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Autore: Justice Gundam    15/10/2021    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Cinque anni dopo un tragico incendio e una serie di brutali omicidi, gli abitanti di Sandpoint attendono con ansia il Festival della Coda di Rondine per commemorare la consacrazione del nuovo tempio della città. Al culmine della cerimonia, il disastro colpisce! Nei giorni seguenti, un'ombra sinistra si posa su Sandpoint. Voci di eserciti di goblin e di altri mostri hanno messo in allarme la popolazione. Cinque giovani e promettenti avventurieri dovranno affrontare la crescente minaccia di un impero dimenticato, i cui crudeli e dispotici governanti potrebbero non essere morti come tutti pensano...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Risposte alle recensioni!

Farkas - Hai ragione riguardo il termine 'progenie del peccato', e da questo capitolo in poi cercherò di non usarlo troppo. E... sì, non volevo una riconciliazione postuma tra Lonjiku ed Ameiko, soprattutto visto che Lonjiku non ha fatto nulla per meritarsela. Dopo aver visto il modo decisamente dubbioso in cui questo argomento è stato trattato in serie come Fairy Tail o Your Lie In April... ho voluto essere più realistico.

Beh, Nualia non si è ancora trasformata del tutto. La trasformazione è solo iniziata. Tuttavia, comprendo il senso di quello che dici. Vedremo come andrà...

Ammetto che ho un po' messo da parte i nani in questa parte della storia. Ma più avanti... farò in modo di dare loro il risalto che meritano.

I Pathfinders sono un'organizzazione che presenta basi in tutto Golarion e ha sede ad Absalom, la città più grande di quel mondo. I membri sono per lo più esploratori, avventurieri che viaggiano attraverso tutto Golarion, solitamente in maniera poco appariscente e che sperimentano, approfondiscono ed esplorano le parti altrimenti meno viste del mondo.

Grazie della recensione! Spero che ti godrai questo capitolo! ^^

 

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE

Capitolo 10 - Le catacombe dell'ira

 

Il gruppo di avventurieri non si era concesso molto tempo per riposare. Sei ore, il tempo necessario per mangiare qualcosa e dormire un po', in modo che tutti fossero abbastanza riposati e potessero recuperare i loro incantesimi per la giornata. Dopo essersi procurati un po' di nuovo equipaggiamento, spendendo un po' della loro paga più recente, i ragazzi erano pronti a scendere nei sotterranei nascosti sotto la vetreria.

"Se siete tutti pronti... io direi che è il caso di partire." disse Eli, dopo aver controllato che il gruppo, Shalelu compresa, fosse al completo. Ognuno di loro sembrava essersi preparato accuratamente - e Yan aveva avuto l'accortezza di portare con sè una corta lancia, un'arma che avrebbe potuto usare con più facilità in un sotterraneo in cui lo spazio poteva essere scarso. Finalmente, quando tutti ebbero dato il segnale convenuto, il gruppo cominciò a scendere nella galleria buia, ed Eli pronunciò qualche parola magica per lanciare un semplice incantesimo Luce. Una sfera luminosa si accese sopra la mano della mezzelfa e illuminò un'area discretamente ampia attorno a lei, in modo che tutti potessero vedere dove stessero andando.

Immediatamente, il gruppo venne investito dall'odore di stantio e di aria viziata del sotterraneo. Chiaramente, era un posto che non era stato visitato da molto tempo, e se davvero le due progenie del peccato provenivano da lì, Yan non potè fare a meno di chiedersi quali orrori si nascondessero ancora in quelle stanze.

Gli occhi di Shalelu brillavano mentre la cacciatrice di goblin si guardava attorno, una freccia già incoccata nel suo arco, in un tentativo finora ammirevole di tenere a bada il proprio nervosismo. L'elfa poteva vantarsi di conoscere bene i boschi e le terre selvagge attorno a Sandpoint, ma in quel momento si trovava nell'ambiente a lei più sconosciuto.

Finalmente, la galleria che si addentrava nei sotterranei terminò, raggiungendo una sorta di atrio dominato da un'impressionante statua di marmo rosso posta al centro di essa. Yan, il primo ad emergere in quel posto sconosciuto, vide che si trattava della raffigurazione di una donna molto bella, ma il cui volto era contorto in un'espressione di collera furiosa, che indossava delle fluenti vesti e teneva tra in una mano una massiccia arma simile ad una picca, la cui testa era però formata da un forcone a tre rebbi. Nell'altra mano, teneva invece un grande libro aperto. La statua era posta in modo che chiunque uscisse dalla galleria se la trovasse davanti, in una sorta di inquietante benvenuto... e i ragazzi non poterono trattenere la loro curiosità, e andarono a dare un'occhiata.

"Okay... chiunque abbia decorato questo posto, non lo ha fatto certo con l'intenzione di far sentire i visitatori a loro agio..." commentò sarcastica Misia. "Questa donna... chi sarebbe?"

"Non ne ho idea..." disse Eli. La maga diede un'occhiata al piedistallo della statua, per vedere se c'era scritto qualcosa, magari nell'antica lingua di Thassilon. Invece niente. "Sicuramente chiunque l'abbia scolpita, è partito dal presupposto che la sua identità fosse ben nota."

