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Autore: Miravel0024    14/10/2021    0 recensioni
[The Hollow]
#13 Ottobre / PumpFic / Hurt & Comfort
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt: Hurt & Comfort
N° parole: 2212
Kai ha sempre odiato il giorno del suo compleanno, non trovandoci niente di piacevole, ma forse questa volta le cose andranno diversamente.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Writober 2021'
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«A proposito Kai, la prossima settimana è il tuo compleanno vero? Dobbiamo assolutamente fare qualcosa!» Il sangue gli si gelò nelle vene, il boccone che stava per prendere rimase sospeso in aria. Era un normale giovedì, stavano pranzando tutti insieme nella mensa scolastica discutendo del più e del meno quando Vanessa aveva iniziato a raccontare dell’assurda festa di compleanno che i suoi genitori avevano organizzato per il fratellino, il che aveva portato a quella scomoda, quanto inaspettata, domanda.
Kai osservò per qualche istante i suoi amici, che stavano già sparando suggerimenti e idee su cose che potevano fare – la cosa più assurda era che erano tutte cose che, effettivamente, non gli sarebbe dispiaciuto fare - cercando di capire quando diavolo si fosse lasciato sfuggire il giorno del suo compleanno.
«Ehm… ragazzi? Come fate a sapere quand’è il mio compleanno? Non mi ricordo di avervelo detto.» Non era arrabbiato, non potrebbe mai arrabbiarsi con quei cinque, era solo confuso. Era sicuro che si sarebbe ricordato di averglielo detto, specialmente visto quanto odiasse quel giorno.
Si guardarono tra di loro prima di rivolgersi a Kai con uno sguardo palesemente colpevole. Che avevano combinato?
«Ecco… in realtà… potremmo aver chiesto a Davis l’ultima volta che siamo stati a casa tua.» Era stata Mira a parlare. Beh… quello aveva decisamente senso. Avrebbe dovuto aspettarselo, non poteva davvero pensare di poterlo tenere nascosto per sempre. Sentii un braccio avvolgersi intorno alle sue spalle, quando sii volto incontro il viso sorridente di Reeve.
«Ci dispiace, abbiamo provato a chiedertelo, ma non ci hai mai dato una risposta precisa e non volevamo che il tuo compleanno passasse senza averti fatto almeno gli auguri. Sei arrabbiato?» Scoppiò a ridere, come se potrebbe mai arrabbiarsi con loro, specialmente per una cosa simile. Certo avrebbe preferito non dirglielo, ma non certo perché non voleva che lo sapessero, semplicemente non trovava niente di piacevole nel suo compleanno e avrebbe preferito poterlo ignorare, ma non per questo avrebbe impedito ai suoi amici di fargli gli auguri.
«Certo che no, come potrei essere arrabbiato. Avrei dovuto dirvelo prima, mi dispiace. È solo che… diciamo che non amo particolarmente festeggiarlo, quindi di solito lo ignoro finché i miei non mi mostrano gli inviti per l’inutile mega party che hanno deciso di organizzare.» Non appena concluse quella frase se ne pentii, aveva detto troppo, lamentarsi per l’enorme festa che i suoi avevano organizzato quando moltissimi altri ragazzini ne desideravano ardentemente una, avrebbero pensato che fosse solo un moccioso viziato e l’avrebbero scaricato. Stava per correggersi, ma venne interrotto.
«Se le cose stanno così allora non dobbiamo fare qualcosa. Non dovresti essere obbligato a festeggiare se non ti va.» Gli altri annuirono in accordo. Kai non sapeva assolutamente cosa pensare.
«E per quanto riguarda gli auguri? Ti fa piacere se te li facciamo o sono inclusi nel pacchetto?» Non poteva credere di avere degli amici così meravigliosi.
«Gli auguri vanno bene. E… uh, grazie ragazzi.»
 
 
Infine il giorno del suo compleanno era arrivato, Kai lo accolse con fastidio e malumore, almeno finché a mezzanotte e qualcosina il suo telefono non inziò a vibrare come un matto. Il gruppo Hollow era colmo di messaggi di auguri, emoticon e gif a tema e si ritrovò a sorridere. Non pensava che ricevere gli auguri da suoi amici lo avrebbe reso così felice, forse questo compleanno sarebbe stato più facile da sopportare con loro in giro.
Quando arrivò a scuola fu accolto da un’altra serie di auguri contornati da caldi abbracci, perché nessuno gli aveva mai detto che ricevere gli auguri potesse essere così carino?
E poi tocco a Reeve che gli piantò un dolce bacio, forse un po' troppo lungo date le battutine e i fischi che iniziarono a tirargli gli altri.
«Avessi saputo che questi sarebbero stati i miei auguri non avrei esitato a dirvelo.» Kai sorrise malizioso, amava i baci di Reeve e se fosse stato fortunato ne avrebbe ottenuto un altro. Reeve rise e si chinò un po’ più vicino.
«Come se avessi bisogno di questo per ottenere un bacio.»
«Non è così? Non ne sono sicuro, forse dovresti darmene una prova, non credi?» Lo vide roteare gli occhi con affetto prima che le loro labbra fossero nuovamente unite.
 
