Libri > Forgotten Realms
Segui la storia  |       
Autore: NPC_Stories    19/10/2021    2 recensioni
Inktober 2021 con la lista ufficiale, come sempre troverete storie dei miei personaggi originali nel mondo di Forgotten Realms.
Dovrebbero essere storie brevi (altrimenti come faccio a pubblicarne una al giorno?), ma chissà se ci riuscirò...
Genere: Avventura, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Genere: fantasy
Note: in questa storia ho interpretato il titolo, Loop, in modo soprattutto concettuale.


19. Loop


1365 DR, in una locanda vicino a Secomber

"Per favore, procediamo con calma" pretese Krystel, perché nonostante le parole gentili il suo tono non era quello di chi chiede un favore. Appoggiò una pila di tazze sul tavolo con un gesto un po' troppo brusco. "Com'è cominciata?"
Uno degli elfi della luna seduti alla sua tavola irrigidì la schiena, in un chiaro segno di irritazione. "Ritengo che sia più importante com'è finita."
"Siete venuti qui per avere una conversazione con me" la strega drow fece il punto della situazione. "Se questa è una conversazione non può essere guidata soltanto da voi. Mi avete già detto com'è finita." Riassunse, gettando un'occhiata obliqua a sua figlia Amber. "Ora io voglio sapere com'è iniziata."
Le tazze vennero rapidamente distribuite mentre gli elfi sussurravano fra loro nella loro lingua, decidendo una linea d'azione. Krystel li lasciò fare. Avevano il diritto di consultarsi su come giocare le loro carte.
Ignorò il catino che appariva vuoto ma che poteva creare acqua con la magia, e prese invece un secchio che conteneva del ghiaccio in pezzetti. Canticchiando fra sé, raccolse il ghiaccio con una paletta di metallo e cominciò a versarlo in un bollitore. Il fuoco nel camino scoppiettava allegro, perché il fuoco della sua cucina non veniva mai spento, nemmeno in estate.
"I vostri figli sono stati visti più volte aggirarsi nei pressi del nostro territorio" cominciò uno degli elfi, quello che aveva mosso obiezioni anche poco prima. "Simili presenze estranee non ci sono gradite."
Krystel appese il bollitore a una catena con dei ganci che attraversava l'interno del camino, dove di solito appendeva le pentole. Per un attimo sembrò che non avesse ascoltato, ma poi rispose: "Credo di capire. Siete un clan territoriale."
"Non vogliamo estranei intorno, se questo basta a definirci territoriali…"
"Dunque, non vi considerati territoriali" Krystel soppesò quella rivelazione. "Non lo fate, perché in realtà altre creature oltre a voi vivono nel vostro territorio. Sapete che non sto parlando solo di animali."
"Non tutte le creature che vivono nel nostro territorio sono le benvenute" le fece notare un'elfa, l'unica femmina di quel gruppetto. "Quando la nostra regione viene invasa da goblinoidi o altri mostri, li combattiamo."
"Ne comprendo il motivo, di solito hanno intenzioni belligeranti. Però ci sono altre creature, driadi, centauri e altri esseri fatati, o creature dall'aspetto animale ma dall'intelligenza quasi elfica, che vivono al vostro fianco e voi lo sapete."
"Questo non ha nulla a che fare con la situazione corrente" l'elfa fece una smorfia. "Parlate di creature che sono native della foresta."
"A volte accogliete visitatori umani."
"Non so come facciate a conoscere così bene i fatti nostri ma quelli sono sporadici visitatori che vengono accettati soltanto se dimostrano di essere rispettosi."
"In realtà non lo sapevo" confessò lei, "ho tirato a indovinare. Gli elfi della luna non sono famosi per essere isolazionisti come altre sottorazze elfiche che vivono nella Grande Foresta." La strega prese un lungo cucchiaio di metallo e mescolò il ghiaccio all'interno del bollitore, per farlo sciogliere più in fretta.