"Pensate che si trattasse di una Signora delle Rune?" chiese Jolan, sinceramente incuriosito. "O magari una luogotenente di un Signore delle Rune?"

Eli alzò le spalle. "Può essere. Dopotutto, non sono molte le testimonianze affidabili che ci sono giunte, anche sui Signori delle Rune più recenti." Mentre Eli parlava, Shalelu si guardò attorno per individuare le uscite dall'atrio: due corridoi, ciascuno ad un lato della stanza... e un altro passaggio che invece proseguiva verso l'interno.

"Molto bene, signori... cosa suggerireste di fare, a questo punto?" chiese Misia. "Pensate che sia il caso di separarci, magari dividendoci in coppie, e... beh... esplorare ognuno un corridoio, poi tornare qui per confrontare ciò che abbiamo scoperto?"

Jolan scosse la testa. "Senza offesa, signorina, ma... pessima idea. Se ci separiamo, saremo molto meno difesi, in caso qualche creatura che vive in questo dungeon ci attacchi. Io dico che è meglio restare uniti ed esplorare un po' alla volta. La fretta è una pessima consigliera, in questi casi."

"Sì, sono d'accordo con Jolan. Meglio restare vicini in modo da poter far fronte a qualsiasi minaccia." affermò Shalelu. "Molto bene. Eli, da che parte suggerisci di andare?"

"Hmm... un po' difficile dirlo, visto che mi sembrano tutte e tre uguali, queste uscite." sussurrò la maga mezzelfa. Dopo averci pensato un po' su, indicò infine la strada che andava verso la loro sinistra. "Va bene. Proviamo da quella parte, e poi si deciderà. Ricordiamoci la statua, che è un importante punto di riferimento. Se dovessimo perderci, è un elemento che ci permetterà di sapere che siamo vicini all'uscita."

"Buona idea, Eli." rispose Yan, anche lui a bassa voce. Il gruppo diede una rapida controllata al corridoio, poi lo imboccò, sperando di non incappare in qualche trappola...

 

oooooooooo

 

"Hmph... e così, quell'imbecille di Tsuto ha fallito. Ha sprecato ben due delle progenie del peccato che gli avevo magnanimamente concesso, si è fatto catturare, e ha portato quei mortali intriganti nelle Catacombe dell'Ira." Disse una voce aspra, appartenente alla piccola creatura alata che stava svolazzando nervosamente attorno ad una pozza triangolare, al cui interno ribolliva uno strano liquido che aveva la consistenza dell'acqua ma il colore della lava incandescente. Una mostruosa figura umanoide si trascinava sul terreno vicino alla creatura svolazzante, emettendo grugniti inarticolati e trascinandosi su un numero esagerato di arti, molti dei quali si agitavano in aria inutilmente... mentre poco più in là, un altro umanoide deforme restava piegato su un ginocchio in segno di sottomissione all'essere più piccolo - uno spettacolo davvero strano a vedersi, dal momento che il mostriciattolo alato non poteva essere più alto di una trentina di centimetri.

"E' così, padrone Erylium. Quali sono i suoi ordini?" chiese la progenie del peccato inginocchiata davanti alla pozza ribollente.

Il mostriciattolo svolazzante si appoggiò a terra grattandosi il mento. "Hmm... non attacchiamo subito. Prima voglio essere sicuro che siano penetrati abbastanza in profondità nelle nostre catacombe." rispose. "Intanto raccogli un po' delle nostre truppe. Quando saranno arrivati vicini al nostro santuario, fai scattare la trappola e blocca tutte le uscite. A quel punto, li prenderemo. Se possibile, vivi. Sono curioso di vedere come ne usciranno, quando gli farò bere il dono di Madre Lamashtu. Sarà uno spettacolo interessante... soprattutto quando li invierò ad attaccare quella misera città che ora si stanno tanto affannando a proteggere."

La progenie fece quello che poteva essere preso per un sorriso, con quella bocca deforme che si ritrovava. "Come desidera, padrone Erylium. Porto con me un po' dei nostri... visitatori precedenti?"

"Sempre utili per seminare un po' di confusione e fare da scudi." replicò Erylium. La creatura malforme al suo seguito emise una serie di ululati e ringhii, come se si sentisse offesa dalla decisione del mostriciattolo... ed Erylium, mal tollerando una sfida alla sua autorità, si volse rapidamente verso l'importuno. "Questa è la mia decisione, Koruvus! Tu resterai qui e mi farai da guardia del corpo nel caso fosse necessario! Non tollero insubordinazioni!"

La creatura emise una serie di ringhii e grugniti, ritirandosi come un cane bastonato. "Così va meglio. Ora... per essere più sicuri di tenere in pugno quei mortali troppo curiosi..." disse Erylium, fissando la creatura deforme chiamata Koruvus con soddisfazione maligna. Quando fu sicuro che non c'erano più discussioni, la creaturina alata svolazzò sopra la strana polla di liquido ribollente, che emetteva uno strano baglione arancione nell'oscurità di quella stanza sconsacrata. Ghignò e si passò un dito artigliato sul polso opposto, aprendo un taglietto superficiale dal quale colò qualche goccia di sangue nero ed oleoso. La ferita si rimarginò dopo pochi secondi, senza lasciare alcuna traccia... e quando il sangue innaturale della creatura finì nella pozza, il liquido prese a bollire con ancora maggior vigore, come se qualcuno avesse acceso il fuoco sotto di esso. La creaturina alata svolazzò indietro e restò ad osservare mentre le acque arancioni sembravano rapprendersi in una massa gelatinosa al centro della pozza, per poi cominciare a mutare, come creta plasmata dalle mani di un artigiano invisibile.