Qualche ora dopo erano nuovamente tutti a pranzo insieme e Kai stava iniziando a diventare nervoso, sapendo che presto sarebbe dovuto tornare a casa e sopportarsi tutti i preparativi pre festa e i tremila cambi d’abito dovuti all’indecisione di sua madre. Avrebbe preferito di gran lunga passare tutto il pomeriggio con i suoi amici.
«Ehi Kai? Speriamo non ti dispiaccia, ma stamattina ci siamo fermati a prendere queste.» Kai alzò lo sguardo dal cibo con cui stava giocando e vide Adam spingere verso di lui una scatola di ciambelle dal suo negozio preferito. Dio, Kai amava davvero i suoi amici.
 
 
«Ehi! Che ne dite se andiamo alla sala giochi? Ho davvero voglia di farvi il culo a Dance Dance Revolution.» Kai stava per accettare, adorava la sala giochi, ma vide in lontananza la limo con Davis e capii che non poteva più rimandare l’inizio del suo orribile compleanno.
«Mi piacerebbe un sacco, ma devo tornare, devo iniziare a prepararmi per la festa o mia madre darà di matto, ma voi andate pure. Ci vediamo domani.»
«Ma come? Devi già andare? È ancora presto. Non possiamo andare senza di te, sei l’unico degno avversario in questo gruppo di tronchi con le gambe.» Vanessa gli si gettò addosso mettendo il broncio facendolo ridere, mentre gli altri le mandavano occhiatacce all’insulto poco velato. I due avevano legato molto e ormai erano praticamente migliori amici. Aveva un legame speciale con tutti, ma lei riusciva a capire determinate cose in un modo in cui gli altri non potevano.
«Lo so, vorrei davvero venire, ma mia madre è tornata dal suo viaggio con una trentina di completi da farmi provare in vista della festa e finora ne abbiamo scartati poco più della metà e se non torno a casa subito non ci sarà abbastanza tempo per scegliere quello definitivo.» Gli occhi dei suoi amici si riempiono prima di shock e poi di orrore, gli fa piacere che anche loro colgano la tragicità della situazione.
«Trenta completi? Come diavolo è possibile? Non sono tutti uguali i completi da uomo?»
«Ti prego non farti sentire da lei, l’unica volta che ho avuto il coraggio di dirla una cosa del genere ho passato le successive tre ore ad ascoltare una dettagliata spiegazione sulla differenza tra ogni completo e per quale evento fossero meglio. Da allora la lascio fare.»
«Cristo santo.»
«Esattamente, ora capite perché e meglio che io vada. Ci vediamo domani.» Li abbracciai uno per uno e infine baciai Reeve, che mi promise di scrivermi più tardi.
Durante il viaggio non poté fare a meno di ripensare alla mattinata, era stata davvero piacevole, ma continuava ad avere la sensazione che si stesse perdendo qualcosa.
Gli auguri.
Le coccole.
Le ciambelle.
La sala giochi.
Quei cretini stavano cercando di festeggiare senza festeggiare!
Di fargli passare un buon compleanno senza effettivamente organizzare una vera festa, ma simulandone una. Una senza l’ansia e lo stress di una vera festa.
O forse ci stava solo pensando troppo…
Però, se avesse ragione… in quel caso non potrebbe dire che non avesse funzionato. Era stata una bellissima mattinata, si era sentito amato e curato, si era sentito come se per una volta i suoi sentimenti e desideri valessero qualcosa. Se tutti i suoi compleanni fossero stati così forse potrebbe iniziare ad odiarli un po’ meno.
 
 
La festa era finalmente iniziata, gli invitati erano arrivati e stavano tutti bevendo e chiacchierando. Alla fine sua madre aveva scelto il completo blu e grigio, quello che era palesemente stato il suo preferito fin dall’inizio. Passò l’intera serata attaccato ai suoi genitori, trascinato da un ospite all’altro, facendo conversazione e mettendo in mostra tutto ciò che sapeva sull’economia e sugli affari di famiglia, mostrandosi come il perfetto erede. Dopo neanche un’ora la sua testa si sentiva come se stesse per scoppiare, le luci e le voci gli davano fastidio e il completo sembrava diventare sempre più stretto, non ne poteva più, odiava davvero il suo compleanno.
 
Verso fine serata riuscii finalmente a sgattaiolare via ed uscii su uno dei tanti balconi a pendere un po’ d’aria. Ne approfittò per estrarre il telefono e controllare eventuali messaggi.
 
Reeve <3
 
Inutile chiederlo, ma come sta andando la serata?
 
Kai
 
Come sempre, una noia mortale e la testa mi sta scoppiando. Per fortuna il taglio della torta è vicino, dopo quello la festa non dovrebbe durare ancora molto.
 
Reeve <3
 
Spero che almeno quella sia buona.
 
Kai
 
Pan di spagna, alchermes, crema pasticcera e al cioccolato. Non mi lamento, ma sono sicuro che le ciambelle di stamattina la battono.
 