"Sia come sia, questo non ha niente a che vedere con…"
"Non ha niente a che vedere con due ragazzi che senza cattive intenzioni si sono avvicinati al vostro territorio ma senza nemmeno entrarvi?"
"Senza cattive intenzioni!" L'elfo che aveva parlato per primo la interruppe perché era troppo indignato per tacere. "Siamo venuti qui proprio perché i vostri figli hanno agito in malafede e con cattive intenzioni!"
"Siete venuti qui perché sapevate benissimo che sono i miei figli" lo freddò Krystel. "Sapevate che non si trattava di invasori o di assassini. E non avevano cattive intenzioni all'inizio."
"Infatti li abbiamo tollerati all'inizio, finché non hanno interferito con le esercitazioni dei nostri giovani apprendisti ranger."
Krystel abbandonò il bollitore per girarsi verso Amber e Tek'ryn e domandare loro, con sguardo inquisitore: "Cosa avete combinato?"
"Non è andata così!" Sbottò la giovane drow, appena le venne concessa la parola. "Sono stati loro a cominciare. Erano dei giovani stupidi che si sono messi a dirci che non dovevamo stare nei pressi del loro territorio, anche se eravamo ancora lontani dal ruscello che passa fra le due pietre, o dalla macchia di betulle. Conosciamo i confini del territorio di questo clan. Non volevamo invadere, ma quei ragazzi forse volevano giocare a fare i ranger e si sono messi a fare gli stro… gli sbroffi" si corresse al volo, intercettando l'occhiataccia di sua madre. "Ci hanno chiamati con i peggiori nomi e ci hanno minacciati di ingaggiare battaglia se non ce ne fossimo andati subito. È stato solo a quel punto che abbiamo interferito con la loro esercitazione. Ma non è stato niente di pericoloso! Mentre facevano la reverie sono riuscita ad evitare l'elfo che stava di guardia e mi sono introdotta nel loro accampamento. Ma non gli ho fatto del male, gli ho solo sabotato le bussole. Pensavo che questo li avrebbe solo rallentati un po', non pensavo che fossero così incapaci da non sapersi orientare guardando il muschio e altri indizi."
"Quelli erano i miei allievi. Sanno orientarsi, in condizioni normali, ma quella è una zona molto umida dove il muschio non cresce soltanto a nord dei tronchi. Li avete rallentati di almeno quattro giorni e hanno rischiato di andarsi ad infilare in un territorio dove vivono dei troll." Precisò l'elfa della luna.
"Vista la loro intelligenza media si sarebbero trovati a loro agio" beccò Amber, ingaggiando una gara di sguardi assassini con la ranger istruttrice.
"Non è quello che mi avete raccontato quando siete arrivati" Krystel corrugò la fronte in segno di perplessità.
"Non abbiamo finito" rispose il terzo, quello che finora non aveva ancora parlato. Aveva le vesti di un sacerdote. "Il loro ultimo atto di blasfemia è stato ancora più grave di quest'azione contro i nostri giovani."
La strega sollevò un sopracciglio. Se le azioni di Amber avevano davvero messo in pericolo quei giovani ranger, allora come poteva un semplice atto di blasfemia essere più grave di quel primo scherzo incosciente? I casi erano due, o quel sacerdote aveva una scala di priorità che lei non poteva assolutamente condividere, oppure i giovani elfi non erano mai stati veramente in pericolo. Di sicuro erano seguiti a distanza dai loro istruttori, qualche adulto doveva pur tenerli sotto controllo.
"Mia figlia ha la pessima abitudine di fare burle, anche pesanti" ammise lei "ma non agisce se non è provocata. Io so come ragiona: dopo aver portato a termine uno scherzo per vendetta, non ne compie subito un altro. Quello sarebbe indice di insicurezza, mentre invece Amber è sempre certa che i suoi scherzi lascino il segno."
