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Autore: Wolfgirl93    18/10/2021    0 recensioni
Questa storia partecipa al #Writober 2021 di Fanwriter.it (Lista pumpNIGHT)
Prompt: Sentiero
Numero Parole: 1169
Coppia: Venti x Aether
Rating: Verde
Tutti i personaggi sono maggiorenni
Dal testo:'C’era una regola quando Aether usciva di casa la notte, seguire sempre il sentiero che lo avrebbe condotto dritto dritto verso la città, ogni qual volta usciva di casa la sera sua madre glielo rammentava e lui si limitava ad annuire a stringersi nella mantella che proprio sua madre gli aveva cucito per renderlo riconoscibile, infatti chi viveva nel bosco doveva avere un tratto distintivo, un qualcosa che lo distinguesse dagli abitanti della città; Aether si era sempre chiesto come mai dovessero distinguersi visto che erano tutti umani ma sua madre gli disse che chi abitava i boschi era in sintonia con la natura e di conseguenza poteva parlare e vedere creature che gli altri non vedevano e per questo erano speciali e dovevano distinguersi dagli altri.(...)'
Genere: Fantasy, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aether, Diluc Ragnvindr, Venti
Note: AU | Avvertimenti: Furry
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C’era una regola quando Aether usciva di casa la notte, seguire sempre il sentiero che lo avrebbe condotto dritto dritto verso la città, ogni qual volta usciva di casa la sera sua madre glielo rammentava e lui si limitava ad annuire a stringersi nella mantella che proprio sua madre gli aveva cucito per renderlo riconoscibile, infatti chi viveva nel bosco doveva avere un tratto distintivo, un qualcosa che lo distinguesse dagli abitanti della città; Aether si era sempre chiesto come mai dovessero distinguersi visto che erano tutti umani ma sua madre gli disse che chi abitava i boschi era in sintonia con la natura e di conseguenza poteva parlare e vedere creature che gli altri non vedevano e per questo erano speciali e dovevano distinguersi dagli altri.

 

Il ragazzo uscì di casa e fu accolto dal silenzio del bosco, solo le civette cantavano di tanto in tanto la loro canzone della notte mentre la luna, alta nel cielo, illuminava tutto con la sua luce fredda.

Si strinse il mantello addosso e iniziò a camminare seguendo il sentiero sterrato che portava alla città, il biondo usciva spesso la sera perché la città era meno caotica e in più riusciva sempre a trovare il cibo migliore quando la notte scendeva perché conosceva bene un posto dove portavano il cibo in serata e quindi lui era il primo cliente ad accaparrarsi del buon cibo.

 

Canticchiò mentre camminava lento osservando il bosco scuro attorno, per molti era uno spettacolo spettrale ma lui sapeva che nulla lì dentro gli avrebbe fatto del male, neppure la figura che lo stava seguendo da quando era uscito di casa e che ora si stava avvicinando lenta.

“Non ho nulla per te stasera, ma chissà poi potrei portarti qualcosa.” Disse dolcemente ignorando lo sbuffo che sentì alle sue spalle.

Con un movimento veloce Aether fu spinto contro un albero e poté guardare quegli occhi azzurri con pagliuzze verdognole che lo guardavano giocoso.

“Venti non ho tempo di giocare con te.” Disse il ragazzo del bosco mentre guardava il cucciolo di volpe che scodinzolava in attesa di qualcosa.

“Ti preeeeego.” La sua voce era dolce quasi quanto era morbida la sua pelliccia, Venti era stato il primo essere non umano che Aether aveva conosciuto e da quando si erano presentati ecco che l’altro non lo aveva mai abbandonato, era successo diverse volte che il biondo prendesse un raffreddore oppure la febbre e quando succedeva la volpe aspettava di fronte a casa sua uggiolando disperato perché gli mancava il suo amico.

“Devo andare a prendere la carne che Diluc mi ha tenuto da parte, se arriverò tardi rischierò di perderla e sai come si arrabbia mia mamma quando succede.” Spiegò il giovane facendo abbassare le orecchie della volpe. Aether sospirò, sapeva che si sarebbe pentito di quella cosa ma decise comunque di proporlo all’altro. “Ti va di accompagnarmi? Gli altri vedranno solo la tua forma animale ma almeno potrai seguirmi e chissà beccarti anche qualcosa da mangiare, che dici?”

