, nel dolore e nella gioia, nella salute e nella malattia, finché
morte non vi separi?-chiese nuovamente a lei il sacerdote.
-Si.
Lo prometto-rispose anche lei, prendendo il cerchietto di oro giallo dal
cofanetto e infilandolo come lui aveva fatto con lei, nel dito anulare di lui.
-Bene.
Vi dichiaro ufficialmente marito e moglie. Ora lo sposo può baciare la
sposa.-finì il prete con un largo sorriso, che lui non sapeva, si sarebbe spento
pochi anni dopo. Quando Ginny sentì le parole del prete, il suo cuore perse un
battito. Sapeva che sua madre stava piangendo, e difatti quando si voltò verso
la sua famiglia, vide che quello che aveva pensato era la pura e semplice
verità. Rivolse il suo sguardo verso l’uomo che aveva davanti, e quasi non
affogò in quell’oceano ghiacciato. Aveva davanti la persona che amava più di
ogni altra cosa al mondo, i suoi genitori avevano accettato ormai sconfitti la
cosa e non aveva perso gli amici, quello per lei era un sogno, un bellissimo
sogno che però si sarebbe spento pochi anni più tardi. Lui, osservandola per
qualche attimo, le sfilò delicatamente il velo, e la baciò dolcemente. Quello
che successe dopo lasciò sbigottiti sia Ginny che lo stesso Draco. Dalla sala
si levò un applauso da premio oscar. Nessuno, nessuno presente quel pomeriggio
in quella bellissima cattedrale, non applaudì. Persino Lucius Malfoy, da sempre
nemico della famiglia Weasley, si alzò ed applaudì insieme a tutta la famiglia
Malfoy. Persino Harry, Harry Potter da sempre scettico sulla storia tra la sua
amica e il suo nemico, applaudì con foga. Quella fu la giornata più bella, e
forse anche l’unica, di tutta la vita di Draco e Ginny. Quando uscirono furono
ricoperti da manciate di riso, e si fecero una bellissima foto, che poco tempo
dopo sarebbe diventato simbolo di dolore e sofferenza. Poco tempo dopo nella
stessa chiesa fu celebrata la messa per il funerale di Molly Weasley. Ginny
pianse così tanto che per un sacco di tempo non versò più lacrime. Sua madre,
la persona più importante della sua vita, era morta sotto le mani di alcuni
mangiamorte, e mai come in quel periodo odiò il suo sposo per essere anch’egli,
uno di quelle persone, se così possono essere definiti dei pazzi assassini. Però
in fondo al cuore lei sapeva, sapeva che lui non era e non sarebbe mai stato
come quelle persone, anche se ne faceva parte da ormai la fine della scuola.
18
Settembre 2025 – pomeriggio – Londra babbana
Ormai
da mezz’ora il tempo che era trascorso da quando era iniziata la lotta, era
passato ad un ora. Ginny combatteva ormai da troppo tempo, e non avrebbe retto
ancora per molto, mentre Draco, schierato dalla parte opposta, faceva di tutto
per non andare verso la direzione della sua amata. Nonostante fosse un crudele
mangiamorte, non poteva uccidere la sua sposa, la amava tantissimo e
soprattutto amava la figlia di sedici mesi, Molly, che li aspettava a casa,
ignara di tutto quello che stava accadendo in quel momento. Quando per la
quarta volta un incappucciato si presentò spavaldo al cospetto della rossa, lei
talmente arrabbiata gli scaraventò contro un avada kedavra che non gli diede il
tempo neppure di dire addio. Mai mettersi contro quella ragazza quando è
arrabbiata, è molto più pericolosa del solito. Quando però Draco vide che, dopo
aver ucciso il suo compagno, lei scivolò a terra, corse immediatamente verso di
lei facendola riprendere.