"È proprio così!" Confermò la diretta interessata. "Dopo la faccenda dei ragazzetti che si sono persi, e comunque ci tengo a sottolineare che dovevano essere nostri coetanei più o meno, per un po' di tempo non siamo più tornati lì. Sai che noi non entriamo spesso nella Grande Foresta, ma ci sono delle piante che possiamo raccogliere solo in quella zona. Ebbene, eravamo quasi arrivati al ruscello e non intendevamo guadarlo, noi non eravamo mai entrati nel territorio degli elfi della luna e non volevamo entrarci. Però non c'è nessuna maledetta regola che ci impedisce di arrivare fino al ruscello!"
"Questa non è una decisione che spetta a voi, siamo noi che viviamo lì" ribatté la ranger.
Krystel ascoltò il nuovo battibecco con mezzo orecchio, mentre buttava in una teiera una presa di erbe di campo essiccate. Le aveva estratte da diversi barattoli e un buon profumo di fiori si era sparso per la stanza. Nessuno ci stava davvero facendo caso.
"Per favore, Amber, adesso quietati. Prima di sentire il resto della storia vorrei capire quali sono state le valutazioni degli elfi nell'anno in cui non ti sei fatta vedere." Prese tempo, mentre versava l'acqua calda dal bollitore alla teiera con le erbe. Era un grosso oggetto di ceramica, di fattura non certo delicata, ma non brutto per gli standard umani. Gli elfi sicuramente la trovavano sgraziata e pacchiana, però faceva il suo lavoro. "Per provare ancora rancore nei tuoi confronti, credo che tu abbia urtato la loro sensibilità più di quanto tu avessi immaginato. Forse dovresti riflettere meglio prima di prenderti gioco di qualcuno, perché non tutti considerano certe cose con la stessa gravità."
Amber appariva davvero frustrata adesso, ma strinse i pugni sotto il tavolo e non disse nulla. Krystel mise in tavola la teiera e con cura versò parte del suo contenuto nelle tazze.
Siccome le tazze erano state scelte dagli elfi stessi quando erano state portate in tavola e ora lei stava servendo l'infuso a tutti dalla stessa teiera, gli ospiti non avevano motivo di sospettare un avvelenamento. Il loro chierico lanciò comunque un incantesimo silenzioso, dissimulando le movenze rituali delle dita come se stesse cercando di fare aria alla sua tazza troppo calda. Per un attimo i suoi occhi brillarono, ma poi fece un impercettibile cenno con il capo ai suoi compagni: non c'era veleno, bere era sicuro.

Gli elfi parlarono senza interruzioni nei successivi minuti. Spiegarono come e perché fossero giunti alla conclusione di non voler consentire ai giovani drow - sebbene non fosse pienamente nel loro diritto - nemmeno l'avvicinamento al loro territorio. Finché alla fine il loro chierico, poggiando sul tavolo la tazza ormai vuota, si decise a giungere al punto:
"Per questo, quando vostra figlia è tornata, l'abbiamo scacciata con uno sfoggio di forza."
"Uno sfoggio! Ah!" Amber scoppiò, battendo una mano sul tavolo. "È così che lo chiamate? Mi avete bersagliata di frecce!"
"Era un avvertimento, abbiamo fatto in modo che solo una freccia ti colpisse, e in un punto non letale" l'elfa la guardò dall'alto in basso. "Non volevamo inficiare la tua capacità di andartene sulle tue gambe."
Troppo presi dalla reciproca irritazione, né Amber né gli elfi chiari notarono subito che l'atmosfera era cambiata. Soltanto Tek'ryn si accorse che da parte di Krystel era calato un gelido silenzio. Forse era grazie ai poteri psionici del ragazzo, che si focalizzavano soprattutto sulla percezione delle emozioni altrui… perché in effetti la drow era in silenzio anche prima, ma ora il suo silenzio aveva in un certo senso cambiato tono. Non era più il silenzio dell'ascolto, era quello di un predatore in attesa.
Tek'ryn capì in quel momento che gli elfi avevano a loro volta grandemente sottostimato le conseguenze delle proprie azioni.
