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Autore: IndianaJones25    18/10/2021    2 recensioni
Gli anni sono trascorsi, lenti ma inesorabili. Anche per il professor Henry Jones, Jr. sembra essere giunto il momento di appendere la frusta al chiodo e di dire addio alla vita avventurosa. L’intrepido archeologo giramondo, ormai, è diventato un anziano signore che porta addosso i segni, i dolori e i ricordi dolceamari della sua spericolata vita passata.
Ma c’è ancora chi sembra avere bisogno di lui e Indiana Jones non è certo il tipo da tirarsi indietro dinanzi a una minaccia che potrebbe sconvolgere il mondo intero. Così, in compagnia di sua figlia Katy, di una giovane bibliotecaria e di un prete dal grilletto facile, Indy torna a impugnare la frusta e si getta a capofitto in un’ultima impresa, al cui termine potrebbe trovare la speranza di un nuovo inizio oppure una disastrosa rovina.
La lotta sarà difficile e insidiosa, perché l’ultimo vero nemico di Indiana Jones non saranno eserciti o folli invasati, ma proprio la sua irresistibile voglia di avventura…
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Henry Walton Jones Jr., Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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3 - Ah, Venezia…
 
   «Che cosa diavolo ti è saltato in mente di metterti a fare la pazza in quel modo, si può sapere?» domandò a bruciapelo Indy, voltandosi a guardare la figlia.
   Stavano camminando in fretta attraverso le calli di Venezia, diretti verso l’albergo in cui Valerija aveva detto di aver preso alloggio. Jones si era mantenuto silenzioso per un po’ ma, alla fine, aveva sbottato in quel modo.
   Katy si risentì. Le sembrava di aver passato già abbastanza disavventure senza doversi meritare anche i rimproveri di suo padre. Era stanca, aveva ricevuto numerose botte e grondava acqua melmosa dalla testa ai piedi. Essere anche sgridata come una bambina le pareva una cosa ridicola.
   «Stavano cercando di rapirla!» replicò, inacidita. «Che cosa dovevo fare, secondo te?!»
   «Farti gli affari tuoi!» sbottò Indy, fulminandola con lo sguardo. «Non ti ha insegnato nessuno che è il modo migliore per campare più a lungo?»
   «Senti chi parla!» quasi strillò la ragazza. «Proprio tu mi fai certe prediche, con tutte quelle che hai passato!»
   «Nel mio caso era diverso!» borbottò Indy.
   «Che cosa era diverso, Old J? Sentiamo un po’ cosa ti inventi!»
   L’archeologo svoltò lungo il margine di una piazza e si strinse nelle spalle.
   «Innanzitutto, io non ero una bambina…!»
   «Io non sono una bambina!» strepitò Katy, offesa. «Ho ventisei anni, e dovresti saperlo anche tu, a meno che non ti sia scordato di prendere qualcuna delle tue pillole! Penso di avere raggiunto un’età in cui posso badare a me stessa!»
   «E poi» ruggì Indy, alzando la voce, «erano altri tempi! Diversi!»
   «Sai che differenza!» lo schernì Katy, lanciandogli uno sguardo inviperito. «I pugni e i calci non hanno epoca, Old J!»
   «E comunque io sono un uomo e tu no…!» concluse Indy.
   La ragazza si bloccò all’improvviso, così in fretta che Valerija e suo padre non se ne accorsero neppure e andarono avanti per qualche metro, prima di fermarsi e voltarsi per controllare dove fosse finita.
   «Che fai, vieni o no?!» brontolò Jones.
   All’improvviso, il vecchio si sentiva a disagio. Sua figlia aveva assunto un aspetto che ricordava enormemente quello di Marion quando si arrabbiava per qualcosa. Quel sorrisetto sarcastico che le contraeva la bocca, lo sapeva, si sarebbe potuto tramutare da un momento all’altro in un’urlataccia. Esattamente ciò che avrebbe voluto evitare con tutto il suo cuore.
   «Katy…» borbottò, guardandosi attorno. La piazza era gremita di gente e di bancarelle.