-Gin,
come va?-aveva ancora la maschera argentata sul volto, interamente coperto dal
cappuccio nero tipico dei mangiamorte. Non era abituata a guardarlo in quelle
vesti, e dovette ammettere che i brividi che le percorsero la schiena furono
molto più di uno. Lo tranquillizzò dicendo che stava bene, e riprese a
combattere come se nulla fosse. Non aveva mai visto Draco, il suo Draco, alle
prese con il suo “lavoro”, e sinceramente non lo avrebbe mai voluto vedere. Fu
colta di sorpresa alle spalle, e con un abile mossa scaraventò davanti ad essa
la persona che l’aveva aggredita. Vincent Tiger, nemico di suo fratello a scuola
e porco in tutti sensi. Le veniva davvero strano immaginarlo tra i mangiamorte,
lo avrebbe visto meglio in un bel ristorante babbano come assaggiatore privato,
il ruolo gli si addiceva di più. Comunque sia lo mise ko in meno di sei
secondi, con un bel calcio assestato nei gioielli di famiglia e un pugno in
piena faccia, accentuando il suo naso schiacciato che lo faceva assomigliare
molto ad un maiale. Purtroppo, però, non si accorse che alle sue spalle, un
altro incappucciato si stava avvicinando minaccioso.
15
Maggio di un anno prima(2024) – pomeriggio – casa Malfoy
-Dracoooooooo…Dracooooooooo,
hai sporcato tutta la cucina!-.
-Ma
non è colpa mia, è tua la colpa se hai voluto comprare un appartamento babbano,
io non ho mai cucinato!-. Draco Malfoy era davanti ai fornelli di una
modernissima cucina babbana, con tutti i vestiti sporchi di farina e un ammasso
nero e marroncino scuro depositato in una teglia, tenuta dalla sua mano
sinistra. Quando la donna si avvicinò e diede uno sguardo a quella che sarebbe
dovuta essere la torta di compleanno della figlia Molly per il suo primo
compleanno, scosse la testa rassegnata, e quando lui appoggiò il contenitore
sul tavolo, lo abbracciò circondandogli la nuca e baciandolo sfiorando
leggermente le sue labbra con le proprie.
-Sei
un disastro in cucina!-sussurrò sulla sua bocca prima di sfiorargli per una
seconda volta le labbra sottili. Lui, che fino a quel momento era stato fermo
subendo le tentazioni della moglie, le circondò la vita con le sue forti
braccia e rispose al bacio.
-Bhè,
sarò pure un disastro in cucina, ma farti impazzire di desiderio è la mia
materia preferita-. Stava per baciarla facendola sconvolgere come sempre,
quando uno strillo acuto li fece allontanare per portare le mani alle orecchie
e cercare di salvare i timpani.
-Ma
quella bambina è un mostro, la tua fotocopia Gin!-.
-Come?Tu
vaneggi, quella caratterialmente è la tua fotocopia, mi assomiglia solamente
fisicamente!-rispose lei fuggendo verso la prova del suo amore con Draco. Più
tardi arrivarono tutti i familiari di lei, susseguiti subito dopo da quelli di
lui. Vedere così vicine due famiglie che per molti secoli non avevano fatto
altro che odiarsi gratuitamente era davvero uno spettacolo. Purtroppo però, la
felicità che caratterizzava quella splendida famiglia, si sarebbe dissolta come
le nuvole al vento, lasciando posto solamente a sofferenza e dolore.
18
Settembre 2025 – pomeriggio – Londra babbana
-Avada
Kedavra-. Fu un attimo, un piccolo insignificante attimo che trasformò la vita
di due persone felici in un inferno senza via d’uscita. Un intensa luce verde
fuori uscita dalla bacchetta di chissà chi, nascosto dal cappuccio nero, colpì
in piena schiena Ginny, facendola cadere al suolo senza vita. La scena che si
presentò davanti a Draco fu come proiettata da un riflettore con estrema
lentezza. Era come se mille fotogrammi si presentassero davanti agli occhi
dell’uomo, segnando la sua vita per sempre. La persona più importante della sua
vita era stata crudelmente uccisa, senza pietà, come se fosse una come tante.
Ma lei per tutti i suoi colleghi mangiamorte era una come tante, una delle
innumerevoli pedine che dovevano mettere fuori gioco. Loro non provavano i
sentimenti che lui provava per lei, lui l’amava e ora l’aveva persa per sempre,
per colpa, anche se solo indirettamente, di Voldemort. I gesti che fece dopo
aver visto quella scena furono ricordati anni più tardi da tutti gli amici di
lei, come prove di vero amore. Si sfilò la maschera argentata e il mantello da
mangiamorte gettandoli a terra, e davanti allo sguardo impietrito di Ron ed
Harry, calpestò le prove della sua sottomissione al male, correndo verso
l’unica sua vera ragione di vita.