"Avete bersagliato di frecce una ragazzina" ripeté Krystel, molto lentamente "perché vi aveva fatto uno scherzo."
"Perché si è ostinata ad avvicinarsi al nostro territorio, anche se sapeva di non essere gradita. Adesso lo sa con più certezza." Sostenne il chierico.
"Ma a cosa è servito?" Intervenne Tek'ryn, prendendo la parola per la prima volta perché voleva evitare che le cose degenerassero. Krystel sembrava sul punto di fare qualche mossa irreparabile. "Il vostro stratagemma non ha tenuto mia sorella lontana dal vostro territorio, anzi, ha scatenato un desiderio di vendetta. Mentre prima si era limitata a compiere un piccolo scherzo sabotando le bussole dei vostri giovani, l'ultima volta si è presa il suo tempo, ha fatto ricerche sulle vostre abitudini e sui vostri giorni sacri, si è procurata un oggetto magico da lanciare sulle vostre teste, e per ottenerlo ha dovuto lavorare non poco. Insomma ci sono voluti mesi di preparazione, anzi più di un anno. Non vedete che questo sta diventando un circolo vizioso?"
"Parli di circolo vizioso, ragazzo, ma non hai fatto nulla per fermare tua sorella."
"No, è vero" ammise tranquillamente, incrociando lo sguardo dell'elfo con tutta calma. "Non è una buona idea cercare di fermarla quando si mette in testa qualcosa, e poi giudicavo la sua vendetta piuttosto innocua. Voi, a mio parere, vi meritavate di peggio per aver ferito mia sorella."
"Giudichi uno scherzo innocuo introdursi nel nostro villaggio in uno dei nostri giorni sacri, sorprenderci mentre celebriamo la gloria del nostro dio, e interrompere i sacri festeggiamenti con una… con una…"
"Una bomba di cacca" concluse Amber, con visibile soddisfazione. "La tua preziosa lingua elfica è troppo sofisticata per pronunciare queste parole?"
"È stato un atto di blasfemia inqualificabile" il chierico stava quasi tremando. "Mai abbiamo subito un affronto simile! La nostra festa è stata completamente rovinata, l'atmosfera di sacralità è stata spezzata…"
"Oh che piagnina, il solstizio d'estate cade tutti gli anni, nessuno ve l'ha detto a voi tre?" Sbuffò Amber, del tutto impenitente.
"Siete venuti qui" la voce di Krystel emerse dal suo ostinato silenzio, e anche se aveva parlato a bassa voce tutti si girarono verso di lei perché c'era qualcosa nel suo tono che aveva un sentore di definitivo "per lamentarvi delle azioni di mia figlia, perché vi ha tirato addosso un po' di cacca dopo che voi le avete tirato delle frecce? Forse questa cosa non vi è chiara, ma quando un drow si insinua in un insediamento elfico di solito non è per lanciare cacca. Dovreste guardare voi stessi, e chiedervi perché avete abbassato così la guardia. Questa volta vi è solo andata bene, se non fosse stata mia figlia sarebbero piovuti dardi di balestra o bombe di fuoco alchemico. E voi lo sapete. Siete venuti qui perché sapete che con me un dialogo è possibile. Che con la mia famiglia un dialogo è possibile." Ricapitolò, in un tono che era allo stesso tempo tranquillo e molto pericoloso. "Però non ci avete tributato la stessa considerazione, quando si è trattato di scacciare mia figlia a colpi di frecce. L'avete trattata come un'estranea pericolosa, come una comune drow."
"Questo non è giusto, signora. Una comune drow sarebbe stata uccisa, lei è stata solo scacciata."
"Ma l'avete ferita!" Krystel passò lo sguardo sui tre ospiti, e il suo sguardo non prometteva nulla di buono. "Avete reagito con violenza solo perché aveva avuto una scaramuccia con i vostri ragazzi e perché si era avvicinata al vostro territorio. Ora io vi chiedo: siete entrati nel mio territorio, non vi siete semplicemente avvicinati, siete marciati fino alla mia porta. E questo, dopo aver avuto ben più di una scaramuccia con i miei ragazzi. Avrei dovuto accogliervi a colpi di frecce? Devo applicare la vostra stessa logica?"