   «Ah, tu saresti un uomo e io no?!» urlò lei, facendo voltare verso di sé numerose facce.
   Indy mosse un passo insicuro verso di lei.
   «Per favore, Katy… già attiri un po’ troppa attenzione tutta bagnata come sei, non diamo ulteriore spettacolo… non mi pare proprio il caso di…»
   «Solo perché tu hai un vecchio pendolino rinsecchito in mezzo alle gambe non significa che io valga meno di te, Old J!» gridò la ragazza.
   Jones deglutì. Non ne era certo, ma gli sembrava di aver sentito un discorso simile proprio sulle labbra di Marion, una volta o l’altra. Ma che cosa aveva mai fatto di male nella vita, per finire circondato da agguerrite femministe?
   «Katy…» brontolò, cercando di sorridere e di addolcire il tono. «Tesorino mio, non era questo che volevo dir…»
   «Ah no?!» sbottò la giovane. Ormai, tutt’attorno, si era formato un capannello di curiosi che assistevano alla scena. «Allora sentiamo un po’ che cosa volevi dire con esattezza, papà!»
   Indy, sempre più in imbarazzo, si guardò attorno, alla ricerca di un aiuto che, lo sapeva, non sarebbe giunto da nessuna parte. Aprì la bocca per provare a dire qualsiasi cosa, non trovò le parole adatte e abbassò la testa, sconfitto. Katy sorrise soddisfatta.
   «Non lo sai, eh?» lo sfidò, agguerrita. «E lo sai, perché non lo sai?»
   L’anziano archeologo scosse piano il capo, fissando a terra.
   «Non lo sai perché non esiste una risposta. Ti credevi superiore e basta. Quindi, adesso, chiedimi scusa. Subito!»
   Indy trovò il coraggio di alzare gli occhi e fronteggiarla. Ma Katy assomigliava troppo a Marion. Li riabbassò. Non l’aveva mai spuntata con la madre, figurarsi allora con la figlia.
   «Non possiamo parlarne più tardi?» borbottò, rivolto ai propri piedi.
   «Adesso! Subito!» ribadì Katy. «Muoviti, avanti!»
   Indiana Jones esitò ancora un istante. Se almeno non ci fosse stata tutta quella gente attorno, la cosa sarebbe risultata un po’ più semplice. Finalmente, vergognandosi come un bambino alla prima recita scolastica, borbottò: «Scusa…»
   «Non ho sentito bene!» esclamò Katy.
   «Scusa!» ruggì Indy. Poi, non volendo perdere altro tempo, soggiunse: «Possiamo andare, adesso?»
   Sua figlia fece un ampio sorriso e lo raggiunse saltellando come un uccellino. Gli piantò una manata sulla schiena, strappandogli un lamento.
   «Possiamo andare. Ma non azzardarti mai più a usare frasi maschiliste con me, Old J, o non risponderò delle mie azioni. Ora muoviti, vecchio. Tutta quest’acqua dei canali esala umidità e non vorrei che ti venissero pure i reumatismi.»
   Padre e figlia si rimisero in cammino e la folla, ridacchiando per quella scenetta, cominciò a disperdersi. Valerija, un po’ imbarazzata e sentendosi colpevole di aver portato la discordia tra i due Jones, si affrettò a seguirli.

 
* * *

   La stanza era tutta sottosopra.
   Il contenuto della valigia era sparpagliato in giro, l’armadio spalancato, i cassetti gettati sul pavimento, il letto rivoltato completamente. Anche il piccolo bagno versava nelle medesime condizioni.
   «Non ci posso credere, le mie cose…» singhiozzò Valerija, abbassandosi a raccogliere qualcosa.
   Prese tra le mani uno scialle ricamato a fiorellini, che era stato lacerato, e una lacrima le solcò il viso. Katy si chinò per posarle una mano sulla spalla e darle un leggero conforto.
   «Succede spesso, qui a Venezia» bofonchiò Indy.
   Fermo sulla porta, appoggiato con la spalla allo stipite, una mano in tasca, osservava lo sconquasso con un certo distacco.
   «È chiaro che cercavano qualcosa» grugnì.
   Katy si alzò e gli indirizzò una smorfia.
