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Autore: beat    02/09/2009    5 recensioni
Gintoki corse più veloce che poteva lungo le affollate strade di Edo.
Si scontrò più volte contro la gente, scansando di malagrazia tutti quelli che avevano la sfortuna di incrociare il suo percorso.
Continuò a correre, senza mai fermarsi, lasciandosi dietro tutte le imprecazioni e le maledizioni che gli venivano lanciate.
Non aveva tempo né voglia di stare ad ascoltare nessuno.
Doveva fare in fretta, non aveva quasi più tempo.
Mancavano pochi minuti.
Solo qualche altro misero minuto e il suo mondo sarebbe crollato.
Genere: Generale, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gintoki Sakata, Tokumori Saigo | Coppie: Katsura/Zura Kotaro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Autore: beat
Titolo
Tremendo il rimbombare di un cuore martellante
Personaggi: Gintoki, Un po' Tutti
Genere: Generale, Drammatico, Azione, (Comico e Introspettivo a tratti)
Rating: Giallo/Arancione
Avvertimenti: Nessuno


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Gintoki corse più veloce che poteva lungo le affollate strade di Edo.
Si scontrò più volte contro la gente, scansando di malagrazia tutti quelli che avevano la sfortuna di incrociare il suo percorso.
Continuò a correre, senza mai fermarsi, lasciandosi dietro tutte le imprecazioni e le maledizioni che gli venivano lanciate. Non aveva tempo né voglia di stare ad ascoltare nessuno.
Doveva fare in fretta, non aveva quasi più tempo.
Mancavano pochi minuti.
Solo qualche altro misero minuto e il suo mondo sarebbe crollato.
Ignorando le fitte di dolore alle gambe e il respiro affannato che gli bruciava i polmoni, Gin continuò a correre.
Mancavano pochi minuti e l'obiettivo era ancora lontano.
Doveva continuare a correre.
Doveva riuscire ad arrivare in tempo.
Doveva in tutti i modi salvarli.



Tremendo il rimbombare di un cuore martellante



Capitolo I

“Kagura, si può sapere perché diavolo devi esagerare così ogni volta?”

“Io non esagero mai!”

“Certo, come no! Infatti è assolutamente normale far saltare in aria metà di un palazzo solo perché ne avevi voglia!”

“Loro mi hanno offeso!”

“E ti sembra un motivazione valida per scatenare tutto quel putiferio?!”

Shinpachi aveva urlato l'ultima frase, ma come era prevedibile, Kagura non lo stava minimamente ascoltando. Ogni volta che Shin faceva il moralista, era come se la ragazzina scollegasse le orecchie dal cervello, e diventava immediatamente insensibile a tutte le recriminazioni che il compagno le faceva.

Shinpachi strillò dal nervosismo.
Provò in qualche modo a convincere Gintoki a dargli man forte, ma anche il ragazzo più grande non sembrava particolarmente preso da quei discorsi.

“Shinpachi, meglio se ti dai una calmata! Ti farai venire un ulcera di questo passo. E ti cadranno anche tutti i capelli!”

“Ma che capelli e capelli! Voi mi farete venire un esaurimento nervoso, altro che ulcera!”

“Forse una vacanza....”

Shinpachi strillò di nuovo come una gallina e per di più tirò un pugno a Gin, centrandogli perfettamente il naso.

“Ma sei compledamente uscido di desda?!” si lamentò Gin, tenendosi il naso.

“Non vi sopporto quando fate così! Ma non vi rendete conto di tutti i casini che combinate ogni maledettissima volta?”

Gintoki smise di lamentarsi e fissò gli occhi in quelli di Shinpachi.
Sapeva bene che cosa preoccupava il ragazzino, ma lo stesso non riusciva mai a prendere troppo seriamente tutti i suoi – superflui – avvertimenti. Sapeva bene che Shin era un ragazzo con la testa sulle spalle, e doveva ammettere che in più di un'occasione aveva lasciato a lui il ruolo della persona saggia del gruppo: quella che si preoccupa degli altri, che ricorda a tutti quello che è giusto e quello che è decisamente sbagliato.
Ultimamente però gli aveva lasciato questo gravoso compito un po' troppo spesso.
E nelle ultime settimane non aveva fatto poi molto per alleggerire il carico di tensione che aleggiava sopra Shinpachi.
Controllando che il naso avesse smesso di sanguinare, Gin si rialzò da terra – dove era finito per il pungo di Shin – e si avvicinò all'amico. Gli mise un mano su di una spalla.