La massa d'acqua sconsacrata cominciò a muoversi con le proprie forze, e delle innaturali luci pulsarono al suo interno, assumendo le sembianze di organi. Con un suono ripugnante, come quello di materia molliccia che si schiantava su un pavimento di marmo, la massa d'acqua, già di dimensioni umane, strisciò fuori dalla pozza. Continuò a cambiare forma, diventando più solida... e ben presto, le sue appendici si trasformarono in due braccia, due gambe e una testa mostruosamente allungata. La massa si solidificò ulteriormente e assunse un colore arancione pallido, quasi rosato. Artigli dall'aspetto minaccioso spuntarono sulle dita delle mani e dei piedi, e il volto della massa si allungò ancora e si deformò, mostrando un'orrida bocca con varie mandibole che si spalancavano come petali di un fiore osceno. Nel giro di meno di un minuto, una nuova progenie del peccato era emersa dalle acque e si stava alzando in piedi, guardandosi le mani con orgoglio e flettendo gli artigli.

"Ottimo, ottimo..." commentò il mostriciattolo alato. Koruvus emise un mugugnio incomprensibile e grattò il terreno con gli artigli. "Neonato, tu resterai con me e mi proteggerai assieme a Koruvus. A te invece, il compito di accogliere gli intrusi. Non deludermi."

La progenie meno recente, evidentemente già del tutto consapevole di sè a pochi istanti dalla sua creazione, fece quello che poteva sembrare un ghigno per la bocca mostruosa che si ritrovava. "Porterò a voi le teste di quei mortali, padrone Erylium." ringhiò.

"Ogni vostro desiderio è un ordine!" replicò la creatura appena uscita, apparentemente già in possesso di tutte le sue facoltà mentali. L'altra uscì dalla stanza, ed Erylium volò pigramente verso la parte opposta della stanza, convinto che non sarebbe stato difficile rimediare agli errori di Tsuto...

 

oooooooooo

 

"Tutto questo è troppo tranquillo... secondo me si sono già accorti di noi e ci vogliono prendere in trappola." sussurrò Reji. Fino a quel momento, il gruppo si era mosso con relativa facilità attraverso le catacombe, trovandole un posto certamente inquietante... ma senza incontrare alcuna opposizione. Le stanze che avevano visitato fino a quel momento davano l'impressione di essere state delle celle, dei magazzini o addirittura - in un caso - della camere di tortura, ma fino a quel momento non erano riusciri a trovare nulla di valore o allarmante. Stavano semplicemente continuando l'esplorazione, stando bene attenti a cosa ci sarebbe potuto essere dietro ogni angolo.

Eli non rispose, concentrata com'era nel cercare di mantenere la calma nonostante l'ambiente inquietante che la circondava. La mezzelfa aveva la netta impressione che ci fosse davvero qualcosa da quelle parti, e che in quel momento li stesse osservando, preparandosi ad accoglierli non appena fossero sbucati in qualche stanza più interna di quel dungeon.

"State molto attenti." sussurrò Yan, mentre Jolan dava un'occhiata alla rampa di scale davanti a loro per assicurarsi che non ci fossero trappole. "Restiamo assieme... e cerchiamo di fare da protezione ad Eli e a Misia. Ho l'impressone che in questo posto potrebbe arrivare un attacco in qualsiasi momento."

"Grazie..." cominciò a dire Misia, un attimo prima che un fruscio appena percettibile attirasse la sua attenzione. La giovane femmina di gnomo cercò di tendere le orecchie, e avvertì i suoi compagni con un cenno. "Aspettate... mi sembra di sentire qualcosa."

Jolan distolse la sua attenzione dalla rampa di scale e guardò verso l'alto. "Credo... credo di aver sentito qualcosa anch'io." disse a voce bassa mentre indietreggiava, mettendo mano ad uno dei suoi pugnali. Allarmata, Eli alzò la mano appena un po', in modo da puntare la sua luce magica verso il soffitto... e per un attimo, vide che in effetti c'era qualcosa che si muoveva! Un rumore di ali che sbattevano risuonò cupamente nella stanza... e poi cessò.

"Lassù... sopra di noi, state attenti!" sussurrò Yan. I ragazzi si raggrupparono, e Shalelu puntò il suo arco verso la zona dove aveva intravisto un'ombra che si aggirava minacciosa, sbattendo un paio di ali da pipistrello. La stanza ripiombò nel silenzio per alcuni secondi, come se la cosa che si librava sopra di loro si fosse resa conto di essere stata individuata e volesse tenerli sulle spine.

Vedendo che la minaccia restava dov'era, Shalelu propose un'idea. "Infiliamoci nella galleria. Là, dove c'è quella rampa di scale." sussurrò, sperando che l'udito della creatura non fosse così fine. "Il soffitto lì è basso. Quella creatura, qualunque cosa essa sia, non potrà attaccarci dall'alto."

