Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi
Segui la storia  |       
Autore: MarFu    15/10/2021    0 recensioni
Dylan torna nella casa di famiglia dove trascorreva le estati della sua infanzia. Molte cose sono come le ricordava, ma molte altre sembrano impercettibilmente cambiate. Altre cose ancora sono strane e inquietanti. Che il villaggio di Tullow non sia più lo stesso?
-
Storia in 31 capitoli scritti nel mese di ottobre 2021, uno al giorno, come parte della challenge writober organizzata da fanwriter.it.
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Preterist
pret·​er·​ist | \ ˈpretərə̇st, -rēt- \
Qualcuno il cui interesse principale è nel passato
_______________________________________
 
Dylan sentì Anne calare su di lui, avvolgerlo in un abbraccio che però gli sembrava freddo, distante. Che non valeva niente perché sua moglie era morta e non c’era niente al mondo che l’avrebbe riportata indietro.
Non sapeva per quando tempo era rimasto lì. Quando smise di piangere il fuoco nel caminetto era ormai consumato, quasi spento. Lo fissò a lungo, gli occhi che gli bruciavano per le lacrime.
«Mia moglie è morta» disse poi in un rauco sussurro. Sentì le braccia di Anne stringerlo più forte. «Belle è… era mia moglie.»
Anne non disse niente, ma non appena Dylan accennò un movimento, la ragazza sciolse l’abbraccio e lo aiutò ad alzarsi. Dylan si lasciò cadere sul divano guardando, in un silenzio occasionalmente scosso da qualche sussulto, Anne che ravvivava il fuoco. Quando ebbe finito la ragazza si sedette accanto a lui, ancora in silenzio.
«Dì qualcosa, ti prego» la implorò Dylan.
«È positivo» disse lei. «Tutto questo. Abbiamo capito perché hai le visioni, perché hai i vuoti di memoria. Abbiamo capito cos’hai. Cos’è successo.»
«Abbiamo capito anche come far andare via…» cominciò Dylan, ma le parole gli morirono in bocca, strozzate da un’improvvisa apnea, e si limitò a stringersi una mano al petto, come se volesse strapparsi il cuore.
Anne appoggiò la mano sulla sua. «Il dolore» concluse. «Ci vorrà del tempo, ci vorrà pazienza. Potrebbe non andare mai via. Quasi sicuramente non andrà mai via. Ma puoi imparare a conviverci.»
«Non credo di voler più vivere» disse Dylan. Anne ritrasse la mano. Dylan la guardò. Sul suo viso c’era pura tristezza.
«Non dirlo neanche per scherzo» disse.
«Non sto scherzando.»
«Cosa pensi che direbbe Belle, sentendoti dire queste parole? Lei non vorrebbe questo. Lei vorrebbe che tu vivessi, che portassi avanti il suo ricordo, che raccontassi al mondo di lei.»
«Io… non posso farlo» sospirò Dylan. «Non ne ho le forze. Perché credi che sia venuto qui? Non ricordavo niente di lei per lo shock di averla persa e adesso che ricordo ogni cosa vorrei solo restare qui a ricordarla, lei e ogni momento passato assieme, fino alla fine dei miei giorni.»
La mano di Anne tornò a stringere la sua. «Fallo» disse. «Prenditi tutto il tempo che ti serve. Resta qui, piangila, soffri, ma ricordala. Soltanto questo devi fare. Ricordarla. Ricorda tutto e col tempo, vedrai, starai meglio. Non la dimenticherai né dimenticherai mai questo dolore, ma starai meglio. Credimi.»
«Hai fatto così con tuo marito?» chiese Dylan brusco, sentendosi in colpa subito dopo aver fatto quella domanda.
«Ci ho provato» disse Anne. «Ma lui… è morto suicida.»
«Mi dispiace, non lo sapevo» disse Dylan, sprofondando nel divano per la vergogna.
«Non te l’avevo detto. Sai, quando una persona così vicina a te si toglie la vita non puoi fare a meno di domandarti se non sia stata colpa tua, se non avessi potuto fare qualcosa per prevenirlo.»
“È colpa tua” sussurrò la voce nella testa di Dylan.
«Non è colpa tua» disse Dylan. «Non è mai colpa di qualcuno. Se quella era la decisione che ha preso, niente di ciò che avresti potuto fare l’avrebbe fermato.»
«Saresti stato un buon terapista» disse Anne, accennando un sorriso.
«Ne avrei bisogno io di uno bravo.»
«Posso consigliarti qualcuno, a Londra. Però nel frattempo, se vuoi, ci sono io. Posso passare qui le sere, se ti va. L’assenza di luce aumenta la tristezza e la depressione, un po’ di compagnia potrebbe farti bene.»
«Volentieri» disse Dylan. Fu scosso da un singhiozzo ma, mentre stringeva ancora la mano di Anne e la guardava sorridere, sentì un barlume di speranza affacciarsi nei più reconditi meandri del suo cuore.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi / Vai alla pagina dell'autore: MarFu