“Oggi vi porto fuori a cena. Offro io!”

Immediatamente Kagura aveva preso a saltellare dalla felicità, già pregustando tutte le leccornie che avrebbe potuto mangiare.
Shinpachi invece non aveva in alcun modo commentato, e anzi non aveva distolto lo sguardo da Gintoki.
Sapeva bene che il loro datore di lavoro cercava spesso di distrarli o rabbonirli – offrendo loro del cibo, come se questa fosse la soluzione universale a tutti i loro problemi – ma in questa occasione Shin era quasi sicuro che con quel gesto Gin stesse cercando di dimostrare anche qualcos'altro. Poteva infatti vedere in fondo ai suoi occhi da pesce lesso un luce particolare, quella che di solito animava il suo sguardo quando parlava di onore e di amici.
Shin gli lanciò un'occhiata vagamente offesa, ma in fondo sapeva che Gintoki stava cercando di scusarsi per tutti i problemi che gli aveva causato.

“D'accordo, ma pretendo di mangiare anche della carne stasera!”



*****


I tre della Yorozuya erano seduti ad un tavolo in una vecchia e piuttosto malandata trattoria nel cuore di Kabukicho. Perché comunque, non potevano permettersi molto di meglio!
Kagura era alla milionesima portata, alle prese con una ciotola gigante di ramen, mentre gli altri due si erano quasi accasciati sulle proprie sedie, visto che avevano davvero mangiato fino a scoppiare. Certo, poi Gintoki si sarebbe dovuto accontentare di alghe sottaceto e natto – rabbrividì al solo pensiero – per le prossime due settimane e mezzo, ma in fondo ne valeva la pena.

Avevano rischiato tutti i tre di morire quella stessa mattina: una cena con i fiocchi era quanto meno d'obbligo.
Sì, perché con la loro solita botta di fortuna si erano trovato coinvolti in un problema di dimensioni abissali.
Come al solito tutto era iniziato con un apparentemente normale incarico affidatogli da un personaggio che con il senno di poi era davvero sospetto. Ma si sa, il lavoro è lavoro, e loro avevano l'obbligo morale di accettare qualsiasi incarico.
Quello che di certo non si erano aspettati erano state tutte le complicazioni che ne erano seguite: una battaglia mortale con dei ninja capeggiati da Sacchan; una battaglia con gentaglia del Bakufu; uno scontro all'ultimo sangue con uno spadaccino Amanto decisamente temibile; l'improvvisa comparsa di Zura che lo aveva – Gin non riusciva ancora a raccapezzarsi del come – coinvolto in qualche sua strana e pericolosa attività terroristica; e per concludere in bellezza avevano anche dovuto esibirsi in una rocambolesca fuga dalla Shinsengumi, ben decisa ad arrestarli in quanto complici di non si sapeva bene quale delle varie fazioni in cui si erano imbattuti quel giorno.
Decisamente niente male per una normale giornata feriale!

Si, forse Gin capiva come mai Shinpachi era così stressato in quei giorni. In effetti la giornata appena trascorsa sarebbe bastata a stendere chiunque, e non si meravigliava di come il povero ragazzo avesse dato fuori di matto quando Kagura – infuriata perché uno dei tanti avversari l'aveva presa in giro – gli si era lanciata come un carro armato, pronta a far fuori tutti i nemici e decisa a distruggere tutto quello che le si parava davanti. Proprio un bel macello ne era uscito!

“Buono questo ramen!”

L'esclamazione di Kagura distrasse Gin dai suoi pensieri.

“Hai finalmente finito?” domandò, tra il seccato e il divertito Gintoki.

“Si, penso di si. Anche se ci starebbe bene un dolcetto!”

“Eh no!” esclamò Gin, trattenendo Kagura che si era già allungata per attirare l'attenzione del cameriere “Lo sai che io non posso mangiare dolci fino a martedì!”

“E che c'entra? Io posso mangiare dolci, oggi!”