"Okay." rispose Reji a bassa voce. Si slacciò la fionda dalla cintura e mise un proiettile nella sacca, mentre il gruppo si muoveva rapidamente verso le scale e cominciava a salirle. Si fermarono a metà, guardandosi indietro per vedere se la creatura li stava seguendo... e per un secondo, Jolan riuscì a vedere una cosa inquietante che scattava verso l'alto - non aveva mai visto una cosa simile, anche se ricordava vagamente un grosso pipistrello. Dalla forma, gli era sembrato che fosse una sorta di testa umana decapitata, con un paio di grandi ali che spuntavano da dove avrebbero dovuto esserci le orecchie!

"Ugh... attenti, ragazzi! Non so che cosa sia, ma è qualcosa di disgustoso!" l'halfling avvertì i suoi compagni e sfoderò i suoi coltelli, tenendone uno in ciascuna mano. "State attenti, credo che arriverà tra poco..."

"Hm? Attenti... credo che stia arrivando qualcosa anche di là!" disse Shalelu, sentendo dei suoni inquietanti che si avvicinavano sempre di più dalla cima delle scale. Il gruppo divise la sua attenzione, cercando di tenere d'occhio entrambe le posizioni... e dopo qualche istante, qualcosa apparve in cima alle scale con un mugugnio atroce! L'elfa sentì un moto di nausea quando si rese conto che la creatura era un morto vivente - a quella distanza, per fortuna, non era possibile vederne con precisione i particolari, ma la sagoma era certamente quella di un umano o di un umanoide, vestito di stracci consunti e dalla postura ingobbita e sgraziata. Un rivoltante odore di marcio pervase il corridoio, e Shalelu vide un altro di quegli orridi cadaveri ambulanti pararsi sull'uscita delle scale, in modo da impedire loro il passaggio.

"Merda. Mi sa che siamo bloccati qui." imprecò Misia, facendo una smorfia quando la puzza di marcio raggiunse le sue narici. "Shalelu, quelli non saranno per caso..."

"Zombi... o almeno, questo è quello che sembrano da qui..." rispose Shalelu. Nonostante le condizioni visive non fossero proprio il massimo, l'elfa prese la mira e scoccò la sua freccia, che volò con precisione e raggiunse uno degli zombi alla spalla sinistra, quasi trapassandola! Ma lo zombi non era altro che un cadavere animato da qualche magia malvagia, niente più che un burattino senza vita, e non sembrò neanche accorgersi della ferita mentre cominciava a scendere le scale. "Se qualcuno ha qualche idea..."

"Una cosa è sicura. Chiunque si trovi in questo dungeon, non vuole davvero correre il rischio che noi ne usciamo." commentò Yan.

Eli disse di sì con la testa e cominciò a preparare un incantesimo. "Cercate di tagliare la testa agli zombi. O di bruciarli. Un danno minore non li rallenta nemmeno." esclamò. "Yan, Jolan! Voi restate in guardia se arriva quella cosa da dietro di noi!"

"Va bene. Ma state attente." rispose Yan. Misia cominciò a cercare nella sua bisaccia, ma proprio in quel momento, le mani cominciarono a tremarle, e l'oggetto che stava cercando di prendere scivolò in fondo alla sacca... mentre Eli si apprestava a lanciare un incantesimo, e Reji metteva un proiettile nella sacca della sua frombola. "Jolan, di qualunque cosa si tratti..."

"Eccola, sta arrivando!" esclamò la guida halfling, sentendo improvvisamente un fruscio di ali. Un'ombra alata entrò a tutta velocità nella galleria e sfrecciò verso i due ragazzi... e Jolan reagì d'istinto, scagliando uno dei suoi coltelli contro di essa! Con uno scarto quasi raggelante nella sua fluidità, la cosa alata evitò il coltello e si avvicinò a velocità folle, finalmente mostrandosi alla luce dell'incantesimo di Eli: era una vera mostruosità, una testa mostruosa coperta di squame grigio-verdi, con due orride ali membranose ai lati della testa, e numerosi viscidi tentacoli a fare da capelli e barba! Un paio di occhi verdi senza pupille fissava con bramosia Jolan, e la bocca della creatura si spalancò per mostrare due file di denti aguzzi che grondavano veleno. In preda all'orrore, Jolan reagì d'istinto e alzò il pugnale che gli restava, graffiando uno dei tentacoli di quella cosa. "Aaaargh! Ma che roba è?"

"Un vargouille!" esclamò Yan, riconoscendo l'orrenda creatura. "Qualsiasi cosa accada, non farti baciare!"

Jolan stava per fare qualche commento disgustato, quando il vargouille scattò indietro e spalancò la bocca... poi emise uno stridio agghiacciante ed espanse i tentacoli attorno a sè, creando uno spettacolo atroce che costrinse i due amici a restare come congelati. Yan strinse i denti e riuscì a resistere a quel suono innaturale, sentendo i muscoli che riprendevano vigore... ma Jolan restò fermo al suo posto, fissando con orrore quell'aborto che si avvicinava con espressione sadica. Yan restò fermo dov'era, nella speranza che la creatura lo credesse paralizzato.

