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Autore: crazy lion    19/10/2021    1 recensioni
Seguito di Taylor e Sally: Amiche mai nemiche. Si consiglia la lettura di quella storia per capire meglio questa.
È passato molto tempo da quando Taylor ha liberato la volpe Sally, e spera che stia bene e sia felice. In una mattinata di aprile si sveglia e scopre che nevica. Ma lo shock è ancora più grande quando vede Sally nel suo giardino. Che succederà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Taylor Swift
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fox-constellation


Taylor e Sally: Amiche e mai nemiche 2: Una gelida avventura

 
Taylor si svegliò sentendo i gatti miagolare in salotto.
"Avranno fame" disse.
Era domenica e aveva ancora sonno, ma amava i suoi gatti e non li avrebbe mai lasciati senza cibo. Si alzò,  attenta a non svegliare Joe, e andò in cucina a riempire le loro ciotole di croccantini e altre d'acqua, poi tornò a dormire.
Si svegliarono tutti e due alle dieci di mattina, sentendo i mici fare la lotta.
"Buongiorno, amore" sussurrò Joe dandole un bacio sulle labbra.
"Buongiorno."
Taylor gli diede un bacio e si stiracchiò come una gatta. Si vestì come lui e poi aprì le imposte.
"Nevica!" esclamò.
"Cosa? Ad aprile?"
Joe era incredulo, ma quando si avvicinò vide che il giardino era pieno di neve.
"Ce ne saranno almeno venti centimetri. Già è un miracolo se nevica qui a Los Angeles, ma in questo mese poi!"
"Hai ragione" disse Taylor, poi la sua attenzione fu catturata da qualcosa, o per meglio dire, qualcuno. Era un animale tutto bianco che all'inizio  non riconobbe, ma che poi scoprì essere una volpe.
Scese a precipizio le scale e aprì la porta, con Joe che le andava dietro e le chiedeva cos'aveva visto.
"Sally!" chiamò Taylor e la fece entrare in casa.
La volpe si fidò ed entrò.
"Ciao, amici" disse.
"Come hai fatto ad arrivare qui dal bosco? Insomma, è pericoloso, una macchina avrebbe potuto investirti!" esclamò Taylor.
"Calmati, Tay. Sono stata attenta e non mi è successo niente. Non so come ho fatto a capire che la tua casa era questa, credo sia stata una cosa istintiva. Cos'è quello?"
"Un pianoforte, serve per quanto compongo le mie canzoni. Vuoi sentirne una?"
"Sì."
La ragazza si sedette al piano con Joe di fianco.
"Gray November
I've been down since July
Motion capture
Put me in a bad light
I replay my footsteps on each stepping stone
Trying to find the one where I went wrong
Writing letters
Addressed to the fire
And I was catching my breath
Staring out an open window
Catching my death
And I couldn't be sure
I had a feeling so peculiar
That this pain would be for
Evermore
 
Hey December
Guess I'm feeling unmoored
Can't remember
What I used to fight for
I rewind thе tape but all it does is pause
On thе very moment, all was lost
Sending signals
To be double-crossed
[…]"
Ma sei bravissima!" esclamò Sally alla finne. "E voi due mi amate tanto, vero?"
"Moltissimo."
"Sapete che ho avuto dei piccoli?"
Taylor e Joe sorrisero,  mentre i gatti miagolavano nervosi per la presenza della volte.
"È meglio se usciamo. Sally, non vorrei scoppiasse una rissa" disse Joe, prendendo dall'appendiabiti il suo capotto e quello di Taylor. I due indossarono anche un paio di doposci e andarono in giardino.
"Quanti piccoli hai avuto?" chiese Taylor.
"Otto."
"Sono tantissimi!"  esclamò Joe.
"Sì. Il parto è stato doloroso e ho avuto paura, ma per noi animali selvatici anche questa è una cosa istintiva. Mentre avevo le contrazioni ho pensato a voi due e questo mi ha aiutata."
Joe e Taylor sorrisero.
"Grazie" dissero all'unisono.