   «Che acume, Old J. Anni e anni di esperienza sono serviti a qualcosa, vedo» commentò.
   Jones tolse la mano di tasca e incrociò le braccia sul petto.
   «Non essere così insolente, Katy» bofonchiò.
   Spostò lo sguardo su Valerija che, nel frattempo, stava cercando di rimettere i suoi abiti malconci e le sue cose nella valigia. La poverina, ormai, singhiozzava apertamente.
   «Immagino che, prima ancora che te, stessero cercando quel dannato libro» borbottò, accennando al volume rilegato, che adesso era appoggiato sopra il comodino. «Di qualsiasi cosa si tratti, ragazzina, ci sei dentro fino al collo.»
   Visto che tanto Valerija quanto Katy restavano in silenzio, Indy si sentì autorizzato a continuare a parlare.
   «Be’, di qualsiasi cosa si tratti, non ci riguarda» concluse. «Ti abbiamo aiutata. Da qui in poi, dovrai cavartela da sola.»
   Sua figlia aveva appena raccolto dal pavimento un paio di mutandine di pizzo e le stava piegando con cura. Udendo quell’ultima frase, alzò di scatto la testa.
   «Cosa?» sbottò. «No! Papà, non possiamo lasciarla da sola!»
   «Certo che possiamo!» grugnì Indy, evitando accuratamente di guardarla.
   «Old J…» cominciò a dire Katy, sollevando un dito ammonitore verso di lui. Valerija la interruppe, posandole la mano sulla manica del giubbotto.
   «Tuo padre ha ragione, Katy» sussurrò. «Mi avete salvata e ve ne sarò grata per sempre. Non saprò mai come fare a ringraziarvi per questo. Ma da qui in poi devo fare da sola… questa storia è troppo pericolosa perché possa coinvolgere anche degli estranei…»
   «Ma…» mormorò Katy, girandosi per guardarla negli occhi.
   Di nuovo non poté terminare la frase. Questa volta, a interromperla fu suo padre.
   «Ben detto, ragazzina. Katy, muoviti. Dobbiamo tornarcene in albergo. Devi farti una doccia e cambiarti, non puoi continuare a rimanere bagnata in quel modo.»
   La figlia gli lanciò uno sguardo furente, tanto tagliente che Indy si sentì sferzare come se lo avesse colpito una bastonata. Si voltò dall’altra parte, evitando il contatto visivo con quegli occhi.
   «Non vorrai lasciarla qui, da sola, in queste condizioni! È in pericolo! Quegli uomini potrebbero tornare da un momento all’altro!» strepitò Katy.
   «Questa città è piena di alloggi» replicò il vecchio. «E, se la tua nuova amica è intelligente come sembra, farà bene a trovarsene un altro alla svelta. Meglio ancora sarebbe tagliare la corda e filarsela in fretta a casa sua, ovunque si trovi.»
   Katy era allibita. Non riusciva proprio a credere che suo padre, il celebre Indiana Jones, che aveva sempre rischiato la vita per aiutare gli altri, ora se ne fregasse in quella maniera. Per tenersi occupata, raddrizzò una sedia che era stata rovesciata, evitando accuratamente di guardarlo. Non poté evitare di accorgersi di avere le mani che tremavano.
   «È esattamente quello che farò» disse Valerija, con voce sottile. «Ho un posto prenotato sul treno di domani. Ora che ho il libro che cercavo, devo soltanto riuscire a resistere fino a domani mattina. Mi nasconderò da qualche parte.»
   «Ma da sola sarai in pericolo!» esclamò Katy, fissandola. Le sue labbra si sciolsero in un sorriso. «Perché non vieni con noi? Siamo alloggiati in un appartamento spazioso, c’è posto per tutti…»
   Una luce di gratitudine illuminò il viso triste e sporco di sangue di Valerija. Sorrise di rimando. Indy, ancora una volta, si mise di mezzo.
   «Katy, non se ne parla proprio!» grufolò indispettito. «Non ho nessuna voglia di mettermi nei pasticci! Non dimenticare che siamo qui per un motivo preciso, non per metterci ad aiutare fanciulle in difficoltà!»