Poi, quando il vargouille si avvicinò a Jolan, Yan reagì con decisione e sferrò un deciso affondo con la sua lancia... e questa volta, l'essere mostruoso non riuscì a reagire in tempo, e la punta della lancia penetrò nella sua bocca e uscì da quella che sarebbe stata la nuca. Gli occhi del vargouille si spalancarono, e la creatura cominciò a sbattere freneticamente le ali nel tentativo di sfuggire all'arma di Yan... ma i suoi sforzi cessarono dopo pochi istanti, e il vargouille si afflosciò senza vita un istante dopo.  

L'halfling tirò un sospiro di sollievo, libero dalla paralisi. "Phew... grazie mille, Yan."

"Di niente..." rispose il ragazzo. "Ora forza... andiamo a dare una mano alle ragazze."

Uno degli zombi era finalmente crollato dopo che un proiettile ben piazzato da parte di Reji gli aveva sfondato il cranio... ma altri zombi stavano scendendo le scale, formando un muro di carne marcia che scendeva senza tregua verso gli avventurieri. Shalelu riuscì a piazzare un colpo ben assestato, trafiggendo l'occhio sinistro di uno zombi, ma anche questo riuscì soltanto a rallentare la sua avanzata.

"In questo corridoio siamo in svantaggio." affermò Shalelu. "Yan, Jolan! Avete sistemato già quella cosa? Torniamo indietro e aspettiamo che gli zombi scendano, poi li attacchiamo mentre stanno uscendo."

"Va bene... speriamo solo che siano davvero stupidi come si dice." rispose Jolan. Misia riuscì finalmente ad afferrare stretta la cosa che stava cercando - una fiaschetta d'acqua decorata con dei piccoli simboli sacri - e la tirò fuori dalla bisaccia, per poi lanciarla verso lo zombi più vicino in modo da coprire la ritirata al gruppo. La fiaschetta si infranse addosso al mostro non-morto e sparse il liquido consacrato sul suo corpo... e lo zombi emise un mugugnio inarticolato quando le sue carni putrescenti cominciarono a sciogliersi come se gli avessero versato addosso dell'acido. Fece ancora due passi incerti, con delle volute di vapore bianco che si sprigionavano dal suo corpo... e infine crollò e si sciolse in una pozzanghera di marciume.

"Bel colpo, Misia!" esclamò Eli. "Ne hai ancora di quell'acqua?"

"Un paio di fiale." rispose la femmina di gnomo, passandone una alla sua amica. Eli ringraziò con un cenno della testa mentre il gruppo tornava nella stanza precedente e attendeva. Erano rimasti tre zombi, i quali non davano l'impressione di essere rimasti impressionati dalla distruzione degli altri due. In effetti, pensò Eli, era probabile che non se ne fossero nemmeno resi conto.

Ad un cenno di Shalelu, Yan si piazzò ad un lato dell'ingresso degli scalini, mise da parte la lancia e sfoderò la spada, mentre l'elfa si piazzò dall'altra parte, sguainando una spada corta, e Jolan si piazzò accanto a lei con il pugnale alla mano. Il resto del gruppo si mise a distanza di sicurezza dalla soglia, in modo da avere un po' di distanza di sicurezza quando gli zombi fossero arrivati.

Privi di intelligenza com'erano, gli zombi non erano in grado di chiedersi cosa stessero facendo i loro avversari - erano spinti soltanto dall'impulso di obbedire ai loro padroni e soddisfare il loro istinto distruttivo. Dopo diversi secondi, uno degli zombi varcò la soglia... e la lama della spada di Yan si abbattè sul suo collo, separando la testa dal corpo! A scatti, come un automa, il corpo decapitato fece un altro passo prima di crollare a terra e non muoversi più. Un altro zombi apparve subito dopo, e Jolan lo accolse sferrando un fendente alle sue caviglie, che costrinse il non-morto a cadere in ginocchio. La spada di Shalelu terminò il lavoro decapitando il non-morto.

"Ottimo lavoro!" esclamò Reji.

In effetti, non restava che uno zombi, che continuava ad avanzare imperterrito, incespicando ed evitando come meglio poteva i corpi dei suoi "colleghi". Non appena anche quest'ultimo uscì, Eli scagliò la boccetta di acqua santa che Misia le aveva dato, e la femmina di gnomo scagliò un quadrello dalla sua balestra che colpì lo zombi al collo, rallentandolo quel tanto che bastava perchè il colpo di Eli andasse a segno. La scena di prima si ripetè, e il cadavere ambulante si disgregò e crollò al suolo inerte, diffondendo ovunque un fetore nauseante.

Yan si mise una mano davanti al viso mentre guardava i resti degli orrendi non-morti. "Ugh... ecco, direi che li abbiamo tolti di mezzo." commentò. "Che ce ne siano degli altri?"

"E noi come facciamo a saperlo?" commentò Eli. La mezzelfa si fece aria con una mano, sperando di avere l'opportunità di andarsene da lì il prima possibile. "Una cosa è certa, se qui ci sono degli zombi... vuol dire che c'è davvero qualcosa di malvagio all'opera in questo posto. Potrebbe diventare una minaccia per Sandpoint... quindi è meglio essere sicuri che la situazione sia sotto controllo."