Aether non riuscì neppure a finire di parlare che Venti lo aveva preso per mano e stava seguendo il sentiero verso il mondo degli umani di città.

 

C’era chi credeva che il sentiero fosse magico, molte genti di città venivano nel bosco per raccogliere fiori o prendere qualche frutto particolare ma quando uscivano fuori dal sentiero ecco che qualcosa di brutto accadeva e loro correvano spaventati verso la città come se avessero visto un fantasma.

 

“Diluc sono in tempo per la carne di oggi?” Chiese Aether senza fiato, aveva perso tempo dietro Venti che aveva voluto giocare un po’ con lui a fare la lotta e quando erano arrivati era ormai notte inoltrata.

“Sei fortunato, ti ho tenuto da parte questi tagli di carne, dici che ti basteranno?” Chiese il rosso guardandolo, quando notò dei segni rossi sul suo collo impallidì ma decise di non fare domande, in fondo lui non doveva ficcare il naso su chi frequentasse quel ragazzo del bosco o su quali animaletti portasse in giro vista la volpe che si strusciava contro la gamba di Aether.

“Va benissimo grazie! E avresti anche qualche pezzetto piccolo da dare a lui? Ovviamente pagherò anche per quello.” Disse il biondo prima di vedere Diluc annuire e porgergli un mucchietto di scarti, ovviamente non glieli fece pagare e Aether lo ringraziò dal profondo del cuore per tutte quelle gentilezze.

 

Quando tornarono nel bosco Venti era impaziente, non solo prima aveva attaccato Aether per riempirlo di baci e piccoli segni rossi sul collo, segni di affetto come li chiamava Aether, ma ora stava bramando un po’ troppo attenzioni oltre alla carne che aveva preso da Diluc.

“Avrai solo questo per oggi quindi accontentati!” Borbottò il biondo prima di seguire il sentiero con calma, casa sua era a pochi metri e lui sentì la stanchezza invaderlo; di giorno tagliava la legna per il fuoco e si occupava degli animali da cortile che avevano come oche, galline e conigli e la sera si recava in città per la carne di cervo o cinghiale che sua madre avrebbe usato per stufati e polpettoni, non era la vita migliore che potesse immaginare ma era felice, ovviamente Venti però non sembrava d’accordo con l’idea del biondo di tornare a casa.

“Aether!” Si lamentò la volpe cercando le sue labbra quasi disperato, era un rapporto strano il loro, il biondo aveva un debole per quella volpe e lo stesso si poteva dire Venti, eppure nonostante sembrassero simile agli occhi degli altri erano due specie completamente diverse e con quello non potevano stare assieme.

Quando Aether lo baciò velocemente ecco che la volpe mise il broncio “Mi sento così solo quando non ci sei, tu sei l’unico che mi può vedere per cosa sono realmente e io… Io… Ti amo!” Borbottò l’animale prima di abbassare le orecchie scure e cercare di non piangere. “So che sei un umano ma voglio che tu provi quello che provo io, voglio poterti vedere sempre e voglio starti sempre accanto!” Ammise Venti sentendo qualche lacrima rigargli le guance.

Dei baci leggeri asciugarono quelle strisce umide sulle guance arrossate della volpe e Aether gli sorrise dolcemente prima di annuire. “Fammi portare le cose a mia madre, ok?” Disse con la voce più dolce che Venti avesse mai sentito, quest’ultimo annuì e guardò l’umano scomparire in casa prima di uscire quasi mezz’ora dopo, si era tolto il cappuccio e negli occhi aveva una luce diversa come più determinata.

 

Senza dire nulla Aether prese la mano unghiata di Venti e lo condusse fuori dal sentiero in mezzo al bosco illuminato dalla luce della luna.

 

Nessuno si avventura fuori dal sentiero del bosco, si dice che gli umani della città che lo hanno fatto hanno visto cose mostruose, ma una leggenda narra che chi, durante la notte, esce da quella strada delineata inoltrandosi nel fitto bosco ha la possibilità di vedere due bellissime volpi che camminano sempre assieme, una ha il manto scuro quasi di un blu notte mentre l’altro con un manto chiaro quasi color dell’oro.

 

   
 
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