I due ranger cominciarono rendersi conto che forse non era stata una buona idea andare a chiedere alla strega di disciplinare i suoi figli. La loro intenzione era evitare un incidente diplomatico ancora più grosso, ma forse la strega teneva più alla preziosa incolumità dei suoi figli che alla pace.
"Siamo qui per evitare che questo diventi un atto di guerra" rispose il chierico, che non intendeva fare passi indietro. "Siamo qui per risolvere la cosa diplomaticamente."
"Non l'avreste colpita se fosse stata umana, o di qualsiasi altra razza considerata buona. L'avreste tollerata finché stava fuori dai vostri confini" insistette Krystel.
"È un nostro diritto decidere chi possiamo tollerare vicino ai nostri confini e chi no" ribatté l'elfo, ed era la risposta sbagliata. Oh, quanto era sbagliata.
Krystel giocherellò con un dito sul bordo della sua tazza ormai vuota. "Capisco" soffiò, dopo qualche momento. Si portò i diti indici e medi di entrambe le mani alle tempie, massaggiandole come se avesse mal di testa. "Capisco che siamo sull'orlo di un disastro diplomatico e che è il momento di interrompere questo circolo vizioso di ingiurie prima che diventi una faida. Ebbene, siccome mia figlia ha rovinato uno dei vostri giorni sacri, una festività che viene dedicata alla vostra divinità più alta, voglio dimostrarvi il mio rispetto per Corellon Larethian. E lo farò seguendo l'esempio delle sue azioni." All'improvviso fulminò gli elfi con lo sguardo e abbassò le mani che teneva alle tempie, in un gesto rapido, tracciando così due linee verticali con le dita. Quel gesto replicava la forma di una runa che, tracciata dall'alto in basso, simboleggiava il ghiaccio e il congelamento. Gli elfi rimasero paralizzati sul posto.
"È tempo che impariate che una persona va giudicata per ciò che ha dentro, non per la sua razza. È tempo che tutto il vostro popolo lo impari." Poi si rivolse ai suoi figli. "Ragazzi, andate a prendere il mio grimorio e qualunque vaso di colore rosso nel mio laboratorio."
Tek'ryn scattò in piedi, obbediente come sempre, ma Amber si trattenne un attimo in più.

"Mamma, come hai fatto a congelarli sul posto? Era un incantesimo?"
"Un rituale silenzioso, tesoro. Ho avuto tutto il tempo mentre blateravano."
Amber rimandò a mente tutti quei piccoli strani gesti che la madre aveva fatto con le dita che lei aveva interpretato come segni di nervosismo.
"Ah, capisco. Ma non avevi bisogno anche di componenti materiali? Come hai fatto, senza?"
"Le componenti materiali c'erano. Ho usato del ghiaccio per preparare la tisana. È stato facile, con la magia, ricordare a quell'acqua che prima era ghiaccio e rafforzare la presa del mio incantesimo di paralisi su di loro."
La giovane drow fece tanto d'occhi. "Ma anche io e te abbiamo bevuto la stessa tisana. Anche Tek. Perché a noi non è successo niente?"
"Perché sarei una pessima strega se non sapessi mirare" scherzò Krystel, utilizzando un gergo che era più tipico dell'arcieria. "Su, cara, vai a prendere le cose che ti ho chiesto. È tempo che questi elfi imparino che cosa significa avere l'aspetto di un drow."

Amber scattò al lavoro, soddisfatta per la risposta e molto curiosa verso ciò che sarebbe venuto. I tre elfi, invece, apparivano sconcertati, spaventati, e soprattutto insultati.
Krystel pensò che aveva preso la decisione giusta. Era proprio il loro sguardo offeso a confermarlo.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Forgotten Realms / Vai alla pagina dell'autore: NPC_Stories