Reeve <3
 
Dubito che alcune ciambelle di fabbrica possano battere un prodotto di pasticceria, ma vedrò di fidarmi.
 
 
Kai stava per rispondere che ciò che rendeva speciali quelle ciambelle erano le presone con cui le h divise, ma venne bruscamente interrotto.
«Kai! Che diavolo stai facendo qui fuori! Sono dieci minuti che ti cerco. Non abbiamo organizzato questo evento perché tu ti nascondessi qua fuori a fare il reietto! Torna la dentro e comportati come un ragazzo del tuo ceto sociale. Dannato moccioso ingrato.» Girò sui tacchi e torno alla festa. Kai nascose il viso tra le braccia prendendo profondi respiri e cercando di non piangere. Cristo, odiava davvero il suo compleanno, perché diavolo i suoi genitori non potevano semplicemente dimenticarsene invece che tirar su quell’orrida baracconata.
 Diede un’ultima occhiata al telefono prima di rimetterlo nella tasca interna della giacca. Avrebbe davvero voluto che gli altri fossero lì, ma probabilmente era meglio così, non gli piaceva l’idea che lo vedessero in quel modo.
Con un ultimo respiro torno all’interno.
 
 
Si tolse velocemente giacca e cravatta e si gettò stremato sul letto. Fortunatamente la festa era finita prima di mezzanotte, ma sembrava che fosse durata per dei giorni. Voleva solo rannicchiarsi a letto e dormire, ma prima doveva assolutamente togliersi quel dannato completo e lavarsi la faccia, si sentiva sporco.
 
Si era appena infilato la sua tuta preferita quando ricevette un nuovo messaggio da Reeve.
 
Reeve <3
 
Guarda fuori dalla finestra.
 
Kai
 
?
 
Reeve <3
 
Fallo e basta <3
 
 
Era piuttosto confuso, ma lo fece. Qualsiasi cosa per il suo ragazzo.
Aprii la finestra e guardo giù, quasi non gli venne un colpo. Reeve era proprio sotto la sua finestra, sorridente mentre gli faceva cenno. Come diavolo era entrato? Non c’era modo che si fosse imbucato, c’erano misure di sicurezza elevate e il cancello era chiuso.
 
Kai
 
Che diavolo? Che ci fai qui? E come sei entrato?
 
Reeve <3
 
Ha davvero importanza?
Forza scendi, ho una sorpresa per te.
 
 
Kai ci penso un attimo prima di uscire effettivamente dalla porta. I suoi genitori avevano le loro stanze dalla parte opposta dell’edificio e probabilmente stavano già dormendo con quanto avevano bevuto e comunque conosceva il percorso perfetto per non farsi notare. Aveva davvero voglia di vedere Reeve, forse un po’ di coccole lo avrebbero tirato su di morale, ed era curioso di sapere che ci facesse lì a quell’ora.
 
«Sei arrivato finalmente, iniziavo a pensare che non saresti sceso.» Reeve lo prese tra le sue braccia e dopo un dolce bacio lo tenne stretto per un po’, Kai nascose il viso contro il suo collo, ispirando il profumo familiare godendosi il calore. Ne aveva davvero bisogno, si sentiva già meglio, come se riuscisse finalmente a respirare dopo ore passate in apnea.
«Ora andiamo, devo mostrarti una cosa.» Reeve lo prese per mano e lo trascinò nella parte più esterna el giardino, dove si trovava il gazebo preferito di Kai.
Quando ci arrivarono ciò che li aspettava tolse il respiro a Kai. Il gazebo era illuminato da delle luci a filo e quelle che sembravano candele a batteria adornavano il resto del gazebo e del prato circostante.
All’interno del gazebo c’erano tutti i suoi amici con sorrisi felici, quelli che sembravano dei regali e una torta.
«Sappiamo che avevi detto di non volere una festa, ma avevamo la sensazione che il motivo per cui non ti piacciono e che i tuoi genitori fanno schifo ad organizzarle. Quindi… SORPRESA!» Kai non sapeva che dire, non sapeva come sentirsi, da una parte era infastidito che avessero scelto di fargli comunque una festa nonostante ciò che avessero detto solo la settimana prima, dall’altra si sentiva stranamente grato, aveva sempre pensato di odiare il suo compleanno e le feste più in generale, ma in quel momento era davvero felice di avere lì i suoi amici, specialmente dopo quell’orribile serata.
«Ci dispiace di non averti ascoltato, ma pensavamo che meritassi di sperimentare una vera festa di compleanno prima di decidere che non ne volevi una. Se sei ancora convinto di odiarlo ci liberiamo di tutto e ci sdraiamo semplicemente sull’erba finché non ti senti meglio.» Kai strinse la mano di Reeve mentre calde lacrime gli scesero sul viso, fu subito circondato da tutti i suoi amici, sempre pronti a consolarlo e farlo sentire meglio, ma quella volta non c’è n’era davvero bisogno, perché per una volta erano lacrime di gioia.
 
«Lo adoro ragazzi, davvero. Grazie.»
 
Forse i compleanni non erano poi così orribili se passati con le persone giuste.
   
 
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