La coppia sapeva che il periodo del calore delle volpi va da gennaio a marzo, e che è proprio allora che nascono i piccoli, dopo una gestazione di cinquanta giorni. Il che significava che Sally, quando l’avevano trovata così piccola e spaventata, era un’eccezione, perché nata fuori stagione.
“In più,” continuò Sally, “è difficile che una volpe abbia così tanti piccoli alla prima gravidanza. Io sono molto giovane, ho poco più di un anno, e avevo paura  che qualche cucciolo sarebbe nato morto, Per me sarebbe stato un dolore indicibile.”
“Ma non è successo, giusto?” chiese Taylor con un singulto.
“No, per fortuna non è accaduto. Alcuni, però, erano molto deboli, e credevo che sarebbero morti. Per fortuna, però, avevo tanto latte da dare a tutti e sono sopravvissuti e diventati più forte.”
Sally parve sorridere.
“Siamo contenti che sia andato tutto bene” disse Joe.
"Volete conoscere i miei piccoli?"
"Ma certo!" esclamarono.
Per non fare tutta la città a piedi, perché ci avrebbero messo ore, Taylor e Joe misero le catene e poi salirono in macchina con Sally in braccio alla cantante. Per tutto il tragitto ascoltarono la radio. Tutte le stazioni parlavano di quella nevicata improvvisa che aveva bloccato la città.
"Come fa quella donna a essere dentro quell'aggeggio?" chiese Sally a Taylor.
"Non ci è dentro," le spiegò, cercando di non scoppiare a ridere, "lei sta in una stanza e la sua voce viene trasmessa."
"Come?"
"Credo sia difficile da spiegare a una volpe. Non perché non sei intelligente, anzi, ma  perché sei un animale, e certe cose gli animali non le capiscono."
Sally si accontentò di quella risposta.
Procedettero piano nel traffico cittadino e ci misero due ore ad arrivare al bosco, quando in una giornata senza neve ci avrebbero messo mezz'ora.
"Finalmente!" esclamò Sally. "Ho voglia di rivedere i miei cuccioli, e poi non posso lasciarli soli per troppo tempo."
"Lo immagino" disse Joe. "Quanto hanno adesso?"
"Due mesi. Fra poco cominceranno a seguirmi per imparare a cacciare. Grazie per avermi salvata, un anno e mezzo fa."
"Un anno e quattro mesi, per la precisione" disse Taylor.
"Sì, esatto, ma noi animali non abbiamo molto il senso del tempo. Comunque, senza di  voi non sarei dove sono oggi, non mi sarei accoppiata, non avrei dei figli, quindi grazie."
Camminavano nel bosco innervato, anche se lì c'era meno neve, che cadeva più sulle piante che sul terreno.
"L'abbiamo fatto con il cuore, tesoro" le disse Joe, scompigliandole affettuosamente il pelo bianco.
“Perché sei così?” le chiese Taylor.
“Così come?”
“Tutta bianca.”
“Ho cambiato il pelo.”
“Come si chiamano i tuoi piccoli?”
“Sono quattro maschi e quattro femmine: Dexter, Dixie, Dash, Dakota, Diana, Dora, Diesel, Dean.”
“Sono tutti bei nomi” osservò Taylor.
“Grazie” rispose Sally. “Ecco, siamo arrivati.”
Davanti a loro, sotto un cespuglio, Taylor e Joe poterono notare, inginocchiandosi, una buca profonda nel terreno.
“Quella è la mia tana” spiegò Sally.
Da lì i cuccioli non si vedevano. Aveva scelto un buon posto, sicuro e protetto. Era stata brava.
“Sono la mamma!” esclamò Sally. “Bi vorrei presentare Taylor e Joe, gli amici dei quali vi ho parlato. Su, venite fuori.” Siccome non c’era nessun movimento, Sally aggiunse: “Non siate timidi, su.”
Uscì prima una testolina e poi un corpicino, seguito da altri sei. Taylor, Joe e Sally li contarono-
“Dov’è Dakota?” chiese la mamma volpe.
“È uscita dalla tana” disse Dean.