Shalelu controllò rapidamente i suoi compagni d'avventura. Per il momento, erano rimasti tutti illesi, e non sembravano aver consumato troppe risorse. Sì, potevano permettersi di correre ancora qualche rischio... quello che la preoccupava era, se sarebbero riusciti a ritirarsi e a tornare in superficie in caso quel luogo si fosse rivelato troppo pericoloso per loro.

"Okay, ragazzi... allora preparatevi, raccogliete tutte le vostre cose... e vediamo cosa ci aspetta in questo dungeon." affermò il giovane, mentre passava in rassegna i suoi compagni con lo sguardo. Quello che sperava era che non ci fosse qualche altra testa volante a dare fastidio...

 

oooooooooo

 

Ripnugget, il goblin a capo dell'alleanza di tribù di Collecardo, sospirò irritato mentre ascoltava i discorsi di quella donna gambelunghe che si era presentata a lui senza tanti giri di parole, intimorendo i goblin in modo da farsi dare udienza dal loro leader. Seduto su un trono intagliato in un grosso blocco di legno, decorato con le pelli conciate di cani e cavalli che il goblin aveva personalmente ucciso, Ripnugget si sorreggeva la testa con una mano, mentre con l'altra accarezzava distrattamente il suo animaletto domestico - un geco verde più grande di un varano.

"Sicuramente, voi goblin non vedete l'ora di uscire da questo buco e attaccare Sandpoint, vero?" chiese Lyrie con un sorriso falsamente affabile, mentre il suo gatto famiglio si strusciava contro le sue caviglie e di tanto in tanto soffiava a qualche goblin che sembrava averlo scambiato per uno spuntino. "Che cosa state aspettando, allora? Nualia resta qui a perdere tempo, mentre laggiù a Sandpoint gli abitanti si preparano e rafforzano le loro difese. Se restiamo qui ad aspettare i suoi comodi, il nostro prossimo attacco a Sandpoint ci costerà ancora di più in termini di uomini... voglio dire, goblin... e risorse. Quelli di Sandpoint potrebbero anche decidere che non hanno voglia di aspettare, e mandare il loro gruppetto di avventurieri ad attaccarci direttamente! Perciò, a maggior ragione dobbiamo cogliere la nostra occasione finchè è possibile, altrimenti finirete per essere spazzati via!"

"Hmph... credo di averlo già detto prima, ma... Ripnugget trova strano che una gambelunghe come te stia dalla parte dei goblin contro gli altri gambelunghe!" rispose il capo dei goblin. Ripnugget non era molto più alto della maggior parte dei goblin, ma aveva un fisico di gran lunga più allenato, e il modo in cui portava la sua corazza a piastre suggeriva che avesse effettivamente preso delle vere e proprie lezioni. La sua espressione autoritaria era accentuata da una corona di bronzo ammaccata che indossava, dando l'impressione di tanti spuntoni che uscivano dalla sua testa. "Nualia mi ha convinto a seguirla e darle una mano perchè so che libererà il dio dei goblin dai sotterranei di Collecardo. Ma tu cosa offri? Perchè ce l'hai tanto con Sandpoint?"

"Capo Ripnugget!" esordì con voce acuta un altro goblin, avvolto in una veste blu sdrucita e con ai piedi un paio di scarpe marroni. Si alzò dal suo posto e si fece avanti, accompagnato da  un maestoso puma nero con una striscia di pelliccia rossa che andava dalla punta del muso alla base della coda. Il gatto di Lyrie gettò un'occhiataccia al felino più grande, che invece sembrò non accorgersi nemmeno di lui.

"Gogmurt dice che questa femmina umana inganna!" esclamò il goblin, chinandosi su un ginocchio davanti al capo. Ignorò l'espressione truce di Lyrie e continuò. "Lei volere mezzelfo! Lei guidare noi a Sandpoint perchè volere liberare mezzelfo! Se noi seguire lei, lei fare morire tutti noi!"

Lyrie strinse i denti e cercò di farsi valere. "E va bene, anch'io ho le mie ragioni per volere un attacco a Sandpoint! E con questo? Non possiamo darci una mano a vicenda? Voi attaccate Sandpoint, questa volta con più goblin e più forti! E poi... possiamo andare a chiedere ad Erylium di farci avere qualche altra progenie del peccato! Questa volta non finirà come prima!" esclamò rabbiosamente. "Se aspettiamo Nualia... questa possibilità ci sfuggirà!"

Ripnugget grugnì rabbiosamente e fece correre il suo sguardo tra Lyrie e il druido della sua tribù. Nessuno dei due riscuoteva le sue simpatie, se doveva essere sincero. Gogmurt era troppo legato alle sue cosiddette tradizioni e pensava troppo a conservare l'equilibrio della natura, come diceva lui. Per come la vedeva Ripnugget, il tutto era molto semplice. Loro trovavano qualcosa che gli serviva, e se la prendevano. Tutto qui. Che importava di quelle stupidaggini come lasciare che gli animali ripopolassero la zona, e cose del genere? Potevano sempre andare a cacciare da qualche altra parte! E tra l'altro, Ripnugget sospettava che Gogmurt fosse invidioso del fatto che Nualia godesse della sua fiducia.