   La ragazza gli scoccò l’ennesimo sguardo assassino. Le sue dita si strinsero convulsamente attorno allo schienale della sedia, così forte che le nocche si sbiancarono. D’improvviso, però, si rilassò e si avvicinò alla valigia che Valerija aveva appena finito di riempire. La chiuse di scatto e la prese per la maniglia.
   «Ospitare in casa una ragazza per una notte non significa affatto mettersi nei pasticci, Old J!» lo rimbrottò. «Alla fine, a te, che cosa costerebbe, a parte il dover dare ragione a tua figlia? Si tratta soltanto di una notte, poi domani mattina ognuno di noi andrà per la sua strada.»
   Indiana Jones saettò lo sguardo su entrambe le ragazze, prima di tornare a concentrarlo su Katy.
   Quella ragazzina testarda e tremenda aveva un problema non indifferente, con cui lui si trovava a fare i conti giorno per giorno: non solo assomigliava dannatamente a Marion, ma anche a lui. Aveva il suo stesso temperamento, e questa era una verità innegabile. E, avendoci tanto a che fare, si rendeva conto di quanto dovesse essere stato difficile, se non addirittura impossibile, per la gente che aveva conosciuto in vita sua, riuscire ad adeguarsi al suo carattere focoso e ai suoi modi di fare spicci, che spesso anteponevano l’idea di agire alla riflessione.
   Adesso lui poteva anche essersi dato una calmata, non essere più lo spericolato avventuriero che si gettava a capofitto all’avventura con il ghigno sul viso; a dire il vero, era stato costretto a tale scelta più che altro dall’età e dai dolori, che non dall’aver davvero messo la testa a posto. La sostanza, tuttavia, non cambiava, perché la vecchia essenza si era semplicemente trasferita in Katy. Adesso, in un certo senso, era lei a essere diventata Indiana Jones, come se fosse avvenuto un passaggio di consegne.
   La cosa, sottosotto, anche se cercava di non darlo a vedere, lo divertiva e lo riempiva di orgoglio. In Katy, molto più che negli altri due suoi figli, vedeva il se stesso di tanti anni prima. Quando aveva davanti agli occhi quella ragazzina spericolata, era un po’ come trovarsi dinnanzi a uno specchio magico in grado di riflettere il passato.
   Anche se lui avrebbe preferito lasciar perdere tutto, quindi, comprendeva che cosa la stava spingendo a voler aiutare Valerija. Era naturale che si comportasse così, perché anche lui avrebbe fatto lo stesso. A dire il vero, per quanto preferisse negarlo, anche adesso si sarebbe sentito colpevole, abbandonandola senza darle una mano, dopo tutto quello che era accaduto.
   Trasse un lungo sospiro di rassegnazione.
   «E va bene» grugnì. «Solo per stanotte. E fino a domattina. Poi, ciascuno per i fatti suoi. E, soprattutto, non voglio sapere assolutamente nulla del perché ci sia gente tanto interessata a una ragazzina e a un vecchio libro.»
   Katy fu illuminata da un sorriso. Non aveva mai avuto nessun dubbio: conosceva troppo bene il suo vecchio genitore, e sapeva che il suo cuore, proprio come il suo, non sopportava le ingiustizie.
   Strinse più forte la valigia e porse la mano libera a Valerija. Lei, dopo un attimo di esitazione, allungò la sua e la prese, prima di afferrare con l’altra il prezioso libro.
   Tenendosi per mano, le due ragazze uscirono insieme dalla stanza. Nel passare accanto a Indy, Valerija mormorò un ringraziamento con un filo di voce molto sottile, mentre Katy gli lanciò uno sguardo obliquo e sarcastico.
   Prima di seguirle, l’archeologo rimase fermo per un istante a guardare fuori dalla finestra, oltre cui si stendevano i palazzi barocchi, le calli, le fondamenta e i canali della città lagunare. Scosse la testa, perdendosi in mille ricordi, e un sogghigno svergolo gli comparve sotto la barba.
   «Ah, Venezia…» bofonchiò.
 
   
 
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