“Aveva detto che sarebbe tornata presto, che avrebbe fatto solo un giretto” continuò Dixie, mentre gli altri parlottarono tra loro emettendo mormorii sommessi nella loro lingua, che Taylor e Joe non capirono. “Le abbiamo detto che poteva essere pericoloso, ma non ha voluto ascoltarci.”
“Ve li presenterei uno a uno, ma ora la cosa importante è cercare Dakota!” esclamò Sally. “Piccoli, ornate dentro.” Poi si rivolse a Taylor e Joe: “Potreste dare un’occhiata in giro. Io devo sfamarli.”
“Certo, conta pure su di noi” disse Joe.
Mentre Sally allattava i piccoli – Taylor aveva letto che le volpi lo facevano per due mesi, dando loro anche cibo rigurgitato, per avviare lo svezzamento –, lei e Joe cominciarono a guardarsi intorno. Non si sentiva, né si vedeva niente, a parte il canto di qualche uccellino.
“Dakota, dove sei?” chiamò Taylor.
Se anche i piccoli sapevano parlare come la mamma, significava che conoscevano l’inglese e la piccola avrebbe potuto rispondere.
“Dakota, siamo amici di  tua madre, non ti vogliamo fare del male. Rispondi!” esclamò Joe.
Faceva freddo e i due sperarono oche la piccola non si ammalasse. Il vento penetrava sotto i vestiti e Taylor e Joe si strinsero nei loro cappotti. La neve continuava a cadere.
“Sono qui” disse una vocina piccola piccola, ma dato che c’era un po’ di rimbombo i due non riuscirono a capire dove si  trovasse.
Intanto, li raggiunse anche Sally.
“Ha parlato, ma non sappiamo dov’è” disse Taylor.
La volpe annusò l’aria, probabilmente per capire dove si trovava la piccola e seguirne l’odore.
“Venite con me” disse e i due la seguirono.
Eccola, Dakota, incastrata con una zampa in una radice. La madre la tirò piano, per non farle male, e la radice cedette in fretta. Sally leccò la piccola lavando via la terra e la sporcizia sul suo pelo, poi le disse:
“Sai che non devi allontanarti senza la mamma, non adesso che sei ancora così piccola.”
Aveva alzato la voce. Non era arrabbiata, solo preoccupata e Taylor e Joe, pur non essendo genitori, la capirono benissimo. Pensarono a Hannah e Valentina, le due bambole di porcellana che si erano trasformate in due bambine vere, e si dissero che si sarebbero preoccupati  da morire se a una delle due fosse accaduto qualcosa.
Tornarono alla tana e i fratelli sembrarono molto felici di rivedere la sorella, perché guaiolarono a più non posso. Sally allattò anche Dakota, Taylor e Joe se ne resero conto perché sentirono succhiare, poi la mamma e tutti i cuccioli uscirono.
“Davvero siete amici della mamma?” chiese Dexter.
“Sì, e molto anche.”
“Ci raccontate come l’avete salvata?” domandò Dora.
“Oh, sì, per favore!” esclamò Diana.
Sally fece velocemente le presentazioni, anche dei volpacchiotti che non avevano ancora parlato, poi disse:
“Ve l’ho già raccontato.”
“Dal tuo punto di vista” disse Dash. “Noi vogliamo sentire il loro.”
E così, i due umani cominciarono  a raccontare.
“Che bella storia!” esclamò Diesel. “L’avete salvata, grazie.”
“Non c’è di che, piccolo!” esclamò Joe, che si avvicinò e gli accarezzò il pelo fulvo.
Tutti ce l’avevano rosso perché, essendo così piccoli, non l’avevano ancora cambiato. Il piccolo no si ritrasse a quel contatto, anzi, si sdraiò per terra e mostrò la pancia. Joe rise e gli fece i grattini. Taylor stava facendo lo stesso con Dakota e Dash.
“Siete amichevoli, eh?” chiese Taylor.
“Solo degli umani di cui ci fidiamo, come voi” disse Dakota.