Detto questo, neanche Lyrie gli piaceva troppo. Gogmurt aveva ragione, quella donna li avrebbe volentieri mandati a morire tutti quanti pur di ottenere quello che voleva. Ripnugget aveva sentito dire che in una delle città dei "gambelunghe", aveva ucciso altri due che avrebbero potuto essere suoi concorrenti per farsi ammettere in... in... un loro gruppo, una loro società... di cui Ripnugget non poteva degnarsi di ricordare il nome in quel momento. Era un nome un po' troppo lungo e complicato per i suoi gusti. Comunque, questo episodio dimostrava in maniera categorica come fosse imprudente fidarsi di quella lì.

Alla fine, dopo averci riflettuto su per un po', decise che per quella volta era meglio essere prudenti. "Hmph... no, no, non ho intenzione di sacrificare altri goblin e rischiare l'ira di Nualia solo per i tuoi capricci!" esclamò infine Ripnugget, guardando Lyrie con espressione severa. "Se vuoi liberare il tuo mezzelfo, ti consiglio di farti venire qualche altra idea, perchè io non ti darò una mano! Cavatela da sola!"

Gogmurt non fece commenti, ma non poteva negare di essere soddisfatto. Se non altro, il suo capo stava finalmente dimostrando un po' di buon senso. Con un'occhiata trionfante rivolta a Lyrie, accarezzò il suo puma addomesticato, che fece un ruggito sommesso quasi volesse esprimere il suo accordo. Lyrie, da parte sua, si sentiva più umiliata e furiosa di prima. Adesso non solo Nualia, ma anche quei miserabili goblin si prendevano gioco di lei? Il suo primo impulso fu quello di dare sfogo alla sua rabbia lanciando qualche incantesimo su Gogmurt e Ripnugget, e riducendoli in cenere... ma si trattenne pensando che se lo avesse fatto, sarebbe stata fatta a pezzi in un lampo dal resto della tribù. No, se voleva togliere Tsuto da quella situazione, doveva giocare d'astuzia e tenere a freno il suo carattere irascibile.     

Dopo essere rimasta ferma al suo posto per qualche momento, in modo da sublimare la rabbia, Lyrie si alzò lentamente e parlò a denti stretti, sentendosi come se stesse masticando qualcosa di amaro. "E va bene. Se è questo che volete, me la caverò da sola." rispose con voce pericolosamente bassa e quasi sibilante. "Ma se pensate che vi lascerò il merito quando avrò eliminato i ficcanaso che intralciano i nostri piani, vi sbagliate di grosso. Credo proprio... che la vostra cara Nualia mi ringrazierà, quando le porterò le teste di alcuni di quegli intriganti. Con il vostro permesso, capo Ripnugget..."

Ripnugget grugnì irritato e fece cenno a Lyrie di togliere il disturbo. Non che la maga dalla pelle scura avesse bisogno di sentirselo ripetere. Senza perdere altro tempo con quella che ormai era evidentemente una causa persa, Lyrie se ne andò dalla sala del trono improvvisata dove Ripnugget le aveva concesso udienza, lasciando i goblin alle loro faccende, con il suo bianco famiglio sempre a breve distanza. Sentì le vocine acute di alcuni dei mostriciattoli verdi che la dileggiavano, ma ancora una volta tenne a freno il suo carattere infiammabile e si impose di ricordarsi chi le aveva mancato di rispetto. Una volta che fosse tornata da Nualia con Tsuto - e avesse dimostrato una volta per tutte a quella sciocca ragazzina aasimar che Tsuto non poteva amare che una vera donna come lei - avrebbe avuto tempo e modo di vendicarsi su di loro.

Ma per il momento, quello che doveva fare era tornare nelle sue stanze, studiare il suo libro degli incantesimi, e preparare le magie che le sarebbero servite per far uscire Tsuto dalla sua cella. Il suo gatto famiglio emise un miagolio infastidito e accelerò il passo per starle dietro, e Lyrie fece un sospiro e lo prese in braccio, immaginando che avrebbe avuto bisogno anche del suo aiuto per riuscire in quell'impresa...

"Ho fatto male ad aspettarmi un aiuto da parte di quell'idiota di Ripnugget." disse, parlando sia a sè stessa che al suo gatto. "Ma adesso ho imparato la lezione. Andrò a liberare Tsuto, e lo farò con le mie sole forze."

"Meow..." Il gatto bianco emise un miagolio che sembrava esprimere dubbio e preoccupazione... e Lyrie, comprendendo il punto di vista del suo famiglio, sorrise sprezzante e alzò le spalle.

"Sì, posso immaginare che Ripnugget farà la spia a Nualia. Ma anche se fosse... per allora, io sarò già lontana. Tanto, quella mocciosetta sta passando sempre più tempo nei sotterranei a pregare la sua dea demoniaca. Da quando hanno preso Tsuto, sembra aver perso la mano." affermò. "Bah, poco male. Chissà, forse se faccio le cose come si deve, potrei addirittura avere la possibilità di farla fuori e prendere il suo posto."

Per un attimo, Lyrie si chiese come l'avrebbe presa Tsuto, visto che era quasi sempre attaccato a quella smorfiosa. Ma ricacciò indietro queste preoccupazioni un istante dopo. Sicuramente Tsuto si sarebbe reso presto conto che era lei la donna giusta per lui, e Nualia sarebbe diventata solo un ricordo.