-Nooooooooooooooooooooooooooooooo!-quel
grido di dolore, tristezza ed amarezza, mentre tra le braccia teneva il corpo
della sua amata cullandola, bloccò la lotta che imperversava. Non ebbe più a
che fare con Voldemort. Mantenne i contatti solamente con il cugino Blaise. Si
schierò dalla parte di Silente, con l’intenzione di uccidere uno ad uno tutti i
colpevoli della morte di colei che amava più di se stesso. Riuscì a crescere da
solo la propria figlia, l’unica cosa di veramente importante che gli era
rimasto, in cui ogni momento che la osservava vedeva il sorriso dolce della sua
Ginny. Non cercò di rifarsi una vita con qualc’unaltra, non ci sarebbe mai
riuscito, avrebbe solamente protetto la sua figlioletta, protetto come non
aveva fatto con la sua amata Ginny. Nella stessa chiesa in cui si erano
sposati, a Ginny fu celebrato il funerale, per poi essere seppellita. Mai aveva
visto così tanti fiori. Quel giorno, se al loro matrimonio c’erano 500 persone,
adesso ce ne erano come minimo 1000…chiunque la conoscesse, anche solo di
vista, le aveva portato un fiore, per ricordarle che le persone che la volevano
bene, erano molte più di quanto lei non pensasse. Quel giorno rimase impresso
nella memoria di Draco per sempre, e mai si sarebbe potuto cancellare, MAI.
25
Dicembre 2032 – sera – casa Malfoy
Draco
e Molly, sua figlia, stavano seduti sul divano davanti al camino, lei
accoccolata tra le braccia del padre e lui con lo sguardo fisso sul fuoco
scoppiettante. Dalla morte di Ginny, ogni natale padre e figlia lo passavano a
casa, a parlare di Ginny per ricordarla.
-Papà,
tu l’amavi la mamma?-chiese la bella rossa. Aveva tutti i caratteri della
madre. Capelli lisci come l’olio di un bel color rame, una spruzzata di
lentiggini sulle guance e due occhi grigi, l’unica cosa presa dal padre. La
guancia di lui venne solcata da una lacrima trasparente, che Molly asciugò con
le sue esili dita posando un bacio dove era passata.
-Papà
perché piangi?Scusa, ho detto qualcosa che ti ha fatto sentire male?-. lui le
fece segno di diniego, e stringendola forte, le rispose.
-Certo
angelo, l’amavo con tutta la mia anima, e la amo ancora con tutta l’anima!-. si
vedeva lontano un miglio che lui stava morendo dal dolore. Non era facile
vivere con un pesante dolore dentro il cuore, senza poter gridare o piangere o
fare qualsiasi cosa per sfogarsi…aveva accanto sua figlia, e doveva crescerla
senza rattristare anche lei.
-Papà…?!-.
-Dimmi
angelo-.
-Posso
farti una domanda senza che piangi?-. solo ora lui si accorse di avere le
guance bagnate di lacrime, non ce la faceva, ricordarla lo faceva morire di
dolore, ma annuì lo stesso alla figlia.
-Mamma
ci voleva bene?-domandò. Lui la strinse ancora più forte di quanto già non
stesse facendo, baciandole la fronte.
-Certo
angelo…mamma ci ha sempre voluto bene, ma purtroppo a volte, nella vita, ci
sono cose che non possono essere evitate, e una di queste cose è la
morte!-rispose il padre, accarezzandole la guancia.
-Papà,
tu lo sai vero che io ti voglio tantissimo bene?Se la mamma non c’è a volerti
bene, ricordati che anche io ti voglio bene, tu sei il papà più bello e bravo
del mondo!-gli disse baciandolo sulla guancia. Per lui quelle parole valsero
più di qualsiasi cosa. Aveva perso l’amore della sua vita e ci avrebbe sofferto
fino alla morte, ma accanto aveva la bambina più bella che avesse mai visto e
grazie a lei, solo grazie a lei, sarebbe riuscito ad andare avanti, ricordando
insieme a lei tutti i momenti felici passati insieme a Ginevra Weasley. Ginny
era morta, ma sarebbe sopravvissuta nel cuore di Draco e Molly. PER SEMPRE.
Perché
il vero amore, può essere sconfitto solo dalla morte…