 
Non avendo una pallina o un frisbee, Joe lanciò un piccolo sasso e tutti i volpacchiotti si lanciarono al suo inseguimento. Poi Diesel glielo riportò.
“Bravissimo!”
Giocarono così per un po’ e ogni volta un diverso volpacchiotto glielo riportava.
“Non prenderanno freddo?” chiese Taylor a Sally.
“No, la loro pelliccia li protegge.”
Taylor fece una pallina di neve e la tirò a uno dei cuccioli, che no se l’aspettò e fu colpito in pieno. Poi Taylor ne fece un’altra e la lanciò verso Sally, he la schivò  Ne impaccò una con le  zampe, la prese e la tirò a Taylor. Giocarono con i cuccioli a palle di neve per un tempo che sembrò interminabile, I piccoli si divertirono moltissimo.
“Mi piace questo gioco” disse Diesel. “Come si chiama?”
“Battaglia a palle di neve” disse Joe.
“Ma ora dobbiamo rientrare, piccoli. Si sta alzando il vento e voi dovete stare a caldo” disse Sally.
“Ma mamma, è così bello!” esclamò Dexter.
Sally sospirò.
“Va bene, ma sono un po’.”
Poi si avvicinò a Taylor.
“Mi mancano i miei genitori” ammise. “Sarebbero stati felici di diventare nonni, lo so.”
Sally guaiolò piano, per non farsi sentire dai cuccioli e per far capire ai due umani che era triste. Taylor la accarezzò.
“Hai i tuoi piccoli, adesso. E sono sicura che i tuoi genitori ti stiano guardando da lassù e siano felici per questo.”
Sally sorrise.
“Sì, lo penso anch’io. Grazie per avermelo detto.”
“Dov’è il tuo compagno?” chiese Joe.
“Adam è  andato a caccia per noi.”
Tornò dopo poco con una gallina morta e già spennata. A Taylor fece pena e Joe, come lei, si girò per non guardare. I genitori portarono dentro l’animale, si nutrirono e ne diedero ai piccoli, poi Sally e Adam uscirono.
“Grazie per aver riportato la mia compagna dai nostri piccoli e per aver trovato Dakota” disse Adam.
“Figuratevi, l’abbiamo fatto con il cuore.”
“Tay, ora è meglio andare. I piccoli saranno stanchi e anche i genitori devono riposare. In più fa davvero freddo.”
“Sì, è vero, è meglio tornare a casa. Prima, però, se Adam e Sally sono d’accordo, vorrei salutare i cuccioli.”
I genitori li fecero uscire dalla tana e la cantante e Joe affondarono le dita nel loro pelo morbido.
“Siete bellissimi” dissero all’unisono.
“Fate i bravi con la mamma e il papà, d’accordo?” raccomandò loro Joe.
“Va bene” risposero tutti e otto.
Dopo aver salutato i genitori, con la promessa di rivedersi presto, la cantante e l’attore andarono verso la macchina.
“È stata una bella mattinata, non trovi?” le chiese lui avviando il motore.
“Molto. Ci siamo divertiti e abbiamo conosciuto quegli adorabili cuccioli. Peccato che non avevo il cellullare con me, altrimenti avrei fatto qualche foto.”
“Meglio, invece, avresti rischiato di spaventarli.”
“Sì, forse hai ragione.”
Rientrarono a casa col sorriso sulle labbra, e mentre salutavano i gatti non smisero di sorridere. Era stata una gelida avventura, ma alla fine era andato tutto bene. Quella sera, poi, sia Los Angeles che nella foresta, il cielo si tinse di nero punteggiandosi di stelle, ognuna di esse riunita a formare una nuova costellazione. Non più l'Orsa, ma anzi la Volpe Maggiore, accompagnata da un ammasso più piccolo che rappresentava un coniglio, in una simbolica dimostrazione di come i forti aiutassero i deboli. Sdraiata una a letto e l'altra nella propria tana, Taylor e Sally rivolsero un pensiero alla volta celeste.
A presto, ora so che andrà tutto bene.
 
 
CREDITS:
Taylor Swift, Evermore
   
 
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