 

oooooooooo

 

Shalelu si fermò giusto un attimo per verificare che tutti i membri del gruppo riuscissero a seguirla e stessero bene, mentre si addentravano sempre più in quelle inquietanti catacombe. Lo scontro con gli zombi e il vargouille aveva lasciato tutti un po' scossi, ma per fortuna erano rimasti virtualmente illesi e ancora capaci di combattere. Il fatto era che da quel momento in poi non avevano più incontrato nessun ostacolo... e se doveva essere sincera, Shalelu non era tranquilla da quel punto di vista. Il suo sospetto era che quegli zombi fossero soltanto un modo per testare le abilità del gruppo e farli stancare un po', in predisposizione di uno scontro molto più difficile.

Detto questo, ciò che stava tenendo occupata Eli in quel momento non era il pensiero di quali nemici avrebbero potuto incontrare. La maga mezzelfa era intenta ad osservare alcuni simboli disegnati sulle pareti della stanza in cui si trovavano in quel momento: una camera di forma cilindrica dall'aspetto molto particolare, con numerosi oggetti come libri, pergamene, bottiglie di vino, una bacchetta di ferro contorta con la punta biforcuta... e persino un corvo morto il cui corpo era infestato di larve. I muri erano stati rinforzati con lamiere di uno strano metallo rossiccio, e di tanto in tanto, una scarica elettrica nera percorreva la loro superficie, disegnando delle strane rune, delle parole oppure un simbolo che ricordava una stella a sette punte.

"Che cosa vogliono dire quelle parole? Eli, riesci a leggerle?" chiese Yan, anche lui come molti del gruppo confuso da quello spettacolo inusuale.

Eli non rispose subito. Affascinata da quel fenomeno e da ciò che appariva scritto sui muri, la mezzelfa restò ancora per qualche istante a leggere. Yan si stava accingendo a ripetere la sua domanda quando Eli finalmente disse di sì con la testa e diede una risposta.

"Queste parole sono scritta nell'antica lingua di Thassilon... e per fortuna, io ho avuto modo di studiarla quando ero a Magnimar." rispose. "Sfortunatamente, nessuna di queste parole forma una frase di senso compiuto... hanno tutte a che vedere con concetti come... ira, collera, desiderio di vendetta. Detto questo... trovo che quella stella a sette punte sia più interessante."

"Che cosa rappresenta?" chiese Reji. "Credo di averla già vista anch'io, qualche volta... durante i viaggi che io e Yan abbiamo fatto... ma non sappiamo di cosa si tratti."

Fu Misia a dare la risposta. "Quel simbolo a sette punte... è un simbolo ricorrente nella cultura dell'antica Thassilon." affermò la femmina di gnomo. "Credo... ma non sono sicura al cento per cento... che rappresenti un simbolo del potere di Xin, l'arcimago fondatore di Thassilon." 

"Pensare che un posto simile è proprio sotto la vetreria di Sandpoint..." commentò Jolan, mentre dava un'occhiata dietro ad ogni angolo, forse in cerca di qualcosa di valore. "Ragazzi, non so voi... ma io ho sempre più l'impressiione che ci siamo andati a mettere in qualcosa di grosso. Molto più grosso di un branco di goblin."

"Hah! E hai perfettamente ragione, nanerottolo!" ringhiò una voce aspra, appartenente ad una figura umanoide apparsa in quel momento all'ingresso della stanza! Con un balzo allarmato, chiedendosi come fosse possibile che qualcuno li avesse colti così impreparati, i ragazzi si voltarono di scatto... e con loro grande disappunto, si trovarono davanti un'altra progenie del peccato, identica a quelle che avevano accompagnato Tsuto! E purtroppo, non era da sola. In quel momento, era circondata da un folto branco di zombi, più numerosi di quelli che avevano affrontato in precedenza. I morti viventi si erano piazzati attorno all'umanoide, in modo che non fosse possibile per i ragazzi attaccarlo senza prima farsi strada tra gli zombi. Peggio ancora, avevano bloccato l'unica uscita, e non c'era modo di fuggire da quella stanza senza combattere.

"Maledizione... tre, quattro, cinque... sei zombi." contò Shalelu a bassa voce. "Più una progenie del peccato. Le possibilità... non sono esattamente a nostro favore."

"Chi siete voi? Che cosa volete da Sandpoint... e cosa c'entra Nualia in tutto questo?" esclamò Yan, la spada sguainata e puntata contro la progenie del peccato. "Prendete ordini da lei? O la state semplicemente usando...?"

"Non credo che siano interessati a rispondere, Yan!" esclamò Reji. Ad un cenno della progenie del peccato, gli zombi cominciarono ad avanzare contro il gruppo, e Shalelu scoccò una freccia che centrò uno dei morti viventi ad una spalla, quasi trapassandola. Ma come immaginava, il morto vivente continuò ad avanzare, senza neanche accorgersi del danno subito...

"Siete in trappola. Non avete più dove scappare!" esclamò la progenie del peccato con crudele soddisfazione, mentre i suoi zombi continuavano ad avanzare contro il gruppo...     

         

oooooooooo

 

CONTINUA...    

 

  
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