“E non ti sembra crudele mangiare dolci davanti a uno che non può?”

Kagura lo guardò assorta per qualche secondo.
Gin sapeva che cosa stava passando per quella piccola testolina rossa.

“N-”

“Dai Kagura!” la interruppe Shinpachi, sorridendo bonariamente “Visto che ci offre la cena potresti essere gentile con lui, almeno questa volta..!”

Kagura guardò prima Gintoki poi Shin, per poi di nuovo fissare Gin.
Sospirò, come se stesse concedendo un grande onore.

“E va bene! Ma solo per questa volta!”

Shinpachi sorrise alla sua buffa espressione di superiorità, e si alzò da tavola.
Venne imitato anche dagli altri due e, dopo che Gin ebbe pianto un sacco nel saldare il conto, i tre si diressero all'uscita.

“Che bella mangiata! Grazie testa riccia!”

“Se...se...”

Shinpachi scoppiò a ridere alla vista dell'espressione sconsolata di Gintoki, e gli batté una mano sulla spalla.

“Dai, poteva andarti peggio! Non ha nemmeno chiesto il dolce!”

Gintoki lo guardò storto, ma si limitò a sbuffare. In fondo era stata una sua idea, per cui non poteva nemmeno lamentarsi più di tanto.
I tre camminarono in silenzio per qualche minuto, finché Gin non si fermò, all'incrocio di un vicolo scuro.

“Gin?”

“Voi tornate pure a casa, ragazzi. Io ho ancora una faccenda da sbrigare.”

“Faccenda? È così che ora tu chiama le tue scappatelle?”

Shin arrossì al posto di Kagura, e anche Gintoki la fissò, un po' preoccupato.

“Ma non ti vergogni proprio?!”

“Beh? Che ho detto io di male?”

“Lasciamo perdere...”

“Quindi tu va a scappatellare, giusto?”

“Kagura! Smettila! Non sta bene che una ragazzina parli di certe cose!” la rimproverò Shinpachi, sempre più rosso.

Gin ridacchiò, vedendolo così agitato.

“Tranquilli. Devo solo scambiare due paroline che il nostro caro Zura. Mi deve delle scuse per il casino in cui ci ha messo oggi!”

Shin e Kagura annuirono, assorti.
In effetti la comparsa in scena anche di Katsura aveva complicato ancor di più le cose quella mattina. E per di più una volta calmato tutto il pandemonio, il ragazzo si era dileguato nel nulla, senza dir nulla a nessuno.

“Va bene. Allora salutalo anche da parte nostra!” dichiarò alla fine Shinpachi, prendendo per un braccio Kagura, che sembrava più che intenzionata a seguire Gin.

Il ragazzo occhialuto immaginava invece che Gin volesse parlargli a quattrocchi.
Salutò con un cenno del capo Gintoki e lui e Kagura si diressero verso casa.

“Dai, visto che è tardi resto a dormire anche io alla Yorozuya” lo sentì dire mentre di allontanavano.

“Non è che tu ci provi con me, vero?!”

“Ma ti sembra?!”

Gin rimase a guardarli ancora qualche momento, sorridendo.
Poi imboccò il vicolo laterale e sparì nel buio.





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Angolo dell'Autrice:

Eccomi qui di ritorno con una nuova storia su Gintama.
E di nuovo una long-fiction, che spero vi possa tenere compagnia per un pò di capitoli. ^^
Purtroppo, però, questa volta ho deciso di seguire la mia vena sadica, per cui non aspettatevi troppe risate nei prossimi capitoli.
Si, lo so che sono l'autrice de "il primo capitolo non c'entra mai un ca...volo con il resto della storia"...ma abbiate pazienza! ^^"
Dal secondo capitolo capirete che piega prenderà la storia...vi ho anche messo un assaggio in testa alla fiction.
Spero di cuore che questo mio esperimento vi possa piacere!


Ah, dedicata a Gintokina, ballerinaclassica e Sayoko_ Hattori, che hanno così simpaticamente commentato le mie due shot:  Ombrello e È pericoloso per una spia cercare di attirare l'attenzione degli altri
Grazie mille, davvero!
Mi ha fatto un sacco piacere leggere i vostri commenti! ^o^



Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat




   
 
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